Ponte del 2 Giugno, primi dati: nonostante la pioggia +7,5% sulle prenotazioni

Italia sotto la pioggia? Macché! Il ponte del due giugno, nonostante il mal tempo diffuso un po’ per tutto lo stivale è senz’altro stata, per molti, una bell’occasione per una (breve) vacanza. A dirlo i dati diffusi da Federalberghi con il supporto tecnico dell’Istituto ACS Marketing Solutions ed anche quelli della Fiavet Lombardia, Associazione regionale delle agenzie di viaggio aderente all’Unione Confcommercio di Milano. Secondo la prima indagine, quella commissionata da Federalberghi, dovrebbero essere stati circa 8,5 milioni (rispetto agli 8,2 del 2010, con una crescita di circa il 3%) gli italiani che hanno approfittato del ponte del 2 giugno per concedersi un primo assaggio di vacanze estive, dormendo almeno una notte fuori casa.

Ma dove sono stati i vacanzieri del ponte? La stragrande maggioranza, pari ad oltre il 90% (rispetto all’87,5% del 2010) è rimasta in Italia. Entrando nel dettaglio della ricerca, si scopre che i 59,8% (rispetto al 59,6% del 2010) ha scelto il mare, il 14,8% (16,1% nel 2010) è stato in località di montagna ed il 12,7% (11,5% nel 2010) ha preferito le città d’arte maggiori e minori. Un 2,5% (rispetto all’1,7% del 2010) ne ha invece approfittato per una pausa in una località termale e del benessere ed un 2,4% (rispetto al 3,4% del 2010) ha scelto le località lacuali. Quanto all’alloggio, c’è stata un’affermazione della struttura alberghiera con il 30,8% (rispetto al 31,3% del 2010) della domanda. Seguono la casa di proprietà con il 20,3% (23,6% nel 2010) , la casa di parenti o amici con il 18,5% (16% nel 2010), i Bed&Breakfast con il 5,3% (2,2% nel 2010), l’agriturismo con il 4,4% (3,8% nel 2010), i residence con il 4,4% (2,9% nel 2010) ed i villaggi turistici con il 4% (3,2% nel 2010).

Quanto hanno speso gli Italiani per questo ponte?  la quota pro-capite comprensiva di viaggio, alloggio, ristorazione e divertimenti, si sarebbe attestata sui 264 euro contro i 245 dello scorso anno. Ciò dovrebbe determinare un giro d’affari turistico di circa 2,2 miliardi rispetto ai 2 miliardi del 2010 (+11%). Così, secondo l’indagine della Fiavet, il 2 giugno è diventato anche fonte di guadagno per le agenzie di viaggi che vedono aumentare le prenotazioni in media del 7,5% rispetto ad un normale week end durante l’anno.

E se questo è l’inizio dell’estate, vista la pioggia ci viene da dire: inizio d’estate bagnata, estate fortunata!

Federalberghi: cresce il turismo alberghiero

Presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, alla lettura dei dati relativi al monitoraggio mensile effettuato dalla Federazione su un campione di 1.295 imprese ricettive ha affermato: “L’andamento del turismo alberghiero italiano ha registrato da gennaio ad aprile di quest’anno (rispetto allo stesso periodo del 2010) il primo vero segnale di ripresa che da oltre due anni attendevamo; Per un risultato complessivo -sottolinea il Presidente degli albergatori italiani- che porta il quadrimestre a toccare un +2% di presenze tra italiani e stranieri rispetto al primo quadrimestre del 2010“.

Dopo un +3,3% di presenze a gennaio si è registrata una battuta d’arresto di febbraio (-4,4%) seguita dalla ripartenza a marzo (+1,6%), fino a giungere ad aprile (+5,7%) con un deciso rialzo, guidato per la gran parte dalla componente straniera che riconosce nel mercato italiano una meta ambita e dall’ottimo rapporto qualità-prezzo.

Anche sul fronte dell’occupazione la situazione sembra positiva con robusta crescita del 3,5%  dei lavoratori a tempo determinato. “L’auspicio -conclude Bocca- è che tali numeri raccontino di una reale ripartenza dell’economia turistica nazionale, di cui non solo il settore ma l’intero Paese non può fare a meno, mentre tranquillamente a meno il settore vorrebbe fare dell’imposta di soggiorno della quale, peraltro, al momento, non vi è neppure la minima traccia del regolamento attuativo“.

Vacanze di Pasqua: ecco il bilancio (non buono) di Federalberghi

Quest’anno il settore alberghiero sembra aver sofferto molto durante il periodo pasquale. Federalberghi lamenta un calo del 19% rispetto allo stesso periodo del 2010. Le stime dicono che gli italiani che si sono mossi dai loro luoghi di residenza prevedendo almeno un pernottamento sono stati 10 milioni ovvero il 17,6%, era il 22% nel 2010. Tra questi, oltre il 90% è rimasto in Italia (rispetto all’85% del 2010), mentre l’8% ha preferito l’estero (rispetto al 14% del 2010). Il 37,6% degli intervistati ha preferito il mare, seguito dalla montagna al 29%. Segnali di debolezza per le città d’arte anche capitali europee così come le terme che registrano quote percentuali di perdita importanti. Il 41,5%, pari ad oltre 20 milioni (rispetto ai 18 milioni del 2010), ha dichiarato di non potersi permettere una vacanza per “mancanza di soldi”.

E’ l’albergo la struttura ricettiva preferita con il 33% delle preferenze (34% nel 2010), seguito dalla casa di parenti o amici con il 21,6% (rispetto al 21%) e dalla casa di proprietà col 18,8% (rispetto al 20,5%). Un leggero calo, infine, si registrerà per gli agriturismo con il 5,6% rispetto al 5,9% del 2010.

La spesa media pro-capite includendo trasporti, cibo, alloggio e divertimenti è attestata a circa 309 euro, simile a quanto registrato nel 2010, generando un giro d’affari di 3,27 miliardi (rispetto ai 4,05 miliardi del 2010) per un decremento del 19%. La spartizione della spesa nel dettaglio è la seguente: chi resterà in Italia spenderà in media 287 euro (rispetto ai 272 del 2010), mentre chi andrà oltreconfine spenderà una media di 637 euro a persona (rispetto ai 502 del 2010). La durata media della vacanza, infine, si attesterà sulle 3,5 notti rispetto alle 3,8 notti del 2010.

Per quanto riguardo il pranzo pasquale il 49% del campione ha consumato in casa propria, il 7,8%  in casa di amici, mentre l’1,2% nel ristorante abituale. Per Fipe e Federalberghi, maggiori sigle del settore non si tratta certo di una vittoria in quanti i segnali di una reale ripresa sembrano essere bene lontani. Il nuovo appuntamento per tirare un bilancio della situazione saranno le prossime vacanze estive, vero banco di prova dell’intero sistema ricettivo italiano.

Mirko Zago

Federalberghi promuove il Datatur-Trend: statistiche sull’economia turistica

Si chiama “Datatur – Trend e statistiche sull’economia del turismo” ed è un documento realizzato da Federalberghi in collaborazione con il Centro Studi Superiori sul Turismo di Assisi e con l’Ente Bilaterale Nazionale del settore Turismo al fine di fornire una panoramica dell’economia nazionale del settore turistico. In particolare fotografa lo scenario economico-turistico globale, il posizionamento dell’Italia, il movimento dei turisti, la bilancia valutaria del settore, il mercato del lavoro ed i trasporti il tutto con una cadenza annuale.

Il Presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca ha commentato: “Con questo volume abbiamo inteso produrre uno strumento di facile consultazione ed approfondita analisi, per rappresentare in modo sintetico il punto d’arrivo del settore e le sue reali prospettive”. Una nota dell’ Ente Bilaterale Nazionale Turismo aggiunge che si tratta di “Prospettive sicuramente ancora enormi ed alle volte inespresse, che con questo lavoro abbiamo inteso proporre, certi che l’Italia meriti ben altra posizione nella graduatoria mondiale dei paesi a maggior vocazione turistica”.

Agitazione degli albergatori prevista per il 17 marzo, tregua per il 150esimo dell’Unione dell’Italia

Gli albergatori italiani sono sul piede di guerra contro l’introduzione dell’imposta di soggiorno prevista dalla manovra per il federalismo fiscale. Da quanto dichiarato da Federalberghi si è deciso di “accettare le prenotazioni alberghiere per il 17 marzo unicamente per onorare il 150 dell’Unità d’Italia e non arrecare ulteriore danno al settore”.

Il presidente Bernabò Bocca ricorda che l’imposta “cancellata nel 1989 la sua rinascita con il vertiginoso importo fino a 5 euro a notte rischia di mettere fuori mercato migliaia di imprese. Questa tassa dovrà pagarla chi dorme fuori casa non solo per vacanza, ma anche se in viaggio per lavoro o per motivi di salute e, paradosso dei paradossi, anche se residente nello stesso Comune dove se, per qualsivoglia motivo, dovesse soggiornare”.

Si tratta di una manovra non apprezzata che sembra allontanare l’alleggerimento fiscale tanto invocato. Ancora molta strada occorrerà fare per trovare un accordo comune.

Mirko Zago

Il portale degli hotel italiani

www.italyhotels.it è il nuovo portale realizzato da Federalberghi-Confturismo per assicurare la presenza su Internet di tutti gli alberghi italiani, grazie anche alla gratuità dell’accesso e ai bassi costi di commissione, di gran lunga inferiori a quelli richiesti di altri siti.

Un portale che ha l’obiettivo di mettere in rete a breve tutti gli oltre 34mila alberghi esistenti in Italia e che vuole diventare un punto di riferimento concreto per i consumatori, che a fatica si muovono nell’affollato mondo dell’online.

Il sito è stato presentato nelle scorse settimane nella sede Confcommercio Imprese per l’Italia di Vicenza, alla presenza del direttore generale di Federalberghi, Alessandro Cianella, insieme a Benedetta Pilla, del servizio marketing di Amadeus, la società che ha curato il portale.

Gli operatori, con Italyhotels.it, possono contare su un canale addizionale di vendita, legato al crescente utilizzo di Internet sia per acquisire informazioni sulle strutture alberghiere, sia per procedere alla prenotazione. Il sistema permette inoltre agli operatori una maggiore flessibilità nel modulare le offerte in base alla tipologia di clientela, oltre a vantaggi concreti sulla gestione operativa.

Turismo: no alla tassa di soggiorno. Parola di Ministro.

È da tempo che si discute sull’eventualità di inserire una tassa di soggiorno a carico dei turisti. Adesso tra i sostenitori del “no”, ad auspicare che l’attuazione della tassa in questione non trovi concreta attuazione arriva anche un testimonial d’eccellenza: Michela Vittoria Brambilla. Infatti anche il Ministro del Turismo, l’On. Brambilla, a margine dell’assemblea di Federalberghi, ha dichiarato che “sarebbe un errore grave tassare il turista ed inoltre sarebbe una tassa iniqua perché colpirebbe un solo segmento”. Certo, qualora dovesse essere introdotta qeusta tassa di soggiorno, il turismo si troverebbe davvero in balia di una politica schizofrenica, che soltanto qualche mese fa, concedeva i buoni-vacanza per agevolare il settore ed incentivare le famiglie.