Il regalo di Natale 2015 si compra online

Se Babbo Natale utilizza ancora slitta e renne per consegnare i regali, per questo Natale 2015 gli italiani scelgono sempre più spesso l’e-commerce. Una tendenza testimoniata anche dai numeri elaborati dall’Osservatorio Digital Innovation del Politecnico di Milano, secondo i quali tra novembre e dicembre saranno spesi online per i regali di Natale 2015 oltre 3,5 miliardi di euro – pari a più del 20% del transato online annuale -, +16% rispetto allo scorso anno, per un totale di 27 milioni di ordini.

Del resto, questa tendenza relativa al Natale 2015 è stata anticipata e confermata dai risultati che lo shopping online ha fatto registrare durante le giornate del Black Friday e del Cyber Monday, durante le quali alcuni operatori hanno totalizzato più del 5% del totale del proprio fatturato online.

Va da sé che in Italia, appassionati di tecnologia come siamo, sia in quei due giorni sia per quanto riguarda il totale dello shopping online per in Natale 2015, la parte del leone la fanno i prodotti tecnologici ma, sempre secondo le rilevazioni dell’Osservatorio Digital Innovation del Politecnico di Milano, si difendono bene abbigliamento e accessori, cosmetici, giocattoli, libri e l’enogastronomia.

Gli acquisti online per il Natale 2015 rappresentano comunque la chiusura con il botto per un anno che ha visto gli italiani prendere sempre maggior confidenza con l’e-commerce, come testimonia anche una ricerca sull’argomento condotta da Netcomm, il Consorzio del Commercio Elettronico Italiano, in collaborazione con Human Highway.

In questa ricerca, relativa ottobre, novembre e dicembre 2015 e molto focalizzata sugli acquisti online per il Natale 2015, è stata analizzata la propensione all’acquisto online di un campione di uomini e donne maggiorenni, rappresentativi della popolazione italiana e distribuiti su tutta la Penisola, che si connette a internet almeno una volta alla settimana.

I dati di Netcomm dicono che nel 2015 saranno 9 milioni le persone che decideranno di comprare online almeno un regalo per il Natale 2015 contro i 7,4 dello scorso anno: +22%. Un dato che si inserisce all’interno di un trend consolidato, che vede in crescita anche il numero di coloro i quali, quest’anno, sceglieranno l’online come canale esclusivo o principale per gli acquisti natalizi: dai 580mila del 2012 a 1,5 milioni del 2015.

Se poi, a questi dati, si uniscono quelli relativi a coloro i quali faranno più o meno acquisti online per il Natale 2015, si vede come nel complesso, anche se ancora per piccoli volumi, una certa cultura dell’acquisto digitale si è fatta strada anche in Italia. È infatti pari al 34% il numero di persone che pensa di fare più acquisti online rispetto al 2014, mentre scende del 15,9% la percentuale di chi pensa di farne di meno. Tanto che Netcomm stima in 3,1 miliardi di euro (di cui 1,8 relativi a prodotti fisici e non a servizi) il totale degli acquisti online effettuati dagli italiani nei 45 giorni prima del Natale 2015. Bianco Natal, cyber Natal…

L’ agriturismo tira, anche a Natale

La formula della vacanza in agriturismo è una di quelle che, negli ultimi anni, hanno subito meno flessioni, specialmente in Italia. Tanto che, secondo i dati sono forniti da Agriturismo.it, dalla ricerca di Nextplora e dall’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo, nel nostro Paese, gli agrituristi valgono più di 1 miliardo di euro, sono oltre 5 milioni e la maggior parte di loro sceglie la struttura dell’ agriturismo per l’ospitalità familiare (45,2%) e la buona cucina (24,2%).

Inoltre, l’agriturista tipo ha tra i 35 e i 65 anni, è sposato (l’87%) e parte o in coppia o in famiglia (il 75,8% ha uno o più figli). In Italia oggi sono presenti oltre 21mila aziende dedite all’agriturismo (21744), +4,1% in più rispetto al 2013.

La vacanza in agriturismo va forte anche a Natale, dal momento che l’agriturista ama rilassarsi e degustare i prodotti tipici, ma allo stesso tempo visitare attrazioni naturalistiche o storiche nei dintorni.

Tre milioni e 500mila persone hanno soggiornato in agriturismo negli ultimi 12 mesi e tra questi, dato importante, l’86% si ritiene soddisfatto e vuole ripetere l’esperienza.

La regione italiana più ambita, sia per l’italiano sia per lo straniero, rimane la Toscana con il 54% delle preferenze, seguita dall’Umbria (34%), da Veneto e Sicilia (20%) e dal Friuli Venezia Giulia (14%).

L’87% degli agrituristi proviene dall’Europa, tra cui il 35% dalla Germania, il 12% dal Belgio e dall’Olanda e l’8% dal Regno Unito.

Per quanto riguarda la crisi, il 61% degli agrituristi italiani dichiara di aver sentito l’influenza negativa sulle proprie vacanze in agriturismo, contro il 68% del 2014. Tutt’altro scenario per gli agrituristi stranieri: ben l’80% dichiara che la crisi non ha inciso in alcun modo sulle loro vacanze.

Secondo l’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo 2015, tra gli strumenti digitali più usati per poter scegliere la vacanza giusta, in agriturismo e non, si trovano le recensioni, i commenti letti online e gli articoli specializzati in viaggi. Per quanto riguarda l’ispirazione offline, invece, sono molto influenti i consigli di amici e parenti e la nostalgia delle vacanze passate.

Dati interessanti questi sulle vacanze in agriturismo, sui quali potrà contare la quarta edizione di Agriturismoinfiera, la rassegna dedicata alle aziende agrituristiche italiane che si terrà a Milano il 24 e il 25 gennaio 2016 al Parco delle Esposizioni di Novegro.

E-commerce e Natale, qualche suggerimento

Natale è il periodo dell’anno con più vendite online e niente è meglio dei consigli di un professionista per far sì che la propria azienda sia preparata a sfruttare al meglio le potenzialità di un e-commerce efficace. Ecco perché riceviamo e volentieri pubblichiamo questo approfondimento sul tema e-commerce e Natale a cura di Stefano Sordi, Direttore Marketing di Aruba.

 

Da un punto di vista commerciale il Natale è “il periodo dell’anno con più vendite online” soprattutto per chi si occupa di prodotti consumer e – essendo anche seguito da un periodo di saldi – diventa il momento più interessante per chi fa B2C. Quindi, una buona strategia per prepararsi alla campagna di Natale è fondamentale per poter sfruttare al massimo le potenzialità offerte dal periodo. Pianificare, però, ogni operazione in modo adeguato, è meno semplice di quanto si possa pensare. 

Una volta fatto questo, bisognerà valutare il tempo da investire e tenere traccia delle operazioni imprescindibili da condurre:

  1. Preparare il catalogo di prodotti: prima di ogni campagna è sempre importante individuare il best seller, il prodotto più scelto e venduto, così da guidare gli utenti più pigri o indecisi nella loro scelta. E’ quindi necessario adeguare lo stock dei prodotti all’obiettivo che si è fissato e al periodo di riferimento.
  2. Disporre categorie dedicate di prodotti: raggruppare i prodotti in categorie migliora sempre l’esperienza dell’acquirente e rende il proprio e-commerce più facilmente navigabile. Agevolare l’utente nella propria scelta lo avvicina sempre più al momento dell’acquisto.
  3. Pensare agli elementi estetici della campagna sconto: è importante pianificare nuove immagini ad hoc o creare dei banner mirati sulla campagna a cui si sta puntando ed è fondamentale che ci sia una certa coerenza tra le immagini pubblicitarie e le immagini che il cliente vede quando arriva sul sito. Questo, infatti, genera un senso di familiarità e sicurezza che lo rende tranquillo, e ciò incide moltissimo sul “tasso di rimbalzo”, ossia di abbandono del sito.
  4. Fare una ricerca di parole chiave per il SEO e, di conseguenza, aggiornare i contenuti a seconda dei risultati ottenuti. E’ necessario avere un buon posizionamento sui motori di ricerca e ciò si può ottenere sia grazie alle ottimizzazioni SEO che grazie alla gestione di campagne Google AdWords. Anche in questo caso, l’annuncio AdWords deve essere sempre coerente con ciò che il cliente trova sul sito: la promessa dell’annuncio non deve essere disattesa dal sito se si intende avere un costo di acquisizione congruo.
  5. Aggiungere nuovi elementi di design a tema natalizio, come ad esempio un’immagine di copertina legata al periodo o i banner sulla vetrina dinamica con accesso diretto alle nuove categorie. Si può anche giocare con il proprio logo (è possibile adeguarlo al tema aggiungendo, ad esempio, un piccolo elemento natalizio).
  6. Creare una campagna mailing per i clienti con consigli, novità o una guida ai regali di Natale. La multicanalità è sempre essenziale e bisogna raggiungere il proprio acquirente attraverso quanti più canali possibili.
  7. Per lo stesso motivo è importante pubblicare articoli sul proprio blog per promuovere i prodotti, le novità di Natale e creare delle guide ad hoc con consigli su “cosa regalare”.
  8. Multicanalità significa anche essere presenti sui canali social: è essenziale promuovere il proprio e-commerce sui social network, con dei post a tema su facebook, dei cinguettii mirati su twitter, delle foto studiate per la nuova campagna su Instagram o dei video promo per Youtube.
  9. Gestire gli acquisti in modo adeguato: anche l’ e-commerce più curato non farà molta strada senza un adeguato canale di vendita e post-vendita. Bisogna quindi essere pronti a preparare per tempo la merce con appositi pacchi regalo e, soprattutto, spedire in tempo per Natale ogni prodotto.
  10. Per concludere, non bisogna mai scordare di fidelizzare il proprio cliente: sarà quindi importante inviare una mail di ringrazimento per avere acquistato presso il proprio e-commerce, richiedendo di compilare un questionario di soddisfazione che ponga domande semplicissime per capire cosa sia piaciuto maggiormente del proprio negozio, cosa meno, chiedere se consiglierebbe il portale ad una amico, proporre di seguire lo store sui social usando gli appositi tasti o, addirittura, proporre di condividere su Facebook, ad esempio, il nuovo prodotto acquistato, anche se nel corso del periodo natalziio si rischierebbe di svelare il regalo che si è comprato per qualcuno!

Questo decalogo funge da semplice modello e può essere adattato alle esigenze del proprio negozio online. Ogni lista di “must do” potrà essere modificata a seconda delle proprie risorse e dei costi che si è disposti a sostenere. Nel caso di piccole aziende in cui non è possibile contare sul supporto di una figura di riferimento, è possibile valutare una campagna meno dispendiosa oppure affidare a terzi quelle attività più specifiche, quali i servizi di design del sito o le spedizioni. In generale, a livello di risorse economiche, un buon rapporto tra costi e vendite stimate si aggira intorno al 3-7%. In questo calcolo bisognerà tenere conto di tutte le spese previste nel proprio piano iniziale: dagli sconti sui prodotti alle spedizioni gratuite e agli altri incentivi per l’acquisto; dalle spese di design a quelle di pubblicità e promozione.

A tale riguardo Aruba ha tenuto il webinar “Come preparare il tuo negozio per le promozioni: dai primi passi alla strategia di marketing”. Per saperne di più ed essere realmente preparati all’imminente periodo natalizio, è disponibile il materiale del corso online a questo link Webinar Aruba eCommerce.

Inoltre, è a disposizione il codice sconto ECOMMERCE2015-50 da utilizzare in fase di acquisto per attivare un e-commerce Advanced o Professional a metà prezzo.

Acquisti online, che cosa vogliono i giovani

Che cosa si aspettano i cosiddetti Millennials (o Generazione Y, la generazione nata tra gli Anni ’80 e i primi anni Duemila) dagli acquisti online che effettueranno in occasione delle imminenti festività natalizie?

Una domanda, questa sugli acquisti online, alla quale ha provato a dare una risposta la società Dynatrace, che ha commissionato a Harris Poll un sondaggio su un campione composto da 5.110 adulti tra i 18 e i 34 anni, proprietari di smartphone o tablet, in 5 Paesi: Stati Uniti (2009 intervistati), Regno Unito (1.025), Francia (1090), Germania (1.071) e Australia (1.135).

Ebbene, da questa indagine è emerso che i Millennials stanno guidando una nuova richiesta di eccellenza nel campo delle prestazioni digitali, sono sempre più mobile, social e si aspettano una qualità superiore nell’esperienza web rispetto alle generazioni precedenti, specialmente in materia di acquisti online.

Nel dettaglio, la ricerca ha rivelato che:

  • Il 60% dei Millennials e il 42% di tutti gli utenti mobile hanno in programma di utilizzare il proprio smartphone o tablet per fare acquisti online in occasione del Natale 2015. Il sorpasso rispetto al negozio fisico tradizionale è vicino: globalmente il 50% dei giovani tra i 18 e 34 anni ha dichiarato che farà shopping più dal dispositivo mobile che fisicamente in negozio. In UK il dato raggiunge il 60%.
  • Più di un utente mobile su quattro (27%) e quasi 4 su 10 nel caso dei Millennials (37%) userà il proprio dispositivo per fare acquisti online quando si trova in un negozio in cerca di regali. Il 62% dei Millennials utilizzerà il dispositivo per confrontare i prezzi, leggere le recensioni sui prodotti e scaricare coupon. Negli Stati Uniti in trend è più forte e il 71% dei consumatori entrerà nei negozi con il proprio smartphone per questo motivo.
  • Il 75% degli intervistati e l’81% dei Millennials abbandoneranno l’acquisto e si rivolgeranno altrove se il sito o l’applicazione mobile di e-commerce presenteranno bug, saranno lenti o soggetti a crash. Gli utenti mobile in Germania perdoneranno ancora meno e l’abbandono degli acquisti online avverrà nell’87% dei casi. Il 49% degli utenti della Generazione Y e il 47% di tutti gli intervistati dichiarano che acquisteranno altrove se un sito mobile o un’applicazione non riuscirà a caricare la pagina/i dati in meno di tre secondi. Considerando che, in caso di malfunzionamento, solo il 68% proverà in futuro a riutilizzare ancora una volta il sito mobile o l’app, la perdita dei possibili acquirenti si rivela immediata e consistente: il 32% di essi.
  • Nel mondo digitale di oggi, le applicazioni sono il brand e se offrono esperienze deludenti, tutto il mondo ne può venire a conoscenza e la fedeltà dei clienti ne risentirà. Il 51% dei Millennials ha dichiarato che si lamenterà sui social network nel caso l’esperienza di acquisti online sia stata negativa. In Australia lo farà il 59% di essi.
  • Il 54% dei Millennials preferisce utilizzare le applicazioni specifiche dell’azienda scaricate da un app store per lo shopping online, piuttosto che i siti web aziendali. La motivazione indicata dal 62% di essi è che le applicazioni mobile specifiche dell’azienda garantiscono una migliore esperienza utente rispetto alle prestazioni di un sito web. In UK anche questa percentuale è più elevata, con il 71% dei Millennials che ha indicato le mobile app come preferenza.

Made in Italy primo anche online

Le code interminabili, e la ressa di chi è alla ricerca del regalo natalizio perfetto, stanno per finire, ma questa volta non è solo colpa della crisi, che ha drasticamente cambiato le abitudini degli italiani, diventati più sobri loro malgrado.

Anche l’eCommerce ci ha messo lo zampino, poiché, per evitare stress e perdite di tempo, sono in costante aumento coloro che decidono di acquistare online.

Ma, anche con questo nuovo trend, il Made in Italy dimostra di “tenere banco” e si appresta a trascorrere un dicembre in vetta.
I dati di eBay, infatti, dimostrano che gli italiani esporteranno oltre 450 mila oggetti durante la stagione natalizia, proprio grazie alla piattaforma di aste online.

Considerando che l’anno scorso sono stati esportati 372mila prodotti, l’aumento relativo a Natale 2014 sarà del 20% e sarà relativo principalmente a oggetti da collezione e capi d’abbigliamento, ma anche ricambi, accessori e prodotti elettronici, che raggiungeranno mercati lontani come Stati Uniti, Canada, Australia e Cina e mercati più vicini come Germania, Francia, Regno Unito, Spagna e Polonia.

Non si tratta solo di quantità, ma anche di qualità, per la quale gli estimatori del Made in Italy sono disposti a spendere più della media rispetto ai prodotti esportati dai venditori inglesi, americani o tedeschi.

La Cina rappresenta un caso a sé, poiché, se l’Italia si trova agli ultimi posti per volume di oggetti, è anche vero che vengono apprezzati i prodotti di alta qualità, con un prezzo medio di 112 dollari.

A questo proposito, ha spiegato Claudio Raimondi, country manager di eBay: “A livello globale secondo le nostre previsioni, gli oggetti esportati dai venditori eBay durante la stagione natalizia 2014 saranno 100 milioni, in crescita rispetto agli 85 milioni del 2013. Il 20% della domanda durante il periodo natalizio a livello globale proviene da acquirenti internazionali”.

Vera MORETTI

A Natale boom online per il made in Italy

Il made in Italy dovrebbe essere una priorità da valorizzare in ogni momento dell’anno, ma è innegabile che a Natale trova uno dei suoi momenti di massimo splendore. Anche online. Lo conferma il sito di e-commerce eBay.it, secondo i cui dati interni i venditori italiani esporteranno più di 450mila oggetti durante la stagione natalizia: un dato in crescita rispetto ai 372mila del 2013.

Secondo eBay.it i prodotti di punta del made in Italy commercializzati online saranno soprattutto oggetti da collezione e capi d’abbigliamento, seguiti da ricambi, accessori e prodotti di elettronica. I mercati di destinazione saranno prevalentemente, Stati Uniti, Canada, Australia e Cina al di fuori dell’Europa e Spagna, Francia, Polonia, Germania e Regno Unito in Europa.

Secondo i dati di eBay.it, il made in Italy rivela tutta la sua preziosità se si guarda al prezzo medio degli oggetti italiani acquistati. Al di fuori dei nostri confini, il made in Italy è ricercato, apprezzato e non ci si fanno troppi problemi a pagarlo il giusto. Il prezzo medio di vendita degli made in Italy, secondo i dati di eBay.it, è di circa 74 dollari, quasi tre volte quello dei prodotti esportati dai venditori inglesi (27 dollari) e molto superiore anche a quello di americani (48 dollari) e tedeschi (49 dollari).

Anche in questo caso, il mercato cinese si dimostra attento e peculiare rispetto al made in Italy. Il Paese è infatti agli ultimi posti per volume di oggetti, ma ha il prezzo medio più alto (112 dollari), segno che i consumatori cinesi apprezzano il made in Italy di alta qualità. In termini di volumi delle transazioni sul made in Italy, la classifica vede sul podio Germania, Stati Uniti e Francia.

Successo del Made in Italy sulle tavole natalizie

Ora che luminarie e alberi di Natale sono spariti, e gli italiani sono ritornati, seppur mestamente, alla normalità, si possono fare i bilanci che riguardano le festività appena trascorse.

Che la crisi minacciasse la voglia di festeggiare si sapeva, e infatti le stime relative alla spesa per i regali natalizi erano in difetto rispetto al 2012, ma ora, con i dati alla mano, è arrivata la conferma.

Coldiretti testimonia che la flessione c’è stata: le famiglie italiane hanno speso poco più di 4 miliardi di euro, cioè 205 milioni di euro in meno rispetto all’anno scorso.
Il Codacons rincara la dose, poiché si tratta di una diminuzione che ha interessato tutti i comparti, con un crollo che non ha tregua dal 2007 ad oggi e una riduzione degli acquisti di quasi 8 miliardi di euro.

Per chi si chiede se questo calo ha interessato solo alcune regioni italiane, ecco la risposta di Confesercenti: le vendite sono diminuite in tutta Italia.

Nonostante, però, si tratti solo di cifre con segno negativo, una buona notizia c’è: gli italiani, chiamati a scegliere cosa regalare ad amici e parenti, hanno ripiegato in buona parte sui prodotti Made in Italy, soprattutto quelli del settore alimentare.

Se sotto l’albero i doni erano pochi, sulle tavole non si è rinunciato a pranzi e cenoni, firmati Italia al (quasi) 100%. Niente menù esotici o esterofili, ma solo la cucina tradizionale, che tanto ha da offrire ai nostri palati, anche e soprattutto quando si tratta di festeggiare.

Ma non siamo stati solo noi a scegliere di mangiare italiano, perché, in occasione del Natale 2013, l’export dei prodotti alimentari nostrani ha superato i 2,7 miliardi di euro.
Protagonista, forse inaspettato, è stato lo spumante, preferito anche al mitico champagne francese.

Vera MORETTI

Carburanti stabili, gpl ancora in ascesa

Le quotazioni internazionali dei carburanti proseguono la corsa al rialzo, che potrebbe farsi sentire in Italia durante la settimana di Natale.

Per ora, comunque, i listini non hanno subito particolari variazioni, gpl a parte, che invece, come i giorni scorsi, sta aumentando visibilmente.
Conseguenza di ciò è il raggiungimento di una punta massima di a 0,913 euro/litro.
Inoltre, ad anticipare l’andamento delle quotazioni internazionali c’è il rincaro delle no-logo, oggi in particolare sofferenza.

A fronte di questi accadimenti, le medie nazionali di benzina e diesel sono oggi a 1,791 e 1,722 euro/litro (gpl fino a 0,885).
Le punte in alcune aree sono per la verde fino a 1,840 euro/litro, il diesel a 1,746 e il gpl fino a 0,913.

La situazione a livello Paese vede il prezzo medio praticato della benzina che va oggi dall’1,771 euro/litro di Esso all’1,791 di Tamoil (no-logo a 1,653).
Per il diesel si passa dall’1,703 euro/litro di Eni e Esso all’1,722 di IP (no-logo a 1,573).
Il gpl, infine, è tra 0,862 euro/litro di Esso e 0,885 di IP (no-logo a 0,826).

Vera MORETTI

Natale all’Italiana e a Km zero

Il Natale che si sta avvicinando sarà quanto mai all’italiana, non solo per le usanze e le tradizioni, che nel Belpaese sono ancora molto radicate, ma anche, e soprattutto, per i prodotti che imbandiranno le tavole di cenoni e pranzi natalizi.

Sembra, infatti, che il Made in Italy stia soppiantando qualsiasi altro tipo di menù, e che ci sia un forte ritorno ai prodotti locali e regionali, dei quali, ammettiamolo, certo non siamo carenti.

Inoltre, non solo il cibo parlerà rigorosamente italiano, perché anche sotto l’albero la maggioranza dei regali saranno di provenienza nostrana.

A comunicare ciò è Adoc, Associazione Difesa Orientamento Consumatori, nella persona del suo presidente, Lamberto Santini: “Per i cenoni natalizi abbiamo registrato un rialzo dei consumi di prodotti regionali e locali, a Km Zero, in nome del risparmio e della sostenibilità nonostante i costi per la spesa alimentare siano cresciuti del 3% rispetto al 2012, per un totale di circa 180 euro a famiglia“.

Vera MORETTI

Natale e crisi, che cosa aspettarsi dalle festività?

di Davide PASSONI

E alla fine, anche in questo 2013, è arrivato l’ultimo mese dell’anno. Dicembre è soprattutto sinonimo di Natale e quest’anno, per imprese e famiglie, quelle che si prospettano sono festività piuttosto magre in linea, purtroppo, con quelle dello scorso anno. Al di là delle botte alle tredicesime degli impiegati causate soprattutto dai rincari portati dalla legge di stabilità, quello che preoccupa di più sono le previsioni per i consumi, che si preannunciano in forte contrazione come nel 2012; il tutto in un periodo dell’anno da sempre votato all’acquisto, alla spesa, al “ma sì, tanto è Natale“.

Ma no, tanto c’è la crisi” pare essere invece il refrain che da più parti si sente suonare. E la ripresa la vedono solo i soloni e i politicanti. O meglio, la ripresa c’è ma non in Italia. Persino la Spagna è uscita dalla fase recessiva e ci sta sorpassando. Organizzazioni di categoria, organizzazioni di consumatori, commercianti guardano con preoccupazione al periodo natalizio e al temuto crollo dei consumi. Del resto, il recente dato sul gettito Iva tra gennaio e ottobre parlano chiaro: -3,4 miliardi, segno evidente che il mercato interno ancora soffre. Se si pensa che quasi un italiano su due taglierà le spese per Natale e più di uno su due riciclerà regali, quello che sconcerta di più è il calo della domanda che, secondo alcune stime, potrà toccare anche il 3%. E i tanto attesi saldi, che scatteranno a gennaio rischiano di non essere più, per i commercianti, il salvagente di una stagione.

Ebbene, in questa settimana cerchiamo di fare il punto della situazione ascoltando la voce delle organizzazioni di categoria per capire che aria tira. Per capire, anche, se davvero non possiamo fare altro che rassegnarci al pessimismo o se, nonostante tutto, possiamo provare a pensare un minimo positivo. Del resto, il Natale è anche festa della speranza: proviamo a prendercela in qualche modo, anche se tanti venti sembrano soffiarci ancora contro.