Bergamo è una delle povince italiane più tassate dal fisco

L’Associazione artigiani di Bergamo lamenta un eccessivo carico fiscale per le imprese artigiane locali. Bergamo sarebbe al 37° posto nella classifica delle 103 provincie italiane tartassate dal fisco locale. L’analisi è stata condotta da ufficio Studi di Canfartigianato, verificando il peso del prelievo fiscale locale su un’impresa tipo con cinque addetti e proprietaria di un immobile produttivo.

Il gettito complessivo per quanto riguarda i principali tributi gestiti localmente come l’Irap, Ici, addizionale regionale e comunale Irpef, sarebbe di 58.011 milioni di euro. E’ il Lazio a sopportare la maggior pressione fiscale con il 4,9% del Pil, mentre la Lombardia si colloca al terzo posto con il 4%. E’ l’Irap a gravare maggiormente nei confronti delle Pmi con il 63,2%, seguita da Ici 17,2%, l’addizionale regionale che incide per il 14,2% e la comunale che influisce per il 5,4%.

Rimanendo nella provincia di Bergamo, l’Irap pesa per ogni azienda per 7.488 euro, l’addizionale comunale pari a 522 euro, l’addizionale regionale Irpef pari a 1.607 euro e un ammontare Ici di 2.043 euro, per un totale complessivo di 11.660 euro.

L’Ue spinge per un nuovo Small Business Act: meno costi e meno tempo per creare una società

La Commissione europea è in prima linea per incrementare la crescita delle piccole e medie imprese, volontà che appare evidente in particolare con le recenti nuove azioni varate per il sostentamento dell’imprenditoria. La revisione del modello di  “small business act” ovvero il quadro della politica Europea per le Pmi, ha apportato diverse novità interessanti presentate nei giorni scorsi dal vicepresidente della Commissione Ue, responsabile per l’impresa, Antonio Tajani.

Tra gli aspetti più interessanti appaiono la riduzione drastica dei tempi e i costi per la costituzione di una società. L’obiettivo che si vuole raggiungere è di arrivare a 3 giorni e 100 euro di spesa (lo scorso anno la media Ue era di 7 giorni e poco meno di 400 euro di spesa). Altri aspetti da curare maggiormente sono ancora una volta l’accesso al credito e il miglioramento della possibilità delle piccole e medie imprese di ottenere risorse finanziarie, cosi’ come di poter partecipare agli appalti.

Tajani ha affermato: “Anche le Pmi hanno accusato la crisi con la perdita di circa tre milioni di posti di lavoro, con le nuove azioni pensiamo di poter offrire loro nuove opportunità di ripresa”. E’ stato inoltre istituito una sorta di vigilante soprannominato “Mr. Pmi” (si tratta dello spagnolo Daniel Calleja).

Mirko Zago

Confcommercio Napoli istituisce una task force per l’accesso al credito

La Confcommercio di Napoli ha scelto di cercare di contrastare i problemi relativi all’accesso al credito da parte delle imprese del settore terziario istituendo una task force che vigili sull’accesso al credito, contrastando eventuali problemi relativi ai finanziamenti e favorendo i rapporti con gli istituti di credito. Il gruppo è costituito dai rappresentanti dei Confidi di riferimento della provincia.

Pietro Russo, presidente di Confcommercio Napoli, ha voluto nei giorni scorsi incontrare i soggetti coinvolti per definire il piano di azione. Le necessità di accrescere l’opportunità di accesso al credito per le imprese del terziario e delle piccole e medie imprese del territorio partenopeo sono state al centro del dibattito.

E’ un segnale – ha detto Russo – della volontà di Confcommercio Napoli di rafforzare la presenza a fianco delle piccole e medie imprese locali. Pur nel rispetto delle autonomie e delle diverse funzioni rivestite dai partner presenti all’incontro. Bisogna far sì che le necessità e le istanze delle aziende, che si muovono purtroppo in una situazione congiunturale negativa, come purtroppo ci ha ricordato il recente episodio di suicidio del titolare della ditta Brums, siano costantemente all’attenzione di chi svolge un ruolo importante di mediazione tra le banche e le imprese

Ecco quando l’Inps sanziona il debitore

L’Inps con il messaggio n. 3881 del 16 febbraio 2011 delinea quali sono i casi sanzionatori in caso di accertamenti ispettivi. L’istituto di previdenza prevede:

1- Pagamento entro 30 giorni dalla notifica del verbale ispettivo del debito; in questo modo il versamento è nella misura minima stabilita per legge.

2- Pagamento del debito dal 31° giorno; in questo caso il trasgressore non può più fruire del pagamento delle sanzioni amministrative in misura minima ma sarà ammesso a regolarizzare la sanzione amministrativa nella misura ridotta di cui all’art. 16 della Legge n. 689/1981.

3- Mancato pagamento nel termine di 90 giorni dalla notifica del verbale; in questo caso l’Inps provvede alla formazione dell’avviso di addebito

Maggiori informazioni possono essere reperite sul sito dell’Inps.

Mirko Zago

 

La Revisione dei bilanci 2010 rimane immutata

Il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili ha chiarito che per la revisione legale dei conti si applicano ancora i principi di revisione precedenti al decreto legislativo 39/2010. Nel dettaglio per le revisioni legali di bilanci di società sottoposte alla vigilanza CONSOB, rimane valido l’insieme di principi già in vigore, emanati in base all’articolo 162 del DLgs n. 58/1998, mentre per le revisioni delle non quotate, non avendo il DLgs n. 39/2010 mutato il quadro di riferimento, come in passato, non è prevista alcuna cogenza giuridica dei principi di revisione. In sostanza si tratterebbe di un consiglio tecnico sulle procedure e non un riferimento normativo obbligatorio.

Il documento con il quale si sottolinea ciò afferma inoltre che “il Consiglio Nazionale dei dottori commercialisti ed esperi contabili non mancherà di seguire l’intero processo di avvicinamento alla piena operatività dell’attività di revisione legale come tratteggiata dal D.Lgs. 39/2010, mettendo a disposizione delle istituzioni e dei colleghi tutta l’informazione, la formazione e gli strumenti operativi necessari (tra i quali le linee guida per l’applicazione dei principi di revisione nelle le società non quotate) per l’esercizio qualitativamente elevato dell’attività di revisione che verrà disciplinata a regime“.

M. Z.

Bonus detassazione per le microimprese: ecco come fare

La circolare congiunta n. 3/2011 ha definitivamente sancito l’obbligo della presenza sindacale per la stipula del contratto collettivo aziendale o territoriale necessario per applicare la detassazione fiscale del 10% sulle somme incentivanti. La circolare, che rammenta inoltre la libertà sindacale e che sancisce che non può esserci nessun onere per terminare un contratto di lavoro è stata diffusa nei giorni scorsi dall’agenzia delle Entrate e dal ministero del Lavoro.

Anche gli accordi collettivi che non abbiano forma scritta (“e cionondimeno riconducibili, a livello di fonti del diritto, al generale principio di libertà di azione sindacale di cui all’articolo 39 della Costituzione”), possono concorrere a incrementi di produttività. Ciò che occorre capire  se nelle realtà in cui non è previsto l’intervento del sindacato, come ad esempio microimprese o piccoli studi di professionisti, è applicabile tale beneficio fiscale. La risposta è sì!

Come funziona: datore di lavoro e dipendenti stipulano un accordo che recepisce il contratto territoriale, se l’azienda non è iscritta alle organizzazioni sindacali firmatarie verranno recepite solo alcune clausole dell’accordo territoriale. La libertà dinnanzi ai contratti è massima, ciò che viene richiesto è però celerità sul recepimento così che il beneficio sia applicabile in breve tempo e la forma scritta, in modo da comprovarne l’esistenza in caso di controlli. Non è altresì necessario che l’accordo o il contratto collettivo espressamente e formalmente dichiari che le somme corrisposte siano finalizzate a incrementi di produttività. E’ bene che sia prevista la retroattività per coprire così l’intero anno 2011.

Mirko Zago

Milleproroghe: slitta l’obbligatorietà del ricorso alla mediazione

Il Senato ha approvato il decreto Milleproroghe. Relativamente alla proroga dei termini dell’entrata in vigore della mediazione civile in materia di controversie condominiali e di incidenti stradali (tradotto in sostanza con un via libera, a partire dal 20 marzo, per l’obbligatorietà del ricorso alla mediazione per tutte le altre materie) è stato accolto con animi contrastanti da parte dei commercialisti: “Rammarico per il rinvio dell’entrata in vigore dell’obbligatorietà della mediazione per alcune materie, ma anche grande soddisfazione per la sostanziale tenuta di una riforma giudicata di portata storica“.

Per il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Claudio Siciliotti si tratta di un successo: “Soprattutto in considerazioni delle enormi resistenze messe in campo, si tratta di un successo di cui va reso pieno merito al Ministro della Giustizia, Angelino Alfano, che dopo aver voluto una riforma che può finalmente cambiare il volto alla giustizia civile del nostro Paese, ha saputo fronteggiare con coraggio le tante pressioni provenienti da parte di chi, con logica corporativa, voleva snaturarne il senso, limitarne la portata o addirittura cancellarla“.

Il rinvio di un anno dell’entrata in vigore della conciliazione in due materie rilevanti quali controversie condominiali e incidenti stradali – sostiene Siciliotti  – rende parziale l’avvio della mediazione civile, previsto per il 20 marzo. Una scelta di cui ci rammarichiamo, figlia delle tante spinte conservatrici di chi si arrocca in difesa dell’esistente“. Nonostante ciò il risultato conseguito è di grande importanza e di cui si può esultare.

Conciliazione e mediazione civile ridurranno il numero di cause civili pendenti presso i tribunali e comporteranno una drastica riduzione dei tempi della giustizia e dei suoi costi per i cittadini. Una riforma che avrà successo se sarà accompagnata da una rivoluzione culturale nell’approccio a questi temi.

I Consulenti del Lavoro pagheranno i contributi con l’F24

E’ notizia recente che i Consulenti del Lavoro, grazie ad un accordo stipulato a Roma dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, e dal presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Marina Calderone, potranno pagare i contributi tramite F24, si tratta di una notizia accolta con entusiasmo da tutta la categoria di professionisti. Già a partire dal 16 marzo prossimo, potranno essere pagati in questo modo anche eventuali crediti tributari in compensazione. L’accordo è valido per il triennio 2011-2014 e renderà sicuramente più pratici i versamenti per gli oltre 28mila iscritti all’ordine dei Consulenti del lavoro.

Nella nota ufficiale si legge: “Il nuovo sistema di riscossione permetterà all’ente professionale di ottenere informazioni utili con maggiore tempestività e, quindi, di adottare misure di controllo più immediate ed efficienti. I professionisti avranno il vantaggio di poter versare le quote di iscrizione in via telematica direttamente da casa, in qualità di intermediari abilitati o presso gli sportelli bancari e postali senza alcun onere“.

Positivo il commento il commento di Attilio Befera, Direttore dell’Agenzia: “Uno strumento per rendere più veloce la rendicontazione, che porterà vantaggi per tutti, ma che soprattutto fornirà un ottimo servizio ai Consulenti del Lavoro, tramite uno strumento a loro consueto“.

Mirko Zago

Agevolazione sui contributi per le imprese terremotate

L’Agenzia delle Entrate, con la risoluzione n. 17/E del 18 febbraio rende noto che in caso di calamità pubblica come nel caso del terremoto, lavoratore autonomo, se preferisce, può dedurre i contributi previdenziali e assistenziali sospesi
Il lavoratore autonomo, se preferisce, può dedurre i contributi previdenziali e assistenziali sospesi a causa di una calamità pubblica, nel periodo d’imposta in cui effettivamente li versa, non è obbligato ad applicare il criterio di competenza.
Così risponde l’Agenzia delle Entrate, con la risoluzione n. 17/E del 18 febbraio, a un’Associazione, nell’ambito di una consulenza giuridica.

Agevolazione sui contributi per i professionisti vittime del terremoto

L’Agenzia delle Entrate, con la risoluzione n. 17/E del 18 febbraio rende noto che in caso di calamità pubblica come nel caso del terremoto, il lavoratore autonomo, se preferisce, può dedurre i contributi previdenziali e assistenziali sospesi nel periodo d’imposta in cui effettivamente li versa e non è obbligato ad applicare il criterio di competenza.

Si tratta di un tema molto dibattuto soprattutto in seguito alla sospensione dei pagamenti post terremoto, concessa solo per alcune zone, successivamente prorogata.Per l’Agenzia delle Entrate la volontà è di favorire i cittadini che vivono in un periodo economicamente difficile. Quindi al contribuente vengono in sostanza date le due possibilità di seguire il principio di cassa o il principio di competenza secondo la sua convenienza. I lavoratori autonomi, nell’anno di sospensione, proprio a causa dell’evento calamitoso, potrebbero aver prodotto un reddito particolarmente basso e insufficiente per beneficiare “a pieno” della deduzione spettante, realizzando addirittura delle perdite, che le norme tributarie (articolo 8 del Tuir) non consentono di riportare negli anni successivi. In questo modo risulterebbe impossibile sfruttare il bonus o meglio lo sconto fiscale previsto.

Essendo la fruizione anticipata della deduzione una possibile fonte di danni anzichè un incentivo (in teoria sarebbe “per garantire una maggiore disponibilità finanziaria al contribuente”), è bene non rispettarla in casi particolari. E per questo l’Agenzia delle Entrate, individuato il problema ha preferito esplicitare la doppia possibilità data al professionista al fine di tutelarlo.

Mirko Zago