Voucher per l’internazionalizzazione delle pmi

E’ in arrivo un voucher di 10mila euro destinato alle imprese, che possono essere anche cooperative o reti di imprese, che abbiano fatturato almeno 500mila euro in almeno uno degli ultimi tre esercizi.
Il voucher permette a queste pmi di dotarsi di un temporary export manager, ovvero di personale specializzato che possa sostenerle durante i delicati processi di internazionalizzazione.

Il bando export vuole favorire la crescita del Made in Italy ed è previsto dal decreto Sblocca Italia, che fa parte del Piano straordinario per l’internazionalizzazione messo a punto dal viceministro allo Sviluppo, Carlo Calenda, da 260 milioni di euro per il 2015.

Tale bando dovrebbe essere attivato entro giugno, come ha confermato lo stesso Calenda: “A giugno lanceremo il voucher per i temporary export manager che altrimenti conterebbero all’impresa tra i 100.000 ed i 150.000 euro. Le piccole imprese non ce la farebbero a permetterselo. Abbiamo investito 20 milioni di euro su questo“.

Tra gli obiettivi del “Piano straordinario per il rilancio internazionale dell’Italia” ci sono:

  • aumentare la platea delle imprese esportatrici di almeno 20 mila unità nei prossimi 3 anni;
  • aumentare i ricavi oltre confine di almeno 50 miliardi di euro, oggi fermi a quota 389 miliardi;
  • attrarre investimenti esteri in Italia per 20 miliardi l’anno;
    far crescere l’e-commerce.

Vera MORETTI

Internazionalizzazione, ecco i fondi

Ormai lo sanno anche i sassi: le imprese che resistono di più e meglio ai morsi della crisi sono quelle che si internazionalizzano ed esportano. Ecco perché le diverse camere di commercio puntano a favorire questo processo di uscita dal guscio italico con iniziative e incentivi a favore dell’export.

Per esempio, la Camera di commercio di Milano ha messo a disposizione delle imprese 1 milione di euro attraverso il “bando per l’ internazionalizzazione delle MPMI milanesi”, il cui obiettivo è favorire e sostenere, attraverso programmi personalizzati, i processi di internazionalizzazione delle micro e piccole e medie imprese milanesi, grazie ad una serie di azioni che individuano strategie per i mercati esteri.

Il sostegno prevede un contributo fisso a fondo perduto da utilizzare per un pacchetto di servizi erogati da Promos – Azienda speciale per l’ internazionalizzazione della Camera di commercio di Milano – a fronte di una spesa minima a carico dell’impresa beneficiaria.

Il bando prevede due misure: Misura 1: 700mila euro (richieste dalle ore 10 del 21 aprile 2015 alle ore 12 del 28 gennaio 2016, salvo esaurimento risorse); Misura 2: 300mila euro (richieste dalle ore 10 del 16 aprile 2015 alle ore 12 del 28 gennaio 2016, salvo esaurimento risorse).

La Misura 1 riguarda Servizi Specialistici per l’ Internazionalizzazione e offre alle MPMI milanesi un supporto concreto e personalizzato per lo sviluppo e l’implementazione di una strategia di internazionalizzazione, anche attraverso l’inserimento in azienda di un temporary export manager che potrà svolgere sia interventi di coaching in azienda finalizzati al trasferimento di competenze per la costruzione di un ufficio export, sia azioni di tipo commerciale sui mercati internazionali. Sarà inoltre coadiuvato dal network di uffici esteri e di consulenti Promos, presenti nei principali mercati esteri.

La Misura 2 propone programmi di accompagnamento verso nuovi mercati Extra-Ue, in crescita o a grande potenzialità, per le aziende che ancora non li hanno esplorati. Si parla di Brasile, Russia, India, Cina, Marocco, Turchia, Usa, Nigeria, Angola, Kenya, Iran, Panama, Cuba, Emirati Arabi, Singapore, Thailandia, Vietnam, Azerbaijan.

Le domande dovranno essere presentate solo in forma telematica sul sito apposito.

L’export salva la ceramica Made in Italy

La ceramica, una delle eccellenze del Made in Italy, sta risalendo la china, dopo un periodo in cui era stata registrata una pericolosa flessione.
Infatti, dopo che il 2012 si era concluso con un preoccupante segno meno, il 2013 aveva riportato i risultati agli antichi albori, chiudendo a dicembre con un incremento delle esportazioni del 4,76%.

Questo trend, che vede nell’export il vero cardine del successo di questo comparto, sta continuando anche nel 2014, anche se, per avere i dati precisi, si dovrà aspettare Capodanno.

Ad oggi, le aziende attive nel settore sono 156, con un impiego di 20.537 addetti, che nel corso del 2013 hanno prodotto 363,4 milioni di metri quadrati (-1,05%) tali da consentire vendite per 389,3 milioni di metri quadrati (+1,85%).

Per quanto riguarda, comunque, la dinamica dei mercati di destinazione, la flessione è ancora molto forte all’interno dei confini nazionali (-7,18% ), mentre le esportazioni sono in aumento del 4,76%, che contribuiscono al segno positivo definitivo delle vendite.

Considerando, infatti, solo l’export, si nota un aumento di fatturato del 5,66%, che, però, sommato al segno negativo degli scambi a livello nazionale (-6,84%), fa assestare la percentuale a +3,16%.

Importante sottolineare che per l’anno in corso gli investimenti previsti sono pari a oltre 248 milioni di euro (+10% rispetto al 2013).

Le vendite nell’Unione Europea (Italia esclusa), sono ora a 155,8 milioni di metri quadrati e pari a quasi il 52% delle vendite oltreconfine. Le esportazioni verso gli altri paesi europei extra Ue presentano una dinamica positiva sia in quantità (+1,88%) sia in valore (+1,41%).

Per quel che riguarda la situazione extra Europa, da segnalare un rallentamento nel quarto trimestre delle esportazioni verso la Russia, comunque ancora positivo il dato cumulato (+2,52% in quantità e +1,67% in valore).
Si confermano dinamiche fortemente positive negli Stati Uniti (+15,06% in quantità).

Significative crescite per i volumi di vendita verso l’Asia pari a 34,4 milioni di metri quadrati, con l’aggregato Golfo che registra un incremento del 15,5% in quantità. In crescita anche le esportazioni verso l’Africa (+14,77%) e verso Australia e Oceania (+14,28%).

Vera MORETTI

A settembre, bene l’export nei Paesi extra Ue

Le produzioni italiane sui mercati internazionali hanno fatto registrare dati positivi per il mese di settembre.
In particolare, buone notizie arrivano dalle esportazioni dirette al di fuori dell’Unione europea, che infatti sono cresciute del 4,1% rispetto al mese precedente e del 3,5% su base annua.

L’Istat, che ha condotto l’indagine e, di conseguenza, ha reso note queste cifre, sostiene che le vendite di beni strumentali sono incrementate dell’11,8% grazie ai trasporti su mezzi di navigazione marittima.

Anche le importazioni, tra agosto e settembre, sono tornate a registrare numeri con segno positivo (+3,4%), anche se rimangono negative su base annua (-0,4%) a causa della forte contrazione degli acquisti di energia, altrimenti la crescita sarebbe molto più consistente: +8,4%.

Nel complesso, l’avanzo commerciale registrato a settembre è stato di 1.533 milioni contro i 322 milioni di settembre 2013. Depurato dall’interscambio commerciale l’avanzo avrebbe raggiunto i 4,7 miliardi.

Vera MORETTI

Fondi per l’export, in arrivo 130 milioni

 

Dopo mesi di preparazione, il piano straordinario per il Made in Italy è pronto ad essere inserito all’interno del Dl Sblocca Italia previsto per fine agosto. Per riallinearsi con Paesi come Spagna, Francia e Germania, il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi e dal viceministro Carlo Calenda hanno optato per una prima tranche minima da 130 milioni per l’internazionalizzazione delle imprese. Obiettivo dichiarato, nel medio e lungo periodo, favorire la nascita di 22mila nuovi esportatori incrementando il giro d’affari dell’export nostrano.

Expo 2015, al netto di polemiche e giochi di palazzo, viene considerato il volano per rafforzare 15 grandi eventi fieristici italiani. Il modello è Pitti e tra le priorità per indirizzare altri 30 milioni ci sono eventi di portata internazionale come Salone Nautico, Emo, Marmomacc, Salone del Mobile, Vinitaly, Tuttofood, Milano Unica, Panoramico/Altagamma.

«Queste risorse sprigionano nuovo entusiasmo e saranno un volano per le Pmi, che andando all’estero faranno da prestigiosa vetrina per l’Italia – ha commentato speranzosa Licia Mattioli, presidente del Comitato di Confindustria per l’internazionalizzazione e l’attrazione di investimenti esteri –. Con il viceministro Calenda si sta facendo un ottimo lavoro, che parte dalle reali esigenze delle aziende e questo ci rassicura su come verranno impiegati questi 130 milioni».

JM

Cosmetici Made in Italy leader nel mondo

Tra i fiori all’occhiello dell’export Made in Italy c’è anche il settore dedicato alla cosmesi.

Non tutti lo sanno, ma la vendita di prodotti di bellezza prodotti in Italia ha fatturato nel mondo 3.176 milioni di euro e, sul fatturato del 2013, è stato pari al 34,2%, il valore più alto dell’ultimo decennio, con un incremento netto dell’11% in un anno perché ritenuti garantiti, efficaci e alla moda.

Fabio Rossello, presidente Cosmetica Italia, ha specificato, in occasione dell’Assemblea pubblica dedicata dalle imprese internazionali e al loro contributo allo sviluppo del Paese svolasi a Milano : “I prodotti più amati nel mondo sono state le acque da toletta e di colonia con un volume totale di 558 milioni di euro e una con un + 14% nel 2013. Seguono le creme, cresciute del 4,7% con un valore prossimo ai 565 milioni di euro e i prodotti per il trucco con un +8,9% ed un valore che dal 2010 al 2013 è passato dai 183 milioni agli attuali 286 milioni“.

Certamente, il successo delle esportazioni dei prodotti beauty del Belpaese dipende molto dall’alta qualità delle materie prime, ma anche dalla sicurezza delle formulazioni e dall’innovazione, connubio in grado di soddisfare le esigenze della più vasta clientela.

All’Assemblea, è avvenuta anche la seconda edizione del premio italiano della cosmetica CosmeticAward, dedicato all’innovazione nella comunicazione.

Benedetto Lavino, di Cosmetica Italia, ha inoltre aggiunto: “Il premio sarà assegnato in funzione alla tipologia di azienda, multinazionale, grandi aziende italiane e piccole e medie imprese. I vincitori saranno premiati a giugno del prossimo anno”.

A Milano sono state scelte tre aziende associate a Cosmetica Italia, L’Oreal, Coty Italia e Shiseido rappresentative rispettivamente di Europa, Usa e Giappone.

Vera MORETTI

L’export Made in Italy verso i Paesi extra Ue

L’export Made in Italy si spinge verso mete sempre più lontane.
Non solo Europa, dunque, per i prodotti italiani, che, al contrario, secondo i dati Istat, hanno registrato un incremento del 5,7% rispetto ad aprile delle vendite intercontinentali.
Aumentate anche le importazioni del 4,8%.

Tradotto in denaro, si tratta di un surplus di 2.449 milioni di euro, inferiore a quello di maggio 2013, che aveva raggiunto 2.934 milioni.
L’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici, spiega l’Istituto di statistica, mostra una lieve flessione tendenziale e passa da +6,6 miliardi di euro si maggio 2013 a +6,4 miliardi di euro.

Tra i prodotti che maggiormente si dirigono verso mete fuori dall’Europa, primeggiano i beni strumentali (+9,8%).
L’incremento congiunturale dell’import è ascrivibile ai prodotti energetici (+16,3%), al netto dei quali le importazioni diminuiscono dello 0,9%.
Gli acquisti di beni di consumo durevoli sono in forte crescita (+11,2%), mentre risultano in calo quelli di prodotti intermedi (-2,0%).

Nell’ultimo trimestre la dinamica congiunturale dell’export verso i paesi extra Ue è negativa (-1,4%) ma risulta stazionaria se considerata al netto dell’energia. La rilevante crescita delle vendite di beni strumentali (+2,6%) e di beni di consumo durevoli (+2,7%) contrasta il calo degli altri raggruppamenti principali di beni.
Nello stesso periodo, la flessione congiunturale delle importazioni (-2,4%) è determinata dalla forte contrazione degli acquisti di prodotti intermedi (-4,9%) ed energetici (-3,9%).

La flessione tendenziale dell’export (-1,9%) è spiegata dalla dinamica di alcune componenti particolarmente variabili (energia e metalli preziosi).
Al netto delle differenze nei giorni lavorati (a maggio 2014 sono stati 21 rispetto ai 22 di maggio 2013) si rileva una debole crescita delle esportazioni (+0,3%).
Il calo tendenziale delle esportazioni interessa soprattutto l’energia (-17,2%) e i prodotti intermedi (-8,4%) mentre i beni strumentali sono in crescita (+2,6%).
Le importazioni registrano un incremento tendenziale dell’1,3% in ampia misura ascrivibile alla notevole crescita degli acquisti di beni di consumo durevoli (+18,1%).
A maggio i mercati di sbocco più dinamici sono Eda (+12,8%), Cina (+9,0%) e Stati Uniti (+7,7%). Crescono gli acquisiti di beni provenienti da Svizzera (+7,9%), Turchia (+5,8%) e Stati Uniti (+4,0%).

Vera MORETTI

Automazione industriale in ripresa

Dopo un periodo di sofferenza che aveva raggiunto il suo culmine tra il 2011 e il 2012, il settore dell’automazione industriale sta finalmente vedendo cenni di ripresa confortanti, dopo i primi segnali apparsi durante lo scorso anno.

A fare il punto sulla situazione, che ora sembra essere particolarmente positiva, è stata Anie Automazione, l’associazione che rappresenta la quasi totalità delle imprese operanti nel comparto in Italia.

Durante la fiera Sps Ipc Drives Italia, svoltasi a Parma dal 20 al 22 maggio 2014, è stato pubblicato l’osservatorio tecnico-economico annuale, dedicato quest’anno al tema della Industria 4.0, che fa ovviamente riferimento alla quarta rivoluzione industriale, avviata da Internet e l‘innovazione dei processi industriali.

Analizzando i dati dell’osservatorio, emerge che il fatturato complessivo per le imprese fornitrici di componenti e sistemi per l’automazione industriale è pari a 3,7 miliardi di euro nel 2013, un dato in crescita del 4% rispetto al 2012.

Una fetta importante di questa percentuale è merito dell’export, poiché, nel 2013 le esportazioni di tecnologie per l’automazione hanno segnato un incremento annuo del +3,7%, contro il 2,8% nel 2012.
I dati risentono anche della tenuta delle esportazioni indirette, grazie alla capacità degli operatori a valle di cogliere opportunità nei mercati più dinamici.
Tra export diretto e indiretto si arriva a coprire oltre il 60% del fatturato totale.

Le esportazioni maggiori sono rivolte verso Medio Oriente e Asia orientale, con picchi provenienti dal mercato cinese, tanto da essere diventato, durante il 2013, il quinto Paese di sbocco delle tecnologie italiane.

L’export supplisce alle difficoltà, ancora molto presenti, della domanda interna, ancora in calo l’anno scorso, tanto da aver registrato dati negativi del 2,1%.

In termini di stime, le aziende prevedono una crescita del settore che potrebbe attestarsi attorno al 7%.
Le prospettive di crescita sono legate a segnali incoraggianti sia per la domanda interna, che da alcuni mesi ha dato segni di ripresa dopo diversi cicli negativi, sia dalle esportazioni che si prevedono in forte aumento verso Paesi come gli Stati Uniti, Medio Oriente e Asia.

Vera MORETTI

Imprese padovane sempre più hi-tech

Padova è regina dell’export nel settore hi-tech.
La città patavina, infatti, supera di gran lunga tutte le “avversarie” regionali, con un valore assoluto delle esportazioni registrato nel 2013 pari a 3,3 miliardi di euro nel comparto dell’hi-tech.

A fornire i dati è stata la Camera di Commercio, che si è basata su un’indagine condotta da Istat.

Sul valore totale dell’export a media e alta tecnologia nel 2013 vede ancora Vicenza al primo posto (31,5% per 4,6 miliardi) ma tallonata da Padova che sta rosicchiando posizioni e percentuali a gran velocità e che ora è al 22,2%, seguita da Verona (17,5%) e Treviso (15,8%).

L’incidenza percentuale dell’insieme di questi prodotti sul totale dell’export provinciale è del 37,5% (su 8,7 miliardi nel 2013).
Il dato è superiore sia a quello regionale Veneto (27,9%), sia a quello dell’Italia (32,3%) e mantiene ancora Padova al primo posto in regione seguita da Rovigo (30,8%), Vicenza (29,7%) e Verona (27,4%) con le altre province che denotano percentuali al di sotto del dato nazionale (Venezia, 25%, Treviso, 22,1% e Belluno, 16,1%).

Ha commentato Fernando Zilio, presidente della Camera di Commercio di Padova: “Ciò dimostra che le nostre imprese credono nella leva competitiva dell’innovazione e della ricerca per la produzione di prodotti e materiali ad elevato contenuto tecnologico“.

Vera MORETTI

2014 in calo per l’export Made in Italy

Brutte notizie per l’Italia dell’export.
L’Istat, infatti, ha reso noti i dati che riguardano le esportazioni riguardanti i prodotti italiani e, a quanto pare, le vendite fuori dalle mura nazionali sono calate, in un anno, dell’1,5%.

A tradire le aspettative sono stati soprattutto i Paesi emergenti, mentre ad impedire all’export Made in Italy una vera e propria debacle è stata l’Europa, anche se è stato impossibile tampinare del tutto l’emorragia.
A preoccupare sono i dati su base mensile, poiché su base annuale i dati sono ancora positivi, anche se per poco: si tratta di un misero +0,2%.

Anche per le importazioni sono stati registrati cali, con una diminuzione, tra dicembre e gennaio, dell’1,6%, ma che aumenta fino al 6,6% se si considera gennaio 2013.

La contrazione degli acquisti avvantaggia, però, la bilancia commerciale, in avanzo di 365 milioni e, di conseguenza, in deciso miglioramento rispetto al “rosso” di 1,8 miliardi del gennaio 2013.
Se a gennaio, su base mensile, il dato italiano dell’export rimane positivo è merito esclusivo delle vendite nell’Unione europea, cresciute del 2,6% in particolare grazie all’exploit in Germania (+3,2%).
Nei Paesi extra-europei, invece, il calo è stato del 2,7%.

Vera MORETTI