Oua: bene le task force per smaltire i processi civili

Le task force per smaltire l’enorme mole dell’arretrato civile? “Una buona soluzione“. Così commenta il presidente dell’Oua, Organismo unitario dell’Avvocatura, Maurizio de Tilla la proposta avanzata nei giorni scorsi dal ministro della Giustizia, Paola Severino.

La Severino, in un’intervista alla Stampa aveva dichiarato: “Il nostro processo civile è un malato al quale abbiamo dedicato già molte cure, ma che ha bisogno di riceverne ancora. In questi mesi abbiamo già preso decisioni importanti. Ricordo il filtro in appello: in prospettiva ci permetterà di non accumulare più arretrati. Ma occorre anche aggredire l’arretrato esistente. Abbiamo già cominciato a ragionare con le categorie interessate, intendo i magistrati e gli avvocati, sulle possibili soluzioni. L’idea è creare delle task-force da dedicare ai fascicoli pendenti da più tempo“. Task force composte “da un magistrato e due avvocati. Abbiamo fatto delle simulazioni: se applicassimo 200 persone a smaltire le cause in appello che sono in attesa di decisione da oltre tre anni, calcolando 40mila sentenze l’anno, impiegheremmo cinque anni per azzerare l’arretrato complessivo“, aveva detto il ministro.

Secondo de Tilla, quindi, l’idea è buona, “purché – avverte – questi (gli avvocati, ndr) siano all’altezza del ruolo che gli si affida“. De Tilla spiega che “vanno fissati alcuni principi di fondo: l’indipendenza, la selezione e la retribuzione. Il primo punto è che gli avvocati entrino a fare parte delle task force devono lasciare la libera professione, cioè si devono sospendere dall’Albo. Ovviamente per fare ciò – aggiunge – devono essere retribuiti adeguatamente anche sotto l’aspetto previdenziale, perché non sarebbe giusto ignorare che sono iscritti alla Cassa forense. A quel punto sarebbe scongiurato il conflitto di interessi“.

Penso – conclude de Tillache si dovrebbe fissare per legge quali cause affidare alle task force e quali al giudice spacializzato. Non procedere solo con il criterio aritmetico dei tre anni di pendenza“. Però, “il ministero deve investire sul processo telematico. Se davvero si arrivasse al fascicolo virtuale, senza più il cartaceo, avremmo in breve tempo risparmi incredibili in termini di spesa e di efficienza“.

Il Cnf contro Paola Severino

Gli avvocati chiudono nei confronti del Governo: la riforma delle professioni, così come sembra sia stata approvata, non piace al Consiglio Nazionale Forense e, se il testo non verrà modificato, non sarà possibile nessun dialogo tra le parti.

Questo è, in sintesi, ciò che ha affermato Andrea Moscherin, consigliere segretario del Cnf, alla guida della delegazione dell’avvocatura al’incontro con Paola Severino, ministro della Giustizia.

Le parole di Moscherin sono state dure: “Senza lo stralcio della professione forense dal regolamento professioni e senza una legge di riforma approvata dal Parlamento vengono meno le condizioni preliminari per avviare un dialogo costruttivo con il Governo. Prendiamo atto della chiusura del ministro Guardasigilli su entrambi i fronti: chiusura irrispettosa dell’Avvocatura e delle prerogative del Parlamento”.

Ciò che non piace all’ Ordine degli Avvocati, ma, più in generale, a tutti i professionisti che attendono la riforma, sono i tempi, troppo lunghi, ma anche le condizioni, che non sembrano favorire una modernizzazione, invece necessaria.

Per questo, Moscherin ha dichiarato: “Il Cnf non considera perseguibile qualsiasi soluzione che sottragga di fatto alla discussione parlamentare la formazione dello Statuto dell’avvocatura affidandolo al governo, che per Costituzione può contribuire alla formazione delle leggi, ma non certo imporre i suoi contenuti al Parlamento e alle parti sociali”.

Vera MORETTI

Cassa forense apre al dialogo con Fornero e Severino

Alberto Bagnoli, presidente della Cassa forense, ha commentato l‘invito che il ministro del Lavoro ha rivolto agli enti previdenziali privati per discutere di previdenza in vista del prossimo 30 settembre 2012, termine per la presentazione al governo dei nuovi bilanci tecnici a 50 anni. “Apprezzo l’iniziativa presa dal ministro Fornero, e spero sia solo il primo passo di un cammino condiviso per affrontare le problematiche previdenziali dei professionisti”.

La stessa soddisfazione è stata espressa dal presidente della Cassa forense per le parole pronunciate dal ministro della Giustizia, Paola Severino, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario forense, quando ha manifestato la volontà di aprire un tavolo di consultazione con l’Avvocatura per affrontare le criticità della giustizia. “Vogliamo essere presenti ai tavoli di confronto per dare il nostro fattivo contributo affinchè le problematiche dell’Avvocatura e della sua previdenza siano affrontate parallelamente a quelle della giustizia: è solo attraverso il dialogo costruttivo -conclude Bagnoli- che si può sperare di trovare la soluzione migliore per tutelare presente e futuro dei professionisti”.

Il Cup chiede al ministro Severino di modificare la riforma delle professioni

Marina Calderone, presidente del Comitato unitario delle professioni (Cup), ha chiesto nell’incontro con il ministro della Giustizia, Paola Severino, di modificare diversi punti della riforma delle professioni.

Un appuntamento importante, anche alla luce del parere del Consiglio di Stato, che ha affrontato il tema della riforma delle professioni, mettendo in luce diverse criticità nei punti cardine del provvedimento, attualmente in discussione alla commissione Giustizia della Camera dei deputati.

“Un aspetto fondamentale su cui abbiamo espresso le nostre perplessità – ha detto Marina Calderone – è la formazione, concessa anche a non meglio definite associazioni professionali. Questa formulazione evasiva rischia infatti di ampliare i soggetti deputati a gestire la formazione, con il rischio di penalizzare i giovani praticanti”.

Tra gli altri punti critici, le conseguenze della normativa prevista per il tirocinio. “L’ulteriore previsione di un corso di formazione da effettuare nell’arco di un semestre, che sembra garantire una migliore preparazione teorica per il giovane, si traduce in realtà nell’impoverimento dell’esperienza tecnico-professionale che si può maturare in un contesto lavorativo”, ha continuato Marina Calderone.

“Al ministro Severino – ha ricordato – abbiamo chiesto di intervenire anche sull’obbligo dell’assicurazione di responsabilità civile per i professionisti, poiché, in questa specifica materia, la previsione delle associazioni tra professionisti come parti di convenzioni collettive si configura come un eccesso di delega”.

Un altro punto importante su cui si è soffermata la presidente del Cup nel corso del confronto con il ministro ha riguardato la modalità di gestione dei procedimenti disciplinari. Il Cup ha chiesto inoltre al ministro Severino di fornire una definizione migliore di professione intellettuale, poiché nel testo si fa riferimento “a una definizione eccessivamente ampia di professione regolamentata, qualificata come l’attività il cui esercizio è consentito a seguito di iscrizione in ordini, collegi, albi o registri ed elenchi tenuti da amministrazioni o enti pubblici, allorché l’iscrizione è subordinata al possesso di qualifiche professionali o all’accertamento di specifiche professionalità”. “E’ necessario eliminare – ha precisato – il riferimento a registri ed elenchi comunque tenuti da amministrazioni o enti pubblici, valutando meglio come precisare la nozione di professione regolamentata, per evitare che vengano fatte rientrare in questo ambito anche le associazioni professionali”.

Riconoscimento ministeriale per l’INT

Dopo diversi anni è stato firmato lo scorso 10 maggio dal Ministro della Giustizia Severino, il Decreto di concerto con il Ministro per le Politiche Europee, che inserisce l’Istituto Nazionale Tributaristi (INT) nell’Elenco dei soggetti che saranno chiamati a far parte delle conferenze di servizi per la predisposizione delle piattaforme comuni europee.

Un bel colpo per l’INT che, dopo avere superato positivamente il vaglio dell’esaminazione da parte del CNEL, dei Ministeri interessati e dei loro Uffici Legislativi è stato ritenuto a pieno titolo Associazione rappresentativa dei professionisti aderenti, legittimata a far parte delle conferenze di servizi.

Gongola il Presidente dell’INT Riccardo Alemanno: “Un’ulteriore conferma della serietà dell’INT e dei suoi iscritti. Pur non trattandosi di riconoscimento in senso stretto, il fatto che sia stato certificato dal Decreto che l’INT possiede una precisa serie di importanti requisiti, deontologici, strutturali e professionali è motivo di orgoglio per tutti gli iscritti […] . Un provvedimento importante che giunge in un momento di particolare difficoltà anche per gli studi professionali dei tributaristi, data la situazione economico-finanziaria del Paese, il Decreto rappresenta pertanto un giusto momento di soddisfazione per tutti noi, con l’augurio che professionisti seri e preparati, quali i tributaristi dell’INT, che null’altro chiedono se non di potere svolgere il proprio legittimo lavoro non siano ulteriormente oggetto di apprezzamenti poco edificanti, perché se da un lato sono legittime le differenti visioni del mondo professionale, dall’altro non sono più tollerabili i tentativi di delegittimazione dei tributaristi che sono parte importante del sistema economico-professionale del nostro Paese“.

Il Pat non teme la riforma del lavoro

di Vera MORETTI

Armando Zambrano, coordinatore del Pat (Professioni area tecnica) nonché presidente del Consiglio nazionale ingegneri, in occasione della riunione del Pat, ha dichiarato di non avere nulla da temere dalla riforma del lavoro, piuttosto la speranza che questa possa portare: “modifiche migliorative ai provvedimenti emessi dal governo per quanto attiene al mondo delle professioni“.

Nell’ambito di quell’incontro, è stata definita una proposta da sottoporre all’attenzione del ministro della Giustizia, Paola Severino, in vista dell’emanazione del decreto che riformerà gli ordinamenti delle professioni.

Si tratta di un documento che racchiude in sé tutte le novità introdotte negli ultimi mesi in materia di accesso ed esercizio delle attività professionali: libero accesso, formazione permanente continua, assicurazione per l’esercizio della professione, istituzione degli organi disciplinari, pubblicità informativa, ma anche società tra professionisti, compenso e preventivo della prestazione e tirocinio.

Ciò a cui mira Armando Zambrano sono “semplificazione, qualità della prestazione e tutela del committente in un processo riformatore che non può vedere le professioni come vittime, ma piuttosto come protagoniste“.

Marina Calderone dice no alle autoriforme

di Vera MORETTI

Sul tema delle riforme degli ordini professionali, Marina Calderone, presidente del Comitato unitario delle professioni e del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, si è mostrata ottimista, facendo riferimento agli stessi ordini professionali, dimostratisi sempre disponibili a “discutere di riforma nel rispetto di un settore vitale per l’economia italiana“.
La concertazione, dunque, viene indicata come la linea più giusta da seguire e da applicare, oltre alla riforma del lavoro, anche a quella delle professioni.

A tale proposito, poi, Marina Calderone ha ribadito l’urgenza di questi provvedimenti, e la determinazione nel coinvolgimento delle rappresentanze delle professioni “applicando i principi riformatori già approvati dal precedente governo e confermati da quello in carica“ .

Inoltre, Calderone ha anche voluto “bocciare” le eventuali intenzioni di “autoriforma” da parte delle categorie dei professionisti, senza lasciare diritto di replica: “Altro che autoriforma di cui si continua a leggere a sproposito. Gli ordini la loro parte l’hanno già fatta, depositando da tempo al ministero della Giustizia le riflessioni operative sulla riforma dei singoli ordinamenti. Ma sappiamo che il ministro Severino è molto attenta al tema“.

Ministro Severino: Abolire gli ordini? Mai detto

Ramoscello d’ulivo dal Governo al mondo delle professioni. Nell’audizione in commissione Giustizia al Senato sulle linee programmatiche del suo dicastero, il ministro della Giustizia, Paola Severino, torna sulla presunta volontà di abolire gli ordini professionali: “Nessuno ha mai parlato di abolizione degli ordini. Liberalizzare non vuole dire consentire a chiunque di svolgere la professione di avvocato, ma liberare gli ostacoli eccessivi all’esercizio delle professioni“, ha affermato.

Bisogna fare presto – ha aggiunto – perché non è rinviando una riforma che si risolve un problema“. “Il rasserenamento e l’apertura al dialogo – ha concluso – credo siano ottime strade“.

d.S.