In Friuli, piano di rilancio per l’industria

E’ stato presentato, da Debora Serracchiani, presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, il piano di rilancio per l’industria, denominato Fvg Rilancimpresa e volto a promuovere nuovi interventi a favore delle imprese locali incentivando l’occupazione anche attraverso il sostegno del Governo.

Le misure previste dal progetto riguardano sia gli sgravi fiscali, sia lo stanziamento di risorse per la formazione, con a disposizione un plafond di 98 milioni di euro tra fondi regionali e Por Fesr.

Verranno avviati nuovi interventi a favore del tessuto imprenditoriale locale articolati in quattro macrosettori: la bolletta energetica, le Politiche del Lavoro, Fisco e Semplificazione, Ricerca, Sviluppo e Innovazione e altre misure espressamente dedicate all’indotto.

Debora Serracchiani ha presentato il progetto così: “Sappiamo che da solo il piano non è sufficiente. È necessario un progetto organico con la Regione, le parti sociali, le categorie economiche e il Governo. Ora si apra in fretta un tavolo di trattativa a cui siedano tutte le parti: il piano va realizzato con un processo unitario di condivisione“.

Vera MORETTI

La Legge di Stabilità sostiene i Confidi

I Confidi, soprattutto in tempi di crisi, rappresentano un sostegno fondamentale per le pmi.
A dichiararlo è Michele Bortolussi, presidente di Confidi Friuli, che dal 2009 unisce i comparti dell’industria e del commercio della provincia di Udine.

Per aiutare le piccole e medie imprese in difficoltà, Confidi Friuli ha già stanziato più di 100 milioni di euro, l’11% in più rispetto al 2012, portando così “un incremento del 25% in un biennio, in netta controtendenza con un sistema creditizio che restringe le possibilità di accesso al credito“.

Degna di nota è anche la crescita del 18% del medio termine, che passa da 42 a 49,9 milioni e la conferma di oltre 42 milioni di garantito (+1%).

Bortolussi ha voluto anche sottolineare il valore aggiunto dell’iscrizione di Confidi Friuli nell’elenco speciale di Banca d’Italia, il 107, “una scelta che ci ha fatto crescere in competenza e professionalità e sta dando risultati concreti in termine di operatività e iscrizioni“.

Nell’anno appena trascorso, infatti, sono state registrate 251 adesioni di nuovi soci, che hanno incrementato del 30% le iscrizioni rispetto al 2012, quando erano state fatte 195 iscrizioni: “E’ un dato particolarmente positivo che conferma Confidi Friuli punto di riferimento chiave per le imprese del territorio“.

L’aumento di questi numeri, però, è chiaro segno di crisi, con una sempre maggiore difficoltà di accesso al credito, in particolare da parte delle pmi. I Confidi rappresentano, per loro, la possibilità di continuare la propria attività.

Ciò è stato riconosciuto anche all’interno della Legge di Stabilità, dal momento che è previsto lo stanziamento di 225 milioni da parte del Fondo centrale di garanzia, e ulteriori 70 milioni da parte delle Camere di Commercio.

Vera MORETTI

Annunci a norma: nel Nord le regioni più virtuose

Quando si cerca casa, sia in vendita sia in affitto, è importante che anche gli annunci siano corretti e a norma.
Forse, però, si tratta di un aspetto che non tutti conoscono, né se si è proprietario né se si sta cercando una nuova sistemazione.

A questo proposito, il Centro Studi di Casa.it ha monitorato gli annunci sugli appartamenti in vendita in tutta Italia e ha stilato la classifica delle cinque regioni più virtuose in quanto ad annunci a norma.

Ebbene, le “prime della classe” sono tutte appartenenti al Nord Italia, con il Trentino Alto Adige in testa, 88% degli annunci a norma, seguito da Veneto (80%), Friuli-Venezia Giulia (79%), Lombardia (78%) e Piemonte (74%).
In fondo alla classifica ci sono, invece, Basilicata (34 %), Calabria (32%) e Molise (30%).

Nella totalità, il 75% degli annunci di vendita riporta le indicazioni relative ai consumi energetici, percentuale che scende al 60% per gli appartamenti in affito.
Si tratta, però, di dati in crescita rispetto a gennaio 2013, quando le percentuali erano ferme rispettivamente a 58,3 e 41,7%.

Vera MORETTI

Consulenti del Lavoro: ecco come semplificare la burocrazia del lavoro

La Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro ha proposto una serie di provvedimenti da seguire per riuscire finalmente a semplificare, e rendere più snello, il mondo del lavoro.

Rosario De Luca, alla guida della Fondazione Studi, ha dichiarato: “La ricetta per semplificare il lavoro c’è, basta attuarla con provvedimenti normativi. Per ora, è uno slogan di grande attualità, ma quando si passa dal dire al fare tutto diventa complicato. Per semplificare concretamente, basterebbe seguire le indicazioni dell’Osservatorio del mercato del lavoro dei consulenti del lavoro. Un punto di osservazione privilegiato del mondo del lavoro che ha come base di studio ben 7 milioni di rapporti di lavoro privati, gestiti negli studi dei professionisti, ben oltre due terzi degli esistenti. Semplificare bene si può. Basta volerlo intervenendo chirurgicamente sulle vere complicazioni burocratiche”.

Ecco i sei punti che sarebbe necessario seguire:

  • La Costituzione. E’ considerata la madre di tutte le semplificazioni. Togliere alle Regioni competenza in materia di lavoro, eliminerebbe una serie di complicazioni e intralci burocratici; oltre che far recuperare per uso collettivo una lunga serie di sperperi che esistono nella gestione della formazione professionale. Riportare allo Stato questa competenza significherebbe semplificare di colpo una serie di istituti.
  • Apprendistato. Non decolla a causa della burocrazia. Esistono infatti 20 diverse regolamentazioni, affidate alle strutture regionali, che ne impediscono un’ampia diffusione a causa delle complesse procedure. E lo strumento principale di avviamento al lavoro dei giovani non riesce a decollare.
  • Registro infortuni. Il nuovo Testo unico per la sicurezza sul lavoro ha abrogato le disposizioni che regolamentavano il registro infortuni, in quanto sostituito nella sua funzione dalla obbligatoria denuncia online. Ma dipende dalle varie Regioni normare l’abolizione dell’obbligo di vidimazione, ormai inutile adempimento ma dalla incredibile sanzione di 15.000 euro. Al momento solo Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia e Lombardia hanno eliminato tale l’obbligo.
  • Cassa integrazione. Anche questo strumento, risultato fondamentale in questi anni per sostenere le famiglie dei lavoratori di aziende in crisi, risente della gestione affidata alla Regioni. Vale il medesimo ragionamento fatto per l’apprendistato: 20 diverse regolamentazioni con tanto di modulistica e modalità di fruizione differenti che creano solo intralci e disguidi a cittadini che attraversano un momento di grande debolezza.
  • Formazione professionale. E’ gestita a livello regionale con assegnazione di fondi ad enti diversi per l’erogazione della formazione ai lavoratori. La casistica fa rilevare molti abusi con assoluta assenza di attività formativa. Un accentramento della gestione non potrebbe che riportare ordine e risparmio in un settore ampiamente critico.
  • Previdenza complementare. Settore ormai indispensabile in supporto alla previdenza pubblica, ma dall’utilizzo disincentivato dall’esistenza di ben 300 diversi fondi complementari e fondi sanitari. Ognuno di essi ha proprie regole per la denuncia degli importi dovuti e per l’incasso delle somme, senza peraltro poter utilizzare la compensazione con altri crediti aziendali. Un’armonizzazione del sistema porterebbe ad un aumento esponenziale dei numeri dei lavoratori aderenti.

Vera MORETTI

Nordest italiano al pari dei big europei

La Cgia, calcolando l’indice di competitività di 10 realtà territoriali appartenenti ai più grandi e sviluppati Paesi d’Europa, ed includendo anche quattro aree del Nordest italiano, ha avuto conferma di quanto aveva ipotizzato.

Le realtà nostrane incluse, ovvero Veneto, Friuli Venezia Giulia e le province autonome di Trento e Bolzano, non hanno per niente sfigurato, nemmeno se confrontate con alcune delle città e regioni europee tra le più avanzate.

Al primo posto della classifica spicca Stoccolma (100 punti), seguita dall’Alta Baviera (94,6 punti) e la Zuid-Holland (84,2 punti).
Dopo Stuttgart al quarto posto (82,7) ecco al quinto Bolzano (72,5), mentre Trento (48) è all’ottavo posto e il Veneto (43 punti) al decimo.
Tra le nostre realtà chiude al dodicesimo posto il Friuli Venezia Giulia (35,3 punti).

Gli indicatori presi in esame sono stati ben 12: sette che riguardano il mercato del lavoro; due la ricchezza prodotta, uno la produttività, un altro la povertà e l’ultimo la ricerca e l’innovazione.

Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia, ha dichiarato: “Se la crisi ha penalizzato la nostra posizione riferita agli indicatori del mercato del lavoro e del Pil recuperiamo alcune posizioni quando analizziamo la produttività. Perdiamo meno degli altri quando osserviamo il trend del rischio di povertà, anche grazie alla presenza sia delle piccole imprese a conduzione familiare sia delle associazioni di volontariato che garantiscono un buon livello di coesione sociale”.

Vera MORETTI

Denunciato imprenditore per aver evaso 6 milioni di euro

La Guardia di Finanza di Udine ha individuato un imprenditore che era riuscito, tramite tre società a lui riconducibili, a nascondere ricavi per circa 6 milioni ed evadere un’imposta sul valore aggiunto per 1,3 milioni di Euro.

Le società, attive nel campo della vendita immobiliare, turismo e viaggi, erano da tempo “sorvegliate speciali” delle Fiamme Gialle, e tutte erano guidate dalla stessa persona, che però le aveva intestate al coniuge e ad un terzo soggetto, sperando di rimanere nell’ombra.

La denuncia, dunque, è scattata, e l’imprenditore deve ora rispondere dell’accusa di reati fiscali unitamente ad un’altra persona, in concorso, proprio per aver assunto siffatte funzioni di “prestanome”.

Ma anche quando i fatti erano ormai alla luce del sole, l’imprenditore ha cercato di alienare, sempre in maniera fraudolenta, molteplici fabbricati di una delle società verificate ad un’altra azienda immobiliare (sempre a lui riconducibile) e ad un terzo soggetto compiacente.

Tali operazioni di compravendita, regolarmente rogitate davanti ad un notaio, si sono rilevate sostanzialmente fittizie, in quanto condotte con pagamenti simulati.
In sostanza l’unico reale scopo era quello di spogliare la società responsabile di cospicue evasioni fiscali dei beni rendendo inefficace ogni procedura di riscossione da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Udine ha infine disposto il sequestro di valori e beni per un valore complessivo di circa un milione di euro, cui è stato dato esecuzione da parte della Compagnia Guardia di Finanza di Udine che ha finora messo sotto sequestro nove unità immobiliari ubicate nei comuni di Udine, Pasian di Prato e nella nota località turistica montana friulana di Sauris.

Vera MORETTI

Accesso al credito: Molise e Sardegna fanalini di coda

Se l’accesso al credito è difficoltoso, in Molise e Sardegna è addirittura utopico.
Sono queste due regioni, infatti, quelle che si contraddistinguono a causa di una stretta maggiore da parte delle banche: è qui che la contrazione dei finanziamenti erogati dai sistema creditizio alle imprese tra giugno 2011 e giugno 2012 supera il 5%, a fronte di un calo medio nazionale del 2,5%.
Traducendo questa percentuale in numeri, le imprese italiane hanno ottenuto 978 miliardi di euro invece dei 1.003 concessi nello stesso periodo dell’anno precedente.

Le contrazioni più marcate del credito erogato alle imprese si sono verificate nel Nord Ovest (-3,4%) e nel Nord Est (-3,1%).
Più disponibile alle esigenze del tessuto economico, invece, sembra essersi mostrato il sistema bancario al Mezzogiorno (-1,4%) e soprattutto al Centro (-1%).

Una riduzione superiore alla media si è registrata, oltre che in Molise (-5,4%) e in Sardegna (-5,2%), anche in Friuli Venezia Giulia (-4%), in Veneto e in Calabria (-3,9% e in Lombardia (-3,5%).
Sul fronte opposto, a registrare un aumento dei crediti concessi le imprese di Valle d’Aosta (+1,1%), Sicilia (+0,4%), Abruzzo (+0,3%) e Lazio (+0,1%).

In controtendenza sono invece i crediti alle famiglie, aumentati in termini medi dell’1,2% tra giugno 2011 e giugno 2012, con punte del +1,7% in Lombardia e diminuiti solo in due regioni, Basilicata, -1,4% e Valle d’Aosta -0,5%.

Il peso degli impieghi delle imprese sul totale risulta, in Italia, appena sopra il 50%, anche se supera ampiamente i 60 punti percentuali in diverse regioni del Centro-Nord.
Al primo posto, per incidenza dei finanziamenti alle imprese, ci sono il Trentino Alto Adige (69,6%), seguito dalla Valle d’Aosta (63,7%), dall’Umbria (63,3%) e dall’Emilia Romagna (63,1%).
L’Abruzzo (61,4%) è l’unica regione del Mezzogiorno in cui gli impieghi delle imprese raggiungono una incidenza sul totale superiore al 60%.
Molto modesto risulta invece, il dato del Lazio (30%), sopratutto a causa degli impieghi della Pubblica Amministrazione nella Capitale.

Gli impieghi delle famiglie pesano invece mediamente per poco più di un quarto sul totale degli impieghi (26,1%), ma superano il 33% in tutte le regioni del Mezzogiorno, fatta eccezione per l’Abruzzo, dove si registra una netta prevalenza degli impieghi delle imprese.

Vera MORETTI

Anche in Friuli firmato l’accordo tra Entrate e INT

Tra le regioni che ancora mancavano all’appello, il Friuli Venezia Giulia ha provveduto a firmare il protocollo territoriale tra Agenzia delle Entrate e l’Istituto Nazionale Tributaristi, che segue l’accordo quadro nazionale firmato dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera e dal Presidente dell’ INT Riccardo Alemanno.

A firmare l’intesa sono stati Paola Muratori, direttore regionale dell’Agenzia delle Entrate, e Giovanni Pellegrino, delegato regionale dell’INT.
L’obiettivo, ormai si sa, è quello di promuovere lo sviluppo dei servizi telematici dell’Agenzia da parte dei professionisti, in cambio di unì’assistenza rapida e personalizzata.

INT, infatti, da parte sua, si impegna a favorire presso i propri iscritti l’utilizzo del canale telematico Civis e della PEC.
Ciò dovrebbe portare ad una minore affluenza di contribuenti sia presso gli uffici, sia tramite le linee telefoniche.
L’Agenzia si impegna a fornire agli iscritti assistenza prioritaria, creando un canale riservato denominato Cup Convenzioni, attraverso il quale potranno essere prenotati appuntamenti presso gli uffici territoriali per tutte le tipologie di servizi non disponibili tramite canale telematico.

Al fine di agevolare ancora di più professionisti e contribuenti, è prevista l’attivazione di un Osservatorio regionale che permetta un costante scambio tra Agenzia delle Entrate e sottoscrittori della convenzione.

Vera MORETTI

Un bando per le imprese friulane del settore legno-arredo

In Friuli Venezia Giulia, grazie ad un progetto promosso dalla Camera di Commercio di Udine, è stato aperto un bando per la concessione di contributi per un plafond complessivo di circa 2 milioni di euro, destinati al finanziamento di progetti delle imprese dei settori maggiormente in crisi.

Le risorse messe a disposizione serviranno in particolare per il finanziamento di opere di ristrutturazione e riorganizzazione aziendale, ma anche di innovazione di prodotto e di processo, internazionalizzazione e sviluppo di reti distributive, senza dimenticare il sostegno dello sviluppo di contratti di reti di imprese e altre forme di aggregazione per la promozione del prodotto, la commercializzazione e l’internazionalizzazione.

Tra i settori maggiormente in crisi c’è quello del legno-arredo, ora sorvegliato speciale dalla Camera di Commercio e al centro di un incontro che si è svolto con i consiglieri Fabrizio Mansutti e Franco Buttazzoni, organizzato per spiegare alle imprese contenuti e portata del bando, le cui domande possono pervenire a partire dal 15 marzo.

Il contributo concesso potrà coprire dal 50 al 70% della spesa ammissibile, a seconda del tipo di intervento previsto.
Saranno esclusi i progetti con un contributo concedibile inferiore a 20 mila euro e il contributo concedibile complessivo non potrà, in ogni caso, superare i 100 mila.

Tra le spese ammissibili:

  • studi di fattibilità e analisi di percorsi di ristrutturazione e riorganizzazione aziendale ed elaborazione di nuove strategie;
  • consulenze per la realizzazione di sistemi di controllo di gestione e modelli per l’analisi dei costi;
  • implementazione di sistemi di gestione della qualità, sicurezza e ambiente; acquisto di software gestionali;
  • per l’innovazione, consulenze per l’ottenimento di certificazioni o la messa a punto di nuovi prodotti o processi produttivi;
  • investimenti in impianti, macchinari, attrezzature, software e hardware;
  • acquisto di brevetti, licenze e marchi;
  • realizzazione e implementazione del sito internet;
  • studi di mercato sui Paesi obiettivo d’internazionalizzazione e sviluppo di reti distributive;
  • spese di iscrizione a fiere; predisposizione e distribuzione di cataloghi, opuscoli e altro materiale informativo in lingua estera;
  • sostegno dello sviluppo di contratti di reti di imprese e di altre forme di aggregazione.

Vera MORETTI

Bene l’export in Italia, anche nelle isole

In un panorama a dir poco desolante, per quanto riguarda l’economia italiana, il 2012 si è chiuso con un bilancio positivo per l’export, in particolare per le regioni dell’Italia insulare e centrale, dove si è mostrato ampiamente superiore alla media nazionale, che è pari a +3,7%.

La crescita relativa alle sole isole, infatti, ha raggiunto punte del 21,3% e per il Centro del 6,3%.
Risultati positivi sono stati raggiunti anche dalle regioni nord-occidentali (+3,5%) e nord-orientali (+1,1%), anche se inferiori alla media, mentre sono in lieve diminuzione le vendite dell’Italia meridionale (-0,2%).

I valori più alti, però, rimangono quelli relativi all’export dell’Italia nord-occidentale (155,34 miliardi di euro), seguiti da quelli delle regioni nord-orientali (118,96 miliardi), mentre sono distaccate le regioni centrali (64,52 miliardi), quelle meridionali (26,97 miliardi) e le insulari (19,45 miliardi).

A trainare le esportazioni sono Lombardia (+3,7% la variazione sull’anno precedente), Sicilia (+21,2%), Toscana (+6,9%), Emilia-Romagna (+3,1%) e Sardegna (+21,5%).

Tra le altre regioni in espansione sui mercati esteri nel 2012 si segnalano come particolarmente dinamiche Umbria (+7,6%), Puglia (+7,3%), Marche (+6,0%), Lazio (+5,1%) e Liguria (+4,1%).
Sensibili flessioni si registrano per Basilicata (-17,5%) e Friuli-Venezia Giulia (-8,9%).

Vera MORETTI