Calderone: i consulenti del lavoro garanti del bene pubblico

La Presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro e del Cup, Marina Calderone, si lancia all’attacco delle proposte di ‘salvataggio’ dell’Italia di Confindustria, a conclusione i lavori dell’assemblea dei consigli provinciali di categoria.

La Calderone muove anche critiche precise alle manovre introdotte dalla nuova finanziaria: ‘eravamo e siamo certamente contro uno stile di manovra che prevedeva la liberalizzazione totale degli ordini. Siamo convinti che non sia questa la strada, che è bensì quella di potenziare ulteriormente, attraverso un sistema di regole trasparenti, un comparto che dà lavoro a 2 milioni e 100mila professionisti di cui la metà è sotto i 45 anni e che produce oltre il 15% del Pil‘.

La presidente del Cup sostiene infatti che i Consulenti del Lavoro, al contrario di altri, non perseguono interessi economici propri ma sono garanti del bene pubblico. La semplificazione dovrebbe quindi tendere al risparmio nella gestione della spesa pubblica: ‘il nostro compito è anche quello di suggerire al legislatore delle norme che possano essere rispondenti agli interessi della collettività e non solo esclusivamente al bene di alcune parti del paese‘.

L’impegno della Presidente e degli organi da lei presieduti andranno quindi nella direzione ‘di adottare le norme della manovra con sensibilità, e metterci ancor di più al servizio dei cittadini italiani, di chi ha bisogno del nostro apporto professionale qualificato. I 27 ordini professionali presidiano tutte le branche del sapere. I consulenti del lavoro si occupano di tematiche lavoristiche e le altre professioni, ognuna nella propria specificità, hanno una funzione importante e preminente: quella di presidiare la fede pubblica e di garantire e tutelare la collettività’.

E per quanto riguarda la riforma delle professioni la Calderone ha sottolineato la necessità di un cambiamento profondo: ‘recepire i principi contenuti nella manovra sarà anche una dimostrazione della nostra volontà di portare avanti una riforma delle professioni che già ci aveva visti impegnati nella predisposizione di un progetto che abbiamo definito e presentato unitariamente l’anno scorso al ministro Alfano‘.

E’ una grande sfida, importante – ha sottolineato in chiusura – perché si tratta di temi che vanno a toccare i punti nevralgici del sistema. Parleremo di polizze di responsabilità civile, di tariffe, di praticantato, di potestà disciplinare all’interno dei giudizi promossi dagli iscritti agli ordini, di pubblicità. Tutti temi che vanno sulla strada della modernizzazione del nostro comparto‘.

A.C.

Gli ingegneri scalpitano: vogliono la riforma delle professioni

Il presidente del Consiglio nazionale ingegneri, Giovanni Rolando, scrive al ministro della Giustizia, Angelino Alfano una lettera con la quale esterna la forte preoccupazione degli ingegneri italiani “per il contenuto dell’articolo 29 del decreto legge 98/2011 che prevede l’istituzione presso il ministero della Giustizia, di un’alta commissione per formulare proposte in materia di liberalizzazione dei servizi“. “Noi ingegneri – scrive Rolandorespingendo fortemente ogni tipo di liberalizzazione deleteria per lo sviluppo del sistema Italia, la esortiamo a procedere celermente con la riforma delle professioni da lei delineata e diamo la nostra pronta disponibilità per elaborare, insieme, un progetto di ampio respiro che veda nel sistema ordinistico delle professioni un fondamentale motore di sviluppo indipendente, non portatore di interessi di terzi, ma elementi di garanzia per i cittadini, nel supremo interesse della collettività“.

Lei nel recente passato nella sua qualità di ministro della Giustizia, competente e vigilante sull’attività della maggior parte degli ordini professionali, ha più volte espresso la volontà di procedere con una riforma delle professioni“, prosegue la lettera di Rolando, nella quale il presidente del Consiglio nazionale ingegneri tocca poi anche il discorso liberalizzazioni: “Le forme di liberalizzazione di cui si parla in questi giorni, quali ad esempio l’abolizione dell’esame di stato per alcune professioni il disegno, neppur tanto nascosto, di alcuni componenti sia del governo che dell’opposizione dell’abolizione degli Ordini, avrebbero come unica conseguenza la perdita della garanzia della qualità professionale che è con l’etica il presupposto per la tutela del consumatore e dei beni comuni“.

Sentire parlare di liberalizzazione di uno Stato dove ci sono circa 500.000 laureati in Ingegneria (uno ogni 120 abitanti) – prosegue la missiva – è a mio giudizio ridicolo, ed avvantaggerebbe, a scapito della libertà di pensiero e di mercato, i gruppi finanziari, indebolendo e sancendo la fine dei liberi professionisti, già in profonda crisi economica“.

Ministero della Giutizia: priorità alla riforma delle professioni

Il Ministero della Giustizia ritiene di primaria importanza attuare una riforma delle professioni. Il Capo di Gabinetto nel ministero della Giustizia, Settembrino Nebbioso in seduta con Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni ha ribadito: “La riforma delle professioni è una delle priorità del ministero della Giustizia. L’ufficio legislativo sta completando una serie dei passaggi tecnici che permetteranno di aprire in tempi brevi il tavolo di confronto con le categorie interessate, cui parteciperà anche la componente sindacale delle libere professioni“.

Le parti sono state sollecitate a proporre misure attuative per arrivare entro il termine della legislatura a uno Statuto delle Professioni. Allo stato d’oggi infatti la riforma è ancora un cantiere aperto. Il presidente di Confprofessioni ha assicurato la massima collaborazione della Confederazione dei liberi professionisti: “Ci siamo impegnati a far pervenire già nelle prossime settimane al presidente Nebbioso le nostre osservazioni sulla legge quadro, che dovrà contemperare l’urgenza di riformare gli ordini professionali con le necessità di garantire ai liberi professionisti, e anche ai giovani, gli strumenti idonei per competere sul mercato dei servizi professionali, alla luce dell’evoluzione normativa europea“.

La riforma delle professioni è una priorità secondo il Ministero della Giustizia

Il capo di gabinetto nel ministero della Giustizia, Settembrino Nebbioso, durante un incontro ufficiale con il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, ha affermato che “La riforma delle professioni è una delle priorità del ministero della Giustizia“. Secondo Nebbioso “L’ufficio legislativo  sta completando una serie dei passaggi tecnici che permetteranno di aprire in tempi brevi il tavolo di confronto con le categorie interessate, cui parteciperà anche la componente sindacale delle libere professioni“.

La legge quadro detterà i principi per garantire l’elevata qualità delle prestazioni definendo regole trasparenti e di facile interpretazione. Secondo il ministero della giustizia però per agevolare i lavori sarebbe meglio anticipare il  contributo della Confederazione, nel suo ruolo di rappresentanza unitaria delle professioni intellettuali. Ciò che serve è uno Statuto delle professioni.

Confprofessioni si è attivata per offrire la massima collaborazione nell’individuare quali sono le necessità di ciascuna professione intellettuale: “Ci siamo impegnati – ha detto il presidente Gaetano Stella – a far pervenire già nelle prossime settimane al presidente Nebbioso le nostre osservazioni sulla legge quadro, che dovrà contemperare l’urgenza di riformare gli ordini professionali con le necessità di garantire ai liberi professionisti, e anche ai giovani, gli strumenti idonei per competere sul mercato dei servizi professionali, alla luce dell’evoluzione normativa europea“.

Mirko Zago