Operaio tunisino muore fulminato

Un operaio tunisino di 22 anni, Taouss I el Hasan, è morto mentre stava lavorando in un campo di Gricignano alla periferia di Sansepolcro, in provincia di Arezzo.

Il ragazzo stava utilizzando un macchinario per la raccolta del tabacco ma, inavvertitamente, ha urtato un cavo dell’alta tensione: non c’è stato nulla da fare, la scarica elettrica l’ha investito, uccidendolo sul colpo.
I soccorsi del 118, immediati, non hanno potuto far altro che accertare la morte dell’operaio.

Ora, sul posto, sono presenti i carabinieri di Sansepolcro per accertare le dinamiche dell’incidente.

Vera MORETTI

Altri due suicidi in Veneto: la crisi non lascia scampo

La cronaca nera di questa settimana ci ha riportato spesso al Veneto.

Dopo il suicidio di Livio Andreato, imprenditore edile di Campagna Lupia, e di Raffaele Rubinacci, artigialo di Noale, altri due uomini si sono tolti la vita.

La storia di Antonio Maria Pedrazzoli ha sconvolto la cittadina di Bassano del Grappa, dove l’imprenditore, di 49 anni, viveva e lavorava.
La Pedrazzoli Ibp, attiva in città dal 1948, è nota a tutti gli abitanti della zona, così come la famiglia, che da sempre lavorano nella ditta di famiglia.
Per questo, alla notizia del suicidio dell’uomo, amici e conoscenti hanno reagito con incredulità e disperazione.

Pedrazzoli ha deciso di morire proprio nell’azienda familiare, dove è arrivato alle 4.30 di mattina. Si è seduto alla sua scrivania, ha scritto poche righe di addio e poi, nel silenzio desolato della notte, ha premuto il grilletto della sua pistola 357 Magnum ed è morto.

L’eco dello sparo non è giunto a nessuno e il corpo senza vita dell’imprenditore è stato trovato solo alle 7.30 da un’impiegata.
Ora il biglietto da lui lasciato prima di uccidersi è stato sequestrato dai carabinieri, per capire con esattezza cosa ha scatenato questo disperato gesto.

Ma la notte ha portato con sé un’altra storia drammatica, anche questa senza soluzione. O almeno così sembrava a F.L., odontotecnico di 58 anni residente a Padova.
Un mutuo di 200mila euro da estinguere, le rate che, con l’avvento della crisi, sembravano sempre più elevate ed impossibili da rispettare, non hanno lasciato speranza all’uomo e così, in una strada isolata vicino ad un campo di proprietà sua e di sua sorella, si è sparato.

Nessuna speranza, nessuno spiraglio gli sono apparsi prima di decidere di farla finita, neanche il pensiero della moglie e dei tre figli, ai quali l’uomo, con un biglietto d’addio, ha chiesto scusa, raccomandando loro “di non fare il passo più lungo della gamba”, come aveva invece fatto lui.

Vera MORETTI

Incidente mortale in una ditta di trasporti del comasco

Un’azienda di trasporti di Casnate con Bernate, in provincia di Como, è stata teatro di un incidente sul lavoro che è costato la vita a Roberto Mantegazza, un uomo di 60 anni dipendente della ditta Clerici Tessuto.

L’uomo si trovava sul piazzale dell’azienda quando è stato travolto da un camion che stava facendo retromarcia ed è stato colpito alla testa.
Nonostante i soccorsi tempestivi, non c’è stato nulla da fare: l’impatto con il tir è stato letale e l’uomo è morto sul colpo.

Sul posto sono accorsi anche i carabinieri di Fino Mornasco e i tecnici della Asl di Como, per le rilevazioni del caso.

Vera MORETTI

Non ce la fa a reagire alla crisi, si spara alla testa

L’ha trovato il suo cameriere mentre agonizzava dopo essersi sparato alla testa.

Un imprenditore di Roma, un uomo di 63 anni, ha premuto il grilletto della sua calibro 7.65 deciso a togliersi la vita e i motivi, ancora una volta, sono di natura finanziaria.
La notizia è quasi certa, nonostante non siano state trovate lettere né biglietti, perché anche la moglie ha confermato che, ultimamente, il marito aveva problemi economici.

Inoltre, sembra che proprio in mattinata avesse avuto problemi con una banca, forse alla base del folle gesto che poi l’imprenditore, nel suo appartamento di via Quarto Annunziata, in zona Flaminio, ha cercato di compiere.

Ora si trova, in condizioni gravissime, all’ospedale Sant’Andrea.

d.S.

Grave incidente nelle Marche: operaio schiacciato da un rullo

Un incidente mortale è avvenuto presso la ditta Poliemme di Castel Colonna, ad Ancona.

Un operaio, Gastone Carloni, di 46 anni, è morto, schiacciato dai rulli che vengono utilizzati per la produzione di polistirolo espanso.
La morte dell’uomo è stata istantanea, tanto che a nulla sono valsi l’intervento dei sanitari del 118 e dei Vigile del Fuoco, accorsi sul luogo dell’accaduto tempestivamente.

Ora si sta cercando di ricostruire la dinamica dell’incidente, con i sopralluoghi dei carabinieri, mentre la Filctem Cgil e la Cgil di Ancona chiedono che venga fatta massima chiarezza sulle cause dell’infortunio.

Vera MORETTI

Artigiano veneto trovato impiccato nella sua casa

Avevamo dato ieri la notizia della morte di Livio Andreato, imprenditore edile suicidatosi con un colpo di fucile al petto, ed oggi c’è un’altra vittima di questa crisi economica, che non lascia speranze soprattutto ai titolari di piccole e medie imprese.

Si chiamava Raffaele Rubinacci, aveva 52 anni ed era un artigiano in proprio che abitava a Noale, in provincia di Venezia.
E’ stata la compagna a trovarlo, impiccato allo stipite di una porta della casa che condividevano, insieme al figlio di 12 anni.

Nessun biglietto è stato ritrovato, ma gli inquirenti ritengono, dalle prime indagini, che la motivazione che ha condotto l’uomo a questo gesto disperato sia quella dei debiti accumulati a causa della crisi sul lavoro.
L’uomo era titolare di una ditta e montaggio e smontaggio mobili, fondata nel 2006, che ultimamente non navigava un buone acque, tanto da aver messo in difficoltà le sue finanze, e averlo portato ad una decisione estrema ed irrecuperabile.

Vera MORETTI

Imprenditore si uccide, schiacciato dai debiti e dalla disperazione

Voleva morire, e così è stato. Niente e nessuno ha potuto a fermare le intenzioni di Livio Andreato, imprenditore edile residente a Campagna Lupia, in provincia di Venezia.

Si era rifugiato in casa, un tempo di proprietà dei genitori ma poi venduta, per pagare un debito di 300 mila euro che Andreato non era riuscito a saldare, e l’aveva riempita di gas, deciso a saltare in aria con lei.
Ma l’odore persistente ha insospettito i vicini di casa, che hanno subito chiamato i vigili del fuoco, accorsi sul posto insieme ai carabinieri.

Hanno agito con la massima circospezione, intuendo che la situazione era delicata, se non disperata ma, una volta entrati nell’appartamento, non hanno trovato nessuno.
Nel frattempo, Andreato era sparito, e con sé aveva portato un fucile da caccia.
Non voleva che qualcuno lo trovasse e che rovinasse i suoi piani, ormai ben definiti, ai quali non intendeva rinunciare.

L’uomo, che non vedeva alcuna via d’uscita e nessun motivo per continuare a vivere, si è chiuso nella sua Fiat Punto e si è sparato, portando a termine così il suo triste disegno.
La sua situazione lavorativa era arrivata al capolinea e lui con lei: impossibile vedere uno spiraglio in fondo ad un tunnel che era sempre più buio e stretto.

I primi ad apprendere la notizia sono stati i genitori, che abitavano vicino a lui ma con i quali da qualche anno, da quando le cose avevano cominciato ad andare male, i rapporti si erano raffreddati.
Ed ora, rimane solo il rammarico di non aver fatto un passo avanti per cercare una soluzione insieme.

Vera MORETTI

A Portici muore un operaio, caduto da un’impalcatura

Un uomo è morto in un cantiere a Portici, nell’area vesuviana.

Si chiamava Francesco Cinquegrana, aveva 45 anni e, mentre stava lavorando, è caduto da una impalcatura che supporta la costruzione di un edificio.
Non è ancora stato possibile ricostruire l’episodio, ma la cosa certa è che l’operaio ha riportato traumi gravissimi e, quando è arrivato all’ospedale Loreto Mare, era già morto.

Ora la polizia dovrà stabilire la dinamica dell’incidente e, soprattutto, se nel cantiere sono state osservate tutte le regole della sicurezza sul lavoro.

Vera MORETTI

Incidente sul lavoro fatale a Stradella

Si è consumata una tragedia in un magazzino a Stradella, l’ennesimo incidente sul lavoro che si è rivelato mortale.

La vittima è un operaio che è stato colpito da una bombola sul torace e sull’addome.
Nonostante l’ambulanza sia giunta sul posto tempestivamente, e che abbia provveduto a trasportare l’uomo al pronto soccorso di Stradella, non c’è stato nulla da fare per salvargli la vita.

Il versamento endo-addominale e il forte shock emorragico, infatti, erano troppo gravi per lasciargli scampo e il poveretto è deceduto poco dopo.

Vera MORETTI

Giovane operaio muore folgorato

Si chiamava Alessandro Talarico, aveva 24 anni e lavorava come dipendente in una ditta boschiva nella provincia di Crotone.
È lui la vittima dell’incidente mortale avvenuto a Mesoraca, in località Vardaro.

L’uomo stava effettuando uno scavo in un pozzetto all’interno di un capannone con uno scalpello di ferro ed è stato colpito da una scossa di corrente elettrica.
Non si sa come ma la punta dello scalpello è venuta a contatto con i cavi della corrente, provocando una scossa che non ha lasciato scampo al giovane lavoratore.

Sul posto, un capannone di una grossa azienda che lavora legname, sono accorsi i sanitari del 118 che hanno disperatamente tentato di rianimarlo, ma non c’è stato nulla da fare.

Vera MORETTI