Artigiani e commercianti, ecco i contributi Inps per il 2011

L’Inps, con la Circolare n. 34 del 10.02.2011, ha comunicato le misure dei contributi Inps dovute da artigiani e commercianti per l’anno 2011. Le aliquote contributive sono rimaste invariate rispetto all’anno scorso: Cambiano invece il minimale ed il massimale di reddito.

Il pagamento dei contributi 2011 dovuti sul minimale di reddito deve essere effettuato, tramite modello F24, in quattro rate con le seguenti scadenze:

  1. 16 maggio 2011;
  2. 16 agosto 2011;
  3. 16 novembre 2011;
  4. 16 febbraio 2012.

Gli acconti dei contributi 2011, eventualmente dovuti sulla quota di reddito eccedente il minimale, devono essere, invece, versati entro i termini previsti per il pagamento delle imposte sui redditi delle persone fisiche. Qualora ci fosse il saldo, andrà versato in sede di UNICO 2012.

Alle imprese il conto di una giustizia sempre troppo lenta

Il costo della giustizia ricade sulle imprese, questo è quanto si legge sul sito di Confartigianato Piemonte. A pochi giorni dal protocollo d’intesa firmato in Regione dal presidente Roberto Cota e dai ministri Renato Brunetta (Pubblica amministrazione) e Angelino Alfano (Giustizia) grazie al quale nasceranno due nuovi strumenti (la Conferenza per la giustizia e l’associazione “Torino giustizia”) per garantire efficienza e celerità ai tribunali, “non ci si può dimenticare – ha dichiarato Giorgio Felici, presidente regionale Confartigianato – che la giustizia in Italia rimane lenta e che a pagare le nefaste conseguenze di tale lentezza sono soprattutto le imprese”. “La celerità dei procedimenti civili – ha continuato Felici – è uno strumento di competitività del sistema produttivo, un tassello fondamentale per contribuire ad attrarre imprese in Piemonte. La notizia buona è che per i ritardi della giustizia il Piemonte va meglio della media nazionale, quella cattiva è che comunque questi ritardi costano in media 225 euro (371 la media nazionale) per ciascuna azienda piemontese”. I dati sono dell’Istat, rielaborati dall’Ufficio studi di Confartigianato e ne scaturisce un quadro davvero scoraggiante. Gli imprenditori italiani, per avere giustizia in una causa civile, devono attendere in media 1.695 giorni (1.088 in Piemonte) tra primo e secondo grado di giudizio. Per una procedura fallimentare l’attesa arriva in media a 3.035 giorni (2.663 in Piemonte). Tali ritardi costano alle imprese italiane ben 2.269 milioni di euro, 106 dei quali a quelle piemontesi. Volgendo lo sguardo ai dati provinciali, la durata procedimenti civili di primo grado registra: Biella (996 giorni), Asti (834 giorni), Alessandria (818 giorni), Cuneo (485 giorni), Novara (471 giorni), Verbania (469 giorni), Torino (448 giorni) e Vercelli (205 giorni).

Buone notizie: scende sotto il 48% l’utilizzo della cassa integrazione

L’utilizzo della cassa integrazione scende per la prima volta sotto il 48%. Infatti, stando ai dati diffusi dall’Inps tra gennaio e novembre 2010 sono state autorizzate un miliardo e 117 milioni di ore di cassa integrazione, ma ne sono state utilizzate soltanto 528 milioni. Secondo Antonio Mastrapasqua, presidente Inps: “da cinque mesi scendono le ore autorizzate di cassa integrazione e da un anno continua a comprimersi anche il tasso di utilizzo della cassa integrazione, si tratta di un doppio segnale che viene dal mercato: le aziende che continuano a chiedere sempre meno cassa integrazione, continuano a chiederne sempre molta più di quello che poi ne utilizzano”. Nel 2009 erano state autorizzate 914 milioni di ore e ne erano state utilizzate poco meno di 600 milioni (circa il 65% del totale richiesto), nei primi undici mesi dell’anno 2010 le ore autorizzate sono state un miliardo e 117 milioni, ma ne sono state utilizzate poco più di 500 milioni (47,26%).

Nino Ragosta

Piccole Imprese: per la crescita c’è ancora da aspettare

L’ Osservatorio Confcommercio-Format sul credito per le imprese del commercio, del turismo e dei servizi ha evidenziato come anche per l’ultimo trimestre dell’anno conclusosi da poco permangano difficoltà per piccole e medie imprese. Se nel terzo trimestre si è assistito ad una crescita incoraggiante dei consumi, le imprese sono costrette a pagare ancora per il nodo del costo dei finanziamenti. E’ quasi un’impresa su due, ovvero il 48,9% a segnalare difficoltà nell’attività spesso a causa si problemi relativi al fabbisogno finanziario. Ad essersi rivolto ad istituti di crediti per ottenere finanziamenti è stato il 26% delle imprese (+3% rispetto al precedente trimestre) avendo in cambio l’erogazione di un importo inferiore rispetto a quello richiesto, quando la risposta non sia stata negativa.

Questa situazione ha alimentato anche una scarsa fiducia nel sistema bancario e una percezione che i costi dei servizi bancari siano aumentati ingiustificatamente e spesso congiunti a condizioni sfavorevoli.

Mirko Zago

Abruzzo: Sviluppo dell’artigianato, al via un progetto di cooperazione con il Marocco

Si chiama “Sviluppo dei saperi artigianali ed integrazione dei sistemi produttivi in Marocco ed in Italia” ed  è un nuovo programma di crescita socio-economica proposto dalla Regione Abruzzo e Confartigianato Abruzzo con il finanziamento del ministero degli Affari Esteri e dal ministero dello Sviluppo Economico. A seguito del terremoto che ha devastato il territorio abruzzese nel 2009, il programma è stato riadattato alla situazione contingente, finalizzando le azioni all’obiettivo del sostegno alla ricostruzione.

Il presidente regionale di Confartigianato, Angelo Taffo ha dichiarato: ”Grazie a questo progetto abbiamo la possibilità di formare direttamente in Marocco personale già specializzato nel campo dell’edilizia, soprattutto su elementi in grado di semplificare l’accesso al lavoro in Italia come la sicurezza sui cantieri, l’organizzazione del cantiere stesso, la legislazione del lavoro. Nel mese di dicembre, abbiamo già formato, a Marrakech, venticinque operai, ai quali e’ stato rilasciato un certificato di partecipazione. Una volta formato, l’operaio verrà messo in contatto con le imprese abruzzesi che, al momento dell’assunzione avranno la consapevolezza di poter contare su una forza lavoro capace ed affidabile”.

Il responsabile del progetto Pietro Antonio Pecilli ha fatto sapere che il progetto “prevede la ricostruzione dell’archivio e del portale dei Mestieri Storici in Architettura; l’ideazione e la pianificazione di specifiche strategie di comunicazione, la promozione e commercializzazione di nuovi prodotti in edilizia; il trasferimento di prodotti e competenze in edilizia tra Italia e Marocco“. E’ attesa nei mesi giorni una visita di una delegazione marocchina di cui faranno parte Direttore del Ministero dell’Artigianato e della Conservazione del Patrimonio del Regno del Marocco, Mohammed Sairi e dal Presidente della Camera dell’Artigianato di Marrakech.

Mirko Zago

Altri 6 mesi di proroga per la Moratoria Debiti

Il tanto atteso prolungamento dei termini per la moratoria sui debiti per le Pmi ha ricevuto un “sì” che ha reso felici i rappresentati delle categorie coinvolte, in particolare la presidente della Confindustria Emma Marcegaglia e il presidente dell’Abi Giuseppe Mussari. In conferenza stampa a Palazzo Chigi qualche giorno fa hanno espresso commenti favorevoli sulla proroga fino al 31 luglio 2011. “Con questo nuovo accordo proroghiamo di ulteriori sei mesi l’accesso alla moratoria in corso dal 3 agosto 2009 che ha dilazionato il pagamento delle quote di capitale sui mutui per piccole e medie imprese a cui hanno aderito 190.000 aziende con 56 miliardi di euro“, ha affermato la Marcegaglia in seguito alla firma dell’accordo.

Mussari ha spiegato come l’accordo preveda anche la possibilità di prorogare anche i mutui già oggetto di moratoria per un periodo di due o tre anni qualora l’impresa contraente stia “bene di salute”. che l’accordo prevede inoltre la possibilità, per i mutui già oggetto di moratoria accesi da imprese sane, di avere un’ulteriore proroga di due o tre anni (due per i finanziamenti chirografari e tre per gli ipotecari). Ad oggi, sono circa 190mila le piccole e medie imprese che hanno chiesto la moratoria dei propri mutui, per un controvalore di finanziamenti pari a 56 miliardi di euro.

Per la Marcegaglia altro punto importante è la copertura del rischio  di tasso, con la possibilità di convertire il tasso di interesse da fisso a variabile o viceversa e di fissare un tetto all’incrementi degli oneri sul debito, oltre che finanziamenti per le imprese che si prodigheranno per rafforzare il loro stato patrimoniale. Per avere accesso alla moratoria, come già ricordato, occorre che l’impresa non abbia debiti e che gli interessi siano stati pagati con regolarità.

Anche Loretta Ghelfi, segretaria della CNA di Bologna, raccogliendo la voce dei suoi colleghi ha espresso un ampio consenso verso l’accordo: “La misura maggiormente apprezzata e’ stata, a parte la moratoria di 6 mesi finalizzata al rimborso dei prestiti, quella che assicura la proroga della data di estinzione dei debiti residui fino a ulteriori tre anni, ma per di più, prosegue Ghelfi “se le aziende aumentano il capitale, anche le banche possono aumentare i finanziamenti. Senza il peso dei debiti le aziende riprendono fiato e possono pensare di reinvestire“.

Buono anche il giudizio dei sindacati: “La notizia relativa alla proroga dell’accordo sulle moratorie sui debiti delle Pmi, riteniamo sia estremamente importante anche per le conseguenze sull’occupazione” – ha commentato Annamaria Furlan, segretario confederale della Cisl, aggiungendo però che “anche il sistema finanziario deve rivedere il suo funzionamento, un modello di finanza deregolamentata che ha generato la crisi, favorito una finanza speculatrice e predatoria che ha prevalso sull’economia reale“.

Mirko Zago

Diritto di famiglia, si replica il corso di perfezionamento e approfondimento a Roma

Esauriti tutti i posti per il corso di perfezionamento sul tema “Il diritto di famiglia: evoluzione normativa e giurisprudenziale“, in programma a Roma venerdì 17 e sabato 18 febbraio, nella Sala Conferenze del Vicariato, Via Aurelia 208, il Centro Nazionale Studi e Ricerche sul diritto della Famiglia e dei Minori replica l’appuntamento per venerdì 1 e sabato 2 aprile 2011, nella medesima location e con questa struttura: primo modulo, venerdì 1 aprile 2011, dalle 13 alle 20; secondo modulo sabato 2 aprile 2011, dalle 13 alle 20. Durata totale 14 ore, richiesti 14 crediti formativi.

Le relazioni e gli interventi del primo modulo verteranno su: Il Diritto di Famiglia Europeo – L’assegno di mantenimento e divorzile – L’addebito della separazione – Le obbligazioni alimentari – L’affidamento condiviso – L’assegnazione della casa coniugale – L’attività istruttoria nel processo di famiglia.

Le relazioni e gli interventi del secondo modulo verteranno su: I reati contro la Famiglia – Tecniche di mediazione e conciliazione nei procedimenti di famiglia – Il processo minorile – Il disconoscimento di paternità – La famiglia di fatto – Il regime patrimoniale della famiglia – Il risarcimento del danno nel diritto di famiglia.

Per informazioni sui Relatori e per le prenotazioni, inviare una e-mail a diritto_famiglia@email.it o contattare la Segreteria Organizzativa al numero 06-320289206.

Buone notizie dal mondo delle Rc Auto: a gennaio prezzi stabili e sul web leggero calo

I rialzi dell’Rc auto sembrano aver conosciuto una sosta nel mese di gennaio. Stando allo studio dell’Osservatorio Assicurativo di cercassicurazioni.it (campione di 150 mila preventivi) i premi per gli automobilisti sarebbero stabili, mentre leggermente più bassi sarebbero quelli online. Dopo rialzi che hanno toccato una media del 25% finalmente per la prima volta dopo 18 mesi si è assistito ad un leggero calo dell’1,7% nell’online.

Naturalmente il fattore geografico continua a contare molto, con prezzi oscillanti a seconda della provincia di appartenenza. Le riduzioni maggiori si sono verificate a Asti, Isernia e Rimini, con riduzioni superiori al 9%, mentre città come Taranto, Avellino ed Enna sono in controtendenza, segnando incrementi tariffari compresi tra il 4,6% e il 4,9%. Ci si augura che questo trend prosegua in questa direzione.

Mirko Zago

Draghi? Troppo in gamba, meglio alla Bce che a Palazzo Chigi

di Gianni GAMBAROTTA

Non si conoscono ancora le ragioni che hanno spinto l’11 febbraio scorso Axel Weber a dimettersi dalla sua carica di Presidente della Bundesbank, l’istituto centrale tedesco, di gran lunga la più importante fra tutte le analoghe istituzioni europee. La decisione di lasciare è stata giustificata con “motivazioni personali”, ma alcuni autorevoli giornali tedeschi hanno parlato di divergenze fra il banchiere e il ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, e soprattutto con Angela Merkel, la Cancelliera che sta guidando il suo Paese con grande intelligenza ed eccellenti performance.

Qualunque sia stato il motivo, quello che conta è il risultato che ha prodotto e sta producendo e che riguarda molto da vicino le vicende di casa nostra. Weber, proprio in quanto presidente della Bundesbank, era in corso per succedere nel giugno prossimo al francese Claude Trichet alla guida della Banca centrale europea (Bce). Era anzi il candidato con maggiori probabilità di successo visto che rappresenta l’economia leader dell’Unione europea, il Paese che viene indicato come modello virtuoso e non solo sul scala continentale. La sua uscita dalla banca centrale tedesca lo toglie dalla corsa; anzi lui stesso, parlando con i giornalisti, ha spiegato di non aver interesse per quel ruolo e, in sovrapprezzo, il governo di Berlino ha detto di non voler candidare né lui, né alcun banchiere tedesco.

Dunque la rosa dei papabili è da rifare. Al momento il nome cui vengono attribuite le più solide possibilità di affermazione nella corsa, è quello di Mario Draghi, governatore della Banca d’Italia, ex direttore generale del ministero del Tesoro all’epoca delle grandi privatizzazioni, e molto apprezzato a livello internazionale anche nella sua funzione di presidente del Financial stability board.

Draghi ha qualche chance effettiva di riuscita perché l’Europa incomincia a guardare con una certa diffidenza a un’Unione totalmente di segno tedesco (con l’appoggio, più che altro ancellare, di una Francia che si comporta come se fosse importante quanto la Germania). Quindi un candidato percepito come diretta espressione del Cancellierato potrebbe incontrare serie opposizioni.

Draghi è giudicato un banchiere di assoluta esperienza e di primissimo livello professionale; l’aver militato anche nella Goldman Sachs lo rende gradito ai poteri forti della finanza che predicano il primato del marcato a tutti i costi. Se salisse lui ai vertici della Bce, argomentano i malpensanti, sarebbe comunque un presidente molto sensibile alle indicazioni del Paese guida, la virtuosa Germania, per farsi perdonare la sua appartenenza a un Paese peccatore (qui si parla solo di conti pubblici, e non di altro) qual è l’Italia.

L’ipotesi Draghi, inutile dirlo, ha una ricaduta sulle vicende interne italiane. Il governatore è stato ed è indicato come uno dei personaggi di spicco di quella cosiddetta riserva della Repubblica cui si potrebbe affidare l’incarico di costituire un governo tecnico nel caso la situazione politica diventasse ingestibile. E’ ovvio che la sua partenza verso Francoforte lo escluderebbe da questa partita. Con grande soddisfazioni per tutti quanti vedono in lui un candidato difficile da contrastare. Sarà un caso che il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, abbia subito dichiarato che appoggerà senza esitare la candidatura di Draghi alla Bce?

L’Italia vince il primato (negativo) per Mutui più costosi

E’ l’Italia ad aggiudicarsi il primato per il Paese con il costo dei mutui più alto. Rispetto alla media europea un italiano sborsa 9mila Euro in più rispetto ad un altro cittadino comunitario. A renderlo noto è L’Associazione Nazionale costruttori edili (Ance) in un rapporto intitolato “Il credito nel settore delle costruzioni in Italia”. Per l’Ance che ha preso come modello un mutuo di 150 mila Euro dilazionato in 25 anni è come se un connazionale fosse costretto a pagare un anno intero in più rispetto ad altri Paesi europei“.

Una tale rivelazione dimostra come il nostro Paese soffra molto in termini di crescita economica per il settore immobiliare. Sono naturalmente i tassi applicati a creare le maggiori disparità. A settembre i tassi medi italiani erano del 4,1% contro il 3,74 per cento europeo. Per l’Ance “Gli italiani sono costretti anche ad assumersi rischi che non vorrebbero, con le banche che continuano a erogare la maggior parte dei mutui a tasso variabile con aspettative sui tassi tendenti al rialzo”. Una situazione dura che necessita di interventi “dall’alto” per essere sbloccata.

Mirko Zago