Formazione: tavola rotonda su family business e passaggio generazionale

Atema, Associazione per il Temporary Management, in collaborazione con AIdAF – Associazione Italiana della Aziende Familiari e con la Partnership di Banca Monte dei Paschi di Siena – Family Office, presenta un nuovo importante appuntamento di formazione. Si tratta del convegno “Padri, Figli e Patrimoni: family business e passaggio generazionale“. L’evento avrà luogo l’8 giugno presso  Azienda Bellavista, Via Bellavista, 525030 Erbusco BS.

Il tema che verrà approfondito riguarderà l’importanza delle competenze, conoscenze e aspetti manageriali di eccellenza per la gestione dei cambiamenti strategici e di governo delle imprese familiari e la necessità che queste siano affiancate in coerenza ai migliori servizi di gestione dei patrimoni familiari (tangibili e intangibili) garanti di una continuità dello spirito imprenditoriale, sociale e della sostenibilità delle imprese familiari italiane. Riassumendo si può parlare di “family continuity” come obiettivo dell’impresa di famiglia ma è anche fattore necessario allo sviluppo del sistema produttivo italiano.

Per poter contare su rapporti stabili e su una reale crescita competitiva si deve prestare attenzione alla tutela dei patrimoni individuali e familiari, e sulla possibilità di creare presupposti operativi ed efficaci ad ogni momento del passaggio inter-generazionale per il mantenimento degli stessi e dell’azienda nel medio-lungo termine. L’incontro si propone di fare il punto sui servizi di eccellenza, le forme innovative e personalizzate alle esigenze degli imprenditori per la gestione integrata dei patrimoni familiari, in particolare nelle critiche fasi dei passaggi generazionali.

La giornata prenderà avvio alle ore 9.40 con la registrazione degli invitati a cui farà seguito il benvenuto alle ore 10.00 da parte di Vittorio Moretti Presidente Holding Terra Moretti e una relazione introduttiva di Stefano Cordero di Montezemolo Direttore Accademico della European School of Economics di Milano e Firenze e Presidente di AIMBA – Academy of Italian MBAs. Alle 10.40 i lavori proseguiranno con una avola rotonda “Padri, Figli e Patrimoni: problemi, strumenti, soluzioni per il passaggio generazionale“. Interverranno Gioacchino Attanzio – Direttore Generale AIdAF, Associazione Italiana delle Aziende Familiari, Nicola Canessa – Equity Partner CBA Studio Legale e Tributario Pier Lamberto Capra – Partner di Axteria Strategy Consulting, Renzo Capra – Presidente Onorario IEFE e CEDEC e ex Presidente Consiglio di Sorveglianza A2A, Angelo Deiana – Responsabile Mercato Area Family Office Gruppo Montepaschi, Ennio Franceschetti – Presidente Gruppo Gefran, Umberto Gherardini – Direttore Commerciale MPS Fiduciaria, Pietro Grassano – Senior Sales Executive J.P. Morgan Asset Management, Paola Palmerini – Presidente di ATEMA – Associazione per il Temporary Management. La chiusura dei lavori è prevista per le ore 13.40.

L’ingresso è gratuito previa iscrizione entro il 7 giugno inviando una mail a: coordinamento@atema.net (specificando ruolo, azienda e recapito telefonico).

Formazione: Master in Orientamento e Outplacement con formula weekend

Atema, Associazione per il Temporary Management presenta un nuovo appuntamento di formazione. Il Master in Orientamento e Outplacement è organizzato dalla Scuola Europea di Alta Formazione in Orientamento e l’Istituto Universitario in Scienze della Mediazione Linguistica di Varese. Si tratta di un percorso formativo di alta formazione universitaria che si propone di insegnare i metodi e le tecniche di orientamento professionale. Al finale è previsto un esame finale e la discussione di una tesi con rilascio di certificazione riconosciuta in tutta Italia.

Il Master dura 6 mesi iniziando questo mese protraendosi fino ad ottobre presso la Scuola Europea di Alta Formazione in Orientamento – Palazzo Cesil, Via Luigi Pomini 13 – 21053 Castellanza (Va). Le lezioni in aula (per un totale di 100 ore) si tengono nei giorni di sabato e domenica dalle ore 9.30 alle ore 18.00, con il seguente calendario: 28-29 Maggio 2011; 11-12 Giugno 2011; 10-11-24-25 Settembre 2011; 8-9-22 Ottobre 2011.

Il costo del corso è di di Euro 3.500,00 + IVA, è proposto ai Soci ATEMA al 50% del costo complessivo, ovvero a Euro 1.750,00 + IVA.

Tutte le informazioni relative al corso (contenuti, modalità di ammissione, etc.) sono riportate nel documento “Bando di ammissione” allegato, salvo che per ATEMA si applicano condizioni economiche esclusive: il corso, del valore di Euro 3.500,00 + IVA, è proposto ai Soci ATEMA al 50% del costo complessivo, ovvero a Euro 1.750,00 + IVA. Maggiori informazioni possono essere richieste a academy@atema.net.

Da Atema e Confindustria Padova un seminario sul Temporary Management

Confindustria Padova, in collaborazione con ATEMA, organizza per lunedì 28 marzo, un seminario per far conoscere la natura del Temporary Management: “Governare il futuro con il Temporary Management“. Il servizio, attraverso un corretto uso della flessibilità, accompagna le aziende nell’affrontare situazioni di cambiamento mediante l’inserimento temporaneo di manager professionisti, altamente qualificati che abbiano obiettivi, tempi e deleghe predeterminati.
Appuntamento a partire dalle 16.30 nei locali dell’Unione degli Industriali della Provincia di Padova, Via Masini 2, Padova.

PROGRAMMA
Ore 16.30
Inizio registrazioni

Ore 17
Inizio seminario

Saluto di Confindustria Padova
Mario Ravagnan
Delegato di Confindustria

Saluto e presentazione di ATEMA
Flavio Zelco
Referente locale ATEMA

Interventi:
Flavio Zelco
Chi è il Temporary Manager

Stefano Ferrante
Inquadramento legale del rapporto Impresa/Temporary Manager

Andrea Cecchinato
Il TM nel governo dell’Information Technology per l’evoluzione del sistema azienda.

Enrico Sestini
Il TM nel governo dei progetti internazionali e delle operazioni all’estero.

Per scaricare la locandina dell’evento e iscriversi, cliccare qui.

Laura LESEVRE

Speaker’s Corner Atema: “La sicurezza delle informazioni in azienda”

Atema organizza l’interessante Speaker’s Corner: “La sicurezza delle informazioni in azienda. Comprensione, valorizzazione e protezione di un asset aziendale spesso sottovalutato“. Appuntamento a Milano, all’Una Hotel Century di Via F. Filzi 25/B, martedì 29 marzo 2011 dalle 18 alle 20.30 con il socio Atema Antonino Coppola, esperto della gestione e protezione delle informazioni.

Le Informazioni sono un bene chiave per l’Azienda, e contribuiscono al mantenimento delle posizioni acquisite in mercati altamente competitivi: per questo devono essere adeguatamente trattate e protette, soprattutto in un mondo che fa della capacità di gestirle e farle circolare un elemento essenziale per la creazione di valore aggiunto.
 
Viceversa, spesso il loro valore è dimenticato e la loro gestione è del tutto trascurata: di ciò si rendono conto in particolare i temporary manager, che prima vivono la diffidenza delle imprese (che spesso contribuisce a frenare il loro inserimento), per scoprire poi, una volta che un progetto è partito, quanto in realtà i sistemi che le gestiscono siano labili, e quanto possa essere difficile trovarle, raccoglierle e strutturarle nel momento in cui se ne ha necessità.
 
Per affrontare in azienda la questione della gestione e protezione delle informazioni è dunque utile analizzare il problema, definire criteri di approccio e responsabilità, e infine indirizzare i comportamenti di tutti.

Per l’iscrizione, cliccare qui.
 
Il relatore: Antonino Coppola
Laureato in economia e commercio, ha lavorato in IBM e poi svolto attività autonoma.
In IBM, e nelle società del gruppo, ha maturato esperienze con clienti di varie tipologie (bancarie, industriali, di distribuzione, di servizi, enti pubblici), assumendo diverse responsabilità nell’area delle vendite e della gestione di concessionari e agenti, svolgendo attività di pianificazione, controllo e incentivazione delle forze di vendita, occupandosi anche del lancio di nuove tipologie di servizio e di rapporti con Enti Esterni. Nell’attività autonoma si è interessato alla definizione organizzativa di un’azienda, dal lancio di nuovi progetti, alla gestione commerciale, alle metodologie di comunicazione interna aziendale e di definizione, introduzione e gestione di criteri di Etica Azendale e Sicurezza delle Informazioni. Ha tenuto corsi di marketing e di etica aziendale.

Atema Academy invita alla presentazione del libro “Il futuro delle associazioni professionali”

Atema, associazione per il temporary management, invita alla presentazione del libro “Il futuro delle associazioni professionali” – Orizzonti strategici, strumenti, best practices, che si terrà presso la sede dell’associazione a Milano in via Sacchi 7, il 15 febbraio 2011 alle 17.

Il libro scritto da Angelo Deiana e Stefano Paneforte ed edito dal Gruppo 24 Ore si presenta come un’opera importante per l’analisi dei processi di sviluppo dell’associazionismo professionale che sta contibuendo ad accrescere la conoscenza in ambito economico in Italia. Il know-how apportato dalle associazioni produttive infatti si misura largamente nel nostro Paese e presenta fasi strategiche ma anche operative, con il giusto apporto di concretezza e pragmatismo.

L’opera offre spunti, modelli e strumenti per progettare cambi (re-engineering) anche per quanti non possiedano le competenze specifiche per attuare modifiche all’apparato organizzativo. La finalità che dunque il libro si propone è di mettere a disposizione un appoggio concreto per quanti itendano esprimersi nel mondo delle associazioni professionali aspirando a diventare punti di riferimenti. Per estensione anche chi voglia progettare da zero un’associazione professionale, troverà consigli efficaci e informazioni utili.

Ha curato la prefazione Pier Luigi Mantini, la presentazione è a cura di Giuseppe Lupoi, mentre l’introduzione è stata scritta da Stefano Cordero di Montezemolo. Autori e curatori interverranno all’evento al quale è possibile accreditarsi  visitando questo link.

Mirko Zago

“Il Marketing che non c’è”: un utile Speaker’s Corner firmato Atema

ATEMA organizza lo Speaker’s Corner “Il Marketing che non c’è. Il mercato visto con gli occhi del cliente. Le conseguenze positive per la funzione commerciale“. L’appuntamento è per martedì 25 gennaio 2011 dalle 18 alle 20.30 a Milano, all’Una Hotel Century di via Fabio Filzi 25/B.
 
Il Marketing costituisce oggi, per la grande maggioranza delle imprese, uno dei fattori essenziali di sopravvivenza e sviluppo, e dunque un Temporary Manager non può permettersi di non “masticarne”. Ma alla voce “Marketing” si riferiscono oggi cento definizioni (tra cui alcune non convenzionali, quali guerrilla marketing, viral marketing e simili). Dunque… EVVIVA IL MARKETING, ma… QUALE?
 
Durante la serata, Gianfranco Lanfredini affronterà il tema partendo dai riferimenti che ha fatto suoi dopo una lunga carriera nel settore:
– oggi, specie in mercati ad elevata competitività, è necessario guardare il mercato con “gli occhi del cliente”, non solo con i nostri;
– le più recenti ricerche sul comportamento dei consumatori dicono che “il cliente acquista ciò che lui percepisce come un valore per sè”;
 
Da qui ha derivato l’innovativo approccio scientifico denominato “I Tre Valori Percepiti espressi nella Mappa dei Clienti“, che sono:
 
– Utilità/Prodotto Con Plus;
– Funzionalità/Soluzione;
– Ego-Emotività/Starter Emotivo
 
L’utilizzo di questo approccio è fonte di nuovi e importanti successi per ogni rete commerciale, specie in mercati ad elevata competitività, proprio perché consente di proporre al cliente il “Valore Percepito” da lui preferito, scelto tra i tre previsti dalla innovativa metodologia.
 
Gianfranco Lanfredini, una laurea in Economia e Commercio all’Università La Cattolica di Milano, vanta significative esperienze professionali prima come Buyer nella GDO e poi come Direzione Commerciale in PMI lombarde. Dal 1988 è Consulente specialista per l’area commerciale ed è considerato dai “Commerciali” uno tra i più interessanti ed esperti formatori per le loro attività ed è promotore dell’innovativo approccio di Marketing operativo denominato “I Tre valori percepiti espressi nella Mappa dei Clienti“. Questa metodologia è stata trasferita nel saggio dal titolo: “Il Responsabile Commerciale in azienda. Un ruolo sempre più a rischio?” – edizioni Hoepli 2009 – di cui è l’autore.
 
Clicca qui per iscriverti alla serata.

A Napoli “Padri, Figli e Patrimoni: family business e passaggio generazionale”

Fa tappa a Napoli l’evento “Padri, Figli e Patrimoni: family business e passaggio generazionale”, organizzato da Atema in collaborazione con Family Office del Gruppo Montepaschi e AIdAF Associazione Italiana delle Aziende Familiari. Dopo gli eventi del 3 dicembre 2010 a Firenze e del 15 dicembre a Milano, l’appuntamento è ora per il 19 gennaio 2011, dalle 10 alle 14, presso l’Unione Industriali Napoli, Piazza dei Martiri 58 (SCARICA IL PROGRAMMA DELLA GIORNATA).

L’incontro cercherà di far capire quanto conta, in un tessuto produttivo come quello italiano caratterizzato dalla preponderanza di piccole e medie imprese spesso a conduzione familare, una corretta gestione del passaggio generazionale all’interno di un’azienda, per evitare errori, traumi, sbandamenti, spesso pericolosi per il business se non addirittura per la sopravvivenza dell’attività stessa.

È sentire comune che competenze, conoscenze e aspetti manageriali di eccellenza per la gestione dei cambiamenti strategici e di governo delle imprese familiari, debbano affiancarsi in coerenza ai migliori servizi di gestione dei patrimoni familiari (tangibili e intangibili) garanti di una continuità dello spirito imprenditoriale, sociale e della sostenibilità delle imprese familiari italiane.

La “family continuity” è un obiettivo dell’impresa di famiglia ma è anche fattore necessario allo sviluppo del sistema produttivo italiano. Poter contare su stabili relazioni, sulla possibilità di trasmettere il patrimonio di generazione in generazione, e sulla possibilità di generare ma anche trasmettere ricchezza e valori sul territorio sono fondamenti imprescindibili per la crescita competitiva del Paese: ciò si fonda anche sul valore della tutela dei patrimoni individuali e familiari, e sulla possibilità di creare presupposti operativi ed efficaci ad ogni momento del passaggio inter-generazionale per il mantenimento degli stessi e dell’azienda nel medio-lungo termine.

L’incontro si propone di fare il punto sui servizi di eccellenza, le forme innovative e personalizzate alle esigenze degli imprenditori per la gestione integrata dei patrimoni familiari, in particolare nelle critiche fasi dei passaggi generazionali.

Temporary Manager qualificati: intervista a Franco Cavalli, vicepresidente di Atema

di Davide PASSONI

Il 2010 è stato, per Atema, un anno di svolta. L’Associazione per il Temporary Management ha infatti dato un forte segnale al mercato con la qualificazione di alcuni suoi associati, di cui Infoiva ha dato conto negli scorsi mesi. Per capire meglio lo spirito e le finalità di questa qualificazione, abbiamo incontrato il vicepresidente di Atema, Franco Cavalli, che ha fatto il punto sui risultati della prima tornata e anticipato alcuni dei passi che l’associazione potrebbe intraprendere, con l’obiettivo di dare una sempre maggiore autorevolezza ai propri temporary manager.

Come è nata l’idea di qualificare i temporary manager di Atema?
Ci siamo resi conto che, volendo essere un associazione che rappresenta questo tipo di attività sul territorio nazionale, dovevamo avere capacità diaggregare i manager ma anche di parlare al mercato dicendo che esistiamo, ci siamo e siamo in grado di dare al mercato una indicazione di competenza e capacità nel campo dell’attività manageriale. Ci siamo posti il problema di dire: elaboriamo una qualificazione nostra o ci affidiamo a terzi per non essere autoreferenziali? E poi: su quali elementi elaboriamo questa qualificazione?

Risposta?
Vede, la maggior parte dei nostri soci è stata responsabile di funzione o executive nella propria carriera professionale; a un certo punto, queste persone si sono trovate nella condizione di dire “mi invento un mestiere diverso”. Quindi ci siamo chiesti: che cosa vogliamo trasmettere al mercato come profilo del temporary manager o del transition manger? Così abbiamo messo intorno a un tavolo persone che hanno una lunga esperienza di questo tipo di attività, che negli anni hanno venduto servizi alle aziende in questo campo e che provengono da diverse realtà; ciascuno di loro ha dato una visione di quello che cerca nel temporary manager per poterlo abbinare alle attività o alle richieste che riceve dal mercato e abbiamo stilato una graduatoria di queste competenze.

Che cosa è emerso?
Abbiamo basato tutto su un discorso di soft skills, evitando di entrare nella valutazione delle competenze specifiche del CV della persona: non siamo in grado di valutarle, è troppo complesso. Quello che per noi era importante capire era invece che non tutti i manager hanno le caratteristiche per poter operare in condizioni di temporary, perché il mercato ci ha indicato chiaramente che per fare questo esistono delle competenze specifiche; noi ne abbiamo individuate 17, le abbiamo riunite e poi ci siamo posti il problema di come misurarle con una metodologia standard e valida da un punto di vista valutativo ma anche autorevole agli occhi del mercato. Abbiamo lavorato così con l’università di Milano Bicocca e uno dei componenti del team che è Giorgio Del Mare, presidente e AD di Methodos, una grossa società di consulenza, ci ha consigliato di appoggiarci all’esperienza di Giuliano Sangiorgi, professore di psicologia del lavoro all’università di Cagliari. Sangiorgi ha così elaborato uno strumento riconosciuto e valido per misurare questi soft skills. Diamo dunque per scontate le competenze hard e ci concentriamo su quelle soft, perché non è detto che il bravo manager della grande industria sia in grado di lavorare nelle condizioni in cui si trova di solito un temporary manager.

Risultato?
A fronte di tutto questo è arrivato il primo gruppo di 10 persone certificate e poi il secondo di 12. Interessante è notare che il test cui noi sottoponiamo i manager valuta, oltre alle 17 competenze distintive, molti altri skills, poiché è uno strumento di tipo standard i cui risultati vanno molto più in là di quanto noi valutiamo: potrebbe esserci infatti la necessità di rivalutare più avanti le 17 competenze e capire se devono essere cambiate oppure no. Questa qualificazione, poi, è a tempo: vale tre anni, nell’arco del triennio la persona deve adempiere a determinati doveri per mantenere la qualifica e alla fine del triennio saranno riviste alcune valutazioni iniziali.

Quindi queste competenze si evolvono,non rimangono uguali a se stesse?
Lavorando sui soft skills diventa difficile abbinare la qualificazione a un piano di formazione per acquisirli, ma è anche vero che questi skills possono maturare nel tempo a seconda dell’uso che ciascuno ne fa, o essere stimolati e visti in funzione di determinate situazioni in cui un manager si trova a operare. Di fatto l’utilizzo ne migliora il grado di possesso, per cui come ulteriore step pensiamo: se dovessimo incontrare chi non ha questi skills, come possiamo fare per far sì che li apprenda?

Appunto, come?
Stiamo valutando che cosa organizzare in tal senso, che però non può essere un classico corso di formazione in aula. Ci stiamo ancora pensando perché è una cosa piuttosto complessa, per cui abbiamo voluto analizzare i risultati delle prime qualificazioni prima di decidere.

Che percentuale di associati Atema è per ora qualificata?
Nelle prime due tornate abbiamo coinvolto il 12% dei nostri soci, un buon primo campione da analizzare a 360 gradi: un lavoro che farà il prof. Sangiorgi che, sulla base dei risultati, ci indicherà la direzione migliore da prendere.

Come ha reagito il mercato alla vostra iniziativa?
La risposta che abbiamo è quella degli operatori che lavorano con noi e che trovano la cosa molto interessante, perché permette loro di avere uno screening dell’individuo piuttosto completo e attendibile. Sulla validità dell’iniziativa mi confrontavo recentemente con Manager Italia, che ha un sistema di valutazione molto complesso chiamato Youmanager, il quale comporta costi di gestione elevati per l’associazione e di sostegno per l’individuo valutato, per cui l’associazione guarda con interesse al nostro: si può fare qualcosa di molto valido e autorevole a costi contenuti. Non abbiamo la pretesa che il nostro strumento dica al mercato che chi ha questa qualificazione sa fare tutto, vogliamo invece dire che questo strumento fa sì che il mercato sappia che il manager ha gli “attrezzi” necessari per poter affrontare certi incarichi.

Coinvolgerete tutti i vostri associati?
Sì, ci piacerebbe avere tutti gli associati qualificati. Vero è che abbiamo associati che non operano più sul mercato per limiti di età ma sono rimasti fedeli all’associazione come spirito e come obiettivi, per cui potrebbero non essere interessati, però l’idea è che i soci la acquisiscano, visto che è su base volontaria. L’altro step a cui stiamo pensando, oltre alla formazione di cui parlavo prima, è di dare maggiore visibilità allo strumento dal punto di vista della conoscenza all’esterno, spingendolo in direzioni molto “marketing oriented”. Non possiamo pensare che sia conosciuto solo da noi e da quei 5 o 6 operatori che lavorano con noi. Abbiamo attivato lo strumento, i nostri soci devono vederlo come un mezzo che consente loro di avere maggiore visibilità sul mercato, ma se non diciamo al mercato che questa cosa esiste i soci non possono spendersi adeguatamente: è un circolo virtuoso che va innescato e che dobbiamo innescare noi di Atema, non possiamo demandarlo a terzi.

Imprese familiari e passaggio generazionale: Atema firma un evento a Firenze e Milano

Quanto conta, in un tessuto produttivo come quello italiano caratterizzato dalla preponderanza di piccole e medie imprese spesso a conduzione familare, una corretta gestione del passaggio generazionale all’interno di un’azienda, per evitare errori, traumi, sbandamenti, spesso pericolosi per il business se non addirittura per la sopravvivenza dell’attività stessa?

È quello cui cercherà di rispondere l’evento “Padri, Figli e Patrimoni: family business e passaggio generazionale“, organizzato da Atema in collaborazione con Family Office del Gruppo Montepaschi e AIdAF Associazione Italiana delle Aziende Familiari, in programma a Firenze venerdì 3 dicembre 2010 (ore 9,30 – 13,30, Banca Monte Dei Paschi di Siena, Via Dè Pecori 6/8 – SCARICA IL PROGRAMMA DELLA GIORNATA) a Milano mercoledì 15 dicembre 2010 (ore 9,30 – 13,30, Circolo della Stampa, Sala Bracco, C.so Venezia 16).

È sentire comune che competenze, conoscenze e aspetti manageriali di eccellenza per la gestione dei cambiamenti strategici e di governo delle imprese familiari, debbano affiancarsi in coerenza ai migliori servizi di gestione dei patrimoni familiari (tangibili e intangibili) garanti di una continuità dello spirito imprenditoriale, sociale e della sostenibilità delle imprese familiari italiane.

La “family continuity” è un obiettivo dell’impresa di famiglia ma è anche fattore necessario allo sviluppo del sistema produttivo italiano.
Poter contare su stabili relazioni, sulla possibilità di trasmettere il patrimonio di generazione in generazione, e sulla possibilità di generare ma anche trasmettere ricchezza e valori sul territorio sono fondamenti imprescindibili per la crescita competitiva del Paese: ciò si fonda anche sul valore della tutela dei patrimoni individuali e familiari, e sulla possibilità di creare presupposti operativi ed efficaci ad ogni momento del passaggio inter-generazionale per il mantenimento degli stessi e dell’azienda nel medio-lungo termine.

L’incontro si propone di fare il punto sui servizi di eccellenza, le forme innovative e personalizzate alle esigenze degli imprenditori per la gestione integrata dei patrimoni familiari, in particolare nelle critiche fasi dei passaggi generazionali.

Laura LESEVRE

I Temporary Manager qualificati: storie e professionisti “garantiti” Atema

Terzo e ultimo (per ora…) appuntamento con le interviste ai Temporary Manager qualificati Atema. Questa settimana parla a Infoiva Giacomo Stefanelli.

Che cosa significa per lei essere un TM qualificato Atema?
Per me è un titolo molto importante perché credo nel ruolo del TM e nel contributo che può dare alle imprese in funzione della propria esperienza. Essere TM non vuol dire essere impiegato a tempo, come oggi comunemente viene considerato un lavoro Temporary, ma assumersi delle responsabilità in proprio, come un lavoratore autonomo, per portare dei risultati tangibili o di cambiamento all’azienda committente. Il temporary è un Manager di transizione, ma deve portare risultati duraturi, e solo persone qualificate e che credono in questa missione possono farlo: da qui l’importanza della qualificazione che certifica l’attitudine e la competenza del TM a ricoprire l’incarico.

Qual è il percorso professionale che l’ha portata a diventare TM?
Da sempre sono stato interessato ad aziende in crisi o in fase di riorganizzazione, perché sono quelle realtà che richiedono un forte coinvolgimento del manager e dove si possono veramente misurare le capacità manageriali con i risultati raggiunti, senza contare che in queste realtà non basta essere buoni manager, ma bisogna anche essere un po’ psicologi, per capire e guidare il cambiamento con le persone coinvolte. Avendo ottenuto buoni risultati con queste esperienze, una volta superata la fase di crisi ero attratto da altre esperienze difficili e quindi cambiavo datore di lavoro. Il TM mi permette di accettare incarichi con responsabilità e obiettivi specifici ma anche di dare un contributo di formazione più ampio e mi da spazio per mettere in campo le mie competenze e attitudini personali, accettando il rischio dell’organizzazione e della gestione del progetto.

Qual è, a suo avviso, l’apporto che un TM può portare alla cultura aziendale in cui opera?
Il TM porta in azienda esperienza, cultura, formazione e ottimismo. Di solito un TM che accetta un incarico deve essere sicuro di portare il risultato atteso e quindi deve avere la capacità di guidare e coinvolgere il personale dell’azienda anche in presenza di difficoltà oggettive: l’ottimismo è una delle leve più importanti per raggiungere questo obiettivo.

Ci racconti la sua prima e la sua più recente esperienza come TM: in quali aziende, con quali mansioni e per quanto tempo, oltre a un bilancio dell’esperienza stessa.
Come figura di TM sono abbastanza giovane, ma ho sempre lavorato in azienda sposando progetti di riorganizzazione e una volta raggiunto il risultato ho cercato nuove esperienze. Posso dire di aver fatto il TM a libro paga e di essermi assunto responsabilità anche senza aver ricevuto tutte le deleghe necessarie, ma affiancare quotidianamente il Management di una società e cercare di supportare il processo decisionale verso il miglioramento e lo sviluppo dell’azienda è stata una buona palestra.
Ho lavorato in aziende multinazionali ma anche in PMI italiane a conduzione familiare, dal settore commerciale al settore industriale e di distribuzione di prodotti freschi giornalieri. La conoscenza delle basi organizzative e delle logiche di controllo delle grandi aziende mi ha permesso di dare un valido contributo alla riorganizzazione e allo sviluppo manageriale di realtà padronali in fase di cambiamento organizzativo e generazionale. La mia funzione aziendale è quella di Responsabile Amministrativo Finanziario e Controllo di gestione, coniugando insieme tutte le varie funzioni della qualifica per assicurare il corretto funzionamento del sistema di controllo. Le decisioni nascono dalle informazioni e le informazioni devono essere aggiornate e corrette. Solo se ben gestito e aggiornato, il sistema di controllo può soddisfare le esigenze informative dell’azienda e dare il suo valido contributo alla continuità aziendale.