Bonus ristrutturazioni, la guida sulle detrazioni fiscali

Dopo gli ultimi interventi normativi sui bonus edilizi, tra restrizioni e riaperture alle cessioni dei crediti di imposta e al quadro dei visti e delle asseverazioni necessarie, i bonus dell’edilizia sembrerebbero avere delle regole assestate. La presente guida, dunque, chiarisce quali siano i beneficiari e quali sono gli interventi previsti per il bonus ristrutturazioni. Infine, la guida spiega come procedere per la detrazione diretta del bonus nella dichiarazione dei redditi e quali adempimenti risultano necessari.

Bonus ristrutturazioni, chi sono i beneficiari?

I beneficiari del bonus ristrutturazioni, come degli altri bonus edilizi, sono:

  • i proprietari e i nudi proprietari;
  • i titolari di diritti reali come uso, usufrutto, superficie e abitazione;
  • gli inquilini, i comodatari e i loro familiari conviventi.

In genere, sono ammessi ai bonus edilizi le persone fisiche e, per certi lavori, anche gli enti e le imprese.  I costi relativi ai lavori fatti sulle parti comuni degli edifici e che riguardino tutte le unità abitative componenti il singolo condominio, devono essere ripartite sulla base delle quote millesimali delle proprietà.

Cosa si intende per parti comuni di un edificio ai fini del bonus ristrutturazioni?

Le parti comuni di un edificio comprendono il suolo sul quale sorge l’edificio, i lastrici solari e i tetti, le opere, i manufatti e le installazioni di qualunque genere utili all’utilizzo comune. Rientrano nella definizione di parti comuni di un edificio gli impianti per il gas o per l’acqua o per l’energia elettrica, quelli per il riscaldamento.

Bonus ristrutturazioni, fino a quando si può utilizzare la detrazione fiscale?

Il bonus ristrutturazioni si può utilizzare fino al 31 dicembre 2024. La detrazione Irpef spetta nella misura del 50% per dieci anni. La spesa massima ammissibile per la detrazione è pari a 96 mila euro per ciascuna unità immobiliare. Nel massimale di spesa sono comprese le pertinenze anche se accatastata in via separata.

Quali sono gli interventi ammessi nel bonus ristrutturazione?

Gli interventi che rientrano nel bonus ristrutturazione sono:

  • quelli di recupero edilizio, consistenti nella manutenzione straordinaria, nel restauro, nel risanamento conservativo e nella ristrutturazione edilizia. In certe situazioni si può procedere anche alla demolizione e alla ricostruzione con una differente sagoma e un incremento di volume;
  • quelli di ripristino o di ricostruzione degli immobili danneggiati dagli eventi calamitosi;
  • gli interventi di realizzazione e di acquisto di posti auto pertinenziali o di autorimesse;
  • i lavori finalizzati a misure antisismiche;
  • gli interventi per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Sono compresi anche gli ascensori e i montacarichi, strumenti tecnologici avanzati per la comunicazione che possa favorire la mobilità esterna e interna all’unità abitativa delle persone portatrici di handicap grave.
  • per gli interventi di eliminazione delle barriere architettoniche si può procedere anche nell’ambito del superbonus 110% o della detrazione, per tutto il 2022, al 75%.

Quali altri interventi si possono fare con il bonus ristrutturazioni?

Inoltre, rientrano nel bonus ristrutturazioni anche i seguenti lavori:

  • quelli per prevenire gli atti illeciti e dunque vanno bene gli antifurti e le porte blindate;
  • i lavori di cablatura degli edifici;
  • gli interventi per contenere l’inquinamento acustico;
  • i lavori per conseguire risparmi energetici, ovvero l’installazione di impianti che utilizzano fonti di energia rinnovabile. Per questi interventi ci si può servire anche dell’ecobonus;
  • gli interventi per prevenire gli infortuni domestici;
  • i lavori di bonifica dell’amianto;
  • gli interventi per sostituire il gruppo elettrogeno di emergenza. In tal caso si può utilizzare un generatore di ultima generazione a gas;
  • l’acquisto delle unità in fabbricati internamente ristrutturati dalle imprese. La detrazione è pari al 25% del prezzo di acquisto e la vendita deve essere effettuata entro un anno e mezzo dalla conclusione degli interventi.

Bonus ristrutturazioni, si possono detrarre le spese di progettazione?

Si può beneficiare della detrazione fiscale del bonus ristrutturazione per le spese sostenute per la progettazione. Sono inclusi nel bonus anche i sopralluoghi e le perizie, il compenso sostenuto per la relazione di conformità, gli oneri per le autorizzazione, di urbanizzazione e le denunce di inizio degli interventi. Sono altresì inclusi anche i costi per l’acquisto dei materiali e le prestazioni dei professionisti.

Bonus ristrutturazione, come si può beneficiare della detrazione fiscale?

Per ottenere la detrazione fiscale sui lavori effettuati e rientranti nel bonus ristrutturazione è necessario compiere una serie di adempimenti. Innanzitutto, se prevista, dovrà essere inviata all’Azienda sanitaria locale (Asl) competente nel territorio la comunicazione degli interventi da compiere. L’adempimento si ottempera mediante invio di raccomandata A/R prima dell’inizio degli interventi.

Bonus ristrutturazioni, come effettuare le spese per ottenere la detraibilità?

Inoltre, è necessario considerare che le spese detraibili devono essere pagate mendiate bonifico parlante (bancario o postale). Nel documento devono risultare:

  • la causale del pagamento;
  • il codice fiscale di chi beneficia della detrazione fiscale;
  • il numero della partita Iva o il codice fiscale di chi riceve il pagamento.

Detrazione fiscale diretta nella dichiarazione dei redditi, come si fa per il bonus ristrutturazione?

Per la detrazione fiscale diretta nella dichiarazione dei redditi delle spese rientranti nel bonus ristrutturazioni, è necessario:

  • che nella dichiarazione dei redditi vengano indicati i dati catastali che identificano l’immobile;
  • se gli interventi vengono effettuati dal detentore, è occorrente inserire i dati della registrazione dell’atto che ne costituisce il titolo;
  • infine bisogna indicare i dati richiesti per il controllo della detrazione.

 

 

Mutuo per ristrutturare casa: come avviene la detrazione degli interessi passivi?

Si può beneficiare della detrazione fiscale degli interessi passivi sui mutui per ristrutturare la casa? La risposta è affermativa e l’agevolazione si concretizza nella detrazione dall’Irpef degli interessi passivi e dei relativi costi accessori sui mutui ipotecari pagati per ristrutturare o per costruire l’abitazione principale. Il contribuente, pertanto, può portare in detrazione il 19% degli interessi versati, con l’indicazione dell’importo nella dichiarazione dei reddito. Il massimo della detrazione fiscale annuale è pari a 2.582,25 euro.

Detrazione interessi passivi sui mutui per costruire o ristrutturare casa: cosa si intende?

La costruzione e la ristrutturazione della casa riguarda tutti quei lavori realizzati conformemente al provvedimento del Comune che autorizza la nuova costruzione o la ristrutturazione edilizia. I lavori di ristrutturazione sono disciplinati dal comma 1, lettera d), dell’articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica numero 380 del 2001. Si può beneficiare della detrazione fiscale anche sugli interessi pagati per acquistare un immobile allo stato grezzo. Inoltre, la detrazione opera anche sulla costruzione e sulla ristrutturazione edilizia dei fabbricati rurali da adibire a casa principale dei coltivatori diretti.

A chi spetta la detrazione per gli interessi sui mutui passivi?

La detrazione sugli interessi passivi dei mutui per costruire o ristrutturare casa spettano ai contribuenti che stipulano il contratto di mutuo. Il contribuente avrà anche il possesso a titolo di proprietà o di un altro diritto reale dell’unità abitativa, resa come abitazione principale. Ovvero quella nella quale il contribuente e i suoi familiari dimoreranno abitualmente. Rispetto al mutuo stipulato per l’acquisto di una casa, in quello per la costruzione dell’abitazione principale la quota degli interessi del coniuge a carico fiscalmente non può portarsi in detrazione fiscale da parte dell’altro coniuge.

Cosa serve per avere la detrazione degli interessi sui mutui passivi?

Per poter beneficiare della detrazione degli interessi sui mutui passivi per la costruzione o per la ristrutturazione della casa è necessario avere:

  • le quietanze relative al pagamento degli interessi passivi;
  • la copia del contratto del mutuo. Dal documento deve risultare che il mutuo è stato stipulato per realizzare i lavori di costruzione della casa o di ristrutturazione;
  • il documento, in copia, che attesti gli interventi effettuati.

Quando si può richiedere la detrazione fiscale sugli interessi passivi?

La detrazione fiscale sugli interessi passivi sui mutui accesi per la costruzione o la ristrutturazione della casa può essere richiesta nel momento in cui:

  • il contribuente ha acceso il mutuo nei sei mesi precedenti il giorno dell’inizio degli interventi oppure nei 18 mesi susseguenti;
  • l’immobile sarà adibito a casa principale nel termine dei sei mesi susseguenti il completamento dei lavori;
  • il mutuo deve essere stato stipulato dalla persona che avrà anche il possesso dell’unità abitativa, sia come proprietà che come diritto reale.

In merito al primo punto, il diritto alla detrazione fiscale sugli interessi passivi non viene meno se i lavori di costruzione dell’unità abitativa (abitazione principale) non risultano conclusi alla scadenza fissata dal provvedimento amministrativo se quest’ultimo sia arrivato in ritardo per cause imputabili solo all’Amministrazione comunale.

Limiti della detrazione degli interessi passivi sui mutui per la costruzione o ristrutturazione della casa

Il contribuente deve prestare attenzione ad alcune limitazione nella detrazione fiscale degli interessi passivi sui mutui per la costruzione o la ristrutturazione della casa. Infatti, la detrazione ha il limite nell’importo degli interessi passivi del mutuo effettivamente goduto nell’arco di ciascun anno. Gli importi pertanto devono essere rapportati ai costi effettivamente sostenuti e documentati. Inoltre, la detrazione fiscale non spetta sugli interessi passivi riferibili a quella quota di mutuo eccedente al totale dei costi documentati.

Cumulabilità delle detrazioni fiscali sugli interessi passivi sui mutui

La detrazione risulta cumulabile con le detrazioni previste sugli interessi passivi sui mutui ipotecari accesi per acquistare l’abitazione principale. Tale cumulabilità ha il limite del periodo di durata degli interventi relativi alla costruzione dell’unità abitativa. Il periodo si può estendere ai sei mesi susseguenti il completamento degli interventi stessi.

Quando si perde la detrazione fiscale sugli interessi passivi sui mutui?

La detrazione fiscale sugli interessi passivi sui mutui accesi per costruire o ristrutturare casa non è più possibile quando:

  • nel periodo di imposta susseguente a quello nel quale la casa non risulta più come abitazione principale;
  • se manca la destinazione a casa principale dell’unità abitativa entro i sei mesi susseguenti al termine dei lavori di costruzione della casa;

Inoltre la detrazione non spetta nel caso in cui i lavori di costruzione dell’unità abitativa non sono conclusi entro il termine previsto dal provvedimento amministrativo. Ciò significa che non è stato rispettata la scadenza fissata dal provvedimento che ha consentito di effettuare la costruzione della casa. Dal termine dei lavori inizia a decorrere il tempo per rettificare la dichiarazione dei redditi.

Il business della certificazione energetica

Uno dei parametri che ormai incidono di più all’atto della scelta di una casa sono le sue prestazioni energetiche. Non solo per l’obbligatorietà della certificazione energetica, ma per una virata verso un utilizzo dell’abitazione sempre più all’insegna del risparmio e della tutela dell’ambiente.

A proposito di certificazione energetica, il sito ProntoPro.it, specializzato nell’incontro fra domanda e offerta di lavoro professionale e artigianale, ha elaborato uno studio nel quale confronta i costi per la redazione di un attestato di certificazione energetica in diverse città italiane capoluogo di regione.

Ne è emerso che il costo medio di un attestato di certificazione energetica in Italia, per un appartamento tipo di 79 mq, è di 120 euro. In sostanza, si va da un massimo di 141 euro a Roma a un minimo di 104 euro a Imperia. Nel mezzo ci sono i 138 euro di Milano, i 127 di Genova, i 125 di Firenze, fino ai 106 euro di Frosinone e ai 108 di Massa Carrara.

Secondo Marco Ogliengo, amministratore delegato di ProntoPro.it, “il consumatore, oggi, è molto più attento alla certificazione energetica rispetto al passato, in quanto ha compreso l’influenza della prestazione energetica per il reale risparmio sulle spese della propria abitazione. A fronte di un mercato in cui i costi per l’Attestato di Certificazione Energetica sono in crescita, il nostro portale permette di confrontare i preventivi di numerosi certificatori e scegliere in piena autonomia”.

Via libera alla proroga degli Ecobonus

Il Consiglio dei Ministri di venerdì 31 maggio ha confermato la proroga agli Ecobonus, la cui scadenza era stata originariamente fissata al 30 giugno 2013.
La detrazione Irpef/Ires del 55% per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici non solo è stata prorogata al 31/12/2013, ma è stata innalzata la percentuale al 65%.
Se si tratta di lavori eseguiti dal condominio, questa detrazione è valida fino al 30/06/2014.

La detrazione Irpef del 50% per le ristrutturazioni edilizie, con tetto massimo di spesa agevolabile pari a 96.000 euro, è stata prorogata fino al 31/12/2013 ed è stata estesa anche agli immobili colpiti dal terremoto del maggio 2012 ed a quelli delle aree territoriali a rischio.
Questa detrazione è valida anche per l’acquisto di mobili destinati all’arredamento dell’abitazione da ristrutturare, fino ad un ammontare di 10.000 euro (con un bonus pari, quindi, a 5.000 euro).

Per entrambe le agevolazioni, 65% e 50%, l’importo spettante a titolo di bonus è ripartibile in dichiarazione dei redditi in 10 rate annuali di pari importo.

Vera MORETTI

I casi in cui le autorimesse rientrano nelle agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni

Le agevolazioni fiscali sul risparmio energetico e sulle ristrutturazioni edilizie si protrarranno fino al 30 giugno 2013, e questo, ormai, si sa.

Ma è possibile godere di tali agevolazioni per opere realizzate nelle autorimesse?
In particolare, si tratta del caso della sostituzione della saracinesca del garage con un serramento maggiormente coibentato, che potrebbe essere riconducibile ad un intervento per il risparmio energetico.
I proprietari che ricorrono a questa modifica generalmente hanno l’abitazione direttamente connessa al garage, con l’intento di ottenere una minore dispersione del calore e dunque beneficiarne anche per l’appartamento.

In questo caso la detrazione fiscale per il risparmio energetico è possibile solamente se nel garage è presente l’impianto di riscaldamento. Infatti questa detrazione è ammessa solo se l’intervento viene realizzato sull’involucro che delimita il volume riscaldato.

Se, invece, nel garage non c’è impianto di riscaldamento, l’intervento potrebbe rientrare nella detrazione per ristrutturazioni edilizie.
Se l’elemento viene sostituito con un altro con le medesime caratteristiche, l’intervento si configura come manutenzione ordinaria e pertanto è detraibile solo nel caso in cui avvenga su parti comuni. Questo avviene ad esempio se si sostituisce la saracinesca di un garage condominiale collettivo.
Se invece la sostituzione riguarda un garage privato, la detrazione non è possibile sostituendo l’elemento con un altro con medesime caratteristiche.
La detrazione, infatti, è valida solo se si tratta di interventi di sostituzione delle saracinesche che apportano innovazioni.
Le innovazioni possono essere di varia natura, ad esempio l’installazione di una saracinesca avente materiale differente (magari più robusto), una saracinesca elettrificata, oppure una saracinesca coibentata.

Nel caso di costruzione di una nuova autorimessa, l’agevolazione fiscale per le ristrutturazioni edilizie è ammessa per gli interventi relativi alla realizzazione di autorimesse o posti auto pertinenziali, anche di proprietà comune.
Si tratta di una delle eccezioni della detrazione fiscale per le ristrutturazioni edilizie, poiché è l’unico caso in cui viene ammessa per nuove costruzioni.

Un ultimo caso che rientra nella detrazione è quello della costruzione di una saracinesca laddove il garage ne era sprovvisto, come previsto dall’Agenzia delle Entrate.
Inoltre, trattandosi di un intervento che fa parte di quelli classificati come adozione di misure finalizzate a prevenire il rischio di compimento di atti illeciti da parte di terzi, è assolutamente in linea con gli interventi che possono beneficiare della detrazione.

Sempre a proposito di interventi per delimitare il rischio, rientrano nella detrazione anche l’apposizione o sostituzione di serrature, lucchetti, catenacci o spioncini su una saracinesca esistente ed anche l’installazione nel garage di rilevatori di apertura, antifurto e relative centraline.

Vera MORETTI

Online la bozza del modello 730/2013

La bozza del modello 730/2013 è pronta e contiene anche la detrazione Irpef del 50% per le spese di ristrutturazione edilizia e le novità in tema di Imu
L‘innalzamento dell‘Irpef dal 36 al 50% è stata introdotta dal Decreto Sviluppo, ma la percentuale sale al 55% in caso di ristrutturazioni volte al risparmio energetico.

Modificato anche il tetto massimo di spesa da poter portare in detrazione: 96 mila euro per unità immobiliare, contro i precedenti 48 mila. La detrazione viene diluita in 10 anni, in quote di pari importo.
La detrazione, inoltre, è applicabile per le spese sostenute dal 26 giugno 2012 al 30 giugno 2013, anche se si tratta di interventi di ricostruzione o ripristino di immobili danneggiati da sismi o altri eventi calamitosi.
La detrazione del 55% riguarda anche interventi di sostituzione dei vecchi boiler con scaldacqua a pompa di calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria.

Ma alcune novità contenute nel modello riguardano l’Imu, che sostituisce l’Irpef e le addizionali dovute sul reddito dominicale per i terreni non affittati.
Per quelli affittati si pagano invece sia Imu che Irpef.
L’Imu sostituisce l’Irpef anche per i fabbricati non in affitto e concessi in comodato gratuito.
L’Irpef è invece valida per i fabbricati affittati e per gli immobili esenti dall’Imu, se dovuta. In questi casi deve essere indicata la presenza di una causa di esenzione nel quadro A dei terreni e nel quadro B dei fabbricati.

L’Agenzia delle Entrate ha già reso disponibile la bozza del modello 730 che andrà compilato il prossimo anno in sede di dichiarazione dei redditi, con la possibilità di inserire anche questi importi.

Vera MORETTI

Ristrutturare casa: ecco cosa si può detrarre

Dovete ristrutturare casa e volete sapere se i lavori che state per affrontare rientrano nelle detrazioni fiscali previste?

Ebbene, l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato di recente una guida che contiene una lista di tutte le detrazioni previste, previa presentazione della documentazione richiesta.
Si tratta di un vademecum con validità illimitata, non solo per quanto riguarda le norme riportate, ma anche le detrazioni, anch’esse senza scadenza.

Tra le novità più interessanti c’è di sicuro la possibilità, da parte dei contribuenti che hanno iniziato i lavori a partire dal 26 giugno, o che hanno intenzione di avviarli prima del 30 giugno 2013, di beneficiare di una detrazione fiscale pari al 50% della spesa sostenuta, con un importo massimo che va a raddoppiarsi rispetto alla situazione precedente, arrivando cioè a un tetto limite di 96.000 euro.

Ma la guida contiene anche una sezione dedicata a consigli e suggerimenti pratici su come avviare nel modo migliore e più rapido la pratica necessaria per ottenere l’agevolazione fiscale.

Non tutti forse sanno che nella fattura non sussiste più l’obbligo di indicare con una voce a parte a quanto ammonta il costo effettivo della manodopera; e ancora, nel caso di vendita di immobili la persona che vende avrà la possibilità, se l’immobile su cui sono stati realizzati i lavori è stato venduto prima che scadessero i tempi utili per godere della detrazione, di stabilire in prima persona se godere lui stesso dei privilegi fino alla scadenza del periodo, o se trasferire questi ultimi alla persona che sta acquistando.

Altra cosa da sapere è che il contribuente avrà l’obbligo di suddividere in 10 rate annuali l’intero importo deducibile, mentre chi ha 75 o 80 anni non potrà più suddividere la detrazione in 3 o 5 quote annuali.

Vera MORETTI

Decreto sviluppo, le principali novità fiscali

Le principali novità contenute nel Dl 83/2012 con “misure per la crescita del Paese”, la cui legge di conversione è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale l’11 agosto.

Iva per cassa
Passa da 200mila a 2 milioni di euro la soglia di volume d’affari che apre alla liquidazione dell’Iva “per cassa”.

Interessi da project bond: imposta agevolata
Viene concesso un regime fiscale agevolato alle obbligazioni emesse da società di progetto per finanziare investimenti in infrastrutture o servizi di pubblica utilità. Il regime agevolato ha lo scopo di attrarre capitali su questi titoli, permettendo la tassazione degli interessi che ne derivano al 12,5% anziché al 20%.

Bonus energia e ristrutturazioni edilizie
Ancora sei mesi per usufruire della detrazione fiscale del 55% relativa agli interventi di riqualificazione energetica. Lo sconto è stato prorogato fino al 30 giugno 2013, rimanendo distinto fino a quella data dal bonus per le ristrutturazioni edilizie, salito al 50% dei costi sostenuti fino a un limite massimo di 96mila euro di spesa contro i precedenti 48mila.

Aerotaxi
Il tributo sugli aerotaxi viene esteso anche ai voli effettuati tramite elicottero ma, per le tratte non superiori a 100 chilometri, il prelievo scende a 10 euro.

Assunzioni qualificate
Un contributo concesso sotto forma di credito d’imposta alle imprese che assumono a tempo indeterminato nuovo personale “altamente qualificato” (ossia con un dottorato di ricerca universitario o una laurea magistrale in discipline tecniche o scientifiche) e impiegato in attività di ricerca e sviluppo. Il beneficio fiscale, utilizzabile soltanto in compensazione, è pari al 35% delle spese sostenute per le assunzioni a tempo indeterminato, con un limite massimo di 200mila euro all’anno per impresa. Parte dei fondi stanziati (2 milioni di euro per il 2012 e 3 a decorrere dall’anno 2013) è stata riservata alle imprese che hanno sede o unità locali nei territori dei comuni colpiti dal terremoto in Emilia.

Edilizia: ecco gli incentivi proposti dal ministero delle Infrastrutture

Il ministero delle Infrastrutture propone incentivi del 36% per le ristrutturazioni edilizie e del 55% per quanto riguarda il risparmio energetico per la casa e considera queste due manovre un vero e proprio stimolo per la crescita del comparto e del Paese.

Il 55% sarebbe rinnovato sostanzialmente com’è, per il 36% il ministero prevede un potenziamento, con innalzamento dell’aliquota (al 50%) e del tetto di spesa da 48mila a 96mila euro. Per ora è una semplice proposta, che deve ancora essere discussa con il ministero dell’Economia, ma i tempi stringono, perciò potrebbe accadere che queste nuove norme entrino nel decreto legge per lo sviluppo che il Governo vorrebbe varare in settimana.

Il ministero stima che si possa arrivare ad un investimento totale di 350 milioni di euro, ovvero il 30% della spesa aggiuntiva valutata dalla relazione al decreto Salva-Italia in 1.150 milioni per il periodo 1998-2006.
La proposta di messa a regime del 55% si avvale di un largo consenso parlamentare, espresso in più occasioni dai partiti che compongono la maggioranza e anche dalle opposizioni, mentre anche il Def (Documento economico-finanziario) del Governo, su proposta del ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, proponeva la riconferma dello strumento.

Il riordino e il potenziamento degli incentivi alle ristrutturazioni edilizie non sono però le uniche misure che il ministero delle Infrastrutture propone per rilanciare l’edilizia privata e la casa.

Ci sono anche misure che prevederebbero l’esenzione Imu di due anni per le prime case di valore dichiarato nell’atto di trasferimento inferiore a 200mila euro.
Sarà proposta anche la detrazione delle imposte di registro per compravendite di abitazioni di valore fino a 200mila euro: l’incentivo sarebbe pari alla detrazione totale dell’imposta lorda calcolata su un valore fino a 100mila euro, con l‘obiettivo di rilanciare le compravendita di immobili.
Esiste poi una proposta un po’ più onerosa, che interesserebbe la detrazione totale degli interessi passivi sui mutui per l’acquisto dell’abitazione principale: un consistente ampliamento dell’attuale agevolazione parziale che comporterebbe un aggravio di 1.113 milioni per il solo 2013.

Sembra, però, impossibile che queste due ultime proposte vengano approvate dall’Economia, mentre si fa molto affidamento al sostegno all’edilizia privata e alle imprese edili.
Esiste poi la proposta di esenzione Imu sugli immobili rimasti invenduti dai costruttori fino a tre anni: costo annuo stimato in 35,1 milioni, poiché per i costruttori quello del patrimonio invenduto rimane il problema principale.

Vera MORETTI

Arriva il nuovo catasto urbano

In arrivo il nuovo catasto. Una riforma alla quale il governo vuole mettere mano al più presto e che porterà diverse novità: passaggio dall’attuale sistema per categorie e classi a un sistema basato sulla localizzazione e sulle caratteristiche edilizie, sostituzione del criterio del numero di vani con quello dei metri quadrati, adeguamento dei valori catastali degli immobili a quelli di mercato. La revisione del catasto sarà dunque la base su cui applicare tutte le imposte sugli immobili.

Ma perché il sistema catastale è inadeguato? Fondamentalmente perché la suddivisione in categorie e classi è ferma al periodo storico un cui è stato ideato il catasto urbano, con classi delineate dal suo impianto normativo originario. Gli unici aggiornamenti sono stati effettuati solo sulla base di comunicazioni dei soggetti interessati, in occasione di attività di ristrutturazioni e variazioni edilizie.

Cinque sono i criteri ispiratori del nuovo catasto:

– superamento del sistema per categorie e classi in relazione agli immobili ordinari, attraverso un sistema di funzioni statistiche che correleranno il valore del bene o il reddito dello stesso alla sua localizzazione e alle sue caratteristiche edilizie;
– superamento, per abitazioni e uffici, del vano come unità di misura della consistenza a fini fiscali, sostituendolo con la superficie;
– costituzione di un sistema catastale che contempli assieme alla rendita, il valore patrimoniale del bene;
– riqualificazione dei metodi di stima diretta per gli immobili speciali;
– rideterminazione della classificazione dei beni immobiliari.