Made in Italy, arrivano i fondi

Nelle scorse settimane si erano sprecate le polemiche sul fatto che le iniziative a sostegno del made in Italy fossero state penalizzate dalla legge di stabilità. Ora però qualcosina si muove: il governo ha infatti stanziato 261 milioni di euro per sostenere le produzioni italiane all’estero e consentire alle piccole imprese di esportare il made in Italy.

Considerando che – è un dato di fatto – le imprese italiane che riescono a esportare in maniera efficiente e strutturata sono quelle che stanno meglio affrontando gli attacchi della crisi, la notizia deve essere incasellata sicuramente nella colonna delle buone.

Dopo le polemiche seguite alla sparizione dalla legge di stabilità degli stanziamenti previsti dal cosiddetto “piano straordinario per il made in Italy”, sono arrivati quasi 100 milioni in più rispetto alle previsioni. Secondo il viceministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, che si è occupato di coordinare il progetto, “mai nessun governo aveva investito così tanto”.

Si parte con un pacchetto di interventi da 15 milioni di euro destinati alla filiera tessile italiana, da utilizzare prevalentemente attraverso fiere italiane e rilancio del made in Italy all’estero. Uno dei mercati sui quali si punta maggiormente è quello americano, con l’idea di realizzare una mostra antologica sulla moda e il tessuto italiano, sulla scia dell’evento del Victoria & Albert Museum di Londra, dove lo scorso anno sono stati celebrati i 70 anni di moda italiana. Location del nuovo progetto dovrebbe essere New York, durante Unica Usa a gennaio 2016.

Made in Italy, un’azienda inglese vende kit per falsificare le mozzarelle

 

L’ennesimo tentativo di falsificare i nostri prodotti Made in Italy arriva direttamente dall’Inghilterra. Un’azienda di Sua Maestà avrebbe messo in vendita un kit per falsificare i più importanti formaggi italiani, dal parmigiano al pecorino, dalla mozzarella alla ricotta.
Il kit promette di ottenere una mozzarella in appena trenta minuti, con tanto di recipienti, garze, termometri, piccole presse oltre ad altre polveri magiche e garantiscono di ottenere prodotti praticamente identici agli originali.

“La contraffazione è un crimine, fa un grande danno ai nostri agricoltori onesti che lavorano duramente” ha affermato il ministro delle politiche agricole Nunzia de Girolamo. “Abbiamo due linee da seguire – aggiunge De Girolamo – la repressione – e quindi ricontattare le autorità locali in modo che l’intervento che è stato fatto sul wine kit venga ripetuto, coinvolgendo anche il ministro degli esteri Bonino e portando il problema nella cabina di regia sull’internazionalizzazione – e poi avviare anche una campagna non solo di promozione ma di aiuto all’internazionalizzazione perché chiaramente dove c’è l’offerta buona viene meno quella cattiva”.

Falso made in Italy all’Anuga di Colonia

 

 

Anche nel tempio del food mondiale, la classica fiera d’autunno tedesca Aguga che si è tenuta in questi giorni a Colonia, le autorità giudiziarie hanno sequestrato  a produttori americani e australiani formaggi italiani protetti dal marchio Dop, ma persino imprese dell’Unione europea, tedesche e olandesi, offrivano formaggi italiani notissimi e protetti.

«Abbiamo accolto l’appello dei produttori italiani – osserva il sottosegretario alle Politiche agricole Giuseppe Castiglione –  è stato facile individuare la presenza di stand e prodotti con la bandiera italiana che con il nostro Paese non hanno nulla a che fare. Ancora più inaccettabile che ciò avvenga anche da parte di operatori appartenenti a membri dell’Unione europea, le cui regole sull’informazione ingannevole al consumatore dovrebbero essere uguali per tutti e offrire il medesimo livello di tutela sul territorio comunitario». 

 

Il made in Italy in mostra a Abu Dhabi

 

La mostra “Architetture del Made in Italy”, è stata inaugurata oggi ad Abu Dhabi, organizzata dall’Istituto Nazionale di Architettura, e curata da Luca Zevi.

L’esposizione rappresenta la sezione centrale della mostra allestita per il Padiglione Italia alla 13. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia 2012 dalla Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.

La mostra documenta l’attività di molte imprese del Made in Italy, caratterizzate da una “tipologia olivettiana” quanto a dimensioni e produzione specializzata nel proprio settore, che negli ultimi quindici anni hanno scelto di costruire i propri stabilimenti e i propri centri direzionali secondo un progetto architettonico d’eccellenza.

Nella ristorazione il Made in Italy è senza rivali

Il gusto italiano a tavola, si sa, è uno dei punti di forza del made in Italy. Negli ultimi mesi sono sempre di più le attività imprenditoriali aperte all’estero dai nostri connazionali in questo settore: dai ristoranti ai wine bar, dalle formaggerie alle salumerie.  A novembre Barilla aprirà a New York, nell’inconfondibile location di Madison avenue, il primo ristorante Academia; Rosi ha avviato la seconda salumeria a Manhattan, sempre nella Grande Mela; Vladimir Dukcevich (titolare del prosciutto San Daniele King’s) ha tagliato il nastro alla prima osteria a New York e insieme alla famiglia Zonin ha inaugurato il secondo ristorante-wine bar a Tokio; il celeberrimo Giovanni Rana ha alzato la saracinesca a New York al Chelsea market (140 coperti, laboratorio e Take away) e l’offensiva di Eataly è al rush finale per i negozi di Detroit, Istanbul e Dubai.

L’industria alimentare italiana quest’anno dovrebbe fatturare, secondo Federalimentare, 133 miliardi di euro, con una crescita del 2,3%. Numeri impressionanti, in controtendenza rispetto alla crisi economica attuale, che certificano sempre più il valore inestimabile del brand Italia.

Ice e Simest insieme per il made in Italy

 

Dare vita a “un punto di riferimento sinergico” per le imprese italiane che vogliono affrontare i mercati internazionali. Ice e Simest uniscono le forze: da ottobre sarà attiva la sede unificata dei due enti a Milano, che lavoreranno insieme nell’ex ufficio dell’Ice.

È un deciso passo in avanti in direzione di quel sistema Italia che consentirà alle imprese del Nord di trovare nello stesso luogo, la nostra sede di Milano, uno sportello per i servizi e i finanziamenti all’internazionalizzazione” sottolinea Riccardo Monti, Presidente dell’Ice, che ci tiene a precisare che l’intesa raggiunta con Simest va considerata all’interno di un più ampio programma di razionalizzazione di tutte le strutture di supporto all’internazionalizzazione. L’obiettivo è la creazione di una vera e propria ‘Casa Italia’, che raccolga tutti i pezzi del sistema istituzionale italiano.

La nostra presenza negli uffici dell’Ice di Milano consentirà una maggiore sinergia a tutto vantaggio delle imprese lombarde, che sosteniamo e affianchiamo con i nostri strumenti e servizi di assistenza specialistica – prosegue invece  Massimo D’Aiuto, ad di Simest. – Siamo certi  che la collaborazione con la nuova agenzia Ice sarà sempre più proficua e potrà dare maggiore impulso allo sviluppo dei progetti di internazionalizzazione delle aziende del territorio”.

Alessia CASIRAGHI

Italian Style nella città eterna

 

Imprese della moda, del tessile, dell’oreficeria, passando per la nautica e il design, veri cavalli di battaglia del made in Italy nel mondo. Aziende piccole e grandi divenute il simbolo di quel modo di saper fare impresa che all’estero definiscono Italian Style. 

Per fare il punto su un settore e una realtà industriale che rappresenta ancora la linfa vitale dell’Italia, con un fatturato complessivo che supera i 515 milioni di euro, Unionfiliere e l’Associazione delle Camere di commercio per la valorizzazione delle filiere del Made in Italy si danno appuntamento a Roma il prossimo 20 settembre, nella sede di Unioncamere, in piazza Sallustio 21, a partire dalle 10.30.

Un convegno dedicato alle realtà industriali di filiere e distretti, durante il quale verranno commentati i dati della ricerca curata dall’Istituto Tagliacarne, fondazione di Unioncamere, sulla crescita e lo sviluppo delle filiere industriali e la loro riconversione nell’ultimo decennio. A conclusione dell’incontro sarà siglato un patto tra Unionfiliere e la Federazione dei distretti italiani per sancire l’alleanza tra i due organismi a sostegno dell’industria del made in Italy.

Confcommercio con Equitalia per le imprese del made in Italy

Un accordo quadro biennale lega a filo diretto Equitalia e Confcommercio Imprese. L’obiettivo? Garantire una migliore e più proficua assistenza alle realtà imprenditoriali del Bel Paese.

Protagonisti dell’intesa sono stati il presidente della società pubblica di riscossione, Attilio Befera, e il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli. Insieme hanno stipulato l’avvio di una stretta collaborazione fra agenti della riscossione e strutture territoriali della Confederazione, così creare un network a livello locale e focalizzato sulla consulenza, la formazione, l’informazione ed altre soluzioni dedicate.

Ma andiamo nel dettaglio.

L’accordo è l’ultimo di una serie che Equitalia ha deciso di siglare insieme ad altri soggetti del business e della produttività made in Italy e mira a gettare le basi per una collaborazione sul territorio nazionale tale da consentire una congrua assistenza alle imprese.

Oltre al legame con gli agenti della riscossione e delle strutture territoriali di Confcommercio, un altro elemento importante e previsto dall’accordo con Equitalia è la previsione di incontri specifici per monitorare i risultati raggiunti a livello locale dalle due istituzioni e rimuovere eventuali criticità.

Inoltre, la sigla si inserisce in un’ampia prospettiva di collaborazione con l’associazionismo così come previsto dal piano industriale di Equitalia: secondo l’istituto, infatti, fra i suoi compiti primari ci sono proprio l’ascolto del contribuente e l’utilizzo di nuovi strumenti di relazione, soprattutto nei momenti di criticità per cittadini e imprese.

Paola Perfetti