Mutui, a chi conviene il passaggio dal tasso variabile al fisso?

A chi conviene passare dal tasso variabile al tasso fisso se si ha un mutuo? Lo scenario delinea una situazione in progressiva variazione. A breve i tassi potrebbero salire ulteriormente perché vari istituti bancari non hanno ancora provveduto all’adeguamento dell’offerta agli scatti all’Interest Rate Swap (Irs). Ovvero al valore di riferimento del tasso degli interessi applicato a un mutuo a tasso fisso. Ad oggi, gli indici Eurirs si sono innalzati, mentre gli aumenti dell’Euribor si muovono più lentamente. In questo scenario, il rischio è che l’inflazioni vada fuori controllo nell’Eurozona e il passaggio da un tasso fisso a uno variabile e viceversa possa risultare non troppo conveniente. Ma la valutazione deve essere un’opzione di lunga durata, in un orizzonte temporale di decenni. Solo in tal senso può avere convenienza nel passaggio dal tasso variabile al tasso fisso.

Mutui, l’attuale situazione di guerra in Ucraina pone molti punti interrogativi sui tassi fissi e variabili

La valutazione dei tassi fissi e variabili dei mutui risulta, ad oggi, complicata dalla situazione della guerra in Ucraina. L’aumento generalizzato dei prezzi e l’inflazione che ne è conseguita pongono dei dubbi sulla scelta di accedere a un mutuo a tasso fisso o a tasso variabile. La stessa incertezza investe chi ha già un mutuo e starebbe valutando la surroga, ovvero la convenienza a passare da un tasso fisso a uno variabile o viceversa. In questo scenario, i mercati si sono mossi in anticipo. Gli indici Eurirs, inerenti la parte lunga del mutuo, sono aumentati progressivamente nel corso di questo primo scorcio del 2022.

Mutui a tasso fisso, l’andamento dell’Eurirs e i dubbi sui tassi fissi

Sulla scelta dei mutui a tasso fisso incide l’indice Eurirs. Da inizio anno, l’indice ha registrato un aumento vertiginoso, passando da 51 punti a 195 punti per i mutui a 20 anni. Analogo aumento dell’indice si è avuto anche per i mutui a diverse scadenza, ovvero a 15, a 25 e a 30 anni. Di conseguenza, sono in aumento i tassi fissi dei mutui. Mediamente, ad oggi, un tasso fisso si è assestato all’1,92%, in aumento mediamente di 60 punti percentuali rispetto all’inizio del 2022. Pertanto, i tassi fissi dei mutui stanno per sfondare quota 2%, cosa che si prevede dovrebbe avvenire già dalle prossime settimane dopo l’adeguamento delle offerte degli istituti bancari.

Mutui, perché le surroghe sono più care?

Il mercato dei mutui sta cambiando anche per le surroghe, ovvero per il passaggio da un mutuo a tasso fisso a uno variabile e viceversa. In questo scenario, il passaggio è più costoso rispetto a un tasso stipulato al momento della sottoscrizione del mutuo. Infatti, si calcola che, a parità di tasso, la surroga sia più cara di 30 o di 40 punti rispetto al mutuo stipulato al momento dell’acquisto della casa. Nella situazione di incertezza attuale, la maggior parte di chi ha un mutuo a tasso variabile, che vorrebbe passare a un tasso fisso per avere la certezza di proteggersi nel caso in cui l’inflazione dovesse andare fuori controllo nell’Eurozona, sta riscontrando costi elevati.

Mutui, l’incertezza del tasso variabile in periodi di inflazione e di guerra in Ucraina

L’incertezza scaturita dalla guerra in Ucraina e la conseguente inflazione nell’Eurozona incidono anche sui mutui a tasso variabile. Chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile negli ultimi cinque anni ha potuto garantirsi un tasso costato mediamente lo 0,5% o anche più basso. Tuttavia, dopo anni di tassi bassi, anche gli indici Euribor si stanno adeguando al rialzo, anche se più lentamente rispetto agli indici Eurirs. Inoltre, anche il costo applicato dalla Banca Centrale Europea tenderà a risalire, dopo anni di tassi negativi.

Mutui, a chi conviene passare dal tasso variabile al tasso fisso?

Il che significa che chi abbia stipulato un mutuo a tasso variabile allo 0,5 di tasso di interesse, potrebbe avere l’intenzione di surrogare il proprio mutuo, ovvero di passare al tasso fisso che si prospetta salire almeno fino al 2,5%. Molto dipende anche dall’orizzonte temporale. Ovvero, se si è di fronte a un mutuo ventennale, si può pensare che nel lungo periodo l’operazione possa convenire, anche stimando la crescita che avranno i tassi variabili nei prossimi periodi. Per durate di mutui a tasso variabile più brevi, a 5 o a 10 anni, le esposizioni ai rischi potrebbero risultare più elevate. E dunque, la surroga di un mutuo a tasso variabile verso il tasso fisso potrebbe non convenire.

Tasso fisso, quali sono le migliori offerte ad oggi?

La stipula di un nuovo mutuo per l’acquisto di una casa, comporta un’attenta analisi dei tassi fissi e di quelli variabili. Tra i tassi fissi, applicati a un mutuo stipulato da un impiegato di 40 anni, che desidera finanziare per 140 mila euro l’acquisto di 200 mila euro, spalmando il prestito a 20 anni, ecco quali sono i tassi più convenienti:

  • Bper Banca, con tasso fisso all’1,90% e rata di 701 euro;
  • Banco di Sardegna, con tasso fisso all’1,90% e rata identica;
  • Credem, con tasso fissi al 2,12% più lo spread dello 0,15% e rata mensile di 716 euro;
  • Banca SanPaolo, con tasso fisso al 2,15% e rata del mutuo di 718 euro;
  • We Bank, con tasso fisso del 2,25% e spread dello 0,60%, per un tasso finale del 2,85% e rata mensile di 724 euro;
  • Banco BPM, con tasso fisso al 2,32% e rata mensile di 729 euro;
  • Crédit Agricole Italia, con tasso fisso del 2,40% + 0,63% di spread e rata finale di 735 euro;
  • Che Banca con tasso fisso del 2,40% e spread dello 0,75% e rata mensile di 735 euro;
  • Banca Sella con tasso finito fisso al 2,45% e rata mensile di 738 euro;
  • Banca Popolare Pugliese con tasso fisso finito al 2,45% e rata di 738 euro.

Mutui a tasso variabili, quali sono i più vantaggiosi e convenienti a maggio 2022?

Per i mutui a tasso variabile è necessario considerare il tasso nominale più lo spread applicato dalla banca. Nel dettaglio, le migliori offerte a maggio 2022 sono le seguenti:

  • WeBank, con tasso variabile dello 0,68% più lo spread dell’1,15%, per un tasso totale dell’1,83% e una rata mensile del mutuo di 623 euro;
  • Credem, con tasso variabile dello 0,52% più lo spread dello 0,95%, per un tasso totale dell’1,47% e una rata mensile del mutuo di 614 euro;
  • BNL Gruppo Paribas, con tasso variabile dello 0,65% più lo spread dello 0,95%, per un tasso totale dell’1,60% e una rata mensile del mutuo di 622 euro;
  • Unicredit, con tasso variabile dello 0,72% più lo spread dell’1,20%, per un tasso totale dell’1,92% e una rata mensile del mutuo di 626 euro;
  • Banca Widiba, con tasso variabile dello 0,73% più lo spread dell’1,20%, per un tasso totale dell’1,93% e una rata mensile del mutuo di 626 euro;
  • Banco di Desio e della Brianza, con tasso variabile dello 0,64% più lo spread dell’1,19%, per un tasso totale dell’1,83% e una rata mensile del mutuo di 621 euro;
  • Crédit Agricole Italia, con tasso variabile dello 0,69% più lo spread dell’1,12%, per un tasso totale dell’1,81% e una rata mensile del mutuo di 624 euro;
  • Intesa SanPaolo, con tasso variabile dello 0,70% più lo spread dell’1,20%, per un tasso totale dell’1,90% e una rata mensile del mutuo di 625 euro;
  • Banco BPM, con tasso variabile dello 0,72% più lo spread dell’1,20%, per un tasso totale dell’1,92% e una rata mensile del mutuo di 626 euro;
  • Bper Banca, con tasso variabile dello 0,97% più lo spread dell’1,40%, per un tasso totale del 2,37% e una rata mensile del mutuo di 641 euro.

Mutui, le migliori offerte per le surroghe

Le offerte più convenienti per il cambio del mutuo a tasso fisso e variabile nel mese di maggio 2022, per un impiegato che desidera cambiare il mutuo ventennale di 140 mila euro, risultano:

  • Banco di Sardegna e Intesa SanPaolo, con un tasso del 2,15% e rata mensile finale di 718 euro;
  • Bper Baca, con tasso finito del 2,25% e rata di 724 euro;
  • Che Banca, con tasso del 2,60% più spread dello 0,95%, per un tasso totale del 3,39% e una rata di 748 euro;
  • Crédit Agricole Italia, con tasso del 2,58% più spread dello 0,81%, per un tasso totale del 3,55% e una rata di 747 euro;
  • Banca Popolare Pugliese, con tasso finito del 2,70% e una rata mensile di 755 euro;
  • Bnl Gruppo Paribas, con tasso finito del 2,70% più e una rata mensile di 755 euro;
  • We Bank, con tasso del 2,75% più spread dell’1,10%, per un tasso totale del 3,85% e una rata di 759 euro;
  • Credem, con tasso del 2,76% più spread dello 0,79%, per un tasso totale del 3,55% e una rata di 759 euro;
  • Banco Bpm, con tasso del 2,92% più spread dell’1,10%, per un tasso totale del 4,02% e una rata di 770 euro.

Isee per under 36 che vivono in famiglia: cosa fare se si vuole acquistare la prima casa?

Come considerare l’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) ai fini dell’agevolazione per l’acquisto della prima casa per i giovani under 36 che vivono in famiglia? Ad esempio, un giovane che non abbia superato i 35 anni di età ma che viva ancora in famiglia, dovrà prendere in esame, ai fini delle agevolazioni sull’acquisto della prima casa, l’Isee cumulativo, ovvero l’indicatore di tutti i componenti della famiglia. In tal caso, infatti, il giovane non ha una famiglia propria. Ciò implica delle considerazioni, soprattutto per la possibilità che si sfori il limite dei 40 mila euro di Isee previsto per ottenere le agevolazioni sulla prima casa.

Agevolazioni prima casa under 36 anni, un giovane che vive in famiglia ha un Isee proprio?

Se un giovane che intenda acquistare la prima casa con gli incentivi spettanti agli under 36, vive ancora in famiglia, non può costituire un nucleo tutto suo. Infatti, per famiglia ai fini della determinazione dell’Isee, si deve intendere il nucleo di componenti della famiglia anagrafica nel giorno in cui si presenta la Dsu (Dichiarazione sostitutiva unica). Il documento serve proprio per determinare l’Isee facente capo alla famiglia al momento della domanda delle agevolazioni sulla prima casa.

Quando un figlio si dice ‘a carico’ della famiglia ai fini della domanda di Isee per la prima casa?

Strettamente connesso al calcolo dell’Isee è il concetto di “familiari a carico“. Secondo quanto prevede l’articolo 12 del Testo unico sulle imposte dirette, ai fini del calcolo dell’Isee per richiedere le agevolazioni della prima casa degli under 36 rientrano:

  • i componenti della famiglia che nell’anno 2020 hanno conseguito un reddito complessivo non eccedente i 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili;
  • i figli, considerati “a carico” se di età non superiore ai 24 anni. È necessario che nel 2020 abbiano conseguito un reddito complessivo non eccedente i 4.000 euro, al lordo degli oneri deducibili.

Quando non si possono ottenere i vantaggi della prima casa per i giovani under 36?

Fatte queste premesse, nel caso in cui l’Isee complessivo famigliare sia superiore a 40 mila euro, i giovani under 36 non potranno richiedere le agevolazioni per l’acquisto della prima casa. In particolare, i giovani in queste situazioni non potranno richiedere la garanzia pubblica del Fondo prima casa che copre l’80% della quota capitale del mutuo stipulato per l’acquisto dell’abitazione. Si tratta del vantaggio offerto dall’articolo 64 del decreto legge numero 73 del 2021, cosiddetto decreto “Sostegni bis”.

Chi può beneficiare della garanzia fino al 50% del mutuo sulla prima casa?

Tuttavia, anche se non alla percentuale dell’80%, può sempre essere richiesta la garanzia pubblica del Fondo per la prima casa con percentuale fino al 50%. La garanzia è applicata sulla. quota capitale del mutuo stipulato per l’acquisto della prima casa. Si tratta di una garanzia prorogata fino al 31 dicembre di quest’anno dalla legge di Bilancio 2022 (legge numero 234 del 2021). Tale misura consente a tutti i cittadini di poter beneficiare della garanzia. Infatti, per il 50% di garanzia non si fa riferimento né all’età, né alla composizione del nucleo familiare. Lo prevede la lettera C), del comma 48, dell’articolo 1 della legge numero 147 del 2013 (legge di Stabilità 2014).

Mutui a tasso fisso o variabile, quale conviene?

Conviene di più il mutuo a tasso fisso o quello a tasso variabile per l’acquisto di una casa? L’indecisione del periodo sta facendo lievitare i livelli dei tassi di interesse rispetto a quelli applicati dalle banche fino a qualche mese fa. Ma non si è ancora ai livelli più alti del periodo precedente la pandemia da Covid-19. Ad aumentare ad aprile 2022 sono soprattutto le rate dei mutui a tasso fisso.

Mutui, a marzo 2022 aumento dei tassi fissi dello 0,40%

Infatti, in questi ultimi due mesi, i mutui a tasso fisso sono passati da una media dello scorso anno dell’1,21% a una media dell’1,62% registrata a marzo 2022. L’aumento nel breve periodo è stato dunque all’incirca di 0,40 punti percentuali. Il calcolo è stato fatto su mutui a 20 anni. Il livello dei mutui a tasso fisso, in ogni modo, risulta ancora inferiore ai periodi precedenti la pandemia da Covid. Infatti, all’inizio del 2019 i tassi fissi dei mutui superavano il 2%.

Mutui aprile 2022, conviene più il tasso fisso o il tasso variabile?

Allo stato dei mutui di questo mese, si può dire che i mutui a tasso variabile sono ancora tendenzialmente più convenienti dei mutui a tasso fisso. Ovvero, si può affermare che chi sceglie il tasso variabile difficilmente pagherà di più rispetto a chi sceglie i prestiti a tasso fisso. In questi ultimi anni, complice il tasso Eurobor che ha registrato valori stabili e in alcuni casi negativi, i mutui a tasso variabile si sono attestati mediamente tra lo 0,8% e l’1%. Tuttavia, nella scelta tra il tasso fisso e quello variabile è necessario considerare vari fattori.

Quando conviene il mutuo a tasso fisso rispetto a quello variabile?

Ad esempio, i mutui a tasso fisso garantiscono la sicurezza della rata fissa. E, pertanto, potrebbero essere preferiti dalle famiglie con un solo contratto di lavoro. O dalle famiglie giovani che prevedono di allargare il numero dei componenti del nucleo. La sicurezza del tasso fisso può rappresentare uno scudo sulle mutazioni degli scenari dei tassi di interesse. Infatti, il tasso variabile potrebbe andare incontro a una risalita degli indici nei prossimi anni.

Mutui a tasso fisso, le previsioni dei prossimi anni

Peraltro, l’attuale situazione dei mutui a tasso fisso sta determinando una ridefinizione dello spread applicato dagli istituti bancari. Ad oggi, su un mutuo di 150 mila euro per venti anni, la rata migliore si attesta all’incirca su 715 euro, con un Taeg pari all’1,52%. Ma è necessario scegliere la migliore offerta: alcuni istituti applicano Taeg che sfiorano il 3%, facendo lievitare la rata mensile del mutuo a 800 euro.

Tassi variabili sui mutui, qual è il migliore e il più conveniente?

Diversamente, la scelta del tasso variabile su un mutuo di 150 mila euro per venti anni, potrebbe far determinare una rata per le famiglie più giovani che attualmente si attesta intorno ai 645 euro mensili. Il Taeg migliore osservato su un tasso variabile è pari allo 0,42%, ma si può arrivare anche a pagare un tasso dell’1,40%.

Mutui aprile 2022, quali sono le agevolazioni per i giovani under 36 anni?

Nella scelta del miglior mutuo, la convenienza può aumentare se si possono sfruttare le opportunità della normativa per le famiglie più giovani. Ad esempio, per l’acquisto della casa dei giovani under 36, con Isee non oltre i 40 mila euro annuali, si può beneficiare della garanzia statale sul mutuo che può arrivare all’80%. Si tratta di una novità arrivata nella scorsa estate, con l’entrata in vigore del decreto “Sostegni bis”: la garanzia statale sui mutui è stata elevata dal 50% (che può essere ottenuta da tutti i cittadini, a prescindere dall’età) all’80% a favore dei giovani che stipulano un mutuo.

Acquisto prima casa giovani under 36, i vantaggi dell’esenzione dell’imposta di registro e dell’Iva

E, inoltre, ottenere l’abbattimento di alcune tasse legate all’operazione di acquisto della prima casa, come l’esenzione dell’imposta di registro o dell’Iva. In quest’ultimo caso, l’acquisto deve essere effettuato direttamente dall’impresa costruttrice. Le opportunità e i parametri da valutare nella stipula di un numero per acquistare una casa sono pertanto molteplici, compresa la sottoscrizione di una polizza temporanea caso morte legata all’operazione per assicurarsi dagli imprevisti.

Mutui: quali vantaggi e garanzie per l’acquisto della casa, anche per under 36?

Quali vantaggi e garanzie sono stati assegnati dalla legge di Bilancio 2022 alle famiglie nella richiesta dei mutui per l’acquisto della casa e della prima casa per i giovani under 36? Sono due, in particolare, gli interventi del governo a favore dei nuclei familiari. Il primo intervento consiste nella sospensione dell’ammortamento garantito dal Fondo Gasparrini prorogato dal comma 62, articolo 1, della legge di Bilancio. Il secondo è il Fondo prima casa che coinvolgerà almeno 350 mila famiglie. Il fondo è stato prorogato dal comma 151 dell’articolo 1 della stessa legge. Entrambi i fondi sono stati prorogati per tutto il 2022 a garanzia dei mutui stipulati dai nuclei per acquistare un’abitazione o dei finanziamenti da stipulare durante il 2022.

Fondo di garanzia sui mutui per l’acquisto della casa: in cosa consiste?

Infatti, oltre alle garanzie statali sui mutui già contratti per acquistare una casa, si amplia il tempo che le famiglie hanno a disposizione per comprare un’abitazione con le garanzie proprie. Per la generalità dei mutui gli istituti bancari reputano insufficiente, al fine di concedere il finanziamento, l’unica garanzia dell’ipoteca sull’immobile.

Mutui, meno difficoltà ad ottenere un mutuo per acquistare una casa con il Fondo prima casa

La legge di Bilancio 2022 ha assegnato 242 milioni di euro, per una dotazione complessiva di 1,35 miliardi di euro, al Fondo prima casa. Con il fondo si ritiene che le famiglie possano avere meno difficoltà nel vedersi concedere i mutui da parte delle banche, in particolare sulle garanzie da fornire all’istituto di credito. Si stima che il fondo andrà a vantaggio di circa 121 mila famiglie italiane che avranno un aiuto nell’acquisto della prima casa.

Quali garanzie sui mutui si possono ottenere per acquistare la prima casa?

La garanzia sui mutui per l’acquisto della prima casa con il Fondo prima casa si ottiene a copertura:

  • dell’80% del capitale ottenuto come mutuo, in gran parte con richiesta dei giovani per la prima casa;
  • del 50% sui restanti mutui, in particolare per quelli contratti da chi non possiede i requisiti delle agevolazioni della prima casa degli under 36 o da chi non può accedere all’80% di garanzia.

Fondo prima casa, chi può accedere per ottenere la garanzia sui mutui?

Il Fondo prima casa provvede, dunque, a fornire la garanzia necessaria agli istituti bancari per accordare il mutuo. La copertura, fino all’80%, va a vantaggio soprattutto dei giovani under 36 per l’acquisto della prima casa. Ma anche agli inquilini degli Iacp. Infine possono accedere al fondo anche i nuclei familiari con un solo genitore per i figli minori e per i giovani entro i 36 anni di età.

Mutui acquisto casa, si può sospendere il pagamento delle rate?

La sospensione delle rate del mutuo per l’acquisto della prima casa è possibile grazie al Fondo Gasparrini. Si tratta di una copertura prevista nei casi di stop all’ammortamento dei mutui per un limite di 18 mesi. Del fondo possono continuare a beneficiare, anche per il 2022, i liberi professionisti, i lavoratori, le partite Iva e le cooperative edilizie a proprietà indivisa. L’allargamento della platea che può beneficiare della garanzia sulla sospensione del mutuo è prevista dal decreto legge numero 18 del 2020. L’introduzione dell’agevolazione è avvenuta proprio nel pieno delle difficoltà economiche dell’emergenza Covid.

Fondo Gasparrini acquisto casa, quante famiglie sono state aiutate a pagare le rate del mutuo?

Con il Fondo Gasparrini, fino al 31 agosto 2021, quasi 254 mila famiglie che avevano contratto un mutuo per l’acquisto della casa, hanno trovato sostegno per la sospensione delle rate. Il fondo, introdotto durante la prima ondata della pandemia da Covid, ha sostenuto i nuclei proprio nel momento in cui molte famiglie hanno avuto difficoltà a onorare le rate del mutuo per la crisi economica. Inoltre, dopo aver superato le difficoltà e aver ripreso il pagamento delle rate del mutuo, circa 100 mila nuclei familiari hanno potuto non perdere la casa.

Mutui in crescita nel 2021, ecco i migliori tassi fissi e variabili a novembre

Aumenta la richiesta di mutui nel secondo trimestre del 2021. A fare da traino alla richiesta di finanziamento anche i vantaggi legati alla prima casa assegnati dal decreto Sostegni bis ai giovani under 36. Nei mesi di aprile, maggio e giugno 2021 le famiglie italiano hanno potuto usufruire di 16 miliardi e 600 milioni di finanziamenti legati all’acquisto della casa.

Di quanto sono cresciute le richieste dei mutui nel secondo trimestre del 2021?

La crescita della richiesta dei mutui ha segnato pertanto un +39,9% stando alle elaborazioni del gruppo Tecnocasa sui dai della Banca d’Italia. Dato che rafforza la crescita dei primi sei mesi del 2021, con un aumento della richiesta dei mutui del 46,5%. In discesa del 6,8%, invece, la surroga e la sostituzione dei mutui già contratti.

Mercato in crescita per i mutui: buono l’impatto del decreto Sostegni bis sulla prima casa

L’andamento di crescita dei mutui è confermata anche dall’Osservatorio dei Mutuionline. A fine ottobre 2021 la crescita della richiesta dei mutui è andata di pari passo con quella per l’acquisto della prima casa. È stato così per il 59,8% delle richieste. Nello stesso periodo del 2020, la crescita dei mutui legati all’acquisto della prima casa si era fermata al 42,6%.

Richiesta dei mutui 2021: una domanda su due è per la prima casa

Ancora più accentuati i dati sulle richieste di mutuo per la prima casa nei mesi di luglio, agosto e settembre 2021. Il 68,6% dei mutui è stato erogato per l’acquisto della prima casa, il 72,4% nel solo mese di ottobre. Si hanno anche i dati delle erogazioni effettive dei mutui del 2021. Fino ad ora, quasi un mutuo su due è stato erogato per l’acquisto della prima casa (il 47,2%, rispetto al 36,2% del 2020).

Crescono le richieste di mutui a tasso fisso

I mutui con tassi fissi fanno segnare una maggiore richiesta. Con costi bassi del finanziamento per l’acquisto della casa, il 90% delle richieste di mutuo è per quello a tasso fisso. È stato così nel 2020 e il dato è stato confermato anche nel corso del 2021. Nel 2020 il tasso medio fisso sui mutui a 20 anni era dello 0,13%: nel 2021 c’è stata una risalita del tasso fisso alla percentuale media dello 0,54%. Risultano piuttosto stabili i tassi variabili dei mutui: a gennaio erano mediamente dello 0,75%, a ottobre sono risultati dello 0,76%.

Quali sono i mutui a tasso fisso più convenienti a novembre 2021?

Vediamo quali sono le offerte sui mutui più convenienti considerando i suggerimenti presenti su Mutuionline. Il riscontro prevede la richiesta di un mutuo a fine novembre nella città di Milano, di un impiegato di 35 anni per acquistare una prima casa. L’importo del mutuo è di 140 mila euro, il valore della casa è di 200 mila euro e la durata del finanziamento è di 20 anni.

Miglior mutuo con il tasso fisso per l’acquisto della prima casa

Il miglior mutuo per tasso fisso è risultato essere Credem con il tasso fisso dello 0,67% e una rata mensile di 623 euro (Taeg dello 0,94%). Al secondo posto Crédit Agricole con il tasso dello 0,77% e la rata di 630 euro (Taeg dello 0,97%). Al terzo Banco Bpm “Mutuo giovani green” con tasso fisso dello 0,88% e rata di 636 euro (Taeg dello 0,97%). Al quarto posto Bnl Bnp Paribas con tasso fisso dello 0,80%, rata di 631 euro e Taeg dello 0,97%. Infine Banca Carige con il tasso fisso dello 0,85%, rata mensile di 635 euro e Taeg dell’1,02%.

Mutuo più conveniente con il tasso variabile per l’acquisto della prima casa

Il tasso variabile più basso sul mutuo a tasso fisso per l’acquisto della prima casa è risultato essere quello di Intesa Sanpaolo “Mutuo giovani” dello 0,30% (Taeg dello 0,39%) e una rata mensile di 601 euro. Al secondo posto Banco Bpm “Mutuo giovani green” con il tasso variabile dello 0,48% (Taeg 0,56%) e la rata mensile di 612 euro. Al terzo posto troviamo Crédit Agricole Italia con un tasso variabile dello 0,44% (Taeg dello 0,63%) e una rata di 609 euro. Al quarto posto Credem con il tasso variabile dello 0,37% (Taeg dello 0,64%) e una rata mensile di 605 euro. Infine Webank con “Mutuo green”, tasso variabile dello 0,58% (Taeg dello 0,64%) e rata mensile di 618 euro.

 

Prima casa, vantaggi e vincoli delle agevolazioni

L’acquisto della prima casa fa beneficiare di tutta una serie di agevolazioni che, peraltro, stimolano il mercato immobiliare. Ma, per beneficiare delle agevolazioni, è necessario rispettare determinati vincoli. Vediamo, nel dettaglio, in cosa consistono i vantaggi, le agevolazioni e i vincoli da rispettare.

Agevolazioni acquisto prima casa, Iva e altri vantaggi

Tra le agevolazioni sull’acquisto della prima casa rientrano le riduzioni dell’Iva e di altre imposte. Infatti, l’Iva viene applicata al 4% anziché al 10%. L’imposta deve essere applicata al prezzo concordato per l’acquisto della casa. Inoltre, l’imposta di registro nel caso di prima abitazione scende dal 9% al 2%. In tal caso, l’aliquota si applica alla rendita catastale rivalutata e moltiplicata per il coefficiente fisso di 115,5.

Imposta di registro nell’acquisto della prima casa

L’imposta di registro va applicata all’acquisto della prima casa nel caso in cui il venditore figuri come soggetto privato. Ciò significa che il venditore non deve agire nell’esercizio dell’impresa, dell’arte o della professione. Tuttavia, anche nel caso di venditore quale soggetto Iva, è necessario che la vendita non venga effettuata ai fini dell’Imposta sul valore aggiunto.

Iva sull’acquisto della prima casa

È necessario chiarire che viene applicata l’Iva sull’acquisto della prima casa se l’abitazione è in corso di ristrutturazione o di costruzione. Altresì l’Iva viene applicata sulle abitazioni ultimate o ristrutturate da non più di 5 anni. L’applicazione dell’Iva anche alle abitazioni ristrutturate o ultima da più di cinque anni è, in ogni modo, un’opzione applicabile dal venditore alla compravendita della casa. Se il venditore dovesse decidere di non avvalersi di questa opzione, è necessario comunque emettere fattura indicando l’esenzione da Iva.

Prima casa, quando non è mai imponibile a Iva?

L’acquisto della prima casa non è mai imponibile all’Iva nel caso in cui la società titolare della compravendita, non abbia né provveduto alla sua costruzione e nemmeno alla ristrutturazione. In questo caso, non deve essere emessa nemmeno la fattura recante l’esenzione dell’Iva.

Quali sono i presupposti per l’acquisto della prima casa?

Per ottenere le agevolazioni necessarie all’acquisto della prima casa è necessario che l’abitazione sia qualificata nel catasto in determinate categorie. In particolare, le categorie catastali ammesse all’agevolazione sono quelle del gruppo A, a esclusione delle A/1, A/8 e A/9. Queste ultime tre appartengono alle categorie di abitazione di maggior pregio. Da escludere anche la categoria A/10, comprendente gli uffici.

Acquisto prima casa e residenza del compratore

Per usufruire delle agevolazioni, inoltre, l’acquirente della prima casa deve avere la residenza nello stesso Comune in cui sia ubicata l’abitazione. In caso contrario, l’acquirente ha 18 mesi per stabilirvi la propria residenza. Il termine parte dalla data del rogito di acquisto. In alternativa, senza residenza, la casa deve essere ubicata nello stesso comune dove l’acquirente svolge attività di lavoro o di studio, o dove ha sede il datore di lavoro dell’acquirente. Quest’ultimo caso si applica per acquirenti che si trasferiscono all’estero per motivi di lavoro. Infine, la casa può essere ubicata in qualsiasi comune dell’Italia nel caso in cui si tratta di un acquisto fatto da cittadino italiano che sia emigrato all’estero. In quest’ultimo caso, è necessario non avere altre abitazioni all’interno del territorio italiano.

Cosa bisogna dichiarare per l’acquisto della prima casa?

Per acquistare la prima casa con le condizioni agevolate è necessario dichiarare, nell’atto di acquisto, di non essere titolari esclusivi di altra abitazione. La dichiarazione è necessaria anche se si è titolari di abitazioni in comunione con il coniuge o in usufrutto o in proprietà di altra abitazione nel comune dove si trovi la casa oggetto dell’acquisto. Inoltre, è necessario dichiarare di non essere titolari di quote di altre abitazioni sul territorio nazionale anche nei casi di nuda proprietà o di usufrutto. In quest’ultimo caso, l’acquisto dell’altra abitazione potrebbe essere stato fatto dal coniuge o dallo stesso acquirente che richieda le agevolazioni sulla prima casa.

Quando un acquirente della prima casa può beneficiare delle abitazioni se ne ha acquistata già un’altra?

L’acquirente può beneficiare dei vantaggi dell’acquisto della prima casa anche se ne ha già acquistato una precedente sempre con i vantaggi riservati alla prima abitazione. Ciò è possibile a condizione che l’acquirente si impegni a vendere la casa precedente entro un anno dal giorno della nuova casa acquistata con le agevolazioni. In questo caso, il venditore e compratore dei due case, entrambe beneficiarie dei vantaggi della prima casa, vendendo quella precedente entro un anno otterrebbe anche il beneficio del credito di imposta previsto dalla legge numero 448 del 1998.

Prima casa, in cosa consiste il credito di imposta sul vecchio acquisto?

Il credito di imposta sulla precedente casa matura per un importo corrispondente alle imposte Iva e di registro sostenute per acquistare la prima casa beneficiaria dei vantaggi. Tuttavia, al credito di imposta deve essere applicato il limite dell’importo delle imposte pagate per acquistare l’abitazione più recente oggetto dei vantaggi della prima casa.

 

Mutui, come scegliere i migliori in base a reddito e tassi

La scelta del miglior mutuo in base alle proprie esigenze non è quasi mai un’operazione agevole. Nella scelta concorrono diversi fattori, tra i quali il reddito del richiedente il mutuo, i tassi di interesse e l’andamento del mercato. Inoltre, la scelta deve essere fatta valutando non solo le esigenze al momento dell’acquisto di una casa, ma anche gli equilibri e le situazioni in cui ci si può ritrovare durante tutto il periodo di pagamento delle rate del mutuo stesso. Ecco come dare delle risposte e quali parametri di mutuo e di reddito prendere in considerazione, includendo anche le opportunità di acquisto della prima casa per i giovani under 36.

Mutui per acquistare la casa, meglio il tasso fisso o il tasso variabile?

Nella scelta del miglior mutuo è necessario compiere passaggi importanti per non sbagliarsi tra le tante opportunità del mercato dei finanziamenti. In primo luogo, è necessario avere le idee chiare su un mutuo a tasso fisso o a tasso variabile. In questo caso, la scelta può dipendere dal reddito che si ha a disposizione. Infatti, se il reddito è elevato è meglio scegliere un mutuo a tasso variabile.

Quale mutuo scegliere se il reddito non è elevato?

Per redditi non elevati, invece, l’opzione giusta è quella del tasso fisso. La regola generale da seguire è quella secondo la quale se il rapporto tra la rata mensile del mutuo e il reddito percepito ogni mese supera il 30%, la scelta migliore ricade su un mutuo a tasso fisso.

Perché informarsi sui mutui e sui tassi?

L’informazione sull’andamento dei tassi di interesse è importante anche successivamente alla stipulazione dei mutui. Infatti, per i mutui a tasso variabile è possibile che, nel tempo, le oscillazioni possano far segnare differenze importanti. In tal caso, ci si potrebbe ritrovare a pagare tassi di interesse e, dunque mutui, costosi, molto di più di quanto preventivato in fase di stipula.

Consulenze professionali per stipula di un mutuo e per le rate da pagare successivamente

Pertanto, nella scelta dei mutui, ma anche nei periodi successivi, è importante rimanere informati e farsi consigliare da dei professionisti dei finanziamenti. La consulenze potrebbe risultare utile non solo nella scelta del mutuo, ma anche per tutti gli anni necessari all’estinzione del mutuo stesso.

Assicurare un mutuo per la perdita del lavoro o per l’invalidità permanente

Particolare importanza nell’andamento odierno del mercato dei mutui assumono le polizze assicurative a sostegno dei finanziamenti. Si tratta di strumenti offerti dalle assicurazione che intervengono per il sostegno del reddito, ma anche per situazioni che dovessero verificarsi nel periodo di pagamento delle rate. Interventi a copertura del mutuo, in tal senso, sono da valutare per i casi di perdita del lavoro, oppure di problematiche non prevedibili al momento dell’accensione di un mutuo, come ad esempio l’invalidità permanente.

Bonus prima casa giovani under 36 anni: quali sono le condizioni per accedere al mutuo agevolato?

Buone opportunità di mutui fino a giugno del 2022 sono riservate ai giovani fino a 36 anni di età. Il bonus sui mutui per l’acquisto della prima casa garantisce, infatti, gli under 36 con un Isee familiare entro i 40 mila euro, fino all’80% dell’importo del mutuo per l’acquisto della casa principale. Inoltre, il risparmio è quantificabile anche per le spese connesse all’acquisto dell’immobile.

Mutui agevolati giovani per acquisto prima casa: i tassi fissi e variabili

Con il bonus sulla prima casa per i giovani, vengono inoltre azzerate le imposte ipotecarie, di registro e sul mutuo. Il tasso fisso viene calmierato al massimo dell’1,8%, e al 2,2% per quello variabile. L’importo richiedibile massimo per ottenere l’agevolazione è pari a 250 mila euro e devono essere incluse le eventuali spese di miglioramento energetico o di ristrutturazione dell’immobile.

Mutuo under 36 prima casa, come si calcola l’Isee in base alla residenza con o senza i genitori?

I giovani che non hanno compiuto i 36 anni di età godono di convenienti agevolazioni per acquistare la prima casa. La condizione per beneficiare dei mutui agevolati è quella di avere un Indicatore della Situazione Economica Equivalente inferiore ai 40 mila euro. Proprio l’Isee può rappresentare un ostacolo per poter beneficiare della cancellazione delle tasse dovute sull’atto di acquisto della casa nel caso in cui la famiglia del giovane richiedente abbia un reddito Isee superiore ai 40 mila euro. Diventa importante allora considerare come si calcola l’Isee e quali sono le regole da seguire.

Mutui prima casa under 36, quali sono le agevolazioni previste?

Il tetto dei 40 mila euro di reddito Isee effettivamente può rappresentare un limite nella richiesta delle agevolazioni sulla prima casa. Secondo quanto prevede l’articolo 64 del decreto legge numero 73 del 2021, poi convertito nella legge numero 106 del 2021, le agevolazioni riguardano gli atti stipulati per l’acquisto della prima casa entro il 30 giugno 2022. Oltre alla quota di garanzia del 50% del mutuo contratto a carico del Fondo di garanzia della prima casa in caso di insolvenza, tra i benefici rientrano:

  • l’esenzione del pagamento dell’imposta di registro;
  • il non pagamento delle imposte ipotecarie e catastali;
  • il credito di imposta pari all’importo dell’Iva corrisposta, qualora dovuta;
  • l’esenzione dell’imposta sostitutiva dello 0,25% dell’ammontare complessiva in relazione all’atto del finanziamento (o mutuo).

Qual è l’Isee da calcolare per le agevolazioni sulla prima casa dei giovani?

Per beneficiare dei vantaggi sulla prima casa dei giovani che non hanno ancora compiuto i 36 anni di età, l’Isee da considerare è quello determinato dal regolamento ex Decreto presidente del Consiglio dei ministri numero 159 del 2013. Il calcolo Isee, pertanto, deve essere riferito al nucleo familiare di appartenenza del richiedente con un importo non superiore ai 40 mila euro.

Tre casi di come considerare l’Isee per la richiesta del mutuo giovani

Nel calcolo Isee, tuttavia, è opportuno fare ulteriori distinzioni in merito alla residenza del richiedente e al fatto che possa avere un proprio indicatore. Ricordando che è opportuno dichiarare la residenza dove si risiede effettivamente e stabilmente, è possibile distinguere tre casi:

  • il primo è costituito dai figli fino a 26 anni di età;
  • il secondo riguarda i figli oltre i 26 anni;
  • il terzo riguarda figli che vivono con i genitori ma hanno un nucleo familiare proprio.

Mutuo agevolato, Isee di richiedenti fino a 26 anni

Rientrano nel primo caso i figli che non abbiano un proprio nucleo familiare e con un’età fino ai 26 anni. In questa situazione i redditi dei figli vanno a cumularsi con gli altri redditi dei componenti il nucleo familiare. Il cumulo avviene anche se, di fatto, il figlio che voglia richiedere il mutuo non vive o non risiede nella stessa casa dei genitori. Pertanto, il limite di Isee cumulato da considerare è quello dei 40 mila euro, condizione che effettivamente, in questo caso, potrebbe limitare la possibilità di accedere alle agevolazioni sulla prima casa.

Richiesta benefici prima casa per figli oltre i 26 anni di età con Isee proprio

Il secondo caso riguarda il figlio che voglia richiedere il mutuo agevolato per la prima casa e che abbia un’età superiore ai 26 anni (e non superiore ai 35 anni). È necessario considerare, rispetto al caso precedente, la situazione nella quale il figlio abbia una residenza per proprio conto e un Isee indipendente da quello dei genitori. In questa stessa situazione, il richiedente potrebbe anche spostare la propria residenza (se è la stessa dei genitori) e fare un nuovo Isee, dichiarando i propri redditi e i propri risparmi. Se il nuovo Isee ammonterà a meno di 40 mila euro, il giovane potrà presentare domanda per il mutuo agevolato degli under 36.

Prima casa under 36: figlio che vive insieme ai genitori e al coniuge

Non si cumula con i redditi dei genitori, e dunque il tetto Isee potrebbe non essere sforato, anche il figlio che viva insieme ai genitori ma anche con il coniuge. In questa situazione, il figlio ha comunque un  nucleo familiare proprio e, pertanto, un valore Isee differente da quello dei genitori e dal resto del nucleo familiare di provenienza.

Rapporto tra mutuo e valore della casa nella richiesta di agevolazioni

Ulteriori chiarimenti in merito alla richiesta delle agevolazioni per l’acquisto della prima casa dei giovani risiedono sull’importo del mutuo. Infatti, il limite dei 40 mila euro dell’Isee vale solo se si voglia richiedere un mutuo il cui rapporto con il valore della casa superi l’80%.

Mutui per i giovani, quando va presentato l’Isee corrente?

Infine, se la famiglia del giovane che voglia richiedere il mutuo agevolato per l’acquisto della casa ha un valore Isee già disponibile, ma successivamente sono intervenuti cambiamenti significativi (come la perdita del lavoro di un componente) che vanno a produrre modifiche decisive nelle entrate del nucleo stesso, è possibile fare richiesta dell’Isee corrente. In questo modo, l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente fotograferà la nuova ed effettiva situazione dei redditi della famiglia.

Detrazioni interessi mutuo prima casa nel modello 730

Il contribuente che ha acquistato prima casa contraendo un mutuo può beneficiare delle detrazioni fiscali previste nella dichiarazione del modello 730 da presentare entro il 30 settembre. Grazie alla precompilata messa a disposizione sul sito dell’Agenzia delle Entrate già dal 10 maggio 2021 è possibile reperire i dati relativi il mutuo. Una verifica sui dati inseriti va sempre effettuata, le eventuali modifiche si possono apportare sin dallo scorso 19 maggio.

Detrazione interessi mutuo prima casa 730/2021: le regole da seguire

Per il mutuo della casa è da tenere presente che è possibile scaricare dal reddito, quindi, portare in detrazione solo le spese relative agli interessi del mutuo e non il finanziamento.

La detrazione sulle voci passive sui mutui danno la possibilità di recuperare il 19% di quanto speso nell’anno d’imposta 2020. Ci sono anche dei limiti di spesa da rispettare con riferimento alle detrazioni fiscali da applicare e sono limiti che variano a seconda del tipo di mutuo contratto o in base alle finalità per cui il mutuo è stato contratto.

Ma vediamo una lista dei mutui che può dare diritto alla detrazione degli interessi:

Le detrazioni non sono assoggettabili a tutti i mutui, in linea di massima, gli interessi passivi sul mutuo che possono dare diritto alla detrazione sono:

  • mutui ipotecari acquisto immobile da adibire ad abitazione;
  • mutui ipotecari stipulati prima del 1993;
  • mutui ipotecari e non, contratti nel 1997 per gli interventi di manutenzione, restauro e ristrutturazione di edifici anche diversi dall’abitazione principale;
  • mutui ipotecari contratti a partire dal 1998 per costruzione o ristrutturazione della prima casa;
  • prestiti e mutui agrari di ogni specie.

Nessuna detrazione è prevista per i mutui aperti antecedentemente il 1991 e il 1992, che non riguardano l’acquisto della prima casa, alla pari di quelli aperti in data successiva il 1992, che riguardano acquisti differenti dalla prima casa.

Gli esclusi

I mutui esclusi dalla detrazione dei relativi interessi sono:

  • Mutui stipulati nel 1991 o nel 1992 per motivi diversi dall’acquisto prima casa;
  • Mutui stipulati dal 1993 per motivi diversi dall’acquisto della prima casa (ad esempio per l’acquisto della seconda casa), a parte i casi descritti sopra.

Gli interessi passivi del mutuo prima casa e il suo acquisto possono essere portati alla detrazione massima possibile del 19% di 4.000 euro (760 euro). 

Si può beneficiare dell’agevolazione anche se ad abitare l’abitazione è un familiare del soggetto che dichiara il reddito e che è acquirente dell’immobile e intestatario del contratto di mutuo.

Concessa la possibilità di detrazione a ciascun intestatario del mutuo per la soglia massima di 4.000 euro ciascuno, se il mutuo è stato contratto prima del 1993. In questo caso, il mutuo deve essere relativo all’acquisto della prima casa, e la residenza nell’immobile oggetto del finanziamento deve risultare trasferita all’8 dicembre del 1993.

Se nel corso dell’anno l’immobile non risulta essere più abitazione principale, a meno che il trasferimento non dipenda da esigenze lavorative, si abbassa il tetto massimo di detrazione spettante che scende a 2.065,83 euro per ciascun intestatario del mutuo.

Se il mutuo è intestato a due coniugi (tetto massimo 4.000 euro), nessuno dei quali a carico dell’altro, la detrazione spetta in misura pari a 2.000 euro a testa come importo massimo degli interessi.

Detrazione interessi passivi mutuo per case diverse da quella principale

La detrazione per gli interessi passivi sui mutui contratti prima del 1993, vale anche per l’acquisto di immobili che non sono per abitazione principale. La soglia massima di detrazione, in tal caso scende a 2.065,83 euro. Per mutui stipulati nel 1991 e nel 1992 la detrazione spetta solo se l’immobile dopo l’acquisto mantiene le caratteristiche di disponibilità della seconda casa e se non viene locato.

Per la detrazione degli interessi passivi di mutui contratti per ristrutturazione o per costruire la prima casa se questo è stato contratto fino al 1997, L’importo massimo detraibile è pari a 2.582,28 euro.

Per mutui contratti successivamente al 1997, la detrazione di cui si può fruire per ristrutturazioni o costruzione da zero della prima casa e con limite massimo anche in questo caso pari a 2.582,28 euro.

Infine, detrazione fruibile anche per i prestiti e i mutui agrari. La detrazione di questa tipologia di mutui o prestiti con interessi, dipende dai dati catastali dei terreni acquistati. Infatti non è ammessa la detrazione per un importo superiore alla somma del reddito domenicale e del reddito agrario.

Under 36: tutte le agevolazioni per l’acquisto prima casa

Novità per gli under 36 che vogliono comprare casa. Ecco tutte le agevolazioni per l’acquisto e anche le altre misure a favore dei giovani proprietari.

Under 36: l’introduzione del Decreto sostegni Bis

Comprare casa è il sogno di molti italiani. In Italia il mattone è sempre stato considerato l’investimento migliore.  Nonostante la pandemia da Coronavirus sono molte le persone che non hanno rinunciato a questo sogno. E lo stato attraverso il decreto sostegni bis, si propone di aiutare nella realizzazione di questa speranza. Il Decreto sostegni bis, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 26 maggio n.73, riserva molte attenzioni ai giovani, under 36, che vogliono comprare casa. Sono due i punti cardini: le agevolazioni per l’acquisto della prima casa e la sospensione delle rate del mutuo per tutto il 2021. Ma andiamo con ordine.

Under 36: chi può accedere alle agevolazioni?

A partire dal 24 giugno 2021 e fino al 30 giugno 2022 sarà possibile presentare richiesta per struttare le agevolazioni messe in campo dallo stato. I due requisiti base per accedere al Fondo Garanzia prima casa sono: avere meno di 36 anni ed in ISEE non superiore a 40.000 euro.  Ma non solo occorre avere anche altri requisiti:

  • non essere proprietari di altri immobili in Italia;
  • l’immobile non deve essere di lusso (quindi da escludere A/1, A/8 ed A/9 come categorie catastali);
  • se si è titolari, anche per quote, di una abitazione nello stesso Comune di quella da acquistare, questa andrà ceduta entro 1 anno dal rogito. Bisogna quindi spostare la propria residenza entro 18 mesi dal rogito nel Comune ove si trova l’immobile da acquistare;
  • ISEE inferiore a 40.000 euro. L’agevolazione dovrebbe trovare applicazione anche all’acquisto compiuto da due persone comprese in due diversi ISEE i quali siano ciascuno di importo inferiore a 40.000 euro, ma insieme di importo superiore;
  • se uno degli acquirenti ha i requisiti e altro acquirente ne è invece privo, il beneficio si applica alla sola parte di valore imponibile riferibile all’acquirente dotato dei requisiti richiesti.

Tutte le agevolazioni previste a favore dei giovani proprietari

Gli under 36 che compreranno casa non dovranno più pagare l’imposta di registro, l’imposta ipotecaria e catastale. Mentre dovranno solo pagarsi l’imposta di bolle, le tasse ipotecarie e i tributi speciali catastali, per un importo totale di circa 320 euro. Se invece si compra da un costruttore e l’operazione è soggetta ad IVA, questa diventa credito d’imposta. Il credito d’imposta può essere usato per:

  • pagare l’IRPEF dovuta in base alla dichiarazione dei redditi successiva alla data dell’acquisto;
  • pagare le imposte di registro sulle donazioni, successioni dovute su atti e denunce presentate dopo la data di acquisto del credito;
  • compensare somme dovute a titolo di contributi previdenziali o assistenziali, ritenute d’acconto o premi per l’assicurazione contro infortuni sul lavoro o malattie professionali.

Under 36: la sospensione delle rate del mutuo

La pandemia da Covid 19 ha portato la perdita di molti posti di lavoro in Italia. E con essi anche l’aumento delle difficoltà di molte famiglie a far fronte ai debiti precedentemente contratti. E’ il caso di chi ha contratto mutuo per l’acquisto della sua prima casa, ed ora si trova di difficoltà economiche. L’art. 64 del decreto sostegni bis (DL n.73/2021) interviene proprio su questo punto. Vi è appunto la possibilità di sospendere il pagamento delle rate del mutuo fino al 31 dicembre 2021. Ma chi può accedere a questa agevolazione? Potranno usufruirne:

  • i lavoratori subordinati o atipici che sono disoccupati;
  •  chi già usufruisce del Fondo di garanzia;
  • i liberi professionisti e lavoratori autonomi che hanno subito un calo di fatturato a causa dei lockdown;
  • le cooperative edilizie a proprietà indivisa;
  • chi ha subito una sospensione o una riduzione dell’orario di lavoro per almeno un mese;
  • per causa di morte o invalidità civile di almeno l’80% dell’intestatario del mutuo;
  • chi ha già beneficiato di 18 mesi o di due periodi di sospensione, a patto che sia stato ripreso, regolarmente e per almeno 3 mesi, il pagamento delle rate.

Solo in presenza di questi requisiti è possibile sospendere le rate di mutuo della prima casa, seguendo le istruzioni per la presentazione della domanda illustrate sul sito del governo e sulla Consap.

L’importanza del Fondo Garanzia

Cosa molto importante è la presenza dello Stato ed il Fondo Garanzia. Infatti il decreto Sostegni bis ha decretato lo stanziamento di nuove risorse per il Fondo Garanzia prima casa gestito da Consap. I soggetti che hanno meno di 36 anni ed ISEE inferiore a 40 mila euro, otterranno una garanzia dello Stato pari all’80% sul prezzo d’acquisto della prima casa, con tetto massimo di 250.000 euro. Possiamo dire che sarà lo Stato italiano a fare da Garante nel caso in cui l’acquirente dovesse accedere alla richiesta di mutuo. Ovviamente le agevolazioni sono valide solo in caso di acquisto della prima casa. Infine è prevista l’esenzione dall’imposta sui finanziamenti, sostitutiva delle imposte di registro, di bollo, ipotecarie e catastali e delle tasse sulle concessioni governative relativi agli immobili abitativi agevolati, fissata in ragione dello 0,25 per cento dell’ammontare complessivo del finanziamento.

Ma cosa si intende per acquisto prima casa?

Le agevolazioni fino a qui descritte sono valide solo per chi intende acquistare la “sua prima casa”. Per essere un acquisto di questo tipo, occorre che il compratore:

  • non sia titolare esclusivo, o in comunione con il coniuge, di diritti di proprietà, usufrutto, uso o abitazione di un immobile che si trovi nello stesso comune di quello dell’immobile che si intende comprare;
  • non sia titolare né in esclusivo né in comunione, su tutto il territorio nazionale, di diritti di proprietà, usufrutto, uso o nuda proprietà di abitazione acquistata, anche dal coniuge, usufruendo delle agevolazioni per l’acquisto prima casa;
  • porti la propria residenza entro 18 mesi dal rogito notarile.

Pertanto se si ha un lavoro retribuito, meno di 36 anni di età, un valore ISEE inferiore a 40 mila, il tempo migliore per comprare casa: è oggi! Perché le agevolazioni dureranno fino a giugno 2022, quindi è un occasione da non farsi scappare.