Turismo, pilastro dell’economia in Italia

 

Lo speciale di Infoiva dedicato al turismo in Italia fa tappa quest’oggi tra gli operatori del settore: agenti di viaggio e tour operating. ‘Migliorare l’accessibilità delle destinazioni turistiche del nostro Paese e favorire sinergie all’interno della filiera del comparto turistico‘ è il diktat per Fortunato Giovannoni, Presidente di FIAVET, la Federazione italiana che riunisce le Associazioni di Imprese, Viaggi e Turismo.

Partiamo dalla Bit 2013: dimensione ridotta, meno presenze straniere. Un cattivo segnale per la stagione turistica italiana che si sta avvicinando?
Nonostante i numeri della Bit, la Fiera rimane un’importante occasione di incontro tra tutti gli attori del comparto ma, soprattutto, tra gli agenti di viaggio, sia italiani che internazionali, perché il ruolo degli agenti rimane strategico: è grazie a loro che il turismo viene stimolato, incentivando lo scambio di flussi dei viaggiatori.  

Quali sono le vostre prospettive come Fiavet per la stagione turistica dell’estate 2013 in Italia?
Purtroppo è ancora troppo presto per poter fare delle previsioni, l’anno è appena iniziato e le prenotazioni per la stagione estiva, che rappresenta il periodo durante il quale il traffico è più intenso, non sono ancora partite. In più, l’incerta situazione economica e politica non agevola l’avvio delle prenotazioni. E’ ormai accertato che, quando ci sono in programma le elezioni politiche, si registra un freno alle partenze e agli acquisti di viaggi e vacanze; i clienti hanno bisogno di tranquillità e di stabilità politica per poter pensare di affrontare un viaggio.

Proprio alla Bit 2013 è stato presentato il ‘Piano Strategico per lo Sviluppo del Turismo in Italia’ del Ministero. Qual è il vostro parere in merito? Lo giudicate uno strumento che regalerà una boccata d’ossigeno al comparto turistico italiano?
Un Paese che fa del turismo uno dei pilastri della propria economia come l’Italia non poteva non avere un Piano strategico che dettasse le linee guida entro cui far muovere l’azione promozionale delle Regioni e degli Operatori. Ma il Piano ha degli obiettivi di medio lungo periodo mentre al settore servono misure concrete oggi, soprattutto a favore delle imprese turistiche che, con fatica, stanno tenendo in piedi in turismo nel nostro Paese. Tanto più che, nel Piano, sono quasi del tutto assenti le misure dedicate alle imprese, soprattutto con riferimento al comparto agenziale e del tour operating. Inoltre, contestiamo il fatto che si è caduti di nuovo nell’errore di non coinvolgere gli attori del comparto turistico nella scrittura di provvedimenti e direttive con la conseguenza che il Piano del Turismo risulta alla fine fumoso e privo di misure veramente efficaci.

Qual è attualmente l’umore dei vostri associati? Pessimista o ottimista?
Sicuramente non c’è particolare ottimismo, soprattutto in conseguenza dell’andamento sottotono dei movimenti turistici dell’anno appena trascorso. Ci auguriamo che il 2013, dopo la stabilizzazione della situazione politica, possa tornare a far segnare risultati positivi per il settore.

Quanto ha penalizzato e pesato nelle tasche degli imprenditori turistici l’Imu?
Le conseguenze per le imprese sono rilevanti, anche perché l’Imu va ad aggiungersi ad altri oneri che già gravano sulle spalle degli imprenditori, che distolgono così risorse importanti che invece potrebbero essere destinate ad altri fini, come gli investimenti a favore dell’innovazione e volti al miglioramento della propria attività.

Se potesse fare un appello al Ministro Gnudi, quali sono le 3 priorità che chiederebbe per il settore turistico in Italia?
Chiederei soprattutto di mettere davvero a sistema il turismo, creando sinergie tra le istituzioni pubbliche e private e gli operatori, di migliorare l’accessibilità delle destinazioni turistiche del nostro Paese, soprattutto in alcune aree, come il Mezzogiorno. E infine, un provvedimento che potrebbe essere messo in atto in modo semplice è la modifica del codice Ateco per le Agenzie di viaggio, perché queste possano essere classificate all’interno della categoria turismo e non della categoria servizi come invece accade oggi.

Alessia CASIRAGHI