Il Duce ‘impiccato’ nel fondale del Garda

 

Hanno impiccato il duce. No, non ci troviamo in Piazzale Loreto nella primavera del 1945, ma nelle gelide acque del Lago di Garda, all’altezza di Torri. L’allarme viene prima lanciato su Facebook: “attentato: hanno impiccato il duce“. Ed è proprio quello che è successo al busto di Mussolini adagiato sui fondali delle acque in quello che è già stato ribattezzato macabramente “villaggio divertimenti” a metri e metri di profondità. Naso rotto e catena con lucchetto attorno al collo del duce, che era stato posizionato qualche giorno fa a 40 metri di profondità nello specchio d’acqua antistante il lungolago nord di Torri.

Ma non si tratta della prima rivendicazione nella trincea dei fondali: un anno fa il ‘piccolo balilla’, rapito a più riprese, riposizionato, era stato frantumato e con la mano mozzata. Al suo posto qualche tempo fa è comparso sui fondali un ‘Nanilla’, insolito incrocio tra un balilla e un nano, che combatte per pareggiare i conti contro i sette nani di Biancaneve, che a detta dell’assessore regionale Massimo Giorgetti, non vengono mai attaccati.

Il penultimo episodio lo scorso 28 ottobre, in occasione dell’80esimo anniversario della marcia su Roma, in cui il busto del Duce era stato ancorato con bulloni alla roccia. E speriamo che ci restino anche le idee dei rivoluzionari da 20 (mila) leghe sotto i mari.

La Seconda Guerra Mondiale riemerge dal Lago di Garda

 

Un’immersione nella acque gelide del Lago di Garda e un salto indietro nella storia di oltre 60 anni. E’ quello che è successo ai volontari del Garda con sede a Salò, che, a largo di Torbole, hanno rinvenuto sul fondale del lago a 276 metri di profondità il relitto di mezzo militare americano inabissatosi durante la Seconda guerra mondiale.

Un pezzo di storia che racconta la tragedia consumatasi nella notte tra il 29 e 30 aprile del 1945 sulle sponde del Lago di Garda, nella quale persero la vita 24 soldati tra i 18 ed i 25 anni della decima Divisione di Montagna di stanza in Italia. Il relitto ritrovato è infatti quello del Dukw, l’autocarro anfibio da 2 tonnellate, soprannominato ‘anatra’, che serviva per trasportare rifornimenti e munizioni al reparto dell’esercito americano stanziato a Torbole, in provincia di Trento, sulla punta Nord del lago di Garda.

Quella notte dell’aprile del 1945 il vento che soffiava troppo forte fece ribaltare che caduto in acqua, si inabissò in pochi istanti. L’unico superstite fu il caporale Thomas Hough, perchè riuscì ad aggrapparsi ad un pezzo del mezzo anfibio e a raggiungere a nuoto la riva. Anche il lago di Garda ha il suo piccolo Titanic.

 

Confartigianato: le organizzazioni del Garda più unite grazie ad un protocollo d’intesa

Le organizzazioni aderenti a Confartigianato delle province di Brescia, Mantova, Trento e Verona che rappresentano complessivamente oltre 40.000 imprese artigiane hanno stipulato un protocollo di intesa sullo sviluppo dell’economia e delle infrastrutture della regione del Garda. La vicinanza delle organizzazioni permetterà di agevolare politiche concertate e condivise attraverso un continuo confronto garantendo una crescita territoriale importante.

Le quattro confederazioni, quali principali attori socio economici della Regione del Garda, avranno la possibilità di svolgere una parte attiva e fondamentale nel proporre ipotesi di politiche proattive concordate sui maggiori temi di interesse economico e di sviluppo sociale, favorendo la realizzazione di quegli atti e provvedimenti che il Comitato dei Presidenti delle Provincie presenterà alla attenzione delle parti sociali.

Confartigianato del Garda si presenta particolarmente sensibile allo sviluppo delle politiche di protezione ambientale dell’area del Lago, che prevede una “condivisione della ripartizione amministrativa delle acque, la loro gestione in caso di siccità o intensa piovosità, la loro depurazione, la definizione di piani urbanistici di sviluppo compatibile che coinvolga anche la localizzazione e la operatività delle imprese di produzione e di servizio compatibilmente con lo sviluppo del territorio e la sua preservazione“.

Mirko Zago