Associazione culturale: come avere il 2×1000 per il 2021

Per il 2021 vi sono importanti novità per le associazioni culturali che possono ottenere il 2×1000 sulle dichiarazioni dei redditi relative al 2020. Ecco di cosa si tratta e come funziona questo importante contributo.

Cos’è il 2×1000

Il 2×1000 è un contributo solidaristico che il contribuente può devolvere al momento della redazione della dichiarazione dei redditi a un’associazione culturale. Si tratta però di una misura non stabile nel nostro ordinamento, ma una tantum quindi non è detto che sia ripristinata ogni anno. Infatti, dopo l’introduzione, questo contributo è stato erogato solo per un anno e poi abbandonato. Di fatto per il 2021, su dichiarazione dei redditi 2020, è prevista nuovamente la possibilità di devolvere il 2×1000 dell’IRPEF alle associazioni culturali.

Chiunque paga l’IRPEF, imposta sul reddito delle persone fisiche, può devolvere parte dell’imposta ad associazioni che svolgono attività culturale in senso lato, ad esempio nel 2017, su dichiarazione 2016 hanno ottenuto il contributo bande musicali, cori e addirittura il FAI (Fondo Ambiente Italiano).  Il contribuente può scegliere l’associazione culturale a cui devolvere il proprio 2×1000 in un elenco stilato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Per devolvere il 2×1000 a un’associazione culturale è necessario compilare il riquadro specifico inserendo il codice fiscale giusto e sottoscrivendo il riquadro.  Ciò che si proverà a capire ora è: un’associazione culturale come ottiene il 2×1000?

Associazione culturale: come avere il 2×1000

Il 2×1000 in favore delle associazioni culturali è stato introdotto per la prima volta nel DPCM 21 marzo del 2016, il decreto legge 104 del 2020, anche conosciuto come decreto Agosto, convertito in legge 13 ottobre 202 n°126, al fine di aiutare tutti coloro che lavorano nel settore della cultura, arte e sport che hanno avuto maggiori ripercussioni dalla pandemia, ha espressamente citato nell’articolo 97 questo particolare beneficio di fatto riprendendo i requisiti già indicati nel DPCM del 2016. Naturalmente i fondi ottenuti non possono essere divisi tra gli associati, ma devono essere usati esclusivamente per porre in essere attività culturali, ad esempio per organizzare un tour teatrale.

Ricapitolando: è un beneficio una tantum, introdotto per la prima volta nel 2016 e ripristinato nel 2020 per le dichiarazioni 2021.

Requisiti per ottenere il 2×1000

In primo luogo un’associazione per poter essere compresa nella lista istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri deve effettivamente svolgere attività di promozione culturale e questa deve risultare dall’atto costitutivo e dallo statuto dell’associazione stessa. Abbiamo visto nel precedente articolo i requisiti che devono avere tali atti.

Oltre a tale requisito l’associazione culturale deve:

  • essere costituita da almeno 5 anni al momento della richiesta di iscrizione nell’elenco delle associazioni che possono ricevere il 2×1000;
  • deve aver inoltrato la domanda di iscrizione nell’elenco entro il 26 aprile 2021. La domanda deve esser inoltrata telematicamente tramite la piattaforma disponibile sul sito del Ministero per i Beni e le Attività Culturali;
  • per le associazioni culturali che erano già inserite nell’elenco del 2016, entro il 26 aprile 2021 doveva essere presentata, sempre telematicamente, la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà firmata dal legale rappresentante ove si confermava la sussistenza dei requisiti.

Nella domanda per ottenere l’inserimento nell’elenco delle associazioni culturali che possono ricevere il 2×1000 devono essere allegati dei documenti. Si  tratta di una scheda sintetica in cui sono indicate le attività di promozione culturale effettivamente svolte, una copia dell’atto costitutivo e dello statuto dell’associazione e del documento di identità di un legale rappresentante dell’associazione culturale.

Dopo la scadenza dei termini per la presentazione delel domande, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha provveduto all’esame delle richieste inoltrate e ha valutato quali sono in possesso di tutti i requisiti per poter accedere a questo beneficio, ha pubblicato la lista indicato i termini entro cui le associazioni potevano richiedere la rettifica degli errori. Infine, ha pubblicato la lista definitiva delle associazioni culturali ammesse al beneficio.

L’elenco definitivo è stato pubblicato l’11 giugno 2021 ed è disponibile sul sito del MiBAC.

Come si procede alla distribuzione del 2×1000

I contribuenti nella presentazione della dichiarazione dei redditi potranno appunto scegliere a chi destinare il loro 2×1000. Per effettuare la scelta il contribuente deve indicare nell’apposito spazio presente nei moduli delle dichiarazioni  Modello 730 e Modello Unico il codice fiscale dell’associazione culturale che vuole beneficiare. L’Agenzia delle Entrate provvederà quindi a comunicare alla Ragioneria dello Stato presso il MEF i dati sulle associazioni che hanno ricevuto i benefici fiscali, il contributo però sarà effettivamente liquidato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Non sono mancate le polemiche per le modalità di attuazione del provvedimento, infatti la piattaforma per l’iscrizione e per la conferma è stata attiva per pochi giorni, cioè dal 19 aprile al 26 aprile. Nonostante questo, le associazioni culturali che sono riuscite ad accedere a questo beneficio sono state oltre 3000, naturalmente è necessario vedere al termine dell’anno fiscale quante di esse siano riuscite ad accedere ai fondi.

Cosa fa un’associazione culturale? Scopriamo insieme le caratteristiche

Quando più persone vogliono realizzare un obiettivo comune, senza scopo di lucro, possono costituire un’associazione culturale,  ma di cosa si tratta, perché in Italia ce ne sono tante e cosa fanno esattamente?

Associazione culturale: cos’è

La prima cosa da sottolineare è che in Italia l’articolo 18 della Costituzione prevede la libertà di associazione, c’è un unico limite, cioè non devono perseguire fini che sono vietati ai singoli dalle leggi penali. Sono naturalmente vietate le associazioni segrete che perseguono fini incompatibili con quelli dello Stato. Le associazioni culturali nascono con l’obiettivo di porre in essere delle attività culturali, quelle che si possono compiere sono davvero molte, ad esempio è possibile costituire un’associazione culturale con l’obiettivo di organizzare dei corsi, oppure per svolgere attività di promozione culturale, ad esempio si può costituire un’associazione culturale con l’obiettivo di organizzare delle rappresentazioni teatrali, corsi per attori, serate di lettura e simili.

Per poter formare un’associazione culturale è necessaria la presenza di più persone che condividono un obiettivo, si è già detto che la stessa non deve avere scopo di lucro, ma non è detto che la stessa non possa avere utili, l’importante è che gli stessi siano investiti comunque nell’organizzazione delle attività della stessa associazione. La divisione di un eventuale patrimonio non può avvenire neanche successivamente, ad esempio al momento dello scioglimento dell’associazione, in questo caso se vi sono fondi devono essere donati ad associazioni che svolgono attività simili alle proprie.  La volontà di associarsi deve essere formalizzata attraverso un atto costitutivo e nella redazione dello statuto a cui può seguire l’apertura della partita IVA, questi aspetti saranno visti nei prossimi appuntamenti sull’argomento, ciò che ora preme è capire cosa può effettivamente fare un’associazione culturale.

Cosa può fare un’associazione culturale

Per capire qual è l’ambito in cui operano le associazioni culturali bisogna andare alle origini, cioè cosa si intende per cultura? Anche in questo caso si può dire che non esiste una sola definizione, il termine deriva dal latino Colere che vuol dire coltivare, in genere si identifica la cultura come il complesso di manifestazioni di tipo intellettuale, materiale, sociale e spirituale che in un determinano momento storico caratterizzano una comunità. Si parla in genere di cultura dello sport, della musica, del cinema… cioè di cultura come l’insieme degli elementi che vanno a connaturare un gruppo di persone anche di tipo limitato.

Proprio a causa della genericità  del termine cultura e culturale e alle diverse sensibilità che caratterizzano le persone, che possono avere interessi svariati e tutti meritevoli di tutela perché in un modo o nell’altro contribuiscono allo sviluppo del Paese, le associazioni culturali possono costituirsi per svolgere una miriade di attività e avere scopi associativi davvero molto ampio.

Perché in Italia sono nate tante associazioni culturali?

In Italia si contano numerose associazioni culturali, tra cui quelle sportive il cui scopo è appunto trasmettere, diffondere la cultura di un determinato sport o dello sport in generale. In Italia la diffusione di tale tipologia di associazione si è avuta soprattutto dal 2016 quando il DPCM del 21 marzo le ha rese potenziali destinatarie del 2 x 1000 IRPEF, da questo momento sono fiorite e con svariati obiettivi. L’articolo 1 del DPCM dice che possono accedere a tali benefici le associazioni abbiano, secondo il rispettivo atto costitutivo o statuto, la finalità di svolgere e/o promuovere attività culturali.

Di fatto le richieste di accesso al privilegio sono state numerose e hanno riguardato:

  • associazioni per la tutela del patrimonio culturale materiale e immateriale (archivi, biblioteche, minoranze linguistiche, tradizioni religiose ed enogastronomiche, solo per citarne qualcuna);
  • le associazioni culturali per la tutela del patrimonio naturalistico (riserve, aree protette, parchi);
  • associazioni culturali per la diffusione di varie arti (fotografia, musica, cinema, danza, teatro musicale, architettura, arte filodrammatica, cori, bande musicali, scultura, letteratura);
  • infine, associazioni culturali dedite alla stampa e pubblicazione di opere letterarie, scientifiche, fumetti, giornali…

Tra coloro che hanno richiesto in quanto associazioni culturali di poter rientrare nel beneficio del 2 per 1000 IRPEF vi sono anche associazioni culturali che si occupano della diffusione della cultura dei video-giochi, entrati ormai a pieno titolo tra le “attività culturali” visto che richiedono abilità e preparazione.

Alternative alle associazioni culturali

Questi sono solo alcuni esempi che si possono evincere dalle richieste fatte per le agevolazioni viste, occorre ricordare fin da ora che molte delle realtà che abbiamo visto possono presentarsi anche con altre forme sociali e addirittura avere maggiori benefici, ad esempio ci sono le ASD (Associazioni Sportive Dilettantistiche), ONLUS, APS (Associazioni di Promozione Sociale). Le associazioni culturali, oltre a poter accedere al 2 x 1.000 IRPEF possono anche avere altre entrate, ad esempio quote di iscrizione da parte degli associati, vedremo nel prosieguo come possono essere trattate fiscalmente le entrate.