Partito il Giro d’Italia delle donne che fanno impresa

L’Osservatorio dell’imprenditorialità femminile di Unioncamere-InfoCamere ha reso noto che negli ultimi tre anni sono state fondate 32 mila nuove imprese femminili, soprattutto a Roma e dintorni, e questi dati verranno sicuramente discussi in occasione del Giro d’Italia delle donne che fanno impresa, tour organizzato da Unioncamere e i Comitati per l’imprenditoria femminile delle Camere di commercio italiane.

Il Giro è partito lo scorso 9 novembre da Firenze, è approdato a Pescara il 10, poi farà tappa a Ravenna (16 novembre), Arezzo (28 novembre), Torino (30 novembre), Ferrara (4 dicembre), Mantova (5 dicembre), Lecce (7 dicembre), Viterbo (12 dicembre) e Roma (14 dicembre).

L’obiettivo principale è quello di informare le imprenditrici e offrire strumenti formativi a chi aspira a diventarlo, dare visibilità alle dinamiche che riguardano l’occupazione femminile e creare consenso sul tema delle pari opportunità.

Le donne imprenditrici sono in continua e costante crescita, tanto che a fine settembre scorso erano 1 milione e 330 mila unità, pari a 21,83% del totale.

Tra le note positive c’è anche quella che riguarda il punto di vista territoriale: più del 40% di esse, infatti, proviene dalle regioni del Mezzogiorno, dove nel triennio 2014-2016 sono aumentate di 14mila unità.
Nelle regioni del Centro, le donne d’impresa sono aumentate di oltre 8.800 unità, nel Nord Ovest di più di 5mila e nel Nord Est di oltre 4mila.
L’incidenza maggiore,però, arriva da quest’ultima area, arrivando al 20,11% rispetto al 19,55% di tre anni fa.

Nel totale, ad aumentare di più sono le imprese femminili di Roma (+6.213), Napoli (+4.015) e Milano (+3.934). In termini di numerosità, le aree metropolitane di Roma e Milano occupano a settembre 2017 i primi posti nella graduatoria. In termini di incidenza sul totale delle imprese sono invece le province del Mezzogiorno ad aggiudicarsi le posizioni di vertice. A contendersi il primo posto sono Benevento e Avellino, dove le donne d’impresa rappresentano oltre il 30% del totale delle imprese provinciali. A seguire, Chieti e Campobasso, con più del 28% di imprese femminili.

Per quanto riguarda i settori, la presenza maggiore delle donne è nelle attività di servizi, tra cui ci sono le attività di lavanderia, parrucchiere, istituti di bellezza, dove oltre 50 imprese su 100 sono capitanate da donne. Ben 18 regioni su 20 vedono questo aggregato conquistare il primo posto per incidenza di imprese femminili, prima tra tutte la Valle d’Aosta, dove quasi il 66% delle imprese del settore ha una donna al comando. Fanno eccezione solo la Campania, in cui il settore a maggior densità di donne d’impresa è l’agricoltura, con un tasso di femminilizzazione del 36,36%, e la Sicilia, dove la quota più consistente di imprese femminili sul totale si concentra nella Sanità e assistenza sociale (40,31%).

Secondo posto è occupato proprio dall’assistenza sociale, in aumento di 1.339 unità rispetto a tre anni fa. Oltre 15mila le attività a trazione femminile in questo comparto che comprende servizi per anziani, asili nido, centri di medicina estetica, con un tasso di femminilizzazione superiore al 37%. I più elevati tassi di femminilizzazione di questo settore si registrano in Sardegna (51%) e in Umbria (48%).

Terzo ambito per presenza femminile è l’istruzione: quasi 8.900 le attività guidate da donne, +786 rispetto a tre anni fa, pari al 29,82% del totale delle imprese al 30 settembre 2017. Puglia e Campania sono le regioni in cui le imprese femminili fanno sentire maggiormente la propria presenza in questo ambito, rappresentando oltre il 35% del totale.

Le donne sono attive anche nel turismo, in cui le imprenditrici sono aumentate di quasi 10mila unità in tre anni. In ben 11 regioni (Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Molise, Piemonte, Toscana, Trentino Alto Adige, Umbria e Valle d’Aosta), le imprese femminili del settore alloggio e ristorazione rappresentano almeno il 30% delle attività presenti nei diversi territori.

Un ruolo importante, infine, le donne imprenditrici lo svolgono nel settore noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese, dove le imprese femminili sono aumentate di 4.568 unità dal 2014. In questo ambito mediamente le donne d’impresa rappresentano più di un quarto del totale, ma in 4 regioni (Abruzzo, Liguria, Piemonte, Sardegna), le attività guidate da donne superano il 30% del tessuto produttivo locale.

Vera MORETTI

Imprenditoria del turismo femminile in forte ascesa

Si è appena tenuto, presso il Grand Hotel Villa Igiea di Palermo, il quarto forum di Terziario Donna, che ha messo in luce importanti risultati messi a segno dall’imprenditoria femminile del turismo.
Secondo una ricerca Confcommercio-Unioncamere/Isnart, infatti, il 29,7% delle imprese del settore è gestito da donne, contro un tasso medio di femminilizzazione del 21,8%, e si tratta di un trend in crescita.

In tutto, nel turismo ci sono 459 mila imprese risultate attive nel secondo trimestre 2017, che equivalgono al 7,6% del totale. Di queste, una su tre è gestita da donne, e nella totalità delle imprese che si occupano di attività ricettive, ristorative e di intermediazione turistica rappresentano più del 10% delle imprese totali.

Dall’indagine condotta emergono anche altri interessanti fattori: dal 2015 ad oggi le imprese femminili nel turismo hanno segnato un +4,9% contro una crescita complessiva della filiera pari al 4,2%, un trend a cui contribuisce soprattutto la performance del Sud.
La maggior concentrazione di imprese turistiche capitanate da donne si trova infatti nel Mezzogiorno dove sono oltre 40 mila, mentre è il Nord Est la macroarea a più alto tasso di femminilizzazione: il 31% sul totale delle imprese del turismo.
Per quanto riguarda le province più attive, nella top ten ci sono Roma, Milano, Napoli, Torino, Brescia, Salerno, Bolzano, Firenze, Verona e Genova. Sul totale delle imprese femminili nel turismo l’81,3% è attivo nella ristorazione, il 13,8% nei servizi di alloggio e il 5% nei servizi di intermediazione svolti da agenzie di viaggio e tour operator.

Vera MORETTI

Bando per le pmi femminili venete

Le piccole e medie imprese venete a prevalente partecipazione femminile potranno presto beneficiare di un bando, tanto atteso, a sostegno proprio dell’imprenditoria veneta, purché appartenenti ai settori dell’artigianato, dell’industria, del commercio e dei servizi.

Il contributo erogato sarà pari al 30% dell’investimento con un minimo di spesa di 20.000 euro e un massimo di spesa di 150.000.
Per ottenerlo, le ditte individuali dovranno avere, come requisito indispensabile, la residenza in Veneto da almeno due anni, mentre le società dovranno dimostrare di avere almeno due terzi dell’organico costituito da donne residenti in Veneto da almeno due anni. Ma non si deve trattare solo di semplici impiegate, poiché almeno il 51% del capitale sociale deve essere in mano a donne.

Il beneficio è valido per spese relative all’acquisto di beni materiali e immateriali, servizi, macchinari, impianti produttivi, hardware, programmi informatici, attrezzature, arredi, opere murarie e di impiantistica, direzione lavori e collaudo e mezzi di trasporto ad esclusivo uso aziendale.

Caterina Balasso, presidente del comitato imprenditoria femminile di Casartigiani, ha dichiarato: “L’intento è che i fondi stanziati diano nuova linfa nuova a tutte le imprese femminili che, nonostante la crisi, hanno creduto nella propria attività con la convinzione che solo nuovi investimenti e nuove idee potevano farle restare sul mercato. Le imprese al femminile, presenti in tutti gli ambiti dell’impresa tradizionale, nel 40% dei casi intercettano nuovi bisogni e creano nuovi ambiti lavorativi. Le donne guardano il mondo con altri occhi e sulla base di questa visione intervengono con nuove soluzioni. Casartigiani ha da sempre una forte rappresentanza femminile tra i propri associati ed è vicina al mondo imprenditoriale femminile, che in questo periodo di protratta difficoltà economica ha saputo reagire alle difficoltà del fare impresa in Italia”.

Le spese devono essere sostenute e interamente pagate nel periodo dall’01/01/2017 fino al momento della presentazione della domanda: dalle ore 10,00 di lunedì 06 novembre 2017 alle ore 18,00 di giovedì 16 novembre 2017.

Vera MORETTI

Premio europeo per le donne innovatrici

Le donne innovatrici possono partecipare all’EU Prize for Women Innovators, ovvero il premio istituito dalla Commissione Europea dedicato proprio a loro e alla loro capacità di proporre progetti nuovi e validi.
C’è tempo fino al 15 novembre 2017 per potersi iscrivere ed approfittare di questo progetto che mira a valorizzare l’esperienza femminile, ma anche migliorare le opportunità di business offerte dal mondo imprenditoriale dal punto di vista delle donne.

Chi può partecipare e sperare dunque di ricevere il premio, finanziato dal programma Horizon 2020? In particolare le donne che hanno fondato un’impresa o che sono socie di un’azienda promotrice di un progetto innovativo, anche se grazie ai finanziamenti ottenuti per la ricerca.
I premi saranno in realtà tre, e, a seconda del piazzamento, verranno attribuiti 100 mila, 50 mila o 30 mila euro.

Per candidarsi, occorre essere nate dall’1 gennaio 1987 in poi, ed essere fondatrici, o cofondatrici, di un’impresa attiva registrata prima del 1 gennaio 2016.
Il fatturato annuo deve essere stato non inferiore a 100mila euro nel 2015 o nel 2016.
Le candidate devono aver ricevuto per l’impresa un finanziamento europeo o nazionale per la ricerca e l’innovazione, oppure un finanziamento da parte banche o altri istituti.

Le candidature devono necessariamente essere inviate attraverso il portale ec.europa.eu.

Vera MORETTI

tag: EU Prize for Women Innovators, imprese femminili, Commissione Europea, Horizon 2020

Imprese femminili in continuo aumento

Si sta riducendo sempre di più il gap tra imprese condotte da uomini e quelle che, invece, vedono una donna alla guida.
Anzi, secondo i dati forniti da Unioncamere-Infocamere, il tessuto imprenditoriale italiano, che comprende poco più di 6 milioni di aziende attive, è composto in buona parte da imprese femminili.

A questo proposito, l’Osservatorio imprenditoria femminile di Unioncamere-Infocamere ha quantificato quante sono, analizzandone anche la collocazione dal punto di vista territoriale.
Il risultato ottenuto è interessante e controtendenza, poiché la presenza delle donne è sempre più massiccia. Ciò significa che, contro il problema della disoccupazione, molte donne in cerca di lavoro hanno deciso di mettersi in proprio e reinventarsi una professione, o crearsela su misura, ottenendo anche un discreto successo.

Ad oggi, le imprese femminili registrate sono 1.316.017. Di queste, il numero più alto è attivo nel Mezzogiorno, dove il tasso di occupazione femminile è decisamente più basso rispetto alle altre aree del Paese: secondo l’Istat, nel primo trimestre 2017 era al 31,3% contro il 48,2% della media nazionale e il 58,8% rilevato nel Nord del Paese.

Nello specifico, nel Sud e nelle Isole le aziende guidate da donne sono 474.376, pari al 36% dell’universo imprenditoriale femminile italiano. Nel Nord-Ovest, nel Nord-Est e al Centro sono molte di meno e rispettivamente 311.725, 231.520 e 298.396 unità.

Altri dati interessanti riguardano il tasso di femminilizzazione, che nel Mezzogiorno raggiunge quasi il 23,6%, ovvero il 2% circa in più rispetto al dato medio nazionale (21,75%) ma anche un punto percentuale in più rispetto al Centro, dove si contano 299mila imprese con un tasso di femminilizzazione del 22,5%, e quasi 4 punti percentuali in più rispetto al Nord-Est (oltre 231mila imprese, pari al 20% del totale) e al Nord-Ovest (circa 312mila imprese e un tasso di femminilizzazione del 19,9%).

Inoltre, le prime dieci imprese per tasso di femminilizzazione si trovano tutte in regioni del Mezzogiorno, con Molise, Basilicata e Abruzzo sul podio, mentre le regioni in cui le realtà femminili incidono meno sono settentrionali, e precisamente Trentino Alto Adige, Lombardia e Veneto.

Vera MORETTI

Imprese femminili? Il Lazio è in pole position

Le imprese femminili in Italia sono in continua crescita, come ha testimoniato Unioncamere in una ricerca da poco condotta, e, in particolare, sono aumentate sensibilmente in Lazio, dove nel 2016 ne sono state fondate ben 2.516 in più rispetto all’anno precedente, pari ad un incremento dell’1,82%.
Si tratta di una regione che, più di altre, sta dando il suo contributo affinché le aziende in rosa assottiglino il gap, ancora marcato, con le imprese maschili e che, a fine dello scorso anno, le ha viste raggiungere quota 1 milione e 321.862 unità.

Ma come va la situazione nelle altre regioni d’Italia? Dietro il Lazio ci sono la Basilicata (+1,77% e +279), la Calabria (+1,56% e +665) e la Campania (+1,19% e +1.557).
Modeste riduzioni dello stock si registrano invece nelle Marche, in Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia, come conferma l’Osservatorio per l’imprenditorialità femminile di Unioncamere.

A questo proposito, Tiziana Pompei, vice segretario di Unioncamere, intervenendo all’evento M’illumino di impresa, organizzato dalla Camera di commercio di Roma, ha dichiarato: “Se l’impresa femminile ha ampi margini di sviluppo che vanno colti per ridare slancio all’occupazione e alla crescita va sostenuto e promosso il desiderio di tante donne, capaci e qualificate, che guardano all’attività in proprio e al mercato come un’opportunità per essere protagoniste del proprio progetto di vita. Valorizzare i loro successi, diffondendo le buone esperienze, come da tempo fanno i Comitati per l’imprenditorialità femminile delle Camere di commercio, è una strategia efficace per incoraggiare tante altre aspiranti imprenditrici ad avviare la propria attività”.

Vera MORETTI

A Viterbo, open day per l’imprenditoria femminile

Appuntamento oggi per l’appuntamento annuale con l’Open Day Donne che aiutano le donne, iniziativa organizzata dal Comitato per la Promozione dell’Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Viterbo, in collaborazione con BIC Lazio, che vuole aiutare e supportare le donne che vogliono fare impresa.

Si tratta di un evento che prevede in mattinata, una serie di punti di ascolto e di assistenza personalizzata riservati alle aspiranti e neo imprenditrici, da parte delle componenti del Comitato e dei funzionari camerali su accesso al credito e finanziamenti pubblici, forma giuridica più funzionale al proprio progetto imprenditoriale, oneri previdenziali e fiscali, opportunità formative, innovazione e sviluppo, registrazione di marchi e brevetti, comunicazione e digital marketing, promozione in Italia e all’estero, turismo.

Nel pomeriggio, invece, gli spazi del FabLab Lazio ospiteranno prima di tutto il Tutorial di modellazione 3D con l’obiettivo di fornire ai partecipanti le nozioni di base della modellazione 3D e illustrare l’uso dei diversi software di modellazione disponibili.
Alle ore 15.00 inizia Women in Business, nel corso del quale verranno illustrati i servizi rivolti alla creazione di impresa e, insieme alle aspiranti imprenditrici, verrà definito il percorso di formazione e di accompagnamento più adatto per lo sviluppo del progetto di business.

Serenella Papalini, presidente del Comitato per la Promozione dell’Imprenditoria femminile, ha dichiarato in proposito: “Invitiamo tutte le persone che hanno idee imprenditoriali o solo vogliono informarsi sulle varie opportunità a partecipare a questo momento di incontro tra donne. Un momento in cui le idee imprenditoriali circolano e cercano di essere valorizzate”.

Vera MORETTI

Imprese femminili in crescita

Le imprese femminili sono una realtà in crescita un po’ in tutta Italia ma in una regione come la Lombardia hanno fatto, come si suol dire, il botto. È stato infatti negli ultimi 6 anni lo slancio delle imprese guidate da una donna, con 62mila imprese femminili nate in questo periodo, quasi la metà delle esistenti (40%).

A queste si aggiungono le 49mila che hanno circa 10 anni e le 24mila che ne hanno circa 20. Invece, sono 2807 le imprese femminili ultracinquantenni, nate prima del 1966. È quanto emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati del registro imprese al terzo trimestre 2016.

A Milano il lavoro è sempre più declinato al femminile. In una citta dove il 65% delle donne tra i 20 e i 64 anni è occupata, iniziative come il GammaForum possono rappresentare un osservatorio privilegiato da cui partire per comprendere come sia cambiano il mondo del lavoro per l’universo femminile”. Così l’Assessore alle Politiche per il Lavoro, Attività produttive e Commercio del Comune di Milano, Cristina Tajani.

Un tasso crescente che – secondo Federica Ortalli, Presidente del Comitato IF della Camera di Commercio di Milano – si spiega senz’altro con un più diffuso supporto pubblico all’iniziativa economica delle donne, che trovano spesso nel fare impresa una risposta alla mancanza di soluzioni occupazionali, oltre che una strategia per conciliare lavoro e famiglia”.

A questi dati delle imprese femminili si sommano quelli relativi alla spinta data all’economia italiana dalle imprese costituite dagli under 35 tout court ,che rappresentano il 54,1% del saldo complessivo delle imprese italiane.

Contributi alle imprese femminili a Ferrara

Le camere di commercio e le amministrazioni locali sono sempre molto attente alle potenzialità dell’imprenditoria femminile e non mancano, quando possono, di erogare misure a sostegno delle donne in impresa.

Va in questo senso il bando 2015-2016 indetto dalla Camera di Commercio di Ferrara per l’assegnazione di contributi alle imprese femminili del territorio. L’ente camerale mette infatti sul piatto contributi alle imprese femminili per un valore di 30mila euro, da erogare ad aziende nuove o in fase di sviluppo.

I contributi alle imprese femminili previsti dal bando sono destinati ad aspiranti imprenditrici o a imprese in forma societaria a prevalente partecipazione femminile; a imprenditrici in stato di occupazione, cassa integrazione o disoccupazione che siano iscritte alle liste di mobilità e abbiano residenza o domicilio nella provincia di Ferrara; ad aspiranti imprenditrici che vogliano avviare un’attività sul territorio entro il 30 settembre 2016.

Inoltre, potranno aderire al bando per i contributi alle imprese femminili le nuove imprese o quelle già esistenti che abbiano sede e/o unità operativa nella provincia di Ferrara e che siano iscritte al Registro imprese della locale Camera di commercio dall’1 luglio 2015.

Le aziende che aderiranno al bando e saranno selezionate riceveranno contributi alle imprese femminili pari al 40% dell’importo complessivo delle spese ammesse e sostenute, fino a un massimo di 4mila euro.

Le domande per aderire al bando per i contributi alle imprese femminili devono essere inviate entro il 27 febbraio 2016 all’indirizzo PEC protocollo@fe.legalmail.camcom.it, con in allegato la modulistica scaricabile dalla pagina del sito della Camera di Commercio di Ferrara dedicata ai finanziamenti per le imprese femminili.

Lazio, finanziamenti alle imprese femminili

Nuovi stanziamenti da parte della Regione Lazio per le imprese femminili. La giunta Zingaretti ha infatti messo a disposizione 1 milione di euro per sostenere la nascita e lo sviluppo di idee e progetti imprenditoriali innovativi sviluppati da donne.

Lo stanziamento è inserito nel bando regionale “Innovazione Sostantivo Femminile”, giunto alla sua seconda edizione e presentato nei giorni scorsi dal governatore, Nicola Zingaretti e dall’assessore allo Sviluppo Economico e Attività Produttive, Guido Fabiani.

L’iniziativa è stata rinnovata dopo che il bando 2014, aveva fatto registrare oltre 830 prenotazioni di imprese femminili durante click day, con 349 progetti presentati, 248 ammissibili e 54 finanziati. Un’adesione massiccia che aveva spinto la giunta a portare il plafond disponibile da 1 milione a 1,5 milioni.

Diversamente da quanto accaduto nell’edizione 2014, quest’anno il bando sarà aperto alle imprese femminili già costituite e a quelle che ancora non lo sono, purché, qualora ammesse alla partecipazione, vengano costituite entro 30 giorni dalla data di pubblicazione del provvedimento di concessione del finanziamento.

Le imprese femminili ammesse sono le micro, piccole e medie imprese e società tra professionisti in cui il titolare sia una donna, società di capitali dove le donne detengano quote pari almeno al 51% e rappresentino almeno il 51% del cda, cooperative o società di persone in cui il numero di socie sia almeno il 60% della compagine sociale.

Il bando consentirà di finanziare progetti che includano la realizzazione di nuovi prodotti o servizi attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie e che siano afferenti alle aree di specializzazione della Smart Specialisation Strategy regionale o della Social Innovation, con contributi concessi pari al 70% delle spese ammissibili, fino a un massimo di 30mila euro presentato dalle imprese femminili. Come è ovvio, i progetti dovranno essere realizzati all’interno della Regione Lazio.

Per presentare la domanda, le imprese femminili dovranno compilare la documentazione scaricabile dal sito www.biclazio.it, inviandola via pec all’indirizzo isf@pec.biclazio.it entro il 15 ottobre 2015.