Savona: si estende la “giustizia alternativa”

In attesa che la giustizia civile riduca i tempi biblici di definizione delle cause, i savonesi, dopo qualche iniziale diffidenza, guardano oggi con interesse alla giustizia alternativa, che consente di risolvere le controversie senza ricorrere all’intervento della magistratura, in modo rapido, poco costoso e rispettoso dei diritti delle parti. Mediazione che oggi ha una marcia in più: la procedura è diventata obbligatoria dal 20 marzo scorso, (oltre che per le materie già previste come obbligatorie dalla normativa vigente, fra le quali si evidenziano diritti reali, locazioni, contratti assicurativi, bancari e finanziari, responsabilità medica, successioni ereditarie, ecc.) anche per le liti condominiali e per il risarcimento del danno a seguito di incidenti della strada o in mare. Delicato e fondamentale è il ruolo della Camera di Conciliazione/Mediazione costituita presso la sede della Camera di Commercio di Savona, terreno “neutrale” per definizione e quindi ideale per ristabilire il dialogo tra le parti e giungere velocemente alla definizione condivisa di un conflitto, anche contando sul valore aggiunto dei mediatori professionali che l’Ente camerale mette a disposizione.

Su questo tema di fondamentale importanza per la vita sociale e la convivenza civile della comunità savonese, la Camera di Commercio di Savona, affiancata dalla struttura tecnica del Centro Provinciale di Formazione Professionale “Pastore” di Imperia, organizza nella giornata di venerdì 13 aprile un seminario di aggiornamento su “La mediazione nelle controversie condominiali e nella responsabilità derivante dalla circolazione di veicoli e natanti”, con specifica attenzione alle novità introdotte il mese scorso. L’incontro, introdotto dai saluti del presidente camerale Luciano Pasquale, si svolgerà nella Sala Magnano di Palazzo Lamba Doria con inizio alle 15. Nel corso delle 4 ore a disposizione, sono in programma relazioni affidate a esperti di livello nazionale: dal dottor Giancarlo Triscari, magistrato del ministero della Giustizia, all’avvocato milanese Filippo Martini, editorialista del “Sole 24 Ore”, dall’avvocato Massimo Ginesi della Spezia, segretario del centro studi Anaci all’avvocato genovese Vincenzo Nasini, presidente del centro studi di Gesticond. Agli iscritti sarà rilasciato un attestato di partecipazione valido ai fini del riconoscimento dei crediti formativi, così come concordato con gli Ordini Professionali.

Un servizio, quello della mediazione camerale, che si è occupato a Savona di più di 160 controversie, definendone già 129. In particolare, tra le procedure definite in cui la controparte si è presentata davanti al mediatore, si è raggiunto un accordo soddisfacente per entrambe le parti circa nel 40-50% dei casi.

Che la mediazione sia conveniente è inoltre dimostrato dal confronto tra il costo medio di una procedura di mediazione presso le Camere di Commercio e quello di una causa davanti al giudice. La Banca Mondiale stima che la mediazione incida per circa il 3,5% del valore della controversia, mentre nel caso del ricorso alla magistratura ordinaria ottenere giustizia costa il 29,9% del valore della causa. Questo significa che in media ogni conciliazione costa quasi dieci volte meno di una causa che finisca in tribunale. Risparmi destinati ad incrementare le procedure di mediazione che richiederanno l’intervento di mediatori sempre più preparati e specializzati per i quali è anche previsto un biennio di aggiornamento professionale.

Fonte: agenparl.it

Confartigianato Firenze si impegna sulla mediazione obbligatoria

Confartigianato Imprese Firenze ha aderito, nei giorni scorsi, al protocollo d’intesa in materia di mediazione e conciliazione promosso dalla Camera di Commercio di Firenze impegnandosi a contribuire alla diffusione dello strumento.

Fabio Masini, firmatario del protocollo per Confartigianato Imprese Firenze dichiara: ”la conciliazione sicuramente uno strumento importante, soprattutto per le imprese artigiane e le piccole e micro imprese in generale, che hanno così l’opportunità di risolvere eventuali controversie in tempi brevi e a costi contenuti. Nonostante nel comparto artigiano le controversie giudiziarie siano minori rispetto ad altri settori, in virt del rapporto ‘vis a vis’ con la propria clientela che ne favorisce la fidelizzazione la conciliazione rimane uno strumento di primaria importanza per modificare vincoli, quali l’efficienza della giustizia civile, che oggi condizionano la ripresa economica. Per veder riconosciuti i propri diritti bisogna infatti aspettare in media 1.108 giorni, ovvero 3 anni e 13 giorni: tanto dura un procedimento in un tribunale ordinario”. ‘

Ogni singola impresa ‘investe’ in controversie tra aziende 3.832 euro, lo 0,8% del fatturato annuo aziendale, pesando per un totale di 22,9 miliardi di euro sull’intero sistema (dati Censis 2009), al quale si aggiungono le controversie fra imprese e clienti privati.

 

Camere di commercio, imprese e professioni difendono la mediazione obbligatoria

Camere di Commercio, il mondo delle imprese e molte professioni e in particolare i  Commercialisti esprimono perplessità e preoccupazione per l’attuazione della “mediazione obbligatoria” partita con ritardo e più volte contestata incrementando i dubbi sulla sua applicazione. “Ai fini del successo del nuovo istituto – è scritto in una lettera inviata al ministro Alfano sottoscritta oltre che dai Commercialisti, da Unioncamere, Architetti, Confapi, Rete Imprese Italia, Confagricoltuta, Confindustria, Coldiretti, Cooperative italiane, Cia, Ingegneri, Geometri e Compagnia delle opere – riteniamo positiva l’apertura di un confronto con la categoria forense, ma è forte il timore che potrebbero ora essere snaturate le caratteristiche qualificanti della mediazione, finendo per disincentivarne l’utilizzo e vanificarne la reale efficacia“.

A preoccupare è in particolare l’introduzione di un limite di valore massimo per la mediazione civile: “in questo modo la stragrande maggioranza delle controversie tra imprese sarebbe esclusa dall’applicazione dell’istituto”. Altro elemento di preoccupazione è la previsione dell’assistenza necessaria di un legale. Una novità che, se introdotta, potrebbe avere, per gli utilizzatori della mediazione, un notevole impatto in termini di costi“.

I firmatari sono contrari ad una sua modifica effettuata senza coinvolgere tutti i soggetti interessati ed esprimono la loro volontà nell’appoggiare la “mediazione civile”, come strumento utile per sgravare la situazione della giustizia in Italia.

Mirko Zago

 

Cnf inserisce nuovo codice deontologico per l’avvocato-mediatore

Il Consiglio nazionale forense ha approvato nella seduta amministrativa del 27 maggio scorso una proposta di integrazione del codice deontologico forense per disciplinare l’impegno degli avvocati che dovessero fare i mediatori. Come di consueto quando si tratta di modifiche delle norme deontologiche la proposta, volta all’inserimento dell’articolo 55bis, è stata inviata agli Ordini con la circolare n. 13-C-2011 in modo che essi possano far prevenire le proprie osservazioni e proposte di modifica entro il 30 giugno. Il Consiglio, esaurito il confronto con gli Ordini, delibererà la novella possibilmente nella seduta amministrativa di metà luglio.

In attesa delle auspicate modifiche dell’istituto conseguenti anche alla verifica della sua costituzionalità, la messa a punto deontologica è stata ritenuta in ogni caso passaggio urgente ed ineludibile per consentire ai Consigli degli Ordini il governo dell’istituto anche nei suoi aspetti deontologici e nelle sue ricadute disciplinari” – questo quanto dice la circolare.

In particolare, il nuovo articolo 55 bis richiama innanzitutto il rispetto degli obblighi derivanti dalla normativa primaria in materia di mediazione, in particolare quelli posti a presidio dei requisiti di terzietà, indipendenza, imparzialità e neutralità del mediatore. In secondo luogo, il canone deontologico sottolinea il dovere di competenza. n una nota viene spiegato che l’avvocato-conciliatorenon può farsi autore di una proposta di conciliazione non conforme al diritto e non può sottrarsi al dovere di rendere compiutamente consapevoli le parti, nel momento del regolamento di interessi, delle loro rispettive posizioni in termini di diritto“.

Viene inoltre chiarito che non può assumere funzioni di mediatore l’avvocato che abbia in corso o abbia avuto negli ultimi due anni rapporti professionali con una delle parti o quando una delle parti sia assistita o lo sia stata negli ultimi due anni da un suo socio o associato. Se poi ha assunto le funzioni di mediatore non potrò avviare rapporti professionali con le parti per i successivi due anni.

Mirko Zago

Cnf: necessario nuovo riordino legislativo

Il consigliere segretario del Cnf. Andrea Mascherin, nel corso del convegno “Gli avvocati e il sistema giustizia” rilancia la necessità che si dia avvio ad una rapida approvazione veloce alla Camera della legge di riforma della professione forense e sospensione dell’efficacia della legge sulla mediazione obbligatoria in attesa della decisione della Corte costituzionale.

“La riforma dell’avvocatura, che mira ad una sua maggiore qualificazione, deve procedere di pari passo con la riforma costituzionale della giustizia”, ha ribadito Mascherin. “La separazione delle carriere, sulla quale siamo d’acordo, non deve compromettere la indipendenza della magistratura e richiede anche un’avvocatura rinnovata nel suo statuto e qualificata”. La riforma della professione forense, dopo il voto al senato, è ferma alla camera: “Occorre procedere alla sua approvazione”, ha rilanciato Mascherin.

Sulla necessità di riformare l’accesso è tornato anche Paolo Berruti, consigliere Cnf. “Un percorso rigoroso per l’accesso non è dettato da preconcetti misurati numericamente, ma i giovani aspiranti avvocati devono avere la garanzia che, superato il percorso d’accesso rigoroso, entreranno in un mercato vivo”.

Il vicepresidente del Cnf, Ubaldo Perfetti ha riassunto la riforma del titolo IV della Costituzione: “il progetto deve evitare la dipendenza del pubblico ministero dall’esecutivo e che si ponga in pericolo l’indipendenza della magistratura”. Dunque: al pm non può essere sottratto il compito di garantire la legalità delle indagini; desta perplessità la norma sulla obbligatorietà dell’azione penale secondo “criteri stabiliti” che darebbe vita a un sistema di selezione dei reati da perseguire a seguito del quale la “giustizia perderebbe il suo carattere di imparzialità”; la responsabilità dei magistrati, pur nella necessità di renderla effettiva, non può perdere l’ancoraggio al dolo o colpa grave. Delicata è anche la questione del riconoscimento espresso all’avvocatura di una soggettività costituzionale, come prevede il ddl Pecorella: “Già oggi sono numerose le norme che offrono copertura costituzionale alla professione di avvocato, gli articoli 104, 135, 106, senza omettere l’articolo 24 che assicura rilievo costituzionale alla difesa tecnica garantita dall’avvocato

Cnf ritorna a discutere sulla mediazione obbligatoria

Il presidente del Cnf Guido Alpa ha ribadito la posizione del Consiglio in merito alla mediazione obbligatoria: “Contrari alla obbligatorietà, sì alla difesa tecnica ed ad altri miglioramenti del testo di legge in modo che l’efficienza della giustizia coincida con la piena difesa dei diritti. E in attesa della decisione della Corte Costituzionale, sospendere l’esecutività della legge“.  Il commento è stato sollevato in occasione del convegno Mediazione: efficienza e competitività, organizzato dal ministero della giustizia, durante il quale si sono confrontate tutte le diverse posizioni sulla legge a circa due mesi dalla sua entrata in vigore.

Il tavolo delle trattative col il ministro Alfano è aperto ed è stato accolto positivamente l’annuncio del ministro stesso di rivedere alcune parti della legge valutando interventi volti a “risolvere le criticità emerse in ordine all’individuazione di un criterio di distribuzione territoriale degli affari da mediare, ai profili di indipendenza e imparzialità del mediatore e degli Organismi di Mediazione, oltre all’introduzione dell’assistenza tecnica necessaria degli avvocati nei procedimenti di mediazione, con la possibilità – per quanto riguarda tale assistenza – di accedere al patrocinio a spese dello Stato da parte dei non abbienti. Nel prosieguo del dialogo sarà prioritario, con il contributo determinante degli avvocati, affrontare il problema della riduzione dell’arretrato civile”.

“Il Consiglio già venerdì prossimo studierà altri sistemi per sviluppare l’efficienza del sistema come la negoziazione partecipata, nella quale le parti potranno trovare un accordo davanti all’avvocato che potrà diventare titolo esecutivo, e la partecipazione degli avvocati per affrontare l’arretrato. Il rilancio dell’efficienza del sistema richiede una serie di rimedi come lo stanziamento di risorse adeguate, la semplificazione dei riti e anche nella formulazione dei testi, il completamento dell’organico dei magistrati e del personale amministrativo, il miglioramento dell’organizzazione nei tribunali, lo sviluppo del processo telematico”, ha fatto presente Alpa.

Mirko Zago

Avvocati: per la mediazione obbligatoria serve dialogo con le istituzioni

Guido Alpa, presidente del Cnf, all’incontro con i presidenti degli Ordini forensi tenutosi qualche giorno fa a Roma ha affermato: “Il Cnf non procederà sulle riforme se non ascoltando gli Ordini, che condividono con il Consiglio il profilo istituzionale. Abbiamo già sentito giovedì scorso Oua e Associazioni forensi ma oggi era importante un confronto diretto tra chi ha compiti istituzionali e ne deve rispondere nei confronti degli iscritti“.

Nelle scorse settimane è stato aperto un tavolo delle trattative con il ministro della giustizia, Angelino Alfano. Alpa in merito ha sostenuto: “La posizione del Cnf sulla mediazione è chiarissima: abbiamo chiesto al ministro l’abrogazione della obbligatorietà, la introduzione della difesa tecnica necessaria, criteri più severi per la individuazione dei mediatori. Per ora il ministro si è dichiarato disponibile a prevedere la introduzione della difesa tecnica obbligatoria: si tratta di un primo risultato importante perché elimina anche altre misure fortemente criticate dall’avvocatura, come l’obbligo di informativa al cliente. Sono tutti punti contenuti nella mozione congressuale di Genova. Ora si tratta anche di verificare la fattibilità di misure che coinvolgono l’avvocatura nella gestione del contenzioso civile. La negoziazione partecipata, per esempio, ci consentirebbe di autenticare firme e atti. La giurisdizione è appannaggio esclusivo dell’avvocatura“.

Serve per procedere in modo coerente un’unitarietà di vedute e un punto di incontro basato sul dialogo con le istituzioni. Nei prossimi giorni si assisterà ad ulteriori sedute per fare il punto della situazione.

M.Z.

Mediazione obbligatoria: Cnf e ministero in accordo

Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano che nei giorni scorsi ha stretto un accordo con il Cnf sul tema della mediazione obbligatoria ha affermato: “Oggi ricomincia un cammino comune per il bene della Giustizia in Italia che porterà grandi risultati ai cittadini nel segno della efficienza della Giustizia civile”. Le novità dell’accordo prevedono che nella conciliazione sia obbligatoria la presenza di un avvocato nel corso di tutti i procedimenti di conciliazione. L’altro punto forte dell’accordo, oltre alla promozione della negoziazione assistita affidata ai difensori, consiste nel rendere obbligatorio il ricorso alla conciliazione per le controversie di valore inferiore ai 5 mila euro o, in alternativa, nel fissare tariffe graduate.

Guido Alpa, presidente del Cnf dimostra entusiasmo verso questo punto di incontro: “Esprimiamo apprezzamento per la iniziativa del ministro di riaprire il confronto con l’avvocatura, riprendendo un dialogo interrotto; iniziativa raccolta responsabilmente dalle istituzioni forensi’. Obiettivo condiviso, infatti  è quello di dare risposte ragionate al problema dell’efficienza del servizio giustizia”. Ester Perifano, segretario generale dell’Associazione nazionale forense, aderente a Confprofessioni aggiunge: “fare una chiacchierata a notte fonda con tre o quattro presidenti di ordine non significa certo riaprire il dialogo con l’avvocatura“.

Più dura la reazione del presidente dell’Oua (Organismo unitario avvocatura) Maurizio de Tilla che “respinge al mittente la proposta del ministero di Giustizia, accolta, invece, con interesse dal alcuni settori dell’avvocatura. Il ministro Alfano dopo aver rifiutato il dialogo per mesi costringendoci a tre giornate di astensione e a due manifestazioni nazionali, decide proprio ora, a pochi giorni dalle elezioni amministrative, di avviare una cabina di regia e di prevedere alcune possibili modifiche come l’introduzione dell’assistenza necessaria degli avvocati per cause di alto valore, mantenendo però l’obbligatorietà della mediaconciliazione, caratteristica che, oltretutto, non è prevista in nessun altro paese europeo“.

Mirko Zago

Commercialisti: non si può rinunciare alla mediazione obbligatoria

Claudio Siciliotti presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, in un incontro con il ministro della Giustizia Alfano ha ribadito che la conciliazione obbligatoria non può essere abrogata. Nell’ultimo periodo si è fatto un gran parlare di possibili modifiche alla legge che intende snellire la giustizia italiana fino ad arrivare a ipotesi di cancellazione della legge.

I commercialisti italiani sono sempre stati tra i più convinti sostenitori della mediazione obbligatoria e il presidente ha sottolineato: “è fuori di dubbio che un numero rilevante di mediazioni si svolgono e si svolgeranno con la partecipazione dei legali delle parti, ma è giusto che ciò sia rimesso alla loro volontà, laddove invece l’obbligatorietà, in una fase che resta pregiudiziale, determinerebbe la percezione da parte del cittadino di una moltiplicazione di oneri imposti e sarebbe davvero un risultato paradossale, atteso che la riforma mira proprio ad abbattere i costi della giustizia per il cittadino, oltre che a snellirne i tempi“.

Alfano ha assicurato che qualsiasi scelta venga effettuata a proposito, vedrà la consultazione dell’ordine dei commercialisti considerando la loro opinione.

Mirko Zago

Essere mediatore civile: ruoli, compiti e obiettivi della professione del futuro

Dal 21 marzo 2011 il ricorso allla mediazione civile è divenuto obbligatorio in alcuni casi come quelli di diritti reali (distanze nelle costruzioni, usufrutto e servitù di passaggio ecc.), divisioni, successioni ereditarie, locazioni – comodati – affitti di aziende, risarcimenti.

Alla luce di questa rivoluzione non solo legale ma anche culturale, oltre che legale, la riforma sulla mediazione civile si è posta l’obiettivo principale di ridurre il flusso in ingresso di nuove cause nel sistema Giustizia offrendo al cittadino uno strumento più semplice e veloce con tempi e costi certi.

In pratica, si tratta di una modifica nel cursus tradizionale che intende affiancarsi alla riforma del Processo Civile e al Programma di Digitalizzazione della Giustizia con cui s’intende intervenire nella fase di lavorazione delle cause e mira ad introdurre proprio una nuova cultura della conciliazione, anziché della causa.

Per questo motivo, uno degli attanti principali della nuova riforma è quello della figura del mediatore con il quale si intende l’attività professionale svolta da un terzo imparziale e finalizzata ad assistere due o più soggetti sia nella ricerca di un accordo amichevole per la composizione di una controversia, sia nella formulazione di una proposta per la risoluzione della stessa.

Ma chi è il mediatore? Che cosa fa? Qual è il suo ruolo e soprattutto: come si diventa mediatori? Andiamo per gradi.

Chi è il mediatore civile?

Non si tratta né di un giudice né di un arbitro bensì di un facilitatore terzo imparziale che, utilizzando le tecniche di comunicazione efficace, PNL, problem solving, aiuta le parti a trovare la soluzione più soddisfacente al loro conflitto.
Il mediatore è la persona o sono le persone fisiche che, individualmente o collegialmente, svolgono la mediazione rimanendo prive, in ogni caso, del potere di rendere giudizi o decisioni vincolanti per i destinatari del servizio medesimo. Quindi si può dire che il mediatore è un professionista con requisiti di terzietà.

Che cosa fa il mediatore civile e dove?

L’organismo dove il mediatore presta la sua opera è vigilato dal Ministero della Giustizia mentre la mediazione, quindi la soluzione delle controversie con il metodo conciliativo in alternativa alla presenza in tribunale.

Per farlo è necessario che la mediazione si svolga presso enti pubblici o privati, che sono iscritti nel registro tenuto presso il Ministero della Giustizia e che erogano il servizio di mediazione nel rispetto della legge, del regolamento ministeriale e del regolamento interno di cui sono dotati, approvato dal Ministero della giustizia.

Ci sono degli ordini professionali?

Sì, gli ordini professionali possono costituire organismi di mediazione nelle materie di loro competenza, previa autorizzazione del Ministero della Giustizia, che spiega:”Gli ordini forensi possono costituire organismi di mediazione in ogni materia. I consigli degli ordini degli avvocati possono istituire organismi presso ciascun tribunale avvalendosi di proprio personale e utilizzando i locali loro messi a disposizione dal presidente del tribunale. Gli organismi degli ordini professionali e delle camere di commercio sono iscritti nel registro del Ministero della giustizia a semplice domanda.”

In questo, a seconda della controversia, esistono diversi tipi di mediazione:

  • nella materia finanziaria e bancaria, il procedimento di mediazione può essere esperito o presso gli organismi di mediazione
  • oppure davanti alla Camera di conciliazione della Consob
  • ed anche il ricorso all’ Arbitro bancario e finanziario costituito dalla Banca d’Italia produce analoghi effetti giuridici (assolve la condizione di procedibilità per poter poi rivolgersi al giudice).

Come opera il mediatore?

Una volta avviata la domanda di mediazione, all’organismo, contenente l’indicazione ell’organismo investito, delle parti, dell’oggetto della pretesa e delle relative ragioni, le parti scelgono l’organismo mentre il mediatore organizza uno o più incontri mirati alla composizione amichevole della controversia.

L’accordo raggiunto con la collaborazione del mediatore è omologato dal giudice e diventa esecutivo; in caso di mancato accordo il mediatore può fare una proposta di risoluzione della lite che le parti restano libere di accettare o meno così come, nel caso di un insuccesso della mediazione, nel successivo processo il giudice potrà verificare che la scelta dell’organismo non sia stata irragionevole, ad esempio per mancanza di qualsiasi collegamento tra la sede dell’organismo e i fatti della lite ovvero la residenza o il domicilio della controparte.

Quidi, serve davvero il mediatore?

Dal 21 marzo scorso sì, visto che la mediazione può essere:

– facoltativa, e cioé scelta dalle parti
– demandata, quando il giudice, cui le parti si siano già rivolte, invita le stesse a tentare la mediazione
– obbligatoria, quando per poter procedere davanti al giudice, le parti debbono aver tentato senza successo la mediazione

A questo punto, come si diventa mediatore?

Obblighi:

  1. Per svolgere la professione di mediatore, è necessario essere in possesso di determinati requisiti di qualificazione professionale, consistenti in un titolo di studio non inferiore al diploma di laurea universitaria triennale ovvero, in alternativa, essere iscritti a un ordine o a un collegio professionale nonché il possesso di una specifica formazione e di uno specifico aggiornamento almeno biennale, acquisiti presso gli enti di formazione accreditati al Ministero della Giustizia. (DM 180/2010)
  2. Un mediatore civile non può lavorare per oltre cinque organismi di mediazione; tuttavia, può anche concedere l’esclusiva all’Organismo di mediazione prescelto.
  3. D’altra parte ogni ente o organismo di mediazione diverso dalle Camere di Commercio e dagli organismi camerali deve aver ricevuto la disponibilità, in via esclusiva, di almeno cinque mediatori.
  4. All’atto dell’assunzione dell’incarico, infine, il mediatore deve sottoscrivere una dichiarazione di imparzialità per ciascun affare per il quale è stato designato e deve dare immediata notizia all’ente/organismo di vicende che lo riguardino che possono avere influenza sui requisiti soggettivi nel corso della trattazione del procedimento.

Per diventare mediatore è possibile compilare l’apposito modulo al sito, oppure è possibile richiedere maggiori informazioni al sito del Ministero della Giustizia.

Secondo molti, considerata la grande rilevanza che sta già assumendo gradualmente questa figura professionale, è possibile che quella del mediatore civile sia una delle carriere del futuro.

Paola Perfetti