Gli italiani non rinunciano alla pizza. Cambiano le abitudini di consumo degli italiani, ma pizza e colazione non si discutono.

Durante l’Assemblea Elettiva Fiepet (Federazione Italiana Esercenti Pubblici e Turistici), tenutasi gli scorsi giorni, è stata presentata un’accurata indagine sulle abitudini di consumo degli italiani nei pubblici esercizi.

Dall’indagine risulta che il 15% degli italiani ha ridotto i consumi al bar, il 26% ha risparmiato sulle spese di ristorazione, ma resta una sana abitudine il rito della colazione ed alla pizza non si rinuncia. La pausa pranzo porta nei pubblici esercizi 8,7 milioni di consumatori ogni anno per un giro d’affari di circa 18,5 milioni di euro.

Conclusioni dell’indagine? in tempi di crisi, le abitudini di consumo degli italiani nei pubblici esercizi sono un po’ cambiate, ma le tradizioni resistono sempre.

I cittadini della Lombardia pagano più tasse di tutti. Pugliesi, Lucani e Calabresi ne pagano di meno.

Da una ricerca compiuta dalla CGIA di Mestre, che ha messo a confronto il gettito fiscale (relativo al 2007, ultimo anno disponibile) versato dai contribuenti italiani (siano essi lavoratori dipendenti, autonomi, pensionati od imprese) delle 20 Regioni italiane, risulterebbe che il carico fiscale più gravoso spetta alla Lombardia.

Ogni residente in Lombardia versa all’Erario e ai vari livelli di governo locali circa € 12.456. Seguono i residenti della Valle d’Aosta con € 11.708 e quelli dell’Emilia Romagna con € 10.716. Appena fuori dal podio, troviamo il Trentino Alto Adige con € 9.854 pro capite, il Piemonte con € 9.784 pro capite, il Veneto con € 9.507  pro capite, e di seguito tutte le altre.

I cittadini che pagano meno tasse? I Pugliesi con € 5.206 pro capite, i Lucani con € 5.182  pro capite ed, infine, i Calabresi con € 4.953  pro capite.

La media nazionale si attesta sugli € 8.662 pro capite: quella del Nord a € 10.790 pro capite; al centro con € 9.454 e al Sud con € 5.470  pro capite.

L’Italia che ce la fa: in aumento le offerte di lavoro dalle piccole imprese.

Sembrerebbe aumentare l’offerta di posti di lavoro nelle piccole imprese dell’industria e dei servizi privati con almeno dieci dipendenti. Ad indicare questo dato incoraggiante è una rilevazione Istat fatta sul primo trimestre di quest’anno per la quale il tasso di posti vacanti risulterebbe pari allo 0,7%, con un incremento dello 0,1 % rispetto al primo trimestre del 2009.

Ovviamente l’Istat precisa che si tratta di una previsione, ad ogni modo sottolinea che questo dato potrebbe anticipare un’evoluzione positiva dell’occupazione. 

“Si evidenzia una ripresa del mercato del lavoro – ha commentato il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, durante una conferenza stampa con il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini nella sede dell’Istituto – anche se c’è il pericolo di non soddisfare tempestivamente le vacancy pure a causa della carenza di professionalità richieste”.

In provincia di Potenza, finanziamento a fondo perduto per le imprese commerciali.

La Camera di Commercio di Potenza ed il Comune di Atella prorogano al prossimo 15 dicembre 2010, il termine di adesione al bando di finanziamento per favorire la valorizzazione urbanistica e funzionale di strutture commerciali attraverso investimenti proposti dalle imprese aventi sede legale e/o unità locali produttive nel centro storico del Comune di Atella.

Chi può partecipare al bando di finanziamento? Tutte le imprese regolarmente iscritte nel Registro delle Imprese tenuto dalla Camera di Commercio di Potenza, che hanno sede legale e/o unità locali produttive nel centro storico del Comune di Atella. È necessario che le imprese sianoin regola con il versamento del diritto annuale camerale per gli anni 2009 e precedenti al momento della presentazione della domanda e che siano in regola con la denuncia di inizio attività al Registro Imprese della Camera di Commercio al momento della presentazione della domanda. 

Il finanziamento sarà destinato ai costi sostenuti per i programmi di investimento, avviati successivamente alla data di presentazione della domanda di contributo, relativi a:

  • materiali, attrezzature e strumentazioni direttamente finalizzate all’attuazione degli interventi;
  • attività di progettazione e consulenza per l’intervento e l’istallazione, la posa in opera, il collaudo e relative certificazioni di idoneità e sicurezza in linea con le normative vigenti.

Alle imprese ammesse al finanziamento sarà concesso un contributo a fondo perduto nella misura del 30% delle spese ammissibili, fino al limite massimo di € 3.000 (al netto di Iva).

Il contributo sarà elevato a € 4.000 nel caso in cui il programma di investimento venga proposto da una impresa in fase di Start – up (iscritta al Registro Imprese ed attiva da non più di tre anni).

Scarica il bando di finanziamento.

Detrazione del 55%: chi può beneficiarne?

A beneficiare della detrazione del 55% sono i soggetti che possiedono (o detengono) l’immobile sul quale sono stati effettuati gli interventi di recupero edilizio sulla base di un titolo idoneo (ad esempio, proprietà, altro diritto reale, concessione demaniale, locazione o comodato).

Ha diritto alla detrazione anche il familiare convivente del possessore o detentore dell’immobile oggetto dell’intervento, purché abbia sostenuto le spese e le fatture ed i bonifici siano a lui intestati.

L’agevolazione spetta, in particolare, a:

  • le persone fisiche ed i soggetti non titolari di reddito d’impresa (ad es.: imprenditori agricoli, lavoratori autonomi anche associati, società semplici);
  • i titolari di reddito d’impresa (ad es.: Ditte Individuali, Snc, Sas, Srl, Spa).

La detrazione è valida sia ai fini IRPEF che ai fini IRES.

Nuove precisazioni dell’Agenzia delle Entrate sugli elenchi Intratsat.

L’Agenzia delle Entrate, attraverso la circolare n.36/2010 ha specificato i corretti adempimenti da parte dei contribuenti minimi italiani per le operazioni intracomunitarie effettuate e quelli a carico dei soggetti passivi d’imposta per le operazioni con soggetti di altri Stati membri considerati piccole imprese. L’Agenzia precisa anche che Il contribuente che ha presentato per gennaio e febbraio 2010 gli elenchi mensili, perché prevedeva di superare nel trimestre la soglia dei 50 mila euro, non potrà “ritrattare”: nel caso in cui a marzo l’ammontare delle operazioni rilevanti si attesti al di sotto di tale limite, egli dovrà comunque rispettare la tempistica mensile per tutto il 2010. Infine per quanto riguarda le attività di e-commerce, l’Agenzia dice che acquisti e vendite effettuati online rientrano nella definizione relativa ai servizi elettronici e pertanto debbono essere inclusi negli elenchi riepilogativi. La risposta vale sia per i software scaricati (e quindi acquistati) via Internet sia per le cessioni di beni tramite e-bay.

Lavoratori stagionali stranieri: i datori di lavoro hanno 48 ore di tempo per assumerli.

La circolare congiunta n.3965/10 del Ministero del Lavoro e del Ministero degli Interni, interviene riguardo i flussi d’ingresso dei lavoratori stranieri stagionali. Il fine, ovviamente, è quello di contrastare possibili situazioni di lavoro sommerso.

Dallo scorso 21 aprile e fino al prossimo 31 dicembre 2010 i datori di lavoro possono presentare telematicamente le domande d’ingresso per i lavoratori stranieri residenti all’estero ai fini dell’occupazione nei lavori stagionali. L’istruttoria che segue prevede anche il rilascio del parere delle Direzioni Provinciali del Lavoro e necessita di particolari accertamenti volti a verificare precedenti casi in cui i datori, in possesso del nulla osta al lavoro stagionale, ne abbiano chiesto la revoca o non abbiano provveduto all’assunzione.

Nella circolare congiunta dei due ministeri, si impone l’obbligo al datore di effettuare l’invio della comunicazione di assunzione entro 48 ore dalla data presente sul contratto di soggiorno. Inoltre la circolare regolamenta altri due casi:

  1. la rinuncia del datore ad effettuare l’assunzione;
  2. la richiesta di revoca.

Per il primo caso è consentito un contestuale subentro di un nuovo datore di lavoro, purché si tratti dello stesso tipo di rapporto e della stessa durata del precedente. Il tutto andrà formalizzato presso lo Sportello Unico al momento della convocazione ed il datore in tale sede dovrà anche giustificare i motivi della decisione. Nel secondo caso, invece, la richiesta di revoca del nulla osta già concesso potrà essere accolta solo in assenza di rilascio del visto d’ingresso e in presenza di cause di forza maggiore da dimostrare.

Scarica la circolare n.3965/10

Perchè una società dovrebbe servirsi di un Temporary Manager?

In Italia, a differenza del resto dell’Europa, è difficile fornire una classificazione dettagliata, in quanto non si hanno ricerche complete e serie sul fenomeno. È comunque facile ipotizzare che il temporary manager sia utilizzato da aziende maggiormente a capitale privato e di piccole e medie dimensioni (anche per il genoma del tessuto economico italiano), in quanto sono quelle maggiormente a minor competenza interna e a maggior sensibilità agli equilibri economici e finanziari dei propri conti. Molte PMI, infatti, non sarebbero in grado di vagliare nuove opportunità e di sviluppare nuovi business perché privi delle giuste competenze professionali.

L’impiego ad interim dei temporari manager è motivato da molteplici condizioni gestionali, strategiche e manageriali, che l’azienda o l’imprenditore illuminato dovrebbero essere in grado di individuare sia nei momenti di crisi che di sviluppo del proprio business, come ad esempio:

  • la sostituzione di un ruolo manageriale temporaneamente vacante,
  • la formazione e assistenza di futuri manager interni che si vuole far crescere,
  • l’esplorazione di nuove iniziative e di business development,
  • la gestione di progetti complessi caratterizzati dall’incertezza e turbolenza dell’esito,
  • il ricorso a know-how specifici al momento assenti,
  • la gestione di momenti di crisi aziendale,
  • la razionalizzazione dei processi,
  • il cambiamenti di mercato o ambientali,
  • la gestione e migrazione generazionale,
  • lo sviluppo di nuove idee di business.

Inoltre, non dimentichiamo i vantaggi economici derivanti dall’inserimento di un temporary manager:

  • costo una tantum;
  • costo negoziabile/flessibile;
  • costo ammortizzabile nel tempo.

Dott. Alessandro Catania

In Lombardia la parola d’ordine è: “innovazione”. Stanziati 3 milioni per le piccole imprese.

La Regione Lombardia ha disposto un contributo a fondo perduto per micro-imprese  e PMI lombarde, a copertura delle spese di consulenza finalizzate all’acquisto di servizi innovativi e/o di sostegno delle spese per il miglioramento del capitale umano in azienda. Il contributo avverrà tramite il rilascio di vaucher, che potranno essere richiesti esclusivamente da micro-imprese e PMI iscritte presso il Registro Imprese o Rea di una delle Camere di Commercio della Lombardia, attive ed in regola con il pagamento del diritto annuale camerale. Il fondo complessivo stanziato dalla Regione per questo contributo è di tre milioni di euro.

Al bando sono ammesse le spese sostenute per:

  • attività di consulenza tecnologica; consulenza in materia energetica e ambientale;
  • consulenza in materia di sicurezza e salute dei lavoratori;
  • consulenza in materia di check-up economico-finanziari;
  • valorizzazione del capitale umano in azienda.

Le imprese interessate possono presentare direttamente la domanda di voucher in forma telematica fino ad esaurimento delle risorse entro e non oltre il 31 dicembre.
Per ulteriori informazioni, scraicare il bando ed inviare la domanda di partecipazione, invitiamo i lettori a collegarsi con il sito bandimpreselombarde.

L’Agenzia delle Entrate adegua gli studi di settore.

Una nuova circolare dell’Agenzia delle Entrate (34/E) adegua gli studi di settore. Sono quattro le tipologie di correttivi messe in campo. La prima categoria di interventi è relativa all’analisi della normalità economica per coloro che presentano una riduzione dei ricavi. I secondi correttivi sono quelli “specifici per la crisi”, che adeguano ai suoi effetti i risultati degli studi. Ci sono poi i correttivi congiunturali di settore. Infine, la quarta linea d’azione riguarda i “correttivi congiunturali individuali”, che interessano i soggetti non congrui che presentano una riduzione dei ricavi/compensi dichiarati. “I nuovi correttivi sono il frutto – sottolinea l’Agenzia – di un accurato monitoraggio dell’impatto della crisi, basato sulla raccolta delle informazioni fornite dalle associazioni di categoria, a loro volta incrociate con i risultati delle analisi dei settori svolte da Banca d’Italia, Istat, Isae, Prometeia e altri istituti di ricerca”. Dall’attività di analisi del territorio e delle sue specificità sono nati poi tre indicatori su misura, che consentono di differenziare l’applicazione degli studi e di adeguarli alla caratteristiche delle singole aree, rendendo questi strumenti dell’accertamento sempre più aderenti alla realtà economica in cui si muovono le imprese. Gli indicatori in questo caso riguardano il livello di retribuzioni, il livello del reddito disponibile per abitante e il livello delle quotazioni immobiliari. Infine si sperimenta una sorta di federalismo fiscale e il settore delle costruzioni è il primo studio elaborato su base regionale.