Prorogata la richiesta per ripristino attività in seguito al sisma

Sono stati prorogati, per decisione della Regione Emilia Romagna, i termini di scadenza per la presentazione delle domande di accesso ai contributi per finanziare il ripristino e il riavvio delle attività produttive distrutte o danneggiate dagli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012.

Per accedere alle agevolazioni, le imprese che intendono usufruire dei contributi per la realizzazione degli interventi di riparazione con rafforzamento locale, miglioramento sismico o ricostruzione, riparazione e riacquisto beni mobili srumentali, ma anche per la ricostruzione di scorte e prodotti e delocalizzazione temporanea, possono inviare entro il 31 gennaio 2014 un’apposita istanza “preliminare” alla domanda di contributo contenente oltre ai dati dell’azienda beneficiaria, il tipo e il valore indicativo del danno stimato.

Le imprese che avranno rispettato i termini di scadenza per la domanda preliminare, potranno presentare la domanda di contributo entro il 31 dicembre 2014.

Le domande devono essere presentate online, seguendo la procedura disponibile sul potale della regionale SFINGE.

Vera MORETTI

Niente tasse sulle donazioni per le imprese terremotate

L’Agenzia delle Entrate ha voluto chiarire, nella risoluzione 58/E 2013, che le erogazioni liberali delle imprese volte a sostenere attività produttive in zone colpite da terremoto sono deducibili dal reddito d’impresa.

Il chiarimento era doveroso, a seguito della richiesta di istituire un fondo da destinare alla concessione di contributi per la ricerca a favore di aziende di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, vittime del sisma 2012.

Esistono due requisiti legati alle erogazioni:

  • Devono essere effettuate tramite fondazioni, associazioni, comitati ed enti individuati con decreti dei prefetti delle rispettive Province.
  • Devono essere in favore di popolazioni colpite da eventi di calamità pubblica o da altri eventi straordinari anche se avvenuti in altri Stati.

Nel caso in oggetto ricorrono entrambi i presupposti: le associazioni sindacali e di categoria sono fra i soggetti individuati dai decreti prefettizi emanati in seguito al terremoto del 2012, e il concetto di “popolazioni colpite da eventi di calamità pubblica“ può comprendere anche le imprese ubicate nel territorio colpito, in considerazione del fatto che con la ripresa delle normale attività contribuiscono al benessere della popolazione residente.

Ciò significa che le erogazioni in questione sono deducibili dal reddito d’impresa e non sono soggette all’imposta sulle donazioni.

Vera MORETTI

DURC agevolato per i comuni colpiti dal sisma nel 2012

E’ stato siglato un accordo tra la Regione Emilia-Romagna, le associazioni imprenditoriali e sindacali del settore delle costruzioni emiliano-romagnole, INAIL, INPS, ANCI e UPI, grazie al quale la verifica del DURC potrà avvenire in tempo reale nei Comuni colpiti dal sisma del maggio 2012.

Questo progetto dà la possibilità di verificare in tempi stretti se esiste un documento unico di regolarità contributiva già emesso e in corso di validità, rendendo più semplici le procedure per effettuare i pagamenti alle imprese che eseguono i lavori post terremoto nell’ambito della ricostruzione.

Questo servizio agevolerà, snellendoli, i tempi di pagamento dei Comuni emiliani, favorendo anche un notevole risparmio di costi, semplificando le eventuali richieste di nuovi DURC che utilizzano i dati già presenti all’interno dei software gestionali dell’ente.

Gian Carlo Muzzarelli, assessore regionale alle Attività produttive, ha voluto illustrare i vantaggi di questa iniziativa: “Anche la tecnologia e gli strumenti informatici possono dare un contributo per migliorare i tempi e la qualità della ricostruzione. Il DURC è il rispetto delle parti in campo, un modo per assicurare la correttezza dei percorsi, del rispetto delle regole e delle responsabilità di ciascuno. Ricostruzione, che con le oltre 400 imprese e i quasi 600 professionisti già impegnati, consentirà al comparto dell’edilizia e delle costruzioni di uscire dalla crisi. Ma nel rispetto della legalità e delle regole”.

Vera MORETTI

Eni per l’Emilia Romagna

Anche Eni partecipa alla ricostruzione di ciò che il sisma del 2012 aveva devastato nella regione Emilia Romagna.

La compagnia del cane a sei zampe, infatti, contribuirà alla ricostruzione dell’istituto tecnico Giuseppe Luosi di Mirandola, che il terremoto aveva distrutto.
I lavori partiranno entro la fine del 2013 e si pensa che, già per l’anno scolastico 2014-2015, l’istituto sarà nuovamente agibile.

Emilio Sabattini, presidente della Provincia di Modena, ha dichiarato a proposito: “Il sostegno di Eni copre praticamente tutti i costi di un intervento che ci consente di restituire alla comunità un edificio antisismico al 100 per cento, quindi ben oltre il 60 per cento previsto dall’ordinanza regionale. In questo modo gli studenti, che sono temporaneamente nei moduli provvisori, potranno rientrare in tempi ragionevolmente brevi in una sede confortevole e sicura. Obiettivo che con le sole risorse pubbliche sarebbe stato difficile realizzare”.

Gli ha risposto Giuseppe Recchi, presidente Eni: “Nel momento in cui Mirandola e le altre città dell’Emilia sono alla ricerca di ottimismo e fiducia nel futuro Eni non poteva non essere presente. E abbiamo deciso di farlo nella maniera che reputiamo migliore: quella di contribuire alla ricostruzione di una scuola, il luogo nel quale i nostri ragazzi devono formare il loro sapere e la loro coscienza. A voi e a tutti i cittadini di Mirandola dico che su questo punto avete a disposizione un asso nella manica formidabile, qualcosa che appartiene al dna di questa terra: la capacità di innovare”.

Ha accolto con entusiasmo la notizia anche Giorgio Siena, presidente del Luosi, che comprende liceo classico, linguistico, istituto tecnico e professionale per il commercio: “La prospettiva di ritornare nel 2014 nella nostra sede originaria, migliorata nella struttura, dimostra che la ricostruzione può rappresentare un’opportunità che consentirà a studenti, insegnanti e al personale della scuola di frequentare in futuro edifici scolastici più sicuri e moderni”.

Vera MORETTI

Pagamento Siae prorogato per le imprese colpite dal sisma

Il pagamento della Siae è stato prorogato, per i pubblici esercizi e le attività commerciali che si trovano nelle zone colpite dal terremoto, fino al 30 giugno 2013.

A stabilirlo è stata la società che tutela il diritto d’autore, ma a seguito di una richiesta inoltrata da Fipe, la federazione italiana pubblici esercizi aderente a Confcommercio Imprese per l’Italia.

Erano stati i diretti interessati, gli imprenditori delle aziende che operano nei territori del sisma, a presentare le prime istanze, tramite le quali chiedevano una dilazione dei pagamenti. Fipe si è fatta carico di questa esigenza ed ha contattato la Siae, che ha dato il suo benestare.
Beneficeranno della proroga gli imprenditori le cui attività hanno luogo nei comuni delle province di Bologna, Ferrara, Modena, Reggio Emilia, Mantova e Rovigo, (quelli individuati dal decreto del Ministero dell’Economia), nonché nel comune dell’Aquila.

Vera MORETTI

L’unione che fa la forza di piccole grandi imprese

Siamo all’inizio degli anni ’50, all’indomani degli stravolgimenti causati dalla Seconda Guerra Mondiale. In un’area compresa fra le province di Modena e Reggio Emilia sono circa una decina le imprese artigianali impegnate nella produzione di ceramica per pavimenti e rivestimenti: in soli 10 anni il numero di aziende cresce a ritmo esponenziale grazie alla domanda crescente di beni per l’edilizia, alla disponibilità di materie prime – le colline brulle di argilla rossa – ma soprattutto all’intraprendenza e alla volontà di giovani donne e uomini.

Alla fine degli anni’60 quello che oggi viene definito il Distretto Ceramico di Sassuolo conta oltre 200 imprese, destinate a far conoscere le loro ceramiche simbolo del made in Italy nei 4 Continenti.

Quest’oggi la striscia di terra compresa fra i Comuni di Formigine, Fiorano, Maranello, Prignano e Sassuolo si è trovata di fronte ad una nuova inaspettata e violenta sfida da affrontare: la ricostruzione dopo il sisma che l’ha colpita lo scorso maggio. Ma è dalla volontà del piccolo che si ricomincia, e da quell’unione che insieme fa la forza.

Leggi l’intervista a Luca Caselli, Sindaco di Sassuolo e Primo Presidente dell’Unione dei Comuni del Distretto ceramico

Distretto di Sassuolo, il cuore della ceramica

Eravamo quattro amici al bar, che volevano cambiare il mondo, cantava Gino Paoli. Ed è proprio dall’intraprendenza e dalla voglia di fare della gente comune che sono nate alcune delle realtà industriali più importanti del nostro Paese: il distretto della ceramica di Sassuolo, situato nella fascia pedemontana tra le province di Modena e Reggio Emilia, è senza dubbio un esempio di “quell’imprenditorialità tipicamente italiana che nasce dalla gente comune”.

In un fazzoletto di terra compreso fra Sassuolo, Fiorano, Maranello e Formigine c’è la più alta concentrazione di industrie ceramiche al mondo: un esempio virtuoso di eccellenza del made in Italy che ha consegnato all’Italia il titolo di leader nella produzione di ceramica per pavimenti e rivestimenti nel mondo.

Infoiva ha intervistato Luca Caselli, Sindaco del Comune di Sassuolo e Primo Presidente dell’Unione dei Comuni del Distretto ceramico.

Il distretto ceramico di Sassuolo rappresenta un caso emblematico di industria di filiera in Italia. Qual è il suo segreto? Quale il suo valore aggiunto?
Senza dubbio le persone. Negli anni ’50 Sassuolo era definita zona agricola depressa. L’intraprendenza, la genialità, l’inventiva delle persone hanno trasformato colline “brulle”, perché cariche di argilla rossa, nella capitale mondiale della produzione ceramica.

Il vostro distretto vanta anche attività legate a design e decorazione della ceramica. Come convivono e si relazionano l’anima più produttivo-meccanica e quella creativa?
L’una è complementare all’altra, la prima non esisterebbe, non in maniera tanto importante, senza la seconda; e viceversa. L’estro creativo applicato alla piastrella è frutto di quel miracolo economico e sociale chiamato “Distretto Ceramico”: un gruppo di amici che si sono sempre spartiti i compiti e scambiate le informazioni. Sassuolo è conosciuta nel mondo come sinonimo di produttività e professionalità: le nostre piastrelle sono sicuramente le più resistenti, qui è nato il gres porcellanato, qui sono nate le lastre sottili applicabili anche ma non solo alla pavimentazione e al rivestimento: oggi con le piastrelle puoi ricoprire gallerie, creare edifici autosufficienti da un punto di vista energetico. Abbiamo al piastrella che respira, quella che si pulisce da sola, quella che accumula energia, quella che aiuta i non vendenti nell’aggirarsi per casa o in strada. Ma le nostre piastrelle sono anche, e soprattutto, le più belle: quel made in Italy applicato alla ceramica che tutto il mondo ci invidia e che è disposto a pagare un po’ di più per averlo, passa anche e soprattutto dall’estro creativo e grafico di veri e propri artisti della serigrafia.

Il comparto ceramica è un valore commerciale per l’economia del nostro Paese, soprattutto grazie al settore dell’export, che nei primi 6 mesi del 2012 si è attestato a quasi 1 miliardo e 900 milioni. Quanto conta per voi il mercato dell’export?
L’export, oggi, è ciò che permette alle nostre aziende di essere ancora tali e non semplici capannoni dismessi. Anche questo, vede, è figlio di una genialità e di una lungimiranza tipicamente sassolese. A metà degli anni ’90 i principali competitors delle nostre aziende erano gli spagnoli che approfittavano di finanziamenti a fondo perduto provenienti dall’Unione Europea per costruire palazzi su palazzi, porti, infrastrutture, intere città. A Valencia, ogni anno, si tiene Cevisama: c’è stato un periodo in cui visitando quella città, per la fiera, una volta all’anno ti trovavi, ogni volta, in una città nuova: cambiavano addirittura i punti di riferimento. Sorgevano palazzi, strade, ponti, nuovi quartieri. La Spagna ha puntato, quindi, esclusivamente sul mercato interno ed oggi fatica più che mai. A Sassuolo, invece, ci fu l’intuito di guardare oltre l’orto di casa, puntando a nuovi mercati, cambiando da pasta rossa a pasta bianca, piastrelle dorate per la Russia, simili a lastre di marmo per gli Stati Uniti. Se non è lungimiranza questa…

Quali sono i maggiori Paesi dove esportate le vostre produzioni? Come sono cambiati con l’avvento della crisi?
I mercati principali per l’export restano quello russo e quello statunitense, anche se stanno prendendo sempre più piede realtà nuove, che fino a qualche decennio gli insegnanti di geografia addirittura tralasciavano di raccontare ai propri studenti. Paesi come gli Emirati Arabi, paesi opulenti ed in grado di apprezzare la qualità a discapito del prezzo.

Perchè la ceramica italiana è così amata e apprezzata all’estero?
Perché è senza dubbio la migliore. La più resistente, adatta ad ogni ambiente, sia residenziale che commerciale, la più versatile e al tempo stesso la più bella. L’Italia, la sua storia, la sua arte e la sua cultura sono apprezzate in tutto il Mondo: la ceramiche ha fatto proprio questo background mettendolo sulle pareti e sotto i piedi di tutti. Mi ripeto: il gres porcellanato, la vera grande rivoluzione degli anni ’80 che ha sostituito mono e bicottura, è nata a Sassuolo. Le lastre sottili da tre millimetri sono nate qui: non è un caso ed è apprezzato in tutto il mondo.

Il successo del Salone Cersaie conferma che l’industria della ceramica in Italia non teme la crisi. Il vostro distretto conferma questa proiezione?
Credo di poter affermare, senza tema di smentita, che il distretto ceramico sassolese sia stato per anni, e resti tutt’ora, uno straordinario esempio di quell’imprenditorialità tipicamente italiana che nasce dalla gente comune. Non è un caso che alcune delle aziende ceramiche più prestigiose siano nate in bar, con quattro amici che preferivano parlare di futuro anziché giocare a briscola. Il fatto che, nel periodo del cosiddetto boom economico, la gente “comune” abbia potuto realizzare il proprio sogno inventandosi un’azienda che produceva frutti e posti di lavoro, ha fatto sì che nel nostro distretto sia sempre regnata una sorta di “pace sociale” invidiata da più parti in Italia. Il patrimonio economico delle nostre aziende, negli anni, è sempre cresciuto di pari passo con il tenore di vita della cosiddetta “classe operaia”. Purtroppo, però, questa crisi mondiale ha cambiato le carte in tavola: il mercato italiano è fermo, la burocrazia ed i costi energetici, oltre che di trasporto e materie prime che ancora oggi fanno parte del nostro sistema Paese rendono la concorrenza internazionale sempre più dura per le nostre aziende che, d’altro canto, hanno dovuto sempre più puntare a mercati stranieri, spesso cosiddetti “emergenti” per mantenere inalterati produzione e fatturato a discapito di un mercato interno deficitario. Questo ha fatto sì che la crisi, dal punto di vista sociale, forse per la prima volta nella storia del nostro distretto, non sia andata di pari passo con la crisi economica. Cersaie ha confermato l’alto valore, il ruolo leader nel mondo delle nostre aziende ceramiche, che oggi, però, sono sempre più internazionali e sempre meno locali: tutto un mondo chiamato “indotto”, che nei decenni passati è fiorito assieme alle ziende ceramiche, è in forte difficoltà e con esso tantissimi posti di lavoro e tantissime famiglie.

Un’industria che non si arrende. Il sisma dello scorso maggio ha colpito profondamente le aziende del distretto. Come hanno reagito nell’immediato le aziende del distretto? Come si ricomincia?
Come sempre è stato. Il sisma dello scorso maggio ha dato ancora una volta prova, se mai ce ne fosse stato bisogno, di che pasta è fatta l’Emilia. Le aziende sono ripartite immediatamente, tristi, danneggiate, ma con la stessa intraprendenza che le ha sempre contraddistinte e con la consapevolezza che non si poteva perdere tempo per salvaguardare la posizione di mercato ed i posti di lavoro. Conosco realtà ceramiche, molto importanti e conosciute, che la mattina del 29 maggio si sono trovate con le linee produttive fuori asse, i forni spenti, le mura dei capannoni crepate. Nessuno lo ha mai saputo, la notizia non è nemmeno uscita: immediatamente ci si è rimboccati le maniche ed in venti giorni la produzione è ripartita.

Nei giorni scorsi, i principali quotidiani nazionali hanno riportato la notizia di una mancata erogazione dei fondi raccolti dopo il sisma e destinati a ridare ossigeno alla zona. Avete riscontrato ritardi negli aiuti? Quali le maggiori difficoltà che avete incontrato?
Sinceramente ci ho sempre sperato poco: anche all’Aquila era successo qualcosa di simile. Credo che, come me, ci abbiano sempre creduto poco anche quelle persone che dal terremoto hanno perso tutto.  Con la nostra Amministrazione abbiamo preferito un’altra strada: agli sms abbiamo sostituito gli abbracci, ai 2 euro le cucine da campo, le casse con generi alimentari, i Tir carichi di beni di prima necessità o giocattoli per bambini.
C’è stata una grande attenzione mediatica sul sisma dell’Area nord della Provincia di Modena, temo, però, che a questa non sia seguita quell’attenzione da parte di chi avevano il potere di sburocratizzare, snellire le procedure, aiutare concretamente chi aveva solamente bisogno di non vedersi mettere il bastone tra le ruote dallo Stato. Al resto hanno sempre dimostrato di riuscire a far fronti da soli. La nostra scelta, quella di puntate su aiuti semplici e concreti anziché su grandi ma fumose promesse , è stata apprezzata: tanto dalle persone che hanno ricevuto gli aiuti quanto dagli altri. Abbiamo ricevuto interi Tir carichi di ogni genere e Sassuolo è divenuto in breve, con il lavoro di centinaia di giovani volontari che invece di uscire ed andare a divertirsi passavano giornate, serate e la notte a smistare pacchi e svuotare tir o bauli di auto, un vero e proprio centro di smistamento.

Alessia CASIRAGHI

Emilia Romagna, la ceramica simbolo del made in Italy

E’ la regione in cui si produce circa l‘80% della ceramica italiana: da Modena a Sassuolo, da Faenza a Ferrara, da Maranello a Casalgrande. Le eccellenze del made in Italy vengono proprio da qui, da un’area geografica compresa fra due province e dove la produzione di piastrelle di ceramica risale al ‘700, grazie all’ampia disponibilità di cave nella zona appenninica.

L’Emilia Romagna è la stessa terra piegata in due dal sisma che lo scorso maggio ha ferito nel ventre l’Italia, lasciando dietro di sè una scia di vittime, case e fabbriche distrutte e timori per un futuro incerto. Ma c’è anche chi si è rimboccato da subito le maniche, riavviando la produzione e cercando di sfruttare le potenzialità offerte dall’export per ridare forza alla propria azienda. Come l’impresa ferrarese Ceramica Sant’Agostino, una tradizione che dura da quasi 50 anni.

Leggi l’intervista a Filippo Manuzzi, brand manager di Ceramica Sant’Agostino

La ceramica che non si arrende

 

C’è una regione in Italia, che più di tutte è protagonista della creazione e della produzione di ceramica: l’Emilia Romagna, sede del più grande distretto industriale dove viene prodotto circa l’80% delle ceramiche, terra di tradizione dove l’industria è soprattutto realtà di filiera, dalla materia prima al prodotto finito. Una terra ferita però nel profondo dai recenti eventi sismici che lo scorso maggio hanno colpito la zona, mettendo in ginocchio imprese e intere realtà industriali.

Infoiva quest’oggi vuole raccontare la storia di un’eccellenza del made in Italy, attraverso la voce di Filippo Manuzzi, brand manager di Ceramica Sant’Agostino, una delle realtà imprenditoriali più grandi e competitive dell’Emilia. Un’azienda che ha fatto della costante spinta alla ricerca e all’innovazione il cuore della sua filiera produttiva, e che ha saputo rinascere, rimboccandosi le maniche e guardando sempre al domani, dopo il terremoto che l’ha piegata il 20 maggio 2012.

Il successo del Salone Cersaie conferma che l’industria della ceramica in Italia non teme la crisi. Confermate questa proiezione?
Si, anche se vanno sottolineate le differenze sostanziali tra la domanda del mercato italiano e la richiesta che viene dall’estero.

E a proposito del settore dell’export di ceramica, nei primi 6 mesi del 2012 i dati dicono si sia attestato a quasi 1 miliardo e 900 milioni di euro. Quanto conta per la vostra azienda il mercato dell’export?
Il mercato dell’export riguarda circa il 60% del prodotto annuo. I compratori stranieri scelgono le ceramiche italiane perché trovano nel prodotto italiano caratteristiche superiori in termini di design, ricerca estetica e tecnologica, innovazione, ovvero tutto ciò che fa del prodotto made in Italy un prodotto di qualità. Fino a qualche anno fa il nostro mercato era quasi esclusivamente interno, che resta per noi un mercato molto importante, va detto però che l’Italia sta attraversando un periodo di stagnazione e di calo della domanda nazionale. L’apertura verso i mercati esteri e la richiesta che viene da Paesi lontani ci ha permesso in questa sfortunata congiuntura economica di mantenere volumi e quantità: è stata una scelta strategica.

Quali sono i maggiori Paesi dove esportate le vostre produzioni?
Esportiamo soprattutto in Europa, nel Nord America, in Russia e alcuni Paesi del Medio Oriente, Emirati Arabi, Libano e Arabia Saudita in primis, e poi naturalmente una fetta importante dell’export è indirizzata all’Estremo Oriente: Hong Kong, Thailandia e Cina.

Temete la concorrenza dei Paesi produttori di ceramica esteri, Cina in particolare?
E’ talmente ampio il divario tra i livelli produttivi italiani, sia in termini di materiali che di tecnologia e design, rispetto alla media dei produttori dell’estremo Oriente, che onestamente non vedo pericoli reali e concreti.

Ceramica Sant’Agostino, un’azienda e una storia interamente made in Italy. Come è iniziata? Qual è il suo valore aggiunto guadagnato nel tempo?
L’azienda è stata fondata da mio nonno nel 1964 a Ferrara, un distretto produttivo extra-ceramico: una scelta in controtendenza per l’epoca che si è rivelata vincente perché ha consentito all’azienda di sviluppare negli anni una forte autonomia progettuale e una visione originale e innovativa in termini di ricerca e di prodotto. Io appartengo alla terza generazione dell’azienda, assieme a mio fratello e mio cugino, mentre la seconda generazione è rappresentata da mio padre e mio zio rispettivamente presidente e vicepresidente di Ceramica Sant’Agostino, e gestiscono la parte strategica dell’azienda. Ceramica Sant’Agostino è un’azienda estremamente trasversale la cui produzione è mutata adattandosi alle esigenze di un mondo che è fortemente cambiato da qui a 50 anni fa: da un’impresa piccola e fortemente centralizzata sul mercato italiano, l’azienda ha esteso la sua rete di contatti, aprendosi ad un network più strategico, con uno sguardo maggiormente rivolto ai mercati internazionali. Non solo, da una produzione più tipicamente ‘classica’, l’azienda ha intrapreso anche altri percorsi aprendosi a collaborazione con designer e creativi: l’ultimo esempio è la partnership presentata all’ultimo Cersaie con Philippe Starck, che testimonia la volontà di orientarci maggiormente al design e alla ricerca, puntando su prodotti di alta gamma. La capacità di innovare in termini di ricerca tecnologica e estetica è l’unica cosa che può dare continuità alle aziende che oggi producono in Italia e vogliono esportare nel mondo.

Un’industria che non si arrende. Il sisma dello scorso maggio ha colpito profondamente le aziende del distretto. Quale è stata la vostra reazione immediata? Come si ricomincia?
Siamo stati l’azienda più colpita dalla prima scossa del 20 maggio scorso, con un bilancio tragico di 2 vittime e numerosi crolli. Il distretto ceramico è stato colpito in misura minore e ha interessato solo alcune aziende di Finale Emilia e della bassa modenese. Abbiamo reagito nell’unico modo possibile, ovvero rimboccandoci le maniche, con tempi e la velocità che il mercato richiede, tenendo contatti e rapporti con la nostra clientela, e facendo ripartire la produzione, anche se solo al 25%, già da metà luglio, ovvero due mesi dopo il sisma.

Nei giorni scorsi, i principali quotidiani nazionali hanno riportato la notizia di una mancata erogazione dei fondi raccolti dopo il sisma e destinati a ridare ossigeno alla zona. Avete riscontrato ritardi negli aiuti? Quali difficoltà avete incontrato?
La ricostruzione è stata fatta interamente in autofinanziamento, sono usciti dei bandi della Regione e vedremo in futuro come accedervi.

Come vedete il vostro futuro?
Noi crediamo che se i mercati continueranno a tenere nei prossimi mesi e la nostra azienda riuscirà a mantenere delle buone quote di mercato e a ripartire  con la parte restante della produzione, raggiungendo la quota del 75% della capacità produttiva pre sisma entro fine anno, ce la faremo a superare questa burrasca.

Alessia CASIRAGHI

Mantova: nuovi finanziamenti per sicurezza e sostenibilità

La Camera di Commercio di Mantova mette a disposizione 150.000 euro di contributi a fondo perduto destinati alle aziende del territorio che decidano di investire in sicurezza e sostenibilità.

Potranno partecipare al bando tutte le aziende iscritte al Registro delle imprese con sede legale o unità operativa in provincia di Mantova, che rientrino nella definizione di micro, piccola e media impresa.

Il bando di finanziamento è esteso anche alle imprese mantovane situate in uno dei comuni delle province limitrofe colpite dal sisma del maggio 2012, che avranno diritto alla priorità nell’assegnazione dei contributi.

Per ricevere il finanziamento occorrerà dimostrare che gli investimenti realizzati con il contributo della Camera di Commercio siano finalizzati alla sostenibilità ambientale e sicurezza sul lavoro. Potranno essere finanziati gli investimenti sostenuti dal 02/01/2012 al 30/11/2012.

Nel dettaglio in materia di sicurezza le PMI potranno beneficiare di contributi per spese sostenute riguardanti:

perizie sulla resistenza ai sismi degli edifici adibiti ad attività di impresa, effettuati da professionisti abilitati, finalizzate, se opportuno e ove necessario, a definire un piano d’intervento sugli immobili per la riduzione dei rischi di danni strutturali da eventi sismici

adeguamento attrezzature e macchinari a requisiti di sicurezza (griglie, schermi di protezione, sistemi di protezione anticaduta, antincendio, antifurto, ecc.)

acquisto attrezzature e macchinari nuovi, dotati delle necessarie certificazioni di prodotto e conformi agli standard di sicurezza previste dalla legge, legati a:

  • attività di produzione, esclusi i trattori per le imprese agricole;
  • attività di logistica, esclusi gli automezzi e mezzi di trasporto su strada;
  • impianti di prevenzione inceni

In materia ambientale invece, l’accesso ai contributi riguarda:

• l’installazione e posa in opera di impianti che riducono, all’interno e all’esterno dell’azienda, l’impatto ambientale del processo produttivo in termini di emissioni d’aria, acqua, rifiuti e rumori

• installazione e posa in opera di tecnologie che favoriscono il risparmio di materie prime o l’utilizzo di materie prime meno inquinanti o sostanze non pericolose, riduzione degli scarti di lavorazione, la trasformazione degli scarti/rifiuti in materie riutilizzabili all’interno del ciclo produttivo

• tecnologie che consentano la riduzione di peso, la multifunzionalità, il riutilizzo degli imballaggi

• interventi di rimozione/smaltimento eternit (esclusi costi per interventi di nuova copertura)

Non sono ammesse nel bando spese per acquisto di beni immobili, IVA e altre imposte e tasse, interventi forniti da imprese con le quali la richiedente abbia rapporti di controllo, di partecipazione finanziaria, o amministratori, consiglieri e rappresentanti legali in comune, spese sostenute “in economia”, con proprio personale aziendale e/o utilizzando mezzi propri, spese di manutenzione ordinaria, riparazioni e altre tipologie di spesa non attinenti alle finalità del bando.

Il contributo riconoscibile è a fondo perduto, pari al 25% delle spese sostenute (al netto dell’IVA) e documentate sino ad un massimo di 5.000 euro per singola misura.

Le domande di contributo devono essere presentate esclusivamente con invio telematico accessibile dal sito www.mn.camcom.gov.it alla sezione Promozione e finanziamenti – Bandi di finanziamento e agevolazioni – Domande telematiche.

La data ultima per la presentazione della domanda è fissata al 10/08/2012 salvo chiusura anticipata del bando per esaurimento dei fondi disponibili .