App IO: cos’è, come scaricarla e quali servizi sono accessibili?

I tempi moderni sono frenetici e non sempre è semplice interagire con la Pubblica Amministrazione e soprattutto non perdere neanche una scadenza. L’App IO ha come obiettivo proprio questo, cioè facilitare l’interazione con la Pubblica Amministrazione e avere un pro-memoria per tutte le scadenze, inoltre può essere usata anche per effettuare i pagamenti e ricevere informazioni.

Cos’è l’App IO?

Grazie all’App Io la Pubblica Amministrazione entra nello smartphone di ogni utente. Si tratta di un applicativo sviluppato da Agenzia per l’Italia Digitale e può essere considerata una sorta di evoluzione di pagoPA. Con essa è possibile riunire in un unico canale tutte le comunicazione della PA, tra cui anche quelle degli enti locali. Ad esempio se c’è l’emissione di una cartella di pagamento, si riceve una notifica sull’APP, se c’è in scadenza il bollo auto idem. Per gli enti locali invece può essere comunicata, ad esempio, la scadenza della TARI o di altre imposte.

Per poter accedere a informazioni e scadenze relativi agli enti locali occorre però inserire questo tra le aree di proprio interesse. La maggior parte dei Comuni hanno provveduto ad adeguarsi a tale nuova tecnologia in caso contrario, il comune non sarà tra quelli disponibili attraverso questo sistema. Gli avvisi e le notifiche degli enti locali disponibili sull’APP IO dipendono da cosa è stato attivato dal singolo Comune.

Cosa si può fare con l’App IO

Per ogni atto notificato dall’App è possibile accedere all’ente che ha emesso l’atto stesso, quindi non si avrà semplicemente a portata di mano una nota sintetica, ma l’intero atto. Inoltre dall’App sarà possibile effettuare il pagamento, infatti è abilitata per i pagamenti aderenti alla piattaforma Pago PA. Effettuare i pagamenti è molto semplice, infatti basta inquadrare con la camera del proprio smartphone il QR Code presente sul bollettino cartaceo, oppure inserire il codice del pagamento.

Nell’app sarà comunque disponibile lo storico di tutti i pagamenti effettuati.

Sia chiaro, l’App non viene utilizzata solo per la notifica degli oneri dovuti, infatti può essere utilizzata anche per accedere ad agevolazioni e benefici, ad esempio per attivare la Carta Giovani Nazionale è necessario avere questa App e da essa è possibile visionare la lista degli sconti e delle agevolazioni a cui è possibile accedere.

Per conoscere i dettagli della Carta Giovani Nazionale, leggi la guida: Carta Giovani Nazionale: cos’è, come richiederla e come usarla. Guida

L’APP IO consente di ricevere la notifica anche nel caso di scadenza della carta di identità, del Pass ZTL e delle domande per iscrizione al nido. Inoltre si potrà ricevere una notifica per un’eventuale allerta meteo, nel caso in cui siano disponibili nuovi documenti oppure se si è nei pressi di una ZTL. Ogni utente può inoltre inserire ulteriori scadenze che non sono presenti nella App IO ma che per lui sono importanti.

Ulteriori funzioni saranno implementate a breve.

 

Come avere l’App IO

L’APP IO può essere scaricata su smartphone e dispositivi Android e iOS. Per attivarla è però necessario essere in possesso di un codice di identità digitale, si può usare una CIE, oppure uno SPID. Dopo la prima identificazione è possibile accedere semplicemente digitando il proprio PIN oppure optando per il riconoscimento biometrico con uso di impronta digitale o riconoscimento facciale.

L’APP IO non ha avuto fin da subito successo, molto probabilmente per una certa diffidenza degli italiani verso la tecnologia e verso la Pubblica Amministrazione in genere. Con alcune iniziative gli italiani sono stati incentivati a scaricarla. Ad esempio con il Bonus Vacanze poteva essere richiesto attraverso la App. Inoltre, durante la crisi pandemica, è stata un modo per essere in contatto con gli uffici pubblici nonostante la loro chiusura al pubblico. Le grafiche, come si può notare dalla immagini allegate, sono intuitive e semplici e questo sicuramente è un ulteriore vantaggio.

Pagare bollette e versamenti con Cbill del circuito PagoPa: che cos’è e come si fa

Cbill è un sistema bancario innovativo che permette di pagare bollette e di effettuare versamenti alla Pubblica amministrazione utilizzando il servizio PagoPa. Si tratta pertanto di un canale di pagamento che mette d’accordo banche, imprese e Amministrazioni pubbliche. Il canale Cbill consente di semplificare i pagamenti perché si può utilizzare il servizio direttamente dall’area personale dell’Internet Banking.

Cosa si può pagare con Cbill?

Utilizzando il servizio innovativo Cbill si possono pagare le fatture, le bollette e le tasse. Il sistema consente i pagamenti in modo sicuro, semplice e veloce. Dall’area personale del proprio Internet Banking si possono pagare i bollettini di numerose Pubbliche amministrazioni, ma anche quelli delle imprese private. Il servizio consente inoltre di tenere tutto sotto mano, con la possibilità di poter avere in pochi istanti la ricevuta dell’avvenuto pagamento.

Il servizio di pagamento Cbill si trova nella propria area personale dell’Internet Banking?

Per poter verificare di avere accesso al servizio di pagamento Cbill è necessario scoprirlo nella propria area personale dell’Internet Banking. Per scoprire se la propria banca è attiva riguardo al servizio Cbill si può fare una ricerca nella Rete per nome della banca e codice Abi. In alternativa, sulla Rete si può scaricare l’elenco completo di tutte le banche che offrono il servizio Cbill e che aderiscono al servizio PagoPa. Con la ricerca della propria banca, è possibile verificare attraverso quali canali l’istituto offre questo servizio. Ad esempio, tramite Internet Banking, sportello o Atm.

Chi si può pagare con il servizio Cbill?

Per poter verificare che una Pubblica amministrazione o una impresa privata sia abilitata al pagamento attraverso il servizio Cbill, si può fare una ricerca in Rete. In questo caso è necessario inserire:

  • il nome;
  • oppure il codice Sia. Si tratta dei cinque caratteri alfanumerici (ad eccezione della lettera O di Otranto), che viene richiesto da una banca per conto di una società interessata. Una volta assegnato, il codice rimane associato alla società che può utilizzarlo a livello interbancario per propri flussi finanziari;
  • o, in alternativa, il codice fiscale del fatturatore.

Per semplificare la ricerca si può selezionare “PagoPa” o “Privati” a seconda che si tratti, rispettivamente, di una Pubblica amministrazione o una società privata.

Come utilizzare il servizio Cbill on line?

Per effettuare dei pagamenti on line è necessario verificare l’esistenza del logo Cbill oppure di quello del PagoPa sul bollettino. Con questi loghi si possono pagare gli avvisi emessi da molte Pubbliche amministrazioni che aderiscono al sistema PagoPa e di migliaia di imprese private aderenti a Cbill. Per utilizzare il servizio, è necessario accedere alla propria banca on line o all’app mobile. Se sul bollettino c’è il logo del servizio è dunque possibile procedere con il pagamento. Per molte applicazioni bancarie si può utilizzare il servizio selezionando “Pagamenti” o “Ricariche F24”. Una volta selezionato il pagamento, è necessario inserire il codice univoco e l’importo da pagare per poi confermare.

Servizio di pagamento Cbill, si paga?

Varie banche applicano delle commissioni sui pagamenti effettuati con il sistema Cbill. Per farsi un’idea, ecco quali sono le tipologie di costi che possono presentarsi e quali potrebbero essere gli importi approssimativi:

  • utilizzare Cbill via internet o attraverso l’applicazione mobile Internet Banking può costare interno ai 2,5 euro;
  • se ci si rivolge alla filiale si può procedere con l’addebito in conto corrente. In questo caso si pagano in media 3 euro;
  • il pagamento in cassa presso le filiali costa circa 5 euro;
  • il pagamento presso gli sportelli Atm abilitati al servizio costano in media 2 euro.

Come si possono fare i pagamenti alla Pubblica amministrazione con PagoPa?

Il servizio consente ai soggetti che accedano al servizio di pagamento Cbill di pagare direttamente dalla propria banca gli avvisi di pagamento emessi delle Pubbliche amministrazione con il sistema PagoPa. Cbill rappresenta proprio uno dei canali abilitati sul circuito PagoPa. In caso di avviso di pagamento da una Pubblica amministrazione, è necessario verificare che sull’avviso stesso sia presente il logo PagoPa. In questo caso, e se la propria banca è già attiva sul circuito, si può proseguire con il pagamento on line. Con Cbill si può pagare anche il bollo auto, entrando nella sezione apposita della propria area personale dell’Internet Banking e inserendo la propria targa.

Cbill, come possono utilizzare il servizio le aziende private?

Il servizio di pagamento Cbill può essere utilizzato anche dalle aziende private. Si possono far pagare i bollettini on line ai propri clienti attraverso il canale Cbill che permette di semplificare i versamenti e abbreviare i passaggi per l’operazione. Infatti, anche nel business privato, Cbill permette di utilizzare un’infrastruttura on line condivisa dalle banche. In questo modo, i clienti possono pagare le bollette attraverso le modalità a disposizione di Cbill, qualunque sia la banca di appartenenza.

Colf e badanti, come si calcola la tredicesima di dicembre e i contributi di fine anno?

Colf, badanti e lavoratori domestici a dicembre riceveranno la tredicesima mensilità. Ma non è solo quella l’unica rata che le famiglie datrici di lavoro devono versare. Infatti, il datore di lavoro entro i primi giorni di gennaio deve effettuare il versamento all’Inps dei contributi previdenziali a favore dei lavoratori relativi all’ultimo trimestre dell’anno. Vediamo nel dettaglio tutti i versamenti a favore dei colf e delle badanti.

Come si calcola la tredicesima a colf e badanti che va versata entro dicembre?

La tredicesima a colf, badanti e lavoratori domestici va calcolata e versata in prossimità del Natale o, in ogni modo, entro la fine del mese di dicembre. Per il calcolo è necessario rifarsi all’articolo 39 del Contratto nazionale di lavoro domestico. La tredicesima corrisponde esattamente a una mensilità aggiuntiva. E va calcolata sulla retribuzione globale del lavoratore incluse le indennità sostitutive di vitto e di alloggio, qualora il lavoratore conviva con la famiglia datrice di lavoro.

Come si calcola la tredicesima per un lavoratore domestico assunto da meno di un anno?

Se il lavoratore domestico è assunto da meno di un anno, è necessario riparametrare il calcolo della tredicesima sui mesi effettivi di lavoro durante l’anno. Pertanto, la famiglia datrice di lavoro deve versare al lavoratore tanti dodicesimi quanti sono i mesi in cui colf e badanti hanno lavorato nell’anno.

Calcolo della tredicesima a colf e badanti pagati a ore o mensile

Diverso è il calcolo nel caso in cui colf e badanti siano assunti con contratto a ore. In questo caso, si deve moltiplicare la paga oraria per il numero di ore che il lavoratore svolge durante la settimana. Il risultato va moltiplicato per 52 (che sono le settimane dell’anno) e infine dividere per 12. Nel caso in cui il lavoratore venga pagato mensilmente per il lavoro svolto, la tredicesima corrisponde esattamente a una mensilità normale.

Quando matura la tredicesima per un lavoratore domestico?

Diventa importante precisare che la tredicesima dei colf e badanti matura anche nel caso di assenze per:

  • infortunio sul lavoro;
  • malattia;
  • maternità;
  • malattia professionale.

In questi casi è necessario tener conto dei limiti dei periodi di conservazione del posto di lavoro e anche delle parti non liquidate dagli enti predisposti.

Versamenti Inps a colf e badanti ultimo trimestre dell’anno, entro quando la famiglia deve farli?

La famiglia datrice di lavoro deve effettuare i versamenti Inps dell’ultimo trimestre dell’anno a favore di colf, badanti e lavoratori domestici entro il 10 gennaio. In particolare, è questa la data per i versamenti Inps relativi ai mesi di ottobre, novembre e dicembre 2021. In caso di non rispetto di questa scadenza, il datore di lavoro subirà l’applicazione di sanzioni pecuniarie.

Avvisi PagoPa dall’Inps per il versamento dei contributi a colf e badanti

È l’Inps che invita tutte le famiglie datrici di lavoro a effettuare i versamenti con gli avvisi PagoPa. Negli avvisi Inps sono presenti il codice di avviso, quanto bisogna pagare, la data di scadenza entro la quale effettuare il pagamento e le istruzioni su come versare i contributi.

Come effettuare i versamenti dei contributi dell’ultimo trimestre dell’anno a favore di colf e badanti?

Il versamento dei contributi Inps a favore di colf e badanti dell’ultimo trimestre dell’anno può essere effettuavo in varie modalità. In particolare:

  • servendosi dei servizi telematici on line, attraverso il portale dei pagamenti disponibile sul sito dell’Inps;
  • attraverso gli uffici postali, le banche e gli altri istituti di pagamento che aderiscono al sistema PagoPa;
  • mediante il sistema bancario Cbill. Si tratta di un servizio offerto dalla banca presso la quale si ha un conto corrente, alternativo ai canali tradizionali, che permette ai cittadini e alle imprese di consultare e pagare online bollettini e avvisi di pagamento PagoPa.

Pagamento contributi ai lavoratori domestici, si possono ottenere due copie di ricevuta

Tutti i sistemi di pagamento sopra elencati relativi ai contributi da versare a favore dei lavoratori domestici permettono:

  • ai datori di lavoro di verificare che il pagamento sia stato effettuato;
  • a colf e badanti di ottenere l’accredito dei contributi sulla propria posizione lavorativa.

Per ogni versamento effettuato, si possono ottenere due copie di ricevuta del pagamento effettuato. Una delle due copie si può consegnare al lavoratore domestico.

Ricevuta di pagamento PagoPA: come si recupera?

PagoPA è una piattaforma digitale che consente all’utilizzatore di effettuare pagamenti verso, ma non solo, la Pubblica Amministrazione, il tutto in maniera intuitiva e trasparente. Ma entrando nel dettaglio: cosa si può pagare?

Cosa è possibile pagare con PagoPA

Attraverso PagoPA è possibile pagare tasse, tributi, utenze, rette, bolli, multe, sanzioni, ammende, canoni, quote associative e qualunque altra tipologia di pagamento verso le Pubbliche Amministrazioni che siano esse centrali o locali, incluse scuole, università, ASL. Ma, come già anticipato, permette di effettuare pagamenti anche verso altri soggetti, come le azienda a partecipazione pubblica e i gestori di servizi pubblici.

PagoPA, come recuperare la ricevuta di pagamento

In un mondo ormai volto tutto al digitale, nel quale si compiono tante operazioni in una misura tale e con una velocità da perderne il conto, può capitare che qualcosa ci sfugga. Nel caso specifico, cosa accade se non riesco a trovare la ricevuta di pagamento PagoPA?

Nessun problema, se il pagamento ha dato esito positivo. Infatti, nel caso si abbia bisogno di recuperare una ricevuta di pagamento PagoPA, è sufficiente rammentare che pagoPA invia un’email di conferma del pagamento andato a buon fine.

In ogni caso, spetta all’Ente creditore rendere disponibile la Ricevuta Telematica, ossia il documento certificante l’incasso del pagamento avvenuto. Solitamente, la RT viene inviata via email entro 24/48 ore, oppure, in via alternativa, è disponibile sul sito dell’Ente creditore.

A tal proposito e per fugare eventuale dubbi, se non si dovesse ricevere la RT nella propria casella email, è bene controllare che quest’ultima non sia piena. Lo step ulteriore, è verificare che l’email di conferma non sia arrivata nella cartella della posta indesiderata. Infine, è sempre da tener presente i tempi di invio, compresi tra le 24/48 ore.

Nel caso anche queste ulteriori verifiche non dessero l’esito sperato, è sempre possibile accedere al portale dell’Ente creditore e richiedere la ricevuta di pagamento previo inserimento del codice fiscale dell’intestatario dell’avviso e il numero del medesimo.

Se nonostante tutti i tentativi effettuati, non si recupera la ricevuta PagoPA, o più facilmente si trova il relativo file ma non si riesce a stamparlo, a questo punto, è assai possibile che il sito pagaonline dell’Ente creditore abbia un problema tecnico (di solito segnalato durante la ricerca) che rimanda ad un’ulteriore tentativo in un tempo successivo. In ogni caso, l’ultimo atto è sempre quello di contattare l’Ente presso il quale è stato effettuato il pagamento.

L’importanza della ricevuta PagoPA

La ricevuta di pagamento PagoPA è importante anche per tenere traccia dei propri pagamenti effettuati. Inoltre, rappresenta un elemento di prova in caso di eventuali controlli e, nella gran parte dei casi, essa attesta la chiusura della posizione debitoria.

Ricorda che quando si utilizza PagoPA per effettuare un pagamento attraverso i servizi online del tuo conto corrente bancario o postale, dovresti sempre trovare traccia del pagamento nella sezione “storica” delle transazioni.

La sicurezza di pagare con pagoPA

Se si parla di sicurezza, il suo livello nel caso di pagamento è garantito dall’aderenza alle normative di sicurezza stabilite dalla Payment Card Industry (PCI) e all’aderenza ai requisiti sulla Strong Authentication previsti dalla PSD2. In parole semplici, tutti gli istituti di pagamento aderenti al sistema PagoPA devono soddisfare i requisiti di sicurezza e di prevenzione delle frodi imposti dalla PSD e PSD2.

Può capitare che la propria banca non supporti pagoPA?

E’ da considerare un’eventualità rara, ma se dovesse accadere che la banca non supporti la piattaforma digitale PagoPA, non resta che utilizzare altri canali messi a disposizione da altri PSP, il cui elenco è disponibile all’interno della piattaforma.