Nuove imprese, alcuni consigli per non chiude nel breve periodo

Le nuove imprese devono affrontare parecchie difficoltà lungo la loro fase iniziale. Ecco quindi alcuni consigli per evitare di chiudere.

Nuove imprese, gli aspetti positivi di una nuova impresa

La creazione di nuove imprese genera degli aspetti positivi. Tra i benefici più frequenti vanno evidenziati quelli relativi alla creazione di nuovi posti di lavoro e magari all’introduzione e diffusione di nuove innovazioni. E’ anche vero, che soprattutto nella fase iniziale, si tratta di imprese di piccole dimensioni, che poi si allargano al crescere del proprio business.

La creazione di lavoro permette quindi la possibilità a nuove persone di trovare un’occupazione. Talvolte anche la possibilità di sviluppare modelli basati sulla specializzazione e flessibilità dei propri lavoratori. Ma anche la possibilità di creare nuovi gruppi produttivi che possono trovare insieme delle soluzioni innovative. E chissà produrre dei nuovi prodotti o servizi che possono essere anche ben pubblicizzati, trovare un largo consumo e crescere anche nel breve  periodo.

Nuove imprese, perché a volte si chiude nel breve periodo?

Molte nuove imprese chiudono nei primi anni di vita. Oppure danno vita a piccole imprese che rimangono sempre tali, senza svilupparsi in modo significativo. Uno dei motivi per cui le imprese chiudono troppo presto è la scarsa capacità organizzative e imprenditoriali dell‘imprenditore. Com’è noto negli ultimi 20 anni l’economia italiana si basa su modelli di flessibilità e di divisione specialistica del lavoro. Dunque un’impresa ben strutturata ed organizzata al proprio interno ha più possibilità di resistere e di crescere.

Un altro motivo è legato alla scarsa disponibilità finanziaria. Quando si apre occorre stare attenti a tutte le spese da sostenere nella fase inziale e la previsione dei primi periodi. Anche perché in questa prima fase i costi sono superiori ai ricavi. E’ poco provabile, che oggi si aprono le porte e subito si comincia a guadagnare, anche perché occorre un periodo di recupero, che si può definire “fisiologico“.

A questo punto è anche importante capire se ci sono dei finanziamenti o aiuti di Stato. Molto spesso infatti Invitalia propone dei contributi per le giovani imprese. Ad esempio spesso ci sono incentivi per giovani e le donne che vogliono diventare imprenditori. Le agevolazioni sono valide in tutta Italia e prevedono un mix di finanziamento a tasso zero e contributo a fondo perduto per progetti d’impresa con spese spesso detraibili.

Alcuni consigli utili, per non chiudere nel breve periodo

Due elementi che caratterizzano le imprese di successo sono “novità” e “valenza di imprenditorialità“. In merito alla novità occorre fare riferimento al concetto di sperimentazione, cioè a qualcosa che sia sperimentato per la prima volta. In altre parole, se l’azienda nuova nasce dalle ceneri di una vecchia, statisticamente ha meno probabilità di riuscita. Mentre una nuova esperienza, che non ha legami con il passato, a parte le eventuali conoscenze acquisite, spesso risulta maggiormente di successo.

Il secondo concetto è quello della “valenza di imprenditorialità“. Soprattutto nella fase iniziale la figura dell’imprenditore è il perno principale. Infatti occorre che sia preparato, abbia esperienza, conoscenza nel settore in cui vuole operare e sia capace di cogliere le opportunità che gli offre il mercato e l’ambiente circostante. Quindi il profilo individuale dell’imprenditore in termini dei suoi bisogni psicologici, la sua voglia di autorealizzazione, la propensione alla gestione del rischio, sono elementi molto importanti per una buona riuscita.

A questo va aggiunto anche un altro suggerimento, quello della gestione e controllo dell’andamento. Questo perché a volte le imprese di accorgono di essere in difficoltà, quando già stanno fallendo. Mentre un’attività di controllo sui feedback, briefing con il personale permettono di avere costantemente la situazione sotto controllo. Quindi la realizzazione anche di business plan per ogni singolo progetto ne evidenziano la fattibilità e le risorse da impiegare. Solo così si conosce la capacità di realizzazione da parte dell’impresa.

Nuove imprese in aumento, ma in calo quelle degli under 35

Secondo Istat, nel 2015 sono state 375 mila le nuove imprese avviate, che rispetto all’anno precedente sono aumentate del 18,6%.
I dati resi noti dal Report, inoltre, specificano che nel 55% dei casi sono lavoratori in proprio, corrispondenti a 209 mila persone per poco meno di 200 mila imprese mate senza dipendenti, mentre nel restante 44,2%, che riguarda 166 mila persone e 150 mila imprese, si tratta di imprenditori che hanno avviato un’attività con alcuni dipendenti.

Questo aumento deriva da diversi fattori, e tra questi sicuramente ci sono gli sgravi contributivi e l’introduzione del Jobs Act. Inoltre, altri elementi che emergono sono la minor incidenza di giovani (-2,2%), ma anche un maggiore orientamento verso i settori ad alto contenuto tecnologico e un maggiore livello di istruzione, con un aumento dell’1,4% di laureati.

Ciò che emerge ulteriormente è la crescita dell’età media di chi per la prima volta fonda un’azienda o un’impresa.
Nel 2015 solo il 35,2% dei nuovi lavoratori in proprio e il 24,9% degli imprenditori con nuova attività con dipendenti hanno meno di 35 anni. Nel 2014, invece, erano rispettivamente il 38,4% e il 27,1%.
Nelle imprese High growth, che sono in tutto 11.912 e gestite da 21.297 imprenditori, i giovani sono ancora meno presenti, e rappresentano il 5,4% del totale. Si tratta di un settore ancora piuttosto rigido, in cui è inoltre netta la predominanza degli imprenditori uomini, che raggiungono l’82,6% del totale.

Vera MORETTI

Imprese in aumento in Italia nel primo semestre 2017

Meno fallimenti e più nuove imprese: nei primi sei mesi dell’anno sono nate in Italia oltre duecentomila aziende, mentre le cessazioni, per il secondo trimestre 2017, sono state 3.000, quindi il 15% in meno rispetto allo scorso anno, nello stesso periodo, e 5850 procedure concorsuali aperte nella prima metà del 2017.

Questi dati, raccolti da Infocamere, confermano che in Italia stanno nascendo più imprese, e ciò che fa ben sperare è che non si tratta di un exploit, ma di un trend che si sta consolidando di mese in mese.

Nel dettaglio, nei primi sei mesi del 2017 sono nate 209 mila imprese (28mila a giugno, 35mila a maggio, 30 mila ad aprile, 42 mila a marzo, 39 mila a febbraio, 35 mila a gennaio) e la proiezione per l’intero anno, qualora il secondo semestre dovesse avere la stessa tendenza, arriva a 418 mila nuove imprese.
Si tratta sicuramente di un dato incoraggiante, soprattutto se confrontato con le 363 mila del 2016 e le 372 mila del 2015.

Stesso trend per quanto riguarda le procedure concorsuali aperte. Sono 5850 nei primi sei mesi del 2017 (1000 a giugno, 1050 a maggio, 950 ad aprile, 1100 a marzo, 950 a febbraio, 800 a gennaio) e, a fronte di questi numeri, la proiezione per l’anno intero, tenendo sempre costante il risultato del primo semestre anche nel secondo, indica un risultato migliore rispetto a quello dei due anni precedenti: calano a 11.700, rispetto alle 13 mila del 2016 e alle 14 mila del 2015.

Infine, sono in netta diminuzione le cessazioni, che tra aprile e giugno 2017 sono state 3.008 imprese, contro le 3.537 del corrispondente periodo del 2016.
In termini percentuali, la frenata è stata del 15% e segna una conferma del risultato dello scorso anno, quando si era già registrata una flessione del 3% rispetto al 2015.

Vera MORETTI

Imprese innovative: ecco dove si trova la maggioranza

Per favorire la nascita di nuove startup, ma che siano innovative, in questo periodo vengono promossi interventi di agevolazione fiscale e semplificazione burocratica, sia a livello regionale sia a livello nazionale.
Si tratta in particolare di aziende che hanno come oggetto lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico.

A questo proposito, dal 2012 è stata aperta una sezione speciale del Registro delle Imprese tenuto dalle Camere di Commercio riservata alle startup innovative. A fine 2016 risultavano iscritte 6.475 imprese.

Considerando questi numeri, a livello regionale le maggiori incidenze di nuove imprese con idee innovative si trovano in Trentino-Alto Adige (5,3% delle nuove imprese), Sardegna (5,0%), Toscana (4,9%) e Sicilia, Umbria e Veneto (tutte con il 4,6%).
Le regioni in cui si conta nel periodo esaminato un rapporto più elevato tra nuove imprese con idea innovativa e startup innovative sono Toscana (6,5 nuove imprese innovativa per ogni start up), Puglia (5,7), Sicilia (5,5), Campania (5,3), Basilicata e Calabria (4,9).
In particolare nel Mezzogiorno (5,3) è più elevato il peso relativo delle imprese innovative rispetto a quelle che transitano per il canale formale del registro delle startup.

Inoltre, l’orientamento all’innovazione del sistema imprenditoriale italiano si può rafforzare anche attraverso forme di trasmissione di asset di impresa che garantiscano la continuità aziendale e il mantenimento del know how di imprese orientate all’innovazione.
Se consideriamo che la propensione all’innovazione delle micro imprese è pari al 32,3% delle imprese attive, nell’ipotesi di scuola di una riduzione prudenziale dei due terzi del tasso di innovazione per le imprese nella fase conclusiva del ciclo di vita e avviate alla cessazione, si può stimare che, sempre nell’arco del periodo 2013-2016, siano cessate 146.504 imprese con potenziale di innovazione, pari a circa 22 volte le startup innovative per legge.

Vera MORETTI

Le nuove imprese del 2017

Siamo appena all’inizio del 2017, ma la voglia di creare imprese è già ben visibile in Italia. Lo conferma un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati del registro delle imprese, dalla quale emerge che sono 4.195 le imprese nate dal 1° al 5 gennaio in Italia. Ma chi sono questi nuovi imprenditori?

C’è l’imprenditrice milanese che fa design di moda e industriale, la società milanese che studia, progetta e monta parchi eolici, l’imprenditore cinese che confeziona biancheria da letto e da tavola o l‘ecuadoriano che ha aperto un ristorante-polleria.

C’è l’impresa di Roma che monta palchi, stand e strutture per manifestazioni, quella che fa scommesse sportive, l’affittacamere, il tagliaboschi.

C’è poi la fabbricazione di oggetti preziosi a Valenza e di meccaniche per fisarmoniche ad Ancona, la ventenne aretina che esegue ricami e l‘imprenditrice piemontese che si dedica all’allevamento d’api, quella di Belluno che produce gagliardetti e quella che a Bolzano alleva lama, il marmista per cimiteri o il senegalese che ha aperto a Brescia un’attività di tatuaggi, l’imprenditore che offre sedute di ginnastica individuale e il maestro di sci di Cuneo.

In sostanza, ogni giorno nel Paese ci sono state 839 iscrizioni al registro imprese, circa 50 a Roma a Milano.

Le nuove imprese guidate da una titolare donna sono circa il 35%, più di una su tre, a Milano 39, in Lombardia 140, in Italia 890. Gli stranieri sono il 19% in Italia, ma salgono al 26% in Lombardia e al 32% a Milano (rispettivamente 481, 108 e 35 imprenditori). I giovani sono uno su cinque (20 titolari a Milano, 83 in Lombardia e 562 in Italia).

In Italia prima è Roma con 249 imprese neoiscritte (5,9% sul totale italiano), seguita da Milano (240, 5,7%), Napoli (175, 4,2%), Torino (140, 3,3%). Poi ci sono Brescia, Cuneo e Bergamo con oltre 100 nuove imprese.

Tra i maggiori centri economici, a Bari sono nate 96 imprese, a Caserta 93, a Padova 87, a Bolzano 85, a Verona 74, a Firenze 72, ad Ancona 66, a Bologna 60, a Venezia 55, a Genova 29, a Palermo 16.

Confcommercio: più iscrizioni nei primi 9 mesi dell’anno

Un’altra piccola goccia di ottimismo nel mare ancora poco mosso della ripresa arriva da un’analisi di Confcommercio, secondo la quale le nuove iscrizioni dell’Area Confcommercio sono aumentate dell’1,6% nei primi nove mesi del 2015 e quelle del commercio al dettaglio dell’1,7%.

Le cifre sono figlie di un andamento che, secondo Confcommercio, ha visto nel confronto tra il saldo aperture-chiusure nei primi 9 mesi del 2015 e quello dello stesso periodo del 2014 un calo generalizzato del fenomeno, con iscrizioni in aumento e le cancellazioni in diminuzione in quasi tutti i settori produttivi.

Purtroppo però, sottolinea Confcommercio, il numero delle chiusure supera ancora quello delle aperture, a testimonianza del fatto che di ripresa, anche se piccola, ancora non si può certo parlare. Gli strascichi pesanti della crisi continuano a farsi sentire, soprattutto nei confronti delle imprese meno strutturate e attrezzate per sopportare i colpi di una prolungata recessione.

L’analisi dell’Ufficio Studi Confcommercio sui dati della nati-mortalità delle imprese nei primi nove mesi del 2015 sottolinea infatti che il saldo complessivo dell’Area Confcommercio (che comprende imprese operanti nei settori di commercio, turismo, servizi alle imprese e alle persone, trasporti e logistica) è stato negativo per 41mila 300 imprese, contro il -49mila imprese dello stesso periodo del 2014.

Dati che vanno comunque presi con le pinze e ponderati bene. “È ancora poco e troppo presto per affermare che la ripresa si stia diffondendo a tutte le unità produttive – commenta infatti Confcommercio -, ma è un segnale che va colto e rafforzato con politiche fiscali distensive anche più coraggiose di quelle che la legge di stabilità 2016 sembra mettere in campo. La cautela è d’obbligo anche in virtù delle ipotesi che circolano in questi giorni di assegnare agli enti locali la facoltà di accrescere le aliquote legali sugli immobili diversi dall’abitazione principale, eventualità che depotenzierebbe la portata dei già modesti tagli fiscali prospettati per il 2016”.

Novità per il Regime dei Minimi dalla Legge di Stabilità

La Legge di Stabilità 2015 ha portato notevoli novità riguardanti il Regime dei Minimi.
In primo luogo, ad esempio, è aumentata l’imposta sostitutiva dal 5 al 15% in cambio di un’estensione di platea e dell’abolizione dei limiti temporali per ricorrere a questa forma di tassazione forfettaria. L’importante è rimanere nelle soglie di fatturato, ovvero da 15mila a 40mila euro a seconda dell’attività.

Le nuove imprese potranno godere di un’agevolazione ulteriore: l’imponibile dei primi tre anni può essere ridotto di un terzo.

Ecco una lista di come dovrebbero essere ora limiti e coefficienti:

  • Imprese alimentari: 35mila euro. Coefficiente di redditività 40%.
  • Commercio (ingrosso e dettaglio): 40mila euro, coefficiente 40%.
  • Commercio ambulante, generi alimentari e bevande: 30mila euro, coefficiente 40%.
  • Commercio ambulante di altri prodotti: 20mila euro, coefficiente 54%.
  • Edilizia e attività immobiliari: 15mila euro, coefficiente 86%.
  • Intermediari del commercio: 15mila euro, coefficiente 62%.
  • Ristorazione e alloggio: 40mila euro, coefficiente 40%.
  • Professioni e attività in campo tecnico, scientifico, sanitario, educativo e finanziario: 15mila euro, coefficiente 78%.
  • Altre tipologie di attività economiche: 20mila euro, coefficiente 67%.

Le nuove imprese o i lavoratori che intraprendono arti e professioni e che intendono rivalersi del regime dei minimi, nella dichiarazione di inizio attività dovranno dichiarare di presumere l’esistenza dei limiti di reddito sopra descritti.

Ci sono poi ulteriori requisiti che invece sono uguali per tutti: massimo di 5mila euro spesi per collaboratori, dipendenti, lavoro accessorio, utili di partecipazione agli associati e reddito imprenditori e familiari.

I contribuenti in regime dei minimi sono esonerati dall’IVA con una serie di eccezioni. Per le operazioni su cui pagano l’IVA, devono versarla entro il 16 del mese successivo all’effettuazione delle operazioni.

Vera MORETTI

Chiarimenti dal MISE per l’iscrizione delle startup al Registro Imprese

Sono stati divulgati dal Ministero dello Sviluppo Economico alcuni chiarimenti relativi al Registro delle Imprese da parte delle startup innovative.

Le precisazioni al riguardo sono due:

  • la richiesta di iscrizione alla sezione speciale del Registro Imprese da parte di una startup innovativa, oltre ad essere relativa all’attività di “ricerca e sviluppo”, deve essere sempre accompagnata anche dalla denuncia dell’avvio dell’attività di sviluppo, produzione e commercializzazione dei prodotti o servizi innovativi, nella quale deve essere specificata la natura di tali prodotti o servizi. Vanno inoltre allegate le previste autorizzazioni o comunicazioni richieste;
  • l’ufficio del Registro Imprese non è chiamato a valutare il merito delle dichiarazioni rese in sede di richiesta di iscrizione nella sezione speciale, ma solo a verificare che tutti i documenti e moduli siano correttamente compilati e allegati.

Questo significa che non può essere considerata startup innovativa una società la cui attività consista nella sola sperimentazione di servizi o beni innovativi.

Perciò, oltre alla richiesta d’iscrizione, va presentata anche apposita SCIA al competente SUAP, anche attraverso la procedura della “Comunicazione unica per la nascita dell’impresa”.

Vera MORETTI

Bando per le startup di Ravenna

Dalla Camera di Commercio di Ravenna è in arrivo un bando per favorire la costituzione di nuove imprese, soprattutto se femminili o giovanili.

Vi possono accedere, per beneficiare dei contributi, le imprese attive che si sono iscritte al Registro Imprese della Camera di Commercio di Ravenna fra il 1 gennaio e il 31 dicembre 2014, che abbiano sede o unità locale operativa nel territorio della provincia.

Tra le spese finanziabili ci sono anche i beni strumentali, macchinari, attrezzature, arredi nuovi necessari all’attività, ma anche gli impianti generali, per un importo massimo del 30% del totale dell’investimento totale.

Tra le spese ammesse ci sono anche l’acquisto di hardware, registrazione e sviluppo di marchi e brevetti, consulenze e servizi specialistici, spese di pubblicità e per la realizzazione di materiale promozionale, per la realizzazione del sito aziendale, ricerche di mercato, servizi di mentoring.

Il contributo erogabile è pari al 50% dell’ammontare delle spese ammesse, sino ad un massimo di 5.000 euro.

Le domande vanno inoltrate dal 15 dicembre al 31 gennaio 2015 tramite posta elettronica certificata che sia firmata dal legale rappresentante all’indirizzo protocollo@ra.legalmail.camcom.it all’attenzione dell’Ufficio Nuove Imprese ed incentivi indicando all’oggetto: “Domanda di contributo Bando crea impresa 2014”.

Vera MORETTI

Telecom a supporto delle startup italiane

Prosegue l’impegno di Telecom Italia per sostenere le startup del Belpaese con il progetto Working Capital Accelerator, mentre in Europa supporta come Corporate Member la Startup Europe Partnership (SEP), iniziativa dedicata alle start up digitali.

Si tratta di due importanti opportunità per i giovani imprenditori, con una particolare attenzione nei confronti delle nuove imprese italiane.

Il programma Working Capital di Telecom è attivo dal 2009 ed ha ad oggi aiutato nella crescita imprenditoriale 179 start up nel settore della tecnologia e green, ormai comparti chiave per ogni Paese ma che in Italia purtroppo vanno a rilento.

Telecom mette a disposizione un totale da un milione di euro, suddivisi in 40 finanziamenti alle start up innovative nei settori internet/digitale, mobile e green che supereranno le selezioni di Calls For Ideas 2014 ed entreranno ufficialmente nel programma di accelerazione d’impresa della durata di 4 mesi.

Per dare l’opportunità ai neo imprenditori di scambiarsi impressioni e idee, Telecom ha deciso di realizzare spazi appositi chiamati acceleratori, con strutture ed eventi dedicati a chi ha un’idea di startup e vuole mettersi in gioco.

Startup Europe Partnership, invece, è un’iniziativa che la Commissione Europea ha messo in campo, insieme ad altre cinque, per sostenere le imprenditorialità definite all’interno dell’Entrepreneurship 2020 Action Plan, ovvero le startup digitali.

Tra i membri della SEP c’è anche Telecom Italia, che, come ha confermato Salvo Mizzi, responsabile Digital Market Development di Telecom Italia e ideatore del progetto Working Capital, considera molto importante l’iniziativa: “Siamo orgogliosi come Telecom Italia di essere il primo Corporate Member della Startup Europe Partnership. E’ una conferma dell’impegno dell’Azienda per stimolare l’innovazione tecnologica attraverso le startup e per accrescere nel tessuto imprenditoriale europeo la consapevolezza di tutte le opportunità dell’era digitale, anche grazie all’esperienza maturata con il progetto Working Capital, nato nel 2009 e che da quest’anno premia anche le migliori startup digitali internazionali“.

Vera MORETTI