Microcredito per le pmi campane

La Regione Campania ha promosso un’iniziativa di microcredito che, grazie al Fondo sociale europeo, mette a disposizione delle piccole e piccolissime imprese che operano su territorio regionale 100 milioni di euro.
In tutto, ad oggi, sono ben 1248 le domande ammesse a finanziamento, con un tasso di restituzione del prestito del 96%.

Più nel dettaglio, il microcredito prevede prestiti da 5mila a 25mila euro destinati a soggetti non bancabili, quelli che difficilmente avrebbero accesso al credito in banca.
Si tratta, nella maggior parte dei casi, di piccole e piccolissime imprese, ma anche di giovani professionisti, che potranno così beneficiare dei contributi messi loro a disposizione.

Al momento, il microcredito ha consentito nel 56% dei casi di dare vita a nuove attività, mentre nel 44% il miglioramento di imprese già esistenti, attraverso l’innovazione tecnologica.

La prima fase della misura ha visto stanziare 65milioni di euro.
Il territorio di Napoli, con il 42%, è il primo per domande ammesse a finanziamento; seguono Salerno (24%), Caserta (15%), Avellino (11%), Benevento (8%).

Il settore dal quale è arrivato il maggior numero di richieste (314) è quello del commercio, seguito da servizi al turismo (250), artigianato (188).
I soggetti beneficiari sono stati per il 53% immigrati e soggetti svantaggiati, per il 34% under 35 e donne, per il 10% disoccupati e lavoratori in cassa integrazione e mobilità, il 3% laureati e ricercatori.

Per il secondo avviso del microcredito, la Regione ha appostato 35milioni. In questo caso, le domande pervenute (6835), sono ancora in fase di esame. Anche in questo caso il territorio che ha risposto maggiormente è quello di Napoli con il 47,34%.

Vera MORETTI

Fapi finanzia le aziende in crisi

Le aziende in crisi sono al centro di un finanziamento di 4,5 milioni di euro stanziati da Fapi, Fondo formazione pmi costituito da Confapi, Cgil, Cisl e Uil.

Destinatari del fondo sono, appunto, aziende in crisi e che hanno bisogno di supporto.
Vediamo nel dettaglio chi può beneficiarne:

  • Aziende in crisi. Con questo intervento il Fapi si propone di supportare le imprese e i lavoratori finanziando interventi formativi straordinari per rispondere con efficacia e tempestività alle situazioni di crisi aziendale per l’aggiornamento e lo sviluppo delle competenze a sostegno della ripresa, della competitività e dell’occupazione mettendo a disposizione sino a 60 mila euro per singola impresa;
  • Aziende neoaderenti al Fondo. Con questo intervento il Fapi si propone di offrire immediato accesso alla formazione delle imprese di recente adesione al fondo per lo sviluppo delle competenze a sostegno della competitività e dell’occupazione, mettendo a disposizione sino a 4 mila euro per singola impresa a prescindere dalle somme dalla stessa versate al Fapi;
  • Aziende che hanno in corso innovazione di prodotto e/o di processo. Con questo intervento il Fapi si propone di sostenere processi di innovazione tecnologica, di prodotto e di processo, attraverso lo sviluppo delle competenze dei lavoratori. Tale linea è mirata a favorire l’immediato accesso alla formazione alle imprese che dimostrino l’adozione e lo sviluppo nel proprio sistema aziendale di processi di innovazione tecnologica, di processo e di prodotto mettendo a disposizione fino a 5 mila euro per singola impresa;
  • Reti di impresa: con questo intervento il Fapi intende supportare le reti fra imprese aderenti al Fapi che danno luogo a percorsi formativi finalizzati al perseguimento di obiettivi comuni della rete per sostenerne la competitività. Il Fapi interviene in quest’ambito mettendo a disposizione fino a 60 mila euro per singolo progetto formativo presentato dalla rete.

E’ già possibile presentare le domande, direttamente allo sportello, anche per garantire tempi di risposta più brevi possibili. Obiettivo è anche quello di ridurre al minimo gli adempimenti burocratici relativi all’accesso ai finanziamenti.

Sono previsti, inoltre, ulteriori 17.000.000,00 di euro per il finanziamento di piani e progetti formativi presentati da aziende aderenti al Fondo che verranno messi a disposizione nell’ambito di specifici avvisi e che serviranno a finanziare specifici interventi formativi rivolti a sicurezza, innovazione e situazioni di crisi aziendale.

Vera MORETTI

Dal ministero dell’Ambiente, finanziamenti per la green economy

Il Ministero dell’Ambiente ha reso operative le misure per lo sviluppo dell’occupazione giovanile nel settore della green economy.

Si tratta dell’erogazione di finanziamenti a tasso agevolato rivolti a progetti ed interventi relativi alla green economy e alla messa in sicurezza del territorio dai rischi idrogeologico e sismico.
A beneficiarne, le imprese, sia individuali sia societarie, ma anche consorzi, che siano iscritti nel registro delle imprese che si trovano in regime di contabilità ordinaria.

I settori interessati dai progetti sono:

  • protezione del territorio e prevenzione del rischio idrogeologico e sismico;
  • ricerca, sviluppo e produzione di biocarburanti di “seconda e terza generazione”; ricerca, sviluppo e produzione mediante bioraffinerie di prodotti intermedi chimici da biomasse e scarti vegetali;
  • ricerca, sviluppo, produzione e installazione di tecnologie nel “solare termico”, “solare a concentrazione”, “solare termodinamico”, “solare fotovoltaico”, biomasse, biogas e geotermia;
  • incremento dell’efficienza negli usi finali dell’energia nei settori civile, industriale e terziario, compresi gli interventi di social housing; processi di produzione o valorizzazione di prodotti, processi produttivi od organizzativi o servizi che, rispetto alle alternative disponibili, comportino una riduzione dell’inquinamento e dell’uso delle risorse nell’arco dell’intero ciclo di vita.

I finanziamenti, però, sono concessi solo se vengono assunti, per la realizzazione dei progetti, almeno 3 giovani a tempo indeterminato.
I neo assunti non devono superare i 35 anni di età ma, laddove le assunzioni superino le tre unità, almeno uno deve avere meno di 28 anni.

Concorrono alla determinazione della dimensione del progetto esclusivamente le seguenti tipologie di costi:

  • spese per gli investimenti materiali (macchinari, impianti, attrezzature) e immateriali (brevetti, programmi informatici);
  • spese per servizi e consulenze fino ad un massimo del 15% del totale dei costi ammissibili;
  • costi del personale imputabili per un numero di anni massimo pari alla durata del finanziamento agevolato con separata indicazione dei costi relativi al personale di nuova assunzione;
  • spese generali fino ad un massimo del 10% del valore totale del progetto;
  • costi aggiuntivi imputabili all’adeguamento alla normativa antisismica degli edifici funzionali alla realizzazione delle attività previste dal progetto.

Il taglio minimo dei progetti di investimento presentati è pari ad 1.000.000 di euro, ridotto a 500.000 euro nel caso di progetti presentati da PMI ed Esco e a 200.000 euro per progetti presentati da srl semplificate. Non sono finanziabili progetti già avviati in precedenza.

La percentuale massima finanziabile dal Fondo Rotativo per Kyoto è pari a:

  • 60% del costo complessivo delle spese ammissibili per i progetti diversi da quelli presentati da PMl, ESCo, Srl semplificate;
  • 75% del costo complessivo per delle spese ammissibili nel caso di progetti presentati da PMl, ESCo e Srl semplificate.

ll tasso di interesse applicato nella erogazione dei finanziamenti agevolati è pari allo 0,50 per cento annuo nominale.

Le principali caratteristiche dei finanziamenti agevolati sono le seguenti:

  • tasso fisso;
  • durata non superiore a 72 mesi;
  • rata costante calcolata con metodo francese;
  • rimborso tramite RID o altro strumento richiesto.

Le domande possono essere presentate non oltre il 26 aprile 2013 tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) al seguente indirizzo: fondokyoto@pec.minambiente.it.

Vera MORETTI

Accordo tra UniCredit e Federlegno per Made Expo 2013

Un accordo stipulato tra UniCredit e Federlegnoarredo permetterà a tutte le imprese partecipanti alla prossima edizione di Made Expo, che si terrà dal 2 al 5 ottobre a Milano, di beneficiare di un finanziamento, al fine di permettere visibilità alla filiera delle costruzioni, settore in crisi ma sempre rappresentante dell’eccellenza italiana.

Questo accordo è molto importante, perché dà l’opportunità alle aziende espositrici di presentare i propri servizi nell’ambito di un evento prestigioso, al quale partecipare è fondamentale.

In particolare, il finanziamento previsto è innovativo ed unico nel suo genere: si tratta infatti di una linea di credito rotativa che permette di erogare, anche in momenti differenti, singoli finanziamenti utili per fronteggiare spese e investimenti legati alla gestione produttiva dell’azienda.
Ad essere finanziato non sarà solo la partecipazione alla fiera delle imprese, ma anche il loro ciclo produttivo.

L’importo finanziato, che parte da un minino di 10.000 euro, infatti può essere utilizzato sia per sostenere le spese correlate alla partecipazione a Made Expo, sia per finanziare il ciclo produttivo delle aziende espositrici come l’acquisto di scorte, l’anticipo di ordini, fatture e contratti.
Una volta aperta, la linea di credito dura da 3 a 12 mesi anche per singoli utilizzi, rappresentando uno strumento valido per le imprese nell’attuale scenario economico.

Per gli espositori che si iscriveranno entro il 22 febbraio 2013 c’è la possibilità di richiedere un finanziamento a tasso zero sui costi di partecipazione o alternativamente uno sconto sulla quota di
partecipazione per l’area espositiva, oppure la possibilità di accedere a titolo gratuito ad incontri B2B con buyers internazionali selezionati.

Le aziende che decidono di partecipare a Made Expo possono avvalersi di uno strumento importante che agevola la loro presenza in una vetrina commerciale di respiro internazionale.
Un sostegno che sarà significativo per le realtà che decideranno di puntare sullo sviluppo di strategie commerciali valide che possano agevolare la ricerca di nuovi mercati e la creazione di nuove reti di relazioni.

Vera MORETTI

Bando per le pmi padovane finanziato da Unicredit Banca

E’ stata sottoscritta una convenzione tra la Camera di Commercio di Padova e Unicredit Banca con la quale viene messo a disposizione un fondo rotativo di € 5.000.000 destinato a fornire a costo zero la provvista alla Banca che dovrà gestire su tutto il territorio provinciale finanziamenti a micro e piccole imprese padovane, che siano in regola con il pagamento del diritto annuale camerale, a fronte di crediti scaduti vantati nei confronti di Comuni italiani soggetti al Patto di stabilità.

E’ possibile partecipare al bando fino al 31 dicembre 2013, ma è facoltà della Camera di Commercio decretare con provvedimento dirigenziale la chiusura anticipata del bando in caso di esaurimento dei fondi a disposizione.
Ad accedere al fondo sono le micro e piccole imprese che abbiano meno di 50 dipendenti e un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro e che:

  • non siano in stato di liquidazione e che non siano sottoposte ad alcuna procedura concorsuale;
  • abbiano sede legale e/o operativa nella provincia di Padova;
  • abbiano crediti scaduti vantati nei confronti dei Comuni italiani soggetti al Patto di stabilità;
  • siano iscritte al Registro delle Imprese di Padova ed in regola con il pagamento del diritto annuale camerale.

Le domande vanno presentate compilando la modulistica che si trova al link della Camera di Commercio di Padova e consegnate alle filiali di Unicredit Banca della provincia di Padova.

Condizioni del Fondo:

  • Finanziamento con unica rata alla scadenza
  • Durata 12 mesi
  • Rimborso in unica soluzione
  • Importo non superiore a € 40.000 per ogni singola impresa
  • Tasso zero e nessuna spesa di istruttoria
  • Nessuna penale, onere o spesa per estinzione anticipata.

Per un’eventuale richiesta di importo superiore a € 40.000, Unicredit Banca, in aggiunta al Fondo promosso dalla Camera di Commercio, si impegna a mettere a disposizione per le medesime finalità propri fondi aggiuntivi destinati all’erogazione alle imprese beneficiarie del Fondo di finanziamenti per lo smobilizzo della quota parte dei crediti eccedenti la soglia di € 40.000.

Le condizioni applicate a tali finanziamenti sono le seguenti:

  • Durata: 12 mesi, ferma l’estinzione anticipata in caso di pagamento da parte del Comune
  • Tasso: Euribor 12 mesi + spread 3,5% fisso per tutte le classi di rating
  • Commissioni/Spese:Nessuna spesa di istruttoria
  • Estinzione anticipata: zero
  • Rata unica alla scadenza (bullet) dei 12 mesi

Vera MORETTI

In Veneto si finanzia l’innovazione

E’ in arrivo un bando nella Regione Veneto che prevede finanziamenti a favore dell’innovazione e che avverranno secondo due diverse misure:

  • Misura I “Contributi alle imprese per il ricorso a strutture qualificate di ricerca”
  • Misura II “Contributi per l’inserimento nelle imprese di personale qualificato di ricerca”

La Misura I implica che le imprese, affidandosi a strutture qualificate di ricerca, ricevano un finanziamento che riguarda ricerca industriale, sviluppo sperimentale oppure ricerca industriale e sviluppo sperimentale, combinati tra loro.

Per essere finanziabile, la commessa deve essere realizzata presso la sede della struttura qualificata di ricerca o presso una sede operativa del soggetto beneficiario o, in caso di RTI, in quella di un componente. Inoltre deve avere un impatto diretto sull’attività svolta in almeno una sede operativa localizzata nel Veneto del soggetto beneficiario. In caso di RTI, ciò è richiesto per ciascun componente.

La domanda può essere presentata da piccole e medie imprese, singole o associate in raggruppamenti temporanei d’impresa (RTI), i quali devono costituirsi esclusivamente per la realizzazione dell’intervento.

Il soggetto beneficiario e, in caso di RTI, ciascun componente, deve possedere alcuni requisiti fondamentali, ovvero:

  • essere regolarmente costituito, iscritto nel registro delle imprese e attivo presso la CCIAA competente per territorio;
  • essere produttore di beni e di servizi;
  • operare in alcuni macrosettori, quali: attività manifatturiere; fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento, limitatamente alle attività di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti; recupero dei materiali oppure attività di risanamento e altri servizi di gestione dei rifiuti; costruzioni; servizi d’informazione e comunicazione;
  • avere una sede operativa localizzata nel Veneto e dotata di strumenti e attrezzature, personale dedicato, utenza telefonica e informatica.

La percentuale che verrà finanziata è pari al 30 % del costo totale agevolabile per le medie imprese, al 40 % del costo totale agevolabile per le piccole imprese e al 20 % del costo totale agevolabile per le grandi imprese (solo se componenti di un RTI).

Sono previste, tra loro cumulabili, le seguenti maggiorazioni all’intensità di aiuto:

  • 15% qualora la domanda sia presentata da un RTI ove siano soddisfatte le seguenti condizioni: ci sia una collaborazione effettiva (ove ciascuna impresa sostenga quota parte dei costi) tra almeno due imprese indipendenti l’una dall’altra, di cui perlomeno una avente i requisiti di PMI; nessuna impresa sostenga più del 70% dei costi;
  • 3% qualora il progetto riguardi una delle seguenti aree trasversali: Nanotecnologie; Biotecnologie;
  • 2% qualora il progetto riguardi una delle seguenti aree tematiche di intervento: Area chimica per l’industria, nuovi materiali e materiali avanzati; Area meccanica avanzata, robotica e meccatronica; Area ICT (tecnologie dell’informazione e della comunicazione); Area tecnologie per la gestione e la produzione sostenibile.

La Misura II riguarda invece l’acquisizione, nelle imprese, di personale qualificato di ricerca che può essere assunto direttamente dall’impresa o messo a disposizione da una struttura qualificata di ricerca senza sostituire altro personale già impiegato dal soggetto beneficiario.

Il finanziamento è attuabile se l’attitività del personale qualificato di ricerca si svolge prevalentemente presso una sede operativa del soggetto beneficiario localizzata nel Veneto e riferita ad almeno un’idea progettuale del soggetto beneficiario relativa a ricerca, sviluppo e innovazione.

Non deve, invece, riguardare l’attività produttiva ordinaria, commerciale o amministrativa dei soci del soggetto beneficiario né quest’ultimo deve aver intrapreso precedenti collaborazioni con lo stesso nei 6 mesi antecedenti il contratto/convenzione con la struttura qualificata di ricerca.

Anche in questo caso, possono presentare la domanda le piccole, medie e grandi imprese in possesso degli stessi requisiti che riguardavano la Misura I.

Sono finanziabili i costi che riguardano, in caso di assunzione diretta, il costo lordo contrattuale, comprensivo degli oneri previdenziali e sociali, sostenuto dal soggetto beneficiario; nel caso di messa a disposizione da parte della struttura qualificata di ricerca, i costi sostenuti dal soggetto beneficiario di cui alla convenzione sottoscritta tra quest’ultimo e la struttura qualificata di ricerca.
Il costo totale deve essere sia pari almeno a 20.000 euro, fino alla concorrenza di 40.000 euro.

Anche in questo caso è prevista un’intensità d’aiuto che sarà dell’80% del costo totale agevolabile per le piccole e medie imprese e del 50 % del costo totale agevolabile per le grandi imprese.

La richiesta va inviata in due fasi, ovvero per via telematica, registrandosi alla Piattaforma GIF e seguire le indicazioni del sito Venetoinnovazione.it e compilare la modulistica online secondo la procedura informatizzata raggiungibile dall’indirizzo Gifweb.venetoinnovazione.it/gifweb, e in un secondo momento inviare tutta la documentazione a mezzo raccomandata A/R entro i successivi 6 giorni a:

Regione del Veneto
Unità di Progetto Ricerca e Innovazione
Santa Lucia, Cannaregio 23
30121 Venezia

Vera MORETTI

Veneto, vivere con la crisi tra suicidi e sportelli

di Davide PASSONI

Il Veneto in prima linea contro la crisi. Visto che la regione è la non invidiata capofila dei suicidi da parte di imprenditori, istituzioni, imprese e associazioni non stanno a guardare e cercano di porre un argine almeno per il primo soccorso delle imprese in difficoltà.

Dopo lo sportello aperto dalla Confartigianato di Asolo-Montebelluna su iniziativa del suo presidente Stefano Zanatta, ora tocca alla Regione Veneto varare un numero verde per le imprese che vogliono sfruttare le opportunità del piano regionale legato al cosiddetto Fondo “anti suicidi”: 800-177750. Il piano anti crisi messo a punto dalla Regione prevede infatti finanziamenti agevolati da 25mila a 500mila euro per le aziende in crisi di liquidità che hanno crediti insoluti. Un fondo che però, a detta dell’assessore allo Sviluppo economico Marialuisa Coppola, sta trovando da parte delle banche un appoggio troppo timido, se non una vera e propria ostilità: “La Regione – ha dichiarato – ha attuato uno sforzo che tutti hanno compreso e apprezzato, ma non ho avuto la sensazione di sostegno condiviso da parte degli istituti bancari e dai confidi. Forse giochiamo una partita diversa, ma qui non c’è chi vince e chi perde: perde il Veneto“.

E dire che l’accoglienza freddina è arrivata proprio da quegli istituti che siedono nella finanziaria regionale, mica da dei marziani. Gente, insomma, che le realtà e le problematiche del territorio, specialmente quelle produttive, le dovrebbe avere presenti eccome. E invece nisba. Vero che in questo periodo di vacche magre le banche fanno la parte di quelle che non possono, più che non vogliono, ma è anche vero che nelle ultime settimane la Bce è stata tutt’altro che tirchia nei loro confronti, vendendo denaro a tassi scandalosamente bassi per fare in modo che questo denaro finisse in circolo a dare fiato a imprese e famiglie. Dove è finito allora, se le banche dicono di non averne? Intanto la gente continua ad appendersi alle travi e le tasse continuano a salire, sia per le famiglie che per le imprese.

Per fortuna, però, le banche venete non sono del tutto sorde ai campanelli di allarme. Banca Antonveneta e Confindustria Padova hanno infatti firmato un accordo che offre alle imprese associate la possibilità di cedere alla banca, anche a titolo definitivo, i crediti certificati verso la PA, in modo da acquisire subito liquidità. Una iniziativa che nella direzione di alcune analoghe già assunte in altri Paesi europei e che dovrebbe (almeno, in un mondo perfetto…) ispirare idee analoghe anche al nostro governo. In più, Antonveneta ha stanziato un plafond di 50 milioni da utilizzare anche per sostenere piani di ristrutturazione finanziaria e di capitalizzazione aziendale, coprire nuovi investimenti e sostenere l’export. Una goccia nel mare, ma da qualche parte bisogna pur cominciare…

http://www.infoiva.com/2012/03/morire-dimpresa-noi-non-ci-stiamo.html

Nuovo contributo alle imprese per la Regione Veneto

Regione Veneto e Cassa Depositi e Prestiti stanno per attivare un Fondo di rotazione regionale per il sostegno delle imprese e degli investimenti in ricerca, per un totale di 197 milioni di Euro, sui quali verranno applicate vantaggiose agevolazioni.

Ciò è stato possibile grazie ad un protocollo di intesa che la giunta veneta, nella persona di Isi Coppola, assessore all’economia, ha approvato ed è in attesa di essere sottoscritto.

Grazie a questo fondo, si potrà disporre di una “provvista” a costo agevolato presso banche e società di leasing convenzionate per finanziamenti a medio-lungo termine, con rimborso previsto entro 15 anni. Questi finanziamenti saranno erogati per permettere alle imprese investimenti produttivi e progetti legati alla ricerca e all’innovazione.

Coppola ha così commentato: “ La Legge Finanziaria nazionale ha esteso l’ambito di operatività del FRI, attivo presso la Cassa Depositi e Prestiti dal 2006, agli interventi previsti da leggi regionali di agevolazione o conferiti alle Regioni, per gli investimenti produttivi e per la ricerca. Lo scorso aprile, con un decreto interministeriale, è stato adottato l’atto di indirizzo per l’attuazione di questa strumentazione finanziaria, dando il via, dopo lunghe attese, alla fase operativa. Le risorse complessivamente a disposizione, pari a 1,75 miliardi di euro, sono state suddivise tra le Regioni con i medesimi parametri del “Fondo Unico per le Imprese” e per il Veneto sono utilizzabili oltre 197 milioni

Una buona notizia, dunque.

Vera Moretti

Piemonte: 17 milioni di euro per progetti di apprendistato

L’assessore al Lavoro della Regione Piemonte, Claudia Porchietto ha annunciato nei giorni scorsi che “La Regione Piemonte ha stanziato oltre 17milioni di euro alle Province a copertura della domanda formativa in apprendistato professionalizzante“.

Si tratta – ha spiegato l’esponente della giunta Cota – di un pagamento che coprirà pressoché al 100% la formazione in apprendistato sia per i corsi di prima annualità, neo assunti, come per quelli della seconda. Nello specifico andremo a rispondere alle esigenze degli oltre 15mila apprendisti assunti in questi primi mesi dell’anno, oltre a quelli che già da un anno lavorano in imprese piemontesi“.

Per quanto riguarda la copertura 14 milioni di euro erano già previsti a bilancio regionale, i restanti 3,5 derivano da economie nella gestione delle risorse già a disposizione delle singole province.

In arrivo 500 milioni di euro per le imprese lombarde

La Banca Europea per gli Investimenti ha approvato un piano di finanziamento per le Pmi della regione Lombardia per un ammontare complessivo di 500 milioni di euro. Sarà Finlombarda, la finanziaria della Regione Lombardia specializzata nel finanziamento delle piccole e medie imprese (Pmi) regionali a gestire i finanziamenti. Marco Nicolai, presidente del Cdg di Finlombarda in occasione della conferenza stampa ha così commentato: “500 mln per dare liquiditaà alle imprese con priorita’ all’attrattivita’ degli investimenti e alle reti di impresa: con questo affidamento l’apporto finanziario di Regione Lombardia, Finlombarda e banche a favore del sistema produttivo locale supera i 2,2 mld”.

200 milioni di euro andranno a Finlombarda per il sostegno alle Pmi, mentre altri 300 milioni saranno erogati alle piccole e medie imprese coinvolgendo gli istituti di credito. La Regione Lombardia ha anche comunicato che finanzierà ulteriori 23 milioni di euro al fine ridurre a zero gli interessi applicati sui finanziamenti.