Cibus 2016 e l’eredità di Expo 2015

È partito ieri a Parma Cibus 2016, l’appuntamento annuale con le eccellenze dell’agroalimentare italiano celebrate come chiave per il successo e lo sviluppo economico dell’Italia nel mondo.

L’evento di Parma arriva in un altro anno importante per l’agroalimentare italiano. Dopo il 2015, nel quale Cibus partì in concomitanza con l’avvio di Expo 2015 e con il suo focus sull’alimentazione, ora è il momento di inquadrare l’appuntamento a un anno di distanza dall’Esposizione Universale di Milano, per valutare l’eredità lasciata da quest’ultima.

Un’analisi alla quale ha pensato Coldiretti, che rileva come un anno dopo l’inizio di Expo 2015 i suoi effetti si sono fatti sentire sul turismo, con un aumento delle spese e degli arrivi degli stranieri nel 2015 che ha fatto registrare il record delle esportazioni di alimenti e bevande: 36,9 miliardi, con un aumento dell’8% rispetto al 2014.

Secondo l’analisi di Coldiretti, un terzo della spesa degli stranieri in vacanza in Italia è oggi destinato a pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per acquistare prodotti enogastronomici.

Le spese dei viaggiatori esteri in Italia – si legge nel rapporto di Coldirettisono cresciute nel 2015 del +3,8%, superando i 35,5 miliardi di euro con benefici diffusi sull’economia nazionale. Tra i Paesi di provenienza, sono i francesi a registrare l’andamento più dinamico, seguiti dagli abitanti del Regno Unito e dai tedeschi, ma molto positiva è stata anche la crescita della spesa degli statunitensi, secondo i dati del Ciset. Il cibo grazie ad Expo 2015 si consolida come componente determinante della vacanza Made in Italy. Si tratta della principale voce del budget turistico che ha addirittura superato persino quella dell’alloggio. Un risultato reso possibile dal primato nell’enogastronomia conquistato dall’Italia e indubbiamente sostenuto dall’Esposizione Universale che ha fatto conoscere al mondo la realtà enogastronomica nazionale”.

Coldiretti ricorda che “Expo 2015 è stata visitata da 21,5 milioni di persone, un terzo delle quali stranieri che hanno apprezzato l’esposizione ma anche colto l’opportunità di visitare luoghi turistici del Belpaese e di gustare i prodotti del territorio, con il cibo che per quasi 2 turisti stranieri su 3 (62%) è in testa alla classifica degli acquisti in Italia, secondo l’indagine Nielsen”.

I cibi nazionali più apprezzati dagli stranieri – prosegue Coldirettisono il vino, che nel 2015 ha raggiunto un valore record delle esportazioni di 5,4 miliardi che lo colloca al primo posto tra i prodotti della tavola Made in Italy all’estero. Al secondo posto si posiziona l’ortofrutta fresca, con un valore stimato in 4,4 miliardi nel 2015, mentre al terzo posto sul podio sale la pasta, che raggiunge i 2,4 miliardi. Nella top five ci sono anche i formaggi, che hanno raggiunto un export stimato a 2,3 miliardi, mentre la classica “pummarola” fa salire la voce pomodori trasformati a 1,5 miliardi. Infine l’olio di oliva, che raggiunge i 1,4 miliardi a pari merito con i salumi”.

In linea con i risultati dello studio è il commento del presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo: “L’Italia ha saputo cogliere l’opportunità di Expo 2015 per raccontare al mondo il modello agroalimentare e i suoi valori unici. L’agricoltura italiana è diventata la più green d’Europa con il primato europeo di 282 prodotti a denominazione di origine Dop/Igp riconosciuti dall’Unione, 405 vini Doc/Docg, la leadership nel numero di imprese che coltivano biologico, la più vasta rete di aziende agricole e mercati di vendita a chilometri zero, ma anche la minor incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma e la decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati”.

Come è cambiata Milano tra Expo e impresa

Se c’è un evento da ricordare per il 2015 appena trascorso, questo è senz’altro Expo 2015. L’Esposizione Universale ha cambiato l’immagine di Milano nel mondo e, in buona parte, anche il suo tessuto economico e produttivo.

Con 293mila sedi d’impresa attive (il 5,7% del totale nazionale), Milano si colloca infatti al secondo posto nella classifica delle province italiane dopo Roma che è prima con circa 346mila imprese (6,7%). Milano è prima però per numero di addetti con 1,9 milioni contro gli 1,4 di Roma, che è seconda. Terze sono Napoli per imprese (230mila) e Torino per addetti (698mila). È quanto emerge da un’elaborazione della Camera di commercio su dati del registro delle imprese al terzo trimestre 2015 e 2014.

Tra il 2014 e il 2015, le imprese del capoluogo lombardo crescono (circa +5mila, +1,6%) così come gli addetti (+0,7%). Tra i settori che pesano di più a Milano, si trovano le attività commerciali (25%), le costruzioni (13,7%), le attività immobiliari (10,4%) e manifatturiere (10,1%), le attività professionali (8,3%) e i servizi di alloggio e ristorazione (6,3%).

Rispetto al 2014 crescono soprattutto il settore noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (+7,1%), le imprese nella sanità (+4,8%), le attività finanziarie (+4,5%), l’alloggio e la ristorazione (+4,4%).

Rispetto alla realtà italiana, l’impresa milanese è specializzata principalmente nelle attività immobiliari (10,4% contro 4,8% italiano), nelle attività professionali, scientifiche e tecniche (8,3% del totale contro il 3,4% italiano) e nei servizi di informazione e comunicazione (4,7% contro 2,2% italiano). Basso a Milano, invece, il peso dell’agricoltura, 1,2% delle imprese attive contro il 14,6% nazionale.

Estendendo lo sguardo alla regione, la Lombardia, con 816mila imprese attive e circa 3,7 milioni di addetti, pesa il 16% del sistema imprenditoriale italiano e il 23% degli addetti. Tra le province, dopo Milano che è prima con 293mila imprese e 1,9 milioni di addetti, vengono Brescia (108mila imprese e 385mila addetti) e Bergamo (86mila imprese e 351mila addetti), che si collocano anche nel panorama nazionale tra le prime 15 province italiane.

Nel 2015 si sono registrati andamenti negativi in tutte le province lombarde, tranne in quelle di Milano (+1,6% le imprese attive) e Monza e Brianza (+0,4%). I settori che hanno pesato di più nel 2015 sono stati il commercio (24% del totale), le costruzioni (16,8%) e le attività manifatturiere (12,1%); tra quelle che sono cresciute di più il noleggio e attività di servizi alle imprese (+6%).

I turisti premiano Milano, non solo per Expo 2015

Expo 2015 è ormai agli sgoccioli, ma l’effetto benefico e la bella pubblicità che ha portato a Milano sono tangibili come dimostra un’indagine condotta della Camera di commercio di Milano insieme al Comune meneghino.

Ebbene, secondo questa indagine (clicca qui per scaricare le slide dell’indagine), che ha coinvolto oltre 1000 turisti presenti sul sito di Expo 2015 nel mese di settembre, Milano è una città da non perdere per chi sceglie l’Italia: 9 su 10 si sono dichiarati infatti entusiasti della città, indicando il centro storico, il quartiere di Brera, i rinnovati Navigli e la nuova Darsena come luoghi assolutamente da non perdere.

Nel dettaglio, oltre la metà dei visitatori arrivati a Milano per Expo 2015 ha trovato l’accoglienza della città buona o addirittura ottima grazie all’Esposizione. Milano è vista come una città “avanzata” o “molto avanzata” dal 49% del campione, “nella norma” dal 17% e “vivibile” dal 10%.

Un visitatore su due è arrivato a Milano appositamente per l’esposizione e uno su due ha trovato la città più attrattiva grazie a Expo 2015. Mediamente la permanenza è di tre giorni, spesa da 200 euro tra ristorante, cultura e shopping. Chi viene a Milano per l’esposizione trascorre in città dai due ai tre giorni, con una spesa media di circa 250-300 euro (albergo escluso). Per cosa spende di più? Andare al ristorante (35,5%), cultura (21,8%) e shopping (13,6%).

I turisti stranieri sono mediamente più giovani (42 anni con i 48 anni degli italiani), spendono di più e apprezzano cibo e moda. Il turista straniero si ferma più a lungo, in media quattro giorni, con una spesa media di circa 300 euro (albergo escluso). Di Milano apprezza soprattutto il buon cibo italiano e lo stile milanese.

Al di là di Expo 2015, ai turisti piacciono mezzi pubblici, stile ed eleganza milanesi. Ad essere apprezzati sono soprattutto la semplicità nello spostarsi con i mezzi pubblici (23,5%) così come la facilità con cui è possibile trovare i luoghi da visitare (16%) e il buon gusto e l’eleganza visibili ovunque (15,5%).

Inoltre, piacciono cultura, vie pedonali, eventi. Ad attrarre i turisti sono principalmente l’offerta culturale e la rete di musei (38,6%), il centro cittadino e le vie pedonali (37,4%), ma anche gli eventi che animano la vita in città (19,8%), indipendentemente da Expo 2015.

Secondo Alfredo Zini, consigliere della Camera di commercio di Milano, “gli Expo-turisti promuovono Milano anche con le loro abitudini di consumo. Un indotto rilevante per la città che premia le attività dell’ospitalità, della ristorazione, del tempo libero, della moda e del design. Ecco che le attività imprenditoriali diffuse svolgono anche un ruolo importante per l’immagine della città, a fianco delle stesse istituzioni, in un’alleanza per Milano. Ora convivono insieme tre diversi scenari: il successo del sito Expo 2015, l’indotto rilevante di parte del centro e delle ‘vie del tempo libero’, a partire dai settori legati a ospitalità, ristorazione e shopping. Ma c’è anche l’impresa di periferia che non ha visto i benefici attesi”.

Expo 2015, in rete vincono gli stranieri

Si è fatto un gran parlare, nei giorni scorsi, del fatto che il boom di visitatori a Expo 2015 è stato in larga parte dovuto agli italiani, con le visite degli stranieri inferiori alle attese. Di sicuro, però, gli stranieri battono gli italiani nel dibattito in rete su Expo 2015.

Secondo un’analisi della Camera di commercio di Milano attraverso Voices from the Blogs, spin off dell’Università degli Studi di Milano, sono 522mila i commenti degli stranieri, quelli scritti non in italiano, su Expo 2015, diffusi nella rete contro 513mila nazionali a luglio e agosto. Quasi 10 mila commenti ogni giorno, sia per gli italiani che per gli stranieri.

Un commento su cinque degli stranieri arriva dall’Italia, si tratta quindi dei visitatori che commentano in diretta dai padiglioni di Expo. In generale gli stranieri danno giudizi positivi in nove casi su dieci (91% a luglio, 86% ad agosto), ben più degli italiani, soddisfatti in quasi otto casi su dieci (73,8% a luglio, 75,7% ad agosto).

Tra i Paesi più interessati a Expo 2015 Stati Uniti (44% dei commenti), Russia (4%), Regno Unito (3%), Paesi Bassi e Francia (2%), Giappone e Spagna (1%).

In generale Expo 2015 piace per i temi legati al cibo e per gli eventi: entrambi i motivi spiegano l’ottimismo di uno su cinque tra chi ne parla. Poco meno, uno su sette, è contento per l’orgoglio di avere in Italia questa manifestazione. Piace anche il messaggio di Dall’inizio di Expo resta l’ottimismo in tre casi su quattro. Di sicuro tiene l’ottimismo degli italiani, ai livelli massimi dal momento dell’assegnazione.

I temi più trattati in rete dai commenti su Expo 2015 sono cibo (un commento su tre), evento internazionale (uno su cinque), padiglioni (uno su sette) e “fuori Expo” (uno su nove).

Secondo Alfredo Zini, consigliere della Camera di commercio di Milano, “lo sprint di luglio e agosto ha portato Expo 2015 e Milano ancora di più al centro del dibattito che sta contagiando anche i Paesi esteri. È un motivo di orgoglio per gli italiani e un’occasione di divertimento e conoscenza per gli stranieri. I giudizi sono nettamente positivi. Questi ultimi due mesi iniziano con grandi afflussi, un dato che ci fa sperare da un lato per l’immagine di Milano che ne sta uscendo rafforzata, ma anche per gli impatti diretti sulla città e sulle sue imprese”.

Italia, la più cliccata dai mercati stranieri

L’Italia e il Made in Italy piacciono ancora, anzi, sempre di più.
A testimoniarlo sono le percentuali delle ricerche su Google, che negli ultimi tre anni sono aumentate del 22%.

Questo dato è frutto di uno studio, il rapporto Italia – Geografie del nuovo Made in Italy, realizzato da Fondazione Symbola, Unioncamere e Fondazione Edison, presentato a Treia (Macerata) nella sessione di apertura del XIII seminario estivo.

Questo risultato fa capire come il Belpaese sia concepito all’estero, nonostante i sette anni di crisi: i mercati globali, infatti, hanno ancora un’idea di Italia innovativa, versatile, creativa, reattiva, competitiva e vincente.

Questo successo, comunque, è dovuto grazie ad un percorso che, in questi anni, si è deciso di percorrere, senza mai lasciare da parte la qualità, che da sempre contraddistingue, ad esempio, la nostra attività manifatturiera.

Proprio questo settore ha contribuito a far arrivare l’Italia tra le prime cinque potenze industriali, insieme a Cina, Germania, Giappone e Corea.
Non a caso dall’introduzione dell’euro l’Italia ha visto i valori medi unitari dei suoi prodotti salire del 39%, facendo meglio di Regno unito (36%) e Germania (23%).

Ma la qualità dei prodotti italiani non viene riconosciuta solo all’estero perché ben due italiani su tre sono disposti a pagare un sovrapprezzo per avere prodotti 100% italiani. E questa tendenza si riscontra anche in Giappone, Emirati Arabi, Usa, Russia e Brasile.

Ermete Realacci, presidente di Fondazione Symbola, ha dichiarato in proposito: “Mentre la crisi sembra finalmente allentare la sua presa sul Paese, è ancora più importante avere un’idea di futuro, capire quale posto vogliamo che l’Italia occupi in un mondo che cambia. Più che in passato, mi piace dire che l’Italia deve fare l’Italia, rispondendo ad una domanda che aumenta ed e’ confermata dai dati sull’innalzamento delle ricerche sul maggiore motore di navigazione internet, e puntare sui talenti che il mondo le riconosce: bellezza, qualità, conoscenza, innovazione, territorio e coesione sociale che sempre più incrociano la frontiera della green economy. Talenti che ci consegnano le chiavi della contemporaneità e delle sfide del futuro perchè assecondano la voglia crescente di sostenibilità dei consumatori e danno risposte ai grandi cambiamenti negli stili di vita e nei modelli di produzione”.

Vera MORETTI

Appuntamento ad ottobre con il Salone del Franchising di Milano

La trentesima edizione del Salone del Franchising si terrà a Milano dal 23 al 26 ottobre 2015, ospitato dalla Fiera Milano di Rho/Pero, in concomitanza con Host, la fiera dell’hotellerie e del food service, e vicina ad Expo, che sarà attivo fino al 31 ottobre.

Si può dire, quindi, che come ubicazione e sinergia questa edizione nasce entro una buona stella, allietata inoltre dal trend positivo che finalmente il settore ha raggiunto, dopo anni di stabilità dovuta anche e soprattutto alla crisi.
Il bilancio, ad oggi, è positivo per lo 0,4%, con un giro d’affari pari all’1,4% del PIL italiano, un fatturato medio per ogni catena di 23 milioni di euro e 1.200 addetti.

A fare da traino a questa lenta ma incoraggiante ripresa è stato il settore food, che segna un +6% rispetto allo scorso anno, poiché la formula del franchising viene vista come vincente per espandere il Made in Italy.
Non a caso, i negozi in franchising che sono sorti all’estero negli ultimi anni riguardano soprattutto pizzerie, gelaterie, yogurterie, pub e caffetterie, con un’attenzione particolare per mercati quali il Regno Unito, la Germania e la Francia, ma anche Cina, Emirati Arabi e Russia.

Il Salone, dunque, punterà a favorire l’arrivo di operatori professionali dall’estero ma anche l’internazionalizzazione, che già ha avuto una spinta notevole, con il 4% dei franchisor italiani proiettati verso l’estero e il 17% con progetti di carattere nazionale.

L’evento, inoltre, sarà rivolto particolarmente ai giovani, per i quali mettersi in proprio affidandosi ad un team di esperienza può rappresentare la scelta giusta per il futuro, ma anche a negozianti interessati alla formula del franchising e agli investitori di fondi o aziende, senza dimenticare i retailer e gli operatori internazionali.

Vera MORETTI

Expo e le sue conseguenze su Milano

Dopo due mesi dall’inaugurazione, si comincia a fare un primo bilancio dell’Expo, l’esposizione universale che si sta svolgendo dall’1 maggio a Milano.

I conti riguardano non solo i padiglioni di Rho e gli eventi che ogni giorno avvengono attorno all’albero della vita, ma anche cosa accade in città, nel suo cuore pulsante, all’ombra della Madonnina.

Se, infatti, Expo prometteva un importante giro d’affari per ristoratori e imprenditori del settore, sembra che la realtà non sia proprio così rosea.
Gli addetti ai lavori, infatti, denunciano un bilancio fortemente negativo, poiché la manifestazione viene scelta da visitatori e turisti che, così, snobbano i luoghi più caratteristici della città e, di conseguenza, anche bar, ristoranti ed hotel.

Questo è quanto emerge dall’indagine Fipe – Epam presentata a palazzo Marino, il 1° luglio, nel corso di una audizione del Presidente Lino Stoppani presso la commissione Commercio.

Vediamo nel dettaglio cosa dicono i dati: gli effetti della manifestazione sulle attività di pubblico esercizio sono stati in questi primi due mesi negativi per il 26,1% degli intervistati e, addirittura, molto negativi per il 43,4%.
Non manca chi dà una lettura diversa ma non si va oltre l’11% degli intervistati. Per il restante 20% l’esposizione è stata finora assolutamente neutrale rispetto alle performance economiche delle attività di pubblico esercizio.

Ciò significa che Expo o ha influito negativamente sui pubblici esercizi della città o è stata ininfluente. Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso gli esercenti registrano una flessione del fatturato pari, in media, al -18,3%.

Probabilmente, a danneggiare ristoranti e locali è stata anche la decisione di prolungare fino a tarda serata l’orario di apertura dell’esposizione, che di fatto lascia la città deserta e desolata.
Ma l’albero della vita con i suoi giochi di luce rappresenta un’attrattiva irresistibile.

Vera MORETTI

Ad Expo gli Stati Generali dei Giovani Imprenditori

Expo Milano 2015 ha ospitato per due giorni gli Stati generali dei Giovani imprenditori Confcommercio con ShareIt3, un format creato per favorire l’incontro, lo scambio di know how e idee ed alimentare nuove occasioni di networking fra l’imprenditorialità emergente nel terziario.

A partecipare sono stati oltre cento imprenditori appartenenti al settore terziario italiano ed europeo, che hanno affrontato alcuni temi “caldi2 ed attuali quali: Commercio food, Commercio non food, Horeca, Servizi, SMEs Branding e Naming, Esperienzialità in Store, Reti d’impresa e costruzioni di filiera.

Le argomentazioni che ne sono scaturite fuori saranno racchiuse in un documento programmatico che sintetizzerà buone pratiche, linee guida imprenditoriali, percorsi per il futuro dei mercati di riferimento.

Alessandro Micheli, presidente del Gruppo nazionale dei Giovani Imprenditori, ha dichiarato: “ShareIt3 è una nuova piattaforma di incontro, confronto e condivisione di idee, progetti ed esperienze, professionali e personali immaginata e realizzata dai Giovani Imprenditori di Confcommercio, e destinata a sostenere e stimolare la creatività dei giovani imprenditori e a promuovere le loro innovazioni. Abbiamo brevettato questo format – ha detto Micheli – non a caso nell’anno di Expo Milano 2015 e abbiamo poi realizzato l’edizione zero all’interno del sito espositivo. L’innovazione è energia per la vita delle nostre imprese, ma per tante imprese medie e piccole fare innovazione passa anche attraverso la capacità di collaborare,confrontarsi, insomma: passa dalla capacità di condividere“.

Vera MORETTI

Expo, evento ed opportunità per l’Italia

Si è appena svolto, sulle rive del Lago di Como, il convegno “#GRANDIEPICCOLIEVENTI – opportunità per il turismo volano per il territorio”, durante il quale è stato presentato uno studio
commissionato da Federalberghi e CFMT (Centro di Formazione Management del Terziario) e realizzato da Ciset /Ca’ Foscari Venezia.

A presentare i risultati di tale indagine è stato Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, il quale ha dichiarato: “Il grande evento è importante per lo sviluppo dell’immagine del Paese che lo ospita e delle infrastrutture che si realizzano, mentre il piccolo è bello per la ricchezza immediata che crea sul territorio”.

Ciò che è stato sottolineato è che l’organizzazione dell’evento deve partire con largo anticipo, ma anche proseguire ad evento concluso, per evitare che le nuove strutture ricettive vengano dimenticate e diventino ingombranti e costose scatole vuote.

Bocca ha aggiunto, in proposito, che “esiste un effetto moltiplicatore che porta a raccogliere per ogni euro investito per ristrutturazioni e costruzione di nuove opere per un grande evento circa 1,4 euro di risorse nel sistema economico, per un vantaggio del 40% in grado di contribuire alla crescita del Pil nazionale. Mentre per un piccolo evento il solo effetto derivante dalla spesa dei visitatori è addirittura maggiore e rimane più ancorato al territorio, con una contabilizzazione immediata”.

Ed è ciò che ci si augura per Expo, che sta raccogliendo consensi e successi, ma che si spera non sia solo un evento fine a sé stesso ma che le sue conseguenze possano portare vantaggi sul territorio.

Al convegno era, ovviamente, presente anche Piero Galli, direttore gestione Expo 2015, che ha confermato come un grande evento determini “oltre alla realizzazione di importanti infrastrutture, un accrescimento di arrivi e presenze turistiche, ma soprattutto un’amplificazione straordinaria della visibilità del Paese e di quanto e cosa l’Italia offra ai visitatori”.

Vera MORETTI

Le conseguenze, positive, di Expo su Milano

Nei mesi in cui a Milano è attivo Expo sono stati organizzati dalla Camera di Commercio attraverso l’azienda speciale Promos diecimila incontri B2B che metteranno in contatto mille imprenditori stranieri con mille imprenditori milanesi e lombardi, che spesso porteranno alla firma di nuovi contratti.

Tra le delegazioni straniere che approderanno sotto la Madonnina fino ad ottobre ci sono Cina, Giappone, America Latina, Turchia, Polonia, che si sommano a incontri con Birmania, Francia, Austria tra i diversi interlocutori.

E’ ancora possibile prenotare gli incontri, tramite accesso ad una pagina dedicata al business internazionale per Expo: Promos-milano.it/Promos-Per-Expo2015/.

Bruno Ermolli, presidente di Promos, ha dichiarato: “Milano rappresenta quasi un settimo dell’interscambio nazionale col 9% delle esportazioni italiane nel 2014 (37 miliardi su 398) e il 16% dell’import (57 miliardi su 355). Ecco perché la Camera di commercio ha voluto creare una nuova figura di mediatore non solo degli affari, ma anche culturale, specializzata negli scambi con l’estero. Nell’anno di Expo arriviamo a quota 150 di questi esperti, che possono aiutare a far crescere le imprese grazie allo sviluppo del business estero. Operatori pronti ad affrontare le sfide internazionali che quest’anno vedono un picco, grazie anche agli incontri promossi da Camera di commercio e Promos, che saranno circa diecimila tra circa mille operatori esteri e altrettanti imprenditori del nostro territorio”.

Ma le iniziative non sono tutte qui, perché, grazie al master Made in Milan, sono state sviluppate venti nuove idee di export nel mondo:

  • la comparazione tra strategia di internazionalizzazione fra Stati Uniti ed Africa Sub Sahariana;
  • la strategia di ingresso in un nuovo mercato africano;
  • la distribuzione del toiletry “made in italy” nella grande distribuzione messicana per le famiglie messicane;
  • l’offerta di prodotti petroliferi in America Latina;
  • le strategie di internazionalizzazione verso l’America Latina e il caso Ecuador;
  • il consolidamento della presenza in Cina e lo sviluppo di una rete commerciale;
  • un nuovo brand internazionale per il Montefeltro;
  • l’attrattività dei mercati della zootecnia in Africa;
  • la consulenza con necessità finanziarie per lo sviluppo internazionale;
  • una joint venture con un partner locale nell’ASEAN;
  • caffè o Çay per entrare sul mercato turco;
  • un progetto di Export in Malesia;
  • lo scambio di innovazione tra Milano e il Maghreb;
  • il design con pietra naturale in Brasile;
  • l’e-commerce all’estero nel settore alimentare.

E’ inoltre previsto che per il periodo 2012-2020 la produzione aggiuntiva dovuta a Expo come legacy dell’evento sarà di 6,2 miliardi di euro, come è emerso da una ricerca effettuata dalla Camera di Commercio di Milano e dalla Società Expo 2015 e affidata a un team di analisti economici coordinati da Alberto Dell’Acqua professore SDA Bocconi.

Vera MORETTI