Quali debiti sono esclusi dalla nuova “pace fiscale”?

La bozza della legge di bilancio 2023 prevede un intero capo dedicato all’agevolazione dei rapporti tra fisco e contribuente, una sorta di patto attraverso il quale è possibile ridefinire i vari rapporti tributari pendenti e quindi ripartire da zero. Sicuramente la parte più importante, o meglio che più interessa, i contribuenti è lo stralcio delle cartelle esattoriali, ma quali debiti restano esclusi dalla pace fiscale?

Esclusi dalla nuova pace fiscale gli importi superiori a 1.000 euro e affidati all’agente dal 1° gennaio 2016

L’articolo 46 della legge di bilancio 2023 prevede l’annullo automatico delle cartelle di importo fino a 1.000 euro, affidate all’agente di riscossione nel periodo tra il primo gennaio 2000 e il 31 dicembre 2015. L’importo di 1.000 euro è comprensivo di capitale, interessi e sanzioni. È importante sottolineare che lo stralcio comprende anche i carichi di importo residuo fino a mille euro affidati dal 2000 al 2015 per i quali sono ancora in corso i pagamenti relativi alle misure agevolative di definizione dei carichi pregressi (c.d. “Rottamazione-ter” prevista dal decreto-legge n. 119 del 2018). In base alle stime si tratta di 1.132 miliardi di carichi, di cui alcuni anche di piccolissimo importo affidati all’agente di riscossione e che, secondo le stime della Corte dei Conti, solo nel 6-7% del casi possono arrivare a riscossione.

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Restano di conseguenza escluse dallo stralcio le cartelle che non rientrano in tale asse temporale/ economico, sebbene siano previste comunque misure agevolative anche per queste.

Come sanare i debiti esclusi dalla nuova pace fiscale

Restano escluse le cartelle di importo superiore che è possibile sanare attraverso il pagamento di tutta l’imposta senza sanzioni e interessi e con rateizzazione in 5 anni. In questo caso è l’articolo 47 a definire i termini stabilendo che per le cartelle esattoriali affidate all’agente di riscossione tra il primo gennaio 2000 e il 30 giugno 2022 non rientranti nell’articolo 46 ( che ricordiamo prevede la cancellazione automatica dal 1° gennaio 2023) è possibile procedere all’estinzione senza pagare interessi, sanzioni e aggio, ma versando le somme dovute a titolo di capitale, quelle previste a titolo di rimborso delle spese maturate per le procedure esecutive e di notifica della cartella di pagamento.

Il pagamento potrà essere effettuato entro il 31 luglio 2023 oppure con rateizzazione. Il numero massimo di rate è di 18, la prima e la seconda con importo minimo pari al 10% del debito e le ulteriori divise in parti uguali. La scadenza delle prime due rate è 31 luglio e 30 novembre 2023. Le altre rate avranno le seguenti scadenze:

  • 28 febbraio;
  • 31 maggio;
  • 31 luglio;
  • 30 novembre di ciascun anno.

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Regolarizzare errori delle dichiarazioni senza sanzioni con legge di bilancio 2023

Agricoltura: in arrivo contributi per le imprese con la legge di bilancio 2023

La legge di bilancio 2023 al fine di aiutare le imprese impegnate in agricoltura, pesca e acquacoltura, istituisce il “Fondo per l’innovazione in agricoltura“. Ecco cosa prevede.

Fondo per l’innovazione in agricoltura

L’agricoltura è uno dei settori che in Italia ha maggiori difficoltà a fornire ai lavoratori redditi adeguati e proprio per questo nel tempo sono state previste misure specifiche per questo settore supportate anche dai programmi dell’Unione Europea. L’obiettivo è lo sviluppo rurale il recupero di terreni incolti, ma anche rendere le coltivazioni più produttive attraverso l’uso di nuove tecnologie che possono rendere più agevole in lavoro.

La legge di bilancio 2023 all’articolo 77 istituisce il fondo per l’innovazione in agricoltura. Lo stesso ha una dotazione di 75 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025. Il fondo per l’innovazione in agricoltura sarà a disposizione delle imprese agricole attraverso contributi a fondo perduto, crediti di imposta, agevolazioni per la richiesta di prestiti finalizzati all’introduzione in azienda di tecnologie 4.0 che possono aumentare la produttività dell’azienda agricola stessa.

Agricoltura: dopo la legge di bilancio 2023, arrivano gli aiuti con i decreti attuativi

L’articolo 77 stabilisce che, al fine di distribuire/ utilizzare il Fondo saranno emanati decreti da parte del Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze e della Conferenza permanente per i rapporti Stato- Regioni e province autonome di Trento e Bolzano in cui saranno definiti criteri e modalità di attuazione del fondo.

Il Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste potrà sottoscrivere convenzioni con Ismea e Cassa Depositi e Prestiti al fine di attuare la norma.

Naturalmente le aziende agricole potranno accedere al Fondo per l’innovazione solo in seguito alla emanazione dei decreti attuativi per le singole misure e molto probabilmente saranno previste condizioni di accesso che possano aiutare a distribuire le risorse in modo equo e mirato.

Regolarizzare errori delle dichiarazioni senza sanzioni con legge di bilancio 2023

Al fine di fornire supporto alle imprese e ai contribuenti che sono ancora in affanno con le conseguenze dell’emergenza pandemica e del caro energia, con la bozza della manovra di bilancio 2023 si provvede a dettare una serie di norme volte ad agevolare i contribuenti che hanno commesso delle irregolarità nelle dichiarazioni e nei pagamenti. Si tratta di misure diverse rispetto allo stralcio delle cartelle previsto dall’articolo 46. Ecco le diverse opportunità per regolarizzare le dichiarazioni.

Regolarizzare errori materiali nelle dichiarazioni

La prima è prevista dall’articolo 38 della bozza della legge e trova applicazione per le maggiori imposte rilevate in seguito a controllo automatizzato di errori materiali nelle dichiarazioni dei redditi e Iva. Si può ottenere lo “sconto” delle sanzioni per le cartelle per le quali il termine di pagamento non sia ancora scaduto all’entrate in vigore della legge di bilancio 2023 e per quelle recapitate successivamente all’entrata in vigore. La posizione può essere sanata pagando:

  • l’imposta dovuta;
  • interessi e somme aggiuntive ( spese );
  • sanzione al 3%.

L’applicazione di questa agevolazione è limitata alle dichiarazioni inerenti i periodi di imposta in corso al 31 dicembre 2019, 31 dicembre 2020, 31 dicembre 2021.

Nel caso in cui per le imposte viste sia in corso un pagamento rateale la definizione agevolata può essere richiesta per le somme residue, le somme versate prima della definizione agevolata e acquisite dall’erario non sono rimborsabili. Per le rate rimanenti viene riconosciuta la possibilità di estendere il pagamento in un numero di rate maggiore, fino a 20.

Regolarizzare errori formali nelle dichiarazioni

L’articolo 39 permette la definizione agevolata per gli errori formali nelle dichiarazioni Irap, Iva e imposte sui redditi. Per poter essere regolarizzate deve trattarsi di errori che non vanno a incidere sulla determinazione della base imponibile. Rientrano nella definizione agevolata le irregolarità, le infrazioni e le inosservanze commesse fino al 31 ottobre 2022, vi sono però limiti:

  • le violazioni non devono essere già state contestate e diventate definitive ( quindi deve trattarsi di una definizione volontaria);
  • la procedura non può essere utilizzata dai contribuenti per l’emersione di attività finanziarie e patrimoni detenuti all’estero;
  • sono infine escluse dalla regolarizzazione gli atti di contestazione o irrogazione di sanzioni già oggetto di procedura di collaborazione volontaria.

Per regolarizzare la posizione prevede, oltre il pagamento dei tributi anche una somma pari a 200 euro per ogni periodo di imposta a cui si riferiscono le violazioni. Il pagamento può avvenire in due rate di uguale importo entro il 31 marzo 2023 e il 31 marzo 2024.

L’articolo 40 prevede invece la regolarizzazione di violazioni che non rientrano nei due casi precedenti relative a periodi di imposta fino al 31 dicembre 2021. In questo caso per la regolarizzazione è necessario versare 1/18 del minimo edittale previsto per la violazione posta in essere. A ciò si aggiungono gli interessi legali e l’imposta. Il pagamento può essere rateizzato per un numero massimo di rate di 8 e primo versamento entro il 31 marzo 2023. Le successive scadenze sono:

  • 30 giugno;
  • 30 settembre;
  • 20 dicembre;
  • 31 marzo di ciascun anno.

Al mancato rispetto delle scadenze consegue la decadenza dal beneficio.

In caso di liti tributarie pendenti è possibile regolarizzare attraverso la procedura specifica prevista sempre nella legge di bilacio 2023. Puoi leggere l’approfondimento all’articolo:

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Tetto pagamenti con Pos a 60 euro: critiche della Commissione europea

La bozza della legge di bilancio 2023 è al vaglio della Commissione europea e arrivano le prime critiche alla nuova disciplina sul tetto ai pagamenti con Pos che potrebbe agevolare l’evasione fiscale e sarebbe contraria agli accordi sul Pnrr.

Palazzo Chigi: sono in corso interlocuzioni con la Commissione europea

Da una nota di Palazzo Chigi arriva la notizia che sono in corso interlocuzioni con la Commissione Europea inerenti le nuove disposizioni sull’uso del Pos che si trovano nella bozza della legge di bilancio 2023.

La bozza delle legge di bilancio, come noto, va inviata al Parlamento per il voto, ma anche alla Commissione Europea che valuta se la stessa rispetta gli obblighi unionali. A finire nel mirino della Commissione Europea sono le norme che prevedono la possibilità per commercianti di rifiutare il pagamento con la moneta elettronica (POS) per importi fino a 60 euro. Le prime modifiche a questa norma sono arrivate nei mesi scorsi quando è stato concesso ai tabaccai la vendita di marche da bollo e sigarette senza obbligo di Pos. In seguito, nella prima bozza della legge di bilancio 2023 si è optato per inserire la possibilità di rifiutare i pagamenti di importo fino a 30 euro. Nell’ultima versione la soglia è salita a 60 euro.

Commissione europea: favorire i pagamenti con Pos per il contrasto all’evasione fiscale. Potrebbero saltare gli accordi Pnrr

Non sono ben chiare ad ora le critiche mosse, pare che i rilievi non siano tanto sull’introduzione di soglie, queste infatti potrebbero essere accettate dall’Unione Europea in forza del fatto che le transazioni con Pos richiedono al commerciante il pagamento di commissioni, quanto sul fatto che ci sia l’intenzione di eliminare le sanzioni per i commercianti che non hanno il Pos.

Il Governo nella nota inviata ai giornalisti ha sottolineato che sulla questione del Pos sono in corso interlocuzioni con la Commissione Europea e che nel prosieguo della discussione in Parlamento si terrà conto dei rilievi fatti.

In particolare, il punto sembra essere l’impegno preso nel 2019, con la negoziazione del Pnrr, che prevedeva l’accesso ai fondi a condizione che l’Italia si impegnasse nel contrasto all’evasione fiscale potenziando i pagamenti elettronici obbligatori. Non tenere fede a questo patto potrebbe mettere a rischio i futuri pagamenti degli importi previsti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Esenzione Imu: ecco chi non dovrà pagarla più con la legge di bilancio 2023

La legge di bilancio è in continua evoluzione, ma sembra vi siano dei punti fermi abbastanza importanti, tra questi l’esenzione IMU su alcune tipologie di immobili.

Esenzione Imu: in quali casi spetta?

L’Imu è l’Imposta Municipale sugli Immobili, attualmente sono soggetti passivi coloro che risultano proprietari di due o più immobili, questo perché la prima casa è esentata. Vi sono però dei casi particolari in cui pagare l’Imu sulla seconda casa sembra essere una vera ingiustizia e proprio per questo è intervenuto il Governo Meloni con l’introduzione di una particolare esenzione.

L’occupazione abusiva degli immobili è un problema di particolare rilevanza, l’emergenza covid lo ha acuito a causa delle maggiori difficoltà economiche incontrate da molte famiglie. Molti proprietari si ritrovano così ad avere un immobile di cui materialmente non possono usufruire e che non possono concedere in locazione con l’obiettivo di avere una remunerazione a fronte di un investimento. Si sono però ritrovati a dover pagare comunque l’Imu. Le associazioni dei consumatori hanno raccolto molte denunce su questo problema.

Chi può beneficiarne?

Proprio per questo motivo il Governo si è mosso in questa direzione. Il base al testo dell’articolo 21 della bozza del disegno di legge di bilancio 2023 per poter però usufruire dell’agevolazione dell’esenzione dall’Imu per la seconda casa occupata è necessario aver preventivamente presentato denuncia dell’occupazione abusiva oppure deve essere già iniziata azione giudiziaria penale.

Come far valere l’esenzione Imu?

Affinché di possa godere di questa agevolazione, il soggetto passivo, cioè il soggetto tenuto al versamento dell’Imu, deve comunicare al Comune interessato lo stato dei fatti. La comunicazione deve avvenire telematicamente, ma le modalità di comunicazione saranno indicate successivamente con un decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze che sarà emanato entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge di bilancio, la stessa entra in vigore il 1° gennaio 2023.

Nel momento in cui cessa il diritto all’esenzione, quindi nel momento in cui l’immobile occupato risulta libero deve essere effettuata analoga comunicazione. Al fine di aiutare i Comuni a far fronte alle mancate entrate dovute all’esenzione Imu per le case occupate viene stanziato un fondo di 62 milioni di euro annui a decorrere dal 2023.

Leggi anche: Doppia esenzione Imu per coniugi ripristinata dalla Corte Costituzionale

Ricordiamo che trattasi di una bozza e di conseguenza fino al 31 dicembre possono esservi nuove modifiche alla disciplina

Cancellazione cartelle esattoriali con il nuovo saldo e stralcio. Guida

La legge di bilancio 2023 all’articolo 45 regola lo stralcio delle cartelle esattoriali con carichi fino a 1000 euro. Per gli altri contribuenti invece c’è la definizione agevolata. Ecco chi potrà beneficiarne.

Cancellazione delle cartelle esattoriali fino a 1000 euro: come funziona?

La bozza della legge di bilancio 2023 all’articolo 45 prevede lo stralcio delle cartelle esattoriali affidate all’agente di riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015. La norma prevede che: “Sono automaticamente annullati, alla data del 31 gennaio 2023, i debiti di importo residuo, alla data di entrata in vigore della presente legge, fino a mille euro, comprensivo di capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni”. Questo implica che il contribuente non dovrà fare nulla per far valere tale cancellazione.

La norma prevede inoltre che “L’agente della riscossione trasmette agli enti interessati, entro il 30 giugno 2023, l’elenco delle quote annullate su supporto magnetico, ovvero in via telematica”.

Definizione agevolata per altre cartelle esattoriali

L’articolo 46 del disegno di legge di bilancio 2023 definisce invece gli importi diversi da quelli compresi nell’articolo 45 e affidati all’agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022.

In questo caso viene applicata la definizione agevolata con la possibilità di estinguere il debito fiscale senza il pagamento delle somme previste a titolo di interessi e di sanzioni, ma versando esclusivamente le imposte e il rimborso delle spese per le procedure esecutive e di notifica della cartella di pagamento. Per il versamento degli importi è possibile procedere a un unico versamento entro il 31 luglio 2023 oppure chiedere la rateizzazione degli importi fino a un massimo di 18 rate, la prima e la seconda di queste devono però corrispondere al 10% complessivamente dovute, le rimanenti di minore importo uguale per ogni mese. Le scadenze saranno:

  • 31 luglio;
  • 30 novembre 2023;
  • 28 febbraio;
  • 31 maggio;
  • 31 luglio;
  • 30 novembre di ciascun anno fino a completare il pagamento.

In caso di pagamento rateale dal 1° agosto 2023 sugli importi sono caricati interessi legali pari al 2%.

I contribuenti che vogliono addivenire alla definizione agevolata, devono farne richiesta all’agente di riscossione entro il 30 aprile 2023.

Per conoscere in sintesi tutte le misure approvate con il disegno di legge di bilancio 2023, leggi l’articolo:

Manovra finanziaria: tutte le misure in breve, sigarette, carburanti, benzina, pace fiscale