Pensioni 2024, come cambieranno secondo la manovra

Le pensioni 2024 hanno delle novità rispetto a coloro che andranno in pensione quest’anno. Facciamo il punto della situazione a seguito della nuova manovra.

Pensioni 2024, arriva quota 104

Il Governo scende in campo con il testo della nuova manovra appena varato. Secondo quanto dice la stessa premier, Giorgia Meloni, si tratta di manovra con scelte di responsabilità. Le poche risorse a disposizione sono state destinate al taglio del cuneo fiscale, a favorire l’occupazione e la natività in Italia. Insomma una distribuzione di risorse per cercare di migliorare il benessere nel nostro Paese.

In merito alle pensioni non c’è una vera e propria riforma, perché per quella ci vorrà sicuramente più tempo. Tuttavia sono proposte delle nuove linee guida per andare in pensione nel 2024. La prima tra tutte è che spunta la quota 104, come sommatoria tra l’età pensionabile e i contributi versati, anziché quota 103 attualmente in vigore. Infatti, cambia il requisito dell’età anagrafica che aumenta a 64 anni anziché 62, mentre per quanto riguarda i contributi resta tutto invariato

La nuova soglia compare come nome di un articolo nell’indice della bozza della Manovra. “Non è Quota 104 piena – ha spiegato in conferenza stampa il ministro del’Economia, Giancarlo Giorgetti – c’è un meccanismo di incentivi per rimanere al lavoro”. Quindi per continuare a lavorare pur avendo un’età per mettersi a riposo.

Confermata la super- valutazione degli assegni

Confermata la super-rivalutazione per gli assegni bassi degli over 75  e l’indicizzazione del 100% all’inflazione per i trattamenti fino a quattro volte il minimo Inps. Di fatto le misure contenute nella manovra comporteranno una aumento dell’assegno dei pensionati di 1.279 euro l’anno, per i redditi fino a 28.000 euro. 

Mentre la rivalutazione sarà meno piena per i trattamenti molto alti e benefici limitati alle pensioni di importo non superiore al minimo Inps. Lo scopo è sempre quello di aiutare i pensionati con redditi più bassi attraverso un aumento diretto e un maggiore potere d’acquisto.

Pensioni 2024, addio ad opzione donna

Ape sociale e pensione donna vengono sostituiti da un unico fondo per la flessibilità in uscita. “Sempre sulle pensioni – ha affermato Meloni – interveniamo su alcune situazioni di squilibrio e abbiamo cominciato a dare un segnale sulle pensioni di cui non si è occupato nessuno”, cioè quelle interamente nel sistema contributivo.

Quindi il Governo ha eliminato il vincolo che impone a chi è nel contributivo di andare in pensione con l’età raggiunta solo se l’importo della sua pensione è inferiore a 1,5 la pensione sociale. “Secondo noi non è una misura corretta e lo abbiamo rimosso“, ha spiegato la premier. Infine la Premier ha aggiunto che non ci saranno emendamenti da parte della maggioranza, per l’approvazione da parte delle Camere, e procedere così in maniera più veloce all’attuazione della manovra.

 

Pensioni 2024, tutte le novità a breve introdotte

Il nodo pensioni resta sempre di primaria importanza, si sta cercando la quadra dei conti per poter confermare gli scivoli pensionistici, tra cui in primo luogo Quota 103 che consente di andare in pensione con il raggiungimento di almeno 62 anni di età e 41 di contributi. Ecco quali sono le anticipazioni del Governo sulle pensioni 2024.

Pensioni 2024, misure confermate e innovazioni

Non sono disponibili fondi per una riforma strutturale delle pensioni 2024 che consenta il superamento della legge Fornero, ad annunciarlo è il ministro Giorgetti che ha sottolineato che il deficit 2024 sarà tutto utilizzato per il taglio del cuneo fiscale, la riduzione delle aliquote Irpef da 4 a 3 e per gli adeguamenti all’inflazione.

Nonostante questo si sta cercando di non eliminare del tutto gli scivoli pensionistici.

Sembrano certe queste misure:

  • proroga Ape sociale;
  • proroga Quota 103;
  • proroga Opzione Donna;
  • silenzio assenso per il TFR versato nei fondi pensione;
  • leggeri aumenti per le pensioni minime  agli over 75.

Come cambiano le pensioni 2024

Per gli scivoli pensionistici tramonta l’ipotesi di una quota 41 disgiunta dall’età anagrafica.

Opzione donna dovrebbe essere confermata per le  lavoratrici “svantaggiate” sia del settore pubblico che privato con uscita a 58-59 anni e 35 di contributi e calcolo interamente contributivo dell’assegno. Proprio il calcolo contributivo rappresenta un ostacolo in quanto porta alla perdita di buona parte dell’assegno pensionistico e quindi è poco attraente.

Si conferma l’Ape Sociale con la possibilità di un ulteriore allargamento dei potenziali beneficiari.

Le pensioni minime dovrebbero essere ulteriormente aumentate, l’entità dipende dai fondi disponibili, ma solo per gli over 75, per gli altri scatta l’adeguamento normale previsto in caso di inflazione. Dovrebbe essere del 6%.

Leggi anche: Riforma pensioni, al via estensione di Opzione Donna e Ape Sociale

Misure per le pensioni dei più giovani

Particolare apprensione viene invece mostrata per i più giovani, cioè coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996 e che rischiano in futuro di avere una pensione non utile ad una vita dignitosa, sia a causa del calcolo con il criterio contributivo, sua a causa della discontinuità nei rapporti di lavoro. L’obiettivo in questo caso è facilitare l’accesso alla previdenza integrativa. L’idea è quella di aumentare la soglia delle deduzioni per i versamenti nei fondi pensione, a ciò si aggiunge la possibilità di ulteriori agevolazioni commisurate ai carichi familiari.

Saranno inoltre implementate e campagne pubblicitarie volte a far conoscere tutti i vantaggi del terzo pilastro del welfare, cioè la previdenza integrativa.