Il debito pubblico? Sulle nostre spalle

di Davide PASSONI

Non vi sentite le spalle pesanti? Dai, fateci caso… Eccolo lì il peso, il macigno del debito pubblico: stando alle stime di Adusbef e Federconsumatori, il masso pesa 32mila e 300 euro per ciascun cittadino e 88mila euro per ciascuna famiglia. Da febbraio 2011 a gennaio 2012, il debito pubblico è infatti passato da 1.875,917 a 1.935,829 euro, con un aumento di 59,912 miliardi. Secondo la rilevazione, quindi, solo nell’ultimo anno l’aumento del peso per ciascuno dei 60 milioni di italiani è stato pari a 998 euro, mentre per ciascuna famiglia l’onere è salito di 2.723 euro.

E di chi è la responsabilità di questa impennata? Sorpresa delle sorprese, il sobrio Monti e il suo governo di tecnici. L’esecutivo dei professori ha il record del governo che negli ultimi 15 anni ha registrato la maggior crescita al mese del debito pubblico, pari a 15,5 miliardi.

Nel trend di crescita del debito pubblico dal 1996 ad oggi, Adusbef e Federconsumatori rilevano che il primo governo di centro sinistra (1996-2001) lo faceva crescere di 2,7 miliardi al mese. Col successivo governo Berlusconi (2001-2006) si è arrivati a oltre 3,8 miliardi/mese. Tocca poi a Prodi (2006-2008), che ha ritoccato le emissioni portandole a 3,9 miliardi/mese.

Con l’ultimo governo Berlusconi (2008-2011) l’incremento ha superato i 6 miliardi/mese. Ecco dunque che il governo Monti non lascia, anzi, raddoppia e va oltre: quasi 15,5 miliardi di euro/mese. Con un record a gennaio 2012 circa 38 miliardi di euro. A fine dicembre 2011, continuano Adusbef e Federconsumatori, il debito si attestava, infatti, a 1.897,646 miliardi di euro, in calo rispetto a novembre anche per via degli anticipi sulle dichiarazioni dei redditi 2012.

Checchè se ne dica, quindi, il governo Monti più che tagli ha messo sul piatto tasse. Va bene la crisi, va bene l’emergenza, ma fino a quando la ristrutturazione del debito si farà per via fiscale anziché tagliando la spesa e dismettendo asset importanti del patrimonio pubblico, immobiliare e non, la strada sarà sempre in salita.

Decreto fiscale, le novità più rilevanti

Si avvicina la messa a punto del decreto fiscale da parte del Governo. Un dl la cui bozza è all’esame del preconsiglio, ma dalla quale traspare già una ispirazione di base che potremmo definire di civiltà fiscale: i proventi della lotta all’evasione dal 2014 saranno infatti in parte destinati “a misure anche non strutturali di sostegno del reddito di soggetti appartenenti alle fasce di reddito più basse, con riferimento all’incremento delle detrazioni fiscali per i familiari a carico“. Un altro modo per dire: abbassare l’Irpef.

Il calo delle tasse, “a decorrere dall’anno 2014“, anno successivo al pareggio di bilancio, è legato al maggior gettito della lotta all’evasione realizzata nel 2012-13 e sarà condizionato comunque al “rispetto degli obiettivi di finanza pubblica“. Un bel cambiamento da quanto previsto nelle manovre del precedente governo, che si sono succedute tra agosto e novembre, che mettevano i proventi della lotta all’evasione come voce ex ante, in maniera piuttosto aleatoria. Del tipo: visto che dalla lotta all’evasione incasseremo X, questo X lo useremo per abbattere le tasse. Sì, ma chi mi garantiva che l’introito sarebbe stato effettivamente X e non meno? Ecco perché legare l’abbattimento delle tasse comunque al “rispetto degli obiettivi di finanza pubblica” dà maggiori garanzie. Comunque, ecco i punti salienti del nuovo dl.

FUGHE DEI CAPITALI – Aumenta di sei volte la sanzione per chi esporta illegalmente capitali all’estero: dal 5% al 30%, sulla somma eccedente il limite di valuta esportabile.

LISTE SELETTIVE DEGLI EVASORI – Secondo la bozza, “l’Agenzia delle entrate elabora, nell’ambito della propria attività di pianificazione degli accertamenti, liste selettive di contribuenti, i quali siano stati ripetutamente segnalati in forma non anonima all’Agenzia stessa o al Corpo della Guardia di Finanza in ordine alla violazione dell’obbligo di emissione della ricevuta fiscale o dello scontrino fiscale, ovvero del documento certificativo dei corrispettivi”.

SCOMMESSE ILLEGALI – Per combattere i giochi illegali e l’evasione nel settore gli ispettori dei Monopoli potranno sedersi al tavolo verde. La bozza del dl fissa infatti in 100mila euro all’anno la dotazione di “un fondo destinato alle operazioni di gioco a fini di controllo”.

5XMILLE – Secondo la bozza, “a decorrere dall’esercizio finanziario 2012 possono partecipare al riparto del 5 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche gli enti che pur non avendo assolto in tutto o in parte, entro i termini di scadenza, agli adempimenti richiesti per l’ammissione al contributo, abbiano i requisiti sostanziali richiesti dalle norme di riferimento; presentino le domande di iscrizione e provvedano alle successive integrazioni documentali entro il 30 settembre”.

REINTRODUZIONE DELL’ELENCO CLIENTI-FORNITORI – Secondo la bozza, “l’obbligo di comunicazione delle operazioni rilevanti ai fini dell’Iva per le quali è previsto l’obbligo di emissione della fattura è assolto con la trasmissione, per ciascun cliente e fornitore, dell’importo di tutte le operazioni attive e passive effettuate. Per le operazioni per le quali non è previsto l’obbligo di emissione della fattura la comunicazione deve essere effettuata qualora le operazioni siano di importo non inferiore ad euro 3.600, comprensivo dell’Iva”.

NESSUNA ISCRIZIONE A RUOLO PER I MINI-DEBITI – “A decorrere dal 1° luglio 2012, non si procede all’accertamento, all’iscrizione a ruolo e alla riscossione dei crediti relativi ai tributi erariali, regionali e locali, qualora l’ammontare dovuto, comprensivo di sanzioni amministrative e interessi, non superi, per ciascun credito, l’importo di euro 30, con riferimento ad ogni periodo d’imposta. La disposizione non si applica qualora il credito derivi da ripetuta violazione degli obblighi di versamento relativi ad un medesimo tributo”.

NON DOMICILIO IN ATTI AMMINISTRAZIONE – Prevista l'”eliminazione dell’obbligo di chiedere l’indicazione del domicilio fiscale negli atti presentati all’Amministrazione finanziaria”.

POSSIBILITA’ DI RATE FLESSIBILI PER I DEBITI FISCALI – “Il debitore può chiedere che il piano di rateazione” dei debiti fiscali “preveda, in luogo di rate costanti, rate variabili di importo crescente per ciascun anno”.

Semplificazione fiscale: le nuove regole per IMU, IRPEF e IVA

Un decreto legge e una nuova delega fiscale in arrivo nei prossimi giorni. I punti all’ordine del giorno del governo Monti riguarderanno lotta all’evasione, IMU, aliquote IRPEF e IVA e riscossione dei debiti tributari.

Il tutto volto all’obiettivo di una semplificazione in materia fiscale e di adempimenti tributari. Occhi puntati sulla lotta l’evasione fiscale, dopo l’ultimo blitz della Guardia di Finanza a Courmayeur dello scorso weekend.

Punto primo: aliquote fiscali e IVA

Un pacchetto di emendamenti saranno contenuti nel nuovo disegno di legge, che andrà a riscrivere la delega fiscale del precedente governo Berlusconi.
Fra le manovre previste la riduzione delle aliquote fiscali IRPEF ( che attualmente si aggirano attorno al 23% e al 27%). Nessun aumento previsto per le aliquote IVA, come paventato dall’ultima manovra correttiva, che tramite la clausola di salvaguardia prevedeva invece un aumento dell’aliquota di mezzo punto percentuale dal 2014. Occorrerà attendere un “decreto regolamentare” per quanto concerne invece le agevolazioni fiscali, che ad oggi sono più di 700.

Punto secondo: IMU

Un punto caldo della riforma varata dal governo Monti riguarda l’esenzione riservata alla Chiesa e ai suoi immobili dalla nuova tassa chiamata IMU (Imposta municipale unica), che la manovra finanziaria ha sostituito alla vecchia ICI. L’esonero, secondo quanto previsto dal nuovo decreto, dovrebbe riguardare esclusivamente gli immobili non commerciali.

Insieme all’IMU dovrà essere presentata entro il 30 giugno 2013, la dichiarazione per gli immobili e pertinenze, ovvero la dichiarazione IMU. La dichiarazione dovrà altresì essere presentata entro l’anno successivo anche qualora sussista un cambio rilevante nella situazione del proprietario (es. la vendita dell’immobile in oggetto).

Punto terzo: lotta all’evasione fiscale

Una pioggia di nuove sanzioni in arrivo per chi non emette scontrini o fa dichiarazioni false. Il nuove decreto Monti prevederà anche che tutti i contribuenti soggetti agli studi di settore, incorsi in errori od omissioni, dovranno essere sottoposti ad accertamenti analitico – induttivi. In breve, non basterà più pagare una semplice sanzione pecuniaria come invece accade oggi.

La lotta all’evasione fiscale è al centro della nuova manovra allo scopo di alleggerire la pressione fiscale che grava sulle imprese e sui singoli cittadini.

Punto quarto: Equitalia

Nel nuovo decreto di semplificazione fiscale saranno previste norme volte ad alleggerire le modalità di riscossione dei debiti tributari da parte di Equitalia. Lo scopo è quello di evitare il blocco dell’attività per tutte le imprese morose nei confronti dello Stato per una dichiarata circostanza di difficoltà economica conseguente alle crisi.

Mario Guidi: agricoltura può crescere se l’Italia funziona

“Il cambiamento imposto dalla Manovra messa in campo dal Governo Monti riguarda tutto il Paese e in questo contesto dobbiamo ragionare. L’agricoltura può crescere se l’Italia funziona”. Così il presidente di Confagricoltura Mario Guidi ha detto alla platea dei direttori provinciali e regionali dell’organizzazione, che a Torino partecipavano al meeting sul tema “Innovare per competere”.

“Come imprenditori agricoli è giusto concentrarsi sulle criticità del settore, – ha proseguito Guidi – ma non dobbiamo limitarci a questo. Le nostre strategie devono abbracciare i cambiamenti che la Manovra ha innescato in ambito economico e sociale. Gli imprenditori devono saper governare questo processo e non subirlo: lo possono fare attraverso un percorso che crei valore per le aziende”. “E’ necessario riattivarsi mettendo da parte le reticenze per creare nel cambiamento una nuova realtà – ha sottolineato il presidente di Confagricoltura -. L’obiettivo è connettere ciò che è disperso per dare il nostro contributo alla crescita dell’economia e del lavoro nel Paese”.

Fonte: agenparl.it

Fratelli d’Italia, l’Italia si ferma

di Paola PERFETTI

Da cielo a mare, da Milano a Genova eccezion fatta per Roma che se l’è scampata perché di problemi di immobilità ne ha fino al collo, vista l’ondata di neve e gelo che l’ha paralizzata nel fine settimana appena trascorso: fioccano gli scioperi e i trasporti vanno in tilt in mezza Penisola, a cominciare da oggi, con i FUORI SERVIZIO che colpiscono la città della Lanterna.

A Genova stamattina le organizzazioni sindacali Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa-Cisal e UGL Trasporti hanno proclamato lo sciopero regionale del trasporto pubblico locale di 24 ore per bus e ferrovia Genova-Casella, per le problematiche del settore, pur garantendo le fasce orarie dalle 6 alle 9 e dalle 17.30 alle 20.30.

Il 4 marzo, invece, lo Stop alla circolazione dei mezzi pubblici sarà nazionale, con uno sciopero indetto da Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti i quali protestano contro il decreto sulle liberalizzazioni del Governo Monti, asserendo “la grave condizione dei trasporti nel Paese, ulteriormente aggravata dalle decisioni del Governo”.

Lo sciopero riguarderà tutte le categorie: trasporto locale e ferroviario, aereo, marittimo e portuale, cui si aggiungeranno anche gli aderenti dei rami dell‘autotrasporto, autonoleggio, della navigazione sui laghi e del soccorso stradale.

Lo hanno proclamato con una lettera al premier, ai ministri del Lavoro e dei Trasporti ed alla Commissione di Garanzia le tre organizzazioni sindacali di categoria Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti che spiegano con una nota che la mobilitazione e lo sciopero sciopero mirano innanzitutto a recuperare un confronto di merito con il Governo per rispondere efficacemente alla situazione.

“Il Paese ha l’inderogabile necessità di riprendere a crescere per cui sono improcrastinabili interventi che introducano nei trasporti una logica di integrazione, capace di selezionare gli investimenti ed individuare i modelli di gestione, per un sistema efficace ed efficiente, integrato tra le varie modalità, sostenibile dal punto di vista ambientale e capace di regolare la libera concorrenza in un quadro di regole certe per il lavoro”.E’ indispensabile – chiedono infine i sindacati – una politica dei trasporti adeguata alle esigenze di sviluppo e soprattutto che siano corretti interventi sbagliati che aggravano i problemi per i cittadini, per la aziende e per i lavoratori”.

E così, dopo la minaccia del fermo dei benzinai; dopo il fermo degli avvocati; dopo le code nelle autostrade per i blocchi del movimento dei forconi e degli autotrasportatori, dopo i medici di base e quelli dei pronto soccorsi, prossimamente dovremo armarci di sana pazienza anche per brevi tragitti.

Gambe in spalle, Fratelli di un’Italia sempre più congelata da maltempo e malumori…

Creare una nuova impresa: basta 1 euro!

di Alessia CASIRAGHI

Se potessi avere mille lire al mese…cantava alla fine degli anni ’30 Gilberto Mazzi. Oggi, quel ritornello, parafrasato, suonerebbe all’incirca così ‘se potessi avere un euro al mese, basterebbe per aprirmi una nuova società’.

Da oggi infatti, basta un euro in tasca per dare vita ad una nuova azienda. E’ quanto stabilito dall‘articolo 3 del decreto per le liberalizzazioni del Governo Monti, che consente a tutti gli under 35 di creare un impresa a un euro.

La nuova delibera è contenuta nel decreto sulle semplificazioni, promosso dal ministro per la Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi. Vita più facile per i nuovi rampanti giovani imprenditori under 35 .

La nuova Srl semplificata prevista dal decreto Patroni Griffi non richiede infatti l’intervento del notaio, ma basterà rivolgersi al registro delle imprese della Camera di Commercio per la sua effettiva registrazione. Inoltre è esente da diritti di bollo e di segreteria, ma soprattutto non impone il vincolo di stanziare un capitale minimo di 10mila euro, sostituto dal vincolo simbolico di un euro.

Ma come costituire una Srl semplificata a un euro?

Primo passo: redigere un atto costitutivo, nella modalità della scrittura privata, con il supporto di un avvocato o di un commercialista (niente notaio!), per mettere nero su bianco il proprio progetto.
L’atto costitutivo dovrà contenere nomi e indicazioni anagrafiche dei soci, denominazione sociale, quota di partecipazione di ciascun socio, norme relative al funzionamento della società, persone a cui è affidata l’amministrazione, sede della società e ammontare del capitale sociale. E qui sta la novità: potrà trattarsi anche solo di un euro.

Secondo passo: entro 15 giorni dalla firma, l’atto costitutivo dovrà essere depositato presso l’Ufficio del registro delle imprese nella cui circoscrizione è stata stabilita la sede della nuova azienda.

La nuova Srl semplificata è esclusa poi dal pagamento di qualsiasi spesa di segreteria o di bollo. Inoltre, l’ufficiale del registro, una volta accertate tutte le idoneità, dovrà provvedere entro e non oltre 15 giorni ad iscrivere la nuova azienda. Tutto più semplice, tutto più veloce. Nel caso tale iscrizione non avvenisse infatti, il giudice del registro, su richiesta dei soci, potrà iscrivere la nuova società per decreto.

Unica avvertenza: una volta che i soci della Srl semplificata supereranno tutti l’età di 35 anni, sarà necessario, con la massima tempestività, registrare la trasformazione della società in Srl normale.

Comunicato del notariato in riferimento alle nuova società semplificate

di Vera MORETTI

Come già reso ampiamente noto in comunicati precedenti, la categoria dei notai si è sempre sostenuta concorde con il Governo in merito alla riforma sulle professioni.

Le tematiche riguardo le quali dal notariato facevano capire che si necessitava di un’urgenza erano quelli, “scottanti” dei giovani e il praticantato, oltre alle assicurazioni e alla necessità di un organo disciplinare di giudizio esterno.

Per questo, la categoria ha voluto esprimersi circa le conseguenze che potrebbe avere la nuova società semplificata con capitale minimo a un euro, poiché fuori dalla ordinaria procedura di controllo notarile di legittimità.
Questo perché, invece, i controlli notarili previsti finora in materia di identità, rappresentanza, oggetto e organizzazione sociale erano in grado di assicurare “un ausilio all’applicazione delle normative in materia di antiriciclaggio, evasione fiscale e regolarità, nella finalità di contrasto alle frodi patrimoniali e di identità“.

Nel comunicato reso noto dal notariato emerge, inoltre, che “il controllo e l’affidabilità dei pubblici registri immobiliari e societari, oltre a costituire un valore pubblico per la sicurezza giuridica, costituiscono una fondamentale fonte di informazioni e regole per il corretto e democratico svolgimento dei rapporti sociali ed economici“.

Ciò non significa che l’ordine dei notai, con queste esternazioni, prenda la distanza dal Governo, del quale rimane a piena disposizione, ma mira a “creare una normativa specifica che tenga conto delle esigenze nazionali ed internazionali di sicurezza giuridica ed eviti qualunque ricaduta negativa di ordine socio economico per il Paese“.

Al turismo servono regole elastiche

di Vera MORETTI

L’Italia continua a piacere ai turisti, nostrani e non, e anche il 2011, nonostante le previsioni pessimistiche, dovute anche alle condizioni climatiche spesso avverse, si è concluso in positivo.

Con un incoraggiante +2,3%, quindi, si riparte con l’anno nuovo, sperando di migliorare ulteriormente e vedere aumentare ancora il numero di turisti stranieri, l’anno scorso in forte ripresa.
Infatti, il 2,3% rappresenta una media tra il timido +0,3 degli italiani e l’ottimo +5,3 degli stranieri, che hanno contribuito a fare dell’azienda turistica italiana un settore fortemente competitivo.

L’andamento positivo è stato certamente determinato, oltre che dalle attrattive del Belpaese, anche dai prezzi, dal momento che sono stati “ritoccati” solo dell’1,8% rispetto all’anno precedente.

E non solo i turisti sono soddisfatti, perché anche i lavoratori possono sorridere, a fronte di una variazione negativa solo dello 0,3% che, confrontato con altri settori, rappresenta un risultato di tutto rispetto ma che, soprattutto, confrontato con il -4,7% del 2009 e il -2,4% del 2010, fa ben sperare per il 2012 appena cominciato.

Questi dati, inoltre, rappresentano un significato ancora più importante se confrontati con quelli dell’industria: tra il 2000 e il 2010 l’occupazione nel turismo è crescita del +28.9% mentre nell’industria ha registrato un eloquente -7.8%.

Ad impensierire, come ha confermato Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, è “il varo della manovra ‘salva-Italia’, manovra che produrrà, tra IMU ed aumento dell’IVA, un aggravio fiscale quantificabile per il solo 2012 in quasi 600 milioni di euro, ai quali andranno aggiunte le concessioni demaniali e la mina dell’imposta di soggiorno che, a macchia di leopardo e senza una quantificazione omogenea, finirà inevitabilmente, col creare forme di disparità tariffaria e di concorrenza sleale.”

L’appoggio da parte di Federalberghi al Governo Monti e al Ministro del Turismo Piero Gnudi rimane immutato, ma si chiede di applicare “regole elastiche nel mercato del lavoro, soprattutto per le località stagionali“.

Imprese, evviva, la PA pagherà!

di Davide PASSONI

Liberalizzazioni. Parola magica, panacea di tutti i mali dell’Italia o semplicemente uno dei passaggi obbligati per fare del nostro Paese un Paese “normale”? Forse la terza di queste opzioni e molte altre cose insieme. Di sicuro, oltre ai tanto strombazzati vantaggi che le liberalizzazioni porteranno ai cittadini comuni, qualche buona notizia arriva anche per le imprese.

Con la firma del decreto da parte del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il conseguente arrivo del testo in Gazzetta ufficiale, la prima buona notizia per le imprese fornitrici della Pubblica amministrazione è data dallo stanziamento in decreto di 5,7 miliardi per il pagamento di enti e ministeri. Le risorse vengono trovate in parte riallocando fondi, in parte consentendo l’emissione, fino a 2 miliardi, di titoli di Stato. Il che significa che, finalmente, chi vanta crediti inesatti con lo Stato potrà cominciare a vedere qualche soldino.

I 97 articoli del decreto confermano in larga parte le indiscrezioni circolate il giorno del varo da parte del Consiglio dei ministri, dalle norme sui taxi a quelle sulle farmacie, da quelle sui notai alla possibilità di creare Srl da parte di giovani con un solo euro, dal gas alla Rc Auto.

Quello che interessa di più le imprese, però, – da sempre prese in giro dalla Pubblica Amministrazione, di fatto la prima, vera insolvente del mondo produttico italiano – sono le misure per accelerare il pagamento dei crediti commerciali vantati da parte delle imprese stesse nei confronti delle amministrazioni statali. L’articolo utilizza tre diverse forme di finanziamento per 5,7 miliardi complessivi: 2,7 miliardi saranno messi a disposizione riutilizzando i fondi speciali derivanti dai residui passivi; 1 miliardo, recuperato riallocando alcune poste contabili, servirà a estinguere i crediti relativi ai consumi intermedi; 2 miliardi saranno infine pagati tramite titoli di Stato e l’assegnazione di queste obbligazioni statali non sarà computata nei limiti delle emissioni nette dei titoli di Stato indicata nella legge di bilancio.

Tra le altre novità introdotte dal decreto, un articolo prevede l’applicazione della deducibilità degli interessi passivi per le società, a prevalente capitale pubblico, che forniscono acqua, energia, teleriscaldamento e servizi di smaltimento e depurazione. Alcune modifiche di dettaglio vengono introdotte anche per la tassazione delle rendite finanziarie con l’aliquota unica, prevedendo la soppressione dell’esclusione della tassa del 20% sui redditi di capitale e sui redditi differenti di natura finanziaria, ma anche l’applicazione dell’aliquota del 12,5% sui pronti contro termine su titoli pubblici emessi da Stati esteri e dell’11% sui fondi pensione Ue.

Nel testo vengono fissate anche le norme sull’autotrasporto (cari autotrasportatori, che tanto ci state facendo penare in questi giorni…) e rispetto all’ultimo testo vengono introdotte alcune novità che sembrano confermare la volontà di rendere inefficace l’effetto degli aumenti dei carburanti per il settore. Una modifica – spiega la relazione tecnica – resa opportuna per equiparare la normativa italiana a quella degli altri Paesi europei ma anche per limitare l’esposizione finanziaria che gli aumenti delle accise comportano in attesa del rimborso, che è oggi annuale e diventerà trimestrale. Nella relazione tecnica infatti il governo riconosce che “i recenti aumenti delle accise sul gasolio per autotrazione stanno mettendo a dura prova la tenuta del comparto, che ha già dovuto sopportare ulteriori rincari di altre voci di spesa come assicurazioni e manutenzione dei veicoli, in un contesto economico che è tuttora al di sotto dei livelli antecedenti alla crisi“. Chissà se la norma impatterà anche sui pescatori, anch’essi colpiti duramente dal caro-gasolio

Liberalizzazioni: ecco cosa cambia e per chi

di Vera MORETTI

Stanno arrivando nuove regole per i professionisti, norme importanti che dovranno essere assimilate e rispettate, dimenticando quelle “vecchie”.
Il decreto legge sulle liberalizzazioni ufficializzato ieri, infatti, ha in serbo molte novità per queste categorie.

Eccole nel dettaglio:

Per quanto riguarda le tariffe, è stato mandato in pensione il vecchio tariffario, che, comunque, dal 2006 non era tassativo ma, almeno, indicativo, ma non è stata applicata la “linea dura” che il governo aveva lasciato presagire. Se, dunque, l’abrogazione delle tariffe c’è stata, è anche vero che il giudice, in caso di liquidazione dei compensi, potrà fare riferimento ai parametri stabiliti con decreto del ministero vigilante.
E i compensi? Devono essere calcolati in base all’importanza dell’opera e vanno pattuiti per iscritto e in modo omnicomprensivo. Ciò permetterà al professionista di quantificare la qualità e il rischio della prestazione.

Anche il preventivo rimane un caposaldo dal quale il lavoro del professionista non potrà, né dovrà, prescindere. Il cliente, quindi, avrà diritto a ricevere un atto che fornirà, oltre al prezzo e al grado di complessità dell’incarico, anche le informazioni riguardo tutti gli oneri previsti dal conferimento alla conclusione dell’incarico. Qualora non venga rispettato questo punto, si andrà incontro a sanzioni stabilite dall’ordine.

Una novità introdotta dal decreto è costituita dall’assicurazione. Se si pensava che fosse un obbligo, da parte del professionista, indicare nel preventivo se fosse titolare di una polizza, ora si sa che è un vero e proprio vincolo.
E non si tratta della sola anticipazione di quanto contenuto nell’articolo 3 della legge 148 del 2011, perché un’altra misura già confermata dal governo riguarda il tirocinio.

Assunto che il periodo di praticantato in studio non potrà durare oltre i 18 mesi, si prevede che sei mesi potranno essere svolti durante il corso di laurea. Questo, però, previa una convenzione stipulata fra i consigli nazionali degli ordini e il ministro dell’istruzione, università e ricerca.
Conseguenza di questo provvedimento è la sparizione del compenso al quale il giovane avrebbe diritto, che, invece, era una delle voci presenti nella legge 148/11.

Discorso a parte per i notai. Poiché la pianta organica è aumentata di 500 posti, la concorrenza sarà più fitta e i concorsi più serrati. Ciò, però avverrà quando i tre bandi ora in corso, che prevedono l’assegnazione di 550 posti, saranno conclusi. Si pensa, comunque, che questi verranno espletati entro la fine del 2012, e che, quindi, entro il 31 dicembre 2013 verrà esposto il nuovo bando di 550 posti, che sarà seguito da un ulteriore bando di 470 posti entro il 31 dicembre 2014.
Così facendo, a giudizio dell’esecutivo, ci saranno abbastanza professionisti sul mercato da creare la concorrenza necessaria. Tuttavia, “per assicurare il funzionamento regolare e continuo dell’ufficio, il notaro deve tenere nel comune o nella frazione assegnatagli studio aperto con il deposito degli atti, registri e repertori notarili, e deve assistere personalmente allo studio stesso almeno tre giorni a settimana e almeno uno ogni 15 giorni per ciascun comune o frazione di comune aggregati“.

In ultimo, ecco cosa prevede il decreto sui fidi: sarà dato ampio spazio ai professionisti nella maggioranza del capitale sociale dei consorzi fidi e delle società cooperative che esercitano l’attività di garanzia collettiva fidi.
I consorzi di garanzia collettiva dei fidi sono enti costituiti nella veste giuridica di cooperativa o società consortile, che esercitano in forma mutualistica attività di garanzia collettiva dei finanziamenti in favore delle imprese socie o consorziate. La modifica introdotta estende la partecipazione anche ai liberi professionisti soci a prescindere dall’attività esercitata. Insieme alle Pmi devono detenere almeno la metà più uno dei voti esercitabili in assemblea, con il diritto a nominare gli organi con funzione di gestione e controllo strategico.