Torna l’ora solare, ma quanto si risparmierebbe restando con l’ora legale?

Nella notte tra sabato e domenica torna l’ora solare e le lancette degli orologi dovranno essere spostate indietro di un’ora. Questo vuol dire un’ora in meno di luce perché la sera sarà buio prima. Quanto impatterà il ritorno dell’ora solare sulle tasche degli italiani soprattutto ora che i costi dei kW sono alle stelle?

Ora legale e risparmio energetico in Europa

Il passaggio dall’ora legale all’ora solare ci sarà nella notte tra il 29 ottobre e il 30 ottobre, sarà necessario spostare l’orologio indietro di un’ora. Questo vuol dire che sarà possibile godersi un’ora in più nel letto al mattino, ma di fatto la sera sarà buio molto prima e di conseguenza si avrà la necessità di accendere la luce. Fortunatamente il cambio orario ci sarà in un periodo festivo in cui gli italiani avranno l’opportunità di abituarsi al nuovo orario senza troppi traumi, ma di fatto questa scelta peserà sulla bolletta energetica.

L’ora legale infatti entra nella nostra quotidianità proprio per risparmiare energia. In passato il passaggio dall’ora legale a quella solare avveniva l’ultima domenica di settembre, ci fu quindi il posticipo proprio per aumentare i benefici sui consumi energetici.

Nel frattempo il Parlamento europeo ha deciso di lasciare agli Stati Membri la libertà di decidere quale orario applicare e rimuovere l’obbligatorietà dell’alternanza. Inoltre, entro la fine del 2021 i Paesi avrebbero dovuto scegliere quale orario applicare durante tutto l’arco dell’anno, di fatto però questa scelta non è stata fatta da nessuno e l’alternanza continua ad esservi.

Quanto si risparmia con l’ora solare?

I dati disponibili derivano da uno studio di Terna. Da questo emerge che l’Italia nei sette mesi in cui è stata in vigore l’ora legale ha risparmiato 420 milioni di chilowattora corrispondenti, visti i prezzi di mercato attuali, ben 190 milioni di euro.

Secondo i dati del Centro Studi di Conflavoro Pmi basati sui consumi del 2021 resi disponibili da Terna, se l’Italia mantenesse l’ora legale per tutto il 2023, i risparmi potrebbero arrivare a 2,7 miliardi di euro.

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Ora legale: al via dal 27 marzo 2022 con benefici per tasche e ambiente

Nella notte tra il 26 e il 27 marzo 2022 si ritorna all’ora legale che sarà in vigore fino al 30 ottobre 2022, si dormirà un’ora in meno, ma in compenso di potrà risparmiare sulla bolletta energetica e di questi tempi non è davvero una cattiva notizia. Tutti pronti quindi a spostare le lancette degli orologi un’ora avanti, mentre computer, smartphone e altri device faranno tutto in automatico, sempre che nelle impostazioni sia stata scelta tale opzione.

I vantaggi economici dell’ora legale: perché è bene non abolirla

Svegliarsi un’ora prima per molti italiani è una vera tortura, ma passati i primi giorni di adattamento si scopre che i vantaggi sono sicuramente superiori rispetto agli svantaggi. L’ora legale viene denominata così perché è stata introdotta con legge. Si tratta di una soluzione “artificiale” rispetto all’ora solare e consente di avere un’ora di luce in più la sera e quindi di risparmiare energia. Secondo le stime effettuate da Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, l’Italia in questi mesi risparmierà 420 milioni di Kw. Questo implica un risparmio per le famiglie e le aziende di circa 190 milioni di euro.

Secondo le stime fatte, i mesi in cui si potrà risparmiare più energia saranno aprile e ottobre, infatti negli altri mesi, le ore di luce naturale sono comunque maggiori e di conseguenza il risparmio effettivo che si può ottenere è inferiore. Il risparmio è dovuto al fatto che le aziende che sono in piena attività durante il giorno, con il ripristino dell’ora legale potranno rimandare l’orario in cui saranno accese le luci, arrivando anche al punto di non accenderle. Lo stesso vale anche per le attività commerciali che possono sfruttare a pieno il vantaggio economico dell’ora legale.

Terna è andata oltre e ha stimato i risparmi maturati dal 2004 al 2021 e in complesso le famiglie e le aziende hanno risparmiato oltre 1,8 miliardi di euro. Il risparmio previsto per il 2022 è stato calcolato anche tenendo in considerazione il costo attuale di un Kw che come sappiamo è piuttosto alto.  I  420 milioni di Kw corrispondono al consumo energetico annuo di circa 150.000 famiglie.

L’ora legale abbassa l’impatto ambientale dei consumi energetici

Proprio in forza di tale risparmio derivante dall’ora legale, c’è la proposta di mantenere la stessa per tutto l’arco dell’anno. A sostenere tale tesi sono molte associazioni, tra cui la SIMA, Società Italiana di Medicina Ambientale. L’ora legale oltre a comportare un risparmio economico notevole, porta anche a un impatto ambientale ridotto dovuto proprio al fatto che produrre energia provoca inquinamento a causa della combustione di fossili necessaria per produrre energia.

Secondo il Presidente della SIMA, Alessandro Miani, nel solo 2022 con l’adozione dell’ora legale è possibile ridurre le emissioni di CO2 di 200 mila tonnellate, pari al beneficio che si potrebbe ottenere piantando 2 milioni di alberi. Considerando che l’inquinamento peggiora la salute delle persone, adottando l’ora legale per tutto l’anno si riducono anche i danni alla salute.  Attualmente una riduzione dei consumi energetici vuol dire anche ridurre la dipendenza dell’Italia da Paesi come la Russia, uno degli obiettivi dichiarati dal Governo.

L’Unione Europea approva la Risoluzione per l’abolizione dell’ora legale

Il Parlamento Europeo negli anni passati ha approvato una Risoluzione legislativa per l’abolizione dell’ora legale. La Risoluzione ha ottenuto l’approvazione con una maggioranza piuttosto importante, 410 voti a favore, 192 contrari e 51 astensioni. A premere per questa adozione sono stati soprattutto i Paesi del Nord Europa che, a causa della esposizione ridotta alla luce solare, non hanno mai beneficiato molto in termini economici dell’introduzione dell’ora legale. Questa doveva entrare in vigore già dal 2019, l’applicazione slittò al 2021. Successivamente i Paesi ebbero la possibilità di scegliere quale orario applicare.

L’Italia è uno dei pochi Paesi dell’Unione Europea ad aver ancora mantenuto l’ora legale e ha anche avanzato la proposta di poter mantenere il doppio sistema di ora solare e legale per 6 mesi l’anno. Ha ottenuto questa agevolazione proprio in virtù dei dati sui risparmi e sul benefico impatto ambientale degli orari alternati. Inoltre, studi scientifici hanno dimostrato che la maggiore luce dovuta all’ora legale ha effetti benefici anche sull’umore, infatti l’accorciarsi delle giornate nei mesi invernali contribuisce alla depressione.

Stato di emergenza fino a 31 dicembre 2022 per crisi in Ucraina

L’Italia ha deliberato lo Stato di Emergenza per la crisi umanitaria in Ucraina, lo stesso consente di adottare decisioni straordinarie per affrontare gli effetti di questa crisi che ci coinvolge sempre più. Ecco cosa prevede il decreto.

Stato di Emergenza: le parole del Presidente del Consiglio  Mario Draghi

Il decreto del 1° marzo 2022 adotta lo stato di emergenza fino al 31 dicembre 2022, prevede uno stanziamento 10 milioni di euro, a carico del Fondo per le emergenze nazionali, al fine di prestare soccorso e assistenza alle popolazioni dell’Ucraina. Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha sottolineato che lo stato di emergenza proclamato non andrà a influire sul termine dello stato di emergenza proclamato per far fronte all’emergenza Covid 19 e che termina il 31 marzo, inoltre non porterà cambiamenti per gli italiani. Si tratterebbe solo di uno strumento volto ad affrontare la crisi umanitaria in Ucraina.

Aiuti e accoglienza ai profughi dell’Ucraina

Si è previsto l’incremento di risorse del Ministero dell’Interno per attivazione, locazione e gestione dei centri di trattenimento e di accoglienza, i posti avranno un incremento complessivo di 13.000 unità. La spesa gestita dal Ministero degli Interni sarà di 54,1 milioni nel 2022. Dei 13.000 posti, 3000 unità saranno gestite attraverso il Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI) gestisti dagli enti locali e diretti soprattutto a nuclei familiari e persone vulnerabili. In questo caso la spesa prevista è di 37,7 milioni nel 2022 e 44,9 milioni di euro per ciascuno dei due anni 2023 e 2024.

Invio di armi

Lo stato di emergenza prevede però anche altro, comporta fino al 31 dicembre 2022, ( decisione già  ratificata dal Parlamento con maggioranza trasversale) la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore del governo dell’Ucraina derogando di fatto alla legge 185 approvata nel 1990 e che vieta l’esportazione di armi verso i Paesi in conflitto armato. Deve però essere sottolineato che è top secret la tipologia di armamenti che sarà inviata e la quantità, voci di corridoio parlano di missili anticarro e antiaereo, ma anche mitragliatrici e naturalmente munizioni.

Piano di riduzione programmata dell’uso del gas

Nel decreto che proclama lo stato di emergenza è previsto anche il razionamento dell’uso del gas: viene sottolineato che in questo momento non vi è alcuna emergenza, ma nel caso in cui in futuro le cose dovessero cambiare, è già pronto il piano di riduzione programmata del consumo di gas. Le misure dovranno essere adottate dal Ministro della Transizione Ecologica attraverso provvedimenti e atti di indirizzo che dovranno essere comunicati al Consiglio dei Ministri nella prima seduta successiva all’adozione. Questo implica che il ministro, per ora Cingolani, potrà agire senza un preventivo assenso del Consiglio dei Ministri.

Il piano prevede il razionamento del gas utilizzato dalle centrali per la produzione di energia elettrica e la massimizzazione della produzione da altre fonti. Le altre fonti sono rappresentate da carbone, olio combustibile ed energie rinnovabili. Agli impianti ad olio combustibile e carbone si applicheranno i limiti alle emissioni inquinanti previsti dall’Unione Europea e non quelli nazionali. I secondi sono maggiormente restrittivi, in poche parole sarà possibile inquinare di più per far fronte al fabbisogno energetico.

Sarà Terna, in quanto gestore della rete, a dover gestire queste delicate operazioni attraverso nuovi compiti che gli saranno affidati.

Ulteriori misure adottate dall’Italia

Il decreto, infine, prevede misure di sostegno a studenti, docenti e ricercatori di nazionalità ucraina un apposito fondo con una dotazione pari a 500 mila euro da iscrivere nello stato di previsione del Ministero dell’università e della ricerca.

Occorre ricordare che tra le decisioni assunte in questi giorni per far fronte all’emergenza, c’è anche l’invio di soldati ai confini dell’Ucraina. Si provvede al potenziamento della presenza in Romania e Lettonia, saranno inviati 4 aeroplani nella base di Mihail Kogalniceanu di Costanza. Il governo mette a disposizione anche ulteriori 1400 uomini dell’Eservcito, della Marina e dell’Aeronautica. I militari non saranno impiegati nel conflitto nei territori di Russia e Ucraina, ma ai confini in modo da attivare un servizio di sorveglianza dello spazio aereo e marino.