Bando per le pmi abruzzesi

Le pmi abruzzesi sono al centro di un bando promosso da Regione Abruzzo che concede nuove risorse a favore della formazione continua nelle piccole e medie imprese del territorio.
Le pmi beneficeranno di un plafond di 4 milioni di euro a valere sul Fondo Sociale Europeo Piano Operativo 2012/13 e i contributi riguarderanno iniziative a favore dei lavoratori.

Due sono le linee di intervento, per poter favorire sia l’attuazione di percorsi formativi attinenti l’innovazione organizzativa, di prodotto e di processo, per il quale è prevista l’erogazione di 1 milione di euro, sia ad accrescere il capitale umano aziendale attraverso percorsi formativi rivolti a lavoratori, per il quale verranno stanziati 3 milioni di euro.

La cifra massima di finanziamento per le piccole imprese è di 50mila euro, mentre per le medie imprese l’importo sale fino a 100mila euro.

L’assessore Paolo Gatti ha presentato così il bando: “Quella odierna è la prima di una serie di iniziative, finanziariamente importanti, che da qui alla fine dell’anno metteremo in campo a favore del sistema economico abruzzese. La nostra azione di forte contrasto alla crisi economica si fonda su tre principali obiettivi: riqualificazione del capitale umano dei lavoratori abruzzesi, incentivi all‘occupazione in generale con particolare attenzione a quella giovanile e sostegno mirato all’ingresso nel mercato del lavoro delle donne, anche quelle professionalmente più qualificate. Oggi pubblichiamo il bando della terza edizione del progetto per la formazione continua delle imprese. Segno che è un programma che ha riscosso un vasto consenso dal parte del mondo imprenditoriale abruzzese”.

Le candidature potranno essere inviate dal 10 dicembre 2012 al 31 gennaio 2013.

Vera MORETTI

In Abruzzo l’imprenditoria rosa si fa in tre

di Alessia CASIRAGHI

La crescita è donna, almeno in Abruzzo. La Regione ha stanziato un fondo di intervento a favore dell’imprenditoria femminile, con un plafond da oltre 3 milioni di euro destinati alla aspiranti imprenditrici.

Il progetto è stato denominato, non a caso, La crescita è donna”: si tratta di un’ iniziativa promossa nell’ambito degli interventi previsti dal Piano Operativo 2009/10/11 del Fondo Sociale Europeo 2007/13.

L’iniziativa in rosa prevede tre diversi piani di intervento:

  • più imprenditrici, destinato alle aspiranti imprenditrici
  • più professioniste, rivolto alle titolari di imprese già avviate con possibile ruolo di “mentors”
  • Voucher Family, che prevede invece un sostegno ad hoc alle donne lavoratici allo scopo di favorire la conciliazione tra lavoro e famiglia

Lo scopo del progetto “La crescita è donna” è finalizzato a valorizzare il ruolo delle donne nell’economia della Regione Abruzzo, tenendo conto però anche dell’impatto che la crescita regionale può avere sull’industria nazionale e sulla crescita del Pil italiano.

“L’aumento del Pil in Italia può essere un obiettivo possibile solo se saremo capaci di portare la professionalità e l’entusiasmo delle donne nel perimetro del mercato del lavoro, della produzione, delle professioni – ha commentato l’assessore al Lavoro della Regione Abruzzo Paolo Gatti – consideriamo indispensabile l’apporto delle donne alla crescita del sistema Italia e del sistema Abruzzo”.

In Abruzzo la tradizione rappresenta il futuro

di Vera MORETTI

Tradizione ed artigianalità stanno vivendo una seconda giovinezza, almeno in Abruzzo.

Paolo Gatti, assessore al Lavoro della Regione Abruzzo, crede molto nella tradizione tessile ed artigianale della regione, anche perché, negli ultimi anni, ha saputo imporsi in modo convincente nel difficile settore della moda.
Vi dice niente Brioni? Per chi non lo sapesse, arriva proprio da là, e precisamente dalla provincia di Pescara.

Per combattere, inoltre, la spietata concorrenza cinese e vietnamita, ma soprattutto per difendere il patrimonio e la qualità del Made in Italy, sta per partire il corso triennale di Operatore dell’abbigliamento – Sarto confezionista di alta moda maschile, percorso formativo finanziato dalla Regione Abruzzo. Il corso si terrà presso la Fondazione ForModa, ente morale che ha lo scopo di promuovere e diffondere la cultura e il management delle imprese operanti nell’ambito della moda.

L’opportunità di frequentare questo corso sarà data a 15 allievi under 18, disposti ad imparare un mestiere che vanta un’importante tradizione nell’alta moda sartoriale artigianale.
Oltre alla possibilità di avviarsi verso una professione creativa e versatile, coloro che parteciperanno al corso sono coloro che, in possesso di licenza media ma usciti dal sistema scolastico, si trovano in condizioni di difficoltà e incertezza nei confronti del futuro.

Portare a termine il corso significherà, per gli studenti, ricevere la qualifica professionale di operatore di abbigliamento ma anche rientrare nel sistema dell’istruzione per il conseguimento del diploma quinquennale.
Ciò sarà possibile grazie agli accordi che la Fondazione ForModa ha stretto con gli istituti professionali Pomilio di Chieti e Bellisario di Avezzano.

Ma quali sono le materie previste per chi parteciperà al corso? Fondamentali saranno le conoscenze in fatto di merceologia applicata al settore, ma anche fondamenti di comunicazione, teoria della sartoria, storia dei costumi e della moda, inglese; linguaggio informatico e basi di disegno tecnico, fasi della lavorazione dei capi di abbigliamento; consistenza e valore di stoffe e accessori; tabelle delle varie taglie e funzionalità dei macchinari. Teoria, ma soprattutto pratica, dunque, perché si imparerà a cucire tasche, toppe, accessori, e molto altro; confezionare e applicare le tele del capo spalla; il collo e le maniche; confezionare il pantalone ed effettuare prove di vestibilità. E, ancora, riconoscere le criticità dei capi e rispettare i canoni manifatturieri/artigianali.

Dopo la formazione, la regione Abruzzo ha pensato di integrare il corso con un ulteriore percorso biennale, da farsi in un Its (istituto tecnico superiore), per garantire una specializzazione tecnica di alta qualità.

Paolo Gatti, a questo proposito, ha affermato: “mettere insieme il mondo della scuola e il mondo della moda, costruendo i percorsi sulle esigenze territoriali; per questo è logico puntare sulla moda a Pescara. Parliamo di alta professionalizzazione tecnica perché si presume che, dopo aver portato a termine il percorso, gli allievi abbiano un’alta formazione tecnica e, dunque, la certezza di occupazione. In questo modo, inoltre, le imprese hanno la possibilità di reperire professionalità competenti“.

L’Abruzzo punta sul rosa

Sono state rese note l’11 novembre scorso dall’Assessorato al Lavoro della Regione Abruzzo le graduatorie con l’elenco dei 153 soggetti aggiudicatari dei 12 milioni di euro del Fondo Sociale Europeo 2007/13 assegnati ai Progetti Fare Impresa e Autoimprenditorialità Femminile.

Si tratta di 61 progetti finanziati per favorire l’imprenditorialità femminile e che beneficeranno di un totale di 4,28 milioni di euro, mentre i 92 progetti finanziati dal bando “Fare Impresa” riceveranno risorse pari a 7,75 milioni di euro.

L’assessore al lavoro Paolo Gatti si è detto soddisfatto dell’esito di questi due bandi, dal momento che testimoniano l’investimento di ben 12 milioni di euro sul mercato imprenditoriale e del lavoro. Che, poi, le iniziative siano rivolte particolarmente alle donne è un segnale molto importante di considerazione e fiducia per un settore, quello delle imprese “in rosa” sempre più ampio e concorrenziale.

Sembra, inoltre, che la regione Abruzzo goda di buona salute per quanto riguarda l’occupazione e ciò è stato ribadito anche da Bankitalia, i cui dati hanno evidenziato in merito un notevole miglioramento. Ciò, dunque, fa ben pensare anche per il futuro, e, in questo caso, sembra quantomai attuale il detto: “Chi semina, raccoglie”, e l’Abruzzo ora si appresta a raccogliere i frutti di questa semina produttiva e lungimirante.

Vera Moretti

Fornaio, questo sconosciuto

Il pane tipico abruzzese? Una delizia, purché qualcuno lo prepari. Pare infatti che in Abruzzo ci sia una penuria di fornai che sta mettendo a rischio l’esistenza di uno dei prodotti tipici più apprezzati della regione. Secondo il presidente dell’associazione panificatori abruzzesi Vinceslao Ruccolo, sono almeno 100 gli artigiani che mancano all’appello, con gravi rischi per il settore; e il paradosso è che con questa nobile e antica professione si possono portare a casa fino a 3mila euro al mese. Certo, gli orari e il lavoro non sono dei più leggeri, ma in questi tempi di crisi chi non sarebbe disposto a sudare un po’ di più per avere la certezza di un reddito? Pochi, perché, secondo quanto ha dichiarato Ruccolo al Corriere della Sera, grande distribuzione e mancanza di manodopera sono i principali nemici della professione: “Come facciamo a combattere chi garantisce aperture domenicali e vende a prezzi ribassati il pane o addirittura se lo fa venire precotto dalla Puglia? Le istituzioni dovrebbero sostenerci maggiormente“.

Continua poi Ruccolo: “In Abruzzo sono tanti i forni artigianali che non trovano manodopera e il problema, che esiste da anni, ora si è accentuato. Un fornaio con la qualifica ottiene circa 2.500 euro netti al mese in busta paga. Uno stipendio che, con gli straordinari e la produttività, arriva facilmente a tremila. È vero che si lavora nelle ore notturne, di solito da mezzanotte alle otto, ma c’è anche chi finisce prima e inizia prima. Quasi sempre, invece, rispondono alle offerte di lavoro solo gli extracomunitari e, ultimamente, neanche quelli“.

Gli fa eco l’assessore regionale abruzzese alle Politiche del Lavoro Paolo Gatti: “È un retaggio del dopoguerra il fatto che i figli debbano essere per forza tutti diplomati o laureati e impiegati, possibilmente nella pubblica amministrazione. Bisogna superare i pregiudizi culturali legati a professioni considerate poco qualificanti. È vero, quello del fornaio è un mestiere duro ma, come accade anche per altre figure molto richieste, consentirebbe di avere uno sbocco lavorativo immediato e sicuro e uno stipendio non trascurabile”.

Secondo i dati forniti dall’associazione panificatori, in Italia i posti disponibili per gli aspiranti fornai sarebbero almeno quattromila: se sololo volessero…