Supporto Formazione e Lavoro, istruzioni per l’iscrizione in piattaforma

L’Inps con la circolare 77 del 29 agosto ha reso noto che dal 1° settembre 2023 sarà attiva la piattaforma per l’iscrizione al sistema Supporto Formazione e Lavoro. Nella circolare indica anche i requisiti per potersi iscrivere e le modalità per farlo.

Chi può iscriversi al sistema Supporto Formazione e lavoro? Requisiti

Possono iscriversi alla piattaforma Supporto Formazione e lavoro i cittadini di età compresa tra 18 e 59 anni di età che abbiano un Isee inferiore a 6.000 euro e risultino occupabili al momento della presentazione della domanda.

Si tratta di persone che non possono percepire il reddito di inclusione, ricordiamo che questo è riservato ai nuclei familiari in cui siano presenti minori, persone con invalidità riconosciuta o con un sessantenne.

La domanda può essere presentata autonomamente utilizzando la piattaforma Inps oppure attraverso i patronati.

Coloro che si iscrivono devono essere indirizzati dall’Inps verso percorsi di formazione della durata massima di 12 mesi. Per la durata del corso ricevono un supporto economico di 350 euro mensili. Questa misura sostituisce il reddito di cittadinanza.

Cosa prevede il Supporto Formazione e Lavoro?

Il Supporto alla Formazione e Lavoro prevede la partecipazione ad attività di formazione, qualificazione e riqualificazione professionale, orientamento e accompagnamento al lavoro, da svolgere tramite l’apposita piattaforma SIISL (Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa).

La circolare sottolinea che dopo aver presentato istanza per partecipare ai percorsi previsti dal sistema di Supporto Formazione e Lavoro, deve essere compilato il PAD ( Patto di Attivazione Digitale) nella compilazione devono essere fornite informazioni necessarie per la presa in carico e devono essere individuate 3 agenzie per il lavoro o altri enti autorizzati all’attività di intermediazione per l’attivazione al lavoro e per la sottoscrizione del patto di servizio personalizzato.

Chi chiede l’accesso al supporto Formazione e lavoro deve impegnarsi anche a sottoscrivere la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro (DID) e recarsi presso il centro per l’impiego per la stipula del patto di servizio personalizzato. Nel caso in cui un patto di servizio sia stato già sottoscritto in passato, lo stesso viene semplicemente aggiornato o integrato.

Completata questa procedura il “lavoratore” può essere contattato per offerte di lavoro, servizi di accompagnamento al lavoro o essere inseriti in piani di formazione. Attraverso la piattaforma l’utente può anche selezionare autonomamente dei percorsi di formazione ai quali vuole partecipare.

A cosa prestare attenzione

Occorre prestare molta attenzione alle procedure previste, infatti l’Inps nella circolare 77 del 29 agosto 2023 sottolinea che l’adesione alle misure di formazione e di attivazione lavorativa indicate nel patto deve essere confermata ai servizi competenti, almeno ogni 90 giorni in caso di mancato adempimento vi è la sospensione del beneficio.

Chi riceve le prestazioni previste dal percorso di Supporto Formazione e lavoro è tenuto ad accettare la prima offerta di lavoro congrua.

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INPS, arriva il Supporto Formazione e Lavoro per 12 mesi

Nuova Sabatini 4.0, in arrivo nuove risorse

Il sottosegretario al ministero delle Imprese e al Made in Italy, Massimo Bitonci, intervenuto al Forum dei Commercialisti e degli Esperti Contabili, ha sottolineato che sono in arrivo i fondi per la Nuova Sabatini Formazione 4.0. Ecco chi potrà ottenere le agevolazioni.

Nuova Sabatini 4.0: occorrono nuove regole per semplificare l’accesso

Il Forum dei Commercialisti e degli Esperti Contabili è sempre un’occasione di incontro importante e mette a disposizione innumerevoli spunti. La prima cosa sottolineata da Massimo Bitonci  nel suo intervento è che, in uno scenario di crescita delle imprese, è necessario rivedere la disciplina della Nuova Sabatini in modo che non insorgano più controversie con l’Agenzia delle Entrate. Vi devono quindi essere regole semplici che non abbiano bisogno di interpretazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Questa dichiarazione va nella stessa direzione indicata da Maurizio Leo, sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze che nell’introdurre la riforma fiscale ha sottolineato che vi è bisogno di semplificare e ridurre il ricorso a istanze di interpello.

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Credito di imposta per la formazione dei dipendenti

Le imprese che vogliono innovare potranno continuare quindi a usufruire del riconoscimento di un credito di imposta per le imprese che decidono di portare innovazione al loro interno attraverso un adeguato piano di formazione. Le spese agevolabili sono:

  • costi del personale relativo alle ore di formazione 4.0;
  • spese connesse al progetto di formazione, ad esempio spese di viaggio, spese per i formatori, materiali comunque connessi alla formazione stessa;
  • esborsi a titolo di consulenza;
  • spese indirette relative al progetto di formazione.

Per potersi avvalere del credito di imposta è necessario indicarlo nella dichiarazione dei redditi inerente al periodo in cui la spesa è stata sostenuta, ad esempio nella dichiarazione 2023 per le spese sostenute nel 2022, e negli esercizi successivi fino alla completa copertura del credito di imposta maturato. Il credito di imposta può essere fatto valere esclusivamente a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello di sostenimento delle spese ammissibili utilizzando i modello F24, generalmente utilizzato per la compensazione dei crediti di imposta.

Nuova Sabatini 4.0 e green: arrivano nuovi fondi

Il sottosegretario Bitonci ha annunciato lo stanziamento dei fondi per la Nuova Sabatini a partire dal mese di marzo 2023.

La Nuova Sabatini prevede il riconoscimento del credito di imposta per l’acquisto o il leasing di nuovi macchinari dotati di tecnologia 4.0. Tra i “macchinari” agevolabili vi sono anche software, hardware, beni strumentali, attrezzature. Questi devono però incidere sulla produzione andandola a migliorare, inoltre la legge di bilancio 2020 ha previsto una specifica dotazione finanziaria volta ad agevolare gli investimenti in tecnologie green, cioè capaci di ridurre l’impatto ambientale della produzione. Per tali operazioni la domanda può essere presentata a partire dal 1° gennaio 2023 dalle PMI (Piccole e Medie Imprese).

Si ottiene un contributo in conto impianti determinato in misura pari al valore degli interessi calcolati, in via convenzionale, su un finanziamento della durata di cinque anni e di importo uguale all’investimento ad un tasso d’interesse annuo pari al 3,575 per cento.

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Nuovo bonus formazione 4.0, il credito di imposta arriva al 70%

Aumenta la percentuale del credito di imposta per il nuovo bonus formazione 4.0. L’aliquota applicata alle spese ammissibili può arrivare al 70% nel caso delle piccole imprese e al 50% per le aziende di media grandezza. Ammesse al credito di imposta sono le imprese che sostengano spese per la formazione nei settori delle vendite e del marketing, dell’informatica e delle tecniche e tecnologie della produzione. La formazione dovrà essere effettuata da enti qualificati che siano al di fuori del contesto dell’impresa utilizzatrice. Il nuovo regime di aiuti e di crediti di imposta per le imprese è stato delineato dal decreto legge numero 50 del 2022, il cosiddetto “decreto Aiuti”.

Credito di imposta alle imprese per le attività di formazione 4.0: i riferimenti normativi

L’obiettivo del provvedimento è quello di incentivare la formazione e la valorizzazione del fattore umano all’interno delle imprese. La formazione deve essere certificata dalle attività svolte al fine di incrementare la competenza professionale degli addetti, soprattutto in ambito tecnologico e dei processi produttivi. Le nuove aliquote del credito di imposta maggiorate al 70% per le piccole imprese e al 50% per le medie imprese si applicano per i progetti formativi e le relative spese sostenute in data posteriore al 18 maggio scorso. Il provvedimento, attualmente all’esame della Corte dei conti, entrerà in vigore successivamente alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale.

Bonus formazione 4.0, quali sono le aliquote del credito di imposta spettante alle imprese?

Le novità del nuovo bonus formazione 4.0 sono contenute nel comma 1, dell’articolo 50, del decreto legge numero 50 del 2022. In particolare, il provvedimento contiene le disposizioni normativi per applicare le percentuali maggiorate del credito di imposta spettante alle imprese per la formazione 4.0 dei propri dipendenti. Pertanto, il ministero per lo Sviluppo economico (Mise) ha disposto che:

  • il credito di imposta passi dal precedente 50% al 70% delle spese ammissibili per le imprese piccole. Il limite delle spese all’anno è pari a 300 mila euro;
  • il bonus per la formazione 4.0 passi dal 40% al 50% per le imprese di media grandezza. Il limite delle spese all’anno è pari a 250 mila euro;
  • le imprese di grandi dimensioni il bonus spettante è pari al 30% delle spese sostenute fino al tetto di 250 mila euro all’anno, come già previsto dal decreto legge numero 50 del 2022.

Chi deve fornire la formazione 4.0 ai dipendenti delle piccole e medie imprese?

La formazione ai dipendenti delle imprese deve essere fornita da enti qualificati che siano esterni all’impresa fruitrice del credito di imposta. Pertanto, i soggetti ammissibili alla formazione sono quelli elencati:

  • al comma 6, dell’articolo 3, del decreto ministeriale del 4 maggio 2018, con integrazione del comma 213 dell’articolo 1, della legge numero 160 del 2019;
  • dai centri di formazione e di alta specializzazione elencati dal comma 115, dell’articolo 1, della legge numero 232 del 2016. Tra questi ultimi si ritrovano gli European Digial Innovation Hub (Edih).

Quali sono le attività formative ammesse al credito di imposta 4.0 delle imprese per la formazione?

Le attività di formazione 4.0 ammesse al credito di imposta delle imprese oggetto di maggiorazione dell’aliquota devono comprendere l’accertamento del livello di conoscenze di base di chi riceva la formazione. Inoltre, tutte le attività formative dovranno avere una durata di almeno 24 ore. È previsto, ai fini del completamento della formazione e dell’ottenimento della maggiorazione del credito di imposta, un esame finale che attesti le qualità e le competenze acquisite durante il periodo di formazione. Per la valutazione di dipendenti che seguano i corsi di formazione 4.0 sono stati inoltre introdotti parametri determinati ai fini della misurazione dei risultati ottenute e delle competenze acquisite. Le lezioni, infine, possono essere svolte anche a distanza, nella modalità e-learning.

Credito di imposta del 100% per le imprese che finanziano la formazione manageriale

È stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il decreto del ministero dell’Università e della Ricerca che prevede il credito di imposta fino al 100% per le imprese che finanziano la formazione dei futuri giovani manager al fine di inserirli nel sistema produttivo. Non vi sono limiti per la richiesta delle imprese ai contributi: sono ammesse tutte le realtà aziendali, a prescindere dalla forma giuridica, dal regime contabile e dal settore economico nel quale svolgono la propria attività. I tempi sono stretti: gli enti di formazione (università e scuole) dovranno presentare domanda di accreditamento al Mur entro il 28 febbraio 2022.

Credito di imposta fino al 100% per imprese che finanziano la formazione dei giovani: i riferimenti normativi

Il credito di imposta per la formazione manageriale dei giovani è riportato nella Gazzetta Ufficiale numero 33 del 9 febbraio 2022. La misura è prevista dal decreto del ministero dell’Università e della Ricerca del 19 novembre 2021. Il provvedimento del Mur va a sostenere gli investimenti delle imprese nel capitale umano nei settori strategici dell’economia. L’obiettivo è quello di facilitare l’inserimento lavorativo dei giovani neolaureati. Il limite della spesa per la formazione di ciascuna impresa è fissato in 500 mila euro per il 2021 e altrettanti per il 2022.

Credito di imposta formazione giovani: quali attività sono finanziate?

Il credito di imposta a favore delle imprese che facilitano il percorso formativo e manageriale dei giovani al fine dell’ingresso nel mondo del lavoro finanzia specifiche attività di studio. Le attività devono essere istituite dalle università, sia pubbliche che private. Ammessi ai contributi anche i percorsi di studio promossi da istituti di formazione avanzata o dalle scuole di formazione manageriale. Criterio per l’ammissibilità ai contributi statali è il numero di crediti formativi universitari ottenibili attraverso il percorso di studi. Infatti, i crediti formativi devono essere pari ad almeno 60 (o 60 European credit transfer system) oppure un volume di ore di attività pari ad almeno 1.500.

Credito di imposta per la formazione manageriale, cosa dovranno fare le imprese?

Le imprese, per ottenere il credito di imposta, dovranno procedere con la comunicazione agli enti di formazione delle donazioni a favore della formazione manageriale dei giovani. Entro il 28 febbraio 2022 gli enti comunicheranno al ministero dell’Università e della Ricerca le donazioni ottenute nel 2021. Per l’anno 2023 le comunicazioni delle donazioni relative all’anno 2022 dovranno pervenire entro fine febbraio del prossimo anno. Il ministero dell’Università e della Ricerca controllerà le donazioni pervenute a favore della formazione manageriali. In altre parole, il Mur andrà a verificare la corrispondenza tra la donazione effettuata da ciascuna singola impresa e la destinazione formativa della stessa. Al termine, il ministero emetterà il decreto con l’elenco delle imprese ammesse al credito di imposta.

Quale credito di imposta per la formazione manageriale dei giovani?

Il contributo a favore delle imprese, sotto forma di credito di imposta, può essere riconosciuto nelle seguenti percentuali:

  • fino al 100% per le piccole e micro imprese;
  • del 90% per le imprese medie;
  • all’80% per le grandi imprese.

Se il volume di donazioni delle imprese per la formazione manageriale dovesse eccedere il limite dei 500 mila euro, il credito di imposta potrà essere corrisposto integralmente fino all’importo investito se le risorse disponibili risultassero capienti. In tal caso, per l’assegnazione integrale del credito, varrà l’ordine cronologico con il quale sono state presentate le domande.

Bonus formazione manageriale giovani, come si può utilizzare il bonus?

Il bonus per la formazione manageriale dei giovani può essere utilizzato solo in compensazione. L’utilizzo del credito di imposta, nel dettaglio, può avvenire a partire dal quindicesimo giorno susseguente a quelle nel quale sia stata comunicata all’impresa beneficiaria l’assegnazione del bonus stesso. Le aziende beneficiarie possono compensare il credito di imposta per l’importo riconosciuto dal ministero dell’Università e della Ricerca. In caso di eccesso nell’utilizzo, il Mur scarta la domanda presentata con il modello F24.

Contributi per la formazione: tre bandi Fondimpresa, in Lombardia avviso per imprese e professionisti

Tre bandi al via di Fondimpresa per la formazione aziendale. Gli asset di formazione strategica saranno tre e riguarderanno il green e il digitale, l’istruzione di base e le piccole imprese. In tutto le risorse stanziate per le competenze delle imprese e delle Pmi saranno pari a 75 milioni di euro. La formazione aziendale sarà inquadrata nella ripresa in atto e alla luce dei processi innovativi del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) che sta cambiando l’aspetto digitale e sostenibile del tessuto industriale.

Bando Fondimpresa, Avviso 1 del 2022: formazione a sostegno dell’innovazione digitale e tecnologica

Il primo bando è l’avviso 1 del 2022 e riguarda la formazione aziendale a sostegno dell’innovazione tecnologica e digitale di processo o di prodotto delle imprese. Per il primo avviso sono stati stanziati fondi per 20 milioni di euro. Si andranno a finanziare progetti per aumentare la competitività delle imprese sul mercato e la possibilità di acquisire, da parte del personale, nuove competenze. Competenze, queste ultime, ormai obsolete e da aggiornare soprattutto in merito alla trasformazione green, digitale e di transizione verso un’economia più sostenibile.

Fondimpresa, al via il bando sulle competenze di base del personale

Il secondo bando, contenuto nell’avviso numero 2 del 2022, riguarda le competenze di base del personale aziendale. Il totale dei fondi stanziati è di 40 milioni di euro. L’esigenza di fornire le giuste competenze si riscontra nei numeri. In Italia 13 milioni di adulti tra i 25 e i 64 anni, ha un livello di istruzione bassa. Si tratta di lavoratori che, tra 5 anni, faranno ancora parte dei settori lavorativi italiani. Da qui la necessità di aggiornare le competenze di base per rimanere competitivi sul mercato del lavoro.

Bando Fondimpresa sulle competenze di base, quali saranno le materie da trattare?

Il bando Fondimpresa sulle competenze di base investirà nella formazione dei dipendenti delle aziende in queste materie:

  • competenze alfabetiche e funzionali;
  • matematica e conoscenza delle scienze;
  • ingegneria e tecnologia;
  • competenze sociali, personali, di cittadinanza, espressioni culturali;
  • attitudini imprenditoriali e competenze digitali;
  • competenze multilinguistiche.

Avviso Fondimpresa 3/2021, la formazione per le piccole e medie imprese (Pmi)

L’ultimo bando di Fondimpresa attivo riguarda l’avviso aperto dello scorso anno numero (numero 3 del 2021). I fondi a disposizione per la formazione sono pari a 15 milioni di euro e andranno a vantaggio delle piccole e medie imprese per piani formativi aziendali e interaziendali. Ciascuna piccola impresa potrà beneficiare di processi formativi di importi compresi tra i 1.500 euro e i 10 mila euro. Le imprese, grazie a questo avviso, potranno adeguare la formazione dei dipendenti rispetto agli obblighi imposti dalla normativa.

Bando Regione Lombardia per la formazione continua: di cosa si tratta?

Bando aperto dal 27 gennaio scorso in Lombardia per la formazione continua a cura di Confprofessioni. Si tratta dell’avviso finalizzato a incrementare la formazione del capitale umano rispetto alle esigenze di aggiornamento inerenti l’internazionalizzazione delle imprese, la transizione digitale, la transizione ecologica e la sostenibilità ambientale, il turismo e gli eventi sul territorio della regione, e la competitività delle imprese.

Avviso Regione Lombardia per la formazione continua, chi può richiedere i contributi?

L’avviso rientra nel programma Por Fse del settennato 2014-2020 e prende il titolo di Avviso pubblico per l’assegnazione di voucher aziendali per interventi di formazione continua del 2022. Per la presentazione delle domande si raccomanda la procedura a sportello per corsi di formazione fino all’esaurimento dei fondi. La scadenza ultima sarà comunque il 15 ottobre prossimo. Il totale dei fondi è pari a 8,5 milioni di euro per il 2022. Il corso deve essere iniziato entro due mesi dalla concessione dei contributi a favore delle imprese, dei liberi professionisti anche in forma associata e dagli enti del terzo settore.

Fondo Nuove Competenze 2022: ANPAL riapre l’istruttoria. Beneficiari

Il Fondo Nuove Competenze 2022 ha l’obiettivo di fornire alle imprese finanziamenti per la formazione continua del personale. Il Fondo viene finanziato annualmente e si è in attesa del prossimo bando. Nel frattempo ci sono però buone notizie per le imprese che avevano presentato la domanda entro il 30 giugno del 2021 e non avevano ottenuto fondi per incapienza. Per queste aziende sono riaperti i termini per l’istruttoria e la valutazione.

Il Fondo Nuove Competenze 2022

Il Fondo Nuove Competenze nasce con l’obiettivo di aiutare le imprese ad affrontare le sfide nel mondo del lavoro post pandemia. Lo scopo è far in modo che le imprese siano competitive grazie alla presenza di personale altamente qualificato. Inoltre vengono tutelati i lavoratori dal rischio di ritrovarsi fuori dal mercato del lavoro a causa di una formazione datata e non rispondente alle esigenze attuali. Si inserisce in un complesso di azioni tese a rendere le aziende competitive e tenere sotto controllo la disoccupazione, affiancando il programma GOL (Garanzia Occupabilità Lavoratori) e il Piano Nazionale Nuove Competenze

Il 1° Febbraio 2022 l’ANPAL (Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro) a cui è affidata la gestione del Fondo Nuove Competenze ha reso noto che viene riaperta l’istruttoria per la formazione di circa 333 mila lavoratori per un numero di ore di formazione pari a 46.012.907. Potranno ancora accedere al Fondo Nuove Competenze 2022 circa 7.513 aziende. Ricordiamo che il fondo finanzia per ogni azienda fino a 250 ore di formazione e copre i costi dei corsi, contributi previdenziali e assistenziali e la retribuzione delle ore di lavoro impegnate in formazione.

Le risorse disponibili

L’articolo 2 del decreto del Commissario Straordinario di Anpal n° 27 del 1° febbraio sottolinea che le risorse disponibili per le nuove istruttorie sono:

  • 31.555.239,18 corrispondenti alle economie accertate rispetto alle somme stanziate inizialmente;
  • 100.000.000,00 con le risorse di cui all’art. 10-bis del decreto-legge 6 novembre 2021,n. 152
  • 499.842.317,18 a valere sulle risorse REACT EU confluite nel PON SPAO Asse 6 Interventi REACT EU”, Priorità di Investimento 13.i .

Nuovi termini per istruttoria e valutazione

La riapertura dell’istruttoria può però prevedere anche dei termini da rispettare per le imprese che avevano proposto la domanda per accedere al Fondo Nuove Competenze 2022. Dobbiamo ricordare che la riapertura prevede la fase di istruttoria e valutazione di domande inizialmente sospese quindi non vagliate.

Nel caso in cui l’ANPAL richieda delle integrazioni o chiarimenti rispetto all’istanza presentata, l’azienda ha un termine di 10 giorni per presentarle. Il mancato rispetto del termine comporta il rigetto dell’istanza. L’articolo 3 del decreto inoltre sottolinea che i termini di realizzazione dei percorsi di formazione/sviluppo possono essere prorogati una sola volta. La proroga può avere una durata massima di 180 giorni dalla data di approvazione della domanda.

L’articolo 3 ristabilisce anche i termini per la Richiesta di Saldo, questa deve essere presentata entro 60 giorni dalla conclusione delle attività di formazione.

Per i progetti già conclusi alla data del decreto, i termini per la presentazione della richiesta di saldo che inizialmente erano di 40 giorni, sono comunque aumentati di ulteriori 20 giorni e quindi sono ammesse all’iter di valutazione anche le domande presentate oltre i 40 giorni.

Nel caso in cui in seguito alla presentazione della Richiesta di Saldo, l’ANPAL richieda chiarimenti e precisazioni, il termine per presentare tali documenti è di 30 giorni.

Al termine del periodo di formazione, al fine di ottenere il riconoscimento dei crediti è necessario che l’ente che ha curato la formazione rilasci “certificazioni, ossia Documenti di trasparenza, Documenti di validazione e Certificati delle competenze rilasciati sulla base dei modelli di cui alle Linee Guida approvate con Decreto 5 gennaio 2021”.

Per saperne di più sul Fondo Nuove Competenze 2022, leggi l’articolo: Novità per le imprese: c’è il rifinanziamento del Fondo Nuove Competenze

Per informazioni sul programma GOL, leggi l’articolo: Cos’è il programma GOL, Garanzia Occupabilità Lavoratori.

Novità per le imprese: c’è il rifinanziamento del Fondo Nuove Competenze

Il Fondo Nuove Competenze è stato istituito la prima volta nel 2020 con il Decreto Rilancio e ha fornito alle aziende fondi per l’innovazione e in particolare per curare la formazione del personale. Con il decreto fiscale 2022 si provvede al rifinanziamento.

Cos’è il Fondo Nuove Competenze

Le imprese sanno quanto è importante curare la formazione dei dipendenti, ciò vale soprattutto per quelle che lavorano in settori in cui lo sviluppo è costante e si applicano le nuove tecnologie. Purtroppo la formazione per le imprese rappresenta un costo e questo non sempre è facile da sostenere, soprattutto in periodi di crisi come quello interessato dalla pandemia.

Per aiutare le aziende è previsto il Fondo Nuove Competenze che mira proprio a dare supporto alle aziende nella formazione del personale. Si tratta di uno stanziamento considerato afferente alle politiche attive per il lavoro. L’obiettivo è migliorare la produttività attraverso lo sviluppo di nuove competenze e protocolli più accurati. L’esigenza di istituire tale fondo è dovuta sopratutto a fatto che in Italia vi è una larga fetta di lavoratori che ha una bassa scolarizzazione e questo obbliga le aziende a dover assumere nuovo personale per stare al passo con i tempi.

Attraverso il fondo si aiutano le aziende ad avere manodopera specializzata e si sostiene la permanenza nel mondo del lavoro di soggetti che senza un’adeguata formazione sarebbero comunque difficili da ricollocare.

A quanto ammonta il rifinanziamento del Fondo Nuove Competenze?

Considerando il successo del bando precedente che ha visto il coinvolgimento di migliaia di lavoratori fin dalla prima edizione, si è deciso di finanziare nuovamente il progetto sebbene con risorse di poca entità rispetto al passato. Nella prima edizione il fondo ha avuto lo stanziamento di 1,5 miliardi di euro.  Il Fondo Nuove Competenze con il decreto fiscale ha un ammontare di 700 milioni di euro, di questi 200 milioni sono a copertura dei progetti già presentati, mentre 500 milioni sono destinati a nuovi progetti da finanziare nei prossimi due anni. Il Fondo consente alle imprese di finanziare attività di formazione all’interno dell’orario di lavoro e copre il costo dei corsi, i contributi previdenziali e assistenziali e le ore spese per la formazione e la copertura dell’orario di lavoro.

Il rifinanziamento è previsto nell’articolo 11 dell’emendamento 11.03 che prevede la copertura con 200 milioni di progetti già presentati, si tratta di quelli non rientrati nel bando scaduto a giugno 2021 e che in parte sono stati coperti, a partire dal 15 novembre 2021, con i fondi avanzati a causa di rinunce a tali fondi, perdite dei requisiti e sospensione a causa dei controlli effettuati, mentre una residua parte era rimasta scoperta. L’ANPAL, ha già fatto sapere che la procedura sarà riaperta appena la norma diventa definitiva. Per accedere a tali fondi quindi non sarà necessario presentare una nuova domanda.

Aziende: per presentare le istanze sarà necessario attendere il decreto attuativo

Per quanto riguarda invece la rimanente parte di 500 milioni di euro sarà destinata a progetti da presentare. In questo caso sarà necessario attendere il decreto attuativo del Ministero del Lavoro che stabilirà anche i criteri per l’accesso al beneficio. Il decreto del Ministero del Lavoro arriverà entro 60 giorni dalla conversione in legge del decreto fiscale, occorrerà quindi attendere ancora qualche mese per poter conoscere tutti i dettagli. In particolare nel decreto dovranno essere indicati gli oneri e i limiti del contributo, i requisiti che devono avere le aziende per poter accedere al Fondo Nuove Competenze e le caratteristiche dei progetto formativi.

E’ molto probabile che si darà la preferenza a progetti di imprese impegnate nella transizione ecologica, il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha già fatto sapere che i criteri saranno determinati con il metodo del dialogo sociale.

Anche per il prossimo biennio la gestione del Fondo Nuove Competenze sarà gestito da ANPAL (Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro) inoltre il finanziamento potrà valersi dei fondi REACT- EU ( Recovery Assistance for Cohesion and the Territories of Europe ) oltre al finanziamento attraverso il Fondo Sociale Europeo.

Piano Industria 4.0 e finanza agevolata. Benefici per le imprese

Il piano Industria 4.0 (ora denominato Piano Transizione 4.0) è gestito dal Ministero dello Sviluppo Economico ed è pensato per accompagnare quella che viene definita la Quarta Rivoluzione Industriale. Il piano prevede una serie di agevolazioni, incentivi e misure per lo sviluppo digitale delle imprese.

Perché viene elaborato il Piano Industria 4.0 (Piano Transizione 4.0)

In Italia oltre l’80% delle aziende non applica le nuove tecnologie, inoltre ritiene che la rivoluzione digitale sia molto lontana, questo costa in termini di competetitività e produttività, sebbene in molti non se ne rendano conto. Deve però essere anche ricordato che il tessuto economico dell’Italia è formato soprattutto da piccole e medie imprese e proprio per queste innovare diventa più difficile perché richiede investimenti anche importanti che non tutti possono sostenere. Per far fronte a questa importante sfida che può aiutare a restare nel mercato globale senza perdere artigianalità e produzione di elevata qualità in settori strategici, come possono essere il tessile o l’agroalimentare, c’è appunto in Piano Industria 4.0 che, come anticipato, consta di diverse misure. Ora possiamo vedere le principali.

Piano industria 4.0 e credito di imposta per acquisti di beni funzionali alla trasformazione tecnologica

La prima misura di cui parlare è il credito di imposta sui beni strumentali. Come precisato sul sito del Ministero per lo Sviluppo Economico, questo incentivo supporta e sostiene le imprese che decidono di investire in beni strumentali nuovi e allo stesso tempo funzionali alla trasformazione tecnologica. Hanno diritto a tale agevolazione tutte le imprese che entro il 31 dicembre 2022 abbiano effettuato acquisti di beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati, beni strumentali immateriali tecnologicamente avanzati (ad esempio software) e altri beni strumentali. Il beneficio si estende fino al 30 giugno 2023, ma a patto che entro il 31 dicembre 2022 l’azienda abbia fatto l’ordine dei beni, lo stesso risulti accettato dal venditore e l’impresa abbia versato un acconto almeno del 20%.

Le percentuali per il credito di imposta variano in base all’anno in cui è stato effettuato l’acquisto e in base alla tipologia di bene acquistato. In particolare per i beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati (ad esempio un nuovo macchiario) è previsto per il 2021 il credito di imposta pari a:

  • 50% per investimenti di ammontare fino a 2,5 milioni di euro;
  • 30% per investimenti superiori a 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro;
  • 10% per investimenti con quote ammissibili da 10 milioni di euro e 20 milioni di euro.

Per il 2022 gli importi del credito di imposta diminuiscono e sono pari a:

  • 40% per la quota di investimenti ammissibili fino a 2,5 milioni di euro;
  • 20% per la quota di investimenti da 2,5 milioni di euro a 10 milioni di euro;
  • 10% per la quota di investimenti ammissibili da 10 milioni a 20 milioni di euro.

Per l’acquisto di beni strumentali immateriali tecnologicamente evoluti il credito di imposta è invece previsto al 20% indipendentemente dal valore dell’investimento effettuato e dall’anno.

Per gli altri beni strumentali, quindi non legati alle nuove tecnologie il credito di imposta riconosciuto è del 10% per l’anno 2021 e del 6% per il 2022.

La bozza della legge di bilancio 2022 prevede un’ulteriore proroga di 3 anni fino al 2025.

A chi è rivolto il credito di imposta per Piano Industria 4.0

Possono accedere al beneficio tutte le imprese localizzate sul territorio italiano. Sono escluse dal beneficio quelle che si trovano in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo o altra procedura concorsuale.

Deve, infine, essere sottolineato che per poter accedere al credito di imposta per l’acquisto di beni strumentali materiali e immateriali tecnologicamente evoluti è necessario produrre una perizia tecnica semplice rilasciata da un ingegnere o da un perito industriale iscritto al relativo albo professionale oppure un attestato di conformità rilasciato da un ente accreditato.

Credito di imposta formazione 4.0

Un’altra agevolazione a cui possono accedere le aziende che aderiscono al Piano Industria 4.0 è il credito di imposta generato dai costi sostenuti per la formazione aziendale (gestione big data, robotica e simili). Possono ottenere tale credito le imprese che investono in piani di formazione volti alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese necessari a realizzare il paradigma 4.0.

In questo caso l’ammontare del credito di imposta è così calcolato:

  • 50% per spese ammissibili e limite massimo fino a 300.000 euro l’anno per micro e piccole imprese;
  • 40% nel limite massimo di 250.000 euro annuali per medie imprese;
  • 30% delle spese ammissibili con limite massimo di 250.000 euro per le grandi imprese.

Tali limiti sono aumentati al 60% per tutte le aziende nel caso in cui la formazione sia destinata a lavoratori svantaggiati.

Le domande possono essere presentate fino a 31 dicembre 2023.

La Nuova Sabatini

Rientra tra le agevolazioni previste per il Piano Industria 4.0 anche la legge Nuova Sabatini che riconosce finanziamenti agevolati per piccole, medie e grandi imprese che decidono di acquistare, anche con contratto di leasing, macchinari e beni strumentali.

La legge Nuova Sabatini è stata già trattata autonomamente e di conseguenza rimandiamo all’articolo: Imprese: la legge “Nuova Sabatini” per finanziare l’acquisto di macchinari.

Inoltre si è visto più volte in questo articolo che finanziamenti, agevolazioni e credito di imposta possono essere distinti in base alle dimensioni delle attività, proprio per questo rimandiamo all’articolo: Micro, Piccola e Media Impresa: definizione e differenze.

Contributi alle Pmi, due bandi Regione Lombardia per chi assume o per la formazione

Due i bandi della Regione Lombardia alle piccole e medie imprese che assumono e alle aziende e ai professionisti che fanno formazione. I fondi, oltre 41 milioni di euro, servono a incentivare le assunzioni di over 50, di donne e di giovani inoccupati, oltre alla formazione. In tutto, a favore delle fasce deboli, sono previsti fino a 12500 euro per ogni nuovo assunto per un totale per ciascuna Pmi di 50 mila euro. I voucher formazione, invece, consentono di utilizzare contributi a fondo perduto di 2 mila euro per ogni dipendente o professionista.

Bandi per contributi alle nuove assunzioni: due bandi per le imprese della Lombardia

I bandi della Regione Lombardia per le assunzioni sono stati presentati e rilanciati nella giornata del 13 ottobre dall’assessore regionale alla Formazione e Lavoro Melania Rizzoli.  L’intervento è a favore, in particolare, dei Neet, cioè dei giovani che non lavorano e non studiano, di chi è prossimo alla pensione e ha perso l’occupazione, delle donne che risultano ancor più penalizzate dal lungo periodo di emergenza sanitaria.

Bando Formare per assumere: contributi a disposizione delle Pmi

Il primo bando prende il nome di “Formare per assumere”. Rientra nei fondi stanziati dal Fondo sociale europeo (Fse) del settennato 2014-2020 per l’Asse 1 azioni 8.5.1, 8.6.1, 8.2.2, 8.5.5 e 8.1.1. Il bando è stato pubblicato a luglio e rilanciato due giorni dall’assessore Rizzole. I fondi stanziati per questo bando sono pari a 15 milioni di euro che la Regione Lombardia punta, comunque, a incrementare. La scadenza dei fondi è fissata al 30 settembre 2023.

Quanto spetta a ciascuna impresa per ogni assunto

Nel bando l’incentivo è assicurato alle assunzioni di persone non occupate da almeno 30 giorni. Alle aziende viene corrisposto un contributo di 3000 euro per la formazione e un bonus di 1000 euro per per le aziende che hanno meno di 50 dipendenti, un bonus per la ricerca e la selezione da 500 euro e un incentivo per ogni nuovo assunto che varia nel seguente modo:

  • 4000 euro per assunzioni di lavoratori fino a 54 anni di età;
  • 6000 euro per lavoratrici fino a 54 anni;
  • 6000 euro per lavoratori dai 55 anni;
  • 8000 euro per lavoratrici dai 55 anni.

Come partecipare al bando contributi per nuove assunzioni Regione Lombardia

Per partecipare al bando Formare per assumere della Regione Lombardia le imprese interessate possono presentare domanda (già a partire dallo scorso 26 luglio) tramite il sistema informativo dei Bandi online del sito istituzionale della Regione. Il termine della scadenza per richiedere i contributi è fissato alle ore 12 del 30 settembre 2023.

Bando per la formazione: ecco a chi spettano i voucher da 2000 euro

Il secondo bando prende il nome di Formazione Continua – Fase VI, Voucher aziendali, ed è finanziato dal Por Fse 2014/2020 per 26,5 milioni di euro. Non ci sono scadenze temporali e, come affermato dall’assessore Rizzoli, “basta un click per accedere al finanziamento”.

Chi può partecipare al bando Formazione continua della Regione Lombardia?

Al bando possono partecipare tutte le imprese ubicate nella Lombardia che appartengano alle seguenti categorie:

  • iscritte alla Camera di commercio;
  • le imprese familiari;
  • gli enti del terzo settore che svolgano attività economica;
  • le fondazioni e le associazioni riconosciute che svolgano attività economica;
  • le cooperative;
  • i liberi professionisti o la relativa associazione nel caso in cui svolgano la professione in forma associata.

A chi sono rivolti gli interventi finanziati dal bando?

Gli interventi finanziati dal bando sono rivolti:

  • a chi è dipendente delle micro, piccole, medie e grandi imprese della Regione Lombardia;
  • ai titolari e ai soci delle stesse imprese menzionate;
  • ai liberi professionisti e ai lavoratori autonomi che abbiano domicilio fiscale in Lombardia e che svolgano la professione autonomamente o in forma associata.

Cosa finanzia il bando Regione Lombardia Voucher formativi?

Il bando prevede l’erogazione di voucher formativi del valore massimo di 2 mila euro. Tutti i soggetti ai quali sono rivolti gli interventi (dipendenti, titolari e soci, liberi professionisti e autonomi) possono fruire di percorsi formativi (anche più di uno) fino a raggiungere il valore del voucher stesso. Ogni impresa può essere beneficiaria di voucher per un totale di 50 mila euro.

Come presentare domanda per il voucher formativo della Regione Lombardia?

Le imprese interessate possono selezionare l’offerta formativa dal Catalogo della Regione Lombardia. In alternativa è possibile procedere direttamente tramite l’ente formativo per la scelta dei contenuti della formazione necessaria. Una volta scelta l’offerta formativa alla quale partecipare, la domanda deve essere presentata direttamente in via telematica nel Sistema Informativo dei Bandi. Maggiori dettagli sono presenti nella sezione bandi del sito istituzionale della Regione Lombardia.

Assunzioni con Garanzia Giovani: requisiti e informazioni

Garanzia Giovani (Youth Guarantee) è il Programma europeo nato dalla necessità di far fronte alle difficoltà di inserimento lavorativo dei giovani. Con questo obiettivo sono stati previsti finanziamenti agli Stati membri che abbiano un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 25%. I fondi sono investiti nelle politiche attive di orientamento, di istruzione, di formazione e di assunzioni lavorative a favore dei giovani che non siano impegnati in attività lavorative e non siano inseriti in percorsi scolastici o formativi (i cosiddetti “Neet” – Not in Education, Employment or Training).

Garanzia giovani: chi può aderire

Possono aderire al programma Garanzia giovani ragazzi e ragazze tra i 15 e i 29 anni (entro il giorno prima del compimento del trentesimo anno di età), non impegnati in attività lavorative e non inseriti in un regolare corso di studi (scuole secondarie o università) o che non seguano corsi di formazione, inclusi master, dottorati e corsi di alta formazione. La registrazione al piano è preclusa anche a coloro che, pur non frequentando l’università, ne risultano iscritti. Sono altresì esclusi gli iscritti ad attività di tirocinio.

Cosa prevede Garanzia Giovani?

L’adesione al programma Garanzia giovani prevede la possibilità di ricevere un’offerta di lavoro entro quattro mesi dall’inizio della disoccupazione o dalla fine del percorso di studi. Oltre all’occupazione, il programma può prevedere il proseguimento degli studi, di apprendistato e di tirocinio, con colloqui indirizzare a individuare il percorso di inserimento personalizzato in base alle competenze individuali, professionali e formative, ai percorsi di formazione specifici indirizzati al lavoro oppure al reinserimento nei percorsi formativi o a periodi di formazione nelle aziende con indennità di partecipazione mensile.

Giovani per l’autoimprenditorialità, il servizio civile e la mobilità professionale

Sono inoltre previsti servizi per l’autoimprenditorialità, con servizi a sostegno delle attitudini imprenditoriali mediante formazione, assistenza nella stesura del progetto imprenditoriale e supporto alle star-up, anche con accesso a strumenti di credito. Rientra nel programma anche il servizio civile, da svolgere come esperienza di partecipazione civica e sociale ai progetti di solidarietà, assistenza e cooperazione e per il quale è prevista una retribuzione. Infine, l’adesione riguarda anche la mobilità professionale in Italia e verso gli altri Paesi della Comunità europea con la previsione di un voucher a copertura dei costi di viaggio e l’alloggio per sei mesi.

Come iscriversi al programma Garanzia giovani

Per aderire è necessario iscriversi al programma nazionale Garanzia giovani secondo le regole aggiornate a dicembre 2019. È richiesta la registrazione al portale MyAnpal, l’area riservata del portale Anpal, attraverso lo Spid (il Sistema pubblico di Identità Digitale), la Cie (Carta di Identità Elettronica) o la Cns (Carta nazionale dei servizi). Sul portale MyAnpal l’interessato effettua la vera e propria adesione al programma selezionando la Regione o la Provincia autonoma dove desidera usufruire delle opportunità previste dal piano.

In alternativa, è possibile aderire al programma anche dai portali regionali o da quello nazionale di Clicklavoro. L’adesione comporta normalmente la comunicazione da parte della Regione attraverso un link mediante il quale l’interessato può scegliere e contattare un operatore accreditato ai servizi lavorativi.

Domicilio e residenza nell’iscrizione a Garanzia giovani

L’informazione relativa al domicilio, all’atto della registrazione al programma Garanzia giovani, non è determinante ai fini della validità dell’iscrizione. Sarà possibile fornire i dati più aggiornati in sede di colloquio presso il Centro pubblico per l’impiego indicato in fase di registrazione. Iscriversi al programma è consentito in qualsiasi Regione, a prescindere da dove si ha la residenza o il domicilio.

Ci si può iscrivere a una Regione diversa dal proprio domicilio o residenza?

È perfino possibile iscriversi in una Regione diversa da quella dove si possiede il domicilio o la residenza, in base alle priorità collegate alle proprie esigenze di formazione o di lavoro. Infine, si può usufruire delle misure e dei servizi di una Regione diversa da quella scelta in fase di registrazione. Ad esempio, si può essere assunti da una Regione differente da quella che ha preso in carico l’interessato.

Ci si può iscrivere presso più Regioni?

È possibile registrarsi, contemporaneamente, a più di una Regione, anche se sarà un unico Centro per l’impiego, e dunque una sola Regione, a prendere in carico l’interessato. In ogni caso, l’interessato verrà convocato dai Centri per l’impiego di tutte le Regioni selezionate, potendo successivamente scegliere per quale Regione si impegnerà nell’avvio del proprio percorso di formazione o di lavoro. In tal caso, vale la sottoscrizione del Patto di servizio che fa decadere tutte le altre iscrizioni presso altre Regioni.

Non è necessario, in ogni modo, che l’interessato si presenti a tutte le convocazioni che arrivano dal Centri per l’impiego delle diverse Regioni. Dovrà invece presentarsi esclusivamente alla convocazione del Centro per l’impiego appartenente alla Regione di suo interesse.

Dopo la registrazione al portale MyAnpal, l’accoglienza e l’orientamento al Centro per l’impiego

Dopo la registrazione al programma, è prevista la fase di accoglienza e di orientamento, della durata di circa due ore, che si svolge presso lo sportello della Regione scelta. È la Regione stessa, entro 60 giorni dall’adesione, a contattare l’interessato e a indirizzarlo presso lo sportello, che può essere il Centro pubblico per l’impiego. Allo sportello, l’interessato può:

  • ricevere informazioni sul Programma, conoscere gli obiettivi di Garanzia giovani e sapere chi le attua a livello nazionale e regionale;
  • ricevere supporto sulla definizione dell’obiettivo professionale, come ad esempio la scelta del percorso formativo indicato e disponibile oppure l’opportunità lavorativa attraverso un tirocinio o un apprendistato;
  • essere preso in carico, conoscere le modalità di accesso alle misure di Garanzia giovani e gli enti ai quali rivolgersi.

Entro quanto tempo arriva un’opportunità di lavoro o formazione del programma Garanzia giovani?

Una volta terminata la fase di colloquio e di orientamento, è necessario sottoscrivere con l’operatore del Centro pubblico per l’impiego il Patto di servizio, consistente in un accordo tra il richiedente e il Cpi stesso, nonché il Piano di Azione Individuale. Con i due strumenti risultano indicate le opportunità e i percorsi selezionati in base al profilo del richiedente, già scelti dall’operatore quali idonei per l’inserimento nel mondo del lavoro oppure per la formazione e l’istruzione. Dalla firma del Patto di servizio, il Centro pubblico per l’impiego ha quattro mesi di tempo per offrire una delle opportunità di lavoro o di formazione previste dal programma Garanzia giovani.