Agricoltura: vuoi far crescere la tua attività? con ISMEA Investe puoi

Nuove opportunità per le società che operano nel settore agro-industriale e agro alimentare. Si tratta del Bando Ismea Investe che finanzia progetti di investimento mirati.

ISMEA Investe

ISMEA è l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo e Alimentare, di seguito sarà indicato anche come “Istituto” e propone una serie di aiuti per le attività agricole, questi aiuti hanno l’obiettivo di sostenere il settore e sono diretti di volta in volta ad aziende che operano nell’agricoltura a diversi livelli, ad esempio in passato è stato finanziato il progetto “Donne in campo”.

Il bando in oggetto intende andare incontro alle esigenze delle attività agricole organizzate in forma di società di capitali che soffrono di una situazione di sottocapitalizzazione che non favorisce l’accesso al credito. Tale fattore che va ad incidere sulla capacità di introdurre innovazioni all’interno della filiera agricola e di conseguenza penalizza questo settore che è trainante per l’economia dell’Italia.

Nella presentazione del bando il presidente di Ismea Angelo Frascarelli ha sottolineato come anche per il settore dell’agricoltura le parole d’ordine nei prossimi anni saranno innovazione, transizione ecologica e internalizzazione in modo da rafforzare la competitività del made in Italy anche all’estero e il bando Ismea Investe intende andare proprio in tale direzione.

Chi può partecipare

Il bando ISMEA è diretto a: società di capitali, anche in forma cooperativa che siano però finanziariamente sane cioè non sottoposte a procedure fallimentari. Le società devono inoltre essere impegnate in attività di produzione agricola primaria, nella trasformazione di prodotti agricoli e nella commercializzazione di prodotti agricoli. Le società inoltre per poter beneficiare del bando ISMEA Investe devono essere partecipate almeno al 51% da imprenditori agricoli, cooperative agricole a mutualità prevalente e loro consorzi o da organizzazioni di produttori.

La disponibilità totale di ISMEA per questo progetto è di 60 milioni di euro.

Come funziona il finanziamento ISMEA Investe

Il bando ISMEA Investe prevede la partecipazione di ISMEA in progetti che abbiano un valore minimo di 4 milioni di euro, l’aiuto dell’Istituto dei Servizi per il Mercato Agricolo per la singola ha un valore minimo di 2 milioni di euro e massimo di 20 milioni di euro, si tratta quindi di importi di una certa rilevanza. Sono naturalmente previste delle condizioni. Le aziende devono presentare dei progetti di sviluppo che devono essere eco-sostenibili e devono tendere a migliorare i processi produttivi, processi di consolidamento nella produzione, trasformazione, logistica, commercializzazione dei prodotti stessi.

Il valore dell’intervento di ISMEA Investe non potrà essere superiore al valore dell’intervento dei privati, ad esempio se il progetto ha un costo di 5 milioni di euro, il valore dell’investimento ISMEA non potrà superare 2,5 milioni di euro, l’Istituto però andrà ad operare come socio di minoranza, tale partecipazione andrà nel tempo in dismissione, quindi l’Istituto non resterà “socio” per sempre.

I versamenti dell’Istituto approvati dovranno essere successivi o concomitanti rispetto a quelli dei privati, l’apporto di questi ultimi potrà essere anche in forma di conferimento dei beni, ma questi dovranno essere funzionali rispetto al progetto presentato, inoltre saranno sottoposti a una perizia per determinarne il reale valore in modo da mantenere la posizione di socio di minoranza di ISMEA.

L’uscita dell’istituto dal progetto avviene nell’arco di 5-8 anni, ma il piano di uscita deve essere chiaro fin dall’inizio e molto dettagliato. L’Intervento ISMEA avrà comunque una remunerazione compresa tra un tetto minimo e massimo da individuare in base alla tipologia di finanziamento. Nell’accordo saranno determinate anche le modalità di uscita.

Condizioni dell’accordo

Se hai intenzione di partecipare, fin da subito devi sapere che l’articolo 12 del bando prevede che al termine della procedura di valutazione, ISMEA stipula un accordo con le società, si tratta di un vero e proprio contratto che riconosce all’Istituto un potere di vigilanza e controllo sulle attività svolte.

Tra le condizioni per poter ottenere l’aiuto previsto vi è il diritto di ISMEA di nominare almeno un rappresentante dell’organo amministrativo e un rappresentante dell’organo di controllo. Inoltre ISMEA provvederà ad acquisire budget annuali e resoconti semestrali, dovrà visionare il bilancio della società corredato dalla certificazione di una società di revisione iscritta all’albo. Infine, ISMEA monitorerà il perseguimento degli obiettivi per i quali  la società ha ottenuto l’aiuto previsto dal bando. Appare quindi evidente che ISMEA non si limita a finanziare, ma per un periodo diventa un vero e proprio partner controllore e minoranza, della società stessa.

Tipologia di finanziamento di ISMEA Investe

ISMEA Investe può finanziare il progetto in vari modi, ad esempio attraverso un intervento di equity, cioè una capitalizzazione della società che ottiene il finanziamento, prestiti obbligazionari o altri strumenti partecipativi.

Per la partecipazione al bando è necessario produrre domanda utilizzando i moduli reperibili sul sito ISMEA, la domanda può essere presentata dal 15 novembre 2021 al 14 gennaio 2022. Nonostante la domanda debba essere presentata attraverso lo sportello telematico, vi sono degli orari da rispettare, infatti lo stesso è attivo nei giorni feriali (sono quindi esclusi i festivi) dalle ore 9:00 alle ore 18:00. Le domande sono acquisite e verificate secondo l’ordine cronologico di presentazione. Naturalmente devono essere valutate sia da punto di vista della corretta presentazione che dei contenuti della domanda stessa.

Occorre ricordare che tra le cause di esclusione vi sono l’aver beneficiato del bando 2019 “Interventi finanziari a condizioni agevolate dell’ISMEA” o di precedenti bandi di ISMEA rivolti esclusivamente a società di capitali.

Inoltre non possono partecipare le società che hanno ricevuto aiuti che sono bloccati in conti e che devono essere restituiti. Ad esempio nel caso in cui siano stati ricevuti aiuti di Stato e gli stessi debbano essere restituiti.

Non possono partecipare le società in cui siano state accertate infrazioni alla normativa sulla sicurezza sul luogo di lavoro (articolo 7 del bando).

La graduatoria delle società ammesse sarà pubblicata 15 giorni dopo la scadenza dei termini per la presentazione delle domande.

Solo per curiosità si fa presente che tra le società che in passato hanno beneficiato degli aiuti di ISMEA Investe c’è Fileni, nota azienda impegnata nella macellazione, lavorazione e trasformazione delle carni.

Sei interessato a ISMEA Investe? Ecco il bando

Per una panoramica sulla sicurezza sul luogo di lavoro leggi l’articolo: Lavoro e misure di prevenzione e protezione: doveri dell’azienda

 

 

Società mutualistiche: cosa sono e come funzionano

In Italia il legislatore ha sempre cercato di fornire strumenti adeguati e diversi per raggiungere scopi differenti: le società mutualistiche sono un particolare schema di attività imprenditoriale. Eccone i tratti salienti.

Perché nascono le società mutualistiche

La storia delle società mutualistiche è abbastanza recente, infatti nell’Ottocento nascevano le prime Società di Mutuo Soccorso, il cui obiettivo era sopperire a una vera e propria mancanza di protezione per i lavoratori che si trovavano a dover affrontare le conseguenze di incidenti sul lavoro, malattie, perdita di lavoro. Si trattava quindi di una forma di solidarietà tra lavoratori al fine di sostenersi reciprocamente. Lo Statuto Albertino nel 1848 riconosce la libertà di associazione e da questo momento le Società di Mutuo Soccorso vengono riconosciute anche dalla legge in particolare con la legge 3818 del 1886.

Nel tempo il nostro ordinamento ha continuato a tutelare le formazioni sociali e le attività che mirano ad un reciproco aiuto, infatti la cooperazione a carattere di mutualità è uno dei pilastri su cui l’ordinamento si fonda al punto da essere tutelata anche dalla Costituzione. Le società mutualistiche ricadono in tale tutela in quanto sono attività imprenditoriali  la cui esistenza è basata sulla cooperazione e  sul reciproco aiuto.

Caratteristiche

Le società mutualistiche sono tipologie di società il cui scopo non può essere di lucro, ma deve essere fornire ai soci dei vantaggi, può trattarsi di vendita di beni, lavoro, servizi a condizioni vantaggiose rispetto a quelle solitamente praticate sul mercato. Ad esempio una società mutualistica può avere lo scopo di far ottenere ai soci beni a un prezzo inferiore rispetto a quello generalmente praticato per gli stessi beni, oppure condizioni di lavoro economicamente più favorevoli per i soci. Una particolare forma di società mutualistica è la cooperativa sociale (puoi trovare un approfondimento QUI) il cui obiettivo è aiutare persone che si trovano in una situazione di svantaggio, ad esempio persone con handicap.

Tipologie di società mutualistiche

Esistono due tipologie di società mutualistiche:

  • le società cooperative;
  • le società di mutua assicurazione:  si tratta di una particolare forma di società in cui attraverso il contratto di assicurazione si diventa soci. In questo caso la società non ha un capitale sociale, ma un fondo di garanzia costituito dalle quote/premi versati dai soci. Queste società di solito nascono per proteggere gli interessi di un determinato settore professionale. Ad esempio potrebbe nascere una società di mutua assicurazione tra avvocati che hanno l’obbligo di stipulare una polizza per la responsabilità civile. Naturalmente gli eventuali utili derivanti dai premi non pagati possono essere distribuiti. Ad esempio nasce una mutua assicurazione tra avvocati che di fatto lavorano bene e quindi non si trovano a dover pagare i danni causati nell’esercizio della professione. Di conseguenza i fondi possono essere in parte investiti e generare utili che possono essere nuovamente divisi tra soci oppure possono portare ad una riduzione del premio da pagare. Le società di mutua assicurazione sono sottoposte al controllo dell’IVASS (Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni).

Caratteristiche delle società mutualistiche cooperative

Le società cooperative a loro volta possono essere:

  •  a mutualità prevalente (godono di un regime fiscale agevolato);
  • a mutualità non prevalente (sono sottoposte a una disciplina del tutto simile a quella delle società con scopo di lucro, sebbene siano applicati anche principi delle società mutualistiche, si possono definire un ibrido tra società a scopo di lucro e mutualistico).

Entrambe queste tipologie di società mutualistica cooperativa oltre a poter fornire prestazioni ai soci, possono fornirle anche ad altri soggetti sempre a condizioni favorevoli. Deve però essere sottolineato che affinché si possa parlare di società mutualistiche gli utili non possono essere totalmente distribuiti tra le parti. La normativa infatti stabilisce che l’atto costitutivo della società cooperativa deve indicare la percentuale massima degli utili che possono essere ripartiti, facendo così intendere che non possono essere ripartiti per intero.

Come funzionano le società mutualistiche

Le società mutualistiche devono essere costituite con atto pubblico redatto in presenza di un notaio, occorre formare lo statuto e l’atto costitutivo che stabiliscono le regole generali della stessa società.

La società cooperativa può assumere due forme, cioè società a responsabilità limitata e società per azioni e quindi il capitale può essere diviso in quote o in azioni, indipendentemente dalle quote che ciascun socio ha, in questa tipologia si società i voti hanno comunque pari valore perché si applica il principio “una testa, un voto”.

Un’altra caratteristiche che rende le società mutualistiche diverse dalle altre tipologie è il principio della porta aperta quindi viene favorito l’ingresso di nuovi soci e l’uscita degli stessi, infatti non occorre una modifica dell’atto costitutivo e la presenza del notaio.

Agenzia delle Entrate: esenzione Iva

“L’esenzione da Iva, prevista per i servizi resi dai consorzi ai consorziati che svolgono attività esenti, si applica anche alle prestazioni che le società cooperative, costituite tra esercenti l’attività sanitaria, rendono ai propri soci. Il chiarimento è contenuto nella Risoluzione n.30/E, diffusa oggi, con la quale l’Agenzia delle Entrate estende l’applicabilità del particolare regime agevolativo – previsto dall’art 10, secondo comma, del Dpr 633/1972 – a prescindere dalla forma giuridica assunta dalla struttura associativa, nel caso specifico della società cooperativa”. Lo comunica l’Agenzia delle Entrate.

“Ai fini dell’esenzione, infatti, prosegue il documento interpretativo – si legge ancora nella nota –  non è rilevante la forma giuridica della struttura associativa prescelta, piuttosto l’oggetto sociale della stessa, ovvero, la cooperazione all’attività esente o esclusa da Iva svolta dagli associati. Conseguentemente, lo schema tipico del consorzio, indicato dalla norma come parametro di riferimento, a titolo esemplificativo, non costituisce un limite tecnico assoluto, quindi imprescindibile. La medesima funzione, infatti, può essere assolta anche attraverso strutture associative differenti da quella consortile, per esempio, le società cooperative, alle quali gli associati affidano lo svolgimento di alcuni segmenti della propria attività economica. Il testo della Risoluzione è disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate, all’interno della sezione “Normativa e prassi”.”

Fonte: agenparl.it

L’impresa migliore? La cooperativa

di Vera MORETTI

Per entrare nel mondo dell’imprenditoria, la soluzione migliore sembra essere l’impresa cooperativa, o, almeno, questo è quanto pensa la maggioranza dei liguri, a seguito di un sondaggio condotto da Legacoop Liguria nel 2011.

A quanto pare, infatti, le cooperative offrono maggiori garanzie, ma si dimostrano anche più dinamiche rispetto alle società di capitali e guidate da dirigenti competenti.
Ma non solo in Liguria la pensano così, perché sembra che le cooperative incontrino consensi a livello nazionale, per ben i 2/3 della popolazione.

Per quanto riguarda i risultati della ricerca, però, le percentuali sono maggiori rispetto al trend nazionale, con un 67% degli intervistati che riconosce alle cooperative maggior dinamicità e lungimiranza verso il futuro, e un 44% che sceglie di mettersi in proprio optando per una società cooperativa.

I pregi di questo tipo di impresa riguardano anche una superiore qualità del lavoro svolto e l’attenzione verso le esigenze del cliente, la cui soddisfazione risulta più importante del guadagno. E questo, sicuramente, è una rarità.

Il presidente di Legacoop Liguria, Gianluigi Granero, ha confermato che l’immagine delle cooperative si è evoluta rispetto al passato: “Non vengono più viste soltanto come realtà rivolte soprattutto alla solidarietà ed al sociale ma come dei veri e propri “incubatori di business”, come una possibile via d’uscita alla staticità dell’attuale andamento economico-finanziario”.

INPS istituisce una banca dati per genitori under 36

Se avete meno di 36 anni, siete in cerca di un impiego stabile e avete prole al seguito da oggi potrete iscrivervi alla Banca dati per l’occupazione dei giovani genitori creata dell’ Istituto Nazionale della Previdenza Sociale.

Il ministro della Gioventù Giorgia Meloni ha infatti stanziato, con il decreto del19 novembre 2010, 51 milioni di euro a favore dell’occupazione di giovani genitori. Come? Le imprese private e le società cooperative che sceglieranno di assumere a tempo indeterminato gli iscritti alla Banca dati per l’occupazione dei giovani genitori potranno usufruire di un incentivo pari a 5 mila euro per ogni lavoratore assunto.

Ma quali sono i requisiti per essere ammessi alla Banca dati dell’INPS?

  • non avere compiuto il 36esimo anno di età
  • avere un figlio minore a carico, sia esso naturale, adottivo o affidatario
  • avere un contratto di lavoro a tempo determinato, a progetto, occasionale o di inserimento o in alternativa essere titolare di un lavoro in somministrazione, intermittente, ripartito, accessorio, o di un contratto di collaborazione coordinata e continuativa.

Per ogni assunzione a tempo indeterminato l’INPS riconoscerà un importo pari a 5 mila euro per ogni lavoratore assunto, ad esclusione degli Enti Pubblici e dei datori di lavoro non qualificabili come imprenditori ai sensi del codice civile.

Per iscriversi alla Banca dati per l’occupazione dei giovani genitori basta accedere alla sezione servizi al cittadino‘ del sito web dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale INPS, e compilare la domanda telematica oppure collegandosi direttamente al dipartimento della Gioventù, sempre tramite il Pin rilasciato dall’Inps.

Il giorno successivo all’invio della richiesta, l’Inps, dopo aver controllato l’esattezza dei requisiti necessari per accedere al progetto, attribuirà un Codice alla posizione contributiva interessata al fine di verificare l’esito della sua domanda.

Alessia Casiraghi