Piani di accumulo, cosa sono?

I piani di accumulo (Pac) consentono di mettere da parte del capitale nel tempo tramite il versamento di somme periodiche. In genere i versamenti avvengono con cadenza mensile oppure annuale. Si può procedere con l’accumulo in diversi modi. Ad esempio, su un fondo comune. Oppure tramite gli Organismi di investimento collettivi del risparmio (Oicr). O, ancora, tramite i piani di accumulo con gli Etf (Exchange Traded Funds).

Come avviene l’investimento con i piani di accumulo?

Generalmente, i piani di accumulo hanno modalità e obiettivi simili. Nell’ultimo caso, con il piano di accumulo in Etf si procede a versare i propri risparmi a dei fondi di investimenti. L’operazione consente di acquistare e di vendere delle quote di titoli direttamente nel mercato finanziario. L’obiettivo è quello di ottenere la replicazione di un preciso indice di riferimento arrivando all’obiettivo generale dell’operazione. Ovvero, quello a favore di chi decide di investire nei piani di accumulo di poter mettere a disposizione dei piccoli capitali facendo lievitare i propri risparmi.

Piani di accumulo, decidere la rata, il capitale da investire e la durata

Decidere di indirizzare una parte dei risparmi in piani di accumulo può senz’altro rappresentare un piano di investimenti “a rate”. È importante stabilire fin da subito qual è l’importo che si intende versare, la frequenza con la quale effettuare i versamenti e anche la durata di tutta l’operazione. Si può decidere per un minimo di un anno fino ad arrivare a un limite di 40 anni di versamenti.

Piano di accumulo, quanto sono rischiosi per i risparmi?

La possibilità di scegliere il tipo di piano di accumulo più adatto alle proprie esigenze di risparmio permette di ridurre i rischi legati all’operazione stessa. I risparmiatori che abbiano una tendenza a investire in prodotti a lungo termine e ad alto rischio, possono optare per i piani di accumulo azionari. I Pac più a breve termine e, soprattutto, più rivolti a investimenti in obbligazioni, offrono la possibilità di rendimenti meno elevati ma anche operazioni più prudenti. Si può tuttavia diversificare il proprio piano di accumulo attraverso un bilanciamento tra obbligazioni e azioni, con una durata più orientata al medio termine.

Che cos’è il piano di accumulo garantito?

I risparmiatori possono ulteriormente abbassare il rischio con un piano di accumulo di capitale garantito. Con questa opzione si permette al lavoratore di vedersi restituire il proprio capitale versato nel caso in cui dovessero verificarsi oscillazioni al ribasso nell’andamento dei mercati finanziari. Per poter accedere a un Pac garantito è necessario sottoscrivere un piano di accumulo assicurativo. Normalmente, in questo caso, il Pac è legato ai prodotti assicurativi vita del Ramo I di tipo tradizionale.  Ulteriori vantaggi derivano proprio dall’essere un prodotto assicurativo. Pertanto, le somme investite sono impignorabili ed esenti dall’imposta di bollo.

I piani di accumulo per i figli: ecco in cosa consistono

Spesso i risparmiatori cercano una soluzione per assicurare dei vantaggi futuri ai propri figli. Il piano di accumulo può rappresentare un efficace fondo verso questo obiettivo. Si possono, infatti, sottoscrivere piani di accumulo a favore di un minore, anche in mancanza di un grado di parentale. Il risultato finale potrebbe essere, ad esempio, quello di garantire un capitare per poter affrontare gli anni di studio una volta maggiorenne. Per l’accumulo è possibile procedere anche a versamenti aggiuntivi, di tanto in tanto. E inoltre possono essere previsti dei bonus legati al raggiungimento di determinati obiettivi di risparmio che fanno incrementare più velocemente il capitale investito.

Piani di accumulo e previdenza integrativa: investire in fondi pensione

Una ulteriore modalità di accumulo dei risparmi è rappresentata dai fondi pensione, anche per i figli. Si possono infatti sottoscrivere fondi pensione per i soggetti fiscalmente a carico che permettono a chi ne beneficia di accumulare una pensione integrativa futura. Per chi provvede al versamento delle rate, inoltre, c’è la possibilità di dedurre fiscalmente le somme pagate. Il vantaggio è differito nel tempo, ma i figli ai quali andranno i risparmi del fondo pensione potranno contare su somme accumulate in passato per casi di necessità oppure per disporre di un incremento di pensione una volta che avranno maturato i requisiti per uscire da lavoro.

Forme di risparmio per minori: quando interviene il giudice tutelare?

Molti genitori hanno l’esigenza, o il desiderio, di prevedere forme di risparmio per minori, ad esempio per il futuro percorso universitario o per garantire un gruzzolo per l’acquisto di una casa. In tutti questi casi si possono scegliere forme di risparmio per minori specifiche, ma ci sono dei limiti e dei vincoli da rispettare. Ora cercheremo di capire quali.

Limiti alla responsabilità genitoriale inerente forme di risparmio per minori

Il diritto pone particolare attenzione ai minori di età, questi generalmente non hanno capacità di agire, sono limitati i casi di emancipazione del minore, e di conseguenza non possono stipulare atti, non possono acquistare buoni, aprire conti, fare degli investimenti. Al loro posto devono farlo i genitori che godono della responsabilità genitoriale oppure il tutore. Allo stesso tempo il legislatore non ha voluto dare potere indiscusso a questi soggetti perché non sempre sono in grado di fare scelte che siano favorevoli agli interessi dei minori stessi. Di conseguenza sono previsti degli atti che i genitori possono compiere liberamente e altri che invece necessitano di un autorizzazione del giudice tutelare che rilascia la stessa solo nel caso in cui ravvisi che l’atto che i genitori/tutori stanno per compiere sia favorevole agli interessi dei minori.

Come intestare risparmi ai minori

Fatta questa premessa possiamo parlare di forme di risparmio intestate a minori. Abbiamo già parlato dei Buoni Fruttiferi Postali intestati a minori, ora parliamo di altri atti. Tra questi vi sono i conti deposito o libretti di risparmio postali intestati a minori. Queste forme di risparmio hanno rendimenti non particolarmente elevate e si tratta di forme di risparmio garantite dalla Cassa Depositi e Prestiti nel caso dei libretti postali e dalla Fondo Interbancario per il conto deposito presso banche. Trattandosi di forme di investimento non rischiose, per l’apertura del libretto di risparmio /conto deposito non è necessario avere l’autorizzazione del giudice tutelare. In alcuni casi però, se gli importi che si vogliono versare sono particolarmente elevati, la banca potrebbe trovare maggiore sicurezza nell’ottenere un’autorizzazione. Se ciò dovesse accadere, prima di procedere sarà necessario rivolgersi al tribunale del luogo di residenza del minore.

Ci si potrebbe chiedere quale sia la differenza tra le due tipologie di atto, la stessa è molto semplice, infatti l’apertura di conti deposito con somme di piccola o media entità sono considerati atti di ordinaria amministrazione, tanto più che i fondi appartengono ai genitori che ne dispongono in favore dei figli e che di conseguenza non possono danneggiarli. Quando le somme sono però elevate si configura l’ipotesi di una donazione e quindi atti di straordinaria amministrazione per cui necessita l’autorizzazione. Siccome nel nostro ordinamento non è chiaro il limite tra donazione di modico valore (per cui non c’è bisogno di atto pubblico e formalità varie) e donazione vera e propria, non vi sono regole fisse e le politiche bancarie potrebbero essere più o meno restrittive.

Quando è necessaria l’autorizzazione del giudice tutelare?

L’autorizzazione del giudice tutelare è invece sempre necessaria nel caso in cui prima del compimento del 18° anno di età del bambino, si volessero utilizzare le somme di denaro. Il giudice concede l’autorizzazione nel caso in cui l’atto di disposizione di denaro risponda alle esigenze dei minori. Ad esempio nel caso in cui si sia necessità di pagare particolari cure mediche al bambino. In questi casi si parla anche di vincolo pupillare che cade solo al compimento del 18° anno di vita del bambino.

Le banche inoltre offrono anche altri strumenti peculiari, ad esempio ci sono conti corrente dedicati a minori che però abbiano già compito 12 anni di età, in questo caso viene riconosciuta una piccola autonomia di utilizzo del fondi. Si tratta di particolari strumenti nati per aiutare i piccoli nella gestione dei risparmi, della paghetta. Questi strumenti rispondono anche alla necessità di offrire agli adolescenti degli strumenti di pagamento sicuri e alternativi al contante. Tali conti sono assimilati a denaro corrente e hanno dei limiti di prelievo giornalieri e mensili, sono perfetti da utilizzare soprattutto in caso di gite, viaggi di istruzione, i primi viaggi.

Un esempio di tali strumenti sono i piani di Poste Italiane che prevedono il libretto di risparmio Io Cresco per i bambini da 0 a 12 anni; Io Conosco per i bambini da 12 a 14 anni e con la possibilità di una moderata attività di prelievo da parte dei minori e Io Capisco per gli adolescenti da 14 anni. Il passaggio da una fascia all’altra è automatico.

Investimenti di risparmi di proprietà del minore

Diverso ancora è il caso dei risparmi di proprietà dei minori, in questo caso infatti l’autorizzazione del giudice tutelare è sempre necessaria. Ad esempio il nonno muore lasciando un patrimonio in denaro al nipote di 4 anni, a questo punto i genitori esercenti la reponsabilità genitoriale devono provvedere alla gestione di questi risparmi.

In tal caso se il genitore pensa di investirli in una polizza assicurativa, oppure in un conto deposito deve prima chiedere l’autorizzazione del giudice tutelare che deve determinare se tale forma di investimento è conveniente per il minore. Questo in base all’articolo 372 del codice civile che stabilisce che per poter investire i beni del minore in titoli dello Stato o garantiti dallo Stato, per l’acquisto di immobili, per depositi fruttiferi, in obbligazioni o mutui garantiti da idonea ipoteca sopra beni posti nello Stato patrimoniale è necessaria l’autorizzazione del giudice tutelare. Si tratta a ben vedere di investimenti senza particolari rischi di perdita di capitali.

Il comma 4 dello stesso articolo stabilisce che in casi particolari il giudice tutelare può anche autorizzare investimenti diversi rispetto a quelli ora visti. La formula del comma 4 è abbastanza ampia, ma si deve ritenere che comunque deve motivare la scelta di autorizzare l’investimento in strumenti diversi e che comunque tale investimento deve rispondere a un’esigenza del minore.

Per un’ampia disamina su come comportarsi quando i minori risultano proprietari di beni, leggi l’articolo: Amministrazione e vendita di beni di minori: come ci si deve comportare?