Legge di Stabilità e bonus fiscale per auto aziendali

Abbiamo visto nei giorni scorsi come, tra le misure legate alla Legge di Stabilità 2016, vi è anche il maxi ammortamento sull’acquisto di macchinari. È bene ricordare che all’interno di questa casistica rientrano anche le auto aziendali e quelle per i liberi professionisti.

Un bonus che potrebbe essere utile a incentivare nel nostro Paese l’acquisto di auto nuove, frenato, negli anni, oltre che dalle difficoltà indotte dalla crisi economica, anche dalla fiscalità opprimente che colpisce i possessori di automobili. Forse questo della Legge di Stabilità 2016 potrebbe essere un primo segnale di svolta.

Il bonus fiscale in questione è contenuto nell’articolo 8 della Legge di Stabilità e prevede, come per gli altri macchinari, che anche per le auto acquistate da aziende e professionisti tra il 15 ottobre 2015 e il 31 dicembre 2016 vi sia un incentivo che di fatto, è una maggiorazione del costo d’acquisto del 40% ai fini del calcolo della deducibilità attraverso l’ammortamento

Con questa misura inserita in Legge di Stabilità, il limite di costo fiscalmente rilevante per le auto aziendali acquistate in leasing (non a noleggio) passerà dagli attuali 18.076 euro a 25.306 euro (+40%). Rimane al 20% la percentuale di deducibilità del costo.

Per gli agenti di commercio, invece, la soglia massima di costo fiscalmente rilevante passerebbe dagli attuali 25.823 euro a 36.152 euro, con una percentuale di deducibilità dell’80%. Idem per le auto delle flotte aziendali date in uso anche promiscuo ai dipendenti, deducibili al 70% senza soglie di costo fiscalmente rilevanti.

Auto aziendali e noleggio a lungo termine

Piccoli imprenditori e professionisti sono due categorie che hanno potenzialmente un grande interesse verso le soluzioni del noleggio a lungo termine per le loro auto. Ecco perché dovrebbero guardare con attenzione a un evento in programma il prossimo 2 e 3 ottobre.

Si tratta di “Auto Aziendali in Pista”, evento dedicato al business delle flotte aziendali organizzato da Quattroruote, previsto sul circuito di Vairano di Vidigulfo, in provincia di Pavia, durante il quale faranno il loro debutto diversi nuovi modelli dedicati a professionisti e piccoli imprenditori.

L’occasione sarà anche buona per fare il punto sulla situazione di domanda e offerta nel mercato delle auto aziendali, con un focus sul noleggio a lungo termine e le modalità di accesso, per piccoli imprenditori, artigiani, liberi professionisti e aziende, grazie a uno dei partner dell’evento, Leasys, società di noleggio a lungo termine.

Sarà infatti attivo durante la manifestazione lo “Sportello del Noleggio a Lungo Termine” per illustrare le caratteristiche del noleggio: dalla scelta delle auto, al regime fiscale, alla convenienza per i diversi target di clienti.

Venerdì 2 ottobre sarà una giornata dedicata ai fleet manager che, oltre ai test drive, potranno approfondire in workshop dedicati i temi più attuali relativi al noleggio a lungo termine per le aziende, oltre a conoscere le novità delle case costruttrici.

Sabato 3 ottobre toccherà ai professionisti, possessori di partita IVA, artigiani e titolari di piccole imprese avere a disposizione gli ingegneri e i collaudatori di Quattroruote, con oltre 100 modelli di auto disponibili per il test drive.

Per informazioni e iscrizioni, cliccare qui.

Bollo auto in leasing: chi lo paga?

È da poco entrata in vigore una novità relativa al bollo auto per i veicoli in leasing. In sostanza, secondo la nuova norma contenuta nel decreto enti locali prevede che il soggetto tenuto al pagamento della tassa automobilistica (o bollo auto) debba essere l’utilizzatore a titolo di leasing del veicolo.

La norma sul bollo auto è contenuta appunto nel decreto enti locali, che racchiude diverse realtà, dalla sanità al codice della strada. Questa norma, di fatto, è una proposta interpretativa inserita sotto forma di emendamento durante la discussione parlamentare sulla conversione del decreto, che spiega come la tassa sia dovuta principalmente dall’utilizzatore, con eccezione del pagamento cumulativo della società coinvolta nel leasing.

Assilea, l’associazione italiana leasing, ha detto la sua sul pagamento del bollo auto, sottolineando che, sull’argomento, ritiene vi siano due opzioni: o il bollo auto deve essere pagato direttamente dall’utilizzatore a titolo di leasing, oppure deve essere saldato dalla società di leasing stessa, in nome e per conto dell’utilizzatore finale.

Oltre alle novità di cui sopra, il decreto definisce anche la competenza e il gettito fiscale derivanti dal pagamento del bollo auto: essi rimangono in capo al domicilio e alla residenza fiscale dell’utilizzatore dell’auto.

Auto aziendali e imprese italiane

Che rapporto hanno aziende e dipendenti con le auto aziendali e in che direzione va, in Italia, il mondo delle flotte di proprietà? A queste domande ha provato a rispondere LeasePlan attraverso un sondaggio effettuato su aziende italiane con veicoli di proprietà.

L’indagine di LeasePlan sulle auto aziendali è stata erogata a marzo 2015 ad aziende con flotta superiore alle 10 unità. Alla fine hanno aderito 112 società i cui dipendenti hanno risposto in forma anonima alle domande sottoposte.

Il questionario sulle auto aziendali è stato suddiviso da LeasePlan in 8 aree: car sharing, percezione e ruolo della flotta, car policy, modalità di gestione, controllo dei costi, consumi ed emissioni, telematica e infomobilità, sicurezza.

I principali obiettivi che le aziende si attendono dalla loro flotta di auto aziendali, secondo quanto emerso dai risultati del sondaggio, sono la riduzione del costo totale (73,1%), la riduzione del costo di acquisto dei veicoli (61,5%), la sicurezza di chi utilizza le auto aziendali (47,1%), la riduzione di emissioni e consumi (46,2%). Infatti, i risultati del sondaggio hanno messo in luce l’utilizzo in larga parte lavorativo dei veicoli di proprietà (90,5%) rispetto a quello motivazionale per i dipendenti (23,8%).

Entrando nel dettaglio delle aree in cui era suddiviso il sondaggio, quello che ha colpito gli analisti di LeasePlan è stato soprattutto il fatto che, a fronte di tre quarti delle aziende che ritiene utile l’impiego della telematica per il controllo in tempi reale delle auto aziendali, circa la metà dei rispondenti al questionario ha sostenuto di non ritenerla prioritaria per la gestione della propria flotta aziendale.

Auto aziendale, meglio se è piccola

L’ auto aziendale? La voglio piccola, la voglio bianca. Questi, almeno, sono i desiderata della clientela italiana in fatto di auto aziendale secondo un’indagine condotta dall’osservatorio LeasePlan Mobility Monitor e dall’istituto di ricerca internazionale TNS. L’indagine è stata realizzata su un campione di guidatori di auto a noleggio a lungo termine appartenenti a 20 Paesi diversi.

Ebbene, dall’indagine emerge che il 13% degli italiani che attualmente guida un’ auto aziendale a noleggio di piccole dimensioni vorrebbe continuare a condurre un’auto compatta anche nei prossimi anni. Il 20% di loro si è persino detto interessato a sostituire la propria auto aziendale con una più piccola, una volta scaduto il leasing. È del 29%, invece, la quota degli intervistati ai quali l’auto piccola non interessa.

C’è poi l’aspetto del colore. In questo caso il bianco straccia la concorrenza con il 29% delle preferenze, seguito dal grigio (26%) e dal nero e dal blu, entrambi con un 10% di preferenze. Chiudono la graduatoria il rosso (6%), che per il suo retaggio racing mal si concilia con una clientela business, e il marrone (1%).

In sostanza, quindi, gli automobilisti italiani scelgono la propria auto aziendale soprattutto in base alle dimensioni (38%), dopo le quali viene l’aspetto (34%), seguito dai valori di emissione di Co2 e dalle performance motoristiche. E la marca? È un fattore molto residuale nella scelta della propria auto aziendale, dal momento che nella maggior parte dei casi (73%) l’utilizzatore finale può scegliere in un elenco chiuso di case fornito dall’azienda, azienda che 33% dei casi prenderà poi la decisione finale di acquisto. A conti fatti, solo l’11% dei guidatori può scegliere l’ auto aziendale della marca preferita. Poco male… l’importante è che sia piccola e bianca.

Mercato auto, flotte aziendali e noleggio a lungo termine

Il mercato auto in Europa ha chiuso il 2014 a +5,4%, il primo rialzo in sei anni, e in Italia a +4,2%. E il mercato auto in Italia a gennaio 2015 ha fatto il botto, con un +10,9% anno su anno che ha provato a scuotere anche i pessimisti e i diffidenti più incalliti.

Numeri importanti, dei quali torneremo a occuparci nei prossimi giorni e nei quali vi sono alcune voci che, per imprese e professionisti, vale la pena di approfondire perché estremamente importanti per la peculiare visione che essi hanno del mercato auto.

Parliamo delle auto aziendali, la cui importanza sul mercato auto è cresciuta negli ultimi anni parallelamente alla decrescita della clientela consumer. Dall’altro lato, però, il regime fiscale che grava sulle aziende per la gestione delle flotte continua ad essere piuttosto punitivo e disincentivante per le aziende stesse. Nonostante questo, però, le auto aziendali e il noleggio a lungo termine continuano a rafforzare la loro presenza sul mercato auto.

Le grandi aziende impiegano sempre di più dei top manager alla guida della loro divisione flotte, i professionisti scelgono sempre più spesso la formula del noleggio a lungo termine rispetto a quella del leasing e le case automobilistiche aumentano l’offerta di veicoli sempre meno potenti e meno inquinanti, facendo crescere contestualmente la quota di veicoli destinati al mercato auto del noleggio.

Giusto per fare qualche numero, tra il 2013 e il 2014 Citroen ha raddoppiato le proprie auto destinate al canale noleggio, dal 10 al 20%; Fiat è passata dal 26 al 32%, mentre meno contenuti sono stati gli aumenti di Renault (dal 19 al 21%) e di Peugeot (dal 21 al 22%). Buoni risultati anche per le tedesche Bmw e Audi, mentre l’altra teutonica Mercedes ha diminuito le proprie vetture destinate al mercato auto del noleggio dal 28 al 26%.

Per chiudere, nel settore business del mercato auto va rilevata la crescita sostenuta in termini di valore registrata dalle vendite al canale aziende nel 2014: 4,94 miliardi per il noleggio (+13,5% sul 2013) e 4,86 miliardi per le società (+3,3%), rispetto a una modesta crescita del 2% delle vendite a privati.

Insomma, se non fosse per la solita fiscalità oppressiva, il mercato auto delle flotte aziendali e dei veicoli per professionisti potrebbe essere un volano assai più importante nella ripresa delle vendite a livello nazionale. Ma si sa, al Fisco interessa solo una cosa: pochi, maledetti e subito. Ragionare in prospettiva è uno sforzo troppo grande.

Flotte aziendali, a marzo l’evento per i fleet manager

La figura del fleet manager, ovvero di colui che acquisisce e gestisce le flotte aziendali, è sempre più diffusa nelle aziende italiane anche medie e piccole. È una figura che ha bisogno di un aggiornamento costante e proprio per questo si svolgerà l’11 marzo 2015 al Palazzo del Ghiaccio di Milano la quinta edizione di Fleet Manager Academy.

L’evento destinato ai gestori delle flotte aziendali prevede diversi convegni, con tre seminari di formazione sulla gestione tecnica e il monitoraggio delle auto delle flotte aziendali, sul protocollo per la revisione della car policy aziendale e sullo stato dell’arte sull’obbligo di registrazione degli utilizzatori sulla carta di circolazione. In altri tre seminari si affronteranno i temi dell’evoluzione del rapporto tra concessionari e flotte aziendali, dell’innovazione nelle aziende e nella mobilità e dei risultati di un’indagine sulla gestione delle flotte aziendali, svolta su un campione significativo di aziende lombarde.

Durante l’edizione 2015 di Fleet manager Academy sarà anche attivo uno sportello di consulenza gratuito per informare sulla professione di fleet manager e sulle prospettive di sviluppo di carriera. Alla quinta edizione di Fleet Manager Academy offrono il proprio patrocinio gratuito la rivista Auto Aziendali Magazine e l’Aiaga (Associazione Italiana Acquirenti e Gestori di Auto Aziendali). I fleet manager e i gestori delle flotte aziendali delle Pmi si posso registrare online alla pagina http://www.autoaziendalimagazine.it/fleet-manager-academy-milano-2015-modulo-iscrizione/.

Un pieno di vantaggi con Carta voil@’

Nelle scorse settimane vi abbiamo introdotto nel mondo delle carte petrolifere, uno strumento utile che, dopo essere stato per molto tempo appannaggio di grandi aziende con grandi flotte, ora si trasforma ed entra nel portafogli di piccoli imprenditori, professionisti, possessori di partita Iva.

Un segmento di clientela molto attraente per le compagnie petrolifere, che hanno infatti pensato di realizzare prodotti studiati per chi utilizza auto o veicoli commerciali per lavoro e, spesso, è una ditta individuale.

Uno di questi prodotti è Carta voil@’ di TotalErg, della quale abbiamo già illustrato i vantaggi fiscali e che ci siamo fatti “raccontare” da un gestore della compagnia, che conosce bene la propria clientela, le sue esigenze e sa quanto questo strumento possa essere utile.

Pensiamo, quindi, che sia molto utile ricordare quali sono i vantaggi in termini di sconti e fidelizzazione per le aziende e i professionisti che sottoscrivono una  Carta voil@’ di TotalErg:

– sconto di 2 cent al litro sul prezzo esposto alla pompa nella stazione di servizio TotalErg scelta e associata alla Carta voil@’ dal cliente che la attiva (nelle altre stazioni di servizio TotalErg, il prezzo applicato è quello esposto alla pompa);
– plafond complessivo mensile di 1.200 euro, per tutte le carte associate a un’unica azienda o al professionista;
– richiesta massima di 3 carte, in modo da poter coprire più veicoli qualora l’azienda o il professionista abbiano un piccolo parco veicoli;
– eliminazione del contante e delle schede carburante all’atto del pagamento: il saldo avviene con addebito tramite RID bancaria;
– fatturazione mensile con dilazione di pagamento a 20 giorni data di emissione della fattura
– rendicontazione delle spese tramite fattura elettronica.

Per maggiori informazioni e per aderire, Carta voil@’.

Carta voil@’, il pieno è servito

Abbiamo visto nei giorni scorsi quali sono le carte petrolifere più diffuse in Italia. Una scelta, quella della carta petrolifera, vantaggiosa anche e soprattutto per chi ha una piccola impresa o è professionista a partita Iva: per questa tipologia di Clienti ci sono poche compagnie petrolifere che hanno pensato a prodotti ad hoc.

Una di queste è TotalErg, che propone la Carta  voil@’ per piccole aziende, Liberi Professionisti, possessori di Partita Iva.

La Carta voil@’ offre vantaggi immediati:

sconto di 2 cent/litro sul prezzo esposto alla pompa presso la Stazione di Servizio TotalErg scelta e associata alla Carta dal Cliente (prezzo esposto alla pompa sulle altre Stazioni di Servizio TotalErg); richiesta massima di 3 Carte ; plafond complessivo mensile di 1.200 euro, per tutte le carte associate a un’unica azienda o al professionista; eliminazione del contante e delle schede carburante con addebito tramite RID; fatturazione mensile con dilazione di pagamento a 20 giorni data fattura e rendicontazione delle spese tramite fattura elettronica.

Oltre a questi, anche i vantaggi fiscali che derivano a un professionista o a una piccola impresa dall’utilizzo di una carta petrolifera sono tanti, come conferma il Dott. Giovanni De Lorenzi, commercialista ed esperto contabile in Padova: “Le carte petrolifere consentono al soggetto che ha la partita Iva di evitare la compilazione della scheda carburante per la deducibilità del costo e la detraibilità dell’Iva. Con periodicità generalmente quindicinale, infatti, l’ente gestore della carta petrolifera emette la fattura relativa all’acquisto del carburante. Si tratta senz’altro di uno strumento molto più agevole rispetto alla scheda carburante, che deve essere compilata ogni volta che il soggetto con partita Iva deve fare rifornimento: si evitano errori nella somma degli importi e nello scorporo dell’Iva stessa“.

Uno strumento che offre maggior sicurezza anche in caso di verifiche fiscali: “Per l’Amministrazione Finanziaria – prosegue il dott. De Lorenzila fattura rappresenta un documento più attendibile rispetto alla scheda carburante, che può essere soggetta a false annotazioni di rifornimento“.

Tutto chiaro. Ma in che misura e con quali modalità il Professionista o la piccola impresa possono detrarre/dedurre Iva e costi dei rifornimenti effettuati? “La deducibilità del costo del carburante e la detraibilità dell’Iva – afferma il Dott. De Lorenzisono collegate all’utilizzo dell’automezzo come bene strumentale o  promiscuo nell’attività propria dell’impresa. Per un professionista o una piccola impresa le autovetture si considerano beni a uso promiscuo; pertanto la deducibilità dei costi inerenti all’autovettura e la detraibilità dell’Iva relativa è limitata, con percentuali che variano a seconda dei soggetti“.

Soggetti tutti, potenzialmente, utenti della Carta voil@’ di TotalErg. “Fino al 31 dicembre 2012 – dice il Dott. De Lorenzi, per un agente di commercio, con la logica che l’autovettura è dedicata prevalentemente all’attività lavorativa, i costi sono deducibili dal reddito per l’80% e l’Iva può essere detratta al 100%; per i liberi professionisti (ingegneri, geometri, architetti, avvocati, commercialisti…) i costi sono deducibili per il 25% e l’Iva può essere detratta per il 40%“.

Facciamo un esempio, per capire come funziona dal punto di vista pratico. “Un libero professionista – spiega De Lorenzimatura ricavi nell’anno 2012 per 10mila euro + 2100 di Iva e sostiene costi di acquisto per il carburante per 1000 euro + 210 di Iva. L’Iva sull’acquisto del carburante può essere detratta dall’Iva sulle vendite per 84 euro (210 x 40%). Il libero professionista, pertanto, versa allo Stato Iva per 2016 euro (2100 – 84). L’Iva sugli acquisti non detraibile, pari a 126 euro (210 – 84) diventa un costo che può essere dedotto dal reddito per la quota del 25%. I costi deducibili dal reddito ammontano a quindi 281,50 euro e sono dati da 250 euro (1000 x 25%) + 31,50 (126 x 25%). Il libero professionista paga così le imposte su un reddito di 9.718,50 euro (10mila – 281,50)”.

Oltre a essere pratica e vantaggiosa in termini di utilizzo, la Carta voil@’ di TotalErg è dunque un “pannello di controllo” fiscale per il Professionista e la piccola impresa, utile a tenere sotto controllo spese, detrazioni e deduzioni di una voce di costo importante quale quella di carburanti. E di questi tempi, non è cosa da poco.

Si ringrazia il dott. Giovanni De Lorenzi, dottore commercialista ed esperto contabile in Padova

Carte petrolifere, conosciamole meglio

Saremo anche in tempi di crisi nera, ma provate ad aprire il vostro portafogli: quante carte ci trovate? Ormai ne abbiamo di tutti i tipi: di credito, di debito, prepagate, revolving, fedeltà, servizi e, non ultime, le carte petrolifere, meglio conosciute come carte carburante.

Tecnicamente, una carta di pagamento petrolifera è una carta che può essere utilizzata dal titolare per pagare i rifornimenti effettuati nelle stazioni di servizio della società petrolifera convenzionata che l’ha emessa. Se abilitata dalla società, la carta può essere utilizzata anche per acquistare lubrificanti, accessori e servizi, sempre nelle stazioni convenzionate.

Diffuse ormai da parecchi anni in Italia come altrove, le carte petrolifere sono utilizzate specialmente dalle grandi aziende che hanno a disposizione flotte di medio-grandi dimensioni, ma si stanno anche “specializzando” progressivamente verso una clientela fatta di professionisti e piccoli imprenditori. Hanno poco alla volta soppiantato le vecchie schede carburante, meno pratiche nella gestione immediata e per la rendicontazione a fine mese. L’utilizzo delle carte petrolifere è molto utile perché consente la detrazione dell’Iva e la deduzione fiscale del costo dal reddito di imprese e professionisti nella misura forfettaria del 40%.

Tutte le maggiori compagnie petrolifere operanti in Italia emettono delle loro carte, anche se solo poche hanno a portafoglio delle soluzioni pensate per professionisti, artigiani, partitivisti e piccole imprese.

Eni, forte di una posizione di vantaggio sul mercato italiano che le deriva dalla storia e dal dimensionamento, emette quattro carte petrolifere, o meglio, una che si fa in due (la classica Multicard, destinata in una versione ai truck e nell’altra alle flotte leggere), una destinata a chi possiede una flotta di mezzi pesanti e una per chi ha partita Iva o usa l’auto o il furgone per lavoro.

TotalErg ha anch’essa a portafoglio una carta destinata alle piccole aziende e ai liberi professionisti possessori di partita Iva (Voil@) e una destinata alle flotte aziendali (TotalErg Card).

Shell suddivide invece la propria offerta tra una carta euroShell Card per le piccole aziende locali, una per auto e furgoni e una terza per camion e bus.

Q8 propone invece Cartissima Q8, studiata per le aziende che operano nel mondo del trasporto o che hanno in gestione flotte aziendali che totalizzano un consumo mensile non inferiore ai 1000 litri.

CartaMaxima di Api IP di rivolge invece alle aziende di trasporto conto terzi e conto proprio, leasing, autobus e flotte auto.

Essocard di Esso è disponibile per aziende e imprese che totalizzano consumi complessivi superiori ai 2000 litri annui.

Tamoil ha a portafoglio mycard Tamoil Corporate, a disposizione della flotta aziendale e di tutta la clientela commerciale dell’azienda.

L’ampiezza dell’offerta che le compagnie propongono è un segnale di quanto le carte petrolifere siano importanti nella loro strategia commerciale. Strette tra un’opinione pubblica che, spesso, non ha ben chiaro il loro ruolo nella determinazione (specialmente al rialzo) dei prezzi dei carburanti, e una crisi dei consumi che spinge gli italiani a usare sempre meno l’auto a beneficio di mezzi di trasporto alternativi, le compagnie puntano, con le carte petrolifere destinate alle imprese, a intercettare un segmento di clientela che dell’auto o del furgone non può fare a meno perché ci lavora, ci vive. Lo fanno offrendo uno strumento pratico e di facile utilizzo e collegandolo a vantaggi tangibili come sconti alla pompa, detrazioni e deduzioni fiscali: un modo per fare business aiutando l’economia.