Superbonus, arriva l’indennizzo per questi contribuenti

Sappiamo che dal primo gennaio 2023 coloro che effettuano lavori lavori edili sfruttando le agevolazioni fiscali previste per il Superbonus, non possono più ottenere il 110%, previsto inizialmente, ma il 90%. Per alcuni contribuenti vi è però un’importante novità, infatti possono ottenere un indennizzo pari alla differenza tra quanto avrebbero ricevuto con il Superbonus 110% e quanto possono ricevere con il Superbonus al 90%. ecco chi può avere questo vantaggio.

Chi può richiedere l’indennizzo Superbonus?

Il decreto 31 luglio 2023 del ministero dell’Economia, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 198 del 25 agosto 2023, ha previsto l’erogazione di un contributo in favore dei contribuenti che abbiano sostenuto spese per gli interventi, di cui all’art. 119, comma 8-bis, primo e terzo periodo, nel periodo compreso tra l’1/1/2023 e il 31/10/2023. Si deve avere come punto di riferimento la data in cui risultano effettuati i bonifici.

Il fondo previsto per l’erogazione di tale contributo è di 20 milioni di euro e l’indennizzo non può avere misura superiore al 10% delle spese ammesse all’agevolazione.

Affinché si possa ottenere questo aiuto sono però previste delle condizioni:

  • il richiedente deve avere un reddito non superiore a 15.000 euro;
  • deve essere titolare di diritto di proprietà o di diritto reale di godimento sull’unità immobiliare oggetto dell’intervento o sull’unità immobiliare parte del condominio sul quale sono stati eseguiti i lavori;
  • l’immobile deve essere adibito ad abitazione principale.

Quando si potrà chiedere l’indennizzo Superbonus?

Attualmente la norma ancora non è attiva, infatti è necessario attendere che l’Agenzia delle Entrate provveda all’emanazione di un provvedimento in cui dovranno essere individuate le modalità di compilazione delle istanze.

Il provvedimento, in base a quanto previsto dal decreto del 31 luglio, pubblicato in Gazzetta il 25 agosto, dovrà arrivare entro il 24 ottobre 2023. L’Agenzia potrebbe anche abbreviare i termini.

Leggi anche: I paletti al Superbonus 90%, reddito e abitazione principale

Superbonus 2023 per efficientamento energetico: il quadro attuale

Il Superbonus per l’efficientamento energetico è stato introdotto con il decreto legge 34 del 2020. Da quel momento ha subito molte modifiche tendenti, da un lato a dare un quadro uniforme della disciplina (vista la lacunosità di quella iniziale) e dall’altro ad evitare truffe. Attualmente la disciplina del Superbonus 2023 ha subito modifiche con la legge di bilancio 2023 e con il decreto Aiuti Quater. Ecco il quadro di insieme finale attualmente in vigore per le diverse tipologie di immobili.

Superbonus 2023 per immobili unifamiliari

La prima novità importante riguarda gli immobili unifamiliari, in base alle recenti modifiche in alcuni limitati casi potranno continuare ad usufruire del Superbonus 110%. La prima cosa da fare è individuare quali sono gli immobili unifamiliari, si tratta di: edifici unifamiliari e unità immobiliari funzionalmente indipendenti site in edifici plurifamiliari, cioè villette e appartamenti in palazzina aventi però ingresso autonomo.

In questo caso sarà possibile usufruire del Superbonus 110% per le spese sostenute fino al 31 marzo 2023, ma solo nel caso in cui al 30 settembre 2022 siano stati effettuati il 30% dei lavori (ricordiamo che nel 30% possono essere ricompresi anche lavori non rientranti nelle detrazioni).

Questa tipologia di immobile potrà inoltre usufruire del Superbonus 90% per i lavori eseguiti a partire dal 1° gennaio 2023.

Tali immobili potranno però usufruire delle detrazioni ora viste solo nel caso in cui il beneficiario ( titolare di un diritto di proprietà o diritto reale di godimento) abbia un reddito dichiarato inferiore a 15.000 euro, calcolati con il criterio del quoziente familiare e l’immobile sia adibito ad abitazione principale.

Leggi anche: Quoziente familiare: in quali casi può essere svantaggioso

Superbonus 2023 per gli edifici condominiali

Il Superbonus 110% ha avuto conferma anche per gli edifici condominiali ma solo in limitati casi, cioè:

  • l’approvazione dei lavori da parte dell’assemblea condominiale sia intervenuta prima del 18 novembre 2022 (nel caso in cui la nomina dell’amministratore non sia obbligatoria, condomini fino ad 8 unità immobiliari, la data deve essere attestata in una dichiarazione sostitutiva resa dal condomino che ha presieduto l’assemblea in cui vi è stata la deliberazione);
  • Cila presentata entro il 31 dicembre 2022;
  • resta il Superbonus 110% anche nel caso in cui la deliberazione dell’assembloea sia intervenuta tra il 19 e il 24 novembre 2022 e con presentazione della Cila al 25 novembre 2022.

Escluse queste opzioni, per i lavori di efficientamento energetico effettuati dai condomini, si può ottenere il Superbonus 90%.

Il quadro per la cessione del credito

Ricordiamo, infine, che per quanto riguarda la cessione del credito continua ad essere possibile la cessione alle imprese costruttrici, ai fornitori e agli istituti di intermediazione finanziaria. Tali soggetti possono a loro volta effettuare altre due cessioni, ma solo in favore di  soggetti “vigilati”, vale a dire banche e intermediari finanziari iscritti all’albo, società appartenenti a un gruppo bancario iscritto all’albo, imprese di assicurazione autorizzate a operare in Italia. Mentre alle banche e alle società appartenenti a un gruppo bancario è sempre consentita la cessione del credito a correntisti che non siano persone fisiche e quindi a società, professionisti e titolari di partita Iva.

Per chi ha un vecchio immobile è bene ricordare che questo è il momento giusto per una ristrutturazione con efficientamento energetico, infatti, nonostante la riduzione delle detrazioni fiscali spettanti, a breve, con l’entrata in vigore della direttiva UE sulle case green potrebbero essere costretti ad effettuare i lavori.

Leggi anche: Direttiva case green: ecco chi dovrà ristrutturare casa nei prossimi anni

Superbonus: stop alla proroga. L’emergenza è lo sblocco dei crediti

Nei giorni passati avevamo parlato di una possibile proroga del Superbonus 110% per i condomini fino al 31 gennaio 2023. Arriva ora la smentita con relativa motivazione. O meglio, il Governo spiega perché gli emendamenti presentati dalla stessa maggioranza non possono essere accolti.

Emendamenti per la proroga del Superbonus affossati

Nei giorni passati avevamo sottolineato che Fratelli d’Italia aveva presentato un emendamento al decreto Aiuti Quater per prorogare i termini per la presentazione della Cilas al 31 dicembre 2022. Il termine attualmente è scaduto al 25 novembre. Ulteriori emendamenti sono stati presentati anche da altri partiti della maggioranza come Forza Italia, naturalmente non potevano mancare gli emendamenti del M5S che ha creato il Superbonus 110%.

Per conoscere i dettagli, leggi l’articolo: Superbonus 110%: arriva l’emendamento che sblocca la cessione

Perché non ci sarà la proroga del Superbonus 110%?

A fine di non alimentare false speranze, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari ha reso noto che non vi sarà alcuna proroga. La spiegazione è presto data: attualmente il reale problema non è riconoscere il credito di imposta al 110% o al 90%, d’altronde abbiamo già più volte sottolineato che al 110% è molto difficile ottenerlo e che le banche riconoscono una percentuale molto più bassa. Il problema reale è sbloccare i crediti incagliati di chi i lavori li ha già iniziati. In base alle dichiarazioni del sottosegretario Fazzolari, il Governo sta concentrando le sue energie su questo problema.

In base ai calcoli effettuati da Il Sole24 ore in realtà la proroga di un mese costerebbe circa 300 milioni di euro.

La priorità è sbloccare la cessione dei crediti senza rischi per i conti pubblici

Fazzolari ha dichiarato che è necessario trovare una soluzione per far in modo che le banche possano “acquistare” i crediti maturati dai proprietari senza per questo mandare all’aria i conti pubblici. Secondo le dichiarazioni del Sottosegretario questa partita vale 60 miliardi di euro. Il rischio infatti è che l’Eurostat potrebbe conteggiare i crediti di imposta acquistati dalle banche, che quindi vogliono riscuoterli dallo Stato attraverso le loro imposte, come debito pubblico e quindi con il rischio che il rating dell’Italia, e la credibilità, vengano meno in un momento particolarmente delicato.

Superbonus 90%, cosa potrebbe accadere nei prossimi mesi?

Il superbonus 90% funzionerà come quello attuale, ma potrebbe avere delle ripercussioni peggiori o migliori? Facciamo il punto della situazione.

Superbonus 90%, le linee guida

La premier Meloni lo aveva già detto il campagna elettorale che il superbonus sarebbe stato modificato. Ed infatti già dal prima gennaio 2023 il suo valore passerà dal 110% al 90%. Da sparti acqua ci penserà la data odierna 25 Novembre 2022. Infatti solo chi avrà presentato entro oggi, la cilas contenente tutti i documenti richiesti avrà diritto al completamento dei lavori al 110%.

Il superbonus 90% si applicherà sia ai condomini che alle villette. Ma in questo ultimo caso occorre che si tratti di abitazione principale e solo se il quoziente familiare di chi la abita è inferiore a 15 mila euro. Inoltre i lavori che rientrano nel superbonus 90% sono tutti quelli che migliorano la classe energetica dell’immobile di almeno due categorie.

Superbonus 90%, ma cosa potrà accadere nei prossimi mesi?

Il decreto aiuti quater ha abbassato la soglia da 110% a 90%, ma non ha sciolto il nodo della cessione del credito. Ad oggi Poste italiane ha dichiarato di portare a conclusione solo le pratiche che hanno già incamerato. Anche le banche sono dello stesso avviso, quindi il problema principale rimane proprio legato alle cessioni dei crediti. A questo punto ci si chiede, cosa potrà accadere dal 25 novembre 2022 in poi?

Come sopra detto entro oggi dovevano presentarsi le CILAS. La cilas è la modifica al modello tradizionale CILA che comprende anche i permessi e le regole del Superbonus 110% (la “S” di CILAS infatti sta proprio per “Superbonus”). Ma molte cilas, avendo appunto a disposizione poco tempo, saranno considerate non valide, perché scarne di documenti allegati. Tra questi ci sono:

  • i soggetti coinvolti;
  • ricevuta di versamento dei diritti di segreteria;
  • copia del documento di identità dei o del titolare;
  • il documento del tecnico;
  • notifica preliminare;
  • copia della procura o della delega;
  • l’elaborato progettuale che consiste nella descrizione dell’intervento da realizzare.

Molti verbali di assemblea saranno inefficienti, perché?

A questo punto con cilas incompleta molti verbali condominiali  saranno inefficienti, se non correlate dalle tabelle con la divisione dei lavori per singolo immobile. Ma i condomini che avranno fatto approvazione, dovranno comunque pagare i tecnici che hanno realizzato lo studio di fattibilità, e che quindi emetteranno lo stesso fattura sulla loro prestazione. Spese che pagheranno i condomini, visto che il superbonus non sarà approvato.

Le banche e Poste italiane hanno già manifestato la loro idea di portare in chiusura solo le pratiche già esistenti. Quindi quelle nuove che prenderanno in esame, se lo prenderanno, saranno davvero poche. A fine anno, visto che i lavori non saranno partiti, saranno gli stessi condomini a voler bloccare il tutto visto o a fare causa alle imprese. Questa dal canto loro hanno i cassetti pieni di crediti che in realtà nessuno compra, quindi non prenderanno altri lavori da eseguire. Quindi se la situazione non si sblocca sarà un fallimento con tantissimi lavori bloccati e cause in tribunale.