Assegno Unico: ampliata la platea dei beneficiari. Messaggio 2951 Inps

L’Assegno Unico è stato introdotto con il decreto legislativo 230 del 2021, le erogazioni sono iniziate nel mese di marzo 2022, ma nel frattempo sono state introdotte numerose novità aventi l’obiettivo di rendere la disciplina armonica e chiarire punti oscuri. A oltre 5 mesi dall’entrata in vigore non cessano di essere necessari chiarimenti e l’ultimo arriva con il Messaggio 2951 del 2022 da parte dell’INPS che va ad ampliare la platea dei beneficiari. Ecco chi ne avrà diritto.

I beneficiari dell’Assegno Unico

L’Assegno Unico prevede la corresponsione di denaro per i nuclei familiari in cui siano presenti figli minori e in alcuni casi per figli di età compresa tra 18 e 21 anni. L’ammontare dipende da numerosi fattori tra cui età del figlio, maggiore età, reddito e la possibilità di percepire maggiorazioni. Per conoscere le maggiorazioni in vigore, leggi l’articolo:

Assegno Unico: tutte le maggiorazioni previste dal decreto legislativo 230 del 2021

e

Chiarimenti dell’INPS sulle maggiorazioni Assegno Unico e genitori lavoratori

I requisiti soggettivi per poter accedere all’assegno unico sono specificati nell’articolo 3 comma 1, specifica però l’Inps che ai fini della corretta individuazione dei potenziali beneficiari è necessario avere come punto di riferimento la normativa dell’Unione Europea e in particolare:

direttiva 2011/98/UE (attuata con il D.lgs 4 marzo 2014,n. 40), dal decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, recante “Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero”

L’articolo 3 comma 1 lettera a del decreto legislativo 231 specifica che possono usufruire dell’assegno unico:

  • cittadini italiani;
  • cittadini di uno Stato Membro dell’Unione Europea o familiari titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente;
  • cittadino di uno Stato non appartenente all’Unione Europea in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo o sia titolare di permesso unico di lavoro autorizzato a svolgere un’attività lavorativa per un periodo superiore a sei mesi o sia titolare di permesso di soggiorno per motivi di ricerca autorizzato a soggiornare in Italia per un periodo superiore a sei mesi.

A questa disciplina devono poi aggiungersi le precisazioni dell’INPS con la circolare 23 del 2022. In essa viene sottolineato che possono beneficiare dell’Assegno Unico:

  • apolidi, rifugiati politici, titolari di protezione internazionale ;
  • titolari di carta blu, cioè lavoratori altamente qualificati;
  • lavoratori di Marocco, Algeria e Tunisia; lavoratori autonomi titolari del permesso previsto nell’articolo 26 del Testo Unico .

Ampliata la platea dei beneficiari dell’Assegno Unico

Con il Messaggio 2951 l’Inps specifica che possono inoltre accedere al beneficio:

  • gli stranieri con contratto di lavoro almeno semestrale;
  • lavoratori stagionali con contratto almeno semestrale;
  • permesso di soggiorno per assistenza minori rilasciato a familiari per gravi motivi connessi allo sviluppo psico-fisico del minore;
  • titolari di permesso per protezione speciale permessi rilasciati in casi speciali, ad esempio rilasciato a soggetti passivi di grave sfruttamento o violenza.

Sono invece esclusi dalla platea dei potenziali beneficiari:

  • gli stranieri in attesa di occupazione;
  • titolari di permessi per tirocinio e formazione professionale;
  • titolari di permesso studio;
  • studenti;
  • titolari di permessi per vacanze/affari, visite;
  • titolari di permessi per residenza elettiva.

Precisazioni per i cittadini del Regno Unito Sappiamo che il Regno Unito

per effetto della Brexit non è più parte dell’Unione Europea, quindi i cittadini del Regno Unito hanno perso la qualifica di cittadini dell’Unione Europea, l’Inps con il Messaggio 2951 ha sottolineato che coloro che sono cittadini del Regno Unito, devono essere considerati equiparati ai cittadini degli Stati Membri dell’Unione Europea se residenti nel territorio nazionale entro il 31 dicembre 2020. Negli altri casi sono invece applicate le norme per i cittadini extracomunitari.

Puoi scaricare il Messaggio completo seguendo il link Messaggio_numero_2951_del_25-07-2022


	

Chi deve presentare la domanda per il bonus 200 euro e come fare?

Ci sono categorie di lavoratori che per ottenere il bonus 200 euro, previsto dal Governo per far fronte ai rincari generalizzati degli ultimi mesi, devono presentare domanda. Ecco chi sono e come devono presentare istanza per il bonus 200 euro.

Quali lavoratori devono presentare la domanda per il bonus 200 euro?

Abbiamo visto che i lavoratori dipendenti del settore privato per accedere al bonus di 200 euro devono semplicemente presentare l’autodichiarazione al datore di lavoro. Puoi trovare il modulo all’articolo: Bonus 200 euro dipendenti: modulo ufficiale dell’Inps per autodichiarazione. I dipendenti pubblici, i pensionati, percettori di reddito di cittadinanza, NASpI, Dis-Coll e altri sussidi invece lo ricevono in automatico. Vi sono, infine, dei lavoratori che devono richiederlo all’INPS. Ecco chi sono.

Devono presentare la domanda per il bonus 200 euro, come previsto dall’articolo 32 del decreto legge 50 del 2022:

  • lavoratori domestici;
  • titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa;
  • lavoratori stagionali con contratto a tempo determinato o intermittente;
  • iscritti al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo;
  • autonomi occasionali privi di partita Iva;
  • incaricati alle vendite a domicilio.

I lavoratori domestici hanno tempo fino al 30 settembre per richiedere il contributo e riceveranno in breve tempo il contributo. Le altre categorie di lavoratori invece potranno inoltrare la domanda fino al 31 ottobre e i pagamenti saranno disposti dal mese di ottobre.

Come presentare la domanda per ottenere il bonus 200 euro

Per poter presentare la domanda è necessario accedere al sito dell’INPS con le proprie credenziali SPID, CIE o CNS. Fatto ciò è necessario andare all’area “Prestazioni e Servizi”, a questo punto è necessario selezionare la categoria di lavoratori a cui si appartiene e procedere con la  compilazione delle schede per la richiesta accedendo alla voce “Punto d’accesso alle prestazioni non pensionistiche . In alternativa è possibile utilizzare il servizio di Contact Center Multicanale dell’Inps, telefonando gratuitamente al numero verde 803.164 da rete fissa oppure, a pagamento, allo 06.164164 da rete mobile, oppure avvalersi della consulenza di un patronato.

Per conoscere i dettagli volti al pagamento del bonus 200 euro è possibile scaricare la circolare 73 del 24 giugno 2022 dell’INPS, sezione 7.

Bonus 200 euro, chi lo prenderà e quando

Chi prenderà il bonus 200 euro e quando? L’erogazione dell’indennità prevista dal decreto legge “Aiuti” del governo, avverrà per tutte le categorie lavorative e per i pensionati. Tutti dovranno avere un reddito lordo annuo non eccedente il 35 mila euro. Inclusi nella misura anche colf e badanti e, in generale, i lavoratori domestici. Il bonus 200 euro sarà pagato anche a chi prende il reddito di cittadinanza e quanti hanno ricevuto nel corso dello scorso anno un’indennità per il Covid. A disciplinare la misura di aiuto contro il rincaro dei prezzi è il decreto legge numero 50 del 2022, in vigore da mercoledì 18 maggio. L’indennità verrà pagata anche ai commercianti, artigiani, liberi professionisti e partite Iva: ma i lavoratori autonomi dovranno attendere un altro decreto da emanarsi entro 30 giorni che disciplini le modalità di pagamento e quanto spetti di indennità.

Bonus 200 euro ai pensionati, come verrà pagato?

I pensionati con redditi personali del 2021 non eccedenti i 35 mila euro lordi all’anno prenderanno il bonus 200 euro con decorrenza entro il 30 giugno 2022. Sarà l’Inps a effettuare il pagamento nella mensilità di luglio 2022. I pensionati, dunque, non dovranno presentare alcuna domanda. Per il calcolo del reddito non si tiene conto della casa di abitazione, del trattamento di fine rapporto (Tfr) e delle competenze arretrate a tassazione separata. Anche i percettori del trattamento sociale o di invalidità civile percepiranno l’indennità. Sono incluse anche le prestazioni di accompagnamento alla pensione, come ad esempio, l’Ape sociale o i lavoratori usciti da lavoro con i contratti di espansione.

Indennità Inps 200 euro ai lavoratori dipendenti: cosa bisogna fare?

I lavoratori alle dipendenze riceveranno il bonus 200 euro nel cedolino della busta paga di luglio. L’indennità, prevista dagli articoli 31-33 del decreto legge numero 50 del 2022, è esentasse. Come tutte le altre categorie, i lavoratori dipendenti percepiranno l’indennità una sola volta. Il pagamento del bonus non prevede alcuna domanda. Tuttavia, il lavoratore dipendente non deve essere percettore di alcuna pensione, anche di invalidità civile, e nemmeno del reddito di cittadinanza. I datori di lavoro potranno recuperare l’indennità anticipata in compensazione sui contributi UniEmens.

Lavoratori dipendenti che percepiranno il bonus 200 euro: come verificare se si rientra?

I lavoratori dipendenti possono verificare se il bonus 200 euro spetti mediante il diritto allo sconto contributivo. Si tratta della misura introdotto per il 2022 che consente di beneficiare di uno sconto di contributi pari allo 0,8%. Ricevono lo sconto i lavoratori con reddito mensile lordo non eccedente i 2.692 euro. Dunque, basta che i dipendenti abbiano beneficiato dello sconto contributivo in almeno un mese tra gennaio e aprile per percepire il bonus 200 euro.

Prendono il bonus 200 euro i lavoratori autonomi occasionali?

Il bonus 200 euro verrà pagato anche ai lavoratori autonomi occasionali senza partita Iva. Ovvero ai titolari dei contratti previsti dall’articolo 2222 del Codice civile. Si tratta dei contratti con ritenuta d’acconto. L’indennità spetterà se è stato corrisposto almeno un contributo mensile durante l’anno 2021. Per questi contratti, tuttavia, è necessario il versamento dei contributi alla Gestione separata dell’Inps (che deve risultare aperta al 18 maggio 2022) che avviene se il totale dei compensi annui supera la cifra di 5 mila euro. Ne consegue che i lavoratori autonomi occasionali prenderanno il bonus 200 euro solo se, per uno o più contratti del 2021, hanno percepito almeno 6.330 euro. Questo importo è il minimo per l’accredito di un mese di contributi. Infine, per questi lavoratori serve presentare la domanda all’Inps per ottenere l’una tantum.

Bonus 200 euro, verrà pagato agli incaricati delle vendite a domicilio e lavoratori dello spettacolo?

Il bonus 200 euro verrà pagato anche agli incaricati delle vendite a domicilio. La condizione per ottenere l’indennità è che nel 2021 siano stati percepiti compensi superiori ai 5 mila euro. Tra le altre condizioni, serve la partita Iva e l’iscrizione alla Gestione separata dell’Inps. Occorre presentare domanda all’Inps. I lavoratori dello spettacolo con redditi 2021 entro i 35 mila euro percepiranno il bonus purché per il 2021 abbiano almeno 50 contributi giornalieri. A questi lavoratori il bonus viene pagato dall’Inps previa domanda.

Lavoratori stagionali, a termine, intermittenti e disoccupati agricoli: prenderanno il bonus 200 euro?

I lavoratori stagionali, a termine e intermittenti prenderanno il bonus 200 euro purché nel 2021 il reddito non sia stato eccedente i 35 mila euro. Anche per questi lavoratori sono necessarie 50 contributi giornalieri. L’Inps eroga il bonus previa domanda. Non serve la domanda all’Inps, invece, per i disoccupati agricoli. Sarà l’Inps stessa a erogare l’indennità purché sia stata percepita la disoccupazione nel 2021.

Lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.): prenderanno il bonus 200 euro?

I lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.) prenderanno il bonus 200 euro a determinate condizioni. Infatti, il contratto deve essere in essere alla data del 18 maggio 2022. Il lavoratore deve essere iscritto alla Gestione separata dell’Inps. Inoltre, i lavoratori di questa categoria non devono essere percettori di pensione. E nemmeno essere iscritti ad altre gestioni previdenziali. Anche per questi lavoratori vale il limite di reddito di 35 mila euro. È l’Inps a erogare il bonus previa domanda.

Colf, badanti e disoccupati: prenderanno l’indennità di 200 euro?

Colf, badanti e lavoratori domestici prenderanno il bonus purché abbiano in essere un rapporto di lavoro alla data del 18 maggio 2022. Serve presentare la domanda all’Inps. I disoccupati, ex lavoratori alle dipendenze o parasubordinati, percepiranno il bonus 200 euro purché ricevano una mensilità di disoccupazione Naspi o Dis coll a giugno 2022. È l’Inps a pagare senza bisogno di presentare la domanda.

Lavoro Stagionale? Ecco vantaggi e svantaggi dei contratti a termine

La rete inizia a pullulare di offerte di lavoro stagionale da parte di strutture alberghiere e turistiche. Niente di nuovo perché si tratta della prassi di ogni anno, ad inizio estate ed in prossimità dell’avvio della stagione turistica. Parliamo di una tipologia di lavoro particolare, precaria con contratti di lavoro a termine che possono essere svantaggiosi ma che presentano anche delle particolarità a favore dei lavoratori. Resta il fatto che le strutture lamentano la mancanza di manodopera, mentre i lavoratori lamentano stipendi bassi rispetto alla mole di lavoro svolta.

Lavoro stagionale, le polemiche tirano dentro anche il reddito di cittadinanza

Le strutture ricettive stentano a trovare manodopera. Infatti continuano ad uscire offerte di lavoro e proposte di impiego che pare trovino poco appeal nei confronti di addetti al settore. Perché questo? Chi offre lavoro sostiene che sia anche colpa dei bonus e delle indennità che lo Stato versa ai senza lavoro. Finisce sul banco degli imputati il reddito di cittadinanza. Infatti c’è chi sostiene che per colpa del reddito di cittadinanza pochi vogliano lavorare. Vuoi mettere il prendere soldi senza fare nulla rispetto allo spaccarsi la schiena lavorando? Questo è il tipico pensiero dei datori di lavoro, delle imprese turistiche ed alberghiere che lamentano la carenza di manodopera e di personale.

Stipendi bassi e penuria di manodopera

Il rovescio della medaglia è quello dei lavoratori, che invece sostengono che siano gli stipendi bassi rispetto alla mole di lavoro svolta a causare il mancato appeal di queste tipologie di lavoro. Molte ore di lavoro al giorno e ritmi assai pesanti soprattutto durante l’alta stagione non sono pareggiati da stipendio e salario dignitoso, al che qualcuno parla di sfruttamento. Sicuramente sono due correnti di pensiero diametralmente opposte. Ma come si dice la verità forse sta nel mezzo.

Il boom di offerte di lavoro non coincide con le adesioni da parte dei lavoratori

In rete o sui giornali specializzati, si verifica un autentico boom di offerte di lavoro per il settore stagionale. Dopo il ponte del 25 aprile e la vicinanza con il primo maggio, qualcosa nel settore ricettivo si è mosso. Parliamo di un settore tra i più colpiti dai provvedimenti limitativi per via del Coronavirus.

Nelle località maggiormente turistiche le possibilità di lavoro sono notevoli e le offerte anche. Per esempio, in Emilia Romagna si registra un incremento notevole di offerte di lavoro, ma allo stesso tempo un ribasso delle richieste di lavoro. Prima si viaggiava più o meno di pari passo, ovvero alle tante offerte coincidevano altrettante richieste di lavoro da parte dei disoccupati. Oggi invece tutto va a favore delle offerte, che non trovano adesioni forse per entrambi i motivi citati nel paragrafo precedente.

Per esempio, Gianni Indino,  presidente della Confcommercio di Rimini, sostiene che il problema sia fisiologico. La colpa dettata dalla disparità del costo del personale che sostiene un datore di lavoro e lo stipendio netto che finisce sul conto del lavoratore.

Il lavoro stagionale, alcune particolarità forse poco note

Il cuneo fiscale quindi è enorme e rende troppo costoso un lavoratore al datore di lavoro e troppo basso lo stipendio di quest’ultimo. Una storia vecchia che il governo ha deciso di sistemare, almeno in parte con misure e agevolazioni. E sono proprio le agevolazioni che in materia di lavoro stagionale non mancano, anche se delimitate da specifiche regole. Infatti esistono requisiti specifici da rispettare per non perdere agevolazioni e vantaggi per i lavoratori stagionali.

Il lavoro stagionale è una tipologia di contratto che non ha nella continuità e nella lunga durata il suo principale carattere. Lo stagionale infatti lavora solo per alcuni mesi dell’anno, coincidenti con le stagioni turistiche. Non si può parlare di contratto a tempo determinato in senso stretto perché è una tipologia di lavoro completamente differente. Il lavoro stagionale è periodico, mentre il lavoro a tempo determinato dipende da altri aspetti. E poi in genere il contratto a tempo determinato è più lungo rispetto a quello stagionale.

I diritti che offre il lavoro stagionale

Per il lavoratore stagionale coi sono gli stessi diritti che spettano ai lavoratori con contratto a tempo determinato o a tempo indeterminato. Ferie, TFR, malattia, permessi e così via. Nulla cambia quindi rispetto alla generalità degli altri lavoratori.

Naturalmente prendere le ferie durante i pochi mesi di lavoro è assai complicato, e non succede mai. Ma la monetizzazione delle stesse è obbligatoria. E ad ogni scadenza del contratto, al lavoratore spettano tante quote di TFR e di tredicesima quanti sono i mesi lavorati. Ed al termine del rapporto di lavoro stagionale il dipendente ha diritto alla NASPI da parte dell’Inps. L’indennità per disoccupati viene erogata al termine del rapporto di lavoro, dopo espressa domanda da parte del diretto interessano nei confronti dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale Italiano. E dura la metà delle settimane lavorate negli ultimi 4 anni. Un periodo che per gli stagionali, dato che la NASPI è una costante ogni anno, riguarda solo i mesi lavorati durante l’ultima stagione lavorativa.

Alcune negatività del lavoro stagionale

Qualcosa di particolare e forse di negativo però, nel contratto stagionale si manifesta. Infatti se per un classico contratto a tempo determinato, dopo diversi rinnovi si passa ad una assunzione in pianta stabile, quindi a tempo indeterminato, nel lavoro stagionale non è così.

Un contratto di lavoro stagionale non si trasforma mai in un contratto di lavoro a tempo indeterminato dopo una serie di rinnovi. Il perché è presto spiegato. Infatti si tratta di un lavoro periodico che non può essere svolto tutto l’anno. Il contratto di lavoro stagionale non prevede alcuna durata massima. Può essere rinnovato in base alla mole di lavoro che un datore di lavoro trova durante la stagione lavorativa. Un contratto in scadenza a settembre per esempio, può essere rinnovato se ad ottobre la struttura ha ancora prenotazioni. E può andare avanti anche oltre, senza vincoli o obblighi di assunzione definitiva di un lavoratore. Tra l’altro, per questioni di proroghe, un lavoratore stagionale ha diritto di precedenza rispetto a nuovi addetti. Se la struttura che in origine doveva chiudere il 30 settembre, prosegue la stagione fino ad ottobre, non può assumere un nuovo dipendente se prima non chiede la disponibilità alla proroga al vecchio, cioè allo stagionale che aveva il contratto fino al 30 settembre.

Via libera ai lavoratori stagionali extra Ue

E’ stato firmato il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri per l’ingresso dei lavoratori non comunitari stagionali.
Una nota del Ministero del Lavoro ha dato il via all’invio delle richieste di nulla osta, utilizzando l’applicativo per la compilazione dei moduli di domanda.

La misura riguarda 30mila cittadini stranieri residenti all’estero che potranno venire in Italia per svolgere lavori subordinati stagionali per l’anno 2013.
Circa 5mila di questi lavoratori sono stati già in Italia come lavoratori stagionali impiegati per almeno due anni consecutivi e autorizzati tramite richiesta di nulla osta pluriennale presentato direttamente dal datore di lavoro.

I Paesi stranieri coinvolti sono: Albania, Algeria, Bosnia-Herzegovina, Croazia, Egitto, Repubblica delle Filippine, Gambia, Ghana, India, Kosovo, Repubblica ex Jugoslava di Macedonia, Marocco, Mauritius, Moldavia, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Ucraina, Tunisia.

La richiesta di nulla osta può essere inviata dai datori di lavoro fino al 31 dicembre 2013.
Stesse modalità anche per la presentazione dei lavoratori stagionali già entrati in Italia nel 2012 anche se non appartenenti alle nazionalità sopra indicate.

Vera MORETTI

Co.co.co e progetti extra Ue esclusi dagli ingressi stagionali

Il Dpcm 1° aprile 2010 ha fissato i termini dei flussi di ingresso per lavoro stagionale per il 2010, autorizzando 80mila lavoratori extracomunitari per lavoro subordinato stagionale e 4mila permessi per motivo di lavoro autonomo.

Il ministero dell’Interno, con nota protocollo n. 8809/2010, ha precisato che i lavoratori coordinati e continuativi e quelli a progetto sono esclusi dai flussi d’ingresso per il 2010. I titolari di contratti di collaborazione non possono ottenere il rilascio del visto d’ingresso per lavoro autonomo.

I nuovi visti sono riservati soltanto a: imprenditori che svolgono attività di interesse per l’economia italiana; liberi professionisti; soci e amministratori di società non cooperative; artisti di chiara fama internazionale e di alta qualificazione professionale, ingaggiati da enti pubblici e privati; artigiani provenienti da Paesi extra Ue che contribuiscono finanziariamente agli investimenti effettuati dai propri cittadini sul territorio nazionale.

Pertanto, è escluso il rilascio del visto per lavoro autonomo ai titolari di contratti di collaborazione (co.co.co. e co.co. pro.).

Inoltre, il rilascio del visto d’ingresso a favore di soci e amministratori di società o di titolari di contratto per prestazioni di lavoro autonomo può avvenire solo se la società di destinazione del lavoratore in Italia risulta attiva in Italia da almeno 3 anni. L’attestazione relativa all’astratta individuazione delle risorse necessarie all’attività da intraprendere, rilasciata dalla Camera di commercio, non può risultare inferiore a 4.962,36 euro.

Estate 2010, in Sardegna arrivano contributi dalla Regione.

L’Assessorato del Lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale della Regione Sardegna ha stanziato dei nuovi contributi per l’allungamento della stagione turistica.

L’agevolazione è destinata alle imprese del turismo che impiegheranno lavoratori stagionali, presso unità operative o sedi situate nel territorio regionale, non solo nel periodo canonico dei tre mesi estivi (giugno, luglio e agosto) ma anche in uno o più mesi spalla (aprile, maggio, settembre, ottobre e novembre).

Quali sono le imprese che potranno presentare domanda di contributo?

  • imprese che abbiano assunto lavoratori stagionali con contratto di lavoro full time a tempo determinato a partire dal 1° aprile 2010 e per un periodo che ricomprenda continuativamente i tre mesi canonici per la stagione turistica e almeno l’intero mese spalla di settembre;
  • imprese che assumano lavoratori stagionali con contratto di lavoro full time a tempo determinato entro il 15 giugno 2010 e per il periodo sopra indicato.

 L’agevolazione consiste in un contributo in conto capitale nella seguente misura:

  • 600 euro per ogni contratto stagionale la cui durata ricomprenda, oltre i mesi di giugno, luglio e agosto, tutto il mese di settembre;
  • 700 euro, cumulabili al contributo previsto per il mese di settembre, per ogni contratto la cui durata ricomprenda tutto il mese di ottobre, oltre ai mesi canonici e al mese di settembre;
  • 800 euro, cumulabili al contributo previsto per il mese di settembre e ottobre, per ogni contratto la cui durata ricomprenda tutto il mese di novembre, oltre i mesi canonici ed i mesi spalla di settembre e ottobre.

Nel caso in cui l’impresa abbia impiegato i lavoratori interessati anche nei mesi spalla di aprile e maggio 2010, il contributo per il mese di settembre sarà elevato a:

  • 1.800 euro se l’assunzione è avvenuta nel periodo tra il 1° ed il 7 aprile 2010; 
  • 1.200 euro se l’assunzione è avvenuta nel periodo tra l’8 aprile ed il 7 maggio 2010.

È inoltre stato previsto un incentivo, pari a 600 euro per ciascun mese, alle imprese che prevedano di assumere – e assumeranno effettivamente – lavoratori stagionali anche nei mesi spalla di aprile e maggio 2011, a condizione che la durata dei relativi contratti ricomprenda continuativamente anche i mesi di giugno, luglio e agosto 2011.

L’importo del contributo è determinato nel limite massimo di 300.000 euro per ciascun beneficiario. L’importo del contributo sarà stabilito per sommatoria degli incentivi previsti per ogni assunzione full-time fino ad un massimo di n. 200 assunzioni per ogni singola Impresa.

La domanda di contributo e la documentazione richiesta potranno essere spedite, dal 15 al 30 giugno 2010, al seguente indirizzo:

  • Assessorato Regionale del Lavoro, Formazione professionale, Cooperazione e Sicurezza sociale Servizio Politiche per il Lavoro e le Pari Opportunità | Via XXVIII Febbraio, 1 – 09131 – Cagliari

86.000 lavoratori extracomunitari pronti ad entrare in Italia: al via le domande per i lavoratori stagionali

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 91 del 20 aprile 2010 il Dpcm (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) 1° aprile 2010, anticipato dalla circolare n. 14 del 19 aprile 2010 del Ministero del Lavoro, concernente la programmazione transitoria dei flussi d’ingresso dei lavoratori extracomunitari stagionali e di altre categorie nel territorio dello Stato per l’anno 2010.

Il Decreto consente l’ingresso in Italia di 80.000 lavoratori non comunitari residenti all’estero per motivi di lavoro subordinato stagionale e l’ingresso di 4.000 cittadini non comunitari per lavoro autonomo.

Oltre agli 84.00 lavoratori subordinati e autonomi, viene concesso l’ingresso a 2.000 cittadini non comunitari che abbiano completato programmi di istruzione e formazione nel Paese di origine (art. 23, D.Lgs. n. 286/1998).

La presentazione delle richieste di nulla osta al lavoro stagionale avviene esclusivamente con modalità informatiche, utilizzando il sistema accessibile dal sito internet del Ministero dell’Interno. L’invio delle richieste è iniziato lo scorso 21 aprile 2010 e sarà possibile inviare richieste fino alle ore 24:00 del 31 dicembre 2010. Nei primi giorni, circa il 27% delle richieste è arrivato da aziende agricole iscritte alla Coldiretti. Infatti sono circa 20.000 le domande nominative inviate per via informatica nelle prime 36 ore dal via libera alla presentazione delle domande di ingresso da parte delle aziende di Coldiretti. Secondo le stime dell’associazione, le aziende agricole che dovrebbero beneficiare di manodopera stagionale extracomunitaria saranno circa 30.000.