Infissi, se cambio solo i vetri posso avere le detrazioni?

Rinnovare casa migliorando le prestazioni energetiche è sicuramente l’ obiettivo di molti e tanti sono i dubbi che caratterizzano i contribuenti. Tra i quesiti posti all’Agenzia delle Entrate uno desta interesse e risolve il dubbio sulla possibilità di avvalersi della detrazione fiscale anche sostituendo solo i vetri degli infissi.

Detrazioni fiscali per sostituzione vetri degli infissi

Un contribuente chiede all’Agenzia “Se cambio solo i vetri degli infissi della mia abitazione posso usufruire della detrazione del 50%? Ci sono condizioni particolari per avere l’agevolazione?” I motivi per cui un contribuente può scegliere di sostituire solo i vetri possono essere numerosi, ad esempio si può trattare di una struttura nuova e si vogliono solo migliorare le prestazioni energetiche.

In altri casi è possibile che il contribuente desideri solo migliorare l’isolamento acustico dell’ immobile. In ogni caso, qualunque sia la motivazione, è importante capire se si possono ottenere le detrazioni fiscali. L’Agenzia delle Entrate sottolinea che anche in questo caso è possibile ottenere le detrazioni fino al 50% su una spesa massima di 96.000 euro.

In particolare sottolinea l’ Agenzia nella risposta sul sito FiscoOggi,” L’articolo 16-bis del Tuir – lettera g) del comma 1 – comprende, tra gli interventi detraibili effettuati sia sulle singole unità immobiliari sia sulle parti comuni, quelli finalizzati al contenimento dell’inquinamento acustico.” Inoltre tali interventi possono essere portati in detrazione anche se non sono collegati ad altri lavori edilizi.

Al fine di ottenere le detrazioni è però necessario avere idonea documentazione sulle prestazioni degli infissi. Dalla documentazione deve emergere l’abbattimento delle fonti sonore interne o esterne all’abitazione, nei limiti fissati dalla normativa (legge quadro sull’inquinamento acustico – legge n. 447/1995).

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Bonus barriere architettoniche 2024 ristretto, tutte le novità

Con l’eliminazione della cessione del credito e lo sconto in fattura per la maggior parte dei bonus ristrutturazioni e con la riduzione dell’aliquota prevista per il Superbonus, chi aveva intenzione di eseguire lavori di ristrutturazione si era orientato sul bonus barriere architettoniche. Al fine di evitare abusi il legislatore con il decreto 212 del 2023 ha cambiato le regole. Ecco quali sono i limiti del bonus barriere architettoniche 2024.

Il bonus barriere architettoniche

Con la legge di bilancio per il 2023 era stato prorogato il bonus barriere architettoniche fino al 31 dicembre 2025. Questo particolare bonus prevedeva la possibilità di eseguire lavori di ristrutturazione volti ad agevolare l’accessibilità ai disabili con una detrazione al 75%. I lavori che potevano essere eseguiti con questa agevolazione erano numerosi, infatti vi rientrava non solo l’installazione di ascensori e montascale, eliminazione di scale, ma anche la sostituzione degli infissi con modelli che potessero migliorare la fruibilità, il rifacimento dei bagni e l’installazione di sistemi domotici.

Tra i vantaggi della disciplina vigente era previsto che per il bonus barriere architettoniche rimasse in vigore la possibilità di cessione del credito e sconto in fattura. Queste particolari norme hanno portato abusi e proprio per questo il decreto 212 del 28 dicembre 2023 le regole cambiano.

Le novità per il bonus barriere architettoniche 2024

La prima novità è rappresentata dal fatto che dal 1° gennaio 2024 sarà possibile avvalersi delle agevolazioni del bonus barriere architettoniche solo per interventi volti all’eliminazione delle barriere architettoniche aventi a oggetto esclusivamente scale, rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici.

Addio quindi alla detrazione per il rifacimento dei bagni, per l’installazione di infissi e per sistemi domotici, tranne nel caso in cui siano collegati evidentemente ad ascensori, servoscale, rampe di accesso.

Questa non è l’unica novità del 2024, infatti dal 1° gennaio cambiano anche le regole per la cessione del credito e lo sconto in fattura strumenti non più generali, ma utilizzabili solo in determinati casi:

  • lavori eseguiti sulle parti comuni degli edifici condominiali a prevalente destinazione abitativa;
  • lavori eseguiti da singoli proprietari su appartamenti o edifici unifamiliari adibiti ad abitazione principale, ma a condizione che il reddito non superi 15.000 euro;
  • nucleo familiare in cui sia presente un soggetto disabile (in questo caso non si applica alcun limite di reddito).

In tutti gli altri casi è possibile avvalersi di detrazioni fiscali Irpef e Ires con rate divise in 5 anni. Restano invece anche per il 2024 i limiti di spesa previsti, più facili da rispettare visto che è stata ridotta notevolmente la portata del bonus barriere architettoniche:

  • 30.000 euro per gli edifici con oltre otto unità immobiliari, da intendersi per ogni unità immobiliare presente;
  • 40.000 euro per edifici composti da due a otto unità immobiliari, da intendersi per ogni unità immobiliare presente;
  • 50.000 euro per edifici unifamiliari o unità interne a edifici plurifamiliari indipendenti con uno o più accessi autonomi dall’esterno.

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Infissi quasi gratis. Guida per ottenerli senza spendere una fortuna

Non tutti lo sanno ma è possibile avere gli infissi quasi gratis, ecco come.

Infissi quasi gratis? Ecco come ottenerli

Con il decreto Cessioni è stata quasi azzerata la possibilità di avvalersi della cessione del credito e dello sconto in fattura per gli interventi in edilizia, restano pochissimi limitati casi. Questo naturalmente ha deluso le aspettative di chi sperava di ristrutturare casa e aumentare l’efficienza energetica del proprio immobile senza esborsi di denaro.

Ciò che molti non sanno è che vi sono delle ipotesi residue. Il decreto cessioni infatti non ha bloccato la cessione del credito per gli interventi di eliminazione delle barriere architettoniche. Cosa c’entra questo con la possibilità di acvere gli infissi quasi gratis?

La risposta è molto semplice, gli interventi di eliminazione delle barriere architettoniche che si possono realizzare sono indicati nel decreto ministeriale 236 del 1989, questo prevede tutta una serie di interventi tra cui installazione di ascensori, rifacimento bagni, ma non solo. Tra gli interventi vi è anche la sostituzione degli infissi e dei serramenti. Ecco perché è possibile avere infissi quasi gratis.

Il decreto ministeriale naturalmente detta delle regole da rispettare affinché l’intervento di sostituzione degli infissi possa essere considerato rientrante tra i progetti che consentono di avere l’abbattimento delle barriere architettoniche.

Per poter ottenere il bonus barriere architettoniche anche con cessione del credito e sconto in fattura è necessario che i serramenti, porte, balconi finestre siano manovrabili facilmente, questo implica che la maniglia (sistema di apertura) deve essere posizionato a un’altezza compresa tra 100 e 130 centimetri.

Lo spigolo vivo della finestra deve essere protetto e sagomato, in modo che non possa essere pericoloso. Nel caso di sostituzione di porte è balconi occorre prestare attenzione a che abbiano un’apertura tale da consentire il passaggio di una sedie a rotelle, naturalmente si deve porre attenzione anche alle guide delle eventuali zanzariere che non devono essere da ostacolo al passaggio per persone diversamente abili.

 

Perché gli infissi sono quasi gratis?

Con la legge di bilancio del 2021 è stata prevista la possibilità di ottenere benefici fiscali fino al 75% dei costi sostenuti per l’abbattimento delle barriere architettoniche, con la legge di bilancio 2023 questa percentuale è stata confermata fino al 31 dicembre 2025.

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Questo consente quindi di cambiare gli infissi con la possibilità di ottenere la cessione del credito o lo sconto in fattura pagando solo il 25% del prezzo.

Attenti: sono previsti limiti di spesa, si tratta di:

  • 50.000 euro per interventi su edifici unifamiliari o unità immobiliari all’interno di edifici plurifamiliari, ma con accesso dall’esterno, villette a schiera;
  • 40.000 euro per unità abitative all’interno di edifici plurifamiliari composti da 2 a 8 unità abitative;
  • 30.000 euro per unità abitative all’interno di edifici plurifamiliari composti da più di 8 unità abitative.

Naturalmente si possono scegliere infissi ad elevate prestazioni energetiche. Ricordiamo che il bonus barriere architettoniche si può sfruttare anche in assenza di disabili.

Come recuperare classi energetiche e rispettare le norme dell’Unione Europea?

Il Parlamento Europeo si appresta a varare la direttiva Case Green che prevede l’obbligo di ridurre le emissioni inquinanti provenienti dagli immobili. Le norme contenute nella bozza prevedono che entro il 2030 tutti gli immobili residenziali dovranno essere nella classe energetica D ed entro il 2033 tutti gli immobili residenziali dovranno essere in classe energetica E. In base alle stime effettuate il 60% degli edifici italiani non rispetta tali standard e a questo punto molti si stanno chiedendo: quali interventi è necessario effettuare per recuperare classi energetiche e ottenere la certificazione?

Direttiva case green: come adeguarsi? Scegli la caldaia a condensazione

Rendere una casa efficiente o green vuol dire ridurre le emissioni inquinanti provenienti dagli immobili e in particolare ridurre i consumi energetici (riscaldamento, climatizzazione, energia elettrica). Appare quindi evidente che devono essere realizzati lavori che possano portare a tale risultato. Quelli effettivamente necessari dipendono molto dalla classe energetica già raggiunta.

Uno dei primi interventi che può essere messo a punto per rispettare le norme dell’Unione Europea senza particolare difficoltà è la sostituzione della vecchia caldaia con una caldaia a condensazione. Si tratta di modelli in grado di recuperare il calore presente anche nei fumi e di conseguenza permette di ridurre le emissioni inquinanti e consumare meno.

Purtroppo nella maggior parte dei casi questo intervento da solo non riesce a portare un recupero di diverse classi energetiche e di conseguenza l’intervento può essere abbinato ad altri.

Sostituzione degli infissi per il recupero di classi energetiche

Generalmente si possono ottenere buoni risultati dal punto di vista dell’efficientamento energetico con la sostituzione degli infissi. In questo caso si possono scegliere in legno, alluminio con taglio termico oppure Pvc, scegliendo vetri ad elevato isolamento termico con doppia o tripla camera in modo da ridurre al minimo lo scambio di temperature tra interno ed esterno e ottenendo comfort abitativo e risparmio energetico in estate e in inverno.

Pannelli fotovoltaici

Una terza tipologia di intervento da effettuare per migliorare le prestazioni energetiche e ottenere una casa green è l’installazione di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica e acqua calda. In questo caso viene sfruttato l’irradiamento solare, fonte inesauribile di energia andando quindi a ridurre e in alcuni casi anche ad eliminare l’uso di altre fonti energetiche combustibili.

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Recupero di classi energetiche con cappotto termico e impianto di riscaldamento a pavimento

Restano, infine, gli ultimi due interventi che potrebbero portare a un repentino cambio di classe energetica per l’immobile. Si tratta della realizzazione del cappotto termico. Viene realizzato un vero e proprio involucro per l’immobile che aiuta ad evitare la dispersione di calore in inverno e a mantenere l’ambiente più fresco in estate. Il cappotto termico è facile da realizzare in villette unifamiliari e laddove vi sia spazio, può invece creare problemi nei condomini oppure in spazi angusti.

Infine, c’è la possibilità di realizzare impianti di riscaldamento a pavimento, questi prevedono l’irradiamento di calore dal basso verso l’alto, funzionano con liquido riscaldante a una temperatura inferiore rispetto a quella richiesta dagli impianti tradizionali e possono portare un notevole risparmio energetico.

Ricordiamo, infine, che molti di questi lavori possono ottenere agevolazioni fiscali tra cui il Superbonus.

Per conoscere l’attuale disciplina, leggi l’articolo: Superbonus 2023 per efficientamento energetico: il quadro attuale