Isee corrente, può essere utile per accedere a nuovi bonus

L’Isee corrente è un documento che permette di modificare le regole dell’Isee ordinario, ecco quando è opportuno farlo e perché.

Isee corrente, cos’è e quando va richiesto

Dal valore ISEE del nucleo familiare dipendono diversi bonus ed agevolazioni. Di solito prende in esame i valori dei due anni precedente. Ad esempio l’ISEE 2024 considera i valori e i redditi dell’anno 2022. Tuttavia può essere che nell’arco dei due anni ci siano stati dei cambiamenti. Come fare a questo proposito? Un valido aiuto arriva dall’Isee corrente. Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali specifica che l’ISEE corrente aggiorna il valore dell’Indicatore ISEE prendendo a riferimento i redditi e /o i patrimoni relativi ad un periodo di tempo più ravvicinato. 

La variazione di solito si richiede quando si ha un valore minore di quello ordinario e quindi c’è la possibilità di avere accesso ad agevolazioni per la famiglia che altrimenti non sarebbero corrisposte. Ma vediamo alcuni casi in cui è necessario presentare un ISEE diverso a quello ordinario.

Isee corrente, cosa è necessario?

Per poter richiederlo è necessario il possessodi un ISEEin corso di validità, ma che si siano verificati dei cambiamenti importanti. Tra questi rientrano:

  1. una variazione della situazione lavorativa ovvero un’interruzione dei trattamenti previdenziali, assistenziali e indennitari non rientranti nel reddito complessivo per uno o più componenti del nucleo familiare.
  2. una variazione della situazione reddituale complessiva del nucleo superiore al 25% rispetto alla situazione reddituale individuata nell’ISEE calcolato ordinariamente
  3. o una variazione della situazione patrimoniale complessiva del nucleo superiore al 20% rispetto alla situazione patrimoniale individuata nell’ISEE calcolato ordinariamente. Tale variazione può essere fatta valere a decorrere dal 1° aprile di ciascun anno.  

Del resto sono questi gli elementi che permettono di avere una diversa formazione e composizione dell’indicatore della situazione economica di una famiglia.

Alcune precisazioni sulla validità e sulla richiesta

Nel caso in cui siano aggiornati solo i redditi, il nuovo ISEE ha validità di sei mesi dal momento della presentazione della DSU a meno di variazioni nella situazione occupazionale o nella fruizione dei trattamenti, Mentre nell’ipotesi in cui siano aggiornati solo i patrimoni ovvero i patrimoni e redditi il documento ha validità fino al 31 dicembre dell’anno di presentazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica.

Se durante il periodo di validità dell’ISEE corrente, nel quale sia stata aggiornata anche o solo la componente reddituale, intervengano variazioni nella situazione occupazionale o nella fruizione dei trattamenti, l’ISEE corrente deve essere aggiornato entro due mesi dalla variazione. Infine nel caso di mancato rinnovo dell’ISEE corrente, sarà considerato l’ISEE ordinario.

Isee 2022, dal primo aprile possibile correggere quello ordinario

La certificazione Isee ormai è diventata importante quasi quanto le dichiarazioni dei redditi. Una certificazione che nel 2022 e soprattutto da marzo, è diventata sempre più necessaria . Lo dimostrano le code che in questi giorni si registrano ai CAF (Centir di assistenza fiscale). Ormai devono farlo praticamente tutti, perché dallo scorso primo marzo è entrato in vigore l’assegno unico universale per i figli a carico. Una misura che ha sostituito anche gli assegni per il nucleo familiare che però non prevedevano l’Isee. Cosa che invece l’assegno unico universale sui figli adesso prevede. Molte persone e famiglie che prima non avevano mai avuto la necessità di chiedere l’Isee perché non avevano necessità di chiedere prestazioni assistenziali, adesso sono tenute ad adeguarsi. La novità degli ultimi giorni è che si può correggere l’Isee anche dal punto di vista patrimoniale, passando all’Isee corrente per chi ha riscontrato variazioni non indifferenti.

Isee 2022 in sintesi

L’Isee, ovvero l’Indicatore della situazione economica equivalente di una famiglia era già largamente utilizzato per le richieste di prestazioni assistenziali e agevolate. E come detto, dal primo marzo lo è diventato ancora di più. Per ottenere l’Isee che deve essere in corso di validità, occorre presentare all’Inps la Dsu, acronimo di Dichiarazione Sostitutiva Unica. Si tratta dell’autocertificazione che tutti gli italiani sono tenuti a presentare per ottenere l’Isee ed eventualmente, di rientrare in bonus, agevolazioni e prestazioni varie. Che sia il reddito di cittadinanza o lo sconto sulle bollette domestiche, che sia la riduzione  del costo della mensa scolastica per i figli o anche per il già citato assegno unico universale sui figli fino a 21 anni di età, la DSU è assolutamente necessaria. Nella DSU vanno indicati i redditi ed i patrimoni di tutto il nucleo familiare. E per il 2022 vanno indicati quelli posseduti nel 2020.

Isee 2022, come fare?

Per poter ottenere l’Isee si deve passare dalla DSU e questa va presentata all’Inps. Sarà poi sempre l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale Italiano a rilasciare la certificazione. L’operazione è telematica e si può fare anche in forma autonoma. Infatti per chi ha le credenziali di accesso ai servizi digitali dell’Inps, si può operare in autonomia. Basterà accedere al sito istituzionale dell’Istituto e poi entrare nell’area riservata ai servizi per il cittadino autenticandosi con le proprie credenziali di accesso che possono essere lo  Spid (Sistema Unico di Identità Digitale), la Cie (Carta di identità elettronica) o la Cns (Carta Nazionale dei Servizi). Si può utilizzare la versione precompilata o quella ordinaria.

Isee fai da te, tra versione precompilata e ordinaria

Per chi va di fretta, la versione precompilata è più veloce, dal momento che basterà autenticare i componenti del proprio nucleo familiare tramite il codice identificativo della tessera sanitaria di ognuno di essi e poi inserire le risultanze del 730 o del modello Redditi PF come spiegato nella procedura e il saldo al 31 dicembre di uno dei conti correnti, libretti o altri depositi bancari di cui è titolare o co-titolare il familiare.

Con la versione  precompilata dopo la verifica dei dati da parte dell’Inps, che è una questione di minuti, si può procedefre alla verifica di tutti i dati di ciascun familiare e sottoscrivere la dichiarazione. In poche ore l’Isee è già disponibile. Con il canale ordinario invece vanno via diversi giorni per ottenere la certificazione Isee. Lo stesso che accade utilizzando Caf e patronati. In quel caso occorre produrre al professionista che dietro delega chiede l’Isee per conto del richiedente, una lunga lista di documenti.

Quali documenti servono per l’Isee al Caf o al patronato

Servono il saldo e la giacenza media dei conti correnti, di deposito, carte prepagate, di debito o di credito, buoni fruttiferi e così via, di ogni componente il nucleo familiare. Serve lo stato di famiglia aggiornato, i libretti delle auto di proprietà di ciascun componente la famiglia, le dichiarazioni dei redditi o le certificazioni uniche, le visure catastali e così via dicendo.

Riepilogando, sono necessari:

  • Carta di identità in corso di validità del richiedente;
  • Tutte le tessere sanitarie con codice fiscale di tutti i componenti il nucleo familiare del richiedente;
  • Uno stato di famiglia aggiornato alla data del 31 dicembre 2020;
  • Certificazione comprovante lo stato di invalidità del dichiarante o dei componenti se in famiglia ci sono situazioni di disabilità certificata;
  • Copia delle dichiarazioni dei redditi, cioè del modello 730/2021, del modello Redditi PF/2021 o delle certificazioni uniche 2021;
  • Per gli autonomi il prospetto  del patrimonio netto;
  • Se ci sono eventuali  polizze assicurative sulla vita, la certificazione con valore di riscatto;
  • Saldo e giacenza media di libretti, conti correnti, carte di debito, carte prepagate, buoni fruttiferi  e credito al 31 dicembre 2020;
  • Libretto di circolazione di auto e moto sopra i 500 cc di ogni componente il nucleo familiare;
  • Libretti di eventuali  imbarcazioni possedute alla data di presentazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica);
  • Assegni periodici erogati a ex coniuge o ai figli nel corso del 2020;
  • Assegni ricevuti dall’ex coniuge;
  • Assegno di mantenimento e alimenti per i figli ricevuti dall’ex coniuge;
  • Visure catastali degli immobili posseduti da ciascun componente il nucleo familiare compreso il richiedente;
  • Contratto di affitto della casa di abitazione del nucleo familiare;
  • Contratto di affitto di qualsiasi immobile posseduto dal nucleo familiare e ceduto a terzi in locazione;
  • Quote capitali residue al 31 dicembre 2020;
  • Quota di ammortamento o certificazione bancaria per azioni e titoli.

L’Isee corrente

Dal momento che l’Isee 2022 fa riferimento ai dati del 2020, pertanto, piuttosto lontani nel tempo, per chi ha avuto variazioni al riguardo, sia reddituali che patrimoniali, si può richiedere l’Isee corrente. Se nel 2020 erano presenti redditi oggi spariti, magari per la perdita del lavoro, ecco che si può intervenire presentando la DSU per Isee corrente. In pratica, si rende l’Isee più vicino nel tempo all’anno di dichiarazione. Dal primo aprile scorso, si può correggere l’Isee e quindi richiedere l’Isee corrente anche nel caso in cui la variazione sia di carattere patrimoniale, come possono essere dismissioni di immobili o l’azzeramento di conti in banca e simili.

La differenza tra Isee ordinario e Isee corrente oltre che per l’anno di riferimento, è nella durata. L’Isee corrente vale 6 mesi, al finire dei quali torna valido l’Isee precedente, ovvero l’ordinario riferito al 2020. Infatti non si può richiedere direttamente l’Isee corrente ma serve prima richiedere ed ottenere quello ordinario per poi passare alla versione corrente.

Bonus prima casa under 36, come considerare l’Isee e l’età?

Sono due i fattori determinanti per il bonus prima casa agli under 36: l’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) e l’età del richiedente il beneficio. Il bonus è riconosciuto ai giovani che non hanno ancora compiuto i 36 anni di età e che abbiano un Isee della famiglia di origine non superiore a 40 mila euro. L’acquisto della casa deve avvenire entro il 30 giugno 2022.

Quali sono i benefici del bonus casa per gli under 36?

Secondo quanto disciplina l’articolo 64 del decreto legge numero 73 del 2021, oggetto di beneficio del bonus è la compravendita della prima casa e il mutuo necessario per l’acquisto stesso. Acquisto e mutuo sono esenti da imposizione se la compravendita sia avvenuta o avverrà tra il 26 maggio 2021 e il 30 giugno 2022.

Quali sono i tributi eliminati dal bonus casa?

Per l’acquisto della prima casa, purché non imponibile di Iva, il bonus azzera le imposte ipotecarie, catastali e di registro. I tributi rimanenti da pagare sono l’imposta di bollo, i tributi speciali catastali e le tasse ipotecarie. Il totale dei contributi è stimato in circa 320 euro.

Credito di imposta maturata sull’Iva per l’acquisto della prima casa

Sull’Iva pagata al venditore matura il credito di imposta che deve essere utilizzato:

  • per il pagamento delle imposte ipotecarie, catastali, di successione e donazione e di registro;
  • si può pagare l’Irpef dovuta sulla base delle dichiarazioni dei redditi successive all’acquisto della casa;
  • si può usare il credito di imposta in compensazione sulle somme dovute a titolo di ritenuta d’acconto o di contributi previdenziali o assistenziali;
  • la compensazione può essere fatta valere anche sui premi per l’assicurazione contro le malattie professionali o infortuni sul lavoro.

Bonus prima casa e mutui: l’imposta sostitutiva

Chi beneficia del bonus sulla prima casa ottiene l’azzeramento dell’imposta sostitutiva. L’aliquota applicata è dello 0,25%. Risulta azzerata anche l’imposta di registro, quella ipotecaria e, infine, quella di bollo.

Bonus casa ai giovani: il requisito dell’età

Il requisito dell’età individuato dalla norma per ottenere il beneficio del bonus casa consiste nel “non aver ancora compiuto 36 anni di età nell’anno in cui sia stato rogitato l’atto”. Dall’interpretazione della norma, sembrerebbe che il bonus spetti al soggetto che non abbia ancora compiuto i 36 anni di età nel giorno del contratto. Tuttavia, alcune interpretazioni, come quella della Direzione regionale della Lombardia dell’Agenzia delle entrate, porterebbe a ritenere che i giovani che stipulano il contratto nel 2021 debbano compiere i 36 anni dal 2022 in avanti. E chi stipula il contratto nel 2022 debba compiere l’età a partire dal 2023.

Chi non rientra nel bonus prima casa per i 36 anni compiuti?

In questo modo, il richiedente del bonus che compia i 36 anni a dicembre 2021 e  che a novembre 2021 stipuli il contratto della prima casa non potrebbe ottenere l’agevolazione. La otterrebbe, invece, chi fa la stipulazione per la prima casa a dicembre 2021 e compia i 36 anni a partire da gennaio 2022. Sembrerebbe in definitiva che, in base alle disposizioni dell’Agenzia delle entrate, non abbiano diritto al bonus sulla prima casa i giovani che compiano i 36 anni nell’anno del rogito. L’indicazione per i nati del 1986 è quella, dunque, di andare al rogito entro il 31 dicembre 2021.

Requisito Isee per acquisto prima casa under 36

In merito ai redditi, la norma sul bonus della prima casa prescrive che l’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) non superi i 40 mila euro. L’Isee, tuttavia, va calcolata non per il singolo richiedente, ma per tutto il nucleo della famiglia anagrafica. Pertanto, nel massimo dei 40 mila euro rientrano i redditi di tutte le persone che coabitano ed hanno la stessa residenza. Le persone devono essere legate dal vincolo del matrimonio o di parentela. Sono compresi, altresì, i vincoli di affinità, tutela, adozione o affettivi. Inoltre, vanno contati nel nucleo familiare tutti i soggetti a carico fiscalmente, anche se non convivono nella stessa abitazione.

Come si calcola l’Isee per la richiesta del bonus under 36 prima casa?

Il calcolo dell’Isee per la richiesta del bonus sulla prima casa degli under 36 deve prendere in considerazione i redditi e le giacenze patrimoniali del secondo anno che precede la domanda stessa. Pertanto, l’Isee 2022 verrà calcolato sui redditi e sulle giacenze medie dell’anno 2020. Analogamente, i saldi patrimoniali sono quelli riferiti al 31 dicembre 2020. Tuttavia, l’eccezione vige sui componenti del nucleo familiare. Infatti, vanno considerati solo i componenti effettivi al momento della domanda, e non quelli risalenti al secondo anno precedente l’istanza stessa.

Come considerare i figli che non lavorano ai fini Isee prima casa under 36?

Aspetto da non trascurare è quello di come considerare i figli, richiedenti il bonus prima casa, ai fini Isee. Uno studente o una studentessa che non lavorano e che quindi non producono reddito, sono da considerare necessariamente appartenenti al nucleo familiare. In questi casi, se la famiglia ha un Isee elevato, superiore ai 40 mila euro, non potranno accedere al bonus della prima casa. Essendo non produttori di reddito proprio e avendo un’età inferiore ai 26 anni, i figli vanno considerati a carico anche con diversa residenza anagrafica.

Isee per richiesta bonus prima casa: come considerare gli studenti che producono reddito?

Diverso è il caso di figli che abbiano un proprio reddito nella richiesta del bonus per la prima casa. Lo studente che non sia a carico dei genitori perché ha un reddito che supera i 4 mila euro (fino a 24 anni di età) o i 2.84,51 euro (sopra i 24 anni), potrebbe sperare di ottenere il bonus se risulta non residente all’indirizzo del nucleo familiare. In questi casi, studenti che condividano un appartamento per dividere le spese (e che non abbiano legami con i coinquilini), possono spostare la residenza nell’abitazione dove vivono. Infatti, lo studente farebbe nucleo familiare a sé nel calcolo dell’Isee.

Coppie conviventi nel calcolo Isee per acquisto prima casa con bonus under 36

Per casi di Isee familiare alto, sopra i 40 mila euro, che non farebbe beneficiare del bonus sulla prima casa è importante verificare le possibilità che concede la norma. Ad esempio, le coppie conviventi che mantengono la residenza presso l’abitazione della famiglia di origine, potrebbero spostare la residenza in modo da formare un nucleo familiare. L’operazione deve essere effettuata prima di richiedere l’indicatore Isee occorrente per accedere al beneficio della prima casa.

Assegno ponte figli minori, la domanda per avere anche gli arretrati scade il 31 ottobre 2021

La domanda per richiedere l’assegno ponte per i figli minori di 18 anni ha una doppia scadenza: il prossimo 31 ottobre ed entro la fine del 2021. Ma solo chi presenterà la domanda entro la fine di questo mese avrà diritto agli arretrati calcolati da luglio in poi. L’assegno ponte è una misura temporanea introdotta dal decreto legge numero 79 del 2021. Spetta per i figli minori, ma anche per gli adottati e in affido preadottivo. Si tratta di una misura temporanea per i mesi da luglio a dicembre 2021. Dal 1° gennaio 2022, infatti, l’assegno ponte verrà sostituito dall’assegno unico universale.

Chi ha diritto all’assegno temporaneo per i figli minori?

Hanno diritto all’assegno temporaneo per i figli minori i nuclei familiari che abbiano un reddito Isee fino a 50 mila euro. Inoltre, la misura è incompatibile per le famiglie che già percepiscono l’assegno per il nucleo familiare (Anf). Possono presentare domanda i lavoratori autonomi, i disoccupati, i coltivatori diretti, i coloni e mezzadri e i titolari di pensione derivante da lavoro autonomo.

Quali sono i requisiti per avere l’assegno temporaneo per i figli?

I requisiti richiesti per avere l’assegno temporaneo per i figli minori consistono:

  • nell’essere cittadino italiano oppure di uno Stato membro dell’Unione europea. È ammesso alla richiesta della misura anche il familiare del cittadino italiano o dello Stato membro purché titolare del diritto di soggiorno (anche permanente). Per i cittadini di Stati extra europei è necessario il permesso di soggiorno nell’Unione europea per periodi lunghi. I permessi di soggiorno di lavoro e ricerca devono avere durata di almeno 6 mesi.
  • essere soggetti al pagamento delle imposte sui redditi in Italia;
  • avere la residenza e il domicilio in Italia con i figli a carico fino al compimento dei 18 anni;
  • presentare un Isee in corso di validità.

Assegno ponte, quanto spetta per ogni figlio?

L’assegno temporaneo viene erogato in base al numero dei figli minori e al valore dell’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) presentato. Più nel dettaglio, l’importo spettante è differente a seconda che nella famiglia ci siano uno o due figli minori, oppure almeno tre figli minori. Con un Isee non superiore a 7 mila euro, l’importo spettante è pari a:

  • 167,5 euro per ogni figlio fino a due figli;
  • 217,8 euro per figlio nei nuclei con almeno tre figli minori;
  • per Isee superiori, ma fino al massimo di 50 mila, l’importo dell’assegno temporaneo diminuisce fino ad azzerarsi;
  • l’importo spettante è maggiorato di 50 euro per ciascun figlio minore disabile all’interno del nucleo familiare, a prescindere dal grado di disabilità.

Come si presenta la domanda per l’assegno temporaneo figli minori?

La domanda per avere l’assegno temporaneo per i figli può essere presentata in tre modi:

  • direttamente sul portale web dell’Inps, usando gli appositi servizi raggiungibili dalla home page. È necessario accedere con il codice Pin dispositivo se rilasciato entro il 1° ottobre 2021. Diversamente si può accedere con Spid di livello 2 o Carta di identità elettronica (Cie) o Carta di identità elettronica 3,0 (Cie) o, infine, con la Carta nazionale dei servizi (Cns);
  • attraverso il contact cente dell’Inps, chiamando il numero verde 803 164 o 06 164 164 da cellulare;
  • avvalendosi di un patronato con servizio offerto gratuitamente.

Scadenza domanda assegno temporanea per i figli minori e arretrati

La domanda può essere presentata entro il 31 ottobre 2021 per avere anche gli arretrati che vanno a decorrere dalla mensilità di luglio. Dopo il 31 ottobre può essere presentata la domanda, anche fino a fine anno, ma quanto spetta di assegno per i figli minori viene calcolato a decorrere dal mese di presentazione della domanda stessa. La scadenza della domanda al 31 ottobre era stata già prorogata dopo la prima scadenza fissata al 30 settembre 2021.

Come viene pagato l’assegno ponte per i figli minori?

L’accredito dell’assegno ponte per i figli minori, previo accertamento dei requisiti richiesti, avviene attraverso:

  • i conti correnti dotati di Iban, area Sepa. L’intestazione del conto deve essere conforme ai dati del richiedente e deve esserci l’abilitazione a ricevere bonifici.
  • libretti di risparmio e carte prepagate (purché con Iban) sono ammesse a ricevere l’assegno ponte;
  • il bonifico domiciliato al richiedente presso lo sportello postale;
  • l’accredito sulla carta per i beneficiari del Reddito di cittadinanza.

Compatibilità assegno temporaneo figli minori e altre misure sostegno al reddito

L’assegno ponte è incompatibile con l’assegno per il nucleo familiare (Anf), ma è pagabile a chi percepisce altre forme di sostegno al reddito. Nel dettaglio, l’assegno ponte si può ricevere anche se già si percepisce:

  • il reddito di cittadinanza;
  • l’assegno di natalità;
  • il premio alla nascita;
  • gli assegni familiari previsti dal decreto Presidente repubblica numero 797 del 1955.

Assegno ponte figli minori, può essere richiesto da genitori uno dipendente e uno autonomo?

L’assegno ponte per i figli minori può essere richiesto anche dalle famiglie nelle quali un genitore risulti lavoratore dipendente e l’altro autonomo. Deve verificarsi però che non siano destinatari dell’assegno per il nucleo familiare (Anf) per mancanza dei requisiti. Ovvero che, nella composizione del reddito del nucleo familiare, non si arrivi al 70% composto dal solo lavoro alle dipendenze. Lo stesso diritto spetta anche ai genitori che non percepiscono l’assegno per il nucleo familiare (Anf) perché il loro reddito supera i limiti della tabella Anf: naturalmente, in questo caso, l’Isee deve essere inferiore a 50 mila euro.

Isee corrente, quando si usa?

Sono quattro le situazioni nelle quali si può utilizzare l’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) corrente. Rispetto all’Isee ordinario, quello corrente consente di ottenere una situazione dei redditi e del patrimonio più aggiornata.

A quali redditi e patrimonio si riferisce l’Isee corrente e differenza con quello ordinario

L’indicatore corrente è richiesto in situazioni dove è necessario fornire la situazione familiare più recente rispetto all’Isee ordinario. Quest’ultimo, infatti, calcola la situazione dei redditi e del patrimonio risalente al secondo anno prima di presentare una domanda. Nell’istanza può essere richiesto di indicare la situazione economica e patrimoniale come avviene, ad esempio, per il Reddito di cittadinanza o per il rinnovo dello stesso.

Isee corrente quando cambia la situazione lavorativa

La prima necessità per la quale può essere necessario avvalersi dell’Isee corrente è quella relativa alla variazione della situazione lavorativa. Più nel dettaglio i casi nei quali è necessaria la presentazione dell’Isee corrente sono i seguenti:

  • per un lavoratore a tempo indeterminato la risoluzione del rapporto di lavoro;
  • la sospensione oppure la riduzione dell’attività lavorativa.

Lavoratori autonomi o a tempo determinato o con contratto flessibile: quando l’Isee corrente?

L’Isee corrente può essere necessario anche per chi proviene da un lavoro autonomo o con scadenza. Nel dettaglio:

  • per un lavoratore con contratto a tempo determinato oppure con un contratto flessibile, nel momento in cui non risulti più occupato e presenti una dichiarazione sostitutiva unica (Dsu, necessaria soprattutto per il Reddito di cittadinanza). È necessario, in ogni modo, aver lavorato per almeno 120 giorni nei 12 mesi che precedono l’ultimo lavoro svolto;
  • per un lavoratore autonomo che non risulta occupato alla data nella quale presenta la Dichiarazione sostitutiva unica. Anche in questo caso, è necessario che il lavoratore autonomo abbia cessato la propria attività che, in ogni modo, ha svolto in maniera continuativa per almeno 12 mesi.

Isee corrente per interruzione di trattamenti assistenziali, previdenziali o indennità

La seconda situazione nella quale può essere richiesto l’Indicatore della situazione economica equivalente è quella dell’interruzione dei trattamenti previdenziali, o assistenziali o le indennità esenti dall’Irpef. Rientrano in queste casistiche, il Reddito di cittadinanza, la carta acquisti, gli assegni per il nucleo familiare, gli assegni per le famiglie che hanno almeno tre figli minorenni, gli assegni di maternità assegnati dai Comuni, gli assegni di natalità, l’indennità Covid.

Isee corrente per redditi cambiati di oltre il 25%

La terza situazione nella quale può essere necessario l’Isee corrente è quella di una variazione netta dei redditi. Nel dettaglio, l’indicatore del reddito calcolato sui dati dell’anno prima che si presenta la Dichiarazione sostitutiva unica risulta differente di oltre un quarto (il 25%) rispetto alla situazione calcolata utilizzando i dati dei 2 anni prima.

Isee corrente e situazione patrimoniale

Analogamente, ed è l’ultima situazione di utilizzo dell’Isee corrente, può variare di molto la situazione patrimoniale. Più nel dettaglio si usa l’Isee corrente per situazioni patrimoniali riferite all’anno prima della presentazione della Dichiarazione sostitutiva unica differente, di almeno il 20%, rispetto ai valori ottenuti con i dati dei 2 anni prima. Quest’ultimo utilizzo dell’Isee corrente è stato introdotto il 10 settembre 2021.

Tempistiche nella richiesta dell’Isee corrente

Risulta necessario conoscere quando può essere richiesto l’Isee corrente. Nei primi tre mesi di ogni anno (gennaio, febbraio e marzo), l’Isee corrente può essere richiesto, infatti, solo nel caso in cui siano intervenute variazioni della situazione del reddito. A partire dal 1° aprile, la richiesta può essere fatta per variazioni del reddito, del patrimonio, o per entrambi.

Per quanto tempo è valido l’Isee corrente?

Anche la validità dell’Isee corrente è diversa a seconda dei casi. Se l’Isee corrente è stato richiesto per una variazione del patrimonio, o del patrimonio e del reddito, la validità è fissata fino al 31 dicembre dell’anno in cui è stato presentato il modello. Per l’Isee richiesto solo in seguito alla variazione del reddito, la validità è fissata in 6 mesi. In ogni caso, per ulteriori variazioni della situazione lavorativa oppure per i trattamenti di varia natura, l’aggiornamento dei dati deve avvenire nel termine di 2 mesi.

Quali controlli sono previsti per l’Isee ordinario e corrente?

Sia l’Isee ordinario che quello corrente sono soggetti a dei controlli. In particolare, le verifiche vengono svolte dall’Inps e dall’Agenzia delle entrate. Inoltre, il controllo può avvenire sia alla presentazione di una domanda che in un momento successivo. Se dovessero mancare dei dati oppure se i dati sono diversi da quelli riscontrati, si può procedere con una nuova richiesta di Isee. Diversamente si può confermare la domanda già presentata, presentando anche gli opportuni documenti aggiuntivi.

Quando l’Isee corrente viene bloccato per due anni?

Se l’Isee corrente dovesse essere utilizzato per ottenere prestazioni agevolate ma le informazioni riportate sono mendaci, non si potrà richiedere la situazione temporanea per i successivi due anni.

Mutuo under 36 prima casa, come si calcola l’Isee in base alla residenza con o senza i genitori?

I giovani che non hanno compiuto i 36 anni di età godono di convenienti agevolazioni per acquistare la prima casa. La condizione per beneficiare dei mutui agevolati è quella di avere un Indicatore della Situazione Economica Equivalente inferiore ai 40 mila euro. Proprio l’Isee può rappresentare un ostacolo per poter beneficiare della cancellazione delle tasse dovute sull’atto di acquisto della casa nel caso in cui la famiglia del giovane richiedente abbia un reddito Isee superiore ai 40 mila euro. Diventa importante allora considerare come si calcola l’Isee e quali sono le regole da seguire.

Mutui prima casa under 36, quali sono le agevolazioni previste?

Il tetto dei 40 mila euro di reddito Isee effettivamente può rappresentare un limite nella richiesta delle agevolazioni sulla prima casa. Secondo quanto prevede l’articolo 64 del decreto legge numero 73 del 2021, poi convertito nella legge numero 106 del 2021, le agevolazioni riguardano gli atti stipulati per l’acquisto della prima casa entro il 30 giugno 2022. Oltre alla quota di garanzia del 50% del mutuo contratto a carico del Fondo di garanzia della prima casa in caso di insolvenza, tra i benefici rientrano:

  • l’esenzione del pagamento dell’imposta di registro;
  • il non pagamento delle imposte ipotecarie e catastali;
  • il credito di imposta pari all’importo dell’Iva corrisposta, qualora dovuta;
  • l’esenzione dell’imposta sostitutiva dello 0,25% dell’ammontare complessiva in relazione all’atto del finanziamento (o mutuo).

Qual è l’Isee da calcolare per le agevolazioni sulla prima casa dei giovani?

Per beneficiare dei vantaggi sulla prima casa dei giovani che non hanno ancora compiuto i 36 anni di età, l’Isee da considerare è quello determinato dal regolamento ex Decreto presidente del Consiglio dei ministri numero 159 del 2013. Il calcolo Isee, pertanto, deve essere riferito al nucleo familiare di appartenenza del richiedente con un importo non superiore ai 40 mila euro.

Tre casi di come considerare l’Isee per la richiesta del mutuo giovani

Nel calcolo Isee, tuttavia, è opportuno fare ulteriori distinzioni in merito alla residenza del richiedente e al fatto che possa avere un proprio indicatore. Ricordando che è opportuno dichiarare la residenza dove si risiede effettivamente e stabilmente, è possibile distinguere tre casi:

  • il primo è costituito dai figli fino a 26 anni di età;
  • il secondo riguarda i figli oltre i 26 anni;
  • il terzo riguarda figli che vivono con i genitori ma hanno un nucleo familiare proprio.

Mutuo agevolato, Isee di richiedenti fino a 26 anni

Rientrano nel primo caso i figli che non abbiano un proprio nucleo familiare e con un’età fino ai 26 anni. In questa situazione i redditi dei figli vanno a cumularsi con gli altri redditi dei componenti il nucleo familiare. Il cumulo avviene anche se, di fatto, il figlio che voglia richiedere il mutuo non vive o non risiede nella stessa casa dei genitori. Pertanto, il limite di Isee cumulato da considerare è quello dei 40 mila euro, condizione che effettivamente, in questo caso, potrebbe limitare la possibilità di accedere alle agevolazioni sulla prima casa.

Richiesta benefici prima casa per figli oltre i 26 anni di età con Isee proprio

Il secondo caso riguarda il figlio che voglia richiedere il mutuo agevolato per la prima casa e che abbia un’età superiore ai 26 anni (e non superiore ai 35 anni). È necessario considerare, rispetto al caso precedente, la situazione nella quale il figlio abbia una residenza per proprio conto e un Isee indipendente da quello dei genitori. In questa stessa situazione, il richiedente potrebbe anche spostare la propria residenza (se è la stessa dei genitori) e fare un nuovo Isee, dichiarando i propri redditi e i propri risparmi. Se il nuovo Isee ammonterà a meno di 40 mila euro, il giovane potrà presentare domanda per il mutuo agevolato degli under 36.

Prima casa under 36: figlio che vive insieme ai genitori e al coniuge

Non si cumula con i redditi dei genitori, e dunque il tetto Isee potrebbe non essere sforato, anche il figlio che viva insieme ai genitori ma anche con il coniuge. In questa situazione, il figlio ha comunque un  nucleo familiare proprio e, pertanto, un valore Isee differente da quello dei genitori e dal resto del nucleo familiare di provenienza.

Rapporto tra mutuo e valore della casa nella richiesta di agevolazioni

Ulteriori chiarimenti in merito alla richiesta delle agevolazioni per l’acquisto della prima casa dei giovani risiedono sull’importo del mutuo. Infatti, il limite dei 40 mila euro dell’Isee vale solo se si voglia richiedere un mutuo il cui rapporto con il valore della casa superi l’80%.

Mutui per i giovani, quando va presentato l’Isee corrente?

Infine, se la famiglia del giovane che voglia richiedere il mutuo agevolato per l’acquisto della casa ha un valore Isee già disponibile, ma successivamente sono intervenuti cambiamenti significativi (come la perdita del lavoro di un componente) che vanno a produrre modifiche decisive nelle entrate del nucleo stesso, è possibile fare richiesta dell’Isee corrente. In questo modo, l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente fotograferà la nuova ed effettiva situazione dei redditi della famiglia.

ISEE Corrente: chi può richiederlo e con quali requisiti

Cosa è l’ ISEE corrente e chi può richiederlo, attraverso quali requisiti specifici? E cosa vuol dire variazione della situazione lavorativa e variazione della situazione reddituale. Scopriamolo insieme, in una rapida guida che ci spiega un po’ di cose.

ISEE Corrente cosa è?

Dunque, partiamo con lo specificare che quando parliamo di ISEE Corrente parliamo di un qualcosa che rispetto ad una DSU standard (la quale fa riferimento ai redditi percepiti nel secondo anno solare precedente la DSU) si basa sui redditi degli ultimi 12 mesi o, in alcuni particolari casi, degli ultimi 2 mesi.

Va precisato che tale elaborazione va riservata ai lavoratori dipendenti o ai lavoratori autonomi e non ai pensionati. Inoltre, va aggiunto che l’ ISEE corrente ha una validità limitata di 2 mesi o 6 mesi a partire dalla data di sottoscrizione della dichiarazione, tuttavia può essere rinnovata anche diverse volte, nel corso del tempo fino alla scadenza annua dell’ISEE. La cui scadenza rimane fissata, per tutte le dichiarazioni, al 31 dicembre dell’anno di presentazione.

Come elaborare tale dichiarazione?

L’elaborazione della dichiarazione è riservata agli Enti, come INPS o il CAF che ha predisposto la dichiarazione originaria, dalla cui base si partirà ad esaminare l’ISEE corrente.

Requisiti per richiedere l’ ISEE corrente: quali sono?

Dunque, una volta appurato quanto riportato sopra, bisogna sapere che per richiedere l’ ISEE corrente saranno necessari i seguenti requisiti:

  • avere in possesso una dichiarazione ISEE in corso di validità;
  • è necessario che almeno uno dei componenti del nucleo familiare abbia avuto una variazione della situazione lavorativa nei 18 mesi precedenti al primo gennaio dell’anno di presentazione della DSU originaria;
  • occorre aver avuto una variazione della situazione reddituale complessiva del nucleo superiore al 25% rispetto alla situazione reddituale dell’ISEE originario.

Ma cosa vuol dire variazione della situazione lavorativa?

Ci sono specifiche considerazioni in merito alla variazione della situazione lavorativa, ovvero le seguenti:

  • Nel caso in cui lavoratori autonomi, risultanti non occupato al momento della presentazione della DSU Corrente, che abbiano cessato la propria attività, dopo aver svolto la stessa in maniera continuativa per un tempo di almeno 12 mesi;
  • Nel caso in cui un lavoratore dipendente, a tempo indeterminato, per cui sia intervenuta una risoluzione del rapporto di lavoro (ad esempio un licenziamento o dimissioni del lavoratore) o una sospensione dell’attività lavorativa od anche una riduzione della stessa;
  • Quando i lavoratori dipendenti a tempo determinato abbiano visto intervenire una risoluzione del rapporto di lavoro (licenziamento o dimissioni del lavoratore), che risultino non occupati alla data di presentazione della DSU, e che possano, inoltre, dimostrare di essere stati occupati nelle forme di cui alla presente lettera per un tempo di almeno 120 giorni nel corso dei 12 mesi precedenti la conclusione della loro ultima attività lavorativa;

Cosa vuol dire variazione della situazione reddituale?

Veniamo a scoprire, in ultimo, cosa si intende per variazione della situazione reddituale. Per rientrare in tale categoria è necessario che per ogni lavoratore che abbia avuto una variazione lavorativa, siano specificati i seguenti valori percepiti negli ultimi 12 mesi rispetto alla richiesta della prestazione:

  • un reddito da lavoro dipendente, con pensione ed assimilati
  • redditi derivanti da attività d’impresa o di lavoro autonomo, svolte sia in forma individuale che partecipativa, individuati secondo il principio di cassa come differenza tra i ricavi/compensi percepiti e le spese sostenute;
  • ci siano trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, con annesse carte di debito, percepiti da amministrazioni pubbliche, che non siano già inclusi nei redditi da lavoro dipendente, pensione o assimilati.

Nuovo Isee, ecco che cosa cambia

Più o meno tutti sanno che cosa è l’Isee (uno strumento che certifica la propria situazione economica e patrimoniale per avere diritto ad agevolazioni e riduzioni di tasse, tariffe, oltre alla possibilità di poter richiedere servizi di assistenza domiciliare per anziani o disabili e altro ancora), non molti sanno che cosa significa la sigla: Indicatore della Situazione Economica Equivalente. Gli stessi che sanno che cosa è l’Isee, sanno che il nuovo Isee entrerà in vigore dall’1 gennaio 2015 con diverse novità.

Il nuovo Isee adotterà una nozione di reddito disponibile che includerà anche somme fiscalmente esenti, migliorando la capacità dell’indicatore, dando maggiori attenzioni alle famiglie numerose e con persone disabili, rafforzando i controlli per evitare frodi. Il nuovo Isee vedrà di fatto una serie di Isee più mirati, a seconda della situazione dei diversi nuclei familiari. Eccoli:

Isee Corrente: consente di calcolare un Isee in un arco di tempo più  ravvicinato al momento della richiesta della prestazione. Serve qualora un componente del nucleo familiare perdesse il posto di lavoro.

Isee Minorenni: utilizzato con genitori non coniugati tra loro e non conviventi, per le prestazioni agevolate rivolte ai figli, considera la condizione del genitore non convivente per stabilire se incida o meno nell’Isee del nucleo familiare del figlio.

Isee Sociosanitario: utilizzato per l’accesso a prestazioni come l’assistenza domiciliare per persone del nucleo familiare disabili e/o non autosufficienti.

Isee Sociosanitario-Residenze: utilizzato per ricoveri in residenze socio-sanitarie assistenziali per le persone non assistibili a domicilio. Tiene conto della condizione economica anche dei figli del beneficiario che non sono inclusi nel nucleo familiare.

Isee standard: si calcola tenendo conto dei redditi di tutti i componenti del nucleo familiare come risultano dallo stato di famiglia.

Isee Università: utilizzato per richiedere la riduzione delle tasse di iscrizione all’università e per fare domanda per le borse di studio. Tiene conto dei redditi del nucleo familiare di appartenenza anche qualora gli studenti risiedano altrove.

Nuovo modello Isee al via

È stato approvato il nuovo modello di Dichiarazione sostitutiva unica per calcolare l’ Isee. Fra le novità introdotte c’è la possibilità di presentare la dichiarazione semplificata utilizzando il modello mini per la maggior parte delle situazioni ordinarie.

Con il nuovo corso dell’ Isee sarà possibile, come disse il ministro del Lavoro e delle politiche sociali Poletti, “identificare meglio le condizioni di bisogno della popolazione, consentendo, al tempo stesso, di contrastare le tante pratiche elusive ed evasive purtroppo ancora diffuse nel nostro Paese”. La riforma sarà operativa dall’1 gennaio 2015.

L’ Isee, o indicatore della situazione economica equivalente, è utilizzato per fissare i parametri economici della famiglia che danno accesso a prestazioni sociali agevolate. Per calcolare l’ Isee e ottenere queste prestazioni è necessario presentare la Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu), ma nella maggior parte dei casi è sufficiente la compilazione del “modello mini”. Informazioni aggiuntive, e quindi la compilazione del modello ordinario, sono necessarie in caso di presenza nel nucleo familiare di figli i cui genitori non siano coniugati tra loro né conviventi; di esonero dalla presentazione della dichiarazione dei redditi o sospensione degli adempimenti tributari; di presenza nel nucleo di persone con disabilità e/o non autosufficienti; di richiesta di prestazioni per il diritto allo studio universitario.

Fra le novità del prossimo anno vi è anche la possibilità di presentare una richiesta di Isee corrente qualora si perda il lavoro o il reddito vari in misura superiore al 25% dell’attuale. In questo caso, non si farà riferimento alla sola situazione dell’anno precedente la dichiarazione, ma si terrà conto anche di ciò che è intervenuto nel frattempo. Prima di fare richiesta dell’ Isee corrente deve essere stata presentata la Dichiarazione sostitutiva unica e deve essere stata ricevuta l’attestazione con l’indicatore della situazione reddituale.