Hai sentito parlare di volgarizzazione del marchio? Ecco a cosa stare attenti

La volgarizzazione del marchio si verifica quando un nome aziendale, un marchio, un brevetto diventa un termine generico associato a una categoria di prodotti e quindi il marchio stesso non ha più capacità distintiva. Ecco i dettagli.

Cos’è il marchio e quando può essere registrato

Per marchio si intende il segno distintivo di un prodotto, ad esempio basta dire Bialetti e a tutti viene in mente la macchina per il caffè, basta dire Bic per pensare immediatamente alla penna, naturalmente ci sono marchi più forti che sono diventati nazional popolari e vere e proprie icone e poi ci sono marchi meno conosciuti e che hanno avuto un minor impatto sulla società.

Per tutelare un marchio e quindi per evitare che lo stesso sia utilizzato in modo improprio da altri soggetti è necessario registrarlo, in questo modo diventa di proprietà. Deve essere sottolineato fin da subito che la registrazione ha valenza territoriale e quindi solo nel Paese in cui la registrazione è avvenuta, proprio per questo motivo se si ritiene che il proprio prodotto possa avere un mercato ultra-territoriale, è necessario tutelarlo registrandolo anche a livello comunitario e internazionale.

Affinché si possa ottenere la registrazione è comunque necessario che siano rispettati dei requisiti. Si tratta di:

  • originalità;
  • novità;
  • liceità ( il marchio non deve essere contrario alla legge e al buon costume);
  • verità (il segno distintivo deve essere tale da non ingannare i consumatori circa le proprietà e i benefici del prodotto).

In seguito alla richiesta di registrazione del marchio si procede a delle verifiche e vi è la pubblicazione sulla Gazzetta Marchi per 90 giorni, nel caso in cui nessuno dovesse proporre ricorso contro la registrazione del marchio, la procedura termina. In caso contrario sarà necessario risolvere preventivamente le controversie nate.

Cos’è la volgarizzazione del marchio?

Questa è per sommi capi la procedura, occorre ora capire cos’è la volgarizzazione del marchio. Per capirlo è bene partire dall’articolo 13 comma 3 del decreto legislativo 30 del 2005. Questo stabilisce che il marchio decade se, a causa dell’attività o inattività del suo titolare, nel commercio sia diventato una denominazione generica o abbia perduto capacità distintiva.

Con la volgarizzazione del marchio, lo stesso diventa una parola di uso comune, ad esempio è capitato con il rimmel che identifica ora un prodotto per il make up e non solo il marchio.

La stessa cosa è avvenuta con la Nutella, infatti spesso il termine viene usato per identificare qualunque crema al cioccolato spalmabile anche se prodotta da marchi diversi e in questo senso aveva inteso il termine il noto vocabolario Devoto Oli che ha inteso la parola Nutella come sinonimo di “crema spalmabile” ed è stato successivamente costretto a cambiare la denominazione aggiungendo il simbolo ®.

Come evitare tale fenomeno?

Evitare la volgarizzazione non è semplice perché richiede una capacità predittiva davvero elevata. In realtà spesso la volgarizzazione è anche sinonimo di successo, infatti la Nutella è diventata parola di uso comune perché di fatto è la crema spalmabile al cioccolato più conosciuta in Italia, ma non solo, infatti è conosciuta a livello internazionale.

Insomma quando sul mercato sono stati lanciati per la prima volta il Rimmel e la Nutella, si ritenevano questi nomi abbastanza distintivi, era difficile prevedere la loro volgarizzazione. Ecco perché, sebbene scegliere un nome originale sia sempre un buon consiglio, di certo da solo non basta. Occorre invece registrare il marchio mettendo vicino il simbolo ® , come previsto tra l’altro dall’articolo 10 del Regolamento sul Marchio Comunitario. Ad esempio Scottex, Schotch hanno preteso l’inserimento del simbolo vicino al loro nome proprio per proteggere il marchio ed evitare la volgarizzazione e quindi l’uso indistinto del termine da parte di altre aziende che prodotti simili o con la stessa funzionalità.

Perché evitare la volgarizzazione del marchio?

Quando si verifica la volgarizzazione del marchio e quindi un termine perde la sua distintività, lo stesso marchio può essere utilizzato da tutti, ad esempio il termine rimmel oggi è usato come sinonimo di mascara, ma di fatto è anche il noto marchio di make up.

Non è andata meglio a Sony, infatti la Corte Suprema Austriaca ha stabilito che il termine Walkman lanciato da Sony deve essere utilizzato in modo generico e la società che lo aveva lanciato non può utilizzarlo in esclusiva. In termini di fatturato la volgarizzazione del marchio può portare notevoli perdite economiche perché di fatto creando prodotti del tutto simili, una fetta di consumatori si dirotta su questi e allo stesso tempo gli sforzi di ricerca per creare questi prodotti (che comunque sono stati remunerati e hanno costituito un investimento) sono vanificati o meglio diventano una proprietà comune.

Made in Italy: il cibo sorpassa la moda

Non solo la moda, ma anche il cibo italiano è considerato di lusso, tanto che i colossi stranieri fanno a gara per accaparrarsi piccole (e grandi) fette di italianità.

Ultimo in ordine di tempo è stato Cova, mitica e leggendaria pasticceria milanese che sorge nel quadrilatero della moda, rilevata dalla solita Lvmh di Bernardi Arnault.

Ma c’è chi resiste alle sirene estere e giura che mai venderà il suo marchio.
Primo tra questi è Francesco Paolo Fulci, presidente della Ferrero, l’azienda che ha inventato la Nutella: “Vendere? Ma mai e poi mai. Glielo assicuro: Michele Ferrero si farebbe tagliare un braccio piuttosto. Ha costruito l’azienda con tanta passione, intelligenza e anche spirito di patria. Su 25 mila dipendenti, un terzo sono in Italia e in 65 anni di vita dell’azienda non c’è mai stato un giorno di sciopero o di cassa integrazione“.

Ma non si tratta dell’unico storico brand legato al cibo che rimane ancorato alle tradizioni, perché anche alla Barilla sono della stessa opinione, segnale che, in effetti, il settore sta attraversando un periodo molto florido, tanto da bagnare il naso ad abbigliamento ed accessori, finora primi nella lista dei desiderata dei turisti.

Si attendono dunque al varco i marchi della moda, come Armani, Versace e Valentino e ci si chiede se, per caso, non abbiano intenzione di quotarsi in borsa, magari ad Hong Kong come ha fatto Prada o se per caso non stiano pensando di vendere quote di minoranza, come sembra Valentino.

Ma, ammesso e non concesso che qualche brand sia in vendita, a chi conviene cedere parte della società, e dei profitti?
Se, infatti, gli italiani eccellono in creatività, non contemplano la possibilità di dover rinunciare, anche se in parte, alla propria sovranità: questione di mentalità? Probabilmente sì, ma questo potrebbe essere un limite che non permette di aprire altri ed interessanti orizzonti.

C’è, ad esempio, il Fondo strategico italiano, che mira ad investire con partecipazioni di minoranza in società sane che vogliono crescere.
Nei mesi scorsi, il Fondo ha avviato una partnership con la Finiper di Marco Brunelli, cioè in quella grande distribuzione di cui l’agroalimentare ha assoluto bisogno per poter crescere.
Purtroppo la Gdo italiana si ferma alle Alpi, mentre quella tedesca è in tutta Europa e quella inglese e francese si estende fino all’Asia. Se si estendesse anche quella tricolore potrebbe spingere vino e olio, per citare due settori molto dinamici per esempio in Cina.

Le società che potrebbero approfittare di questo trend sono quelle già avviate ma che devono crescere ancora, con un imprenditore sufficientemente giovane.
Ecco che spuntano i nomi di Sandro Veronesi di Calzedonia, Brunello Cucinelli, Riccardo e Andrea Illy del caffè omonimo, che pare stia avviando una partnership con Kimbo per un sistema di capsule comune per l’espresso di casa.
E ancora Claudio Luti di Kartell, gli Antinori o i Frescobaldi nel vino.
A proposio di vino, Cavit ha appena annunciato l’acquisto di Kessler, storica cantina tedesca.

Insomma, il futuro è dietro l‘angolo.

Vera MORETTI

Rottamar non nuoce

 

IERI

Il ritorno del Cavaliere: “serve una grande rivoluzione all’interno del partito, abbiamo bisogno di volti nuovi e protagonisti nuovi”. E’ con queste parole che ieri Silvio Berlusconi ha ‘rottamato’ le Primarie del Pdl, nel corso dell’ufficio di Presidenza del Pdl in via dell’Umiltà, salvo poi smorzare i toni e definire le Primarie una sorta di ‘male necessario’ in questo momento storico per l’Italia e per il suo partito. Non ci sta Angelino Alfano “Oggi dobbiamo prendere una decisione, non siamo barzellettieri – avrebbe sentenziato il segretario del Pdl – io raccolgo la sfida delle primarie”. Aria di novità o meglio tempo di un ‘grande choc’? Peccato però, che per fare riferimento al futuro del partito, il Cavaliere abbia citato sè stesso “serve un Berlusconi del ’94”.

DDL Diffamazione: approvato dalla commissione Giustizia del Senato il decreto legge sulla diffamazione nella versione rivista e corretta di Filippo Berselli. La versione passata al voto è molto più snella rispetto all’originale: niente carcere per i giornalisti accusati di diffamazione e tetto massimo fissato a 50.000 euro per la cauzione pecuniaria; nel caso di rettifica, dovrà essere pubblicata immediatamente e senza alcun commento.

Inno di Mameli: il Senato ha stabilito che l’inno di Mameli sia insegnato in tutte le scuole dello Stivale. Il ddl divenuto legge approvato ieri istituisce inoltre la “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’inno e della bandiera”, che sarà celebrata il 17 marzo in ricordo del giorno in cui, nel 1861, fu proclamata a Torino l’Unità d’Italia.

Guerra alla Nutella: la Francia dice no alla crème noisette più amata in tutto il mondo. Approvato ieri l”emendamento Nutellà”, che comporta un aumento del 300% del dazio sull’olio di palma, utilizzato per produrre la crema di nocciole della Ferrero. “Produrre olio di palma provoca deforestazioni massicce che compromettono l’ecosistema” ha detto il ministro del Budget Jerôme Cahuzac. Solo in Francia, nel bienno 2010-2011 la Nutella ha raggiunto vendite pari a 1 miliardo di euro. La domanda rimane aperta: con cosa farciranno d’ora in poi le loro amate crêpes i cugini d’oltralpe?

OGGI

Albertini vs Ambrosoli: la conferma ufficiale è arrivata ieri sera poco dopo le 20, anche se le voci ormai si rincorrevano da giorni riguardo alla candidatura di Gabriele Albertini e Umberto Ambrosoli alla Presidenza della Regione Lombardia. L’ex sindaco di Milano – a Palazzo Marino dal 1997 al 2006 – e l’avvocato penalista figlio dell’”eroe borghese” Giorgio Ambrosoli sono pronti a sfidarsi per la poltrona in Regione: se il secondo ha deciso di fare coming out via Twitter, Albertini ha già fatto sapere di essere contrario alle Primarie e di aver già pronto il suo programma politico che farà conoscere il prossimo 24 novembre. E già pensa al nome della sua lista: “Onestà al potere”. Due parole che non si sono mai incontrate a quante pare al Pirellone.

A cena con Bersani: appuntamento questa sera nei tendoni della Fabbrica del Vapore di via Procaccini a Milano con il candidato alle Primarie del Pd Pierluigi Bersani: già atteso alla tavola dei commensali il sindaco Giuliano Pisapia. Il menù? A prezzo politico: 15 euro. E si ‘vaporizzano’ i finanzieri di Renzi.

Renzi ad Agorà: e a proposito di Matteo Renzi, il sindaco di Firenze è stato ospite alla trasmissione di Rai3 Agorà dove ha fatto sapere che se venisse eletto, il suo esecutivo vanterebbe solo 10 ministri, con una particolare attenzione alle quote rosa: 5 donne e 5 uomini. In caso contrario “non ci piazziamo sulla seggiolina” ha fatto sapere Renzi, che non ha alcuna intenzione, in caso di sconfitta, di andare ad affollare “il museo delle cere”. Con Bersani? Dopo il caffè, il Leopoldo fa sapere “che ci andrebbe volentieri a cena”. Nel frattempo è atteso per lunedì 12 novembre il faccia a faccia televisivo (sul modello a stelle e strisce) fra i 5 candidati alle Primarie del Pd: l’arena politica sarà trasmessa da Sky. Addio servizio pubblico, che l’Editto di Grillo sia piovuto anche sui membri del Pd?

Malasanità a Modena: su di loro pende l’accusa di associazione per delinquere, peculato, corruzione, falso in atto pubblico, truffa ai danni del sistema sanitario, sperimentazioni cliniche senza autorizzazione. Sono i 9 cardiologi del Policlinico di Modena che questa mattina sono stati arrestati a seguito dell’indagine condotta dai Nas di Parma ‘Camici sporchi’.

Festival del Film di Roma: si aprirà con la proiezione della pellicola “Aspettando il mare” del russo Bakhtiar Khudojnazarov l’edizione 2012 del Festival Internazionale del Film di Roma, guidata da Marco Muller. Mentre è stata confermata la presenza di Sean Penn, che sarà ospite di un evento di beneficenza organizzato dall’Unicef in onore di Audrey Hepburn, attesissime le pellicole italiane che vedranno protagoniste Isabella Ferrari e Laura Chiatti: la prima in veste di moglie in “E la chiamano estate” di Paolo Franchi e la seconda ne “Il volto di un’altra” di Pappi Corsicato. Amore e eros sono assicurati.

DOMANI

Mostra Diabolik: sono passati 50 anni da quando Angela Giussani, nel suo storico ufficio di via Boccaccio a Milano, batteva a macchina le avventure del re del terrore Diabolik. Inaugura domani negli spazi del Museo della Scienza e della Tecnica di Milano la mostra dedicata al ladro più famoso dei fumetti: un ‘Diaboliko Museo’ che esporrà in 22 teche scritti, tavole, oggetti e diabolike memorabilia nonché cimili inediti dell’eroe del male che ha raggiunto il mezzo secolo. Da non perdere l’anteprima assoluta della nuova serie televisiva in 13 episodi dedicata a Diabolik, prodotta da Sky Cinema.

Elettrocity: un sabato sulle quattro ruote ‘verdi’ a Milano. Torna domani Elettrocity, l’open day sulla mobilità elettrica, dalle 10 alle 19 in via Foppa 49. Biciclette a pedalata assistita, vetture, scooter, microcar ecosostenibili e un gioiellino del ‘made in Italy’ presentato in anteprima: la microcar Belumbury Dany, interamente realizzata in Italia. Che di questi tempi…

Juventus Pescara: appuntamento per domani sera alle 20.45 all’Adriatico, dove i bianconeri guidati da Alessio, dopo la squalifica di Conte, scenderanno in campo contro gli avversari del Pescara. La Juve dovrà portare a casa la vittoria se vuole tenere a debita distanza da sé i nerazzurri di Stramaccioni, che incontreranno invece l’Atalanta domenica sera.

Giornata mondiale del diabete: lo slogan di quest’anno è “Contro il Diabete Occhi Aperti”. Presidi domani e domenica nelle principali città d’Italia per informarsi e scoprire come prevenire una patologia che solo in Italia colpisce 4 milioni di persone.

L’energia dell’Italia: si apre domani al Palalottomatica di Roma il Festival organizzato da Anter – Associazione nazionale a tutela energie rinnovabili, che sarà inaugurato dal ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, all’indomani degli Stati Generali della Green Economy di Rimini.

 

Alessia CASIRAGHI