La Direttiva Ue per il risparmio energetico

E’ in vigore ormai da un mese la Direttiva Ue che riguarda l’efficienza energetica e coinvolge tutti gli Stati membri a proposito di riduzione dei consumi energetici ed efficientamento dell’edilizia pubblica.

Vediamo nel dettaglio le tematiche salienti:

  • Riduzione dei consumi: ogni paese ha tempo fino ad aprile 2013 per presentare il proprio piano per l’aumento dell’efficienza. Sarà poi Bruxelles ad esaminare i progetti pervenuti e ad approvarli. La scadenza sarà triennale.
  • Edilizia: Per quanto riguarda la riqualificazione energetica degli edifici pubblici, esiste un impegno vincolante, poiché, a partire dal 2013, i Paesi membri devono elaborare e attuare un piano di efficientamento degli “edifici riscaldati e/o raffrescati posseduti ed occupati dal loro Governo centrale”, che ne permetta la riqualificazione a un tasso minimo del 3% della superficie coperta utile all’anno, a cominciare dagli immobili più energivori.In questa prima fase, l’obbligo riguarda gli edifici con superficie coperta utile superiore ai 500 metri quadri. Dal 9 luglio 2015 la soglia sarà abbassata a 250 mq.
  • Acquisti verdi e incentivi: la Direttiva 2012/27/UE prevede che siano incentivati gli acquisti verdi e che i bandi di gara vengano redatti in modo da privilegiare i fornitori più attenti all’efficienza e ella sostenibilità ambientale.I Governi nazionali dovranno anche prevedere misure per incentivare il teleriscaldamento, i contatori intelligenti e i sistemi per la contabilizzazione del calore.
  • Distributori di energia: la nuova normativa comunitaria stabilisce anche che le imprese energetiche di pubblica utilità, i distributori e le società di vendita di energia al dettaglio dovranno diminuire la vendita annuale di energia ai clienti finali di almeno l’1,5% annuo dal 2014 al 2020.

Vera MORETTI

Nuovi decreti sulle rinnovabili termiche

Sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale i decreti relativi al Conto Termico, che definisce gli incentivi alle energie rinnovabili diverse dal Fotovoltaico, come pannelli solari termici, pompe di calore, caldaie, condizionamento a energia solare, biomasse, e al regime dei Certificati Bianchi, per la certificazione dei risparmi energetici negli usi finali di energia.

Per quanto riguarda le rinnovabili termiche, gli incentivi ammontano a 900 milioni di euro, dei quali 700 mln per i progetti privati e 200 mln per quelli delle Pubbliche Amministrazioni, con un rimborso fino al 40% della spesa sostenuta.
Il decreto interministeriale studiato dal Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera e quello delle Politiche Agricole Mario Catania definisce un nuovo meccanismo di incentivazione, che riguarda “la produzione di energia termica da fonti rinnovabili ed interventi di efficienza energetica di piccole dimensioni”.
I limiti di potenza incentivabile sono stati aumentati da 500 kW a 1 MW.

Fino a giugno 2013 per incentivare le Rinnovabili termiche ci si potrà affidare anche al Bonus Energia 55% che però è spalmato in ben 10 anni.

Il decreto sui Certificati Bianchi fissa gli obiettivi dell’Italia in termini di risparmio energetico per le aziende di distribuzione dell’Energia elettrica e del Gas, da raggiungere nel quadriennio 2013-2016: 4,4 megatep (un milione di tonnellate di petrolio) nel 2013; 5,9 nel 2014; 6,4 nel 2015; 7,3 megatep nel 2016.

I risparmi possono essere ottenuti dalle aziende di distribuzione dell’energia elettrica e del metano sui consumi finali dei loro clienti, o acquistando i Certificati Bianchi. Questa possibilità è stata prevista per favorire gli investimenti.

Vera MORETTI

Punto Fotovoltaico, il franchising dell’energia green

 

Puntare sulle energie rinnovabili per creare un franchising ad alto tasso innovativo. Punto Fotovoltaico è la catena di franchising nata per rispondere alla domanda di risparmio energetico e di riduzione di costi ed emissioni, e per contribuire allo sviluppo delle fonti di energia rinnovabili, non solo fotovoltaiche.

Fondato da Tommaso Lascaro, ex manager Adecco, a Massazza, in provincia di Biella nel 2007, Punto Fotovoltaico è diventata, in pochi anni, una realtà nazionale che propone soluzioni per il risparmio energetico grazie a impianti fotovoltaici, solari termici, di climatizzazione, mini eolici o attraverso soluzioni tecnologiche all’avanguardia. Inoltre Punto Fotovoltaico propone servizi di progettazione consulenza, assistenza, manutenzione, certificazioni e check up energetici.

Per aprire il proprio negozio in franchising Punto Fotovoltaico l’investimento iniziale richiesto è di 15 mila euro, per un contratto di durata quinquennale.

Per scoprire come diventare franchisee dell’energia green è possibile consultare il sito di Punto Fotovoltaico.

Il turismo “energia verde” dell’Alto Adige

 

Non di soli formaggi, pascoli, e turismo vive l’Alto Adige. O meglio, dal turismo al “green” il passo per le piccole imprese della Provincia Autonoma di Bolzano è breve, anzi, è supportato felicemente da BLS.

I più assidui lettori di Infoiva ricorderanno della presentazione che facemmo qualche mese fa di questa interessante società provinciale nata nel 2009 con lo scopo di comunicare e valorizzare le tante opportunità dell’Alto Adige come meta imprenditoriale da parte di piccole/medie aziende e start-up ed offre un onorevole servizio di supporto alle imprese nella fase di ingresso nel sistema lavoro, ponendosi come intermediario veloce ed efficace tra imprese, uffici dell’amministrazione e istituzioni.

Oggi, e in attesa dell’evento del prossimo 24 luglio dal titolo “Alto Adige, Green Region d’Italia: un laboratorio per l’Europa”, siamo tornati da Ulrich StofnerDirettore BLS, Business Location Südtirol – Alto Adige, per appurare lo stato di salute di questo esempio di buona operosità italiana.

Il fantasma della spending review è una minaccia oppure no?

Direttore, da un anno a questa parte avete assistito alla nascita di nuove start-up? E se sì, in quale settore?
Aziende e persone che guardano all’Alto Adige come meta interessante per dare avvio ad un progetto d’impresa entrano costantemente in contatto con noi. Nel corso del 2011 la nostra struttura ha fornito assistenza a oltre 350 aziende. Con una buona parte di esse sono stati instaurati contatti stabili e regolari. In questi primi 6 mesi del 2012 abbiamo rafforzato alcuni canali ed iniziative di contatto ed approfondimento e contiamo di poter annunciare nuovi insediamenti entro l’anno. Ad oggi si sono localizzate in Alto Adige, attraverso il dialogo con noi e le altre organizzazioni locali pubbliche e private, 18 aziende. Per fare degli esempi si sono spostati qui lo specialista nella costruzione di cantine “Bürkle Kellerbau” e una filiale del portale di prenotazioni web “booking.com” e poi importanti insediamenti nel settore cinematografico.

L’imminente costruzione del Parco Tecnologico, operativo dall’autunno 2014, rappresenterà di sicuro un’ulteriore leva di attrazione. BLS è già attiva nel promuovere opportunità di business all’interno di questa struttura. E’ già possibile infatti prenotare uno spazio “su misura” poiché l’edificazione avverrà per moduli calibrati in base alle esigenze delle singole aziende. Oltre al dialogo multidisciplinare con altri soggetti di ricerca, sviluppo e commercio, all’interno dell’edificio saranno messe in atto soluzioni integrate per un eccellente ambiente lavorativo. Sono previsti servizi utili in grado di migliorare la qualità della vita durante l’orario d’ufficio come: asili, aree relax, superfici verdi e un’ampia offerta sportiva e culturale.

Chi parla di Alto Adige pensa subito alle imprese legate al settore del turismo. Ci sono, al contrario, dei nuovi business su cui puntare?
Assolutamente sì, parlo in particolare del settore delle energie rinnovabili, un comparto che vede l’Alto Adige ai primi posti per occupazione e vivacità imprenditoriale ma soprattutto per attenzione e sensibilità ambientale diffusa. Non a caso si può definire l’Alto Adige “Green Region d’Italia” poiché qui esiste una vera e propria sensibilità “verde” che va ad influire a livello locale in tutti i settori: dall’economia allo sviluppo alla mobilità, dal turismo, alla percettibilità privata dei singoli cittadini. Questo modello è sostenuto concretamente dalle numerose imprese green presenti in provincia di Bolzano e dall’amministrazione locale, che ha fatto della filosofia di attenzione all’ambiente l’asse portante della propria politica di gestione del territorio, rendendo disponibili sostegni, economici e non, a tutti gli attori che promuovono un’economia e uno stile di vita sostenibili, ecologici e a basso impatto.

In questo senso, il mercato delle energie rinnovabili è ancora un ambito da sfruttare in una regione come la vostra?
Ora più che mai. Il mondo delle rinnovabili è sul nostro territorio sempre attivo e in salute poiché non strettamente collegato ad incentivi a livello governativo ma radicato ad un territorio che per vocazione ha scelto la strada del rispetto dell’ambiente. Già oggi in Alto Adige sono quasi 500, poco meno di una ogni mille abitanti, le imprese attive nei settori dell’energia rinnovabile, del risparmio energetico e affini. Un dato importante che ci informa di come la tutela del territorio si stia anche trasformando in business; un vero e proprio settore economico che in parte affianca e in parte si sovrappone a turismo e artigianato, da sempre i due motori del PIL altoatesino.

Quali sono le sue considerazioni rispetto alla querelle sulla spending review?
L’Alto Adige è un buon esempio di come l’autonomia possa essere sinonimo di efficienza e buona gestione delle risorse anche in tempi non sospetti di “spending review”. Sarebbe bello che le competenze e le eccellenze di un territorio non venissero messe sotto pressione ma anzi liberate da lacci e vincoli burocratici. Molti imprenditori riconoscono che da noi i vincoli sono minori e la pubblica amministrazione vicina.

E dunque, attendiamo con piacevole trepidazione l’incontro del prossimo 24 luglio, che si terrà all’Eurac di Bolzano alla presenza di Luis Durnwalder, Presidente della Giunta della Provincia Autonoma di Bolzano, Thomas Widmann, Assessore all’artigianato, industria, commercio, mobilità e personale, Ulrich Stofner, Direttore BLS, Business Location Südtirol – Alto Adige, e Corrado Clini, Ministro dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare per fare il punto sulla situazione in termini di impegno, risultati, eccellenze nel campo della sostenibilità ambientale, energie rinnovabili, efficienza energetica, innovazione tecnologica e di servizio ed edilizia sostenibile.

Per una volta essere al verde non sarà un difetto, anzi!

 

Paola PERFETTI

Parquet, l’aliquota Iva è ordinaria

Il parquet che si mette in posa senza fare uso di prodotti adesivi è a tutti gli effetti un materiale da rivestimento: il cosiddetto parquet flottante sconta quindi quindi l’aliquota ordinaria e non quella agevolata per il suo acquisto, in quanto tale caratteristica non lo rende comunque riconducibile alla categoria dei “beni finiti”, che beneficiano dell’Iva al 10%, ma a quella dei materiali di rivestimento.

L’intervento, riconducibile all’ipotesi di “pavimento verso l’esterno”, può invece fruire della detrazione del 55% per risparmio energetico, purché sussistano i requisiti di “trasmittanza termica” previsti dall’allegato B al decreto del ministro per lo Sviluppo economico 11 marzo 2008.

In Piemonte germoglia il green

E’ ora di bilanci per il Piemonte, regione che si conferma tra le più virtuose in ambito di energia prodotta da fonti pulite, anche se l’obiettivo fissato dal decreto firmato a marzo sul burden sharing, che chiede al Piemonte di produrre il 15,1% della propria energia da fonti pulite, rimane lontano. La regione si conferma tra le migliori d’Italia, seguendo a ruota Lombardia e Puglia.

In particolare, il Piemonte si qualifica al secondo posto, alle spalle della Lombardia, per la produzione di energia da fonti idriche: grazie alla grande disponibilità di acqua nelle zone alpine, la regione è fornitore del 25% dell’energia idroelettrica prodotta in Italia. Terzo posto, invece, per quanto riguarda il fotovoltaico. In Piemonte sono installati pannelli per una potenza a 1053 megawatt, su 17 mila impianti con una regolamentazione precisa, che tutela il paesaggio e i terreni pregiati. Nessuna controindicazione, invece, per gli impianti geotermici, cioè quelli che sfruttano il calore della Terra, un settore quasi insignificante fino a cinque o sei anni fa ma che ora porta un risparmio in bolletta fra il 40 e il 60%: solo in Piemonte si producono 7 megawatt di energia, che corrispondono al consumo annuo di 2100 famiglie. Torino tiene poi ben saldo il suo primato nel teleriscaldamento, confermandosi città più teleriscaldata d’Italia, con circa 800mila cittadini serviti. Da segnalare poi la quota di energia prodotta da biomasse, il 5% sul totale piemontese, che sfrutta i rifiuti agricoli e di allevamento.

Il risparmio per i cittadini sarà invece uno dei filoni di ricerca del futuro Energy Center che sorgerà a Torino nei prossimi mesi grazie a un accordo tra Regione e Comune. Sarà un polo dedicato all’energia per privati, aziende, enti pubblici e università all’interno del quale si dovranno studiare prodotti e tecnologie per il risparmio energetico, l’edilizia e zero consumo, tecnologie e innovazioni per le aziende e per l’industria.

Il green è anche occasione di business, e se ne sono già accorte le 1.300 aziende torinesi impegnate nella green economy per un fatturato complessivo di 2,6 miliardi di euro e 33 mila addetti. A far da padrone sono quelle impegnate nel settore dell’energia, principalmente solare (50 per cento), seguono quelle che si occupano di rifiuti (19 per cento), trattamento dell’acqua (12 per cento), aria (10 per cento) e ricerca e sviluppo (9 per cento). La maggior parte delle aziende eco ha meno di dieci addetti e solo il 6% ne conta più di 50.

Francesca SCARABELLI

Edilizia: ecco gli incentivi proposti dal ministero delle Infrastrutture

Il ministero delle Infrastrutture propone incentivi del 36% per le ristrutturazioni edilizie e del 55% per quanto riguarda il risparmio energetico per la casa e considera queste due manovre un vero e proprio stimolo per la crescita del comparto e del Paese.

Il 55% sarebbe rinnovato sostanzialmente com’è, per il 36% il ministero prevede un potenziamento, con innalzamento dell’aliquota (al 50%) e del tetto di spesa da 48mila a 96mila euro. Per ora è una semplice proposta, che deve ancora essere discussa con il ministero dell’Economia, ma i tempi stringono, perciò potrebbe accadere che queste nuove norme entrino nel decreto legge per lo sviluppo che il Governo vorrebbe varare in settimana.

Il ministero stima che si possa arrivare ad un investimento totale di 350 milioni di euro, ovvero il 30% della spesa aggiuntiva valutata dalla relazione al decreto Salva-Italia in 1.150 milioni per il periodo 1998-2006.
La proposta di messa a regime del 55% si avvale di un largo consenso parlamentare, espresso in più occasioni dai partiti che compongono la maggioranza e anche dalle opposizioni, mentre anche il Def (Documento economico-finanziario) del Governo, su proposta del ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, proponeva la riconferma dello strumento.

Il riordino e il potenziamento degli incentivi alle ristrutturazioni edilizie non sono però le uniche misure che il ministero delle Infrastrutture propone per rilanciare l’edilizia privata e la casa.

Ci sono anche misure che prevederebbero l’esenzione Imu di due anni per le prime case di valore dichiarato nell’atto di trasferimento inferiore a 200mila euro.
Sarà proposta anche la detrazione delle imposte di registro per compravendite di abitazioni di valore fino a 200mila euro: l’incentivo sarebbe pari alla detrazione totale dell’imposta lorda calcolata su un valore fino a 100mila euro, con l‘obiettivo di rilanciare le compravendita di immobili.
Esiste poi una proposta un po’ più onerosa, che interesserebbe la detrazione totale degli interessi passivi sui mutui per l’acquisto dell’abitazione principale: un consistente ampliamento dell’attuale agevolazione parziale che comporterebbe un aggravio di 1.113 milioni per il solo 2013.

Sembra, però, impossibile che queste due ultime proposte vengano approvate dall’Economia, mentre si fa molto affidamento al sostegno all’edilizia privata e alle imprese edili.
Esiste poi la proposta di esenzione Imu sugli immobili rimasti invenduti dai costruttori fino a tre anni: costo annuo stimato in 35,1 milioni, poiché per i costruttori quello del patrimonio invenduto rimane il problema principale.

Vera MORETTI

Ecoturismo: importante risorsa economica

Vacanze ecologiche?
Per il 48,6% degli italiani possono diventare uno dei motori di crescita economica del Paese, anche se, per ora, la maggior parte (62,5%) di chi parte per le ferie non si informa concretamente sul grado di attenzione all’ambiente della struttura di ricezione turistica ed esiste ancora molta confusione sul “criterio di eco logicità”, per il 51% relativa solo alle energie rinnovabili.

In realtà, una struttura davvero green ha una certificazione ambientale tra quelle riconosciute a livello internazionale, come Iso 14001, Emas o Ecolabel, utilizza prevalentemente energia proveniente da fonti rinnovabili, attrezzature ad alta efficienza energetica e sistemi di spegnimento automatico della luce e della climatizzazione.

Inoltre punta al risparmio di acqua applicando diffusori a rubinetti e docce e utilizza wc con il doppio scarico, dispone di elettrodomestici ad alta efficienza, tratta le acque di scarico per renderle meno inquinanti, e cerca di ridurre i consumi di acqua e di prodotti chimici nei lavaggi della biancheria.

Sembra che tutto ciò sia sufficiente, ma, invece, non lo è. Importante è anche una adeguata raccolta differenziata dei rifiuti, basata sul riciclo dei materiali, ma anche l’incentivazione dei propri clienti ad adottare comportamenti “bio”, magari mettendo loro a disposizione biciclette e altri mezzi ecologici, con un’aggiunta di informazioni sui mezzi pubblici del luogo.
E, se si tratta di un hotel, non può prescindere dall’utilizzo, nella propria cucina, di prodotti biologici e biodinamici, provenienti dal territorio locale e, dunque, a Km zero.

Per far sì che la mentalità sia verde per tutto il personale della struttura, indispensabili diventano corsi di formazione, per sensibilizzare i dipendenti alla riduzione dei consumi mentre svolgono le loro mansioni e, con il loro comportamento, dare il buon esempio agli ospiti.

Il viaggiatore attento all’ambiente, invece, è, dal canto suo, generalmente di età compresa tra i 35 e i 54 anni, abita in una grande città, soprattutto al nord e organizza le sue vacanze su internet. Tra le professioni degli “eco-turisti”, dipendenti pubblici, imprenditori e professionisti.

Vera MORETTI

L’esercito dei 3000 green manager

di Alessia CASIRAGHI

Eco sostenibilità, efficienza energetica e energia pulita. Sono le 3 parole chiave del futuro dell’imprenditoria e non solo. E moltiplicando queste 3 parole per mille ecco la quota di professionisti di cui si andrà a caccia entro il 2012. Sono i Green Manager, ovvero coloro che sono in grado di gestire secondo principi ‘ecologici’ il tessuto produttivo delle aziende.

In Italia i green manager sono per ora solo 2.650, secondo quanto riportato dal FIRE Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia, ma secondo Confindustria queste figure professionali sono destinate a moltiplicarsi di 7 volte nell’arco dei prossimi 8 anni, per raggiungere nel 2020 quota 1,6 milioni.

In Europa in fatti si parla di una richiesta di professionisti dell’energia green che sfiorerà, entro il 2020, la quota di 3 milioni di addetti ai lavori, che raggiungerà la cifra impressionante di 8 milioni se lo sguardo viene ampliato allo scenario mondiale.

Ma quali sono le ragioni di questo boom delle professioni green? La legislazione in materia di risparmio energetico e ecosostenibilità, come conferma l’agenzia per l’Ambiente delle Nazioni Unite, diventerà molto più severa e restrittiva: l’esigenza di sostenibilità interesserà soprattutto i cicli di lavoro, le norme impiantistiche, la necessità di certificazioni aziendali ma non solo. I Green Manager svolgeranno infatti un’importantissima funzione anche per quanto riguarda la partecipazione delle aziende a bandi di concorso per l’ottenimento di incentivi statali, così come nell’intercettare nuovi trend e fasce di mercato green.

Ma qual è il profilo ideale di un Green Manager? Quali skills deve possedere? Un eco manager dovrà prima di tutto sapere interpretare in chiave verde settori trasversli all’azienda: dall’ideazione alla produzione, alla logistica, alla distribuzione sul mercato del prodotto, tutto secondo i canoni della green governance. Non solo: dovrà sempre supervisionare l’applicazione dei criteri di efficienza energetica, assicurarsi che il marketing e la comunicazione siano in grado di valorizzare il surplus green dell’azienda. Fondamentale essere sempre aggiornato sulla legislazione ambientale, intermini di normative, vincoli e contributi statali, nonché intercettare i nuovi trend di mercato globali in materia di green economy.

Il green manager avrà al suo fianco però degli alleati strategici: gli eco-auditor, che controllano gli impianti produttivi e la tipologia di rifiuti pericolosi, il risk manager, a cui spetta il compito di individuare i punti deboli e i rischi delle attività commerciali, e l’energy manager, lo specialista dell’ottimizzazione dell’uso dell’energia.

Le Pmi italiane investono sul green tech

di Emiliano RAGONI

L’Italia, e in particolare il tessuto delle PMI, sono storicamente restie ai cambiamenti e alle innovazioni, tuttavia, il dato dichiarato da Fondazione Impresa è piuttosto incoraggiante; nel 2010-2011 infatti sono circa il 33%, le PMI italiane che hanno adottato tecnologie verdi. Stiamo parlando di green tech, quel pacchetto di soluzioni in grado di ottimizzare i costi della bolletta puntando direttamente a soluzioni di risparmio energetico.

Tradotto in termini numerici questo significa che in Italia un’impresa su tre crede che le fonti di energia rinnovabili rappresentino la soluzione giusta per ottenere un vero risparmio energetico. Un dato confortante, ma ancora non pienamente soddisfacente, perché comunque la maggior parte delle piccole e medie aziende italiane è ancora troppo indietro nel contrastare gli sprechi energetici legati alle diverse attività da esse svolte.

Ma in termini meramente economici quanto costa ad un’azienda non poter godere di green-tech?  Secondo i dati dell’ultimo Business Efficiency Report 2011 stilato da Epson, una gestione energetica dispendiosa prestata da 2 imprese su tre è costata nel 2010 circa 7,8 miliardi di euro. Seconda la stima di Officinae Verdi, questo significa che aumentando del 5% l’efficienza energetica è possibile incrementare i ricavi del 4%, che corrisponde a circa 31 miliardi di euro. Un bel risparmio quindi.

Officinae Verdi, Energy-Environment Service Company partecipata da UniCredit e WWF, ha inoltre appena lanciato l’EKØ Energy Kit, un nuovo modello di energia distribuita in fase sperimentale (per ora proposto nelle regioni Abruzzo, Lazio e Sardegna), attraverso il  quale anche le PMI potranno produrre energia verde autonomamente e risparmiare sulle bollette, dal 30% all’80% dei costi di luce e gas.

Paolo Fiorentino, vice Direttore Generale e Chief Operating Officer del Gruppo UniCredit, ha dichiarato che questo è un passo importante nella logica di offrire attraverso Officinae Verdi soluzioni concrete alle famiglie e alle imprese in termini di energie rinnovabili, efficienza energetica e riduzione delle emissioni di Co2. In termini  pratici cos’è l’EKØ Energy Kit?

È una sorta di “pacchetto energetico” che integra fotovoltaico ed efficienza energetica e li rende disponibili ai privati o alle PMI con finanziamenti personalizzati, disponibili grazie alla collaborazione di UniCredit che si occuperà delle pratiche per gli incentivi e delle relative detrazioni fiscali.  Chiamando il numero verde dell’energy desk della società arriverà un tecnico che effettuerà un sopralluogo energetico trovando la soluzione più idonea tra fotovoltaico ed efficienza energetica, oppure puntando alla loro integrazione.

In questo quadro Officinae Verdi si occuperà, in un lasso di tempo che oscilla tra i 80 e i 90 giorni, di adempiere a tutte le pratiche burocratiche necessarie, e chiaramente alla installazione, collaudo e monitoraggio dell’impianto.  Grazie all’EKØ Energy Kit si potrà arrivare a risparmiare sulla bolletta di luce e gas dal 30 all’80%; davvero niente male.

L’EKØ Energy Kit, in questo particolare momento di contingenza economica, rappresenta una soluzione reale e concreta all’abbattimento dei costi energetici per le PMI.