Fondo nazionale per le pmi

Per attuare in Italia l’iniziativa europea denominata Small Business Act, è stato istituito un fondo nazionale destinato alle imprese che depositano brevetti ma anche alle aziende che cercano di sviluppare quanto brevettato.

Si tratta di 57,9 milioni di euro messi a disposizione dalle banche che hanno aderito al progetto, come Unicredit Spa, Mediocredito Italiano Spa e Deutsche Bank.
Obiettivo di questo Fondo è aumentare la capacità competitiva delle pmi e farle beneficiare a pieno del sistema di proprietà industriale.

Per beneficare di questo finanziamento, le piccole e medie imprese possono essere ubicate su tutto il territorio nazionale e operare in un qualsiasi settore di attività economica, ad eccezione del settore della produzione primaria, della pesca, dell’acquacoltura e del settore carboniero.
Mentre escluse sono le imprese “in difficoltà” e le imprese che non hanno restituito agevolazioni godute per cui è stata disposta la restituzione dal ministero o che non siano in regola con quanto previsto dalla normativa comunitaria in materia di aiuti illegali.
Divieto di accesso anche per le imprese destinatarie, nei sei anni precedenti, di provvedimenti di revoca totale di agevolazioni concesse dal ministero, ad eccezione di quelli derivanti da rinunce da parte delle imprese.

Per chiedere il finanziamento occorre contattare una delle banche selezionate.
Il Fondo nazionale per l’innovazione interviene riducendo il rischio dell’intermediario finanziario, che nelle intenzioni, potrà concedere credito a condizioni particolarmente vantaggiose.
L’incentivo fornito alle banche, per liberare risorse proprie da destinare alle pmi, è dato dalla costituzione di un pegno su un fondo monetario del Mse in favore di ciascuna banca selezionata. Questo potrà essere utilizzato per la copertura di eventuali prime perdite sul portafoglio di finanziamenti erogati alle pmi, fino a un importo massimo di 3 milioni di euro, con durata fino a 10 anni.

Le spese che possono essere coperte dal finanziamento sono tutte quelle idonee ai fini dell’immissione sul mercato di un bene o di un servizio che è stato brevettato. Pertanto sono finanziabili tutti gli investimenti materiali e immateriali connessi con la realizzazione del progetto di valorizzazione di quanto brevettato.
Il regolamento CE 800/2008 prevede che gli attivi immateriali devono essere utilizzati esclusivamente nell’impresa beneficiaria degli aiuti, essere considerati ammortizzabili, essere acquistati da terzi a condizioni di mercato, senza che l’acquirente possa esercitare il controllo sul venditore o viceversa, e figurare nell’attivo dell’impresa per almeno tre anni.

Vera MORETTI

Small Business Act sbarca in Liguria

Uno statuto di riconoscimento per tutte le microimprese del levante e ponente ligure. Si chiama Small Business Act la normativa introdotta dalla Comunità Europea per il riconoscimento e lo sviluppo delle microimprese locali, che da oggi sbarca anche nella Regione Liguria.

Via libera per le microimprese del territorio ad accedere ai bandi per fondi e appalti pubblici e alla concessione di contributi. Lo Small Business Act parifica lo status della microimprenditoria a quello delle Pmi.

“La Liguria è la prima regione in Italia ad aver dato attuazione in modo organico alle indicazioni comunitarie – ha sottolineato il Presidente di Confartigianato Giancarlo Grasso. – Con il ddl 189 viene riconosciuto il ruolo della piccola e micro impresa a livello regionale”.

Grazie allo Small Business Act verranno concessi alle microimprese condizioni agevolate per la partecipazione ai bandi di gara di appalto pubblico di importo inferiore ai 500 mila euro, e verrà introdotto il subappalto.

Nuove opportunità per l’accesso al credito

La recente revisione dello Small Business Act sottolinea, ancora una volta, la necessità di iniziative mirate a migliorare l’accesso al credito da parte delle Pmi per sostenerne la crescita e garantire la sostenibilità della loro attività. Lo spirito dello Small Business Act è riassunto dal motto “Think small first“, “Pensare anzitutto in piccolo”, per rimarcare il fatto che il 99% delle imprese europee e italiane sono Pmi, che danno lavoro a oltre 150 milioni di cittadini europei e che, per questo, possono ben essere considerate la “spina dorsale” dell’economia. È un approccio che Intesa Sanpaolo condivide appieno, consapevole del fatto che artigiani, commercianti, agricoltori, professionisti, in una parola le piccole imprese italiane, sono tali solo per dimensioni, certo non per capacità e professionalità.

Il mondo dello small business ha esigenze particolari, diverse da quelle delle altre imprese, anche per quanto riguarda la banca; esprime bisogni non sempre facili da intercettare, perché chi lavora in proprio spesso non ha neppure il tempo di passare in filiale. La crisi ha fatto comprendere la necessità di cambiare marcia proprio verso i “piccoli”, assumendo nei loro confronti una responsabilità chiara, netta e precisa, e rimuovendo alcuni “paletti” di ostacolo nel rapporto tra impresa e banca.

La parola d’ordine è stata: riavviare il dialogo. Intesa Sanpaolo ha creato un nuovo modello di servizio, in base al quale ogni imprenditore trova nella sua filiale una persona dedicata e preparata proprio sullo specifico settore delle Pmi. Questa maggior autonomia delle filiali ha permesso di avvicinare le parti e ristabilire i rapporti con i piccoli imprenditori nel modo meno burocratizzato possibile. In fasi congiunturali come l’attuale, le aziende meno strutturate e di minori dimensioni sono quelle che soffrono di più e hanno più bisogno di essere assistite affinché possa emergere – al di là dei dati di bilancio – il loro valore reale, che risiede nella storia dell’azienda, nell’esperienza delle persone che la rappresentano, nelle prospettive da valutare in virtù del posizionamento di mercato e sul territorio.

Costo del finanziamento, tempi di concessione e richiesta di garanzie restano le principali difficoltà che le imprese incontrano quando chiedono credito. Risposte veloci e semplificazione sono le principali richieste. Per questo il lavoro della nuova Direzione Marketing Small Business di Intesa Sanpaolo si sta concentrando sulla razionalizzazione dell’offerta dei finanziamenti, sulla semplificazione della delibera e lo snellimento delle pratiche di fido (dalle più semplici a quelle più complesse e articolate) e sulla drastica riduzione dei tempi di risposta alle richieste di finanziamento.

Per agevolare l’accesso al credito, è fondamentale il ruolo giocato dalle garanzie consortili (già oggi un terzo dei finanziamenti concessi, ad esempio, alle imprese artigiane sono garantiti dai Confidi) e dalle garanzie rilasciate dal Fondo di Garanzia per le PMI, a valere sulla Legge 662/96. Questi interventi favoriscono l’allocazione del credito a tassi competitivi secondo criteri di efficienza e di “bontà” dei progetti imprenditoriali; e possono essere strategici per sostenere il processo del credito, nell’ottica dell’ormai prossima introduzione delle regole di Basilea III, irrobustendo la posizione degli imprenditori e mitigando il rischio per la banca, che detiene così più capitale di migliore qualità.

Nella “manovra di riavvicinamento” alle Pmi è stato decisivo anche il consolidarsi della collaborazione con chi rappresenta gli imprenditori a livello associativo e dunque ne conosce le istanze. I nuovi accordi di collaborazione consentono di rispondere alle indicazioni degli imprenditori di “fare rete“, creando direttamente sui territori un canale preferenziale di contatto e modalità di relazione e di servizio che inizino dall’ascolto e dalla conoscenza.

All’accordo quadro siglato con Rete Imprese Italia, soggetto di rappresentanza costituito da Confartigianato, CNA, Casartigiani, Confcommercio, Confesercenti, è seguito il rinnovo della Convenzione con CDO (Compagnia delle Opere), rafforzata dal coinvolgimento di tutte le Banche del Gruppo Intesa Sanpaolo attive sul territorio con una rete capillare di 5.800 filiali. Grazie alle nuove intese, le 34.000 imprese profit e non profit associate a CDO e i loro dipendenti potranno beneficiare di conti correnti dedicati a privati e aziende di piccolissima, piccola e media dimensione, e di finanziamenti a condizioni concorrenziali declinati sulla base delle diverse esigenze, dai finanziamenti per la gestione della liquidità e degli investimenti, ai prodotti dedicati alla ricapitalizzazione. Viene confermato anche il “PMI Tutoring” attraverso cui BFS Partner (che gestisce i contenuti dell’accordo) può accompagnare le aziende associate nella richiesta di finanziamento, fornendo alla banca un’analisi preventiva in merito alla sostenibilità finanziaria. È un servizio nel quale sia la banca che CDO credono molto: l’obiettivo è poter decuplicare nel prossimo triennio le circa 200 operazioni di PMI Tutoring realizzate finora.

Il contesto di fiducia reciproca tra il Gruppo e Compagnia delle Opere ha favorito lo sviluppo di una partnership di sostanza, capace di esprimere numeri significativi – 17.000 conti in convenzione, più di 1.500 operazioni annue di finanziamenti a medio e lungo termine e quasi 400 milioni di euro all’anno di erogato per mutui e finanziamenti – e ha favorito anche una comprensione più tempestiva delle misure anticrisi da attuare nei confronti delle Pmi.

Nell’ambito del progetto di presidio dei micro territori – che rientra nella strategia generale di vicinanza alle Pmi da parte del Gruppo Intesa Sanpaolo – sono state identificate anche le zone rilevanti per CDO, alle quali sono state abbinate le migliori risorse, direttori di filiale molto esperti e preparati, per assistere in maniera proattiva quelle imprese che mostrano una capacità reale di sviluppo. Far sì che questo potenziale si traduca in risultati concreti è il grande compito dei prossimi anni di collaborazione con CDO.

Nella foto: il Consigliere Delegato di Intesa Sanpaolo Corrado Passera e il Presidente di Compagnia delle Opere Bernhard Scholz.

Pmi e ambiente: nuove semplificazioni burocratiche in arrivo

Il Consiglio dei Ministri ha approvato nei giorni scorsi un “pacchetto” di semplificazioni burocratiche in tema di prevenzione degli incendi e di tutela dell’ambiente relativamente agli adempimenti di carattere oneroso che coinvolgono circa 2 milioni di piccole e medie imprese italiane. Il commento del Ministro per la Pubblica amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta è stato: “per la prima volta viene affermato il principio di proporzionalità: gli adempimenti amministrativi vengono diversificati in base alla dimensione, al settore in cui opera l’impresa e all’esigenza di tutela degli interessi pubblici“.

Viene inoltre esteso l’utilizzo della rete grazie alla quale sarà possibile presentare online le domande utilizzando lo Sportello Unico. In questo modo si agevoleranno soprattutto le piccole imprese che sono la maggioranza nel nostro Paese: il 95% di quelle operanti nell’industria e nei servizi non supera il numero di 10 addetti. Nella nota si legge “il sistema amministrativo italiano tratta in modo sostanzialmente identico le une e le altre: le grandi come le piccole, l’attività di servizi turistici come l’impresa che tratta materiali chimici. Stesse procedure burocratiche, stesse autorizzazioni, stessi vincoli e, quindi, stessi costi per l’imprenditore. Per superare questa condizione insostenibile il Governo si e’ impegnato, con la manovra economica dell’estate 2010, a realizzare numerose semplificazioni che contribuiscano nell’azione di rilancio dell’economia, liberando risorse che fino a oggi sono state spese per attività amministrative inutili e che possono essere ricollocate sul fronte degli investimenti o, più semplicemente, dare fiato ai bilanci delle aziende in difficoltà“.

Giorgio Guerrini, presidente di Rete Imprese Italia (Confartigianato, CNA, Casartigiani, Confcommercio e Confesercenti) sul via libera del Consiglio dei Ministri ai regolamenti di semplificazione in materia ambientale ha affermato: “Oggi vediamo la prima attuazione dei principi dello Small Business Act. I provvedimenti di semplificazione approvati dal Governo vanno nella giusta direzione: alleggerire gli adempimenti burocratici a carico delle piccole e medie imprese, applicando il criterio di proporzionalità sulla base del numero dei dipendenti e del settore di attività“.

Mirko Zago

L’Ue spinge per un nuovo Small Business Act: meno costi e meno tempo per creare una società

La Commissione europea è in prima linea per incrementare la crescita delle piccole e medie imprese, volontà che appare evidente in particolare con le recenti nuove azioni varate per il sostentamento dell’imprenditoria. La revisione del modello di  “small business act” ovvero il quadro della politica Europea per le Pmi, ha apportato diverse novità interessanti presentate nei giorni scorsi dal vicepresidente della Commissione Ue, responsabile per l’impresa, Antonio Tajani.

Tra gli aspetti più interessanti appaiono la riduzione drastica dei tempi e i costi per la costituzione di una società. L’obiettivo che si vuole raggiungere è di arrivare a 3 giorni e 100 euro di spesa (lo scorso anno la media Ue era di 7 giorni e poco meno di 400 euro di spesa). Altri aspetti da curare maggiormente sono ancora una volta l’accesso al credito e il miglioramento della possibilità delle piccole e medie imprese di ottenere risorse finanziarie, cosi’ come di poter partecipare agli appalti.

Tajani ha affermato: “Anche le Pmi hanno accusato la crisi con la perdita di circa tre milioni di posti di lavoro, con le nuove azioni pensiamo di poter offrire loro nuove opportunità di ripresa”. E’ stato inoltre istituito una sorta di vigilante soprannominato “Mr. Pmi” (si tratta dello spagnolo Daniel Calleja).

Mirko Zago

Confprofessioni: per la ripresa servono nuovi professionisti

Il Consiglio dei ministri qualche giorno fa ha varato il pacchetto di misure per rilanciare l’economia, tanto atteso dal settore delle imprese e dei professionisti. Per Confprofessioni però, senza incentivi e formazione di nuovi professionisti, non si può andare lontano. “Il piano per la crescita può rappresentare realmente una frustata al cavallo dell’economia, purché tenga in considerazione tutte le forze economiche del Paese, libere professioni comprese” ha affermato Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni (principale organizzazione di rappresentanza dei liberi professionisti in Italia).

Stella ha ribadito inoltre  che “Si tratta di materie che coinvolgono trasversalmente tutto il sistema professionale e che incidono direttamente sulla loro attività. C’è una piena condivisione sugli obiettivi del governo, poi si tratta di vedere come i provvedimenti annunciati verranno resi operativi. Da quanto emerso finora, tuttavia, pare che le misure di stimolo all’economia viaggino in un’unica direzione, quella delle imprese, trascurando completamente il settore delle libere professioni”.

Viene criticato lo sbilanciamento a favore delle piccole e medie imprese, a danno delle categorie dei professionisti. Manca infatti nello “Small Business Act” interventi articolati per i professionisti. Stella sottolinea la gravità poichè “Dalla riforma degli incentivi si passa alla fiscalità di vantaggio per la creazione di nuove imprese al Sud, dove i professionisti e soprattutto i giovani professionisti sono costretti a migrare in altre regioni nella speranza di poter esercitare la loro attività“.

Mirko Zago

Regione Veneto: Bilancio “interessante” ma … il Fondo Unico Regionale per le imprese?

“Per la prima volta, nella storia della Regione Veneto si è invertita la tendenza, la lettura del Bilancio Regionale risulta ‘più interessante‘ dal punto di vista delle entrate rispetto alle uscite”. A dichiararlo è stato Claudio Miotto, presidente regionale di Confartigianato nel corso dell’audizione al Ferro-Fini sul Bilancio di previsione 2011.

“In modo particolare – ha sottolineato il presidente – ci hanno colpito alcune voci di bilancio in entrata principalmente a carico delle imprese come ad esempio l’Irap che riporta quasi 3 miliardi di euro. Còi nonostante, alle voci in uscita, sotto il capitolo ‘Sviluppo del sistema produttivo e della piccola impresa‘, il mondo economico regionale si trova a dover segnalare un valore pressoché nullo di risorse a disposizione. Un duro colpo che, per l’artigianato, peggiora una situazione già deteriorata dallo smantellamento della direzione artigianato con buona pace per i principi dello Small Business Act”.

In una Regione dove il Pil del 2010 si attesta a circa 150 miliardi di euro ed il bilancio regionale pari a circa il suo 10%, dove la Sanità Pubblica assorbe il 78% del bilancio e dove il gettito da sola Irap (per non parlare delle varie accise e della quota Irpef), copre 1/3 delle spese del bilancio (tolte le partite di giro nazionali) e circa il 40% delle spese dalla Sanit Pubblica, tale scelta politica, anche se giustificata da una situazione economica difficile incomprensibile.

“Per questo – ha concluso Miotto – abbiamo chiesto di creare una attenta concertazione tra regione ed associazioni di categoria, per ottimizzare l’utilizzo di tutte le risorse finanziarie a disposizione al fine di interpretare innovazione e ricerca in chiave anticrisi. Una di quelle scelte coraggiose e lungimiranti di cui l’economia veneta ha tanto bisogno, assieme all’internazionalizzazione, promozione, qualità e ai processi di aggregazione. Ma la vera grande partita, riteniamo la si dovrà giocare nel Fondo Unico Regionale che, non va dimenticato, di “proprietà” delle imprese. E solo in via straordinaria negli anni precedenti è stato prestato alla Sanità. Tale fondo a nostro avviso, dovrà sostenere il più importante e potenzialmente esplosivo problema delle imprese: il credito“.

La Cina e’ piu’ vicina, per le piccole e medie imprese europee. Parola di Rete Impresa Europa

Il Vicepresidente e responsabile per l’industria della Commissione Europea, Antonio Tajani,  in occasione della creazione di 15 punti di contatto di Impresa Europa in Cina e nella Corea del Sud, ha annunciato che Rete Impresa Europa, che in meno di due anni ha contribuito ad accrescere l’attività di due milioni di aziende nell’Ue, ora apre alle Piccole e medie imprese le porte verso la Cina e la Corea del Sud.

L’obiettivo sarà quello di favorire l’accesso verso grandi mercati particolarmente attrattivi. La Rete sta anche progettando di aprire nuovi punti di contatto in Giappone. ”Le Pmi sono il motore della crescita e creano occupazione”, ha sottolineato Tajani intervenendo alla terza conferenza annuale di Impresa Europa. Per il responsabile dell’imprenditoria nell’Ue ”esistono ottime opportunità per le Pmi in grandi mercati come quelli della Cina e della Corea del Sud e Impresa Europa può aiutare a spianare la strada. Entro la fine del 2010 – ha aggiunto – daremo impulso al processo per promuovere le Pmi aggiornando lo Small Business Act (legge a favore delle piccole aziende), che aiuterà gli imprenditori a lanciarsi sulla strada del successo personale”. Attualmente, esistono 10 organizzazioni partner in Cina, in città come Guangzhou, Xiamen e Hangzhou, e 5 nella Corea del Sud, tra cui i centri di Seoul e l’area dedicata alla ricerca di Daejeon. Ad oggi – precisa Bruxelles – ”solo il 25% delle Pmi europee esportano o hanno esportato nel corso degli ultimi tre anni. Per aiutarle a operare all’estero accrescendo la loro presenza, Impresa Europa si è estesa all’Asia. Così, con 589 organizzazioni partner in 47 paesi, compresi tutti i 27 Stati membri, la rete si propone ”come un canale innovativo, unico nel suo genere, che aiuta le Pmi ad avere successo”. Il Network fornisce anche informazioni sulla legislazione e i finanziamenti della Ue, consulenze sui modi per sviluppare idee innovative e aiuti per incrementare le probabilità di successo nelle richieste di finanziamenti europei.

Fonte: Ansa

Small Business Act: se ne parla il prossimo 25 ottobre a Reggio Calabria

Il prossimo lunedì 25 ottobre, presso la Camera di Commercio di Reggio Calabria, il Ministero dello Sviluppo Economico, insieme alla Camera di Commercio di Reggio Calabria e la Camera di Commercio di Messina, ha organizzato, un convegno per discutere dello Small Business Act, come sostegno alla crescita delle piccole imprese dell’area dello stretto ed il credito e Venture Capital come fattori di sviluppo. L’obiettivo principale del Convegno è informare le imprese sulle iniziative messe in campo dal Ministero Sviluppo Economico, dall’ AIFI, dall’ABI e Borsa Italiana e dalla Regione Calabria per facilitare l’accesso al credito delle micro-piccole imprese e favorire la conoscenza di strumenti finanziari complementari alle forme tradizionali di reperimento di capitali, come il Ventur Capital e i segmenti di Borsa dedicati alle PMI, in un contesto come il Mezzogiorno dove sono realizzati solo il 4% degli investimenti italiani di Venture Capital.

Che cos’è lo Small Business Act?

“Quello che va bene agli artigiani va bene al Paese”. Berlusconi all’assemblea di Confartigianato promette un serio snellimento della burcrazia ed uno Statuto per le imprese.

Il Presidente del Conisglio, Silvio Berlusconi, è intervenuto all’assemblea della Confartigianato e ha spiegato alla platea la sua idea di snellimento burocratico nel rapporto Stato-Impresa. “Vogliamo fare una rivoluzione nel rapporto tra lo Stato, la Pubblica amministrazione e le imprese: passare dal sospetto alla fiducia”. Questo quanto annunciato dal Presidente all’assemblea, spiegando poi che entro l’autunno il suo intento è quello di mettere mano ad una proposta di legge per lo statuto delle imprese.

L’idea dello Statuto “è riconoscere diritti alle imprese, è la via italiana alla realizzazione dello Small business act dell’Ue”. Ribadendo che quello che va bene agli artigiani va bene all’Italia, il Presidente del Consiglio ha concluso sottolineando che “anche prima dell’approvazione dello Statuto delle imprese prometto che entro questo mese sarà emanato il decreto del ministro dell’Ambiente che prevede per il Sistri una riduzione di almeno il 70% degli organi sia burocratici che economici per queste imprese”.