Benefit, premi aziendali: i metodi migliori per incentivare il dipendente

I premi di produzione, sono strumenti di incentivazione, compensi che vengono aggiunti alla retribuzione, elargiti dalle aziende, con un approccio su misura.

Sono leve molto efficaci per motivare i collaboratori, i dipendenti, per incrementare e stimolare le loro performance. Una strategia efficace di fidelizzazione.

Perché tutto ciò funzioni occorre un’attenta e accurata analisi dei loro bisogni. Cosi facendo si definisce un progetto dettagliato, in cui gli importi ed i criteri per il loro calcolo di valutazione, variano a seconda delle aziende stesse.

Proprio per questo non esiste una standardizzazione dei parametri analitici, essi, infatti, vengono stabiliti, all’interno della realtà lavorativa di ciascuna azienda, personalizzati, ottimizzati ed aggiornati costantemente. 

La personalizzazione di un progetto si pone alla base del suo successo ma è necessario possedere gli strumenti giusti.

Quali sono gli strumenti di cui un’azienda dispone per incentivare i dipendenti?

Sono strumenti finalizzati al miglioramento della qualità della vita, della performance, della concentrazione e della soddisfazione personale.

Tra i premi aziendali e le idee più diffuse, troviamo:

  • Riconoscimenti formali 
  • Regali aziendali
  • Premi di produttività 
  • Benefit e Servizi Welfare

I Riconoscimenti Formali 

I riconoscimenti formali non prevedono alcun premio. 

Ciò nonostante, la gratificazione dimostrata, magari durante il corso di una riunione, o durante un evento celebrativo, oppure al termine di un pranzo di lavoro, è importante per esaltare il successo delle attività svolte e ottenere la gratificazione e la motivazione necessaria per fare sempre di più.

Si attiva così un circolo virtuoso, dal momento che la soddisfazione ottenuta scatena altra determinazione per raggiungere nuovi obiettivi, nuove sfide, che si presenteranno in futuro.

I Regali Aziendali 

Tra i regali aziendali, possiamo citare le Gift card, carte spendibili on-line, oppure  buoni emessi da punti vendita selezionati. Oltre ad ingressi omaggio, servizi per la cura della persona, beni per la casa.

Insomma una serie di trovate che, certamente, sono molto vantaggiose, e catalogabili come strumenti pratici. 

Sebbene, però, tutto questo possa apparire allettante, è importante ricordare che non tutti i dipendenti e/o collaboratori potrebbero apprezzare determinati premi. Dal momento che, trattandosi di regali con un’identità specifica ed un utilizzo predeterminato, si crea, inevitabilmente, un limite nell’utilizzo stesso del premio. O, più semplicemente, potrebbero non rispondere alle aspettative, alle esigenze personali del ricevente. 

I Premi Aziendali 

I premi produttività, solitamente riconosciuti quando si giunge al termine di un progetto, oppure quando si raggiungono gli obiettivi prefissati, che possono essere individuali, o collettivi, aziendali.

E’, infine, utile sapere che i dipendenti e/o collaboratori, possono scegliere di modificare o meglio convertire, i premi ottenuti sotto forma di denaro, in servizi welfare, ad esempio nel caso di un ampio progetto aziendale mirato, nello specifico, all’ottenimento di benessere e comfort. 

Benefit e servizi di welfare

Abbiamo, in parte, già anticipato in cosa potrebbe consistere un servizio di welfare, ma cerchiamo di capire a fondo, quest’ultima tipologia di premio aziendale.

Tra i benefit che le aziende potrebbero distribuire, come servizio di welfare, al proprio dipendente, troviamo anche il buono shopping. Una soluzione molto apprezzata trattandosi di privilegi a lunga data di scadenza.

Ed è, contemporaneamente, quella più adottata ed utilizzata dalle imprese, poiché, dal momento che i costi di erogazione sono direttamente legati al lavoro dei propri impiegati, la deducibilità del loro valore, è totale.

Quali sono i vantaggi dei premi aziendali?

Il raggiungimento di un risultato dopo aver dedicato tempo e impegno, suscita, inevitabilmente, soddisfazione, autocompiacimento e autostima.

Ma tutte queste sensazioni possono svanire velocemente se nessuno ne apprezza il successo o è pronto a congratularsene e a condividerne l’esito, in maniera festosa o magari facendo un complimento.

È come se il raggiungimento dell’obiettivo prefissato non fosse reale, dal momento che nessuno lo riconosce pubblicamente. Ed è come sentirsi sminuiti.

La proclamazione di un successo, la gratificazione personale confermano la bravura del lavoro svolto per aver centrato l’obiettivo, ed incentiva a migliorarsi e a fare sempre di più, innescando una dinamica costruttiva, un loop virtuoso che alterna il senso di appagamento all’incentivazione.

Tutto questo ha un impatto positivo sull’azienda. Si affinano le relazioni tra i dipendenti, creando coesione e complicità, si guadagna un ritorno d’immagine, e non meno importante si attraggono nuove e talentuose risorse.

Come si definisce il Concept, il progetto di un viaggio Incentive

I criteri ed i bilanci di valutazione sono il primo passo per un’attenta analisi della fattibilità e del successo di un “Travel Incentive”

Come nasce un viaggio d’incentivazione 

Un viaggio incentive è un meeting fuori dal comune, un incontro fuori dagli standard e dagli schemi. È un’iniziativa elaborata, tecnicamente e dettagliatamente organizzata, dove i partecipanti prendono posto ad un evento, creato appositamente per loro, che può avere una durata variabile.

Può svolgersi all’interno di un week end, o protrarsi anche per 5 giorni. Ad ogni modo, difficilmente potrebbe durare più di una settimana.  

Per tutti questi motivi è fondamentale avvalersi della professionalità di chi, in questo settore, è maestro.

Questo è il motivo per il quale conviene chiedere l’aiuto di veri professionisti del mestiere. Esiste una rete di collaboratori esterni all’azienda che è pronta a scendere in campo per progettare un’esperienza mirata, in base alle specifiche richieste dell’azienda che ne richiede i servigi.

Primo step di valutazione nella progettazione di un “Incentive Travel”

La prima cosa importante da capire e valutare è se, effettivamente, la progettazione di un viaggio così articolato, possa essere considerato un valido investimento, ovvero se sarà  in grado di portare benefici all’impresa che lo ha richiesto. Dunque, se sarà possibile parlare di un ritorno in termini di rendimento, che dovranno essere certamente superiori ai costi sostenuti per poterlo realizzare.

Dopo questa prima fase si può procedere con il secondo step e cioè, per l’azienda è il momento di stabilire i criteri di assegnazione e renderli comprensibili per tutti i partecipanti. 

Il dipendente che si aggiudicherà il tanto agognato viaggio, sarà colui, saranno coloro i quali avranno centrato l’obiettivo stabilito, nei tempi prefissati.

A chi rivolgersi e perché

Parliamo delle “Incentive House”, le agenzie di incentivazione, capaci di realizzare e personalizzare, per ciascun cliente, il viaggio incentive che più si addice al tipo di missione richiesta, al tipo di percorso motivazionale che si vuole sperimentare. Basandosi, principalmente, sul profilo dell’impresa richiedente e sulla finalità che la stessa vorrebbe poter ricavare da una condivisione, da un’esperienza mirata e personalizzata.

Il programma, generalmente, è un equilibrio tra momenti di lavoro e momenti di puro svago, poiché la natura di questi viaggi è quella di incentivare, motivare, ma anche emozionare e creare tempi ludici finalizzati all’aggregazione.

Il viaggio, infatti, ha lo scopo di creare un team, uno spirito di squadra, dinamico e coinvolto. L’esperienza del viaggio deve essere in grado di creare coesione, affiatamento e complicità. L’obiettivo finale è quello, infatti, di rafforzare i rapporti tra i partecipanti per accrescerne l’autostima, incoraggiandoli e stimolandoli in una sincera competizione. 

Alla fine di un viaggio incentive, di un percorso formativo quanto emozionale, ciò che resta è il bagaglio di esperienza che si porta con se, un’esperienza unica ma condivisa, ricca di momenti speciali che saranno ricordati nel tempo.

E saranno proprio questi ricordi, questa scorta motivazionale ad essere scintilla di una creazione di un nuovo gruppo lavorativo. Avremo dei dipendenti più forti e sicuri delle proprie potenzialità, capaci di aumentare il rendimento di un’impresa, perché più motivati.

Questa tipologia di viaggio, data la natura centrate del suo essere, è una potenziale strategia di investimento di cui le aziende, tutte, possono disporre per far accrescer il proprio fatturato interno.

Ricordiamo, infatti, che non può esserci crescita senza sviluppo, e senza alcuna crescita non è possibile guardare al futuro.

Viaggi Incentive: come devono essere organizzati

Solo dopo aver considerato ogni singola proposta, analizzato ogni probabile soluzione, si può procedere alla progettazione del viaggio incentive.

Criteri e bilanci di valutazione 

Il primo passo che in assoluto le aziende dovrebbero fare per realizzare un così elaborato progetto, è pensare anche ad un’attenta analisi della fattibilità del viaggio incentive e dell’impatto economico che lo stesso potrebbe avere sull’impresa in questione.

In altre parole è fondamentale capire se, effettivamente, la sua progettazione  porterà benefici e se sarà possibile parlare di un ritorno in termini di rendimento, che dovranno essere nettamente superiori ai costi sostenuti per la sua realizzazione. 

Fatto ciò, l’azienda, da subito, dovrà, quindi, stabilire i criteri di assegnazione e renderli chiari e comprensibili per tutti. 

E soltanto nel momento in cui il dipendente raggiungerà l’obiettivo prefissato, nei tempi stabiliti, potrà aggiudicarsi il viaggio. 

Organizzare un viaggio incentive

Per pianificare al meglio un viaggio d’incentivazione è importante sapere che niente può essere lasciato al caso, ma è necessaria una cura ed un’attenzione particolare ai dettagli. Non è un’impresa facile, ogni aspetto va elaborato con criterio e supportato in modo accurato. Solo così il successo potrà essere garantito.

È a questo punto che entrano in campo i professionisti del settore, che rivestono un ruolo primario. Sono figure professionali valide legate al mondo degli Incentive Travel, le “Incentive House” in grado di aiutare e supportare, nonché progettare un evento sicuramente complesso ed elaborato nel suo genere.

Ecco perché è importante rivolgersi agli esperti del settore

Le agenzie di incentivazione, infatti, sono capaci di cucire e personalizzare, per ciascun cliente, il viaggio incentive che più si addice al tipo di esperienza richiesta, al tipo di percorso motivazionale che si vuole sperimentare. Basandosi sul profilo dell’impresa richiedente e sulla finalità che la stessa vorrebbe trarre da tale condivisione.

Basta che l’azienda presenti loro i propri obiettivi che quest’ultime ideino e progettino l’intero pacchetto viaggio che include le strategie di marketing e di comunicazione. 

Inoltre è molto importante avvalersi anche delle “DMC” ovvero delle Destination Management Company. Queste, come le Incentive House, sono agenzie specializzate, ma a differenza loro si trovano direttamente in loco ed hanno una conoscenza approfondita del territorio in cui operano. 

Esse, infatti, offrono servizi logistici sul posto, fornendo contatti, transfer, prenotazioni alberghiere, tour ed escursioni.

Anche la scelta della destinazione è molto importante e deve essere ponderata, elaborata in maniera accurata 

Un’analisi attenta e scrupolosa del progetto incentive, include lo studio del profilo dei partecipanti e di conseguenza diventa molto importante la scelta della destinazione, di mete adatte al target al quale si fa riferimento. 

A tale proposito solitamente vengono scelte città italiane molto note o capitali europee. Se si considera, però, che oggi si riesce a viaggiare con maggiore facilità ed il viaggio, in generale, è ciò che, statisticamente, si ama fare di più, si hanno molte più aspettative, più esigenze, e dunque non sarebbe una cattiva idea quella di indirizzare la scelta della meta verso destinazioni meno conosciute e più ignote.

 

Perché alle aziende conviene investire sui viaggi per incentivare i propri dipendenti

Si parla sempre più, ormai, dell’utilità dei viaggi d’incentivazione, o come siamo abituati a leggere “Travel Incentive”. 

Possiamo definirle esperienze motivazionali straordinarie, poiché si tratta di esperienze uniche, articolate e complesse, nel loro genere. Ciò che si propone è, infatti, un’opportunità eccezionale ed è per questo motivo che possiamo etichettarli come “viaggi di lusso”.

Si tratta di un vero e proprio investimento, una strategia di marketing, adottata dalle aziende per  favorire la crescita interna, sul piano professionale e personale, poiché invoglia il dipendente a fare sempre di più, ne accresce l’autostima ed innalza il livello di rendimento aziendale.

Il termine “incentive”, infatti, tradotto, vuol dire incentivare, ossia motivare i propri dipendenti a dare il massimo nel proprio lavoro, creando una sana competizione che sproni e stimoli.

Motivare è, dunque, la parola chiave

È il primo passo per un programma con un esito di successo, una volta definiti gli obiettivi aziendali. Scegliendo di premiare chi ha reso possibile, dopo un anno di duro lavoro, il raggiungimento dei risultati preventivati, a seguito di un eccellente dedizione finalizzata all’ottenimento dell’intento prefissato.

Il viaggio incentive ha lo scopo di creare coesione, affiatamento e complicità tra i componenti del team, rafforzare i rapporti interpersonali per accrescerne lo spirito di squadra, incoraggiando e stimolando una sana competizione.

Una specifica strategia comunicativa che pone il viaggio come tappa finale raggiungibile da chi è stato in grado di centrare gli obiettivi, una gratifica per il raggiungimento di un traguardo.

Cosa è possibile ottenere da un’esperienza “incentive”

I vantaggi di un tale investimento da parte delle imprese, in ambito lavorativo, si riscontrano nella miglioria e nell’impegno sul lavoro.

Una volta terminato il viaggio, e fatto ritorno al proprio lavoro, quell’esperienza vissuta si proietterà sul modo di lavorare, che sarà un nuovo modo di lavorare, perché vedremo un gruppo più unito, più solido e più compatto. Avremo più spirito di squadra e più complicità, poiché il successo dell’intero team, dettata dalla possibilità di lavorare in un ambiente positivo, sereno e stimolante, consolida i legami e migliora l’efficienza e la produttività. 

Possiamo, quindi, affermare che un viaggio incentive genera come una sorta di circolo virtuoso, poiché crea, migliora ed incrementa la produttività interna, dettata dall’entusiasmo e dall’incoraggiamento che i dipendenti hanno ricevuto ed applicato sul lavoro.

È una miglioria dell’ambiente di lavoro, dal momento che si crea un ambito professionale più gratificante, sereno e stimolante.

Un investimento che garantisce risultati certi

In quest’analisi sul perché si dovrebbe scegliere di investire sui  “Travel Incentive” come strategia interna aziendale, emerge che la motivazione più valida è indubbiamente l’incremento della produttività interna come conseguenza di una motivazione individuale, dettata dal desiderio di dare ed ottenere il massimo nel proprio lavoro, venendo ripagati con risultati concreti e tangibili. Ma anche la formazione di un team più coeso e stimolato, nonché più competitivo e professionale. Del resto non è poi così difficile pensare che nel momento in cui si lavora anche per  ottenere un premio, una speciale ricompensa, si possono raggiungere livelli più alti di concentrazione e quindi di produttività.

Pertanto è abbastanza intuibile come tale strategia motivazionale induca il dipendente, il lavoratore o collaboratore ad impegnarsi maggiormente nell’ottenimento del raggiungimento dell’obiettivo finale, nei tempi prestabiliti.

Quindi nessun timore, l’impegno verrà premiato ed il risultato è garantito!

Liberi professionisti e buoni pasto: matrimonio all’insegna della convenienza

 Cari lettori, continuiamo il nostro viaggio alla scoperta del mondo dei Ticket Restaurant.

Se la scorsa settimana vi abbiamo spiegato i vantaggi fiscali per l’azienda ed i benefici economici per il dipendente, questa settimana proviamo a spiegarvi i benefici economici e fiscali per i liberi professionisti.

Ebbene sì, un libero professionista può usufruire di questi buoni pasto acquistandoli direttamente anche da Internet, consumandoli negli esercizi commerciali convenzionati e potrà dedurre il 75% delle spese così come detrarre tutta l’IVA al 10%, fino a un importo massimo pari al 2% del fatturato.

I ticket restaurant sono in tutto e per tutto titoli di credito che valgono come moneta corrente e con i quali è possibile acquistare il pranzo, pagare una cena, o ancora meglio fare la spesa (in questo ultimo caso, solo selezionando i prodotti alimentari con IVA inferiore al 10%).

I liberi professionisti sanno quanto sia sempre poco e soprattutto “prezioso” il tempo da dedicare al cibo: e se al posto di dannarsi con spiccioli e prelievi ci si affidasse ai ticket restaurant, battezzati così da una delle più importanti aziende che li distribuiscono?

Un buono quotidiano che  fornisce un certo supporto nel risparmio di ogni giorno.

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Buoni pasto, un risparmio per l’azienda e il dipendente

Il buono pasto è un benefit molto più pregiato e ricercato di quanto non sembri. Spesso le aziende lo usano come incentivo per i propri dipendenti e sia le prime che i secondi, è un dato di fatto, lo apprezzano. Per molti motivi. Intanto, i dipendenti ne traggono un sicuro vantaggio economico, dal momento che possono guadagnare qualche centinaia di euro in più al mese; le aziende, invece, possono incentivare i propri dipendenti senza dover sottostare a ingombranti oneri fiscali.

Secondo le attuali regole, i buoni pasto sono esclusi dal reddito imponibile fino a un massimo complessivo giornaliero di 5,29 euro. Se da un lato ne guadagnano i dipendenti – il valore dei buoni pasto non concorre al reddito soggetto a tassazione -, dall’altro il datore di lavoro può corrispondere loro parte del reddito sotto questa forma senza il pagamento degli oneri previdenziali.

Ci sono comunque poche e semplici regole che, nella gestione e nella somministrazione di buoni pasto, vanno rispettate. In primis le aziende non possono corrispondere ai propri dipendenti buoni pasto in misura maggiore rispetto alle giornate di effettiva presenza in azienda. Poi i ticket non sono cedibili, commerciabili, cumulabili e non possono essere convertiti in denaro contante; devono essere utilizzati per il loro intero valore nominale ed entro un limite temporale indicato sugli stessi. Piccole norme che, però, ne determinano l’uso corretto.

Alla fine, però, quello che più aiuta a comprendere vantaggi e risparmi che derivano dall’impiego dei buoni pasto – tanto per le imprese quanto per i lavoratori – sono le cifre, sempre loro. Meglio, quindi, incentivare in denaro o in buoni pasto?  E qual è l’effettivo risparmio per un datore di lavoro che incentiva i propri dipendenti con i buoni pasto? Per rispondere a questa domanda ci aiuteremo con degli esempi pratici.

DENARO. L’azienda X vuole offrire a un proprio dipendente Y un bonus giornaliero di cinque euro circa in denaro contante. Per farlo, il controvalore di questo bonus per l’azienda è di € 8,62 + € 3,47 di oneri previdenziali + € 2,87 di ratei tredicesima, quattordicesima, festivi, ferie, TFR + € 0,64 di IRAP + € 0,24 di IRE su Irap. Ossia un totale di 15,84 euro spesi dall’azienda, contro 5,16 euro incassati dal dipendente.

BUONI PASTO. L’azienda X vuole incentivare un proprio dipendente Y offrendo un bonus giornaliero di cinque euro circa, però erogato attraverso i buoni pasto. Il valore del bonus per l’azienda è di € 8,62 – € 0,79 di oneri previdenziali – € 2,66 di medie 34% IRPEF. Ossia 5,17 euro spesi dall’azienda, a fronte di 5,16 euro ricevuti dal dipendente attraverso il buono pasto.

Inutile sottolineare che non c’è confronto. E se poi il dipendente incentivato è anche un dipendente motivato… allora ticket forever!

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