Subiaco dalla parte delle imprese

di Vera MORETTI

Il progetto era stato presentato a giugno presso la sala consiliare del Comune di Subiaco ed ora è arrivato il bando a favore delle imprese del territorio.

Il Sindaco e l’Assessore allo sviluppo economico sono soddisfatti di questo traguardo, che permette ad imprese e professionisti di investire su di sé e poter consolidare la propria attività imprenditoriale. Considerando il periodo di crisi, si tratta di un’opportunità doppiamente importante che permette, tra l‘altro, al Comune e alla Provincia di lavorare per far crescere il territorio.

Il prossimo incontro previsto per le Istituzioni locali, le imprese e le aziende del territorio nonché la cittadinanza tutta con Provincia Attiva, è previsto per mercoledì 21 dicembre ore 17:30 presso il Centro culturale della Città di Subiaco ma per ricevere informazioni circa ammissibilità al contributo, e moduli di partecipazione, è possibile collegarsi direttamente al sito del Comune di Subiaco.

Comune di Ferrara: contributi alla Sicurezza

di Alessia CASIRAGHI

Un nuovo bando per erogare contributi alla aziende situate nel centro storico di Ferrara che si impegnano ad acquistare attrezzature ad elevato contenuto tecnologico finalizzati alla sicurezza. La Camera di Commercio di Ferrara e il Comune di Ferrara si impegnano per prevenire i rischi derivanti da fenomeni criminosi.

Possono presentare la richiesta per ricevere il contributo le imprese con sede e/o unità operativa entro i confini del Centro storico di Ferrara che rientrano nelle seguenti categorie:
• le micro e piccole imprese esercenti attività commerciali di vendita al dettaglio, di vicinato, di medie strutture di vendita, attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, ristorazione, attività artigianali di gastronomia, attività artigianali di servizio alla persona, attività di produzione e commercio di prodotti artigianali e agenzie di viaggio;
• le imprese in possesso dei requisiti di cui all’articolo 2 della Legge Regionale n. 5/2008 ed iscritte al relativo Albo istituito dal Comune di Ferrara con determinazione n. 97590 del 12 novembre 2008, ai sensi dell’articolo 3 delle Legge Regionale citata.

Le spese ammesse al contributo camerale dovranno essere sostenute tra l’1 dicembre 2011 e il 30 giugno 2012. Ma quali sono le attrezzature che rientrano nel finanziamento della Camera di Commercio di Ferrara?

attrezzature per video-sorveglianza, video–protezione con cassetta di registrazione e assimilabili
sistemi di allarme antirapina controllati con telecamere che interagiscono direttamente con i Centri di Controllo gestiti da Istituti di vigilanza privati;
impianti antitaccheggio;
impianti antintrusione, antifurto o comunque di allarme con sistemi di rilevamento satellitare collegati a Centri di Controllo gestiti da Istituti di vigilanza privati.
sistemi di videoallarme antirapina in grado di interagire direttamente con gli apparati in essere presso le sale e le centrali operative della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri.

Le domande per accedere al contributo dovranno essere presentate dal 23 gennaio 2012 fino al 24 febbraio 2012, salva esaurimento anticipato delle risorse disponibili.

La richiesta di finanziamento dovrà essere sottoscritta dal legale rappresentante del soggetto richiedente, e inviata, con allegata la copia fotostatica del documento di identità del sottoscrittore, secondo due modalità:
via raccomandata A/R alla Camera di Commercio di Ferrara
– via telematica in formato PDF a protocollo@fe.legalmail.camcom.it

Confindustria per i Giovani, stage da mille euro

Confindustria coinvolge i giovani neolaureati a partecipare ad uno stage retribuito finalizzato a capire le dinamiche operative della confederazione e l’organizzazione del network che raduna oltre 148 mila imprese associate con il progetto “Confindustria per i Giovani“. Dopo il successo dell’iniziativa dello scorso anno “Cento Giovani per Cento anni” attraverso la quale l’Associazione degli Industriali ha voluto celebrare i cento anni dalla fondazione investendo sui giovani neolaureati ad alto potenziale coinvolgendoli in uno stage di 12 mesi accompagnato da formazione in aula.

L’iniziativa di quest’anno rimane sostanzialmente simile ma con alcune novità importanti. Rimane identico l’obiettivo che punta al coinvolgimento dei giovani nel mondo imprenditoriale e dell’associazione degli industriali: “L’intervento di formazione, che prevede una considerevole esperienza di formazione sul campo (attraverso stage presso la sede centrale di Confindustria, le Associazioni Industriali, le aziende associate e le strutture collegate a livello europeo ed internazionale), è finalizzato a favorire l’inserimento dei giovani neolaureati all’interno della Struttura, supportandoli nella comprensione delle dinamiche organizzative ed istituzionali del network associativo. I giovani neolaureati, al termine del percorso formativo, saranno così in grado di presidiare le competenze e le conoscenze relazionali e tecniche necessarie per un eventuale inserimento nelle diverse realtà organizzative ed aziendali. Per i partecipanti il programma rappresenta in ogni caso un’importante opportunità formativa ed una possibilità di entrare in contatto con aziende e strutture afferenti al Sistema Confindustria”.

Cambiano leggermente le modalità, che prevedono un percorso più agevole e snello dal punto di vista della durata, fissata in 6 mesi, in cui i giovani selezionati svolgeranno attività pratiche presso una o più sedi del Sistema di Rappresentanza. Saranno dedicate 8 giornate di formazione in aula alle quali si affiancheranno opportunità di formazione in modalità e-learning organizzate da Master 24, Il Sole 24 Ore Formazione per accrescere l’arricchimento culturale dei partecipanti e le loro abilità tecniche. I giovani avranno la certezza di entrare in un percorso serio e di essere seguiti scrupolosamente. Lo stage rispetterà realmente i presupposti formativi a cui tende, garanzia rafforzata da attività di tutoring e counselling durante l’intero percorso formativo attuato da professionisti di LIUC/LBS e Confindustria. Durante il periodo formativo, ai giovani verrà dato accesso ad una biblioteca virtuale, attraverso un sito dedicato, per approfondimenti su tematiche rilevanti.

Il progetto “Confindustria per i Giovani” prevede un trattamento economico di tutto rispetto. Per i 50 ragazzi che accederanno allo stage è riconosciuto un rimborso spese a copertura della quota di partecipazione (pari a 2mila euro) ed inoltre anche un rimborso spese mensile pari a mille euro lordi.

Modalità di partecipazione

Per poter concorrere alla partecipazione del progetto occorre presentare entro e non oltre il 10 dicembre domanda esclusivamente online (http://www.confindustriaperigiovani.it/). Verrà chiesto di compilare un form relativo alla propria carriera di studi e competenze lavorative pregresse e caricare un file (deve essere uno con i coda tutti i  documenti richiesti) contenente curriculum, certificato di disoccupazione o autodichiarazione di inoccupazione, certificato di laurea, diploma ed eventuali certificati che attestino la conoscenza delle lingue. A seguire si dovrà sostenere una prova scritta che permetterà di accedere ai colloqui motivazionali, ultimo scaglione prima della “vittoria”. Il tutto avverrà entro febbraio 2012, mese di partenza dello stage. La commissione a cui spetta la decisione è costituita da membri di Confindustria, Uninpiego Confindustria, Luiss Business School, Università Carlo Cattaneo – LIUC ed SFC – Sistemi Formativi Confindustria.

Requisiti

Aver conseguito un diploma di laurea, laurea magistrale e/o dottorato di ricerca non prima del 1 marzo 2011 ed entro il 10 dicembre 2011. Costituirà titolo preferenziale la laurea in materie tecnico scientifiche ed economico giuridiche. Al fine della graduatoria si considereranno anche: età del richiedente, curriculum vitae e accademico del laureato, risultati di test scritti, esito del colloquio motivazionale. I test psicoattitudinali prevedono domande di logica, cultura generale e lingua inlgese. Per partecipare al percorso occorre non possedere nessun rapporto di lavoro subordinato/parasubordinato, stage o lavoro autonomo.

Quali sono le opportunità e le finalità

Lo stagista verrà inserito all’interno dei diversi contesti organizzativi del sistema e parteciperà alle attività che vi verranno svolte, con lo scopo di introdurlo alla cultura di impresa e alla conoscenza delle dinamiche istituzionali e organizzative. Le sessioni di formazione frontale in aula hanno l’obiettivo di fornire a tutti i partecipanti una base comune di conoscenza del Sistema ma soprattutto di favorire l’integrazione e “il senso di appartenenza” alla stessa organizzazione tra loro.

Finalità del progetto da quanto si apprende dal sito dedicato all’iniziativa sono:

-introdurre 50 giovani selezionati al sistema delle imprese e della sua Rappresentanza;

-costruire un percorso formativo centrato sulla comprensione delle dinamiche organizzative ed istituzionali del network associativo confederale;

-contribuire a creare una rete di relazioni sul territorio fondamentale a rendere efficace l’azione associativa, partendo dalla generazione più giovane.

Per maggiori informazioni si può contattare  confindustriaperigiovani@confindustria.it

Mirko Zago

 

Alto Adige, la regione “amica” delle imprese

di Davide PASSONI

Fare business in Alto Adige può essere un ottimo affare per le imprese e le start-up italiane. La regione offre infatti opportunità uniche per chi vuol far crescere e sviluppare un’attività. Per dimostrare che si tratta di una regione “amica” del business, la Provincia Autonoma di Bolzano ha creato BLS. Che cosa è e come funziona? Lo abbiamo chiesto al suo Direttore, Ulrich Stofner.

Che cosa è e come nasce BLS?
BLS è la società provinciale per l’insediamento di imprese e la promozione territoriale della Provincia Autonoma di Bolzano. Attiva dal 2009, nasce con lo scopo di comunicare e valorizzare le tante opportunità dell’Alto Adige come meta imprenditoriale da parte di piccole/medie aziende e start-up. In quanto realtà di servizio, BLS accompagna attivamente i candidati nella fase di ingresso, ponendosi come intermediario veloce ed efficace tra imprese, uffici dell’amministrazione e istituzioni. Inoltre, si dedica alla ricerca di immobili e superfici disponibili, elabora domande di contributi per l’acquisto di terreni, crea relazione con le aziende già esistenti e promuove il contatto con il business internazionale, sfruttando la geografia della provincia come ponte naturale e porta di accesso tra Italia, Germania e Austria.

Che cosa trovano in BLS le imprese che vogliono investire in Alto Adige?
BLS è l’interlocutore ideale per programmare l’avvio di una nuova attività nella provincia poiché è capace di accompagnare l’insediamento in tutti i suoi passaggi. Ciò si traduce in un servizio di consulenza a 360° relativa ad aspetti legali e fiscali, contributi alle autorizzazioni, assistenza nell’individuazione della sede ideale, supporto nella creazione di una rete di contatti con organizzazioni, strutture di servizio e associazioni economiche, nel business con i Paesi tedeschi.

L’Alto Adige è una regione “amica” del business, secondo lei?
Si, sempre di più. L’Alto Adige è un territorio estremamente interessante, tutte le principali indagini di settore – che considerano diversi indicatori industriali e sociali – confermano periodicamente che l’Alto Adige è a misura d’uomo, dove si vive bene, si lavora bene, si investe bene. Dare avvio ad una propria azienda qua è più facile che altrove poiché gli incentivi economici sono ottimi, la pressione fiscale è più bassa che nelle altre regioni d’Italia, l’accesso alla pubblica amministrazione è facilitato da BLS, la Ricerca & Sviluppo gode di propri fondi molto importanti. Basta citare il recente Bando per l’Innovazione che la Provincia di Bolzano ha messo a disposizione per un ammontare complessivo di 3 milioni e 800mila euro per i migliori progetti nel campo della ricerca industriale e lo sviluppo sperimentale. Inoltre, è la  provincia leader in Italia per la Green Energy, ed è impegnata nell’ampliamento di questo mercato.

Se volesse invitare un’azienda a fare business in Alto Adige, come la convincerebbe?
Per convincere un’azienda ad aprire uffici in Alto Adige basta dirle che qui si vive al “top” ed è il miglior territorio dove insediare un’attività, come dimostrato dalla scorsa classifica di Confartigianato sulla facilità del fare impresa nelle Regioni e Province Italiane, che ha inserito il nostro territorio ai primi posti della graduatoria. Inoltre, l’Alto Adige, riconosciuto come prima “Green Region” d’Italia è luogo ideale dove dare avvio ad un’azienda verde, che sappia cogliere tutte le opportunità offerte dal mercato delle rinnovabili e dell’edilizia sostenibile. Ciò è dimostrato anche dal rapporto Legambiente sui Comuni 100% Rinnovabili che annovera diverse municipalità altoatesine fra le realtà di eccellenza.
Infine segnalo che la provincia sta realizzando un progetto importante, che contribuirà ulteriormente ad alimentare l’economia locale e l’attrazione di nuovi talenti. Si tratta della costruzione del nuovo parco tecnologico di Bolzano che sorgerà, in zona produttiva, all’interno di una nuova area di 12 ettari ed amplierà le opportunità per le imprese innovative che operano nel settore della Green Energy.
Il polo ospiterà start-up e nuovi insediamenti di realtà consolidate che potranno approfittare del know-how dell’intero comparto. Il nuovo parco tecnologico darà sviluppo alla ricerca scientifica ed al trasferimento tecnologico. I lavori inizieranno nel 2012 per terminare all’inizio del 2015 e saranno suddivisi in due lotti. Il primo riguarderà la parte pubblica che in circa 2,6 ettari ospiterà il Tis Innovation Park, gestore del Parco, il Fraunhofer Institut, l’Istituto per l’energia rinnovabile dell’Eurac, l’università di Bolzano e altri centri ricerca. Il secondo lotto di 9,4 ettari, realizzato in moduli, sarà invece destinato alle aziende e potrà ospitare anche insediamenti di nuove imprese. Non promettiamo sogni per tutti, ma siamo pronti ad accompagnare e sostenere, anche con soldi pubblici, progetti seri, concreti e lungimiranti.

Qual è il profilo tipo dell’azienda che si rivolge a BLS?
Sicuramente è la filiera delle energie rinnovabili a essere maggiormente attratta dalla nostra provincia, dove la cultura del green è radicata sul territorio. Attualmente, ben più di 460 aziende altoatesine operano in diversi comparti del settore dell’economia e della ricerca delle energie alternative. Le imprese che si insediano a Bolzano per la prima volta trovano una solida rete di partner competenti. Ci orientiamo quindi in primis verso aziende medio/piccole, in particolare che operano nella filiera verde, che abbiano un’idea imprenditoriale e la vogliano realizzare ma siamo aperti ad ogni stimolo, dalla tecnologia, all’innovazione, alla ricerca. La conformazione geografica dell’area non permette l’insediamento di estesi stabilimenti industriali perciò il profilo ideale è rappresentano dal laboratorio, l’ufficio commerciale, la sede di rappresentanza. Molto attivo è anche il flusso di business dalla Germania verso l’Italia. Sono molte infatti le aziende di lingua tedesca che approcciano il mercato italiano attraverso l’Alto Adige, ponte ideale fra le due nazioni.

Quanto e in che cosa vi aiuta il fatto di poter operare in una regione a statuto speciale?
La solidità del quadro normativo e del contesto politico sono un elemento certamente differenziante. In quanto Provincia a statuto speciale, l’Alto Adige dispone di ampie competenze in tutti i settori principali, dall’istruzione alla sanità, dalla cultura alle infrastrutture. Da qui derivano alcuni vantaggi: maggiori poteri che le permettono di definire e mettere in atto una politica economica locale completamente autonoma, maggiore autonomia finanziaria, amministrazione diretta della maggior parte del gettito fiscale.  E le aziende apprezzano molto un interlocutore chiaro ed in grado di dimostrare continuità ed efficacia.

Che cosa manca oggi, secondo lei, all’Italia per stare al passo dell’Europa che conta?
L’Italia negli ultimi anni è stata travolta come altri Paesi europei da una profonda crisi che ha generato instabilità e debolezza. I limiti della finanza sono al centro del dibattito mondiale. Il nostro paese a fronte di tale grigio scenario non ha saputo appieno far leva sui propri elementi di forza come il made in italy, la creatività, l’artigianalità, caratteristiche che ci rendono unici al mondo. Questi valori, che sono il perno dell’identità italiana potrebbero essere rilanciati. L’Italia per stare al passo con l’Europa dovrebbe rimettersi in movimento, promuovere la propria crescita economica, mettere in grado le nuove generazioni di guardare al mondo del lavoro con positività e ambizione. L’Alto Adige, nel suo piccolo cerca di essere un motore propulsivo ed ha già intrapreso questo percorso, perché è solo attraverso l’emersione dei talenti e la promozione dell’imprenditorialità che si può generare progresso, anche economico.

Quanto una realtà come la vostra subisce l’attuale incertezza economica? Se la subisce…
L’economia altoatesina nel 2011 è cresciuta a un livello medio dell’1,0-1,5% sopra la media nazionale (ca. 0,7%). I segnali più postivi arrivano dal fronte dell’occupazione, dalla crescita nel numero di imprese, dalle esportazioni e dal turismo. Negativi invece gli sviluppi per l’edilizia (in calo) e il tasso d’inflazione (in aumento). Il contesto internazionale, in particolare la crisi europea dell’indebitamento, ha avuto influssi  anche sull’Alto Adige, in particolare per quanto riguarda l’aumento dei costi, la crescente difficoltà nell’ottenere finanziamenti e la contrazione della domanda (specialmente quella nazionale). Tutto sommato però il clima di fiducia da parte dei consumatori e delle imprese, seppur leggermente in calo, rimane positivo e sopra altre realtà. L’indebolimento della dinamica congiunturale rallenterà la crescita dell’economia altoatesina, che secondo le stime dell’’IRE (Istituto di ricerca economica) per il 2012 si attesterà tra lo 0,5 e l’1,0%, mentre per il mercato nazionale secondo le previsioni è da attendersi una stagnazione con segno negativo (-0,2%).

Milano vista dai blog

Milano vista dai blog? Promossa per qualità della vita, bocciata per smog e traffico. Un risultato che emerge da una analisi su oltre 5.300 blog apparsi in rete nei mesi di agosto e settembre, condotta dalla Camera di Commercio di Milano in collaborazione con Voices from the Blogs (http://voicesfromtheblogs.com/).

Prevalgono i giudizi positivi: nell’82% dei casi la parola che meglio riassume Milano è “lusinghiera”. La città è vista soprattutto come una metropoli alla e della moda (per il 42,4% dei blogger) e cosmopolita (20,1%). Significativa la quota di chi considera Milano la città dello sport (9,3%). Pochi (il 17,8% del totale) scelgono una sintesi negativa (città infelice, inquinata, complessa nell’amministrazione), anche se va sottolineato che chi pensa che Milano non sia una città per le donne (3,1%).

Di Milano piacciono la vita sociale e i divertimenti che offre (35,1%), le opportunità economiche (19,1%), ma anche i cittadini (10,4%), l’architettura (9,3%). Per la rete i punti di forza di Milano sono rappresentati dalle imprese (per il 16%), ma anche dalla qualità dei servizi pubblici e di trasporto (15,8%), dalle condizioni di vita (12,6%), dalla società civile (9,7%).

Il 3,6% considera invece Expo 2015 come il vero punto di forza di Milano. E così non è un caso che prevalgano i pareri positivi sulla qualità della vita a Milano: circa la metà delle opinioni indica infatti una qualità della vita alta o molto alta, mentre i giudizi estremi raccolgono il 29% dei blogger nel caso positivo e solo il 10,4% nel caso negativo.

Una situazione che contagia anche le previsioni sul futuro di Milano: il 41% delle opinioni dei blogger è ottimista riguardo al futuro della città rispetto al 37,8% che si mostra al contrario più tiepido, mentre un quinto dei blogger rimane indeciso.

Un giudizio sostanzialmente positivo, dunque, ma che può ancora migliorare se si affrontassero con successo le criticità principali di Milano: inquinamento (il problema principale di Milano per il 28% dei blogger), ambiente (9%), traffico (17,2%) , abitazione (13,2%).

Laura LESEVRE

Vendite al dettaglio in calo a settembre

A settembre 2011 l’indice destagionalizzato delle vendite al dettaglio (valore corrente che incorpora la dinamica sia delle quantità sia dei prezzi) ha segnato un calo dello 0,4% rispetto ad agosto 2011. Nella media del trimestre luglio-settembre 2011 l’indice è diminuito dello 0,6% rispetto ai tre mesi precedenti. Nel confronto con agosto 2011, le vendite di prodotti alimentari diminuiscono dello 0,2% e quelle di prodotti non alimentari dello 0,4%. Rispetto a settembre 2010, l’indice grezzo del totale delle vendite segna un calo dell’1,6%. Le vendite di prodotti alimentari aumentano dello 0,7%, mentre quelle di prodotti non alimentari scendono del 2,5%. Le dinamiche delle vendite per forma distributiva registrano, nel confronto con il mese di settembre 2010, un lieve aumento (+0,2%) per la grande distribuzione e una significativa diminuzione (-2,8%) per le imprese operanti su piccole superfici. Nei primi nove mesi del 2011, rispetto allo stesso periodo del 2010, l’indice grezzo diminuisce dello 0,7%. Le vendite di prodotti alimentari segnano un incremento dello 0,1% e quelle di prodotti non alimentari una diminuzione dell’1,2%.

Forma distributiva e tipologia di esercizio 
Nel confronto con il mese di settembre 2010 si registra un aumento dello 0,2% per le vendite della grande distribuzione e una flessione del 2,8% per quelle delle imprese operanti su piccole superfici. Nella grande distribuzione le vendite crescono del 2,1% per i prodotti alimentari e diminuiscono dell’1,4% per quelli non alimentari. Nelle imprese operanti su piccole superfici, le vendite segnano un calo in entrambi i settori merceologici: -1,9% per i prodotti alimentari e -3,1% per quelli non alimentari. Nel mese di settembre 2011, tra le tipologie di imprese della grande distribuzione, si rileva un aumento tendenziale dello 0,4% per gli esercizi non specializzati e una flessione dello 0,8% per quelli specializzati. All’interno dei primi, le vendite degli esercizi a prevalenza alimentare aumentano dell’1,2%, mentre in quelli a prevalenza non alimentare diminuiscono del 2,9%. Tra gli esercizi a prevalenza alimentare, l’aumento più sostenuto si registra per i discount (+2,9%), quello più contenuto per gli ipermercati (+0,2%). Nella media del periodo gennaio-settembre 2011, le vendite degli esercizi non specializzati diminuiscono, in termini tendenziali, dello 0,6%, quelle degli esercizi specializzati aumentano dell’1,5%.

Andamento delle vendite per dimensione di impresa 
Con riferimento alla dimensione delle imprese, nel mese di settembre 2011 il valore delle vendite diminuisce, in termini tendenziali, del 2,7% nelle imprese fino a 5 addetti, del 2,3% nelle imprese da 6 a 49 addetti e dello 0,1 % in quelle con almeno 50 addetti. Nel confronto tendenziale relativo ai primi nove mesi dell’anno, il valore delle vendite diminuisce dell’1,3% nelle imprese fino a 5 addetti, dell’1,1% in quelle da 6 a 49 addetti e dello 0,2% nelle imprese con almeno 50 addetti.

Prodotti non alimentari 
Per quanto riguarda il valore delle vendite di prodotti non alimentari, a settembre 2011 le variazioni tendenziali negative di maggiore entità riguardano i gruppi Calzature, articoli in cuoio e da viaggio (-6,7%), Elettrodomestici, radio, tv e registratori (-4,6%) ed Abbigliamento e pellicceria ( 4,2%). I gruppi che registrano le flessioni più contenute sono Prodotti di profumeria, cura della persona (-0,4%) e Altri prodotti (gioiellerie, orologerie) (-0,8%).
Lo rende noto l’Istat.

Fonte: Agenparl.it

Accordo banche-imprese sugli impieghi scaduti

Firmato tra i rappresentanti delle banche e delle imprese il protocollo di intesa sugli impieghi scaduti per attenuare l’effetto delle nuove norme sulla classificazione del credito, classificato dal 2012 come deteriorato dopo tre mesi invece degli attuali sei. Abi, Alleanza delle cooperative, Assoconfidi, Confagricoltura, Confedilizia, Cia, Coldiretti, Confapi, Confindustria e Rete Imprese Italia hanno aderito all’accordo “Comunicazione alle imprese sull’entrata in vigore dei nuovi termini per la segnalazione degli sconfinamenti bancari (Past 2)”.

Con la sigla del protocollo vengono adottati strumenti informativi e di supporto alle imprese, perché siano preparate alle nuove regole. Le banche che aderiranno “si impegnano a esaminare tempestivamente le posizioni delle imprese“. L’accordo prevede anche che “ferma restando la piena autonomia della banca nella valutazione del merito creditizio dell’impresa, l’esame mirerà a valutare le effettive necessità finanziarie delle imprese e il rapporto tra le linee accordate e gli utilizzi“.

Il protocollo stabilisce la possibilità di interventi ad hoc e di “valutare insieme al cliente eventuali soluzioni personalizzate per il rientro degli sconfinamenti“. L’impegno di tutti i soggetti “è diretto ad evitare che l’applicazione delle disposizioni previste da Basilea provochi penalizzazioni per le banche e le imprese, già messe a dura prova dalla crisi“.

Turnaround: una buona opportunità per le aziende

Il successo di un’impresa dipende da diversi fattori, anche se ce ne sono alcuni dai quali non si può prescindere, sia che ci si occupi di marketing sia che ci si rivolga all’attività quotidiana dell’impresa. Per essere sempre competitivi ed autorevoli nel proprio settore, inoltre, occorre saper gestire alcuni fenomeni che, sottovalutati, potrebbero minare la stabilità dell’azienda.

Si tratta di saper gestire la centralità del cliente nello sviluppo dei prodotti e nella gestione della redditività, l’introduzione di nuovi prodotti o la trasformazione da prodotto industriale a offerta di servizi, l’efficacia delle azioni commerciali, la dinamicità delle risorse umane e finanziarie, insomma di tutta una serie di dinamiche fondamentali per il successo di un’impresa che sono identificati con il termine turnaround.

ATEMA, a questo proposito, segnala un convegno che si terrà a Padova il 12 dicembre dal titolo: Temporary Management e il turnaround, per porre l’attenzione sulle diverse possibilità cui le imprese possono accedere per fare del turnaround un’opportunità di sviluppo e di continuità sostenibile.

ATEMA è un’associazione professionale senza scopo di lucro che rappresenta dal 1993 un punto di riferimento della cultura del Temporary Management e, in questo ambito, si pone l‘obiettivo di far conoscere al mercato italiano l’utilizzo del Temporary Management, che racchiude in sé grandi potenzialità non solo di supporto, ma anche di risanamento e di innovazione.

Vera Moretti

Torna il credito d’imposta per incentivare le imprese

Per incentivare le imprese a realizzare innovazioni di prodotto o di processo, il Decreto Legge Sviluppo ha reintrodotto il credito d’imposta, relativo ad attività di ricerca appaltate ad università ed enti di ricerca.

I beneficiari possono essere imprese di qualsiasi dimensione di tutto il territorio nazionale e possono accedere all’incentivo se esternalizzano le spese di ricerca affidandole a:
– università,
– stituti di ricerca (statali e non)
– enti pubblici di ricerca,
– Asl e organismi di ricerca,
– istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs).

Il bonus fiscale spetterà per gli investimenti in ricerca sostenuti nel corso dei periodi di imposta 2011 e 2012, purché “incrementali” rispetto alla media delle stesse spese sostenute nel triennio 2008-2010.

La fruizione potrà avvenire in tre tranche annuali (di pari importo) a decorrere da ciascuno degli anni 2011 e 2012. In ogni caso – assicura la norma stessa – l’investimento nei progetti di ricerca beneficiari del bonus rimane integralmente deducibile dall’imponibile delle imprese.

Confesercenti, più attenzione alle imprese in rosa

Confesercenti conferma la sua attenzione all’imprenditoria femminile con il convegno su Donne, mercato del lavoro e imprenditoria, promosso a Roma da Impresa donna, il Coordinamento nazionale delle imprenditrici di Confesercenti. Nell’aprire i lavori, il presidente Marco Venturi ha osservato che “il lavoro, l’impresa al femminile rappresentano una vera e propria opportunità per il Paese. Non si dimentichi che la marginalità delle donne equivale a marginalità del Paese perché si rinuncia ad utilizzare buona parte del nostro potenziale di crescita”. Dal canto suo, Patrizia De Luise, Presidente CNIF, ha dichiarato che “l’imprenditoria femminile, oltre a dover fronteggiare i numerosi impegni ed i problemi legati all’attività imprenditoriale, deve fare i conti con la posizione della donna nel contesto socio-economico“.

Il Coordinamento nazionale dell’imprenditoria femminile di Confesercenti pone al centro del proprio impegno proprio il sostegno alle imprenditrici e lavoratrici autonome attraverso una serie di importanti obiettivi, come la rappresentanza delle imprese femminili associate presso le sedi governative, il Ministero delle Pari Opportunità ed il Ministero del Lavoro, il raccordo con Unioncamere per la gestione dei comitati imprenditoria presso le Camere di commercio e la messa in campo di azioni politico, sindacali volte a favorire il conseguimento delle pari opportunità e l’individuazione degli strumenti necessari per rispondere alle esigenze delle imprenditrici associate.
Inoltre, ha sottolineato la De Luise, il Coordinamento mira alla promozione di tutte quelle attività formative e informative affinché le imprenditrici possano gestire al meglio le proprie attività imprenditoriali.

Le imprese femminili a fine giugno 2011 risultano essere 430.900, pari al 23% di tutte le imprese registrate presso le Camere di Commercio. L’universo al femminile delle imprese italiane è aumentato in un anno di quasi 10 mila unità con un tasso di crescita pari allo 0,7% contro lo 0,2% dei colleghi maschi. Fra i nodi aperti quello del lavoro, visto che il tasso di attività femminile risulta essere inferiore di alcuni punti a quello europeo. Inoltre il tasso di disoccupazione è attestato al 9% contro il 7,8% nazionale.