Bonus 10mila euro per partecipare alle fiere: ci sarà un click day

È in arrivo il bonus per la partecipazione delle piccole e medie imprese a fiere internazionali svolte in Italia. I fondi per la misura ammontano a 34 milioni di euro e verranno assegnanti, presumibilmente, in un click day di presentazione delle domande. Il bonus si concretizza nell’assegnazione di un credito di imposta sulle spese ammissibili. Il voucher sarà valido fino al 30 novembre 2022 e potrà essere erogato entro il 31 dicembre prossimo. Ciascuna impresa potrà richiedere il bonus una sola volta.

Bonus 10mila euro alle Pmi per la partecipazione alle fiere in Italia

Il bonus ha un importo massimo di 10 mila euro ed è assegnato per partecipare  alle fiere internazionali organizzate in Italia. A prevedere il nuovo credito di imposta è l’articolo 25 bis del decreto legge numero 50 del 17 maggio 2022 (Dl “Aiuti”), atteso alla conversione in legge. Il provvedimento stanzia fondi per le imprese fino a 34 milioni di euro. Il bonus è oggetto di uno specifico emendamento al decreto Aiuti, presentato dalla maggioranza e già approvato in Commissione alla Camera. Il credito di imposta andrà a favore in primis delle piccole e medie imprese (Pmi). La misura rientra negli incentivi volti a favorire l’internazionalizzazione delle Pmi.

Credito di imposta fiere, in arrivo il sostegno alle Pmi italiane per l’export

Il bonus di 10 mila euro per ciascuna Pmi rappresenta un credito di imposta diverso rispetto a quello previsto finora dal Fondo 394 per l’internazionalizzazione delle imprese. Quest’ultimo, infatti, eroga risorse alle imprese per partecipare alle fiere e ai congressi internazionali, svolti anche in Italia. L’incentivo del provvedimento “Aiuti” sostiene unicamente la partecipazione alle fiere e alle mostre internazionali che si terranno nel territorio italiano. Il credito di imposta si concretizza, dunque, come un sostegno al settore delle fiere italiane dopo i mesi di chiusura e di penalizzazioni per l’emergenza Covid. L’incentivo permette tuttavia anche di favorire l’internazionalizzazione delle Pmi italiane che, da sole, generano il 50% circa dell’export, secondo quanto calcolato dall’Associazione delle Fiere Italiane (Aefi).

Cosa finanzia il credito di imposta per le fiere delle piccole e medie imprese fino al 30 novembre 2022?

La novità del decreto “Aiuti” sul bonus per la partecipazione alle fiere internazionali, prevede un incentivo a ciascuna piccola e media impresa per un importo corrispondente a 10 mila euro. Il credito di imposta mira a sostenere proprio i costi sostenuti dalle imprese a tale obiettivo. E pertanto, tra i costi ammissibili, rientreranno quelli direttamente imputabili alla presenza in fiera. Il limite percentuale di sostegno alle imprese è fissato nel 50% delle spese sostenute. Il credito di imposta avrà validità fino al 30 novembre 2022 a rimborso delle spese sostenute. Si attendono, pertanto, maggiori dettagli dell’incentivo con la conversione in legge del provvedimento, prevista entro il 16 luglio prossimo. prossimo.

Partecipazione alle fiere, alle imprese crediti di imposta in regime de minimis e presentazione domanda

Gli aiuti per la partecipazione delle imprese alle fiere internazionali svolte in Italia rientrano nel regime de minimis. Ciò significa che le imprese possono accedere agli incentivi nei limiti del plafond degli aiuti pari a 200 mila euro su base triennale. Per la presentazione della domanda ciascuna impresa dovrà possedere:

  • un indirizzo di posta elettronica certificata (Pec). È a questo indirizzo che il ministero per lo Sviluppo economico (Mise) rilascia il bonus;
  • le coordinate di un conto corrente bancario intestato all’impresa;
  • ulteriori requisiti come la sede operativa in Italia; l’iscrizione nel Registro delle imprese; l’autorizzazione a partecipare a fiere internazionali del settore; l’aver sostenuto o sostenere spese per le fiere internazionali; non aver già ottenuto contributi per la stessa finalità.

Contributi a fondo perduto Simest Fondo 394, presentazione delle domande dal 12 luglio 2022

A proposito dei contributi a fondo perduto elargiti da Simest, si possono presentare da ieri, 12 luglio 2022, le domande per gli incentivi e i finanziamenti agevolati rientranti nel Fondo 394 per la digitalizzazione delle imprese, la transizione ecologica e per le esportazioni. I contributi a fondo perduto rientrano nelle missioni di investimento del Programma Next Generation EU, con attuazione nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). La gestione dei bonus è affidata a Simest secondo i requisiti e nelle modalità delineate dal decreto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 126 del 31 maggio 2022. Si possono incentivare le spese digitali per una quota del 50% e oltre dei contributi richiedibili; più i costi sostenuti per la promozione della sostenibilità e della competitività sui mercati internazionali per il restante 50%.

Credito di imposta di 10mila euro per partecipare alle fiere in Italia

In arrivo il credito di imposta pari a massimo 10 mila euro per la partecipazione a fiere internazionali organizzate in Italia. A introdurre il nuovo bonus è il decreto legge “Aiuti” che prevede risorse a favore delle imprese pari a 34 milioni di euro. Il credito di imposta è oggetto di uno specifico emendamento al decreto Aiuti, presentato dalla maggioranza e già approvato in Commissione alla Camera. L’incentivo andrà a favore soprattutto delle piccole e medie imprese (Pmi) che potranno incrementare la propria propensione all’internazionalizzazione.

Bonus fiere fino a 10 mila euro, in arrivo il sostegno al settore fiere e alle piccole e medie imprese italiane per l’export

Il credito di imposta di 10 mila euro per ciascuna impresa rappresenta un bonus differente rispetto a quello previsto finora dal Fondo 394 di internazionalizzazione delle piccole e medie imprese. Quest’ultimo, infatti, assegna risorse per la partecipazione delle imprese a fiere e congressi internazionali svolti anche in Italia. La misura del decreto “Aiuti”, presentato dall’esponente della Lega Benedetta Fiorini, incentiva unicamente la partecipazione alle fiere e mostre internazionali svolte nel territorio italiano. Si tratta, pertanto, di un incentivo al settore delle fiere italiane dopo i periodi di chiusura per la pandemia. In conseguenza proprio delle chiusure, il comparto fieristico ha subito pesanti penalizzazioni. Ma si tratta anche di un sostegno a favore dell’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese italiane che, da sole, generano all’incirca il 50% delle esportazioni secondo quanto stimato dall’Associazione di riferimento delle Fiere Italiane (Aefi).

Cosa finanzia il credito di imposta per le fiere delle piccole e medie imprese?

L’emendamento al decreto “Aiuti” approvato in Commissione nella notte del 1° luglio 2022, prevede il sostegno a ciascuna piccola e media impresa di un importo pari a 10 mila euro per la partecipazione alle fiere internazionali. Il bonus, che si concretizza in un credito di imposta, mira a finanziare proprio le spese sostenute dalle Pmi per partecipare alle fiere. E pertanto, tra le spese ammissibili, rientreranno proprio quelle direttamente imputabili alla partecipazione di manifestazioni fieristiche. Il bonus potrà essere utilizzato entro il 30 novembre prossimo a rimborso delle spese sostenute. Si attendono, dunque, maggiori dettagli della misura con la conversione del decreto “Aiuti” previsto nel corso della prima metà di luglio.

Contributi a fondo perduto Simest Fondo 394, presentazione delle domande dal 12 luglio 2022

A proposito dei contributi elargiti da Simest, si potranno presentare a partire dal prossimo 12 luglio le domande per i contributi contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati del Fondo 394 per la digitalizzazione delle imprese, la transizione ecologica e per l’export. Gli incentivi rientrano nelle misure di investimento del Programma Next Generation EU, Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). La gestione degli incentivi è affidata a Simest secondo le line tracciate dal decreto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 126 del 31 maggio scorso. Si possono finanziare gli investimenti in spese digitali per una parte di almeno il 50% dei contributi richiedibili; più le spese di promozione della sostenibilità e della competitività sui mercati internazionali per il restante 50%.

Turismo, come si presentano le domande per i contributi a fondo perduto e i crediti d’imposta

In arrivo i contributi a fondo perduto e i crediti di imposta per le imprese che svolgano la propria attività nel turismo. I tempi per la presentazione delle domande delle misure sono già fissati. Occorrerà solo attendere l’avviso del ministero del Turismo entro 60 giorni con l’apposito provvedimento. I contributi e i crediti di imposta sono previsti dall’articolo 1 del decreto legge numero 152 del 6 novembre 2021. Conti alla mano, togliendo i giorni di festività, le imprese interessate ai contributi avranno circa 70 giorni di tempo per preparare tutta la documentazione necessaria e inviarla.

Contributi e crediti di imposta al settore turistico, chi può presentare la domanda?

Secondo quanto prevede il decreto legge 152, possono presentare domanda di contributi a fondo perduto e di crediti di imposta le seguenti imprese del turismo:

  • quelle alberghiere;
  • le strutture per l’attività di agriturismo;
  • le strutture ricettive all’aria aperta;
  • le imprese del comparto del turismo, dunque quelle fieristiche, ricreative, congressuali;
  • gli stabilimenti balneari, i porti turistici, i complessi termali, i parchi a tema (faunistici e acquatici).

Tutte queste tipologie di imprese turistiche possono richiedere un contributo a fondo perduto o un credito di imposta sugli interventi, previsti dal decreto stesso, alle strutture. L’obiettivo è quello di migliorare la qualità del servizio turistico secondo quanto prevede il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) nella misura 4.2.1.

Contributi e i crediti di imposta delle imprese del turismo: come si presenta la domanda?

Per presentare domanda dei contributi a fondo perduto e dei crediti di imposta delle imprese che operano nel settore del turismo occorrerà seguire la procedura telematica. Si dovrà accedere al portale del ministero del Turismo dove sarà a disposizione delle imprese interessate la nuova piattaforma. Per l’accesso, si attendono le istruzioni che il ministero del Turismo fornirà. I tempi però sono ristretti: dal momento in cui il ministero aprirà la piattaforma, la domanda dovrà essere presentata entro i successivi 30 giorni.

Quali sono i dati da inserire nella domanda dei contributi a favore delle imprese del turismo?

La sezione dei dati anagrafici della piattaforma per le domande dei contributi a fondo perduto e dei crediti di imposta delle imprese del turismo richiederà, innanzitutto, l’inserimento dei dati del legale rappresentante dell’azienda richiedente. Il legale rappresentante dovrà anche sottoscrivere la domanda con la firma digitale, oltre a procedere con la compilazione dei dati anagrafici richiesti. Lo stesso dovrà allegare anche il codice fiscale e il documento di identità. Nella domanda dovrà essere indicato anche il Documento unico di regolarità contributiva (Durc). Si tratta di uno dei passaggi al quale prestare particolare attenzione: in presenza di un Durc non in regola e non valido, l’impresa verrà esclusa dai contributi.

Quali sono informazioni catastali e di attività richieste dalla domanda di contributi a favore delle imprese del turismo?

L’inserimento delle informazioni che la piattaforma chiedere all’impresa del turismo per la richiesta dei contributi contiene anche l’indicazione dell’attività che esercita l’impresa stessa. Sarà necessario riportare le informazioni sulla sede presso la quale verrà realizzato l’intervento oggetto di contributo. Saranno tre le informazioni principali da inserire:

  • i dati catastali dell’immobile sul quale deve essere effettuato l’intervento oggetto di contributo e di credito di imposta;
  • il tipo di struttura ricettiva o di servizio turistico;
  • la tipologia di attività svolta presso la sede dove verrà realizzato l’intervento oggetto di contributo.

Domanda di contributi imprese del turismo: le informazioni sul tipo di intervento

In merito agli interventi per i quali le imprese turistiche faranno richiesta dei contributi e del credito di imposta, è necessario che venga compilata la relativa sezione. In particolare bisognerà indicare:

  • il titolo, il giorno di inizio e la data di fine dei lavori;
  • un abstract del progetto;
  • la descrizione più dettagliata dei lavori.

Interventi edili, in muratura o di impiantistica tra i contributi alle imprese turistiche: quali documenti vanno allegati?

Per gli interventi relativi a opere dell’edilizia, murarie e di impianti è necessario prestare particolare attenzione. Infatti, nella terza sezione, quella inerente le dichiarazioni e i documenti da allegare, il dicastero dei Trasporti chiede che venga inserita la copia del contratto di affitto. In alternativa si dovrà inserire la copia di qualsiasi contratto inerente la sede dove dovrà essere svolto l’intervento. I documenti da allegare sono obbligatori per le imprese che facciano richiesta nel caso in cui siano gestori di attività ricettiva o di servizi turistici per interventi relativi alle opere murarie o agli impianti in immobili oppure per aree di proprietà delle persone fisiche che non svolgano un’attività economica. Risulta altresì necessario inoltrare la dichiarazione sostitutiva del certificato di iscrizione alla Camera di commercio. Infine, vanno allegati:

  • tutte le certificazioni richieste;
  • i permessi necessari;
  • copia dei permessi a costruire.

Contributi a fondo perduto turismo: quali sono i documenti da allegare?

Proprio in merito alle certificazioni e ai permessi da allegare alla domanda di richiesta dei contributi del settore del turismo, bisognerà fare in fretta. I tempi per la domanda di 30 giorni dall’apertura della piattaforma del ministero del Turismo potrebbero risultare ristretti, soprattutto per i documenti da caricare. Considerando i 60 giorni del decreto, le imprese potrebbero avere a disposizione solo 70 giorni per:

  • consultare un tecnico abilitato che asseveri la congruenza dei costi massimi unitari;
  • faccia anche la verifica di coerenza dei giorni indicati per l’avvio e la conclusione degli interventi;
  • ottenere la certificazione di compatibilità per non arrecare danni significativi secondo quanto prevede il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr).

Dopo la presentazione della domanda per il fondo perduto, il richiedente deve fare il monitoraggio costante

L’ottenimento del fondo perduto o del credito di imposta per interventi su strutture del turismo obbliga il beneficiario a presentare, ogni 6 mesi dalla data di inizio dell’intervento:

  • l’analisi del livello di utilizzo dei contributi ricevuti e degli investimenti inerenti;
  • l’iscrizione delle spese totali ammissibili inerenti il progetto stesso;
  • l’indicazione delle singole voci di spesa riportate in maniera dettagliata.

Fiere italiane in salute, parola di AEFI

La trentesima rilevazione trimestrale sulle tendenze del settore fieristico condotta dall’Osservatorio congiunturale di AEFI (Associazione Esposizioni e Fiere Italiane) per il periodo luglio-settembre 2016 indica un quadro complessivo in miglioramento rispetto al trimestre precedente e un consolidamento rispetto al corrispondente trimestre dell’anno precedente.

L’indagine, che ha coinvolto 26 poli fieristici italiani associati AEFI, evidenzia un trend positivo per quanto riguarda espositori, visitatori e superficie occupata. Restano stabili gli indicatori relativi al numero di manifestazioni.

Particolarmente positivo l’andamento del numero degli espositori, con un saldo del +27% registrato dalle risposte degli associati AEFI, in significativo aumento rispetto al trimestre precedente, quando il saldo era +12% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando si attestava a +16%.

Interessante lo spaccato relativo alla provenienza, da cui emerge un’ottima performance degli espositori italiani, con un saldo del +31%. Gli stranieri Ue segnano un saldo positivo del +23% mentre quelli extra Ue, fanno registrare un saldo del +15%.

I dati dell’Osservatorio AEFI trovano ulteriore conferma nel raffronto con l’analisi effettuata da ISFCERT-Istituto Certificazione Dati Statistici Fieristici riconosciuto da ACCREDIA relativamente alle fiere certificate.

Confrontando infatti l’andamento delle ultime due edizioni di 37 manifestazioni professionali internazionali che si sono svolte nei primi nove mesi del 2016 e che si sono affidate all’Istituto ISFCERT per ottenere la certificazione dei dati fieristici statistici sia nel 2015 che nel 2016 – e sono quindi comparabili – si evidenzia ancora un aumento del numero dei visitatori, delle visite – intese come numero degli ingressi univoci giornalieri – degli espositori e della superficie complessivamente occupata. 

In particolare, i visitatori hanno registrato una crescita totale del 2,5%, con gli italiani che sono aumentati dell’1,4% e gli stranieri del 6,5%; gli ingressi univoci giornalieri hanno subìto complessivamente un incremento del 5,4% (italiani +4,9%; esteri +9,4%). I dati indicano poi che gli espositori sono cresciuti del 2,2% (italiani +3%; stranieri +0,8%). Infine relativamente alla superficie occupata, le manifestazioni professionali certificate nei primi nove mesi del 2016 hanno registrato +3,2%.

Le fiere internazionali italiane nel 2015

Aefi – Associazione Esposizioni e Fiere Italiane ha presentato l’andamento, complessivo e per ciascun settore, delle fiere internazionali italiane nel 2015, elaborato dall’analisi dei dati raccolti dal Coordinamento Interregionale Fiere per la realizzazione di Euro Fair Statistics 2016.

Euro Fair Statistics è il volume che UFI-The Global Association of the Exhibition Industry pubblica ogni anno con i dati registrati dalle manifestazioni fieristiche europee.

L’edizione 2016 di Euro Fair Statistics riporta i dati certificati di 2.420 manifestazioni internazionali che nel 2015 si sono tenute in 24 Paesi europei: oltre all’Italia, vi sono Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Finlandia, Francia, Germania, Lussemburgo, Moldavia, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Serbia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Svezia, Turchia, Ucraina e Ungheria.

Complessivamente le fiere europee prese in esame hanno registrato circa 677mila espositori e oltre 67 milioni di visitatori, occupando circa 25 milioni di metri quadrati. Dal rapporto emerge inoltre che il 35% degli eventi esaminati è stato rivolto ai visitatori professionali, il 31% al pubblico e il 34% a entrambi i target.

Per quanto riguarda l’Italia, nel 2015 si sono svolte 184 fiere internazionali che complessivamente hanno occupato 3,7 milioni di metri quadrati di superficie e hanno movimentato oltre 85mila espositori e più di 10 milioni di visitatori.

I trend dei settori di maggior interesse, sia in termini di visitatori sia di espositori, sono tessile-abbigliamento-moda; food-beverage-ospitalità; sport-hobby-intrattenimento-arte e industria-tecnologia-meccanica. Significative, soprattutto per il numero di visitatori, le performance delle Fiere Campionarie.

Secondo semestre 2016 positivo per le fiere in Italia

La 29esima rilevazione trimestrale sulle tendenze del settore fiere condotta dall’Osservatorio congiunturale di Aefi (Associazione Esposizioni e Fiere Italiane) per il periodo aprile-giugno 2016 indica un quadro complessivo in ripresa rispetto al corrispondente periodo del 2015.

L’indagine, che ha coinvolto 25 poli fieristici italiani associati Aefi, evidenzia – attraverso i saldi positivi e negativi definiti in base alle risposte degli associati che hanno partecipato all’analisi – un trend positivo per tutti gli indicatori delle fiere considerati: numero di manifestazioni, espositori e visitatori complessivi e superficie occupata.

Riprende a crescere il numero di manifestazioni (il 32% dei quartieri coinvolti nell’indagine ha ospitato più rassegne e il 56% ha registrato stazionarietà evidenziando la tenuta del sistema). Il saldo pari al +20% è significativo, soprattutto se confrontato con il -16% del I trimestre 2016.

Il numero degli espositori – in crescita per il 36% degli associati che hanno risposto, in diminuzione per il 24% e stabile per il 40% – fa registrare un saldo pari al +12%, che inverte la tendenza del trimestre precedente e dello stesso periodo dello scorso anno, quando il saldo era nullo. Dall’analisi della provenienza degli espositori, emergono in crescita gli italiani, con un saldo del +12%.

Crescono anche le superfici occupate dalle fiere: il 36% dei partecipanti all’indagine registra un incremento e il saldo del +12% indica una situazione in netto miglioramento sia rispetto a fine marzo, sia a giugno 2015.

Il maggiore contributo all’aumento della superficie complessiva occupata proviene dagli espositori italiani, con un saldo del +4%. Nessuna variazione invece per le aree occupate dagli espositori europei, mentre una leggera contrazione per gli espositori extra Ue che registrano un saldo pari a -4%.

Particolarmente positivi i dati relativi ai flussi di visitatori delle fiere: in aumento per il 52% degli intervistati, invariato per il 32% e diminuito per il 16%. Il saldo del +36%, al netto della componente stazionaria, conferma la dinamica positiva con un deciso incremento rispetto al trimestre precedente (+25%) e ribalta la situazione negativa dello stesso periodo dello scorso anno (-4%).

Lo spaccato dei visitatori evidenzia una crescita sostenuta degli italiani, con un saldo del +40%, seguiti dagli europei (+4%). Stabili quelli provenienti dai Paesi extra Ue, che registrano un saldo nullo. Il tasso di crescita più contenuto dei visitatori esteri è imputabile anche alla situazione geopolitica internazionale con le problematiche relative alla sicurezza sempre più stringenti che hanno portato a una selezione delle manifestazioni a cui partecipare.

Ottimistiche anche le previsioni per il trimestre successivo, per tutti gli indicatori: numero di espositori delle fiere – in aumento per il 44% dei quartieri che hanno partecipato all’indagine e con saldo del +40% -, visitatori – per cui si prevede un saldo del +44% -, superficie occupata – per cui ci si aspetta un saldo positivo del 36%.

In miglioramento anche il numero di manifestazioni: le previsioni per il periodo luglio-settembre 2016 indicano un saldo del +28%.

Fiere e made in Italy, binomio strategico

Si è tenuta nei giorni scorsi a Rimini “Le fiere per le imprese, per il territorio, per il Made in Italy”, la due giorni della V edizione del seminario annuale di aggiornamento formativo per i soci di Aefi – Associazione Esposizioni e Fiere Italiane.

Il seminario si è inserito nel percorso formativo di Aefi e quest’anno era parte in un panorama di attività più ampio che ha visto l’Associazione impegnata nel focalizzare l’attenzione di istituzioni e operatori attraverso una serie di appuntamenti a carattere internazionale.

Anche in questa sessione formativa, l’internazionalizzazione è stato tema di rilievo perché fondamentale per il business delle fiere; la prima parte del convegno è stata infatti dedicata agli interventi degli esperti internazionali che hanno inquadrato il contesto a livello globale e le potenzialità di alcuni mercati per il business delle nostre imprese.

Nella prima giornata di lavori, Kai Hattendorf, Direttore Generale di UFI, si è soffermato sui nuovi trend e sui mercati più promettenti, tracciando un quadro del sistema fieristico mondiale che vede crescere gli investimenti nel settore in termini di infrastrutture, con particolare riferimento alla Cina, il cui Governo ha pianificato una serie di attività a supporto delle fiere tra cui lo sviluppo di nuovi quartieri.

In particolare si è parlato del Chinese State Council, che mette in atto una serie di misure e agevolazioni tra cui: coordinamento dei quartieri espositivi e delle manifestazioni a livello nazionale; razionalizzazione dei rapporti governo-fiere; definizione di una normativa chiara e univoca in materia di sicurezza; sostegno agli organizzatori cinesi affinché possano diventare internazionali e organizzare mostre all’estero.

Hattendorf ha inoltre presentato in anteprima i dati della diciassettesima rilevazione congiunturale condotta a giugno 2016 del suo Global Exhibition Barometer che illustra, ogni sei mesi, l’andamento del settore delle fiere a livello globale. La maggior parte dei quartieri coinvolti nell’indagine hanno evidenziato la necessità di adottare modelli fieristici che prevedano sempre maggiore integrazione tra esposizioni ed eventi congressuali, mentre l’Africa è il mercato in cui i maggiori player internazionali del settore concentreranno le proprie attività.

Sulla collaborazione tra Italia e Taiwan, a seguito del Memorandum of Understanding sottoscritto lo scorso anno tra Aefi e TECA-Taiwan Exhibition & Convention Association, si è soffermata Christie Huang, Direttore del Taiwan Center Milano, che ha fornito informazioni sulla potenzialità del mercato ponendo l’accento sui risultati ottenuti nel 2015 e sui settori che offrono maggiori opportunità di business per le fiere italiane, come l’abbigliamento, la meccanica e il food. Il sistema fieristico taiwanese conta 227 manifestazioni annuali che attirano circa 202mila operatori stranieri. Huang ha inoltre presentato i progetti di sviluppo dei quartieri che prevedono per il 2018 l’apertura di due nuove venues, a Nangang e a Taichung.

Un focus specifico è stato dedicato al mercato russo grazie all’intervento di Tatiana Bashmakova, membro del Comitato Direttivo Permanente e Presidente della Commissione Associati di RUEF-Russian Union of Exhibitions and Fairs. Il settore fieristico russo ha registrato nel 2015 843 manifestazioni in 46 città. L’attenzione delle istituzioni locali per il settore prevede importanti investimenti per lo sviluppo di nuovi quartieri.

Giuseppe Schirone, Manager delle Strategie Industriali e Territoriali di Prometeia, ha delineato le prospettive di medio termine dei settori del made in Italy di riferimento per Aefi: tecnologia, edilizia/arredo, agroalimentare, tempo libero e moda/bellezza, contestualizzati rispetto alle previsioni macroeconomiche, internazionali e nazionali. L’analisi condotta da Prometeia ha messo in evidenza i principali mutamenti di contesto che interessano l’economia mondiale, per la quale si prevede un ritmo di espansione nettamente inferiore, sia rispetto all’ultimo quinquennio, sia rispetto alle medie pre-crisi.

Ferdinando Fiore di ICE Agenzia ha infine tracciato il bilancio di un anno di Made in Italy, con particolare riferimento agli effetti positivi dell’intervento sul sistema delle fiere, evidenziando come ne abbiano beneficiato non solo le fiere stesse ma tutti i settori con una ricaduta positiva sulla nostra economia. Fiore ha poi ricordato i criteri per poter accedere ai fondi del Mise previsti dal Piano Straordinario per il Made in Italy, sottolineando che il progetto proseguirà anche nel 2017.

Fiere italiane in salute

Le fiere italiane se la passano tutto sommato bene. La 28esima rilevazione trimestrale sulle tendenze del settore fieristico, condotta dall’Osservatorio congiunturale di AEFI per il periodo gennaio-marzo 2016, indica infatti un quadro in generale stazionario.

L’indagine, che ha coinvolto 25 poli fieristici italiani associati AEFI, evidenzia – attraverso i saldi positivi e negativi definiti in base alle risposte degli associati che hanno partecipato all’analisi – un trend positivo per tutti gli indicatori considerati, salvo che per il numero di manifestazioni e fiere.

Infatti, seppur la maggioranza dei quartieri coinvolti nell’indagine (52%) abbia registrato una situazione di stabilità, per la prima volta il saldo – risultato della differenza tra coloro che prevedono un aumento e coloro che una diminuzione – è negativo (-16%). Questo dato sulle fiere è anche conseguenza del fatto che diverse manifestazioni si sono concentrate nel 2015 per cogliere gli effetti di Expo. Si conferma inoltre stabile, con un saldo nullo, l’andamento degli espositori, con una lieve crescita (+ 4%) degli italiani e degli europei.

La superficie espositiva occupata dalle fiere registra un leggero aumento, mentre sono incoraggianti le performance relative ai flussi di visitatori: in aumento per il 48% degli associati coinvolti nell’indagine, invariato per il 28% e diminuito per il 24%. Il saldo, pari al +24%, rimane ampiamente positivo anche se meno brillante sia rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sia a fine anno.

Lo spaccato della provenienza dei visitatori nelle fiere indica una crescita più significativa degli italiani, +20%, seguiti dagli europei (+12%) e da quelli provenienti dai Paesi extra Ue, che registrano un saldo positivo del +8%.

Infine, a sottolineare la fase di assestamento della ripresa, anche l’andamento del fatturato delle fiere risulta stabile. Le aspettative per i prossimi mesi, in questo quadro generale, continuano dunque a essere positive per tutti gli indicatori considerati.

La Giornata Mondiale delle Fiere

Oggi, 8 giugno 2016, è la prima Giornata Mondiale delle Fiere, iniziativa mondiale che AEFI, l’Associazione Esposizioni e Fiere Italiane, ha celebrato con l’evento “Meet Italian Excellence: Le Fiere come ponte di sviluppo”, che si è tenuto stamane a Roma nella Sala del Tempio di Adriano della Camera di Commercio.

Lanciata da UFI-Associazione mondiale delle Fiere a inizio 2016, e da subito sostenuta dalle principali associazioni di tutto il mondo, tra cui AEFI, la Giornata Mondiale delle Fiere o Global Exhibition Day punta a diventare un grande appuntamento annuale che riunisce l’intero settore fieristico globale, non solo per promuoverlo ma soprattutto per aumentare la consapevolezza del valore delle fiere quale volano per l’economia di ciascun Paese.

Il Global Exhibitions Day ha inoltre l’obiettivo di celebrare le persone che lavorano nel settore, facendo conoscere le opportunità di carriera che il comparto può offrire. Sono oltre 20 i Paesi che celebrano l’8 giugno con una serie di azioni dedicate.

L’evento organizzato da AEFI è stato l’occasione per evidenziare, a livello internazionale, le eccellenze Made in Italy e un’ulteriore opportunità per sensibilizzare le istituzioni sull’importanza del comparto fiere, sollecitandole sulla necessità di sostegno anche con la risoluzione di fondamentali problematiche legate a tematiche legislative e fiscali.

Grazie al contributo dei relatori sono stati sottolineati il valore delle esposizioni fieristiche per le imprese per guidare l’innovazione e la competitività e il ruolo chiave delle manifestazioni, per lo sviluppo degli scambi commerciali e l’internazionalizzazione.

Dopo il saluto del presidente di AEFI, Ettore Riello, e l’intervento “Buone pratiche per crescere” a cura di Giulio Sapelli, ordinario di Storia Economica dell’Università degli Studi di Milano, i lavori sono proseguiti con gli interventi delle fiere, che hanno illustrato come i settori in cui l’Italia è leader indiscussa, per le eccellenze che rappresenta, possono davvero essere la leva su cui puntare e un ponte con il mondo.

Simonpaolo Buongiardino, Vicepresidente di CFT, Giuliana Ferrofino, Presidente di CFI; Ettore Riello e Giulio Sapelli hanno animato il dibattito nella tavola rotonda di chiusura.

Fiere italiane tra competitività e minacce

Il settore delle fiere in Italia gode di buona salute, ma ci sono alcuni fattori che ne possono minare la redditività, la competitività se non addirittura l’esistenza stessa. Se n’è parlato nei giorni scorsi a Venezia, durante l’assemblea di inizio anno dei soci di Aefi, l’Associazione Esposizioni e Fiere Italiane.

Quali sono questi fattori di rischio per il comparto fiere? Secondo quanto emerso dai lavori dell’assemblea, sono principalmente tre: la tassazione immobiliare dei padiglioni fieristici, la possibilità di operare secondo regole europee in tema di trasparenza e l’assetto societario delle fiere.

Nella sua relazione, il presidente di Aefi, Ettore Riello, è partito dall’importante traguardo che l’associazione è riuscita a raggiungere con il “riconoscimento del ruolo delle fiere, arrivato a inizio 2015 dal Ministero dello Sviluppo Economico, che ha inserito a pieno titolo le fiere nel Piano di promozione straordinaria per il Made in Italy”, ricordando però che “tale risultato, verrà completamente vanificato se non accompagnato da un altrettanto sensibile politica fiscale sugli immobili, definendo un livello di tassazione sostenibile”. 

“Quello che chiediamo e auspichiamo – ha proseguito Riello è che la tassazione, per quanto riguarda l’applicazione dell’Imu, sia più equa nei confronti dei padiglioni fieristici, trattati come strutture commerciali, e non calcolando i giorni effettivamente utilizzati per le esposizioni con disposizioni univoche su tutto il territorio nazionale. Da tempo il Ministero dell’Economia e delle Finanze e l’Agenzia delle Entrate sono al lavoro per cercare di trovare una soluzione e modificare la normativa. I continui rinvii iniziano a mettere le fiere in seria difficoltà”.

Sul fronte delle regole europee Riello ha anche sottolineato l’importanza del sistema fieristico italiano, secondo in Europa, che subisce però la forte concorrenza dei tedeschi e dei francesi. In particolare il sistema tedesco è fortemente finanziato dagli enti territoriali, soprattutto dai Lander e dalle Camere di Commercio per quanto riguarda le strutture espositive, e dai ministeri competenti per le attività delle singole manifestazioni.

Sul tema dell’assetto societario, l’assemblea ha preso atto che, nonostante le continue attività dell’Associazione, ancora non è stata definita e riconosciuta la specificità delle partecipazioni delle Camere di Commercio nelle fiere (art. 10, L. 7 agosto 2015, n. 124) che, per la particolarità e la complessità dell’attività che svolgono, sono “essenziali” e “necessarie per lo svolgimento delle funzioni istituzionali“. “Ritengo che i soci pubblici debbano restare nell’assetto societario delle fiere, affinché le manifestazioni fieristiche continuino ad essere competitive e ad accompagnare le imprese italiane nel loro processo di crescita”, ha aggiunto Riello.

Infine, una stoccata da parte di Riello al decreto attuativo della Riforma Madia sulle partecipate pubbliche, che obbliga gli enti fieristici a operare sul mercato secondo una logica di trasparenza gestionale. “E’ inaccettabile. Le fiere operano nel libero mercato e per continuare a essere competitive devono poter operare secondo la specifica normativa applicata in Europa. In caso contrario, saremmo l’unico sistema fieristico al mondo ad avere un assetto diverso, concedendo così un grande vantaggio ai nostri competitor stranieri”.