Alberto Bagnoli difende il patrimonio della Cassa forense

Si è appena svolto a Roma il X congresso della Previdenza forense, al quale è intervenuta, tra gli altri, Elsa Fornero, ministro del Lavoro.

Tra le tematiche “calde”, ha tenuto banco la crisi economica e le conseguenze negative che essa ha portato alla categoria e alla cassa professionale. Questo perché sono aumentati i problemi di carattere organizzativo e processuale, che non sembrano vicini ad una soluzione.

Sono stati analizzati anche la situazione politica attuale e gli interventi legislativi sulla professione forense e gli enti privati. A questo proposito, infatti, il governo ha deciso di apportare modifiche al sistema pensionistico, con la richiesta, rivolta alle casse private, di garantire una sostenibilità finanziaria a 50 anni allo scopo di mettere lo Stato al riparo da eventuali ripianamenti di futuri disavanzi.

Ma, utilizzando le parole di Alberto Bagnoli, presidente della Cassa forense: “le casse non si sono sottratte ai loro obblighi e varando una serie di modifiche regolamentari hanno superato il test della sostenibilità, un risultato che il ministro del Lavoro ha riconosciuto nell’ultimo incontro organizzato con i vertici delle casse. Eppure, sembra che al governo ancora non basti”.

Il problema del sistema pensionistico della cassa forense riguarda il numero degli iscritti, che ad oggi sono 162.820, con 25.397 che beneficiano della pensione, e che, pensando all’invecchiamento della categoria e all’ingresso nella categoria delle nuove generazioni, è destinato a salire.

La questione più annosa è dunque riuscire a garantire una pensione a tutti gli iscritti, ma, stando alle parole di Bagnoli, appare sempre più utopico.

Ora, in virtù della spending review, si chiede alle casse private un taglio alle spese intermedie del 5% nel 2012, i cui proventi finiranno dritti nelle tasche dell’Erario. Un’assurdità frutto di una norma che insiste in un errore evidente: quello di includere le casse private nell’elenco Istat delle pubbliche amministrazioni. Ma noi non ci arrendiamo e aspettiamo fiduciosi il pronunciamento del Consiglio di Stato in merito alla legittimità di questa classificazione, atteso per fine ottobre. Nel frattempo continueremo a fare quello che meglio sappiamo fare. Tutelare il futuro dei nostri associati“.

Vera MORETTI

Aumenta la spesa complessiva delle pensioni

Nel 2010 la spesa complessiva per prestazioni pensionistiche, pari a 258 milioni 477 mila euro, è aumentata dell’1,9% rispetto all’anno precedente; in diminuzione, invece, risulta la sua incidenza sul Pil (16,64% a fronte di un valore di 16,69% registrato nel 2009). Lo comunica l’Istat. Le pensioni di vecchiaia assorbono il 71% della spesa pensionistica totale, quelle ai superstiti il 14,9%, quelle di invalidità il 4,5%; le pensioni assistenziali pesano per il 7,9% e le indennitarie per l’1,7%. Il 47,9% delle pensioni è erogato al Nord, il 20,5% nelle regioni del Centro e il restante 31,6% nel Mezzogiorno. L’importo medio delle pensioni è pari a 10.877 euro, superiore di 237 euro rispetto al 2009 (+2,2%).

In totale i pensionati sono 16,7 milioni e percepiscono, in media, 15.471 euro all’anno. Il 14,4% dei pensionati riceve meno di 500 euro mensili; il 31% (5,2 milioni di individui) un importo tra 500 e 1.000 euro, il 23,5% tra 1.000 e 1.500 euro e il restante 31,1% più di 1.500 euro. Il 67,3% dei pensionati percepisce una sola pensione, il 24,8% ne percepisce due e il 6,5% tre; il restante 1,4% è titolare di quattro o più pensioni. Le donne rappresentano il 53% dei pensionati e percepiscono assegni di importo medio pari a 12.840 euro, contro i 18.435 euro degli uomini; il 54,9% delle donne riceve meno di mille euro, a fronte di una quota del 34,9% tra gli uomini. Il 48,5% dei pensionati ha un’età compresa tra 65 e 79 anni, il 22,3% ne ha più di 80; iI restante 29,1% ha meno di 65 anni.

Fonte: agenparl.it

Lombardia e Governo tecnico: chi è pro e chi contro

I primi mesi dell’esecutivo “tecnico” del Presidente del consiglio Monti passano, con riserva, l’esame degli imprenditori lombardi. Il 53,6% delle imprese promuove l’operato del governo, anche se la maggioranza (41,1%) lo ritiene “abbastanza positivo”. Gli scettici si fermano al 44,7%, con il 17% che  dà un giudizio decisamente negativo. E sulla riforma delle pensioni il 37,1% degli imprenditori lombardi la ritiene imposta dall’Europa. 1 imprenditore su 3 pensa sia comunque necessaria per reperire risorse finanziarie per il Paese e poco più di 1 su 4 crede possa rendere il Paese più moderno. Per 3 imprenditori lombardi su 5 sono meglio i tecnici oggi al governo piuttosto che i politici. È quanto emerge dall’indagine “Governo Monti, riforme e imprese”, realizzata dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza, che ha coinvolto circa 1000 imprese lombarde.

L’indagine per provincia l’operato di Monti e dei suoi ministri piace soprattutto a Bergamo e a Brescia: rispettivamente il 57,4% e il 59,6% degli imprenditori lo ritiene in qualche modo positivo. Il governo “tecnico” raccoglie meno consensi a Varese, a Como e a Monza e Brianza: rispettivamente il 50,6%, 46,9% e 47,2% lo “boccia” giudicandolo negativamente. Per 3 imprenditori lombardi su 5 sono meglio i tecnici oggi al governo in Italia piuttosto che i politici: dato che sale di più a Brescia, a Milano e a Monza e Brianza, dove rispettivamente il 4,8%, l’8,8% e l’8,9%  degli imprenditori preferirebbe un governo fatto di politici contro un dato medio regionale del 10,7%. È quanto emerge dall’indagine “Governo Monti, riforme e imprese”, realizzata dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza, che ha coinvolto circa 1000 imprese lombarde.

Fonte: camcom.gov.it

Milleproroghe: il decreto diventa legge

Gli emendamenti contenuti nel decreto Milleproroghe da oggi diventano legge: dopo la fiducia alla Camera, il maxi-emendamento ha ottenuto l’ok anche del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Il capo dello Stato ha sottolineato inoltre che la Corte costituzionale ha annullato alcune disposizioni del Milleproroghe 2011 (DL n.225/2010) per “estraneità alla materia e alle finalità”.

Ecco le principali novità contenute nel Milleproroghe 2012

Pensioni: i lavoratori in prossimità dell’età pensionabile che hanno ricevuto dalle aziende un incentivo all’esodo, che con la riforma rimarranno senza stipendio e senza pensione, potranno andare in pensione con il vecchio sistema pensionistico. La data dell’interruzione del rapporto con l’azienda e’ fissata entro il 31 dicembre 2011 compreso.
I lavoratori precoci, sino al 2017, potranno andare in pensione con 42 anni di contributi, anche se non avranno compiuto 62 anni di età. Nell’anzianità contributiva saranno conteggiati gli anni effettivamente lavorati, compresi maternità, leva militare, infortunio, malattia e cassa integrazione.

Lavoro: previste proroghe per le assunzioni e le graduatorie dei concorsi nella Pubblica amministrazione, sarà aperta una “fascia aggiuntiva alle graduatorie già esistenti per una limitata categoria di personale docente abilitato”.

Assicurazioni: le minusvalenze derivanti dalla svalutazione dei titoli di Stato non peserà sul patrimonio delle compagnie assicurative.

Sigarette: è previsto un innalzamento del prezzo dei tabacchi lavorati.

Scuola: rinviati al 2013 i tagli (50% rispetto alle risorse stanziate nel 2009) alla spesa per il personale della scuola degli enti locali.

Comuni: proroga di nove mesi per i Comuni sotto i 1000 abitanti per quanto riguarda il loro accorpamento e la costituzione in Unioni di Comuni.

Rimborsi elettorali: consentiti i rimborsi per le elezioni regionali in Molise dello scorso ottobre anche se le spese sono state notificate fuori dai termini previsti.

Vigili: possibili le nuove assunzioni a tempo determinato fino a tutto il 2013 per i vigili urbani nei comuni turistici durante i periodi di maggiore affluenza.

Agenzia delle Entrate: valida sino al 2012 la graduatoria del 2009 per l’assunzione dei funzionari all’Agenzia delle Entrate.

Sistri: prorogata l’entrata in vigore del Sistri (Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti) al 30 giugno 2012.

Vittime amianto: le erogazioni dei benefici previdenziali per coloro che sono stati vittima delle malattie provocate dall’amianto proseguiranno anche per tutto il 2012.

Design industriale e storico: ridotta a due anni la proroga della moratoria per la tutela del design industriale storico. La nuova data di scadenza prevista è per il 2014 e non più per il 2016.

Elsa Fornero dalla parte delle donne

di Vera MORETTI

La riforma del mercato del lavoro al quale sta lavorando il governo appronterà soluzioni efficaci per gli annosi problemi che affliggono il lavoro in Italia, primo fra tutti la scarsa partecipazione al mondo lavorativo da parte delle donne.

Questo è stato affermato dal Ministro del Lavoro e del Welfare Elsa Fornero durante il question time alla Camera di ieri, che ha specificato: “Intendo rimettere al centro il lavoro delle donne come segmento debole. Intendo prendere molto seriamente le politiche di conciliazione“, intesa, ovviamente , tra lavoro e impegni familiari, “ma vorrei evitare che ci si riferisse solo al lavoro delle donne. La conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di vita deve riguardare non solo le donne ma anche gli uomini”.

Il ministro Fornero ha inoltre affrontato l’argomento pensioni, facendo riferimento alla recente riforma, dicendo che “è indubbio che la riforma delle pensioni mira anche a sottrarre l’uso improprio del sistema previdenziale come ammortizzatore sociale“.
Ciò significa che, finora, il pensionamento anticipato riservato ai lavoratori più anziani era stato preso in considerazione soprattutto dalle imprese in difficoltà o in “ristrutturazione” e la nuova riforma vorrebbe evitare questo atteggiamento, per “cercare nuove soluzioni per gli anziani, che troppo spesso sono stati scaricati sul sistema pensionistico“.

Cala il potere d’acquisto del 10%

di Vera MORETTI

Alberto Morselli, segretario generale Filctem Cgil, chiamato ad esprimere un parere circa i rincari previsti per l’energia e le misure previste dal decreto “Salva Italia”, ha fatto pollice verso sui provvedimenti che, per risanare la situazione economica italiana, ricorrono alla leva fiscale.

Le sue parole, infatti, sono state molto dure al riguardo: “L’aumento dei costi energetici si va a sommare al differenziale, mediamente sul 30%, tra l’Italia e il resto dell’Europa. E’ un ulteriore aumento che va ad appesantire la bolletta energetica del nostro Paese per le imprese e per le famiglie. Sommando i vari aumenti, come il pedaggio autostradale e altri servizi, si calcola una perdita attorno al 10% del potere d’acquisto per un salario medio di lavoratori dipendenti”.

E ciò che preoccupa ulteriormente Morselli è che le aziende erogatrici dei servizi elettrici non sono più solo quelle municipalizzate. Con l’abbattimento del monopolio, infatti, se da una parte è stato possibile per molti italiani scegliere un’erogazione diversa, dall’altra non è possibile verificare l’esattezza e l’efficienza delle aziende private che hanno sostituito quelle “vecchie”, e ciò potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio.

Le società multi servizi italiane, ribadisce Morselli, sono, soprattutto al Nord, indipendenti e perfettamente autonome per quanto riguarda la gestione industriale, ma ne esistono alcune che necessiterebbero, invece, di un aiuto esterno. Il governo, dunque, viene chiamato ad intervenire in merito, “perché la gestione industriale sia la più efficiente possibile”.

Il segretario generale della Filctem Cgil, poi, affronta il problema delle pensioni,
che interessa in particolar modo i lavoratori precoci, pesantemente penalizzati dalla manovra di fine anno. Insomma, a Morselli il nuovo governo proprio non piace, e lo accusa di essere “non forte con i forti, ma forte con i deboli”.

La Camera dice sì alla manovra

di Vera MORETTI

Le Commissioni Bilancio e Finanze della Camera approvano la manovra con un testo che oggi arriverà in aula.

Tra le novità più importanti che hanno dato il via libera a quanto deciso dal Governo Monti, c’è sicuramente l’Ici, che dovrà essere pagata ma con una detrazione fino a 400 euro a seconda del numero di figli a carico.
Buone notizie anche sul fronte delle pensioni minime, lasciate intatte se sotto i 1.400 euro, mentre chi percepisce una pensione di oltre 200.000 euro subirà un “prelievo” del 15% dell’importo.

E’ stata cancellata, inoltre, la norma che spostava le liberalizzazioni al 2013. I pagamenti della pubblica amministrazione, pensioni comprese, saranno in contanti fino a 1.000 euro, ma non verrà pagata la tassa di 34 euro sui conti correnti sui conti correnti per depositi sotto 5.000 euro.

Monti ha risposto così a chi si aspettava la patrimoniale: “Non avevamo un tabù su questo, e per questo abbiamo chiesto ai nostri tecnici se era possibile tassare la ricchezza familiare a patire dai grandi patrimoni. Ci e’ stato risposto che avremmo potuto farlo solo dopo due anni di intenso lavoro per individuare le ricchezze, provocando nel frattempo una fuga di capitali“.

Anche se, considerando i provvedimenti che riguardano i beni di lusso, come le auto di grossa cilindrata, le imbarcazioni e gli aerei, se non è una patrimoniale, poco ci manca. E infatti il premier asserisce: “Abbiamo realizzato la patrimoniale possibile per l’Italia in questa fase“.

Fiducioso Monti per quanto riguarda le reazioni a questa manovra, giudicata da molti eccessivamente dura, anche se, secondo il presidente del Consiglio, non c’erano alternative.

In particolar modo, Mario Monti si è dimostrato volitivo e determinato a combattere l’evasione fiscale, uno dei mali dell’Italia, e il suo è un tentativo di cambiare la visione che gli italiani hanno del fisco e farlo diventare “non repressivo ma amico”.

Insomma, a chi condannava la manovra perché priva di equità, i Ministri hanno cercato di dare una risposta concreta, venendo incontro a chi, come i pensionati minimi e le famiglie numerose, avrebbero avuto difficoltà a fronteggiare ulteriori spese e tagli.

Basterà tutto ciò a placare gli animi di chi, nei giorni scorsi, ha manifestato e scioperato?

Ok alla manovra economica

Ok dal Consiglio dei Ministri alla manovra economica. Sarà un provvedimento da 30 miliardi. Il presidente del Consiglio Mario Monti è stato chiaro: “Siamo di fronte a una alternativa tra la situazione attuale, con i sacrifici richiesti e una situazione di uno Stato insolvente, di un euro distrutto magari per infamia dell’Italia“. E ha anche annunciato di rinunciare al proprio compenso di ministro e premier. Il ministro del Welfare Elsa Fornero parla di sacrifici e si commuove.

Queste le misure principali.

CASA. Arriva nel 2012 l’imposta municipale e riguarda anche “l’abitazione principale e le pertinenze della stessa”. l’aliquota ordinaria è dello 0,76%, per l’abitazione principale è ridotta allo 0,4%.

TRACCIABILITA’ DEI PAGAMENTI. La soglia è fissata a 1.000 euro.

IRPEF. L’aliquota sale al 46% sopra i 75mila euro fino al 2014, “in considerazione della eccezionalità della situazione economica internazionale e tenuto conto delle esigenze prioritarie di raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica concordati in sede europea”.

PENSIONI. Il blocco della rivalutazione rispetto all’inflazione per le pensioni di importo superiore al minimo di 467 euro varrà per il 2012 e il 2013. Per le pensioni tra i 467 e i 935 euro ci sarà una rivalutazione del 50% rispetto all’inflazione. Le minime avranno la perequazione totale.

IVA. Dall’1 gennaio 2013 le aliquote Iva del 10 e del 21% sono incrementate di 2 punti. Dal gennaio 2014 scatta un ulteriore aumento di 0,5 punti. Una clausola di salvaguardia che sostituisce il taglio lineare del 20% previsto nella precedente manovra per le agevolazioni fiscali.
 
SOPPRESSIONE ENTI. Cancellati Inpdap ed Enpals, le loro funzioni sono attribuite all’Inps, che succede in tutti i rapporti attivi e passivi degli Enti soppressi.

TAGLI ALLE AUTHORITY, DA ANTITRUST A CONSOB. Dalla Consob all’Antitrust è previsto un calo del numero dei componenti.

LIRA. Prescrizione anticipata delle lire in circolazione: Le banconote, i biglietti e le monete ancora in circolazione si prescrivono a favore dell’Erario con decorrenza immediata per essere riassegnate al Fondo ammortamento dei titoli di Stato.

AUTONOMI E AGRICOLTORI. Dal primo gennaio 2012 le aliquote contributive pensionistiche di finanziamento e di computo delle gestioni pensionistiche di artigiani e commercianti iscritti alle gestioni autonome dell’Inps sono incrementate di 0,3 punti percentuali ogni anno fino a raggiungere il livello del 22%. Sempre dall’1 gennaio le aliquote contributive pensionistiche dei coltivatori diretti, mezzadri e coloni iscritti alla relativa gestione autonoma dell’Inps sono rideterminate.

IRAP. Le imprese potranno dedurre dall’Ires e dall’Irpef la quota di Irap “relativa alla quota imponibile delle spese per il personale dipendente e assimilato”.
 
BANCHE. Il ministero dell’Economia “fino al 30 giugno 2012 è autorizzato a concedere la garanzia dello Stato sulle passività delle banche italiane, con scadenza da tre mesi fino a cinque anni, o a partire dall’1 gennaio 2012 a sette anni per le obbligazioni bancarie garantite”.
 
PENSIONI AUTONOMI. I lavoratori autonomi andranno in pensione dal 2012 a 66 anni e sei mesi. Le lavoratrici autonome a 63 anni e sei mesi. Per chi esce in pensione anticipata prima dei 63 anni di età dal 2012 avrà una penalizzazione sulla quota liquidata con il retributivo del 3% per ogni anno di anticipo nell’accesso al pensionamento prima dei 63 anni di età.

SUPERBOLLO. Superbollo per le auto di potenza superiore ai 170 chilowatt: l’addizionale erariale sarà “pari a euro 20 per ogni chilowatt di potenza del veicolo superiore a 170 chilowatt”.

FARMACI. Liberalizzalizzazione per i farmaci di fascia ‘C’ che saranno venduti anche nelle parafarmacie e nuove regole per l’apertura di nuove farmacie.

Pensioni: da gennaio sistema retributivo addio

Dal primo gennaio 2012 la rendita di chi lascia il lavoro sarà calcolata con il sistema contributivo. Addio quindi al sistema retributivo per le pensioni degli italiani, è la proposta avanzata dal nuovo Ministro del Welfare Elsa Fornero.

Ma cosa significa il passaggio da un sistema retributivo ad uno contributivo? In pratica le pensioni non verranno più calcolate garantendo il reddito ottenuto nell’ultima parte della carriera lavorativa del contribuente, ma attraverso un sistema – meno vantaggioso ma più equo – con cui si riceverà in proporzione di ciò che si è versato. Do ut des, insomma, in cui ad essere favoriti saranno coloro che resteranno più a lungo al loro posto di lavoro.

Come funziona il sistema contributivo? Il contribuente dipendente verserà il 33% del suo stipendio ogni mese (nel caso di un lavoratore autonomo la quota scenderà al 20%).

I contributi versati subiranno poi, a fine carriera, una rivalutazione in base all’andamento quinquennale di Pil e inflazione: in pratica più saliranno questi parametri, maggiore sarà la rendita ricevuta. Il calcolo non finisce però qui. Al momento della pensione, al capitale accumulato verrà applicato un coefficiente calcolato in base all’età in cui ci si ritira dal lavoro: più alta l’età, più alto il coefficiente. Quindi, chi deciderà di andare in pensione prima subirà una riduzione proporzionale nella futura busta paga.

Il nuovo sistema entrerà in vigore il 1 gennaio 2012, ma solo per coloro che nel 1996 avevano un’anzianità di servizio inferiore ai 18 anni. Fra questi vanno distinte tre categorie:

  • coloro che lavoravano già nel 1996 vedranno applicarsi un sistema misto, ossia retributivo per gli anni lavorati prima del 1996, e contributivo per quelli successivi
  • coloro invece che hanno firmato il primo contratto di lavoro dopo il 1996 vedranno applicarsi alla loro pensione unicamente il sistema contributivo
  • continueranno invece ad avere la pensione calcolata in base al sistema retributivo coloro che nel 1995 avevano già compiuto i 18 anni di anzianità o oltre

Il sistema retributivo, in ogni caso, sparirà completamente nel 2030.

Alessia Casiraghi

Acconto Irpef più leggero

Buone notizie per gli italiani. L’acconto Irpef che si dovrà versare entro mercoledì 30 novembre sarà pari all’82% e non al 99%. Lo ha satbilito il decreto del presidente del Consiglio che prevede il differimento del versamento del 17% dell’acconto Irpef dovuto per il periodo d’imposta 2011. Di conseguenza, l’acconto Irpef dovuto entro mercoledì 30 novembre ammonterà all’82% anziché al 99% e la differenza sarà versata a giugno del 2012.

Ai contribuenti che hanno già effettuato il pagamento dell’acconto pari al 99 per cento, spetta un credito d’imposta pari alla differenza pagata in eccesso, che va utilizzato in compensazione con il modello F24. A chi ha utilizzato l’assistenza fiscale, i sostituti d’imposta tratterranno l’acconto applicando la nuova percentuale dell’82%.

Se è già stato già effettuato il pagamento dello stipendio o della pensione senza considerare la riduzione, i sostituti d’imposta restituiranno nella retribuzione erogata nel mese di dicembre le maggiori somme trattenute. Nel caso in cui i sostituti d’imposta non possano riconoscere la riduzione dell’acconto sulle retribuzioni di dicembre 2011, gli stessi dovranno comunque restituire le maggiori somme trattenute nella retribuzione successiva.