Contributi Simest a Pmi, aperta la piattaforma per pre-caricare la domanda

Dalle 9 di oggi, 21 ottobre 2021, è possibile pre-caricare le domande per i contributi di Simest destinati alle piccole e medie imprese. Si tratta di fondi che le Pmi potranno chiedere per una disponibilità di fondi fino a 1,2 miliardi di euro. Le risorse provengono dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) nell’ambito dello strumento messo a disposizione Next Generation Eu.

Quali tipologie di contributi sono messe a disposizione delle PMI da Simest?

Sono previste tre tipologie di contributi. Il primo riguarda la transizione digitale ed ecologica delle piccole e medie imprese a vocazione internazionale; il secondo lo sviluppo del commercio elettronico (e-commerce); il terzo, infine, la partecipazione delle imprese a mostre e a fiere, anche in Italia, e a missioni di sistema.

Quali sono le condizioni previste per le Pmi per i finanziamenti Simest?

I contributi Simest sono messi a disposizione delle piccole e medie imprese per supportarle nei processi di transizione digitale ed ecologica e per l’internazionalizzazione delle stesse. Tra le misure, è possibile richiedere un finanziamento a tasso agevolato con una quota a fondo perduto fino al 25%. Inoltre, per le Pmi che hanno sede operativa nelle regioni del Sud Italia da almeno sei mesi, è possibile fare richiesta di una quota di cofinanziamento a fondo perduto più alta, fino al 40%. Per le imprese del Sud Italia, inoltre, c’è la possibilità di richiedere il 40% di fondo perduto dal Fondo 394, nei limiti della dotazione del fondo stesso di 480 milioni di euro.

Dove si trova il link per accedere alla piattaforma Simest?

Per pre-caricare la domanda dei finanziamenti Simest le imprese interessate dovranno collegasi al portale della società del Gruppo Cassa depositi e Presiti. Nella home page è presente il link da seguire per accedere all’area personale dell’impresa stessa. È importante sottolineare che l’ordine di pre-inserimento della domanda non costituisce una priorità di accesso ai contributi messi a disposizione da Simest.

Accesso alla piattaforma Simest per caricare la domanda dei finanziamenti

Per l’accesso, l’impresa deve utilizzare le credenziali già in suo possesso. Se invece si tratta del primo accesso, è necessario procedere prima con la  registrazione al portale Simest.  L’accesso al portale è, tuttavia, gestito attraverso un sistema di coda. Nel momento in cui l’azienda fa l’accesso al portale, infatti, si avranno 30 minuti per completare l’operazione. Questo meccanismo è stato implementato per gestire il numero delle domande che si preannuncia elevato. Pertanto, i 30 minuti necessari per il pre-caricamento della domanda sono stati fissati per dar modo a un certo numero di imprese di poter collegare in contemporanea.

A cosa serve pre-caricare la domanda dei finanziamenti Simest?

Pre-caricare la domanda dei finanziamenti messi a disposizione da Simest è una possibilità offerta alle piccole e medie imprese interessate ai contributi. La presentazione della domanda vera e propria sarà possibile a partire da giovedì 28 ottobre prossimo, dalle ore 9:30. Il pre-caricamento delle domande è possibile inoltrarlo dalle 9 alle 19, dal lunedì al sabato. Se vi sono imprese in coda alla chiusura delle 19, le stesse avranno la possibilità di completare l’invio il giorno successivo, a partire dalle ore 9, mantenendo la posizione acquisita nella coda del giorno precedente.

Cosa prevede la domanda del finanziamento Simest?

Accedendo alla piattaforma per pre-caricare la domanda dei finanziamenti Simest, le piccole e medie imprese dovranno fornire indicazioni nel dettaglio dei dipendenti aziendali. La suddivisione prevede l’indicazione per fasce di età e per sesso.

Finanziamenti Simest, presentazione della domanda dal 28 ottobre 2021

La domanda vera e propria di accesso ai finanziamenti Simest potrà essere inoltrata, sempre dalla piattaforma messa a disposizione sul portale dell’azienda, a partire da giovedì 28 ottobre 2021. I giorni in cui si può presentare domanda vanno dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 19. La chiusura delle domande di finanziamento è prevista per il 3 dicembre, alle ore 18:00. Può esserci la chiusura anticipata delle domande nel caso in cui nel frattempo i fondi siano andati a esaurimento.

Simest: dal 28 ottobre presentazione domanda per il fondo perduto delle PMI digitali, green e di e-commerce

Si potranno presentare a partire dal 28 ottobre 2021, dalle ore 9:30, le domande per il Fondo Simest. Si tratta di un finanziamento a fondo perduto dagli importi variabili a favore delle imprese, in particolare delle piccole e medie imprese (Pmi), che operano nella transizione digitale, nel green, nell’e-commerce e nelle fiere.

Quante sono le risorse del Fondo Simest?

In totale, sono 480 i milioni di euro della dotazione del Fondo Simest. Alle piccole e medie imprese del Sud Italia è riservata una quota delle risorse pari al 40% della dotazione totale del fondo stesso.

Quali progetti possono essere finanziati dal Simest?

I progetti che il Simest finanzierà alle imprese che presenteranno domanda sono quelli sostenibili con l’ambiente. L’importo massimo che i progetti potranno ricevere è fissato in:

  • 300 mila euro per i progetti di transizione digitale o green;
  • altrettanti per progetti legati all’e-commerce;
  • 150 mila euro per progetti inerenti la partecipazione alle fiere.

Qual è la quota del fondo perduto per i progetti del Simest?

Le piccole e medie imprese che hanno residenza da almeno 6 mesi in una regione del Sud Italia potranno arrivare a chiedere una quota di cofinanziamento per il proprio progetto pari al 40%. Per le imprese del Centro e del Nord Italia la quota di cofinanziamento scende al 25%.

Finanziamento a tasso agevolato Simest

Nello stesso bando si fa riferimento anche alla possibilità per le piccole e medie imprese di poter richiedere un finanziamento a tasso agevolato. Il finanziamento stesso può coprire fino al 100% della spesa del progetto, senza necessità di coperture di garanzia. La durata del finanziamento è diversa a seconda del tipo di intervento.

Simest, da quando si può presentare la domanda?

La domanda per il finanziamento Simest si può presentare a partire dal 28 ottobre 2021, con avvio della piattaforma alle ore 9:30. Ciascuna piccola o media impresa può presentare istanza per uno solo degli ambiti di intervento del fondo perduto Simest. Tuttavia, è offerta alle imprese anche la possibilità di procedere con la predisposizione della domanda già a partire dal 21 ottobre prossimo per poi confermare l’invio dal 28 ottobre.

Finanziamenti Simest transizione verde e digitale

Tra i vincoli della concessione dei finanziamenti Simest è richiesto alle piccole e medie imprese che concorrano per la parte relativa alla transizione verde e digitale che l’importo concedibile sul progetto presentato (sul massimo dei 300 mila euro) sia corrispondente ad almeno il 25% dei ricavi medi degli ultimi due bilanci approvati e depositati. Per questo tipo di intervento, il finanziamento arriva a sei anni, dei quali due di pre-ammortamento.

Vincoli transizione verde e digitale

Per i finanziamenti che hanno come obiettivo la transizione verde e digitale è necessario che le piccole e medie imprese siano costituite nella forma di società di capitali. Inoltre il fatturato relativo all’export deve essere di almeno il 10% nell’ultimo anno oppure del 20% nel corso dell’ultimo biennio.

Fondo perduto Simest per e-commerce

Per le Pmi che abbiano come attività quella dell’e-commerce e dello sviluppo del mercato in Paesi esteri, i progetti sono finanziabili fino a 300 mila euro. La quota di finanziamento non può eccedere il 15% dei ricavi medi risultanti dagli ultimi 2 bilanci approvati e depositati dall’impresa. Il finanziamento si riduce al massimo a 200 mila euro per lo sviluppo di una piattaforma di terzi. Anche per questo tipo di finanziamento non è possibile eccedere il 15% dei ricavi medi degli ultimi due bilanci. L’investimento minimo deve essere di 10 mila euro e la durata del finanziamento è fissata in 4 anni, dei quali uno di pre-ammortamento.

Pmi che partecipano a fiere nel finanziamento Simest

Diverse le modalità del fondo perduto per le imprese che operano in fiere e mostre internazionali, che possono svolgersi anche in Italia. Il finanziamento, in questo caso, deve essere destinato per minimo il 30% alle spese digitali connesse al progetto. Il limite non si applica nel caso in cui l’evento internazionale abbia ad oggetto argomenti legati al green o al digitale. L’importo massimo finanziabile è pari a 150 mila euro e non può superare il 15% dei ricavi dell’ultimo bilancio. Il finanziamento può durare al massimo 4 anni e uno deve risultare di pre-ammortamento.

Finanziamenti Ismea per giovani agricoltori e donne: tutto quello che c’è da sapere

Tra le misure a favore dell’autoimprenditorialità giovanile in agricoltura particolare importanza assumono i finanziamenti Ismea con la specifica misura “Più Impresa”. Alla misura accedono i giovani imprenditori  richiamati dal decreto ministeriale numero 180228 del 20 aprile 2021. Inoltre, grazie alle modifiche introdotte dal decreto “Sostegni bis”, le disposizioni del decreto ministeriale si applicano anche alle imprese amministrate e condotte da donne.

Chi può richiedere il finanziamento Ismea per l’agricoltura?

Il finanziamento Ismea “Più Impresa” riguarda la concessione di mutui agevolati e contributi a fondo perduto per sostenere, su tutto il territorio nazionale, il subentro, ovvero il ricambio generazionale, e l’ampliamento, ovvero lo sviluppo, delle imprese agricole a prevalente o totale partecipazione giovanile. Pertanto, il finanziamento può essere concesso alle micro, alle piccole e alle medie imprese agricole, organizzate sotto forma di ditta individuale o di società, che siano amministrate da giovani tra i 18 e i 41 anni di età o da donne.

Requisiti dei giovani agricoli e donne per presentare domanda finanziamento Ismea

I 41 anni di età non devono essere stati compiuti alla data di presentazione della domanda. I richiedenti domanda devono essere in possesso della qualifica di imprenditore agricolo professionale o di coltivatore diretto. Tale qualifica deve risultare dall’iscrizione alla Gestione previdenziale agricola. Se la domanda viene presentata da una società è necessaria la composizione per oltre la metà numerica dei soci e delle quote di partecipazione di giovani imprenditori tra i 18 e i 41 anni.

Requisiti delle imprese per richiedere il finanziamento Ismea

Oltre all’età dei giovani imprenditori e all’accesso alle donne, per la richiesta del finanziamento Ismea nel caso del subentro le imprese devono possedere i seguenti requisiti:

  • la costituzione da non più di 6 mesi della società subentrante rispetto alla data di presentazione della domanda di finanziamento;
  • l’esercizio esclusivo dell’attività agricola secondo quanto prescrive l’articolo 2135 del Codice civile, sempre alla data di presentazione della domanda;
  • il subentro, anche a titolo accessorio e da non oltre i 6 mesi alla data di invio della domanda, nella conduzione dell’intera impresa agricola. Il subentro può essere anche di 3 mesi se effettuato mediante atto di cessione dell’impresa;
  • la sede operativa che deve trovarsi nel territorio nazionale.

Subentro e ampliamento di imprese agricole con il finanziamento Ismea

La misura, secondo quanto prevede il decreto Sostegni Bis poi convertito nella legge numero 106 del 23 luglio 2021, prevede inoltre che l’azienda cedente sia attiva da non meno di 2 anni e che sia economicamente e finanziariamente sana. Inoltre, l’azienda cedente, ditta individuale o società, deve svolgere in maniera esclusiva l’attività agricola, essere iscritta alla Camera di Commercio con titolarità di partita Iva. La seconda situazione prevista per il finanziamento Ismea è quella dell’ampliamento. Si intende per ampliamento l’intervento di miglioramento, di ammodernamento o di consolidamento dell’impresa esistente. Anche in questo caso, l’azienda agricola deve essere attiva da almeno 2 anni, con sede nel territorio nazionale ed economicamente sana.

Cosa finanzia l’Ismea e quali spese sono ammissibili?

Il progetto Ismea finanzia i progetti di sviluppo e di consolidamento delle imprese agricole, inerenti alla produzione, alla trasformazione e alla commercializzazione dei prodotti agricoli. Inoltre è compresa anche la diversificazione del reddito agricolo. Queste tipologie di interventi sono finanziabili nella misura massima del 10% dei costi totali dell’intervento da realizzare.

Quali altre spese sono finanziabili dall’Ismea

Inoltre, le altre spese ammissibili nel finanziamento Ismea riguardano:

  • le spese per i nuovi impianti di trasformazione. In questo caso, la potenzialità non deve essere superiore al 100% della capacità produttiva dell’azienda rientrante nell’intervento;
  • gli oneri per lo studio di fattibilità nella misura del 2% del valore complessivo del progetto da realizzare;
  • i costi per le opere agronomiche sono ammissibili solo per investimenti nella produzione agricola primaria;
  • gli oneri relativi alle opere edilizie per il rilascio della concessione;
  • opere dell’edilizia per la costituzione o per il miglioramento dei beni immobili;
  • l’allacciamento, gli impianti, i macchinari e le attrezzature;
  • i beni pluriennali;
  • l’acquisto dei terreni;
  • le opere agronomiche o di miglioramento del fondo;.

In cosa consiste il finanziamento Ismea?

L’intervento complessivo del finanziamento Ismea può arrivare fino a 1.500.000 euro, Iva esclusa, con una durata che va dai 5 ai 15 anni. Le agevolazioni, sull’intero territorio nazionale, possono essere concesse mediante:

  • un mutuo agevolato per un importo fino al 60% delle spese ammissibile e applicazione del tasso zero;
  • il contributo a fondo perduto per un importo fino al 35% delle spese ammissibili.

Sono altresì finanziabili le attività di agriturismo e le altre attività di diversificazione del reddito agricolo: per questi interventi sono previste agevolazione in regime de minimis per un importo complessivo di spesa fino a 200.000 euro. Infine, le spese effettuate e oggetto di finanziamento devono essere rendicontate per stato di avanzamento dei lavori nel limite massimo di cinque.

Cosa non finanzia l’Ismea

Non sono finanziabili dall’Ismea le spese sostenute per:

  • la costituzione o la ristrutturazione dei fabbricati rurali che non sono connessi strettamente all’attività oggetto del progetto;
  • l’acquisto dei diritti di produzione, o dei diritti all’aiuto e piante annuali, i costi di impianto di piante annuali, i lavori di drenaggio, gli investimenti fatti per la conformità alle norme dell’Unione europea, l’acquisto di animali, gli investimenti inerenti il settore della produzione agricola primaria;
  • i costi del capitale circolante;
  • le spese sostenute per sostituire i beni preesistenti, pertanto i beni di investimenti finanziabili devono essere nuovi di fabbrica;
  • i lavori in economia;
  • i costi dell’Iva;
  • gli investimenti negli impianti per la produzione di biocarburanti;
  • i costi per gli impianti riguardanti la produzione di energia elettrica e termica da fonti rinnovabili;
  • tutti gli interventi o acquisti fatti prima della data di ammissione al finanziamento.

Le garanzie a sostegno del finanziamento Ismea

L’azienda agricola che ottiene i finanziamenti Ismea deve fornire garanzie pari al 100% del valore del mutuo agevolato concesso. La durata della garanzia deve essere pari a quella del mutuo agevolato. Rientrano tra le garanzie ammissibili al finanziamento Ismea:

  • quelle ipotecarie di primo grado inerenti i beni oggetto delle agevolazioni, o su altri beni dell’impresa beneficiaria o ancora di terzi;
  • in alternativa o a supporto dell’ipoteca, è possibile ricorrere alla fideiussione di banche o assicurazioni.

Finanziamenti a fondo perduto, come accedere ai fondi europei?

Coloro che vogliono avviare un’attività d’impresa o ampliarne una già preesistente, ma che non hanno a disposizione la liquidità necessaria per farlo, possono provare a ottenere un finanziamento europeo a fondo perduto.

Cosa sono i finanziamenti europei a fondo perduto

Si possono definire finanziamenti europei a fondo perduto, una forma di agevolazioni o contributi che consente al beneficiario di sostenere i costi per l’avvio della propria attività lavorativa. Ciò accade grazie a un piano di ammortamento personalizzato e con l’applicazione di un tasso di interesse ridotto rispetto alle altre tipologie di prestito personale.

Ma ai finanziamenti europei a fondo perduto possono accedere anche gli imprenditori che sono già operanti sul territorio. Stiamo parlando di chi vuole sviluppare e migliorare la sua impresa.

Tale finanziamento può essere considerato al pari di un prestito personale atipico. Esso permette a tutti i cittadini dell’Unione europea di entrare in possesso della liquidità necessaria diretta alla realizzazione di iniziative imprenditoriali nei più diversi settori economici, in base alla propria formazione, competenza ed esperienza.

Quali sono le spese a cui contribuisce il finanziamento europeo a fondo perduto

I costi degli imprenditori che rientrano in quelli che il prestito europeo a fondo perduto copre, sono i seguenti:

  • Strumentazioni e locali per lo svolgimento dell’attività;
  • corsi di formazione e di aggiornamento per l’acquisizione del know-how;
  • conseguimento delle certificazioni europee e qualitative.

Quanto dovrà rimborsare il destinatario del finanziamento europeo a fondo perduto e a chi si rivolge

I finanziamenti a fondo perduto erogati direttamente dall’Unione europea, di solito prevedono un rimborso da parte del beneficiario del 50%. La percentuale del capitale da rimborsare, cambia a seconda del bando di riferimento e della categoria commerciale e industriale a cui è dedicato il bando stesso.

A beneficiare del suddetto prestito a fondo perduto che funge da investimento a favore di un’attività che possa valorizzare il territorio, sono soprattutto le zone a rischio, dove il tasso di disoccupazione è alto, dove giovani e donne riscontrano molte difficoltà a inserirsi nel mondo del lavoro. Non esistono limite d’età.

Soprattutto, il finanziamento a fondo perduto europeo è rivolto ai disoccupati, per cui resta l’unica forma per ottenere un credito. Infatti, non devono essere presentate garanzie per richiederlo e ottenerlo, tanto meno serve la firma di un garante per la parte di capitale che il beneficiario deve restituire.

La richiesta presentata per ottenere un finanziamento europeo a fondo perduto, verrà valutato dalla commissione che terrà conto nell’assegnazione del punteggio, anche dell’esperienza maturata sul campo per quella specifica mansione che qualifica l’attività. L’esperienza giocherà a favore del richiedente, così come i titoli conseguito per svolgere quel tipo di attività.

Più in generale, i progetti che saranno presi maggiormente in considerazione, sono quelli che possono avere effetti positivi per l’intera comunità. Ovvero che si pongono obiettivi di interesse comunitario per migliorare lo sviluppo del territorio o di aree a rischio depressione economica con un minore numero di attività imprenditoriali. Spesso, riguardano la protezione e tutela dell’ambiente, la salute e gli aiuti umanitari, l’istruzione e la formazione professionale di soggetti che si trovano in situazioni di rischio di abbandono scolastico.

Per questi settori, il massimo ottenibile dei contributi a fondo perduto è del 95%, ma a copertura totale del 100%.

Finanziamenti europei a fondo perduto: requisti necessari ed erogazione del capitale

Solitamente, l’erogazione avviene tramite due tranche, in base ai requisiti indicati nel bando, in rapporto alla copertura finanziaria dell’impresa beneficiaria.

L’erogazione del finanziamento europeo a fondo perduto avviene tramite fondi a gestione diretta, quando la UE eroga materialmente il capitale. I fondi a gestione indiretta, invece, prevedono un trasferimento dei fondi europei agli enti regionali o provinciali incaricati e responsabili dell’erogazione della liquidità ai destinatari.

L’accesso ai fondi dei finanziamenti europei, tramite la gestione diretta dei fondi, prevede la pubblicazione dei bandi sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea. In caso di gestione indiretta dei fondi, i bandi sono reperibili sulla Gazzetta Ufficiale nazionale o regionale, in cui si trova anche la domanda per accedere alla richiesta del finanziamento più adeguato alle proprie esigenze.

I requisiti necessari per ottenere questo prestito personale atipico sono i seguenti:

  • Forma societaria dell’attività da avviare;
  • capacità di sviluppare un progetto di marketing valido per l’inserimento dell’attività nel tessuto sociale locale;
  • requisiti territoriali (se richiesti).

La documentazione per ottenere il finanziamento europeo a fondo perduto

Ogni bando richiede una documentazione specifica, dove non manca mai la presentazione del progetto per cui si richiede il finanziamento europeo a fondo perduto. Tuttavia, in linea generale i documenti richiesti sono comuni:

  • Documento d’identità valido e codice fiscale;
  • certificato di disoccupazione;
  • preventivo dei costi da sostenere per la propria attività imprenditoriale;
  • business plan.

Il business plan è fondamentale per il buon esito della domanda e deve essere realizzato preferibilmente su un foglio di calcolo Excel. Nel documento, il richiedente del finanziamento a fondo perduto europeo deve presentare l’attività d’impresa che vuole avviare con relativa previsione temporale. Devono essere presenti le informazioni e gli aspetti economici dell’attività, sotto forma di piano di marketing a medio termine.

Inoltre, il richiedente deve indicare come intende far diventare la sua attività un punto di riferimento del territorio, la procedura per garantire un trend positivo e d’impatto favorevole nella società.

 

Prestito a fondo perduto: come si richiede un finanziamento?

I prestiti a fondo perduto, per definizione sono dei finanziamenti concessi al fruitore che non è obbligato alla restituzione della somma di denaro erogata, tanto meno dei suoi interessi. Inoltre, non è prevista la presenza di una garanzia, quindi, anche di un garante. Se ne deduce che non viene preso in considerazione il reddito del richiedente né la sua solvibilità.

I finanziamenti a fondo perduto sono erogati da enti pubblici: Unione Europea, Stato, Regioni e Comuni, al fine di incentivare l’iniziativa imprenditoriale di determinati soggetti. Ma a chi si rivolge?

I beneficiari

I soggetti a cui vengono concessi i prestiti a fondo perduto, sono i disoccupati, i giovani (età compresa tra 18 e 35 anni), le donne, le nuove startup. In poche parole, la platea dei beneficiari è composta da privati che hanno difficoltà a reperire le risorse economiche necessarie per intraprendere un’attività imprenditoriale e accedere al mercato del lavoro. Tuttavia, ci sono fondi destinati ad altri soggetti rappresentati da imprese già consolidate che hanno intenzione di investire in settori strategici come l’agricoltura e l’innovazione tecnologica.

Come ottenere un prestito a fondo perduto

E’ possibile ottenere un finanziamento a fondo perduto, partecipando a specifici bandi. Per inoltrare la richiesta è necessario allegare i documenti richiesti e fornire all’ente erogatore un piano d’affari dettagliato, in cui è descritto il progetto che vuole essere finanziato.

Per questo motivo, non c’è una procedura uguale per tutti i richiedenti, dipende sempre dalle richieste di ogni singolo bando. I bandi sono reperibili sul sito dell’Unione Europea, ma per lo più, i prestiti a fondo perduto sono emessi dallo Stato tramite il portale Invitalia (Agenzia Sviluppo Italia). Per quelli inerenti le Regioni si può consultare il sito Contributi Regione.it.

L’iter da seguire

Chi vuole fruire di un finanziamento a fondo perduto, per prima cosa deve consultare i vari bandi, per venire a conoscenza delle possibilità di richiesta. In ogni procedura viene indicata la disponibilità finanziaria totale e l’importo massimo che si può concedere a ogni impresa che risulti idonea.

Nella domanda di prestito a fondo perduto devono essere presentati gli obiettivi che si vogliono raggiungere a breve e medio lungo termine; le spese da sostenere con i fondi messi a disposizione del bando. Come già anticipato, è indispensabile fornire un business plan comprensivo di tutte le informazioni finanziarie ed economiche del territorio, nel quale s’intende avviare la proposta che si vuole portare avanti.

Dopodiché, il tutto deve essere inviato all’ente erogatore a cui si è fatta richiesta, il quale valuterà il progetto presentato e deciderà se concedere o meno il finanziamento.

Caratteristiche dei bandi

Ogni bando presenta specifiche caratteristiche, infatti, esistono diversi tipi di prestiti a fondo perduto (europei, statali, regionali, comunali). Quindi, ogni singolo caso va valutato separatamente. Ogni tipologia è caratterizzata da modalità differenti di richiesta: si può procedere tramite graduatoria o con procedura valutativa a sportello, fino ad esaurimento delle risorse finanziarie.

I bandi sono classificati in: sempre aperti; con scadenza; attivi sull’intera regione; che agiscono per settore; che agiscono per tipi d0intervento.

Ci sono delle oggettive difficoltà nell’accesso ai finanziamenti a fondo perduto. Reperire informazioni non è semplice, la mancanza di una procedura comune per tutti i bandi. Inoltre, i fondi offrono risorse limitate e hanno tempi di attesa lunghi, sin troppo. Premesso ciò, potrebbe essere opportuno rivolgersi a una società che offre un servizio completo di assistenza, dalla fattibilità del progetto alla domanda, ovviamente retribuito.

Requisiti per ottenere un prestito a fondo perduto

I requisiti di accesso a questo tipo di finanziamento sono indicati nel bando, ma generalmente sono i seguenti:

  • titolo di studio o competenze tecniche legate all’obiettivo del bando;
  • forma societaria (se richiesta);
  • requisiti specifici del bando (per esempio appartenenza a determinate aree territoriali specificate nel bando, solitamente zone geografiche svantaggiate del mezzogiorno);
  • capacità di creare un progetto strategico di marketing per l’inserimento della propria attività.

 

Finanziamenti a fondo perduto per valorizzare i brevetti

Buone notizie per le imprese che hanno il pallino dei brevetti. Il ministero dello Sviluppo Economico – Direzione Generale Lotta alla Contraffazione – UIBM ha infatti emanato un bando, gestito da Invitalia, che ha come obiettivo la valorizzazione dei brevetti più attuali e dei progetti più qualificati, realizzati sia nel privato sia nel pubblico.

Il bando è denominato Brevetti +2 ed è destinato alle imprese di nuova o vecchia costituzione che soddisfino uno almeno uno di questi requisiti:

  • avere sede legale e operativa in Italia;
  • essere titolari o licenziatari di un brevetto rilasciato successivamente al 1° gennaio 2013, o aver depositato una domanda di brevetto successivamente al 1° gennaio 2013;
  • essere spin-off accademici costituiti da meno di 12 mesi e titolari di un brevetto concesso successivamente al 1° gennaio 2012;
  • possedere una opzione d’uso o un accordo preliminare di acquisto o di acquisizione in licenza di un brevetto rilasciato successivamente al 1° gennaio 2013.

L’agevolazione per i brevetti prevede un contributo a fondo perduto fino a un massimo di 140mila euro e fino all’80% dei costi ammissibili. Per gli spin-off accademici titolari di brevetti, l’agevolazione può arrivare anche al 100% dei costi ammissibili.

La presentazione delle domande deve avvenire solo online sull’apposita piattaforma presente sul sito di Invitalia; sulla piattaforma si trovano anche i documenti da compilare e trasmettere via pec a brevettiplus@pec.invitalia.it.

Valoreassoluto sostiene le imprese innovative

Le idee innovative meritano di essere premiate ed incoraggiate.
E’ proprio ciò che ha deciso di fare la Camera di Commercio di Bari, con l’iniziativa Valoreassoluto.

Questo progetto si rivolge soprattutto alle giovani novità imprenditoriali che, per le loro proposte originali, meritano di farsi strada e superare la fase di avvio, spesso critica a tal punto da non permettere di progredire ulteriormente.
Gli aiuti che Valoreassoluto vuole elargire, sono rivolti esclusivamente a chi opera, o intende operare, nella provincia di Bari e si tratta di contributi a fondo perduto di entità differenti a seconda delle dimensioni e delle necessità dell’impresa.

Per partecipare a questo progetto, però, non è sufficiente lavorare nella zona del capoluogo pugliese, perché una caratteristica fondamentale è avere ideato un progetto altamente innovativo, ispirato a criteri di sostenibilità economica e sociale.

Ammessi al bando sono:

  • Gruppi informali costituiti da almeno tre persone fisiche maggiorenni, in maggioranza di età compresa tra i 18 e i 35 anni, che intendano avviare una start-up innovativa con sede legale e/o operativa nel territorio di competenza della Camera di Commercio di Bari;
  • Start-up innovative costituite dopo il 1 gennaio 2012, aventi sede legale e operativa nel territorio di competenza della Camera di Commercio di Bari e composte da almeno tre persone in maggioranza di età compresa tra i 18 e i 35 anni.

Il settore in cui operano le imprese deve essere compreso tra i seguenti:

  • ICT: con particolare riferimento a sistemi software, inclusi web e mobile;
  • Healthcare: biotecnologie e tecnologie robotiche, farmaceutiche e biomedicali per il miglioramento della salute e della qualità della vita della persona;
  • Green e clean tech: come energie pulite e rinnovabili, sistemi innovativi per la produzione alimentare o per la sostenibilità ambientale;
  • Social innovation: progetti per l’integrazione sociale e per il miglioramento della qualità della vita di persone in condizioni di svantaggio o emarginazione;
  • Industrial and automation: meccanica, elettronica e tecnologie a supporto dell’industria, della logistica e della produzione.

Valoreassoluto prevede tre fasi, una collegata all’altra:

  • business plan competition: i progetti di start-up inviano la propria candidatura tramite Internet e vengono valutati in base alla qualità del business plan;
  • pitch competition: i migliori 15 progetti selezionati presentano la propria iniziativa imprenditoriale in pubblico e vengono valutati in base alla qualità del progetto d’impresa;
  • due diligence: i migliori 5 progetti selezionati ricevono un premio in denaro di 10.000 euro ciascuno e negoziano l’eventuale assegnazione di un ulteriore contributo a fondo perduto.

Per ulteriori informazioni, è possibile consultare il bando.

Vera MORETTI

Aiuti alle consulenze per le imprese industriali

Sarà aperto per tutto il mese di settembre il bando che finanzia a fondo perduto fino al 50% dei costi di consulenza professionale per le imprese di Belluno e provincia, in materia:
– assicurativa,
– finanza aziendale,
– organizzazione aziendale,
– sistemi di gestione,
– innovazione,
– sviluppo tecnologico e sviluppo dei sistemi informativi.

La CCIAA di Belluno  ha pubblicato un bando di finanziamento con l’obiettivo di sostenere le imprese industriali nell’acquisizione di consulenze rese da consulenti esterni.

L’importo minimo di spesa ammessa risulta pari ad € 2.000 ed il massimo pari a € 14.000. L’intensità dell’aiuto è del 50%. Il contributo minimo previsto è pari ad € 1.000 ed il contributo massimo pari ad € 7.000.

La domanda e i documenti di selezione dovranno essere presentati a mano o inviati tramite raccomandata A/R, dal 1° al 30 settembre 2011, alla:
CCIAA di Belluno
P.zza S. Stefano, 15-17
32100 Belluno

d.S.

Valle D’Aosta: 1,7 milioni per le nuove imprese innovative

In Valle D’Aosta, nel triennio 2011-2013, la Regione ha stanziato un fondo (per contributi a fondo perduto) per le aziende innovative che volessero insediarsi nel territorio.

Le imprese devono essere costituite da non più di tre anni e avere una sede operativa nel territorio regionale.  Si interdono imprese innovative quelle che per costi di ricerca e di sviluppo investono almeno il 15% del totale dei costi operativi.

Il fondo della Regione ammonta a oltre 1,7 milioni di euro l’impegno di spesa della legge, approvata l’8 giugno dal Consiglio regionale, tesa a favorire nel triennio 2011-2013 l’insediamento in Valle d’Aosta di aziende innovative.

L’obiettivo della Regione è chiaro: sostenere la crescita di nuove imprese che intendono valorizzare a livello produttivo i risultati della ricerca.