Riforma della legge della Regione Toscana per l’imprenditoria giovanile

La riforma della legge della Regione Toscana per l’imprenditoria giovanile, chiesta a gran voce da Confartigianato Imprese Arezzo, ha mosso  i primi passi con la pubblicazione del nuovo testo normativo. A seguire il regolamento di attuazione.

Confartigianato Imprese Arezzo darà vita ad uno sportello informativo che sarà in grado da una parte di verificare per coloro che faranno richiesta l’ammissibilità alle agevolazioni e dall’altro assistere l’imprenditore nell’eventuale elaborazione del piano d’impresa.

Marco Domenichelli, consigliere regionale di Confartigianato Giovani con delega del credito ha affermato: ”La precedente legge del 2008 non ha prodotto risultati apprezzabili perchè agevolava esclusivamente imprese ad alto contenuto innovativo, concetto che male si sposa in un contesto di crisi economico-finanziaria in atto ormai da oltre due anni”. ”Le modalità agevolative scelte dalla Regione Toscana in luogo dell’aiuto rimborsabile a tasso zero – ha proseguito Domenichelli – consisteranno in una garanzia da utilizzare con il sistema bancario per accendere finanziamenti finalizzati agli investimenti, in un contributo in conto interesse che permetterà di recuperare parte degli interessi versati e nell’assunzione di partecipazioni di minoranza nell’impresa. Condividiamo questo percorso anche se a nostro avviso c’è una questione, oltre ad una sufficiente dotazione finanziaria della normativa, che non può essere sottovalutata e che giochera’ un ruolo fondamentale nell’efficacia della legge: i tempi di risposta”.

Solo un regolamento semplice e snello e la rapidita’ delle istruttorie – ha precisato Domenichelli – consentiranno alle agevolazioni di essere davvero fruibili: viviamo in un mercato i cui cambiamenti sono rapidi e repentini. Per questo ridurre i tempi di realizzazione di un progetto d’impresa e’ l’elemento discriminante tra il successo o meno”.

 

Successo per Azione ProvincEgiovani 2011

Azione ProvincEgiovani“, iniziativa nata dall’intesa tra il dipartimento della Gioventù e l’Unione delle province d’Italia (UPI) e giunta alla quarta edizione ha riscosso anche quest’anno ampio successo: Sessantanove proposte presentate, 31 progetti finanziati, per un totale di 67 province italiane coinvolte provenienti da 15 Regioni.

Il progetto pone la finalità di favorire interventi integrati in materia di politiche giovanili e valorizzare strategie e politiche coordinate a favore dei giovani, in grado di coinvolgere i diversi livelli istituzionali, l’associazionismo giovanile e tutti gli attori che a vario titolo si occupano di giovani.

Tra i temi verso cui i progetti si sono orientati si trovano la sostenibilità ambientale e lotta ai cambiamenti climatici, occupabilità ed innovazione, sicurezza e salute, cultura digitale e nuove tecnologie, in partenariato con enti locali, mondo associazionistico, università. Il plafond reso disponibile è di 2.600.000 euro.

Artigianato: a Ravenna nuovi fondi per imprenditoria giovanile

La Camera di Commercio di Ravenna è stata costretta a chiudere anticipatamente il bando di concorso per il finanziamento di progetti dedicati all’imprenditoria giovanile nel mondo dell’artigianato per esaurimento dei fondi disponibili. Rimane comunque aperto il “bando per la concessione di contributi per la creazione di nuove imprese a conduzione o a prevalente partecipazione giovanile”, volto a favorire la creazione di nuove imprese a conduzione o a prevalente partecipazione giovanile.

Si tratta di un buon esempio di progetto a sostegno delle start-up a conduzione giovanile, che premia gli aspiranti imprenditori: occupati, inoccupati aventi un’età compresa tra i 18 e 35 anni, residenza o domicilio nella provincia di Ravenna e che siano intenzionati ad avviare un’impresa localizzata nella provincia di Ravenna entro il 31 dicembre.

Progetti di questo tipo sono fondamentali per la crescita economia del nostro Paese e un incentivo per i giovani ad affacciarsi al mondo delle imprese contando su un sostegno concreto.

Mirko Zago

A Verona i giovani vanno a scuola di imprenditoria

In Camera di Commercio a Verona pochi giorni fa è stata presentata la quarta edizione della “Scuola per l’imprenditoria“, promossa dai Gruppi dei Giovani imprenditori delle principali associazioni datoriali della città. La data di avvio del progetto di formazione è il prossimo 21 maggio. A firmare il protocollo di intesa avviato nel 2006 sono i Gruppi Giovani di 13 associazioni: Confcommercio, Casartigiani, Confesercenti, Confapi, Confcooperative, Confindustria, Agia, Collegio costruttori edili, Confartigianato, Confagricoltura, Aiv, Coldiretti, e Alpi (Associazione liberi professionisti e imprenditori).

E’ l’unico progetto nel suo genere a livello e mira a creare una nuova metodologia nel fare cultura d’impresa coinvolgendo i principali protagonisti dell’economia veronese a  nazionale. La “Scuola per l’imprenditoria” vuole far crescere professionalità e cultura d’impresa e costruire un percorso di sviluppo del sistema economico nelñ veronese coinvolgendoi giovani imprenditori. Sono previsti due percorsi distinti per migliorare l’esperienza suddividendo in gruppi chi già ha svolto attività inserito nel progetto e chi invece vi si approccia per la prima volta. La Scuola, realizzata con il contributo della Camera di Commercio, beneficia si avvale come main sponsor della Banca Popolare; sponsor tecnici Museo Nicolis e Corriere di Verona. Gli iscritti sono passati dai 100 della prima edizione ai 120 della seconda e ai 130 della terza a testimoniare il successo dell’iniziativa.

“E pur si muove!” In settimana il Governo ha varato il pacchetto per il rilancio

In settimana il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al decreto legislativo sugli incentivi con cui si tagliano le norme esistenti (110 nazionali e 1.400 regionali). La riforma riordinerà gli incentivi in tre categorie:

  1. gli incentivi automatici (con preferenza per l’utilizzo di strumenti di fruizione quali buoni o voucher);
  2. bandi per il finanziamento di programmi organici e complessi;
  3. procedure negoziali per il finanziamento di grandi progetti d’investimento (oltre i 20 milioni di euro).

Con questi interventi a sostegno del sistema produttivo si dà particolare attenzione alle piccole e medie imprese cui è destinato il 50% delle risorse. Le risorse destinate alle misure abrogate confluiscono dall’esercizio 2012 in un unico Fondo, nello stato di previsione del Ministero dello Sviluppo economico, per permettere una flessibilità nell’uso dei finanziamenti necessaria all’attuazione della programmazione. Al Fondo confluiscono anche le risorse assegnate dal Cipe al Ministero dello sviluppo economico nell’ambito del riparto del Fondo per le aree sottoutilizzate. Tali risorse sono destinate per l’85 per cento alle regioni del Mezzogiorno e per il 15 per cento alle regioni del Centro Nord.

Ma quando entrerà in vigore questo decreto legislativo? L’entrata in vigore del decreto è prevista per il primo gennaio 2012.

Paolo Romani, ministro per lo Sviluppo Economico, ha espresso la sua soddisfazione per lo “schema di decreto legislativo per il riordino degli incentivi che prevede una semplificazione normativa, flessibilità degli strumenti di intervento in raccordo con le Regioni e una semplificazione delle procedure”. Romani ha assicurato inoltre che nei criteri che regolano la legge “ci saranno riferimenti anche all’impreditoria femminile e giovanile”.

Infine, come preannunciato, il Consiglio dei Ministri ha dato anche il via libera al ddl costituzionale contenente la modifica degli articoli 41, 97 e 118 in tema di libertà d’impresa. Nel dettaglio, nell’articolo 41, per ciò che riguarda le attività economiche, viene “permesso tutto ciò che non è espressamente vietato dalla legge”. Nell’articolo 97 viene affermato che “le pubbliche funzioni sono al servizio del bene comune” mentre la revisione dell’articolo 118 prevede che gli enti locali “non devono solo favorire, ma anche garantire l’autonoma iniziativa”.

Approvato anche l’attuazione del Piano per il Sud e del Piano Casa. Inoltre è in arrivo un finanziamento di 100 milioni di fondi Fas da destinare alla banda larga. Il progetto di banda ultralarga a 100 megabit, che vale complessivamente 8,3 miliardi, vedrà il coinvolgimento anche della Cassa depositi e prestiti.

L’Università di Bergamo incontra i giovani imprenditori

A Bergamo si parla di futuro per gli universitari e di giovani che fanno impresa.

E’ stato fissato al 15 novembre 2010 un incontro ad hoc dal tema “Giovani, imprese e territori competitivi: la sfida dell’innovazione e dell’internazionalizzazione”, che si terrà proprio al’interno dell’Università degli Studi di Bergamo.

L’incontro é stato pensato in due momenti, il primo per parlare di università, il secondo sul tema della giovane impresa. Non a caso, é stato invitato a dire la sua anche Oscar Mora, presidente del gruppo giovani imprenditori dell’Associazione artigiani Bergamo.

Gli interventi per “Università, ricerca e territorio” saranno ad opera di Stefano Paleari, rettore dell’Ateneo, Lucio Cassia, direttore Cyfe (Center for Young and Family Enterprise) e Miro Radici, presidente Miro Radici Family of Companies Spa.

A seguire, Mathias Nordqvist di Jonkoping International Business School affronterà il tema “La sfida imprenditoriale attraverso le generazioni”.

A chiudere la giornata, una tavola rotonda alla quale saranno presenti lo stesso Mora; Davide Frigerio, presidente Gruppo giovani imprenditori Apindustria Bergamo-Imprese&Territorio; Simona Leggeri, past presidentComitato Giovani Imprenditori Edili Ance; Monica Santini, past president Gruppo Giovani Confindustria Bergamo.

Paola Perfetti

Sempre meno imprenditori under 35. Lo confermano i Giovani Imprenditori di Confapi

Lo scorso 5 e 5 novembre a Roma, si è svolto il Congresso Nazionale dei Giovani Imprenditori Confapi. Durante il congresso è stata presentata un’importante ricerca sull’imprenditoria giovanile realizzata dai Giovani imprenditori Confapi e dal Centro Studi Sintesi. Secondo i dati presentati i giovani alla guida delle aziende italiane, negli ultimi cinque anni, rappresentano soltanto il 6% del totale. Rispetto agli anni precedenti c’è stata una diminuzione di oltre il 17%. Eppure lo spirito imprenditoriale è ancora nel dna delle nuove generazioni: quattro giovani su dieci (44%) infatti sognano infatti di guidare un’azienda.  Valentina Sanfelice di Bagnoli, presidente Giovani Imprenditori di Confapi, analizza così i risultati della ricerca: “Stiamo vivendo una situazione paradossale, se da una parte restiamo un Paese con una forte vocazione imprenditoriale tra i giovani, dall’altra emerge un dato inquietante: le aziende guidate da ragazzi tra i 18 e 35 anni sono calate del 20% in cinque anni” sottolineando che i giovani si trovano davanti ostacoli come la burocrazia asfissiante, il difficile accesso al credito e la tassazione troppo pesante, “eppure la rimozione di tali ostacoli comporterebbe, da subito, un incremento netto dell’occupazione pari all’11,2%”, aggiunge la Sanfelice di Bagnoli, chiedendo al Governo di “investire sui giovani e impegnarsi a realizzare un piano industriale che metta al centro la capacità imprenditoriale delle nuove generazioni: stimolare l’imprenditoria giovanile potrebbe avere effetti positivi anche sul fronte della riduzione degli oneri che lo Stato sostiene per gli ammortizzatori sociali con un risparmio di 350 milioni di euro”.

fonte: Ansa

Start-up in provincia: il comune di Castelfidardo aiuta i giovani imprenditori under 35

Il Comune di Castelfidardo (Ancona), attraverso il Fondo per la Creazione di Nuove Imprese, vuole sostenere le nuove iniziative imprenditoriali da parte dei giovani.

Per questo motivo ha disposto delle agevolazioni per le imprese artigiane o per gli esercenti il commercio al dettaglio che siano in possesso dei seguenti requisiti: inizio l’attività dopo il 1° gennaio 2010; imprese costituite da giovani che non abbiano ancora compiuto a tale data il 35° anno di età; iscritte al registro delle imprese; con sede legale e operativa nel Comune di Castelfidardo.

Le società di capitali non sono ammesse alle agevolazioni e, nel caso di società di persone, i requisiti anagrafici dovranno essere posseduti da tutti i soci.

Sono considerate ammissibili le spese, sostenute non oltre due mesi dalla data di inizio attività, finalizzate all’acquisto o affitto di: locali; attrezzature; impianti; scorte.

Per quanto riguarda l’importo del contributo, che sarà interamente a fondo perduto, esso è pari al 50% delle spese sostenute ritenute ammissibili fino ad un importo massimo di € 2.000,00 per impresa.

I soggetti interessati dovranno inviare domanda, entro il 31 dicembre 2010, al seguente indirizzo: Comune di Castelfidardo – Settore Sviluppo Economico | Piazza della Repubblica, 8 – 60022 – Castelfidardo (AN)

Giovani, battete un colpo. L’Italia vi aspetta

di Davide PASSONI

Giovani, imprenditoria e futuro: atto secondo. Sui social network non si è ancora spenta l’eco del dibattito sul calo dell’imprenditoria under 30 in Italia, ed ecco che al Forum dei Giovani Imprenditori di Confcommercio, in corso a Venezia, viene presentata un’altra ricerca le cui evidenze sono destinate a far discutere.

Si tratta dell’“Indagine sui giovani”, realizzata appunto da Confcommercio, che analizza il rapporto degli italiani non ancora trentenni con il lavoro, l’impresa, la famiglia, la politica e la visione che questi hanno del futuro. Come sempre in analisi di questo genere, i dati e le percentuali sono tanti (li potete leggere nel dettaglio qui), ma ce ne sono 6 sui quali vi invitiamo a riflettere:

1- Giovani che pensano di svolgere il lavoro cui aspirano entro i 30 anni: 60%.
2- Giovani che apirano al posto fisso: 50% (meditate gente, meditate…).
3- Giovani che pensano di lasciare il tetto paterno entro i 30 anni: 45% (bamboccione, dove sei?).
4- Giovani che pensano di aprire un’impresa entro 5 anni: 16%.
5- Giovani del tutto disinteressati a svolgere attività politica: 77%.
6- Fiducia nella politica di incidere sul destino professionale dei giovani: 15,9%.

Proprio su questi ultimi 3 dati vale la pena soffermarsi. La paura di mettersi in gioco e la mancanza di fondi frenano poco meno del 30% di quell’84% che non si vede come imprenditore; quello che allarma è quel 61,6% di loro che rinuncia a mettersi in proprio perché non ha alcuna idea imprenditoriale, nemmeno la più banale. Nell’era della flessibilità e della creatività, riecco quindi il mitico posto fisso, comodo anacronismo italiano.

Sul rapporto tra giovani e politica, le percentuali sono invece impietose e si commentano da sole. Noi ci limitiamo a lanciare uno spunto. Visto che, in questo strano Paese, proprio dalla politica, più che dal mercato, le imprese si aspettano risposte, proposte e indirizzi, stupiscono proprio tanto quel 16 e quel 77% dei punti 4 e 5? O non è vero che, nel loro essere agli antipodi, dimostrano quanto l’uno sia la conseguenza dell’altro?

AAA, giovani imprenditori cercansi. Invano…

di Davide PASSONI

Partiamo da una notizia pubblicata nei giorni scorsi su Infoiva che ha creato un buon dibattito tra i nostri fan su Facebook: pare che in Italia diminuisca il numero di imprenditori under 30 mentre aumentano quelli over 70. Secondo Unioncamere, promotore della ricerca dalla quale è emersa questa tendenza, si tratta di un riflesso del trend demografico del Paese sulla struttura portante della nostra economia. Siamo sicuri che sia soltanto questo? O meglio, perché, stando a queste cifre, i giovani italiani scelgono di non essere imprenditori?

Togliamo subito di mezzo un equivoco: noi non siamo di quelli che vedono le nuove generazioni come svogliate, incapaci di accollarsi responsabilità personali e sociali, impegnate solo nel rimandare sine die l’uscita dal nido genitoriale. Insomma, per noi l’equazione di padoaschioppana memoria “30enne = bamboccione” non esiste. Prova ne è il fatto che, almeno nel campo della cosiddetta new economy e dei nuovi media, le idee imprenditoriali vincenti che hanno preso il via da giovani capaci ed entusiasti ci sono.

Pensiamo invece che l’accesso all’imprenditorialità da parte dei giovani sia in calo perché scoraggiato da più fattori, tre dei quali pesano più di altri.

1- La giungla normativa – e perdonateci se abbiamo questo chiodo fisso – che accoglie oggi chi vuole aprire un’attività, piccola o grande che sia. Stiamo ancora aspettando che il governo batta un colpo in tal senso – al di là del fatto che è stato più facile portare Ibrahimovic al Milan che indicare il nuovo ministro dello Sviluppo Economico – e che si vada oltre i proclami. Rimettere al centro della sua azione la politica economica, come chiesto con forza da Napolitano nei giorni scorsi, significa anche semplificare.

2- Un accesso al credito per nulla facile, che impone molte più garanzie di quelle che gli istituti stessi, a parti invertite, sarebbero in grado di onorare. Per quanto sia vero che negli ultimi anni le cose sono migliorate, c’è ancora tanto da lavorare.

3- Una preparazione accademica che in realtà, salvo poche eccezioni, non prepara in maniera efficace l’ingresso al mondo del lavoro tanto da dipendente quanto da imprenditore. Non a caso, molta imprenditoria giovanile si è formata direttamente sul campo più che nelle aule universitarie.

Risultato: come ben sintetizzato dal titolo del nostro articolo, “L’Italia è un Paese per vecchi (imprenditori)” e, come ben sintetizzato da alcuni nostri lettori “tocca darsi una mossa”.

E voi, siete giovani imprenditori e volete raccontarci la vostra storia? Oppure avreste voluto esserlo ma avete mollato il colpo? O ancora, vorreste diventare imprenditori ma avete dubbi e timori? Scriveteci, parlate: su Infoiva vi daremo spazio, sempre.