Liberalizzazioni, avvocati in sciopero a febbraio

Le liberalizzazioni non piacciono a nessuno. Dopo benzinai e tassisti, ora tocca agli avvocati indire uno sciopero per protestare contro gli interventi del governo Monti. Si asterranno dal lavoro il 23 e il 24 febbraio e hanno programmato un’altra settimana di stop a inizio di marzo; il tutto condito da sit-in davanti Palazzo Chigi e Camera e Senato e occupazione simbolica degli uffici giudiziari.

Le novità sull’Iva previste dalla Legge Comunitaria

di Vera MORETTI

La Legge Comunitaria, approvata il 2 gennaio dal governo Monti, è ora in vigore a tutti gli effetti, poiché aveva decorrenza 17 gennaio.
Tale Legge contiene diverse disposizioni che riguardano l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alle Comunità europee e, tra queste, anche alcune che riguardano l’Iva.

Le disposizioni in materia di Imposta sul Valore Aggiunto entreranno in vigore a partire dal 17 marzo 2012 poiché si applicano alle operazioni effettuate a partire dal sessantesimo giorno successivo a quello dell’entrata in vigore della presente legge, ad eccezione della disciplina relativa alle cessioni di navi che, invece, è entrata in vigore il giorno stesso della decorrenza della legge, ovvero il 17 gennaio.

Ecco nel dettaglio alcune delle novità Iva:

  • Prestazioni di servizi e integrazione Fatture UE; obbligo del committente nazionale di integrare la fattura ricevuta dal prestatore UE per prestazioni di servizi generiche, al posto dell’autofattura
  • Individuazione del momento impositivo delle prestazioni di servizi effettuate con soggetti non residenti;
  • Rimborso del credito IVA trimestrale; rimborso Iva trimestrale anche per le operazioni non soggette ex artt. Da 7 a 7-septies, DPR 633/72
  • Operazioni assimilate alle cessioni all’esportazione; le cessioni di navi adibite alla navigazione in alto maree destinate all’esercizio di attività commerciali o della pesca nonché le cessioni di navi adibite alla pesca costiera o a operazioni di salvataggio o di assistenza in mare, sono operazioni assimilate alle cessioni all’esportazione e quindi in regime di non imponibilità.

Dal 17 marzo 2012 per poter assolvere l’Iva su prestazioni di servizi generiche da parte di soggetti passivi UE, i committenti nazionali avranno l’obbligo di integrare la fattura estera della relativa imposta. L’integrazione della fattura diventa obbligatoria anche per le prestazioni di servizio generiche, come citato anche nella Legge stessa:

all’articolo 17, secondo comma del DPR 633/72 è aggiunto, in fine, il seguente periodo: “Nel caso delle prestazioni di servizi di cui all’articolo 7-ter rese da un soggetto passivo stabilito in un altro Stato membro dell’Unione, il committente adempie gli obblighi di fatturazione e di registrazione secondo le disposizioni degli articoli 46 e 47 (fatturazione e registrazione delle operazioni intracomunitarie) del decreto-legge 30 agosto 1993, n. 331 dalla legge 29 ottobre 1993, n. 427, e successive modificazioni“;

A partire dal 17 marzo 2012, le prestazioni di servizi generiche rese da un soggetto passivo non stabilito nel territorio dello Stato a un soggetto passivo ivi stabilito e quelle rese da un prestatore italiano a un soggetto passivo non stabilito nel Paese, si considerano effettuate solo nel momento in cui sono ultimate, ovvero al momento della maturazione degli importi dovuti.

La Legge Comunitaria ha modificato l’individuazione del momento impositivo delle prestazioni di servizio disponendo che: “In deroga al terzo e al quarto comma, le prestazioni di servizi di cui all’articolo 7-ter, rese da un soggetto passivo non stabilito nel territorio dello Stato a un soggetto passivo ivi stabilito, e le prestazioni di servizi diverse da quelle di cui agli articoli 7-quater e 7-quinquies, rese da un soggetto passivo stabilito nel territorio dello Stato ad un soggetto passivo che non e’ ivi stabilito, si considerano effettuate nel momento in cui sono ultimate ovvero, se di carattere periodico o continuativo, alla data di maturazione dei corrispettivi. Se anteriormente al verificarsi degli eventi indicati nel primo periodo è pagato in tutto o in parte il corrispettivo, la prestazione di servizi si intende effettuata, limitatamente all’importo pagato, alla data del pagamento. Le stesse prestazioni, se effettuate in modo continuativo nell’arco di un periodo superiore a un anno e se non comportano pagamenti anche parziali nel medesimo periodo, si considerano effettuate al termine di ciascun anno solare fino all’ultimazione delle prestazioni medesime”.

I contribuenti che hanno realizzato nel trimestre un’eccedenza di imposta detraibile superiore a 2.582,28 euro possono chiedere il rimborso di tutto o di una parte di questa somma, tramite presentazione del Modello TR dell’Agenzia delle Entrate. Ciò è possibile anche per i contribuenti che in un trimestre hanno effettuato operazioni attive per un importo superiore al 50% di tutte le operazioni effettuate, riferite alle seguenti attività:

  • prestazioni di lavorazione relative a beni mobili materiali;
  • prestazioni di trasporto di beni e relative prestazioni di intermediazione;
  • prestazioni di servizi accessori ai trasporti di beni e relative prestazioni di intermediazione;
  • prestazioni di servizi di cui all’articolo 19, comma 3, lettera a-bis), ovvero le operazioni di cui ai numeri da 1) a 4) dell’articolo 10, effettuate nei confronti di soggetti stabiliti fuori della Comunità o relative a beni destinati ad essere esportati fuori della Comunità stessa.

Questo perché la Legge Comunitaria ha disposto che: “quando si effettua, nei confronti di soggetti passivi non stabiliti nel territorio dello Stato, per un importo superiore al 50 per cento dell’ammontare di tutte le operazioni effettuate, prestazioni di lavorazione relative a beni mobili materiali, prestazioni di trasporto di beni e relative prestazioni di intermediazione, prestazioni di servizi accessorie ai trasporti di beni e relative prestazioni di intermediazione, ovvero prestazioni di servizi di cui all’articolo 19, comma 3, lettera a-bis)“.

Stetoscopi in rivolta: arriva lo sciopero dei medici di famiglia e del 118

Di Paola PERFETTI

La manovra Monti e il decreto fiscale mietono nuovi scandali e nuove proteste fra i professionisti. Dopo i tassisti, ora è il turno dei medici di famiglia che, stanchi delle decisioni in essere in fatto di casse previdenziali, hanno stabilito con la Finmg un bello sciopero nazionale. L’ennesimo di questo inizio 2012.

Avverrà per due giorni, il 10 e 13 febbraio, garantendo, com’è ovvio pensare, una certa flessibilità in caso di visite urgenti e in soccorso di malati gravi.
Il giuramento di Ippocrate lo impone. Quello del buon senso pure. E’ la pazienza che sta per finire.

Anche fra i medici dell’ex guardia medica e in quelli del 118 che incroceranno gli stetoscopi l’11 e il 12 febbraio 2012.

“I motivi dell’agitazione sono per la difesa dell’autonomia dell’Enpam che potrebbe venir meno con le misure contenute nella manovra del governo Monti” – spiegano i promotori che aggiungono – “La Fimmg ha approvato il calendario degli scioperi della categoria, si inizierà quindi con 4 giorni che aprono una lunga stagione di lotta sindacale, che si protrarrà nei prossimi mesi“.

La richiesta? Non alla privatizzazione dell’ente previdenziale.

Attenzione cari utenti a non ammalarvi in quei giorni…

Liberalizzazione delle assicurazioni, sì o no?

Tra gli impegni del nuovo governo, in vista dell’ondata di liberalizzazioni che dovrebbero riguardare il nostro Paese, il segretario dell’Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori) Primo Mastrantoni propone quello della governance delle assicurazioni.

Il costo medio delle polizze auto nel nostro Paese, fa notare Mastrantoni, è di 407 euro, a fronte dei 230 euro nel resto d’Europa.

Un livellamento dei prezzi nostrani a quelli comunitari potrebbe dunque essere auspicabile, poiché non si capisce come mai le nostre compagnie debbano essere le più costose del Vecchio continente.

Le agenzie imputano i prezzi alti delle polizze al fatto che esistono clienti “furbi” che fanno salire i prezzi anche per i più “virtuosi”.

Secondo l’Isvap la media delle frodi in Italia e’ del 2-3%, pressoché a livello europeo, ma in Italia c’è la maggiore percentuale di lesioni personali (il famoso colpo di frusta).

Per risolvere il problema delle frodi, consiglia Mastrantoni, le assicurazioni dovrebbero quindi aggiornare i propri sistemi di liquidazione dei sinistri. Non solo: è lo stesso sistema concorrenziale tra agenzie che non funziona e che andrebbe corretto. Sono infatti moltissime le imprese assicuratrici con amministratori in comune tra loro.

Nel 2008 tali imprese rappresentavano l’87% dell’attivo totale del settore.

Fonte | Ansa.it

Cala il potere d’acquisto del 10%

di Vera MORETTI

Alberto Morselli, segretario generale Filctem Cgil, chiamato ad esprimere un parere circa i rincari previsti per l’energia e le misure previste dal decreto “Salva Italia”, ha fatto pollice verso sui provvedimenti che, per risanare la situazione economica italiana, ricorrono alla leva fiscale.

Le sue parole, infatti, sono state molto dure al riguardo: “L’aumento dei costi energetici si va a sommare al differenziale, mediamente sul 30%, tra l’Italia e il resto dell’Europa. E’ un ulteriore aumento che va ad appesantire la bolletta energetica del nostro Paese per le imprese e per le famiglie. Sommando i vari aumenti, come il pedaggio autostradale e altri servizi, si calcola una perdita attorno al 10% del potere d’acquisto per un salario medio di lavoratori dipendenti”.

E ciò che preoccupa ulteriormente Morselli è che le aziende erogatrici dei servizi elettrici non sono più solo quelle municipalizzate. Con l’abbattimento del monopolio, infatti, se da una parte è stato possibile per molti italiani scegliere un’erogazione diversa, dall’altra non è possibile verificare l’esattezza e l’efficienza delle aziende private che hanno sostituito quelle “vecchie”, e ciò potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio.

Le società multi servizi italiane, ribadisce Morselli, sono, soprattutto al Nord, indipendenti e perfettamente autonome per quanto riguarda la gestione industriale, ma ne esistono alcune che necessiterebbero, invece, di un aiuto esterno. Il governo, dunque, viene chiamato ad intervenire in merito, “perché la gestione industriale sia la più efficiente possibile”.

Il segretario generale della Filctem Cgil, poi, affronta il problema delle pensioni,
che interessa in particolar modo i lavoratori precoci, pesantemente penalizzati dalla manovra di fine anno. Insomma, a Morselli il nuovo governo proprio non piace, e lo accusa di essere “non forte con i forti, ma forte con i deboli”.

Ci sarà intesa tra il Cnf e Mario Monti?

di Vera MORETTI

Guido Alpa, presidente del Consiglio Nazionale Forense, ha grandi aspettative dal decreto salva-Italia proposto dal Governo Monti, poiché entrambi hanno dimostrato di volere una liberalizzazione delle professionalità, in particolar modo l’avvocatura.

Ciò che è curioso è come tale proposta di riforma sia stata depositata in Parlamento dal Cnf due anni fa, e finora ignorata. Già allora, dunque, l’avvocatura aveva proposto “l’assicurazione obbligatoria, la formazione permanente, un tirocinio professionalizzante e retribuito“. Oltre a ciò, questa riforma si era dimostrata favorevole all’aggregazione tra professionisti, ovviamente garantendo la tutela dei diritti dei cittadini. In questa ottica si era dichiarata scettica nei confronti delle società capitali con socio di capitale anche in maggioranza. In questo caso, infatti, si rischierebbe “di consegnare a centri di interessi ben individuati il compito di salvaguardare i diritti dei cittadini, che la Costituzione affida all’avvocatura, autonoma e indipendente“.

Le parole di Alpa nei confronti di Monti al riguardo sono piuttosto dure, dal momento che dichiara: “Il presidente Monti in Europa aveva dichiarato di non ritenete necessario cancellare gli ordini professionali, che non sono la causa dell’ingessamento del mercato. Ma poi nel suo primo decreto stabilisce una abrogazione degli ordinamenti se non si rispetta il termine di agosto per le riforme, aprendo lacune ingestibili. Come è pensabile di governare il cambiamento in questo modo?”.

Ma nonostante ciò, la disponibilità da parte del Cnf di incontrarsi col Governo per mettere a punto una riforma necessaria c’è, ma potrà diventare concreta solo se i diritti dei cittadini non verranno da essa indeboliti.

La Camera dice sì alla manovra

di Vera MORETTI

Le Commissioni Bilancio e Finanze della Camera approvano la manovra con un testo che oggi arriverà in aula.

Tra le novità più importanti che hanno dato il via libera a quanto deciso dal Governo Monti, c’è sicuramente l’Ici, che dovrà essere pagata ma con una detrazione fino a 400 euro a seconda del numero di figli a carico.
Buone notizie anche sul fronte delle pensioni minime, lasciate intatte se sotto i 1.400 euro, mentre chi percepisce una pensione di oltre 200.000 euro subirà un “prelievo” del 15% dell’importo.

E’ stata cancellata, inoltre, la norma che spostava le liberalizzazioni al 2013. I pagamenti della pubblica amministrazione, pensioni comprese, saranno in contanti fino a 1.000 euro, ma non verrà pagata la tassa di 34 euro sui conti correnti sui conti correnti per depositi sotto 5.000 euro.

Monti ha risposto così a chi si aspettava la patrimoniale: “Non avevamo un tabù su questo, e per questo abbiamo chiesto ai nostri tecnici se era possibile tassare la ricchezza familiare a patire dai grandi patrimoni. Ci e’ stato risposto che avremmo potuto farlo solo dopo due anni di intenso lavoro per individuare le ricchezze, provocando nel frattempo una fuga di capitali“.

Anche se, considerando i provvedimenti che riguardano i beni di lusso, come le auto di grossa cilindrata, le imbarcazioni e gli aerei, se non è una patrimoniale, poco ci manca. E infatti il premier asserisce: “Abbiamo realizzato la patrimoniale possibile per l’Italia in questa fase“.

Fiducioso Monti per quanto riguarda le reazioni a questa manovra, giudicata da molti eccessivamente dura, anche se, secondo il presidente del Consiglio, non c’erano alternative.

In particolar modo, Mario Monti si è dimostrato volitivo e determinato a combattere l’evasione fiscale, uno dei mali dell’Italia, e il suo è un tentativo di cambiare la visione che gli italiani hanno del fisco e farlo diventare “non repressivo ma amico”.

Insomma, a chi condannava la manovra perché priva di equità, i Ministri hanno cercato di dare una risposta concreta, venendo incontro a chi, come i pensionati minimi e le famiglie numerose, avrebbero avuto difficoltà a fronteggiare ulteriori spese e tagli.

Basterà tutto ciò a placare gli animi di chi, nei giorni scorsi, ha manifestato e scioperato?

Ici: cosa cambierà?

La manovra appena presentata dal Governo Monti per sanare i conti pubblici prevede, come tutti ormai sanno, anche l’aumento dell’Ici. In particolare, si ritornerà a pagare la tassa sulla prima casa, con una rivalutazione delle rendite catastali.

Cosa comporterà questo, in concreto? Si assisterà ad un‘eliminazione di agevolazioni a favore di beni primari, come è la prima casa, inoltre verrà aumentata la base imponibile attraverso la rivalutazione delle rendite e sarà introdotta una tassa patrimoniale.

Considerando come sarebbe stata accolta questa notizia, Mario Monti ha promesso che parte di questi soldi serviranno per diminuire le tasse ai lavoratori, pertanto prenderà con una mano e restituirà con l’altra.
Ad essere colpiti, infatti, saranno tutti, e non solo i “ricchi”, dal momento che essere proprietario di una casa non significa necessariamente essere benestante, anche perché, nella maggior parte dei casi, non si tratta di regge ma di normali appartamenti sui quali pende un mutuo pluridecennale.

Sembra però che la reintroduzione dell’Ici non sarà uguale per tutti ma terrà conto di elementi personali quali il reddito, il numero dei componenti della famiglia, la presenza di disabili e anziani.

La rivalutazione delle rendite dovrebbe attuarsi mediante l’aumento dell’attuale aliquota di rivalutazione che passerà dal 5% al 15 o 20%.

La patrimoniale dovrebbe essere attuata sempre attraverso l’Ici che aumenterà in relazione al valore patrimoniale dei beni posseduti. Chi ha un patrimonio immobiliare consistente contribuirà quindi maggiormente attraverso una tassazione più pesante.

Vera Moretti

Ici in scadenza a metà dicembre

Sta per arrivare la scadenza del saldo Ici 2011 per i proprietari degli immobili diversi dall’abitazione principale ma che coinvolge anche i proprietari di immobili che, pur costituendo abitazione principale, rientrano nelle categorie catastali A1 (signorile), A8 (ville) e A9 (castelli, palazzi di pregio artistico e storico).

L’Ici (imposta comunale sugli immobili) è la principale tassa sulla casa, risale al 1993 e costituisce una fonte di finanziamento per i Comuni. A differenza dell’Irpef, l’Ici non è un’imposta progressiva, in quanto si ottiene applicando l’aliquota fissata dal singolo Comune (che varia dal 4 al 7 per mille) al valore dell’immobile (rendita catastale rivalutata del 5%) moltiplicato a sua volta per un coefficiente fisso, in base alla categoria catastale di appartenenza:

  • 140 per la cat. B (per esempio scuole, biblioteche, uffici pubblici)
  • 100 per le cat. A (abitazioni) e C (per esempio magazzini, laboratori, box), escluse le categorie A/10 e C/1; 50 per le cat. D (per esempio alberghi, teatri, capannoni) e A/10 (uffici e studi privati)
  • 34 per la cat. C/1 (negozi e botteghe).

L’Ici viene pagata dal proprietario dell’immobile e dal possessore di terreni ed aree edificabili, in due rate – ciascuna pari al 50% dell’imposta complessiva: la prima entro il 16 giugno (c.d. acconto) sulla base delle aliquote e delle detrazioni deliberate dal Comune per l’anno precedente e la seconda entro il 16 dicembre (c.d. saldo) prendendo a riferimento l’aliquota e le detrazioni deliberate dal Comune nell’anno a cui si riferisce l’imposta (al momento del saldo, quindi, potrebbe eventualmente essere effettuato un conguaglio).

E’ bene ricordare queste modalità perché, come anticipato, una delle prime manovre varate dal Governo Monti riguarda proprio la reintroduzione di questa tassa. In attesa che tale provvedimento venga confermato, dal momento che sembra verrà riformulata con criteri di progressività, resta l’importante scadenza del prossimo 16 Dicembre, per il versamento del saldo ICI 2011, che per ora non comprende l’abitazione principale.

In linea di massima il saldo ICI 2011 si determina come differenza tra l’imposta dovuta per l’anno 2011, determinata sulla base delle aliquote e delle detrazioni deliberate dal Comune per l’anno in corso e l’acconto versato entro il 16.6.2011, con eventuale conguaglio su quest’ultimo, necessario in quanto:

  • l’acconto versato entro il 16.6.2011 era solo il 50% dell’imposta dovuta per l’intero anno, computata fra l’altro tenendo conto delle aliquote e delle detrazioni vigenti nel 2010;
  • in sede di determinazione dell’ICI dovuta per il 2011, occorre ora assumere le aliquote e le detrazioni in vigore nell’anno in corso.

Per conoscere la misura delle aliquote deliberate dai vari comuni, ci si può rivolgere direttamente ai comuni interessati o collegandosi online al sito Finanze.gov.it, accedendo alla sezione dedicata alla fiscalità locale, oppure a Webifel.it, sito internet della Fondazione ANCI.

Ricordiamo che l’imposta va commisurata al numero di mesi di possesso nel corso dell’anno; si conteggia il mese in cui la titolarità è iniziata o cessata se la frazione è superiore a 14 giorni, mentre non si computa se è inferiore o uguale a 14 giorni.
Il versamento del saldo Ici

Dal 1° maggio 2007 è possibile effettuare il versamento dell’imposta Ici oltre che con bollettino di c/c/p o versamento diretto in tesoreria, anche mediante Modello F24, utilizzando i seguenti codici tributo:

  • 3901 per abitazione principale;
  • 3902 per i terreni agricoli;
  • 3903 per le aree fabbricabili;
  • 3904 per gli altri fabbricati.

Per i soggetti titolari di Partita Iva è obbligatorio il canale telematico.

A prescindere dalle modalità scelte, l’importo da versare deve essere arrotondato all’unità di Euro. Nel caso di utilizzo del bollettino postale deve essere arrotondato solo l’importo del versamento totale, mentre quelli relativi alle singole fattispecie devono essere esposti arrotondati al centesimo.

Nel caso di omesso o carente versamento del saldo Ici è possibile ricorrere al ravvedimento operoso applicando gli interessi legali pari 1,5% dal 1° gennaio 2011 (codice tributo 3906) e le relative sanzioni (codice tributo 3907)che vanno dallo 0,2% al 2,8% se il pagamento è effettuato entro 14 giorni dalla scadenza (ravvedimento sprint); 3% se il pagamento è effettuato tra il 15° e il 30° giorno dalla scadenza (ravvedimento breve); 3,75% se il pagamento è effettuato oltre i 30 giorni dalla scadenza ed entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa all’anno della violazione (ravvedimento lungo).

Vera Moretti

Una manovra da 24 miliardi

Lunedì Mario Monti si recherà alla Camera per illustrare i provvedimenti previsti dalla nuova manovra finanziaria ma sono già trapelate le prime informazioni.

Il Capo dello Stato ha esplicitamente chiesto al Capo di Governo di attuare “misure conseguenti in grado di conciliare il rigore con l’equità e di promuovere l’indispensabile crescita della nostra economia” nel corso di un incontro avvenuto al Quirinale tra i due.

Si tratterà di una manovra di 24 miliardi di euro, che colpirà molti settori.
Vediamo nel dettaglio cosa cambierà.

In primo luogo è annunciata una super-tassa sulle barche e i beni di lusso, con una patrimoniale sulle seconde e terze case. Stando alle anticipazioni, il pacchetto-casa prevederebbe l’incremento al 15-20% della percentuale di adeguamento delle rendite catastali dal 5% attuale per un maggior gettito fino a due miliardi, la reintroduzione dell’Ici sulle prime, accompagnata da agevolazioni o detrazioni legate al reddito.

Gli scaglioni delle aliquote Irpef oggi al 41 e al 43% passeranno rispettivamente al 43 e 45% come conseguenza di un aumento di 2 o 3 punti, mentre è previsto un rinvio per la revisione degli estimi catastali, probabilmente oggetto di una legge delega. L’ipotesi più accreditata sarebbe, ad oggi, una rivalutazione del 15%.

Per quanto riguarda gli esercizi commerciali, la manovra prevederebbe una maggiore liberalizzazione, soprattutto degli orari e di aperture di nuovi punti vendita.
Al via anche la vendita dei farmaci di fascia C, quelli a pagamento ma per i quali è richiesta la ricetta del medico, anche nelle parafarmacie.

Il delicato problema dell’affollamento delle carceri è stato affrontato e sembra che la soluzione più ovvia sia di rivolgersi a risorse e capitali privati. La nota ufficiale dichiara: “Al fine di assicurare il perseguimento dell’equilibrio economico-finanziario dell’investimento è riconosciuta al concessionario, a titolo di prezzo, una tariffa comprensiva dei costi di investimento e di gestione dell’istituto penitenziario, da corrispondersi successivamente alla messa in esercizio dell’infrastruttura. La concessione ha durata non superiore a 20 anni“.

La sanità non uscirà indenne da questa manovra poiché è previsto per agosto 2013 un taglio di 2,5 miliardi ma che potrebbe essere anticipato già all’anno prossimo. E per il 2013 potrebbe arrivare a 5 miliardi di euro.

Colpito anche il trasporto pubblico locale, che non riceverà linfa da nuove risorse, nonostante la richiesta delle Regioni.

L’Iva, per ora, non aumenterà, e questo dipenderebbe dall’attivazione della clausola di stabilità prevista dalla delega fiscale.

Per velocizzare le pratiche della pubblica amministrazione, verrà attivato il pagamento elettronico dal gennaio 2013. In pratica, i pagamenti dovuti potranno essere assolti anche tramite Pos abilitati a ricevere pagamenti in modalità contact less, come quelli che si possono fare con alcuni tipi di telefonini. Inoltre per favorire il commercio elettronico dal 2012 “le amministrazioni e gli operatori che gestiscono attività di fornitura di servizi al pubblico sono tenuti a soluzioni di pagamento elettronico” senza commissioni rispetto al pagamento tradizionale.

In arrivo anche il credito d’imposta per le aziende che investono in ricerca. “Fino al 31 dicembre 2014 alle imprese è attribuito un credito di imposta nella misura del 12% dei costi sostenuti per attività di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale fino a 1 milione di euro e del 5% per costi superiori a un milione“. Vantaggi ancora maggiori per le nuove imprese innovatrici per le quali “la misura della detrazione per il primo milione dei costi sostenuti è elevata al 20%“, come si legge dalla bozza della manovra.

Funzioni, beni e personale dell’Ice passano al ministero dello Sviluppo economico e le risorse attribuite per l’attività promozionale convergono in un apposito fondo. Passano così al ministero guidato da Corrado Passera anche i poteri di indirizzo e vigilanza.

Forse sono in arrivo buone notizie per gli automobilisti, proporzionali con l’aumento di concorrenza nella vendita di carburanti e, quindi, prezzi più accessibili. Questo perché i gestori di punti vendita di carburanti al dettaglio potranno rifornirsi liberamente da qualunque produttore o rivenditore.

Vera Moretti