L’Agenzia delle Entrate arriva su Whatsapp, come ricevere aggiornamenti

L’Agenzia delle Entrate è sempre più vicina ai cittadini e proprio per questo motivo ha attivato il canale WhatsApp attraverso il quale i cittadini possono ricevere notizie e novità fiscali in tempo reale. Ecco come iscriversi.

L’Agenzia delle Entrate arriva su WhatsApp, parte un nuovo servizio

Fin dall’insediamento del Governo Meloni sono state annunciate importanti novità dal punto di vista fiscale e mentre si lavora all’attuazione delle legge di delega fiscale, si compie anche il passo successivo, cioè avvicinare i contribuenti al fisco cercando di creare un rapporto quasi amicale, sicuramente di collaborazione. Tra le novità che vanno in questa direzione vi è il nuovo canale WhatsApp dell’Agenzia delle Entrate attraverso il quale è possibile ricevere gli aggiornamenti più importanti.

Il canale di comunicazione tramite Whatsapp è unidirezionale, cioè i messaggi arrivano solo dall’Agenzia delle Entrate verso il contribuente. Lo stesso è attivo dal giorno 13 settembre 2023. Si tratterà di una sorta di newsletter in cui i contribuenti potranno ricevere aggiornamenti. Nessuno potrà vedere chi sono gli iscritti a questa sorta di “mega gruppo WhatsApp” quindi la privacy è comunque tutelata.

Come accedere al canale WhatsApp dell’Agenzia delle Entrate

In questa fase il servizio WhatsApp dell’Agenzia delle Entrate è in via di sperimentazione, questo vuol dire che non tutti possono ancora accedere al servizio, ma gradualmente sarà attivato per tutti.

Ma come si possono ricevere i messaggi dell’Agenzia delle Entrate? Entrando nel proprio profilo WhatsApp, accanto alle classiche voci “chat” , “stato”, “chiamate” sarà disponibile la voce “aggiornamenti”, cliccando su questa sarà possibile scegliere il canale dal quale si vogliono ricevere gli aggiornamenti. Tra i canali dai quali sono disponibili vi è appunto l’Agenzia delle Entrate. Se non si trova, basta accedere alla voce “trova canali” e scrivere semplicemente Agenzia delle Entrate.

Per ricevere gli aggiornamenti, accanto alla voce “Agenzia delle Entrate” basterà cliccare il segno “+”, in questo modo il canale risulterà aggiunto.

A questo punto si potranno seguire gli aggiornamenti, gli stessi restano disponibili per 30 giorni.

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Facebook: Zuckerberg licenzia 11.000 dipendenti Meta. Ecco perché

Il mondo dei social è in fermento, infatti dopo l’acquisto di Twitter da parte di Elon Musk, con conseguente licenziamento di molti lavoratori, il 50%, è Mark Zuckerberg a licenziare i dipendenti di Meta, che controlla Facebook, Whatsapp e Instagram. Zuckerberg licenzia 11.000 dipendenti, ma cosa succede?

Zuckerberg licenzia 11.000 dipendenti Meta

È la prima volta che succede da quando Zuckerberg ha fatto il suo ingresso nel mondo dei social network rivoluzionando il mondo dei contatti sociali. Fino ad oggi c’erano solo state assunzioni. Il colpo è duro, infatti gli 11.000 licenziamenti Meta effettuati da Zuckerberg riguardano il 13% del personale. I licenziamenti hanno riguardato soprattutto l’area di gestione del personale, ma non solo. La decisione è arrivata dopo il crollo del valore delle azioni di Meta e dopo il crollo del patrimonio personale di Zuckerberg.

Nel comunicato ha fornito anche indicazioni per l’accompagnamento all’uscita dall’azienda. I dipendenti licenziati potranno avere 16 settimane di busta paga base, a cui si aggiungono due settimane aggiuntive per ogni anno di lavoro in azienda. I dipendenti riceveranno la remunerazione per tutte le ferie maturate ed evidentemente non godute. Infine, per 6 mesi sarà assicurata la copertura per l’assicurazione sanitaria per i dipendenti e per le loro famiglie. Al fine di aiutare i lavoratori a trovare una nuova occupazione, i dipendenti riceveranno 3 mesi di assistenza da parte di Meta.

Perché Zuckerberg licenzia 11.000 dipendenti Meta ( facebook, Instagram Whatsapp)?

Il motivo dichiarato alla base di questa scelta sono le previsioni di crescita di Meta troppo ottimistiche e quindi è stato assunto troppo personale. Per Zuckerberg, che ha dato la notizia dei licenziamenti con un comunicato, è necessario procedere a snellire la struttura dei più importanti social e in particolare Facebook.

Che ci sia una fuga di utenti dai social canonici è un problema reale. La stessa fuga, unita al proliferare degli account fake su Twitter, ha portato a un ribassamento del valore del noto social, poi acquistato da Elon Musk. Sono molti a ritenere che l’acquisto sia giunto al completamento solo perché, viste le trattative, l’improvviso dietro front di Musk lo avrebbe esposto a penali. Il fatto che Elon non sia convinto dell’investimento si è notato con il licenziamento che è conseguito all’acquisto, prima dei vertici e poi degli altri dipendenti, il 50%. In questo caso però l’eccessiva fretta ha portato errori e Musk per alcuni sta procedendo al reintegro.

È stata annunciata anche un’altra novità, cioè il pagamento per la spunta blu che certifica che trattasi di profili verificati, non fake. Emerge quindi il desiderio di Musk di rimpicciolire Twitter, ma renderlo allo stesso tempo produttivo attraverso il pagamento e la particolare affidabilità che acquisterebbe con i profili verificati. Di fatto molti utenti ora lasciano anche twitter.

Questo ulteriore licenziamento Meta sembra suggerire che l’attrattiva dei social canonici sia in declino e che sempre più le persone preferiscano canali di comunicazione alternativi e in un certo senso più liberi. L’effetto del licenziamento Meta è stato comunque subito avvertito dalla Borsa, infatti a Wall Street Meta sale del 5,37%.

Chatbot per la selezione del personale: come trovare il candidato giusto

La selezione del personale per un’azienda è sempre una fase molto importante perché, soprattutto per le posizioni di vertice ad elevata specializzazione, ma non solo, un’accurata selezione può fare davvero la differenza e portare un’impresa al successo. Oggi parliamo delle selezione del personale con chatbot.

Cos’è il chatbot per la selezione del personale

Quando si parla di selezione del personale con chatbot, si intende dire che il colloquio avviene con una sorta di robot che pone domande standard ( e in molti casi risponde alle domande del candidato) a tutti coloro che partecipano e registra le risposte. Il chatbot viene anche definito assistente digitale. In poche parole anche in questo caso viene utilizzata l’intelligenza artificiale. Può sembrare un modo freddo e impersonale per scegliere i propri dipendenti e collaboratori, ma in realtà è un modo per “ripulire” da elementi che possono essere fuorvianti per il colloquio e selezionare esclusivamente personale che ha determinate caratteristiche. Il chatbot può essere utilizzato anche per conservare dei colloqui per il futuro e quindi per esigenze di assunzione non impellenti.

Un chatbot è un software che consente di simulare un colloquio proprio come se lo stesso fosse tenuto da una persona, è in grado di interagire in modo strutturato con la persona che si trova dall’altro lato del computer. Naturalmente il soggetto viene informato del fatto che sta tenendo un colloquio con un chatbot.

Per le aziende i vantaggi possono essere diversi, in primo luogo è possibile sostenere un numero maggiore di colloqui e quindi acquisire un numero di informazioni davvero rilevante, in secondo luogo i tempi sono brevi, ricordiamo che con un software simile è molto probabile che contemporaneamente si svolgano diversi colloqui da più parti del mondo. Ecco perché questo strumento è molto utilizzato dalle aziende che operano a livello globale visto che possono tenere colloqui di lavoro anche in diverse lingue.

Quanto successo ha la chatbot?

Probabilmente le piccole aziende conoscono poco questo sistema e non lo usano, questo perché comunque gestiscono un numero limitato di colloqui e pensano che l’acquisto della licenza del software (o la personalizzazione del chatbot tramite un esperto informatico)  potrebbe essere uno svantaggio, ma nelle aziende di medie e grandi dimensioni la selezione del personale con chatbot è una realtà.

Da un sondaggio del 2019 è emerso che il 43% dei professionisti delle risorse umane ha usato una chatbot e di questi l’88% ha avuto un giudizio positivo. Il successo però non è visto solo dal lato dell’azienda, ma anche di coloro che si candidano alle varie posizioni lavorative, infatti il 58% di coloro che hanno sostenuto questo tipo di colloquio hanno dichiarato di essere a proprio agio con questa modalità di confronto. La chatbot può costituire anche una scrematura iniziale dei profili da contattare nuovamente, soprattutto è in grado di farlo con un’attenzione che non sempre le persone riescono ad avere quando devono esaminare un gran numero di persone.

Dove installare il chatbot

Un altro vantaggio dei chatbot per il recruiting è dato dal fatto che può essere “installato” in vari “luoghi”, naturalmente possiamo in primo luogo pensare al sito aziendale, nella pagina dedicata a “collabora con noi” è possibile far caricare i curriculm, cosa che ormai fanno tutte le aziende, ma anche avere un software per la gestione del chatbot di recruiting. Non solo, infatti le persone oggi arrivano alle aziende in modo disparati, ecco perché il chatbot per la selezione del personale può essere inserito anche attraverso il servizio di messaggistica Facebook, Instagram o WhatsApp oppure altri canali social.

Questa particolare versatilità consente alle aziende di gestire davvero un gran numero di dati in modo semplice, veloce e soprattutto esaustivo. I canali social consentono soprattutto di arrivare ai giovanissimi, infatti da un’indagine di Indeed (motore di ricerca per trovare lavoro) la maggior parte dei millennial, dei Gen X e dei baby boomers utilizza i dispositivi mobili, come smartphone, per trovare opportunità di lavoro e di conseguenza sono proprio i canali social ad essere più “fruibili”.

La personalizzazione

Naturalmente il colloquio con chatbot deve essere improntato nel modo migliore, cioè personalizzato in base alle esigenze delle aziende, ma anche in base a quelle dei candidati. Questi devono sentirsi coinvolti per poter partecipare, devono poter fare delle domande ed ottenere risposte, le domande più frequenti riguardano stipendi, ferie, posizione sul lavoro, possibilità di lavorare da remoto. Molti potrebbero pensare che in realtà la selezione del personale con chatbot per il recruiting possa allontanare i potenziali interessati, in realtà le statistiche dicono il contrario, perché emerge che coloro che partecipano ai colloqui si sentono molto più frustrati da una mancata risposta del potenziale datore di lavoro, rispetto a come si sentono a interloquire con un’applicazione.

Un chatbot ben programmato è sicuramente la soluzione ideale per un recruiting di alto livello, si possono scegliere anche diverse personalità, ad esempio si può improntare un colloquio su serietà ed elevata professionalità o prediligere un recruiter artificiale che sia simpatico, empatico, allegro e ottimista. Insomma, per trovare i migliori candidati non resta che provare le soluzioni innovative che la tecnologia ci mette a disposizione.

Infine, si ricorda che il chatbot per la selezione del personale è solo una delle possibilità di applicare l’intelligenza artificiale nella ricerca di nuove figure professionali. Abbiamo già parlato del blind recruitment, cioè la selezione alla cieca, puoi trovare l’articolo seguendo il link: Devi selezionare il personale? Prova il Blind Recruiting

Le abitudini degli italiani a San Valentino

San Valentino è arrivato anche quest’anno, inesorabile, e sono 12 milioni gli italiani che si apprestano a festeggiarlo.
Un’enormità, anche se il numero è in calo del 10%, ma che conferma la popolarità di questo giorno speciale, da dedicare a chi si ama.

Non si sa se questa diminuzione, rispetto al 2015, poiché nel 2016 non sono state fatte rilevazioni, dipenda da tante relazioni nel frattempo “scoppiate” o se il problema sia quello economico.

Ma, chi lo festeggerà, cosa ha in programma per la serata più romantica dell’anno? Il 20%, in realtà, non ha nulla di particolare in programma, ma non sarà a mani vuote, perché ha provveduto a fare un regalo alla dolce metà.
La maggior parte, il 67%, opta ancora per la cena a lume di candela, anche se il 47% di loro rimarrà in casa, cucinando per la persona amata, mentre il resto, che corrisponde a 4,3 milioni di persone, uscirà a cena.

Chi decide di uscire, inoltre, sceglie per il 62% il ristorante classico, mentre il 35% si dirigerà verso pizzerie e trattorie. Un misero 3% cenerà in posti particolari come battelli, tram, a seconda del luogo in cui si trovano.
In media, gli italiani spenderanno tra i 40 e gli 80 euro al ristorante, 20-40 euro in pizzeria, con picchi di 500 euro per chi vuole stupire la sua dolce metà.

Un fortunato 4% festeggia in viaggio, per una minivacanza che si aggira tra i 130 e 140 euro per chi soggiornerà in hotel, 200-600 euro in terme e Spa.

E i regali? La tradizione vince: 29% per i cioccolatini, 22% per i fiori, 27% per regali utili, e un misero 6% per i gioielli. Secondo le stime delll’indagine condotta da SWG, verranno comprati complessivamente 3,7 milioni di scatole di cioccolatini e 2,6 milioni di mazzi di fiori.
Tra chi sceglierà di dirlo con i fiori, uno su dieci acquisterà fiori dagli ambulanti improvvisati in strada, perché il 73% si recherà in un negozio specializzato e il 17% in un mercatino. Rose e composizioni speciali saranno le tipologie più scelte.

Ma, vivendo in un’era digitale, l’amore verrà dichiarato spesso e volentieri su whatsapp, dal 32% degli innamorati, mentre il 26% posterà il suo amore su Facebook e il 20% lo invierà via sms. Biglietti cartacei per il 18% e 4% per le email e i biglietti digitali.

Complessivamente, stimiamo che oggi gli italiani si scambieranno con il proprio partner oltre 2,1 milioni di bigliettini cartacei e circa 20 milioni di messaggini d’amore, tra sms e whatsapp: oltre 160 al secondo. Ancora più impressionante, però, la quantità di mail promozionali a tema San Valentino inviate agli italiani a febbraio: in media 10 ad internauta, per un totale di missive elettroniche stimabile in 350 milioni di missive elettroniche.

Vera MORETTI