Bando per le pmi padovane finanziato da Unicredit Banca

E’ stata sottoscritta una convenzione tra la Camera di Commercio di Padova e Unicredit Banca con la quale viene messo a disposizione un fondo rotativo di € 5.000.000 destinato a fornire a costo zero la provvista alla Banca che dovrà gestire su tutto il territorio provinciale finanziamenti a micro e piccole imprese padovane, che siano in regola con il pagamento del diritto annuale camerale, a fronte di crediti scaduti vantati nei confronti di Comuni italiani soggetti al Patto di stabilità.

E’ possibile partecipare al bando fino al 31 dicembre 2013, ma è facoltà della Camera di Commercio decretare con provvedimento dirigenziale la chiusura anticipata del bando in caso di esaurimento dei fondi a disposizione.
Ad accedere al fondo sono le micro e piccole imprese che abbiano meno di 50 dipendenti e un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro e che:

  • non siano in stato di liquidazione e che non siano sottoposte ad alcuna procedura concorsuale;
  • abbiano sede legale e/o operativa nella provincia di Padova;
  • abbiano crediti scaduti vantati nei confronti dei Comuni italiani soggetti al Patto di stabilità;
  • siano iscritte al Registro delle Imprese di Padova ed in regola con il pagamento del diritto annuale camerale.

Le domande vanno presentate compilando la modulistica che si trova al link della Camera di Commercio di Padova e consegnate alle filiali di Unicredit Banca della provincia di Padova.

Condizioni del Fondo:

  • Finanziamento con unica rata alla scadenza
  • Durata 12 mesi
  • Rimborso in unica soluzione
  • Importo non superiore a € 40.000 per ogni singola impresa
  • Tasso zero e nessuna spesa di istruttoria
  • Nessuna penale, onere o spesa per estinzione anticipata.

Per un’eventuale richiesta di importo superiore a € 40.000, Unicredit Banca, in aggiunta al Fondo promosso dalla Camera di Commercio, si impegna a mettere a disposizione per le medesime finalità propri fondi aggiuntivi destinati all’erogazione alle imprese beneficiarie del Fondo di finanziamenti per lo smobilizzo della quota parte dei crediti eccedenti la soglia di € 40.000.

Le condizioni applicate a tali finanziamenti sono le seguenti:

  • Durata: 12 mesi, ferma l’estinzione anticipata in caso di pagamento da parte del Comune
  • Tasso: Euribor 12 mesi + spread 3,5% fisso per tutte le classi di rating
  • Commissioni/Spese:Nessuna spesa di istruttoria
  • Estinzione anticipata: zero
  • Rata unica alla scadenza (bullet) dei 12 mesi

Vera MORETTI

Ubi Banca: 37 milioni per le imprese di Assolombarda

 

UBI Banca ha stanziato un plafond del valore di 37 milioni di euro da destinarsi alle piccole e medie imprese associate ad Assolombarda.

L’iniziativa è un passo in avanti del progetto “T2 Territorio per il Territorio” partito lo scorso ottobre con l’emissione di 20 milioni di obbligazioni destinate alla piccola e media imprenditoria. Il nuovo plafond di 37 milioni di euro è destinato all’erogazione di finanziamenti volti a supportare la realizzazione di programmi di sviluppo, di rete di impresa, di ricerca ed innovazione tecnologica ed internazionalizzazione. L’obiettivo è quello di sostenere, attraverso l’erogazione di finanziamenti, le aziende che aderiscono alla più importante associazione territoriale del sistema Confindustria.

Non solo: il contributo messo a disposizione da Ubi Banca dovrà servire alla creazione di nuovi posti di lavoro e alla riqualificazione professionale dei dipendenti delle imprese associate ad Assolombarda.

Ciascuna impresa, purchè associata ad Assolombarda, potrà fare richiesta di un finanziamento di importo compreso tra i 25.000 e i 500.000 euro, della durata massima di 48 mesi. Il termine ultimo per fare richiesta del contributo è il 31 maggio 2013, salvo esaurimento anticipato del plafond.

Per maggiori informazioni sui termini e le condizioni dei finanziamenti è possibile consultare il sito di Ubi Banca.

 

Alessia CASIRAGHI

 

C’era una volta la scheda carburante…

C’era una volta la scheda carburante. Utile, per carità, ma che lavoro! L’utilizzatore doveva ricordarsi, a ogni pieno, di toglierla dal cassettino portaoggetti dell’auto, portarla al gestore della stazione di servizio, farla timbrare, datare, sottoscrivere… E se poi a fine mese mancava un timbro? Panico. Vai a caccia dello scontrino, non lo trovi, aiuto, come giustifichi questo pieno di 3 settimane fa?

Ora sono arrivate le carte petrolifere e la vita di chi le utilizza è letteralmente cambiata, anche e soprattutto quella di chi, prima, non aveva un’offerta pensata ad hoc: piccole aziende, liberi professionisti, artigiani, possessori di partita Iva. Per loro, infatti, TotalErg ha studiato una carta specifica, Carta voil@’, che unisce i vantaggi dell’utilizzo pratico alla comodità di una rendicontazione fiscale chiara e semplice, necessaria per chi, come i liberi professionisti e i piccoli imprenditori, ha già tante incombenze cui far fronte ogni giorno. Alla gestione degli aspetti aziendali legati ai carburanti, pensa in toto Carta voil@’.

Si parlava di vantaggi: sconto di 2 cent/litro sul prezzo esposto alla pompa presso la Stazione di Servizio TotalErg scelta e associata alla Carta dal Cliente (prezzo esposto alla pompa sulle altre Stazioni di Servizio TotalErg); richiesta massima di 3 Carte; plafond complessivo mensile di 1.200 euro, per tutte le carte associate a un’unica azienda o al professionista; eliminazione del contante e delle schede carburante con addebito tramite RID; fatturazione mensile con dilazione di pagamento a 20 giorni data fattura e rendicontazione delle spese tramite fattura elettronica.

Ma la voce migliore che può raccontare vantaggi e utilizzi di Carta voil@’ è quella del gestore di una stazione di servizio TotalErg. Come, per esempio, Fabio Mastrogiovanni, 45 anni, titolare della stazione di servizio di via Toti a Lissone, a due passi da Monza. Una stazione storica, sul territorio dal ’69, prima con il padre di Mastrogiovanni e ora con lui. Una zona, quella della Brianza, nella quale la “densità” di artigiani, professionisti, piccole aziende è altissima; una zona fatta apposta per Carta voil@’. “Devo ammettere – dice Mastrogiovanniche da alcuni anni ‘spingo’ per l’utilizzo delle carte petrolifere da parte dei miei clienti, tra cui ci sono moltissimi artigiani e professionisti della zona. Ora che TotalErg ha lanciato Carta voil@’, mi viene ancora più facile questo lavoro di promozione“. Ma, si sa, l’artigiano spesso è sospettoso rispetto alle novità… “Non è il caso dei miei clienti – dice ancora Mastrogiovanni: una volta che spiego loro il funzionamento della carta, la comodità della rendicontazione, il fatto che non devono più usare timbri, ci mettono poco a passare a Carta voil@’“.

L’importante è spiegare bene tutto. “Sono del parere – continua Mastrogiovanniche bisogna far percepire ai clienti i meccanismi con cui funziona la carta, spiegarli con calma e chiarezza e, soprattutto, far capire loro che adesso, anche tramite call center e internet, la procedura di sottoscrizione e di gestione è facile e rapida. Una volta che lo capiscono, e non è difficile, i vantaggi di Carta voil@’ sono così tanti che la sottoscrizione arriva abbastanza facilmente“. Anche perché, un artigiano ha già molti aspetti legati al suo lavoro cui pensare tutti i giorni e magari non disdegnerebbe non avere pensieri almeno sui carburanti. “È quello che dico ai miei clienti – conclude Mastrogiovanni: se dai ogni mese la scheda carburante al tuo commercialista, deve fare le somme, calcolare Iva, detrazioni, deduzioni… Con la fattura di Carta voil@’ è tutto fatto in automatico: risparmiate tempo e soldi in due“.

Carta voil@’, il pieno è servito

Abbiamo visto nei giorni scorsi quali sono le carte petrolifere più diffuse in Italia. Una scelta, quella della carta petrolifera, vantaggiosa anche e soprattutto per chi ha una piccola impresa o è professionista a partita Iva: per questa tipologia di Clienti ci sono poche compagnie petrolifere che hanno pensato a prodotti ad hoc.

Una di queste è TotalErg, che propone la Carta  voil@’ per piccole aziende, Liberi Professionisti, possessori di Partita Iva.

La Carta voil@’ offre vantaggi immediati:

sconto di 2 cent/litro sul prezzo esposto alla pompa presso la Stazione di Servizio TotalErg scelta e associata alla Carta dal Cliente (prezzo esposto alla pompa sulle altre Stazioni di Servizio TotalErg); richiesta massima di 3 Carte ; plafond complessivo mensile di 1.200 euro, per tutte le carte associate a un’unica azienda o al professionista; eliminazione del contante e delle schede carburante con addebito tramite RID; fatturazione mensile con dilazione di pagamento a 20 giorni data fattura e rendicontazione delle spese tramite fattura elettronica.

Oltre a questi, anche i vantaggi fiscali che derivano a un professionista o a una piccola impresa dall’utilizzo di una carta petrolifera sono tanti, come conferma il Dott. Giovanni De Lorenzi, commercialista ed esperto contabile in Padova: “Le carte petrolifere consentono al soggetto che ha la partita Iva di evitare la compilazione della scheda carburante per la deducibilità del costo e la detraibilità dell’Iva. Con periodicità generalmente quindicinale, infatti, l’ente gestore della carta petrolifera emette la fattura relativa all’acquisto del carburante. Si tratta senz’altro di uno strumento molto più agevole rispetto alla scheda carburante, che deve essere compilata ogni volta che il soggetto con partita Iva deve fare rifornimento: si evitano errori nella somma degli importi e nello scorporo dell’Iva stessa“.

Uno strumento che offre maggior sicurezza anche in caso di verifiche fiscali: “Per l’Amministrazione Finanziaria – prosegue il dott. De Lorenzila fattura rappresenta un documento più attendibile rispetto alla scheda carburante, che può essere soggetta a false annotazioni di rifornimento“.

Tutto chiaro. Ma in che misura e con quali modalità il Professionista o la piccola impresa possono detrarre/dedurre Iva e costi dei rifornimenti effettuati? “La deducibilità del costo del carburante e la detraibilità dell’Iva – afferma il Dott. De Lorenzisono collegate all’utilizzo dell’automezzo come bene strumentale o  promiscuo nell’attività propria dell’impresa. Per un professionista o una piccola impresa le autovetture si considerano beni a uso promiscuo; pertanto la deducibilità dei costi inerenti all’autovettura e la detraibilità dell’Iva relativa è limitata, con percentuali che variano a seconda dei soggetti“.

Soggetti tutti, potenzialmente, utenti della Carta voil@’ di TotalErg. “Fino al 31 dicembre 2012 – dice il Dott. De Lorenzi, per un agente di commercio, con la logica che l’autovettura è dedicata prevalentemente all’attività lavorativa, i costi sono deducibili dal reddito per l’80% e l’Iva può essere detratta al 100%; per i liberi professionisti (ingegneri, geometri, architetti, avvocati, commercialisti…) i costi sono deducibili per il 25% e l’Iva può essere detratta per il 40%“.

Facciamo un esempio, per capire come funziona dal punto di vista pratico. “Un libero professionista – spiega De Lorenzimatura ricavi nell’anno 2012 per 10mila euro + 2100 di Iva e sostiene costi di acquisto per il carburante per 1000 euro + 210 di Iva. L’Iva sull’acquisto del carburante può essere detratta dall’Iva sulle vendite per 84 euro (210 x 40%). Il libero professionista, pertanto, versa allo Stato Iva per 2016 euro (2100 – 84). L’Iva sugli acquisti non detraibile, pari a 126 euro (210 – 84) diventa un costo che può essere dedotto dal reddito per la quota del 25%. I costi deducibili dal reddito ammontano a quindi 281,50 euro e sono dati da 250 euro (1000 x 25%) + 31,50 (126 x 25%). Il libero professionista paga così le imposte su un reddito di 9.718,50 euro (10mila – 281,50)”.

Oltre a essere pratica e vantaggiosa in termini di utilizzo, la Carta voil@’ di TotalErg è dunque un “pannello di controllo” fiscale per il Professionista e la piccola impresa, utile a tenere sotto controllo spese, detrazioni e deduzioni di una voce di costo importante quale quella di carburanti. E di questi tempi, non è cosa da poco.

Si ringrazia il dott. Giovanni De Lorenzi, dottore commercialista ed esperto contabile in Padova

Unicredit e Regione Veneto: nuovi mercati per le imprese

 

Parola d’ordine internazionalizzazione: UniCredit e Veneto Innovazione, la società della Regione del Veneto per la diffusione dell’innovazione, hanno sottoscritto nei giorni scorsi un protocollo d’intesa che ha lo scopo di individuare e sostenere le piccole e medie imprese del territorio in processi di internazionalizzazione, per allargare il proprio bacino d’utenza sui mercati esteri. Un accordo che punta soprattutto all’individuazione di opportunità per lo sviluppo internazionale delle imprese del territorio veneto.

In particolare, a Veneto Innovazione sarà chiesto di individuare i settori e le aziende che possano essere interessate al progetto, mentre l’istituto di credito milanese offrirà il supporto logistico e servizi su misura per le aziende coinvolte nel progetto.

UniCredit si impegnerà a favorire le opportunità di business delle imprese, attraverso le proprie strutture e relazioni commerciali con i Paesi in cui è presente, assistendo le imprese a sostenere i processi di penetrazione nei mercati presidiati” ha sottolineato Claudio Aldo Rigo, Responsabile Territorio Nord Est UniCredit.

In questa fase turbolenta dell’economia mondiale ritengo che Veneto Innovazione possa svolgere un ruolo importante a sostegno del sistema imprenditoriale veneto – ha proseguito Raffaele Zanon,  Presidente di Veneto Innovazione  – in particolare le aziende devono puntare sull’innovazione per rimanere competitive sui mercati nazionali e stranieri. E’ ancora più importante guardare fuori dal proprio contesto locale”.

Alessia CASIRAGHI

Facce da Smau

Sì, lo sappiamo, Smau è finito da 15 giorni. Vero, siamo stati media partner ma, direte voi, perché continuare a pubblicare i video e le interviste che avete girato in fiera? Ve lo diciamo noi. Perché dopo tanti contributi di spessore provenienti dal mondo dell’impresa, delle start up, della tecnologia, ora vogliamo dare spazio alla gente che nella tre giorni di Smau ha popolato gli stand della fiera.

Facce da Smau. Visitatori, espositori, hostess, tutto un popolo della tecnologia che a Smau 2012 ha cercato innovazione e fermento, software e relazioni, business e idee. Un popolo che, insieme agli espositori e agli organizzatori, ha contribuito al successo della manifestazione. Ecco il video.

Banca e impresa, prove di dialogo online

di Davide PASSONI

Da qualche settimana a questa parte, Bnl spinge la comunicazione pubblicitaria sulla propria iniziativa Mestiere Impresa. Radio, tv, internet, affissioni, con messaggi nei quali passano le storie di piccoli imprenditori “veri” che raccontano di come hanno potuto sviluppare il proprio business grazie al supporto della banca. Niente da dire, gli spot sono ben fatti e i 6 video che raccontano altrettante storie d’impresa, ancora meglio: nulla di strano se alle spalle ci sono Tbwa\Italia e Shootin’Gun. Però… Però la voglia di capirne di più ci è venuta; del resto, tutti i giorni noi di Infoiva scriviamo d’impresa, parliamo con gli imprenditori e sappiamo quanto, in questo momento, per molti di loro i rapporti con le banche siano tutt’altro che rilassati… Possibile che per Bnl e le sue imprese clienti sia tutto rose e fiori? Che strategie commerciali ci sono dietro all’iniziativa? Insomma, viva le storie d’impresa ma, alla fine… Bnl che cosa vuole venderti?

Nulla. Siamo noi che, come al solito, pensiamo male, pare. Dall’ufficio stampa di Bnl precisano subito che Mestiere Impresa nasce come una “piattaforma” realizzata per aprire un canale di sostegno e di relazione con l’impresa: quello che la banca fa normalmente, ci dicono. Il passaggio in più è la creazione di una via di comunicazione strutturata, nella quale alcuni esperti (per ora interni a Bnl, poi anche esterni) possono rispondere alle domande che l’imprenditore pone attraverso la rete. Domande molto pratiche, di business, per le quali ci si aspettano risposte pratiche, di business. Il fine di Mestiere Impresa non è vendere un prodotto ma aprire un canale privilegiato di ascolto, comunicazione e confronto tra banca e impresa. Anche verso aziende non clienti di Bnl nonostante, per ovvi motivi, i protagonisti dei video siano clienti dell’istituto.

Delusi? No, stupiti. Perché, come detto, quando si parla di rapporto banche-imprese siamo portati a pensare male e l’uscita di Mestiere Impresa, in un momento delicato come l’attuale, ci sembrava un’operazione “simpatia” messa in campo da un grosso istituto di credito per reagire a un clima di diffidenza e sfiducia che caratterizza le banche agli occhi delle aziende. Del resto, sono molti gli istituti di credito che hanno delle business unit dedicate specificamente alle piccole imprese con a portafoglio prodotti finanziari ad hoc, salvo poi applicare delle condizioni molto pesanti, quando non proibitive, per l’accesso al credito. E invece no, da Bnl ci invitano a mettere da parte la malizia e a pensare a Mestiere Impresa solo come a “un luogo virtuale, ma con l’obiettivo reale e concreto di offrire agli imprenditori informazioni ed aggiornamenti, appuntamenti di loro interesse e tutto quello che può essere utile per renderli sempre più consapevoli anche per affrontare le sfide che il mercato italiano e quelli internazionali presentano loro quotidianamente“. Già la qualità dei video (non certo realizzabili in pochi giorni) fa capire che il progetto era in gestazione da tempo.

Bene, tutto molto chiaro. Ma, a fronte di 6 storie “a lieto fine”, quanti saranno gli imprenditori che con la banca hanno avuto problemi più o meno grandi e si sentiranno in dovere di dire la loro, sul sito o nei forum, contestando la linea editoriale di Mestiere Impresa? Accontentare tutti è impossibile, nella vita come nell’impresa. Un consiglio amichevole a Bnl; si attivi in maniera seria anche su questo fronte, come ha fatto con profitto su quello della promozione dell’iniziativa: un solo feedback negativo può fare più danni di quanti benefici possano portare 50 video con storie positive. Visto l’investimento in termini di creatività e, pensiamo, in termini finanziari, sarebbe un peccato per la banca, se succedesse.

Cresce l’export del settore manifatturiero

 

Il 2012 si chiude con il segno più per l‘impresa manifatturiera italiana: nel primo semestre dell’anno il 49,8% delle aziende del settore (vale a dire praticamente una su due) ha incrementato le vendite dei propri prodotti all’estero rispetto al 2011. Nel dettaglio ha aumentato le esportazioni il 51,5% delle imprese poco esposte sui mercati esteri (quota export inferiore 25% del fatturato), e il 47,4% delle aziende più esposte sui mercati esteri (quota di export superiore al 75%).

I dati sono stati resi noti da uno studio dell’Istat riguardante ‘La performance delle imprese manifatturiere sui mercati esteri’. L’export è cresciuto del 9% per le imprese meno esposte sull’estero, e solo dello 0,2% per quelle che esportano oltre tre quarti del proprio prodotto. La presenza di imprese in espansione raggiunge il 53,2% tra le unità che esportano nei paesi extra-Ue, contro il 44,8% tra quelle orientate ai mercati Ue.  Le frequenze più elevate di imprese in crescita si rilevano infatti tra le aziende che esportano in mercati come il Giappone, gli Stati Uniti e la Russia, mentre le più basse verso la Spagna e la Grecia.

Scendendo ancor più nel dettaglio, la frequenza delle unità in crescita è pari al 48,7% per le microimprese (1-9 addetti), al 49,9% per le piccole imprese (10-49 addetti), al 51,4% per le medie (50-249 addetti) e al 48,9% per le grandi. Dal punto di vista dei settori, le esportazioni sono aumentate nel 51,2% delle imprese  per quanto riguarda l’offerta specializzata, nel 49,4% per la manifattura tradizionale,   nel 49,3% nei settori a elevate economie di scala e nel 47,5% nelle imprese appartenenti ai settori ad alta tecnologia.

Da un punto di vista dimensionale, la migliore performance è realizzata dalle medie imprese (+1,9%), la peggiore dalle microimprese (-1,3%).

Per HSD Europe un premio che è… aria fresca

È stato assegnato alla HSD Europe di Brescia – per il prodotto Sanispira® – il primo e ambito premio nazionale “Talento delle Idee”, organizzato da UniCredit e Giovani Imprenditori Confindustria “per promuovere e sostenere la nascita e la crescita di nuove realtà imprenditoriali, individuando sul territorio italiano proposte innovative e generatrici di valore”. L’annuncio e la cerimonia si sono svolti oggi, venerdì 26 ottobre, a Capri, nel corso del Convegno Nazionale dei Giovani Imprenditori Confindustria.

Con HSD Europe la famiglia Rizzini, per tradizione legata al settore della meccanica industriale, ha attuato una riconversione nei settori Salute e Biomedicale. Oggi i fratelli Rizzini in HSD Europe coprono nuove deleghe: Massimo guida la produzione, Alberto è Direttore commerciale e Gianpietro è Amministratore delegato. Il team di HSD Europe opera in partnership con enti di ricerca, individuando brevetti e implementando dispositivi innovativi, benefici ed efficaci per quanto riguarda la salute, il benessere, la tutela dell’ambiente e il risparmio energetico.

Uno di questi brevetti è proprio Sanispira® il primo depuratore dell’aria personale usa&getta; un filtro nasale leggerissimo – pesa mezzo grammo –, morbido e discreto, grazie al quale i Rizzini chiudono accordi con aziende e amministrazioni pubbliche e avviano le pratiche per la registrazione di Sanispira® come Dispositivo Medico e Dispositivo di Protezione Individuale in diversi Paesi del mondo.

Raggiunto al telefono a pochi minuti dalla notizia della vittoria, l’AD di HSD Europe Gianpietro Rizzini ha commentato: “Sicuramente è una grossa soddisfazione per noi. Quando si investono soldi e tempo in un nuovo progetto e ci si impegna per lanciare sul mercato una innovazione complessa, questi riconoscimenti danno la conferma che si sta andando nella direzione giusta e gli spunti per continuare su questa strada. La riconversione al biomedicale ci sta dando delle grosse soddisfazioni: il premio è solo l’ultima. Ora puntiamo anche all’estero per creare un modello di business che sia ripetibile. In un contesto di crisi come questo, potrebbe anche essere meno complesso del previsto puntare su mercati stranieri“.

Se il buono pasto viaggia su smartphone

 

Una rete di oltre 100.000 locali convenzionati, tra gastronomie, bar e ristoranti, tecnologia avanzata nella distribuzione di ticket restaurant su tutto il territorio nazionale e le idee chiare sul futuro. Infoiva quest’oggi è andata alla scoperta di una delle aziende leader nella fornitura di buoni pasto in Italia, Day Ristoservice. Nata nel 1987  dall’alleanza tra Camst, una delle più importanti realtà che riguardano la ristorazione italiana, e la società francese Groupe Chèque DéjeunerDay Ristoservice è all’avanguardia oggi nella creazione e implementazione di servizi dedicati alla ristorazione, in particolare per quanto concerne la virtualizzazione del buono pasto, da quello elettronico (DayTronic) alla tecnologia NFC, che smaterializza il buono pasto, trasferendone il valore negli smartphone e nelle app.

A raccontarcelo è Marc Buisson, Direttore generale di Day Ristoservice Spa. 

Che impatto hanno avuto sul vostro business le recenti manovre della spending review?
Il valore facciale di 7 euro sul buono pasto imposto dalla manovra del Governo ha fatto diminuire notevolmente i volumi di emissione ed essendo Day Ristoservice fornitore di 2 lotti Consip l’impatto non è da poco. Consip tuttavia ha allungato i tempi di fornitura, per dare la possibilità alle Pubbliche Amministrazioni di beneficiare dei volumi prenotati e creare meno disagi possibili. I costi a nostro carico sono lievitati con le procedure di reso e riordino di buoni con nuovo valore, con conseguente aggravio di lavoro per tutto l’apparato produttivo e di Assistenza clienti.

Chi sono gli utilizzatori tipo dei vostri buoni pasto? Dipendente, professionista…
Day Ristoservice opera da 25 anni a livello nazionale e fornisce il servizio buoni pasto a clienti di ogni tipologia: aziende private, pubbliche e liberi professionisti. Un gruppo di clienti importanti e fortunatamente in costante crescita grazie ai nostri servizi personalizzati in base alle esigenze del cliente.

Come vengono utilizzati i buoni pasto da voi erogati? Per consumare un pasto o per fare la spesa? In che percentuale?
La valenza sociale del buono pasto, che è nato in Francia oltre 40 anni fa è molto forte: permette ai dipendenti di accedere ad una alimentazione sana ed equilibrata senza costi a suo carico. Day favorisce il commercio di prossimità, infatti abbiamo una rete di oltre 100.000 locali convenzionati, che si affiancano alle gastronomie della grande distribuzione. Il recente studio dell’Università Bocconi di Milano sul mondo del buono pasto dimostra come la versatilità del buono pasto sia il suo punto di forza, infatti viene speso in uguale misura in ristoranti, mense, bar e pizzerie come nelle gastronomie dei supermercati.

Quante sono le piccole imprese in Italia che decidono di rivolgersi a voi per offrire i buoni pasto ai propri dipendenti? Per voi, che quota di mercato rappresentano?
Noi per primi ci siamo resi conto che il servizio buoni pasto può essere un ottimo strumento per la piccola impresa e per i liberi professionisti in cerca di un servizio di ristorazione conveniente. Già da diversi anni proponiamo soluzioni diverse in base alle tipologie di clienti. Piccole aziende e liberi professionisti trovano informazioni chiare e puntuali sul sito ufficiale e hanno un Numero verde dedicato per avere subito risposta ai quesiti ed essere accompagnati all’acquisto instaurando un rapporto di fiducia con un referente personale. Un canale diretto è il sito e-commerce, il primo in Italia e il più conosciuto che consente in 4 semplici passaggi di acquistare buoni pasto per sé o i propri dipendenti in assoluta sicurezza. Oltre al buono pasto, proponiamo alla piccola impresa anche il buono regalo Cadhoc, un prodotto nato e già molto diffuso in Francia che assolve l’esigenza di incentivare e omaggiare dipendenti e clienti o fornitori.

Perché una piccola azienda o un professionista con partita Iva dovrebbero scegliere di servirsi di un buono pasto? Quali sono i vantaggi?
Una piccola impresa che acquista buoni pasto per i propri dipendenti gode degli stessi vantaggi di una grande azienda. Offre un benefit quotidiano sicuramente gratificante e utile e recupera interamente il costo sostenuto deducendo la fattura. Fino al valore di €5.29 il buono pasto è esente da oneri contributivi, quindi il dipendente non subisce alcun tipo di trattenuta in busta paga. Il libero professionista ha un vantaggio diverso, perché può servirsi di buoni pasto per la pausa pranzo quotidiana senza avere più l’onere di richiedere la fattura al ristoratore per poter scaricare la spesa effettuata. Consegnerà al commercialista solo la nostra fattura di acquisto, risparmiando tempo e costi di gestione.

Quali sono le difficoltà che si incontrano nella diffusione di una cultura del buono pasto in Italia?
In realtà la cultura del buono pasto in Italia è ben radicata. Uno studio della Regione Lombardia individua il buono pasto come il principale strumento di motivazione e welfare aziendale scelto dai datori di lavoro (65% del panel). Lo Studio dell’Università Bocconi testimonia il fatto che i buoni pasto sono accettati e graditi dalla maggior parte della rete affiliata, che ha così una clientela fidelizzata. Più che difficoltà nella diffusione della cultura, è necessario secondo noi un rinnovamento dal punto di vista tecnologico: è arrivato il momento di fare il gran passo verso il buono pasto elettronico (DayTronic). Con una card a microchip infatti si possono offrire contemporaneamente all’utilizzatore il servizio dei buoni pasto (senza più la necessità di portare con sé il buono pasto cartaceo) e molteplici altri servizi integrati, quali il trasporto, il pagamento dei parcheggi, la rilevazione della presenza in azienda e così via. Abbiamo investito anche sulla tecnologia NFC, che smaterializza il buono pasto. Il valore dei buoni pasto è caricato nei moderni smartphone e basta avvicinare il dispositivo al POS per il relativo pagamento. La “virtualizzazione” dei prodotti è la nostra priorità, per offrire un servizio sempre più immediato, tracciabile, sicuro ai nostri clienti. Del resto siamo stati i primi a lanciare il primo buono completamente dematerializzato, e-cadhoc un buono shopping digitale acquistabile e spendibile on-line.

Quale dovrebbe essere, tenendo conto dell’aumento dei prezzi e del futuro innalzamento dell’aliquota Iva, il valore ‘giusto’ del buono pasto?
Come specificato nello Studio Bocconi, se osserviamo solo l’inflazione nel settore alimentare, il buono pasto dovrebbe avere un valore simile a quello dei Paesi vicini, in particolare la Francia (10 euro/giorno). In Italia invece siamo fermi da più di dieci anni a €5.29. E’ ipotizzabile un aumento iniziale a 8 euro, rivalutato in base all’inflazione ogni anno. Sarebbe un primo passo importante per sostenere il potere di acquisto alimentare per le famiglie.

E’ corretto affermare, secondo lei, che il buono pasto fa bene all’economia italiana? Se sì, perché e quali misure dovrebbe approntare il Governo per sostenere il vostro settore?
Il buono pasto è un sostegno di welfare alle famiglie e motivazionale per i dipendenti. Consente di dare sollievo in un comparto, quello alimentare che soffre in modo rilevante la crisi economica. Questo tipo di servizio infatti è una boccata di ossigeno per il commercio di prossimità che può avvalersi di una clientela fidelizzata e costante. Rappresenta un volano economico per lo Stato, e proprio per tutelare un mercato economicamente virtuoso proponiamo al Governo le due misure identificate nello Studio Bocconi: aumento del valore nominale esente e passaggio al buono pasto elettronico. Un incoraggiamento normativo del buono pasto elettronico ci avvicinerebbe agli altri Paesi europei da tempo fattivamente impegnati in questa direzione.

 

Alessia CASIRAGHI