Sul modello 770/2022 ecco tutto quello che c’è da sapere, da chi lo invia a cosa serve

Tra i modelli di dichiarazione da trasmettere al Fisco non ci sono quelli sui redditi, come per esempio il 730, ma anche quello sulle ritenute. Il modello in questione è il 770 che, in modalità telematica, deve essere inviato all’Agenzia delle Entrate dai sostituti di imposta includendo pure le Amministrazioni dello Stato. Vediamo allora, proprio sul modello 770/2022, tutto quello che c’è da sapere a partire, tra l’altro, dalle condizioni che si devono rispettare ai fini dell’invio sempre e rigorosamente in modalità telematica.

Cosa si comunica e cosa si certifica con il modello 770/2022

Nel dettaglio, con il modello 770/2022 i sostituti di imposta comunicano al Fisco le ritenute sui redditi da lavoro. Precisamente, non sono quelli da lavoro dipendente ed assimilati, ma anche i redditi derivanti da lavoro autonomo, da provvigioni e pure da redditi diversi.

Inoltre, con il modello 770/2022 si comunicano pure le locazioni brevi inserite all’interno della Certificazione Unica (CU), i dividendi, i proventi ed anche i redditi di capitale, nonché le somme liquidate a seguito di pignoramento presso terzi, liquidate a titolo di indennità di esproprio e, tra le altre, pure le somme percepite a seguito di cessioni volontarie nel corso di procedimenti espropriativi in accordo con quanto si legge sul sito Internet dell’Agenzia delle Entrate.

In più, sul modello 770/2022 c’è anche da precisare che l’invio è possibile, da parte del sostituto di imposta, a patto che sia in regola con la trasmissione della Certificazione Unica (CU) e, qualora richiesto, pure della Certificazione degli utili.

Come visionare e come scaricare il modello 770/2022 con le relative istruzioni

Al pari dei modelli dichiarativi, pure il modello 770/2022 si può visionare e si può scaricare gratuitamente dal sito Internet dell’Agenzia delle Entrate. Senza peraltro che siano necessari le credenziali di accesso al portale dell’Amministrazione finanziaria dello Stato. Ovverosia, senza SPID, senza CIE e senza CNS. Ma anche senza che siano necessarie le credenziali fornite dall’Agenzia delle Entrate. Al pari del modello 770/2022, inoltre, pure per le istruzioni per la compilazione sono disponibili liberamente per la visione e per il download in formato PDF.

Il modello 770/2022, con un provvedimento da parte del direttore dell’Agenzia delle Entrate, è stato approvato in data 14 gennaio del 2022. Unitamente alle istruzioni per la compilazione. Mentre le specifiche tecniche, per la trasmissione dei dati inseriti modello 770/2022, sono state approvate, sempre con un provvedimento da parte del direttore delle Entrate, in data 15 febbraio del 2022.

Come e quando si versano le imposte sulle rivalutazioni dei fondi per il Tfr e quali sono i codici tributo

Sulle rivalutazioni dei fondi per il Tfr, il trattamento di fine rapporto, si pagano le tasse. Nella fattispecie, si tratta di un’imposta sostitutiva che è a carico dell’ente pensionistico o del datore di lavoro. Inoltre, per il versamento dell’imposta sostitutiva ci sono annualmente delle scadenze ben precise da rispettare.

Vediamo allora, nel dettaglio, come e quando si versano all’Agenzia delle Entrate le imposte sulle rivalutazioni dei fondi per il trattamento di fine rapporto (Tfr). Ed anche quali sono i codici tributo da indicare.

La rivalutazione del trattamento di fine rapporto, in particolare, avviene attraverso due tassi, di cui uno fisso ed uno variabile. Il tasso fisso e quello variabile, in particolare, vanno a formare quello che viene definito come coefficiente di rivalutazione del Tfr. Che si applica alla fine di ciascuno anno. Oppure al momento della cessazione del rapporto di lavoro.

Rivalutazioni dei fondi per il Tfr, ecco come e quando si versa l’imposta sostitutiva

Nel dettaglio, per il versamento dell’imposta sostitutiva sulle rivalutazioni dei fondi per il Tfr le scadenze annuali sono due. Ovverosia, l’appuntamento con l’acconto, entro e non oltre il 16 dicembre di ogni anno, e l’appuntamento con il saldo il cui termine ultimo, invece, è fissato per il 16 febbraio dell’anno successivo così come si legge sul sito Internet dell’Agenzia delle Entrate.

Considerando che le imposte sulle rivalutazioni dei fondi per il Tfr si versano sempre in due tranche, i codici tributo da indicare sono due. Ovverosia, il codice tributo 1712 per l’acconto, ed il codice 1713 per il saldo dell’imposta sostitutiva.

Quale modello di pagamento si utilizza per versare le tasse sulle rivalutazioni dei fondi per il Tfr

Su quale modello di pagamento si utilizza per versare le tasse sulle rivalutazioni dei fondi per il trattamento di fine rapporto (Tfr), tanto per l’acconto quanto per il saldo si utilizza l’F24. Indicando i codici tributo sopra riportati. Inoltre, se il datore di lavoro ha crediti maturati per altre imposte o contributi, questi per il versamento dell’imposta sostitutiva si possono portare in compensazione direttamente nel modello di versamento e di pagamento unificato F24.

Sempre in compensazione, fino all’ammontare dell’imposta sostitutiva che è dovuta, il datore di lavoro può portare pure il credito che deriva dal prelievo anticipato sui Tfr. Inoltre, ed in alternativa, per la determinazione dell’acconto da versare sull’imposta sostitutiva, entro e non oltre il 16 dicembre di ogni anno come sopra accennato, è possibile avvalersi del metodo di calcolo storico oppure del metodo di calcolo previsionale.

Sostituto d’imposta, quando è l’INPS?

Quel soggetto che si occupa di pagare le tasse ed i tributi, per conto di un altro soggetto, è per definizione noto come sostituto di imposta. Il classico sostituto di imposta è rappresentato dal datore di lavoro che agisce, per il pagamento delle imposte, proprio in sostituzione dei propri dipendenti. Inoltre, come sostituto di imposta, e comunque sotto certe condizioni, può agire pure l’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (INPS). Vediamo allora quando questo può accadere, e quando invece no.

Quando il sostituto di imposta è l’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale?

Nel dettaglio, affinché l’INPS possa agire come sostituto di imposta è necessario che il contribuente percepisca una prestazione che sia imponibile ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF). E che, inoltre, per le dichiarazioni dei redditi di quest’anno, la prestazione erogata non sia cessata prima della data dell’1 aprile del 2021.

Per rendere l’idea, l’INPS può agire come sostituto d’imposta quando il contribuente percepisce la NASpI, la pensione di reversibilità o la pensione di vecchiaia. Mentre l’INPS non può agire come sostituto di imposta, prestando così assistenza fiscale, quando il contribuente percepisce solo ed esclusivamente delle prestazioni che sono di natura assistenziale. Per esempio, i bonus Covid, il bonus baby sitter e, tra l’altro, pure l’assegno sociale ed il bonus bebè.

Come controllare la dichiarazione dei redditi con INPS come sostituto d’imposta

Quando è l’INPS il sostituto di imposta, il contribuente può controllare le risultanze contabili del proprio modello di dichiarazione dei redditi 730 direttamente e comodamente online. Ovverosia, dal sito Internet dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale accedendo tramite le credenziali.

Al riguardo serve SPID, la CNS, la CIE oppure il PIN dispositivo INPS. Nel dettaglio, SPID è il Sistema Pubblico di Identità Digitale, la CIE è la carta di identità elettronica, mentre la CNS non è altro che la Carta Nazionale dei Servizi. Dopo l’autenticazione, basterà accedere alla sezione ‘Assistenza fiscale (730/4): servizi al cittadino‘.

Oltre che dal sito Internet dell’INPS, sempre con autenticazione, il servizio ‘Assistenza fiscale (730/4): servizi al cittadino’ è accessibile pure attraverso ‘INPS mobile‘. Ovverosia, dall’app che si può scaricare gratis dall’App Store per iPhone, e dal Play Store per i dispositivi con il sistema operativo Android.

Sostituto d’imposta INPS 2021, tutti i chiarimenti nel messaggio n° 2557

Per l’assistenza fiscale 2021, e di conseguenza per l’erogazione dei servizi al cittadino per la verifica dei conguagli fiscali di cui al modello 730/4, proprio l’INPS nei giorni scorsi ha pubblicato online un messaggio. Precisamente, il messaggio n° 2557 del 09-07-2021 con cui l’Istituto di previdenza anche per quest’anno assicura e conferma l’assistenza fiscale ai propri sostituiti che abbiano indicato proprio l’INPS nel modello di dichiarazione dei redditi 730.

Precisando inoltre, come sopra spiegato, quando sussiste il rapporto di sostituzione d’imposta con il dichiarante, e quando invece no.  In particolare, qualora si rientri nei casi in corrispondenza dei quali non sussista il rapporto di sostituzione d’imposta, l’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale comunicherà il diniego della risultanza e, contestualmente e conseguentemente, lo comunicherà pure all’Agenzia delle Entrate.

Chi è il sostituto d’imposta e quale ruolo ricopre?

In linea di massima, ciascun lavoratore è tenuto al pagamento di tasse e contributi in quanto percettore di reddito dovuto da chi ha fruito del lavoro svolto. Tuttavia, in diversi casi subentra un soggetto pubblico o privato, che sostituisce il contribuente nell’adempimento degli obblighi fiscali e previdenziali: si tratta del sostituto d’imposta.

Chi è il sostituto d’imposta

Un sostituto di imposta può essere un cliente, un istituto previdenziale, un datore di lavoro, un condominio e altri enti simili.

Solitamente, il ruolo di sostituto d’imposta riguarda il rapporto di lavoro subordinato. In tal caso, è il datore di lavoro a occuparsi del versamento delle imposte e dei contributi al posto dei propri dipendenti. Infatti, il datore trattiene dalla retribuzione lorda dovuta al suo lavoratore, gli importi che quest’ultimo dovrebbe versare allo Stato e all’Inps.

Quindi, il dipendente riceverà in busta paga la retribuzione netta priva di tasse e contributi di previdenza a suo carico. Sarà poi compito del suo datore di lavoro provvedere al pagamento di quanto trattenuto, nel rispetto delle scadenze previste dalla legge.

Il dipendente potrà verificare attraverso la lettura della sua busta paga, le somme trattenute e destinate al pagamento di tasse e contributi.

La figura del sostituto d’imposta consente di semplificare i rapporti tra il lavoratore e l’Agenzia delle Entrate. Inoltre, garantisce allo Stato e alle Amministrazioni la ricezione del pagamento inerente i tributi e oltretutto senza ritardi. Il sostituto d’imposta offre anche importanti informazioni sul patrimonio del lavoratore.

Cosa fa il sostituto d’imposta

Il sostituto d’imposta, quindi, è un soggetto che si occupa di versare tributi, tasse e contributi previdenziali al posto del contribuente. Esso può agire in due modi:

  • a titolo d’imposta, quando il sostituto paga tutto l’importo dovuto da parte del contribuente, che quindi non ha più alcun debito nei confronti dello Stato o di altre amministrazioni;
  • a titolo d’acconto, quando il sostituto anticipa una parte dell’obbligazione fiscale al contribuente, il quale è tenuto a pagare la parte restante dopo aver dedotto quanto già pagato e certificato con un’apposita dichiarazione da inserire nella dichiarazione dei debiti. Un esempio di sostituto a titolo di acconto è il committente di un lavoratore autonomo che paga la ritenuta d’acconto nella misura del 20% dell’imponibile. Un secondo caso è quella della ritenuta d’acconto per le provvigioni nella misura del 23% sul 50% che segue lo stesso meccanismo della precedente. Nel caso di sostituti di imposta per lavoro dipendente, il modulo da compilare è quello CU in cui indicare l’importo del reddito a cui si applica la ritenuta e l’importo trattenuto.

Le attività del sostituto d’imposta vengono effettuate grazie a due documenti, il modello 770 e la Certificazione Unica.

Sostituto d’imposta: cosa è il modello 770

Il Modello 770 è un documento fiscale usato dai sostituti d’imposta per trasmettere all’Agenzia delle Entrate tutti dati legati alle imposte del contribuente, dalle ritenute effettuate, ai compensi fino alle pensioni versate. Serve per effettuare il pagamento dei tributi da parte del contribuente.

Il Modello 770 è unificato e deve essere trasmesso dalle aziende, dalle società di capitali con sede in Italia, dagli enti non commerciali sia pubblici che privati, dalle associazioni non riconosciute, da società di ogni tipo e dai condomini. Tale modello va consegnato dal sostituto d’imposta entro il 31 ottobre, seguendo le istruzioni dell’Agenzia delle Entrate.

Cosa è la Certificazione Unica?

Un altro documento importante per capire il ruolo del sostituto d’imposta è la Certificazione Unica (Cu). Viene usata per attestare i redditi del lavoro dipendente e assimilati, ma anche i redditi derivati da lavoro autonomo e quelli derivanti da alcuni contratti di locazione. La Certificazione Unica permette al dipendente di avere un documento che certifica che i tributi da parte dell’azienda sono stati versati.

Questo documento viene rilasciato dal sostituto d’imposta al contribuente entro il 30 aprile e trasmesso telematicamente all’Agenzia delle Entrate entro il 31 marzo.

Come cambiare sostituto d’imposta?

Esistono dei casi in cui è necessario modificare il sostituto d’imposta, per esempio quando si cambia lavoro. In questi casi, se si è già inviato il modello 730, basta rettificare entro il mese di ottobre dell’anno di riferimento. Occorre quindi inviare un nuovo documento integrativo in cui comunicare dove inviare eventuale rimborso spettante. Il nuovo modello 730 sarà quindi uguale al precedente salvo le informazioni legate al sostituto d’imposta.

Sostituto d’imposta INPS

Per l’effettuazione dei conguagli che derivano dalla liquidazione della dichiarazione dei redditi, alla voce “sostituto d’imposta” nel modello 730 di svariati milioni di contribuenti, viene indicato l’INPS. Ciò accade perché l’Istituto percepisce prestazioni di previdenza e di assistenza.

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Debito 730 senza sostituto d’imposta, come si procede al pagamento rateizzato?

Quando, nel presentare la dichiarazione dei redditi, il debito Irpef da pagare è troppo alto, rispetto alle disponibilità correnti del contribuente, il Fisco permette il pagamento a rate. E questo vale pure per tutti quei contribuenti che, nel presentare il modello di dichiarazione del redditi 730, sono sia senza partita Iva, sia senza sostituto d’imposta. Ma detto questo, per il debito del 730 senza il sostituto di imposta, come si procede al pagamento rateizzato?

Ecco come si procede al pagamento rateizzato per il debito 730 senza il sostituto di imposta

Al riguardo c’è da dire, prima di tutto, che i contribuenti senza il sostituto di imposta che presentano il 730, e che devono pagare il debito IRPEF, possono avvantaggiarsi di un pagamento dilazionato in ben sei rate.

Nel dettaglio, si può saldare il debito IRPEF in 6 rate di pari importo, con l’applicazione degli interessi, come segue: la prima rata entro il 30 giugno 2021, la seconda rata entro il 20 agosto, la terza rata entro il 31 agosto del 2021, la quarta rata entro il 30 settembre, la quinta rata entro il 2 novembre del 2021, e la sesta ed ultima rata entro il 30 novembre.

Oppure, con la maggiorazione a monte dello 0,40% dell’importo da rateizzare, il debito 730 senza il sostituto di imposta si può pagare a rate a partire dal mese di luglio del 2021 come segue: la prima rata entro il 30 luglio, la seconda rata entro il 20 agosto, la terza rata entro il 31 agosto, la quarta rata entro il 30 settembre, la quinta rata entro il 2 novembre del 2021 e la sesta ed ultima rata entro il 30 novembre del 2021.

Come pagare a rate il debito 730 2021 senza il sostituto di imposta

Per pagare a rate il debito del 730 2021 senza il sostituto di imposta, chi trasmette al Fisco il modello precompilato può effettuare tutto online accedendo alla propria area riservata del sito Internet dell’Agenzia delle Entrate.

In alternativa, il contribuente può avvalersi della consulenza, del supporto e dell’assistenza di un CAF, o di un intermediario abilitato, sia per la trasmissione al Fisco del modello di dichiarazione dei redditi 730 del 2021, sia per il pagamento del debito IRPEF a rate.

Calcolo del debito F24 a rate, sul sito Internet delle Entrate c’è l’applicativo

Per tutti coloro che decidono di pagare le tasse a rate, anche se non si tratta di contribuenti 730 senza il sostituto di imposta, l’Agenzia delle Entrate sul proprio sito Internet, senza obbligo i registrazione e di accesso tramite le credenziali, mette a disposizione dei contribuenti la procedura guidata relativa proprio alla determinazione dei versamenti rateali con il modello F24. In questo modo si possono calcolare non solo gli importi delle rate e dei relativi interessi, ma si possono pure stampare i modelli F24 per andare poi a versare le tasse entro le scadenze previste.

Per sfruttare al massimo la rateazione, chi ha un debito Irpef che è elevato, ritenendo di essere poi in difficoltà nel dover pagare in un’unica soluzione, è chiaramente necessario, rispetto alle scadenze previste, anticipare il più possibile la tempistica di trasmissione al Fisco della propria dichiarazione dei redditi.

Addio CUD, arriva la Certificazione Unica

Un’altra novità in materia fiscale che entrerà a breve in vigore in questo 2015 è quella relativa al CUD, il modello per la certificazione dei redditi che tutti noi conosciamo. Ebbene, a partire dal periodo d’imposta 2014 non si chiamerà più CUD (certificato unico dipendente), ma CU (certificazione unica).

Una novità che impatterà soprattutto sul datore di lavoro, altrimenti detto sostituto d’imposta, il quale dovrà utilizzare la Certificazione Unica per attestare sia i redditi di lavoro dipendenti e assimilati, sia i redditi di lavoro autonomo e i cosiddetti “redditi diversi”, precedentemente certificati in forma libera. Inoltre, il datore di lavoro deve consegnare la Certificazione Unica ai dipendenti, equiparati e assimilati, e ai lavoratori autonomi entro il 28 febbraio ed è tenuto alla trasmissione telematica all’Agenzia delle Entrate delle Certificazioni Uniche entro il 7 marzo.

Per ogni Certificazione Unica omessa, errata o tardiva è prevista una sanzione di 100 euro, che però non sarà applicata se la trasmissione sarà effettuata o corretta entro i 5 giorni successivi alla scadenza.

Del resto, il Decreto Legislativo Semplificazioni si era posto l’obiettivo, di inviare al domicilio dei contribuenti il 730 precompilato già dal periodo d’imposta 2014 e in questa direzione di semplificazione va anche il nuovo modello Certificazione Unica.

Acconto Irpef più leggero

Buone notizie per gli italiani. L’acconto Irpef che si dovrà versare entro mercoledì 30 novembre sarà pari all’82% e non al 99%. Lo ha satbilito il decreto del presidente del Consiglio che prevede il differimento del versamento del 17% dell’acconto Irpef dovuto per il periodo d’imposta 2011. Di conseguenza, l’acconto Irpef dovuto entro mercoledì 30 novembre ammonterà all’82% anziché al 99% e la differenza sarà versata a giugno del 2012.

Ai contribuenti che hanno già effettuato il pagamento dell’acconto pari al 99 per cento, spetta un credito d’imposta pari alla differenza pagata in eccesso, che va utilizzato in compensazione con il modello F24. A chi ha utilizzato l’assistenza fiscale, i sostituti d’imposta tratterranno l’acconto applicando la nuova percentuale dell’82%.

Se è già stato già effettuato il pagamento dello stipendio o della pensione senza considerare la riduzione, i sostituti d’imposta restituiranno nella retribuzione erogata nel mese di dicembre le maggiori somme trattenute. Nel caso in cui i sostituti d’imposta non possano riconoscere la riduzione dell’acconto sulle retribuzioni di dicembre 2011, gli stessi dovranno comunque restituire le maggiori somme trattenute nella retribuzione successiva.

L’almanacco fiscale del giorno [16 Marzo 2010]

ENPALS | Contributi mensili. Cosa si deve fare? Oggi si effettua il versamento dei contributi previdenziali a favore dei lavoratori dello spettacolo.

INPGI | Contributi. Cosa si deve fare? Oggi si effettua il versamento dei contributi previdenziali dei giornalisti professionisti relativi alle retribuzioni maturate nel mese precedente.

INPS | Contributi manodopera agricola. Cosa si deve fare? Oggi si effettua il versamento dei contributi relativi alla manodopera agricola.

INPS | Contributi mensili. Cosa si deve fare? Oggi i datori di lavoro devono all’Inps i contributi previdenziali a favore dei lavoratori dipendenti, con riguardo alle retribuzioni maturate nel mese precedente

INPS | Gestione Separata. Cosa si deve fare? Oggi i committenti e gli associanti versano il contributo previdenziale sui compensi corrisposti nel mese precedente.

INTRATTENIMENTI | Imposta. Cosa si deve fare? Oggi si effettua il versamento dell’imposta sugli intrattenimenti relativi alle attività svolte con carattere di continuità nel mese precedente.

IVA | Dichiarazioni d’intento. Cosa si deve fare? Oggi vanno inviati telematicamente all’Amministrazione Finanziaria i dati contenuti nelle dichiarazioni d’intento ricevute nel mese precedente.

IVA | Liquidazione mensile. Cosa si deve fare? Oggi si effettua il versamento dell’Iva dovuta per il mese precedente.

IVA | Liquidazione annuale. Cosa si deve fare? Oggi si effettua il versamento, in unica soluzione o come prima rata, dell’Iva relativa al periodo d’imposta 2009, derivante dalla dichiarazione annuale senza maggiorazione di interessi.

LAVORO | Libro Unico. Cosa si deve fare? Oggi scade il termine per effettuare le registrazioni relative al mese precedente.

SOSTITUTI D’IMPOSTA | Addizionali. Cosa si deve fare? Oggi si effettua il versamento delle addizionali regionali/comunali all’Irpef trattenuta ai lavoratori dipendenti sulle competenze del mese precedente.

SOSTITUTI D’IMPOSTA | Ritenute. Cosa si deve fare? Oggi si effettua il versamento delle ritenute su redditi da lavoro dipendente e assimilati, lavoro autonomo, provvigioni, nonché su corrispettivi per contratti d’appalto nei confronti dei condomini.

TASSA ANNUALE | Libri contabili e sociali. Cosa si deve fare? Oggi si effettua il versamento della tassa annuale di Concessione Governativa per la bollatura e numerazione dei registri in misura forfettaria.

Il Modello 730/2010: alcune novità e numerose proroghe.

Dallo scorso mese di gennaio, dal sito dell’Agenzia delle Entrate, è disponibile il nuovo modello 730/2010.

Le novità presenti nel modello sono costituite da:

  1. il bonus mobili per le spese sostenute nel 2009 per arredare immobili ristrutturati;
  2. la possibilità, per gli eredi o per i soggetti che hanno acquistato o ricevuto in donazione immobili oggetto di interventi di risparmio energetico, di rideterminare le rate annuali della detrazione del 55%;
  3. la detrazione per i lavoratori dipendenti del comparto Sicurezza, difesa e soccorso pubblico;
  4. l’imposta sostitutiva del 10% sulle sole somme erogate a titolo di incrementi di produttività, innovazione ed efficienza organizzativa per i lavoratori dipendenti del settore privato con determinati requisiti;
  5. la colonna 5 del rigo F1 per riportare l’eccedenza di acconto Irpef versata a novembre e compensata nel modello F24;
  6. le agevolazioni per le popolazioni colpite dal sisma d’Abruzzo del 6 aprile 2009.

Il Mod. 730/2010 potrà essere presentato:

  • al proprio sostituto d’imposta (entro il 30 aprile 2010);
  • ad un Caf-dipendenti o ad un professionista abilitato (entro il 31 maggio 2010).